Paderno: il consiglio unito chiede a Italcementi più garanzie a tutela della salute
Nella serata di mercoledì, presso Cascina Maria, si è svolto il consiglio comunale di Paderno d'Adda convocato in seduta straordinaria.
Solo tre - esclusi i verbali della riunione precedente - i punti all'ordine del giorno per l'assemblea, che è stata comunque chiamata ad esprimersi sulla questione Italcementi approvando un documento condiviso da maggioranza e minoranza. L'intero consiglio comunale ha infatti manifestato la propria contrarietà al progetto dell'azienda di aumentare i rifiuti bruciati come combustibile nello stabilimento di Calusco d'Adda, a meno che non vengano riconosciute alcune precise richieste per la tutela della salute pubblica formulate dai comuni che siedono al tavolo della trattativa con la società.
La discussione sul tema è stata aperta dalla mozione presentata dal capogruppo di "Paderno Cambia" Matteo Crippa; riflettendo sulla quale l'Amministrazione comunale ha espresso un'unica perplessità riguardo alla possibilità che la Provincia di Bergamo subordini l'autorizzazione ambientale ad Italcementi ad un'indagine epidemiologica.
"I comuni coinvolti hanno fatto passi in avanti richiedendo l'analisi epidemiologica, ma la Provincia non ha il potere di imporla altrimenti la decisione potrebbe essere impugnata dall'azienda. Ci è stato poi spiegato che enti certificatori come Asl ed Arpa non possono, di propria iniziativa, dare il via alle analisi", ha evidenziato il sindaco Renzo Rotta. "Non è la prima volta che parliamo della vicenda in consiglio e l'Amministrazione ha utilizzato tutti i canali a sua disposizione, incluso l'informatore comunale, per tenere aggiornati i cittadini. Mi fa comunque piacere discutere della mozione presentata per affrontare nuovamente una questione così importante".
"L'intenzione della maggioranza - ha preso la parola il capogruppo Gianpaolo Torchio - è quella di arrivare ad una mozione condivisa che ripercorra tutto quanto fatto finora, riceva i punti che sono stati avanzati dalla minoranza e ne aggiunga altri superando qualche difficoltà tecnica. L'idea è quindi quella di presentarci uniti come Comune di Paderno per esprimere la nostra contrarietà, sia nel metodo che nel merito, a quanto è avvenuto al tavolo delle trattative: dal quale siamo stati escluso in modo ingiustificabile per volontà di altri comuni. Nelle sue controdeduzioni Italcementi stima in "accettabili" i rischi per la salute, ma non possiamo che ritenere che questi debbano essere invece inesistenti".
La minoranza di "Paderno Cambia" ha quindi ritirato la propria mozione per votare, con alcune piccole modifiche, quella condivisa e poi votata all'unanimità da tutto il consiglio comunale.
"Non desideriamo certo che Italcementi chiuda lo stabilimento di Calusco, ma il nuovo progetto dell'azienda potrebbe essere un'opportunità per migliorare lo stato di salute dell'ambiente", ha ripreso il sindaco Rotta. "Sono almeno tre i punti essenziali a cui non possiamo rinunciare: una centralina, anche mobile, che rilevi i dati dell'inquinamento sul territorio, un'indagine epidemiologica georeferenziata secondo il metodo caso-controllo e il biomonitoraggio, attraverso i licheni, della presenza di metalli pesanti nell'atmosfera".
"Ora occorrerebbe che i comuni uscissero dalla conferenza dei servizi e trovassero il prima possibile un accordo per dare il via ad un'indagine epidemiologica. Il Comune di Paderno stanzierà a bilancio 3mila euro; è un modo concreto per coinvolgere tutte le altre amministrazioni visto che la situazione è bloccata da mesi. Mi preme infine fare un accenno ai comitati che hanno raggiunto le 10mila firme per dire no alla trasformazione del cementificio in un inceneritore: il loro è stato un lavoro prezioso e personalmente mi sarei augurato che le firme arrivassero a 100mila per dare ancora più peso all'iniziativa", ha concluso il primo cittadino.
