DIRETTIVA SEVESO|Il ministero dell'Ambiente
In Italia 1.105 impianti a rischio
Petrolchimico Eni Oltre il 22% degli stabilimenti pericolosi sono concentrati in Lombardia. Elevata la presenza anche in Piemonte, Emilia-Romagna e Veneto. Il punto sulla norma comunitaria che prevede il controllo sui pericoli di incidenti rilevanti/
Emissioni: un registro per i "cattivi"
Sono 1.105 gli stabilimenti a rischio in Italia e soggetti all'applicazione della direttiva Seveso. Lo dice un rapporto aggiornato elaborato dal ministero dell'ambiente e reso pubblico oggi in occasione della conferenza stampa di presentazione di un convegno nazionale dedicato alla valutazione e alla gestione del rischio negli insediamenti civili e
industriali in programma la prossima settimana a Pisa. L'aggiornamento sullo stato di attuazione della norma comunitaria che prevede il controllo dei pericoli di incidenti rilevanti connessi con determinate sostanze pericolose viene condotto periodicamente e - come ha sottolineato il sottosegretario all'ambiente Francesco Nucara - «l'evento di Pisa rappresenta un momento di sereno confronto tra tutti i soggetti coinvolti nell'attuazione della norma sui rischi di incidenti rilevanti. Il ministero dell'ambiente si sta dotando di tutti gli strumenti al fine di attuare l'emendamento alla Direttiva Seveso che estende il campo di applicazione».
Infatti, nel dicembre 2003, anche a seguito degli incidenti di Baia Mare (2000, Romania), di Enschede (2000, Paesi Bassi) e di Tolosa (2001, Francia), il Parlamento ed il Consiglio europei hanno emanato la direttiva di modifica della direttiva Seveso, estendendone il campo di applicazione, essenzialmente per quanto riguarda le sostanze esplodenti, alcune attività minerarie, l'inserimento di nuove sostanze cancerogene e maggiore attenzione per le sostanze pericolose per l'ambiente, nonché l'inserimento di nuovi obblighi per gli Stati membri e per i gestori degli stabilimenti, al fine di garantire standard di sicurezza sempre più elevati. Proprio l'Italia, nel corso del semestre di turno alla presidenza dell'Unione europea, ha portato rapidamente a conclusione le procedure della conciliazione tra consiglio e Parlamento europeo.
Tornando al rapporto del dicastero guidato da Altero Matteoli, il numero complessivo degli stabilimenti a rischio presenti in Italia al 30 settembre 2004 è pari a 1.105, di cui 643 detengono quantitativi minori di sostanze pericolose (i cosiddetti a rischio) e 462 detengono quantitativi maggiori (ad alto rischio). Relativamente alla distribuzione degli stabilimenti soggetti a notifica sul territorio nazionale, si rileva che oltre il 22% sono concentrati in Lombardia, in particolare nelle province di Milano, Varese e Bergamo. Regioni con elevata presenza di industrie a rischio sono anche il Piemonte (circa 10%), l'Emilia-Romagna (circa 9%), ed il Veneto (circa 8%). Al Sud le regioni con maggior presenza di attività soggette a notifica risultano essere la Sicilia (circa 6%), la Puglia (circa 4%) e la Sardegna (circa 4%).
13 ottobre 2004
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