Genova, allarme mafia nella metro
27 novembre 2008
HOME > GENOVA
CONDIVIDI STAMPA INVIA COMMENTA Anche la costruzione della metropolitana di Genova è finita nell’inchiesta della Dda (direzione distrettuale Antimafia) di Caltanissetta sull’utilizzo di calcestruzzo con percentuali troppo basse di cemento.
L’ipotesi degli investigatori nisseni è che, vinti gli appalti, la Calcestruzzi Spa e la Italcementi Spa (entrambe di Bergamo) abbiano fornito quantitativi di calcestruzzo di qualità difforme da quanto previsto dai capitolati d’appalto per le opere pubbliche. Gli inquirenti ipotizzano il reato di frode e hanno disposto verifiche e perizie per accertare la stabilità delle strutture così costruite e, quindi, l’esistenza di eventuali pericoli.
In relazione all’inchiesta sono stati sequestrati:
i lotti 9 e 14 dell’autostrada Valdastico (Vicenza);
il tribunale, il porto Isola e la diga foranea di Gela;
la strada a scorrimento veloce Licata-Torrente Brami;
lo svincolo di Castelbuono-Pollina dell’autostrada A20 (Palermo-Messina)
e sono state perquisite alcune sedi dell’Italcementi, con specifico riferimento alle cementerie di Porto Empedocle (Agrigento), Isola delle Femmine (Palermo) e Calusco D’Adda (Bergamo); controlli sono stati eseguiti anche nella sede di Area Sicilia a Palermo e nello stabilimento di deposito di Catania per acquisire atti utili a verificare se vi sia stata una corretta registrazione dei dati sulla fornitura di cemento alla Calcestruzzi.
Non solo: a essere coinvolti sarebbero addirittura alcuni cantieri della Tav, la linea ferroviaria ad alta velocità, in particolare la Milano-Bologna, la Roma-Napoli (terzo e quarto lotto).
Per tutti questi casi, gli inquirenti vogliono accertare l’eventuale esistenza di una «strategia aziendale» finalizzata a un «sistematico risparmio del cemento nelle forniture di calcestruzzo destinate alla realizzazione di opere pubbliche»; nel frattempo, sono stati posti sotto sequestro preventivo beni materiali che costituiscono la Calcestruzzi, il cui valore è calcolato intorno ai 600 milioni di euro.
No comments:
Post a Comment