Da parte sua il capogruppo di minoranza ha espresso soddisfazione per l'approvazione di un documento condiviso, contrariamente a quanto avvenuto nel Comune di Verderio dove poche settimane fa la minoranza di "Verderio Cambia" aveva proposto una mozione molto simile in consiglio comunale.
"Già nel 2012 - ha dichiarato Matteo Crippa - ci siamo mostrati uniti nel dire no alle compensazioni ambientali proposte da Italcementi, con il fine di salvaguardare la salute dei nostri cittadini. È ora positivo essere il primo comune a deliberare con chiarezza sulla questione, perché purtroppo intorno a noi vedo troppa cautela da parte degli altri amministratori".
L'assemblea è poi passata ad approvare la delibera per il riconoscimento del genocidio del popolo armeno: un atto di solidarietà da parte del Comune di Paderno in occasione del centenario di quei drammatici eventi.
"Il progetto è nato all'interno dell'Istituto Comprensivo i Robbiate e per svilupparlo sono state coinvolte le amministrazioni dei quattro comuni che fanno riferimento alla struttura", ha spiegato l'assessore all'istruzione Claudio Stella. "Sono stati dunque pensati due percorsi: uno per i ragazzi delle classe terze della scuola media che hanno affrontato in classe il tema del genocidio e l'altro per la cittadinanza di Verderio, Paderno, Robbiate e Imbersago a cui sono stati proposti degli incontri informativi. Entrambi si concluderanno con la consegna al console della Repubblica Armena, nella serata di mercoledì 16 in sala consiliare a Robbiate, delle delibere approvate dai quattro consigli comunali sul riconoscimento del genocidio. Il nominativo del Comune di Paderno sarà poi inserito tra i "giusti della memoria" in una targhetta al museo memoriale del genocidio nella capitale armena".
Anche a Paderno, come negli altri comuni coinvolti, la delibera è stata approvata all'unanimità.
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PROGETTO DI VALORIZZAZIONE ENERGETICA DI COMBUSTIBILI SOLIDI SECONDARI (CSS) IN PARZIALE
SOSTITUZIONE DI COMBUSTIBILI FOSSILI PRESSO LO STABILIMENTO ITALCEMENTI DI CALUSCO D’ADDA
MOZIONE DEL CONSIGLIO COMUNALE DI PADERNO D’ADDA
Premessa
Il 4 maggio 2012 è stato sottoscritto da diversi Comuni, dal Parco Adda Nord e da Agenda 21 Isola
Bergamasca Dalmine – Zingonia, con Italcementi un protocollo (c.d. protocollo CDR) per l’attuazione di
compensazioni ambientali inerenti il processo di sostituzione, presso lo stabilimento di Calusco d’Adda, dei
combustibili convenzionali con combustibili alternativi, per un massimo di 30.000 t/anno di CDR
(Combustibile Derivato da Rifiuti). Protocollo definito nel corso di estese tempistiche da un “Tavolo
Territoriale” partecipato anche da altri Enti con la stessa Italcementi.
Il protocollo prevedeva in particolare che “Italcementi darà seguito, per quanto di propria competenza, al
progetto di riattivazione del raccordo ferroviario per il trasporto di parte dei materiali necessari alla
cementeria di Calusco d’Adda o da questa prodotti, con l’obiettivo di eliminare i passaggi di almeno 8.000
automezzi/anno sul territorio. L’investimento è stimato in circa 1,2 milioni di euro”.
“A garanzia dell’obbligo assunto da Italcementi con riferimento all’intervento, la Società medesima rilascia
alla firma del presente accordo una fidejussione bancaria per un ammontare complessivo pari a € 600.000 a
favore del Comune di Calusco d’Adda, in quanto Ente territorialmente interessato dall’intervento ed in
rappresentanza degli Enti di cui al tavolo Territoriale”.
Un successivo comma del protocollo prevedeva “dello sviluppo dell’attività Italcementi relazionerà il Tavolo
Territoriale con cadenza quadrimestrale a partire dalla data di sottoscrizione del presente protocollo […].
