Sono sempre stato convinto,e la convinzione si è rafforzata
man mano che la mia esperienza professionale è maturata
con gli anni, che l’approccio al cancro dovrebbe
essere globale attraverso uno sforzo, culturale ancor più
che tecnologico, in grado di valutare compiutamente tutti
i possibili strumenti capaci, almeno potenzialmente, di
aiutare l’Umanità a sconfiggere questa terribile malattia.
Devo dire che la convinzione si è andata rafforzando
anche sulla base di evidenze scientifiche sempre più
convincenti che sembrano alimentare di nuova linfa il
vecchio,ma certamente non obsoleto assioma, che “prevenire
sia meglio che curare”.
Ritengo che una disamina obiettiva e realistica della situazione
attuale non possa non trovare un accordo tra gli
esperti delle varie discipline sulle seguenti considerazioni:
1) L’incidenza del cancro è in forte aumento in tutti
i paesi del mondo, compresi i paesi del terzo mondo,
e questo trend non può essere messo in relazione
esclusivamente con l’invecchiamento progressivo delle
popolazioni residenti e con la riduzione dell’incidenza
di terribili “competitors” come le pandemie e più in
generale le malattie infettive. L’aumento progressivo
nell’incidenza di alcune neoplasie infantili o del giovane
adulto sembrerebbe indirizzare fortemente verso
queste conclusioni.
2) Esiste sicuramente una stretta associazione tra l’inquinamento
ambientale, gli stili di vita e l’incidenza di
certe neoplasie.
3) La prevenzione secondaria ha giocato certamente un
ruolo importante nella riduzione della mortalità per
alcune neoplasie, per esempio il carcinoma mammario,
ma non vi è dubbio che sia necessario uno sforzo
culturale per liberare da pregiudizi l’interpretazione di
alcune recenti metanalisi che sembrerebbero ridimensionare
l’utilità della prevenzione secondaria in alcuni
specifici ambiti.
4) La prevenzione primaria è un’arma potenzialmente
vincente,tuttavia non così “easy”, vista la eziopatogenesi
spesso multifattoriale dei tumori solidi, anche
se le campagne contro il fumo o quelle aventi per
oggetto la correzione di alcuni stili errati di vita hanno
dimostrato la possibilità concreta di potere ridurre
l’incidenza di neoplasie ancora oggi altamente letali
come per esempio il cancro del polmone.
5) L’inquinamento ambientale, inteso nel senso più ampio
possibile, deve essere contrastato comunque, se
non altro sulla base del principio di precauzione, al
di là del reale impatto sulla possibile incidenza delle
neoplasie, nell’ambito di una politica che si prefigga il
mantenimento della salute dell’essere umano (ma anche
degli altri esseri viventi) e l’integrità dell’ambiente
e delle sue biodiversità.
5) Una corretta politica di tutela del territorio, così come
dell’ambiente di lavoro e degli stili di vita, nonché
l’incentivazione della prevenzione secondaria, non
devono essere viste in antitesi, nè sul piano culturale
nè tantomeno sul piano della sostenibilità, con lo sviluppo
di tecnologie sempre più adeguate alla diagnosi
e alla personalizzazione delle cure. Va da sé, infatti,
che la riduzione dell’incidenza e della morbilità delle
malattie neoplastiche comporti un risparmio di risorse
che possono essere ancor più fruttuosamente impiegate
nella ricerca tecnologica e farmacologica.
5) Certamente la tutela dell’ambiente e della salute dei
cittadini non ammette deroghe di nessun tipo, nè di
tipo farmaco-economico, nè tantomeno di tipo etico,
all’impegno che la società moderna deve garantire ai
propri cittadini nell’assisterli quando la salute l’abbiano
comunque persa.
6) Abbiamo spesso assistito durante tutti questi anni, a dibattiti
tra così detti esperti, che avrebbero dovuto chiarire
le idee ai cittadini e ai decisori politici, spesso chiamati a
non facili decisioni, come per esempio quelle relative allo
smaltimento dei rifiuti o alla promozione del nucleare,
ma che in realtà hanno finito per generare sconcerto e
disinformazione anche tra noi medici specialisti.
6) Durante il mio mandato presidenziale ho pertanto
ritenuto opportuno che la nostra Associazione dovesse
esercitare a pieno la propria vocazione di Società
Scientifica anche attraverso l’ascolto dei pazienti
e della comunità, esaltando così il proprio ruolo di
garante (oltre che di custode) dei saperi, attraverso la
creazione di un gruppo di lavoro su una tematica così
delicata come “ambiente e tumori”.
Ambiente e Tumori
Francesco Boccardo
Past President AIOM
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