Ciò in modo che eventuali impossibilità non dipendenti dalla Ditta a procedere con il progetto siano da
subito valutate”.
Il Consiglio Comunale di Paderno d’Adda con delibera n. 18 del 24-04-2012 , all’unanimità, aveva deciso di
non sottoscrivere il suddetto protocollo, non condividendone appieno il contenuto.
Nuovo progetto Italcementi
Italcementi ha presentato il 15 ottobre 2014 alla Provincia di Bergamo istanza di modifica sostanziale
dell’Autorizzazione Integrale Ambientale rilasciata per lo stabilimento di Calusco d’Adda, per l’incremento
da 30.000 t/anno a 110.000 t/anno del quantitativo di combustibile costituito da rifiuti solidi non pericolosi
(CSS) da utilizzare nel forno di cottura del clinker, in parziale sostituzione dei combustibili fossili
convenzionali; i rifiuti combustibili sono individuati da Italcementi tra un’ampia gamma di codici CER
(Catalogo Europeo dei Rifiuti).
La Provincia di Bergamo ha comunicato il 31 ottobre 2014 prot. 90207 alla ditta Italcementi, al Comune di
Calusco d’Adda, all’ARPA Lombardia – Dipartimento di Bergamo, all’ASL di Bergamo, alla Idrogest S.p.A.,
l’avvio del procedimento di Valutazione Integrata Ambientale.
Il Comune di Paderno d’Adda, unitamente ad altri Comuni, con lettera del 15 dicembre 2014 prot. 9492, ha
presentato istanza di partecipazione al procedimento VIA, in considerazione della diretta contiguità
territoriale con il comune di Calusco d’Adda.
Il Comune di Paderno d’Adda, unitamente ad altri Comuni, con lettera del 16 dicembre 2014 prot. 9491,
dopo una prima analisi del progetto, ha esternato alla Provincia di Bergamo la necessità di
approfondimenti: l’inquinamento di fondo già presente è elevato e un contributo di emissioni significativo,
sia in termini di quantità che di qualità, come quello fornito dal sito industriale, deve essere oggetto di una
maggiore e costante attenzione e di controllo, al fine di tutelare la salute degli abitanti e degli ecosistemi
presenti.
Il Comune di Paderno d’Adda con lettera del 27 gennaio 2015 prot. 720 - in nome e per conto dei comuni di
Imbersago, Verderio, Robbiate, Cornate d’Adda, Carvico, Medolago e Solza ha chiesto al Sindaco del
Comune di Calusco d’Adda un incontro per discutere del progetto Italcementi con l’obiettivo, se possibile,
di concordare un’unità d’intenti nell’interesse delle comunità rappresentate.
Nel frattempo, il Comune di Calusco d’Adda, con lettera pervenuta al comune di Paderno d’Adda il 26
gennaio 2015 prot. 696, anticipava che per quanto riguarda il nuovo progetto Italcementi non era
intenzionato a partecipare e/o a costituire un nuovo tavolo; in allegato veniva recapitata una nota di
Italcementi in merito al progetto per la realizzazione del raccordo ferroviario evidenziando le difficoltà
riscontrate nelle continue richieste di modifica progettuale da parte di RFI.
Prima Conferenza dei Servizi in ambito VIA
A seguito di convocazione da parte della Provincia di Bergamo si è tenuta l’11 febbraio 2015 la prima
Conferenza Istruttoria VIA, per l’espressione del giudizio di compatibilità ambientale del progetto
Italcementi con l’illustrazione del progetto ed il rilievo di eventuali elementi ostativi all’autorizzazione.
In quella sede il Comune di Paderno d’Adda ha anticipato verbalmente la presentazione di osservazioni
successivamente ufficializzate con lettera del 4 marzo 2015 prot. n. 1697 in nome e per conto anche dei
Comuni di Cornate d’Adda, Imbersago, Merate, Robbiate, Solza e Verderio.
In seguito, i Comuni del territorio lecchese hanno chiesto ed ottenuto il coinvolgimento e la partecipazione,
nella Conferenza dei Servizi della procedura VIA, dell’ASL di Lecco quale presenza compartecipata per la
valutazione del rischio sanitario della popolazione.
Viste le osservazioni presentate dai partecipanti alla Conferenza dei Servizi e da altri “portatori d’interesse”,
Italcementi ha inviato il 7 luglio 2015 alla Provincia di Bergamo le proprie controdeduzioni ed il 19 ottobre
2015 ulteriore documentazione integrativa.
Il Comune di Verderio con lettera del 8 ottobre 2015 prot. 9301 ha trasmesso alla Provincia di Bergamo un
documento, condiviso e firmato dai Sindaci dei comuni di Cornate d’Adda, Imbersago, Merate, Paderno
d’Adda, Robbiate e Solza, con valutazioni, rilievi e riproposte relative alla documentazione integrativa e
controdeduzioni presentate da Italcementi S.p.A.; controdeduzioni ritenute in gran parte insoddisfacenti
per risposte negative, talvolta eluse, o richieste dei Comuni mal interpretate.
Unica apertura riguarda il Protocollo di Sperimentazione nel processo di combustione del preventivato CSS,
tramite un percorso con modalità operative in funzione delle percentuali di sostituzione di calore
(paragrafo 2.9 del documento integrativo del 19 ottobre 2015 - pagine 25 e 26).
Comitati
Nel frattempo i Comitati Rete Rifiuti Zero Lombardia, La Nostra Aria e Aria Pulita Centro Adda, promotori di
una petizione popolare “Basta inquinamento – No alla trasformazione del cementificio Italcementi in un
inceneritore e richiesta di drastica diminuzioni delle emissioni inquinanti” nella primavera del 2015 hanno
raccolto circa 10.000 firme da abitanti delle zone circostanti il cementificio di Calusco d’Adda. Le firme sono
state inviate alla provincia di Bergamo con numerose ed ulteriori note e documenti inerenti i rischi legati
all’inquinamento generato e alla tutela della salute.
Nuovo Tavolo compensazioni
Tramite scambio di corrispondenza intercorsa tra Agenda 21 Isola Bergamasca Dalmine e Zingonia (nota del
29 aprile 2015) e Italcementi (nota del 20 luglio 2015), ad oggetto “Tavolo compensazioni Italcementi.
Riattivazione raccordo ferroviario”, la ditta Italcementi presentava una sommaria proposta con la nota
“Auspichiamo che la presente proposta sia accolta favorevolmente e che in tal modo si possa considerare
chiusa la questione della riattivazione del raccordo ferroviario prevista dal protocollo del maggio 2012”.
Sulla traccia di questi intendimenti veniva istituito, contrariamente a quanto negato dal Comune di Calusco
d’Adda con la sopra richiamata lettera del 27 gennaio 2015 prot. 720, un nuovo tavolo di trattative
finalizzato alla definizione di compensazioni ambientali, in particolare per l’abbattimento delle emissioni di
Ossidi di Azoto (NOx), quale nuova proposta “compensativa” a fronte della mancata realizzazione dello
scalo ferroviario.
Al Comune di Paderno d’Adda, nonostante la richiesta avanzata, è stata negata da due Comuni della
provincia di Bergamo la possibilità di partecipare al suddetto nuovo tavolo di trattative con Italcementi, non
avendo sottoscritto il protocollo del 4 maggio 2012.
Sulla traccia della corrispondenza intercorsa tra Italcementi e Agenda 21 dell’Isola Bergamasca Dalmine e
Zingonia sono state avviate trattative, tramite la compartecipazione di tecnici, per definire una
“PIATTAFORMA DI CONFRONTO TRA DITTA ED ENTI SOTTOSCRITTORI DEL PROTOCOLLO CDR PER LA
CHIUSURA DELLO STESSO A FRONTE DI NUOVI IMPEGNI DELLA DITTA PER LA GESTIONE DELLE
PROBLEMATICHE AMBIENTALI DELL’INSEDIAMENTO”.
Il documento da presentare alla Provincia di Bergamo, Autorità competente nei procedimenti di
Valutazione Impatto Ambientale (VIA) e di Autorizzazione Ambientale Integrata (AIA), aveva la finalità che
quanto convenuto, declinati nei necessari aspetti tecnici, venisse riportato nell’atto autorizzativo AIA dopo
la positiva conclusione dell’iter del procedimento VIA, con la previsione di superare definitivamente il
protocollo sottoscritto il 4 maggio 2012.
La proposta recepiva di fatto la mancata realizzazione del raccordo ferroviario, accogliendo le motivazioni
di Italcementi, che, seppure plausibili sotto il profilo tecnico, sono state comunicate solo alla fine del 2014,
non rispettando le tempistiche comunicative quadrimestrali previste nell’accordo del 2012.
In taluni passaggi, Italcementi assicurava la propria disponibilità all’accoglimento di alcune proposte
presentate congiuntamente dagli Enti territoriali, contraddicendo il contenuto delle controdeduzioni
avanzate dalla stessa ditta alla Provincia di Bergamo il 7 luglio ed il 19 ottobre 2015.
Seconda Conferenza dei Servizi in ambito VIA
Le ipotesi contenute in questo possibile nuovo accordo sono state illustrate il 14 dicembre 2015 nel corso
della seconda Conferenza istruttoria VIA, ipotesi accolta favorevolmente dalla Provincia di Bergamo quale
buona pratica di negoziazione tra gli Enti territoriali e Italcementi.
L’Asl di Bergamo, in merito alla documentazione prodotta da Italcementi a sostegno del nuovo progetto,
condivideva il contenuto e le conclusioni dell’Università di Pavia sull’approccio tossicologico, ma, prima di
esprimere il parere definitivo, ritiene comunque necessaria la convalida dell’ARPA dello studio delle
emissioni effettuate dalla ditta.
L’ARPA per quanto riguarda i modelli di dispersione e ricaduta degli inquinanti in atmosfera affermava che
le metodologie utilizzate per la modellistica della qualità dell’aria e delle dispersioni risultano
sostanzialmente corrette e condivisibili riservandosi di valutare il Piano di Monitoraggio e il Protocollo di
Sperimentazione nell’ambito del procedimento AIA (Autorizzazione Ambientale Integrata). Esprimeva
inoltre il proprio gradimento in merito al percorso intrapreso da alcuni Enti ed Italcementi per la ricerca di
un intesa finalizzata al contenimento delle emissioni.
Le ASL evidenziavano che, ai sensi delle linee guida regionali, non è possibile da parte loro effettuare studi
epidemiologici in ambito della procedura VIA, in quanto in tali procedimenti hanno il ruolo di valutatori.
Quadro ambientale consolidato
La mappa delle emissioni annuali aggiornata al 20121
disponibile sul sito di ARPA Lombardia evidenzia sui
territori contermini al sito Italcementi di Calusco d’Adda la presenza di una massiccia nube di NOx.
I dati di monitoraggio relativi alle emissioni di Italcementi Calusco2
evidenziano come, se pur rimanendo
sotto i livelli autorizzati, vi siano notevoli ed incomprensibili instabilità di sostanze quali biossido di zolfo
(SO2), monossido di carbonio (CO), ammoniaca (NH3) ed anche di ossidi di azoto (NOx); considerata la
consistenza e mutabilità dei CSS, nell’ambito dei CER utilizzabili, il quadro emissivo potrebbe subire
ricorrenti e inverificabili cambiamenti.
Tutto ciò premesso
Il Comune di Paderno d’Adda, pur riconoscendo il lodevole impegno dei Comuni partecipanti al tavolo di
discussione con Italcementi per ottenere forme di mitigazione e compensazione ambientale (anticipate il
1http://www2.arpalombardia.it/sites/QAria/_layouts/15/QAria/LeEmissioni.aspx
2https://webmail.italcementi.net/emissioni/ecowebcalusco/
14 dicembre 2015 nel corso della seconda Conferenza dei Servizi) non può condividere né il metodo, né il
merito dell’accordo raggiunto;
Accordo che, alla data odierna, dopo trattative da settembre 2015 a febbraio 2016, è stato sottoscritto solo
dal Comune di Calusco d’Adda ma non dagli altri Enti partecipanti al nuovo tavolo, causa parziale
insoddisfazione dei contenuti.
Nel metodo:
è indubbio che l’esclusione, operata da parte di alcuni Enti locali, dal tavolo delle trattative del
Comune di Paderno d’Adda sia stato un atto ingiustificato ed ingiustificabile; soprattutto
considerata la contiguità del territorio comunale e dei suoi abitanti con l’impianto, che è collocato
praticamente al confine tra i due Comuni.
Nel merito:
il protocollo proposto di fatto supera e compensa “solo” quanto previsto nell’accordo del 4 maggio
2012 riguardante la mancata realizzazione del raccordo ferroviario, non considerando ulteriori
esigenze in ordine a quanto previsto dal nuovo progetto di utilizzo di combustibili non rifiuto CSS;
si ritiene che l’ipotizzato accordo dovesse separare la questione inerente il nuovo progetto
Italcementi circa l’aumento dell’utilizzo del combustile non rifiuto di 110.000 t/anno, anche perché
il CSS, avendo un potere calorifico inferiore all’attuale in uso, comporterà un aumento dei mezzi di
trasporto, che si sommerà alla mancata diminuzione di 8.000 camion/anno prevista qualora fosse
stato realizzato il raccordo ferroviario.
Considerato che
come già richiamato, i Comuni di Cornate d’Adda, Imbersago, Merate, Paderno d’Adda, Robbiate,
Solza, con lettera del 8 ottobre 2015 prot. 9301 del Comune di Verderio, hanno ribadito e
rafforzato le proprie richieste, peraltro non riconsiderate nella seconda Conferenza dei Servizi del
14 dicembre 2015;
in particolare, veniva affermata la necessità di effettuare uno studio epidemiologico per verificare
se lo stato attuale della popolazione, ad oggi, sia in grado di sostenere uno stress aggiuntivo al
previsto utilizzo del combustibile definito non rifiuto (CSS);
lo studio tossicologico effettuato valuta gli effetti degli inquinanti definiti tali e misurati,
consentendo solo di stimare quantitativamente il rischio ambientale mentre uno studio
epidemiologico valuterebbe gli inquinanti nella loro totalità, compresi quelli non considerati;
non è stata presa in considerazione, da parte degli organi competenti, la richiesta dell’istallazione di
ulteriori stazioni di monitoraggio in territorio lecchese;
dovrebbero essere effettuati approfondimenti in merito agli impatti legati all’inquinamento cronico
sul territorio interessato dalle ricadute di emissioni atmosferiche, con particolare attenzione alle
sostanze cancerogene (metalli pesanti, diossine, ecc); i limiti scelti non sono, infatti, adeguati in
quanto il contesto a cui vengono applicati non riguardano un’area da bonificare, ma un’area nella
quale devono essere conservate le attuali funzioni del suolo, tra le altre il sostentamento della
vegetazione anche in aree pregiate quali il Parco Regionale Adda Nord;
per la determinazione degli effetti sulla popolazione sono stati usati modelli matematici
riconosciuti, ma i fattori di esposizione utilizzati nelle simulazioni appaiono gravemente
sottostimati soprattutto con riferimento alla popolazione dei bambini: in particolare la frequenza di
esposizione outdoor è definita considerando che il recettore (adulto e bambino) usufruisca di “soli”
3 ore al giorno per 3 giorni alla settimana per attività ricreative (pagina 52, tabella 19, delle
controdeduzioni presentate il 9 luglio 2015 da Italcementi alla Provincia di Bergamo); fattori di
inalazione “ottimisti e limitativi”, poco reali in rapporto alla condizione di chi vive tutti i giorni, per
24 ore, nel territorio circostante la torre Italcementi;
per quanto possano essere accurati i metodi, i riferimenti e le esperienze, il risultato non sarà mai
realistico quanto una valutazione epidemiologica che includa l'impatto cumulativo e lo stato di
salute reale della popolazione esposta; la questione riguarda in particolare i bambini quali soggetti
più danneggiati dall’esposizione all’ inquinamento atmosferico, in quanto passano mediamente più
tempo all’aperto, sono generalmente più attivi e hanno una ventilazione maggiore rispetto agli
adulti;
la conoscenza dei dati riferiti all’emissione in atmosfera e conseguenti ricadute al suolo deve essere
considerata prioritaria, continua ed irrinunciabile: il persistente monitoraggio di tali dati è
indispensabile per meglio valutare l’impatto e la salvaguardia della salute dei cittadini ed apportare,
qualora necessario, modifiche o correzioni per la tipologia, approvvigionamento, utilizzo e controllo
qualitativo del Combustibile Solido Secondario (CSS);
la combustione di CSS in impianti non tecnologicamente progettati per questa funzione, come i
cementifici, genera un’emissione di metalli pesanti quantitativamente superiore rispetto alla
combustione del CSS negli inceneritori classici e, negli stessi cementifici, rispetto al solo utilizzo di
combustibili fossili;
Italcementi non considera, tra le sue fonti, le più recenti “Linee guida per la Valutazione Integrata di
Impatto Ambientale e Sanitario nelle procedure di autorizzazione ambientale (VAS, VIA, AIA)”
elaborate dal gruppo di lavoro Inter –Agenziale ISPRA/ARPA “Ambiente e salute” approvate in via
definitiva dal Consiglio Federale il 22 aprile 2015. Tale documento rappresenta il più recente ed
aggiornato riferimento sui temi in discussione, in merito alla caratterizzazione dello stato di qualità
dell’ambiente, in rapporto al benessere ed alla salute della popolazione esposta;
nelle controdeduzioni presentate da Italcementi il 7 luglio ed integrate il 19 0ttobre 2015 i limiti di
tollerabilità e i rischi stimati per la salute umana risultano “accettabili”, definizione ribadita in più
occasioni, mentre si ritiene che l’espressione più consona e tranquillizzante dovrebbe essere
essere “inesistente”;
le problematiche riguardanti la mancata realizzazione dello scalo ferroviario dovevano essere
trattate separatamente dagli accordi relativi al nuovo progetto di utilizzazione sino a 110.000
t/annuo del combustibile non rifiuto CSS.
Si ribadiscono le richieste avanzate che
venga posizionata una centralina di rilevazione sul territorio Comunale in corrispondenza visiva
con la torre di emissione Italcementi e in zona agricola, con l’obiettivo di avere dati non inficiati, per
quanto possibile, da altre concentrazioni e rilevate al piano di campagna; in subordine si richiede la
predisposizione di campagne almeno biennali di monitoraggio con centraline mobili per la
rilevazione degli elementi ritenuti più inquinanti;
venga effettuata una adeguata analisi epidemiologica georeferenziata con metodo caso
-controllo di danno ed impatto sanitario, per la valutazione dei possibili effetti sulla popolazione in
prossimità dell’impianto Italcementi, anche alla luce dell’analisi tossicologia prodotta da
Italcementi che ha correttamente evidenziato tutti i potenziali effetti negativi delle sostanze
emesse.
Inoltre, acquisite ed approfondite esperienze di altre situazioni similari
Essendo comprovato che la presenza in atmosfera di sostanze inquinanti (ossidi di azoto, metalli pesanti,
biossido di zolfo, acidi cloridrico e fluoridrico, ozono, monossido di carbonio, composti organici, ecc.) può
raggiungere valori di allarme soprattutto in aree ad elevato impatto antropico (ANPA, 2001). Pertanto, in
tali aree, il livello degli inquinanti va monitorato costantemente, tanto più che è ormai scientificamente
dimostrato che molti di essi agiscono in maniera additiva e/o sinergica sugli organismi vegetali, animali e
sull’uomo.
In questo senso, le tecniche di biomonitoraggio, basate sulla misura degli effetti degli inquinanti su
organismi “monitor”, quali licheni, muschi, artropodi, pesci, ecc., permettono nel loro complesso di
ottenere dati di interesse intrinseco. Infatti, queste tecniche non misurano, negli organismi “monitor”, i
generici parametri teoricamente correlati con l’inquinamento ambientale, bensì le deviazioni di detti
organismi da condizioni normali di vita, in termini morfologici, citologici, fisiologici ed ecologici. Tali
deviazioni possono risultare assai utili per stimare gli effetti combinati di più inquinanti sia su individui
singoli che su popolazioni, ed operare ove necessario concreti interventi preventivi e/o di bonifica
ambientale.
Considerato, infine, che i metalli pesanti, causa la loro non biodegradabilità, aumentano il rischio sanitario
per la loro capacità di inserirsi nella catena alimentare e di accumularsi progressivamente in tessuti
biologici.
Si chiede:
che venga effettuata una ricerca volta al biomonitoraggio dell’inquinamento atmosferico da
metalli pesanti, quali Cadmio, Cromo, Piombo, Rame, Vanadio, Zinco, ecc., mediante l’impiego di
licheni.
Infine, fermamente convinti che l’assoluta priorità sia la salvaguardia della salute pubblica,
si rammenta che non è mai stata avanzata dal Comune di Paderno d’Adda alcuna richiesta di
compensazione economica diretta;
si rivendica che, qualora il progetto venga autorizzato dagli Enti competenti, una parte dei risparmi
e/o guadagni ottenuti da Italcementi nella sua attuazione vengano reinvestiti nell’applicazione di
quanto richiesto, con la finalità di ottenere la massima garanzia possibile circa la sostenibilità
ambientale e sanitaria dell’intervento.
si chiede agli Enti locali e territoriali, di sostenere queste richieste presso gli Enti preposti alla tutela
della salute pubblica;
si auspica che la situazione venga monitorata anche attraverso l’Osservatorio Ambientale
Territoriale, aggregando alla convenzione sottoscritta tra la Comunità dell’Isola Bergamasca con la
Provincia di Bergamo, i Comuni limitrofi dell’area Meratese e della Provincia di Monza e Brianza.
Il Consiglio Comunale di Paderno d’Adda
Alla luce di tutto quanto sopraddetto e considerato, conferisce mandato al Sindaco di esprimere parere
contrario in merito al nuovo progetto Italcementi in sede di Conferenza dei Servizi finché non vengono
soddisfatte tutte le richieste formulate, in aggiunta all’impegno vincolante circa la necessità di avere un
quadro complessivo dello stato di salute dei cittadini, quadro che nel tempo dovrà essere costantemente
monitorato affinché le strategie progettuali di Italcementi, unitamente ad altre attività industriali del
territorio ed in generale alle fonti produttive d’inquinamento, non arrechino danni alla salute dei cittadini
ed all’intero ecosistema.
Dispone che il presente documento, approvato dal Consiglio Comunale di Paderno d’Adda con delibera n. 3
del 9-03-2016 venga inviato al Ministro della salute, On. Beatrice Lorenzin, al Ministro dell’ambiente Gian
Luca Galletti, al Governatore della Regione Lombardia dott. Roberto Maroni, all’Assessore all’Ambiente
della regione Lombardia dott.sa Claudia Terzi ai Presidenti delle Provincie di Lecco e di Bergamo, all’ARPA
Regionale, alle costituite ATS della Brianza e di Bergamo, alla ASST di Lecco ed all’Ambito Distrettuale di
Merate (già Distretto Socio Sanitario di Merate) al Parco Adda Nord, ai Comuni di Cornate d’Adda,
Imbersago, Merate, Robbiate, Verderio, ad Agenda 21 Isola Bergamasca Dalmine – Zingonia demandando
l’incarico affinché venga recapitato a tutti i Comuni dell’Isola Bergamasca.