E’ allarme ozono. Superate le ``soglie``
limite e di allarme. Concentrazioni
pericolose a Merate, Moggio e Varenna.
Se per due mesi interi le polveri sottili nell’aria non hanno mai superato il valore limite di 50µg/mc, a fare paura ora è l’ozono, gas a forte azione irritante, inquinante tipico dell’estate, che raggiunge la massima concentrazione nelle ore più calde della giornata. Particolarmente preoccupante è stata la seconda metà del mese di luglio, anche se, come vedremo dall’analisi del valori riportati dalle centraline dell’Arpa in alcuni punti nevralgici della provincia, giugno non è rimasto esente. Ma andiamo con ordine, partendo proprio da Merate.
Come tutte le stazioni di rilevamento l’ozono viene misurato ogni ora e poi viene calcolata una media giornaliera, misurata in µg su metro cubo. A 180 µg si ha la soglia di informazione cioè la concentrazione atmosferica oltre la quale, essendovi un rischio per la salute umana in caso di esposizione di breve durata, devono essere comunicate in modo dettagliato le informazioni relative ai superamenti registrati, le previsioni per i giorni seguenti, le informazioni circa i gruppi della popolazione colpiti e sulle azioni da attuare per la riduzione dell`inquinamento, con la massima tempestività alla popolazione ed alle strutture sanitarie competenti. La soglia di allarme, invece, è fissata a 240 µg.
A giugno a Merate il superamento ha riguardato il giorno 20 con un valore pari a 184 µg. Per il resto del mese non ci sono stati valori oltre la soglia. Solamente il 10 si è giunti a quota 175 µg, rimanendo pur sempre nei parametri previsti dalla normativa.
Il mese di luglio che si appresta alla conclusione, invece, è stato abbastanza preoccupante. La centralina, posizionata a ridosso della provinciale, ha infatti registrato tre sforamenti da ozono, nessuno da polveri sottili, nei giorni del 18 luglio (218 µg), 19 (190 µg) e 27 (197 µg) mentre per altri tre ci si è avvicinati alla soglia (14, 15 e 16 luglio).
La situazione certamente peggiore di tutta la provincia la troviamo a Varenna, sia per numero di sforamenti che per entità. Qui la centralina di rilevamento per ben 13 volte nel solo mese di luglio ha superato la soglia di informazione e in 5 casi addirittura quella di allarme. Il giorno peggiore è stato il 27 luglio con una concentrazione di ozono nell’aria di 301 µg. Il 19 e il 16 si è toccato quota 256 µg e per altri 10 giorni i valori si sono tenuti sopra i limiti. Anche il mese di giugno è stato negativo: 5 i superamenti, con punte fino a 238 µg.
Dopo Varenna, la palma nera spetta a Moggio. 3 superamenti a giugno, 11 a luglio della soglia di informazione, di cui 2 addirittura di quella di allarme. Fra i giorni peggiori si trovano il 18 luglio (279 µg) e il 27 (269 µg) che coincidono con le massime temperature registrate. Gli altri valori si collocano comunque tutti attorno alla fascia dei 200 µg.
La situazione non migliora di certo a Lecco e Valmadrera, Nel primo caso la centralina di Via Sora a luglio ha registrato 9 superamenti della soglia di 180 µg, di cui 2 oltre il livello di allarme (18 e 27 luglio). Per Valmadrera i superamenti sono stati 7, 2 di cui due di allarme a luglio, e 4 a giugno di cui uno oltre i 240 µg.
Critici anche i casi di Nibionno e Colico. Nel comune oggionese, infatti, la concentrazione di ozono per 8 volte è andata oltre la soglia di informazione mentre è rimasta contenuta a giugno. Il giorno peggiore è stato il 27 luglio con 279 µg.
4 i superamenti a Colico, solamente uno oltre i 200 µg, nel mese di luglio.
L`ozono è un gas a forte azione irritante che attacca le mucose. Fra gli effetti acuti, dipendenti dalla concentrazione e dalla durata dell`esposizione, si trovano le irritazioni agli occhi, al naso, alla gola e all`apparato respiratorio, un senso di pressione sul torace e la tosse. In caso di sforzi fisici l`azione irritante risulta più intensa e le prestazioni fisiche possono diminuire. Gli effetti dell`ozono sono contraddistinti da grandi differenze individuali: ci sono persone più sensibili di altre agli effetti dell`ozono. Più la concentrazione di ozono aumenta, più aumenta il numero di persone colpite e più forti sono i sintomi e le disfunzioni. Secondo l`Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) la funzione respiratoria diminuisce in media del 10% nelle persone sensibili che praticano un`attività fisica all`aperto, se la concentrazione dell`ozono nell`aria raggiunge 200 g/m3. Oltre agli effetti acuti, diretti, si possono osservare anche effetti a lungo termine. La diminuzione della funzione respiratoria può provocare una modifica infiammatoria del tessuto polmonare, la quale, a lungo termine, può causare un invecchiamento precoce dei polmoni. Ci sono indicazioni in base alle quali esposizioni ripetute e frequenti all`ozono, in concomitanza con altri inquinanti atmosferici, possono avere un influsso sull`insorgere e sul decorso di malattie dell`apparato respiratorio. Le più recenti indagini mostrano inoltre che lo smog estivo e il forte inquinamento atmosferico possono portare ad una maggiore predisposizione alle allergie delle vie respiratorie. Riguardo agli effetti sulla vegetazione, l`ozono influisce sul meccanismo della fotosintesi e quindi sulla crescita delle piante. I danni alle coltivazioni e quindi eventuali perdite di raccolto, sono conseguenza di valori di ozono cronicamente elevati in dipendenza del tipo di coltura, della regione, del periodo dell`anno e di altri fattori di stress quali la siccità.
Saba Viscardi
OZONO A BASSA QUOTA ACCELERA L'EFFETTO SERRA
ROMA - Fra le cause dei cambiamenti climatici ce n'é una che è stata 'dimenticata' dagli scienziati: l'ozono a livello del terreno. Lo sostiene uno studio pubblicato da Nature, secondo cui il contributo di questo gas, che impedisce alle piante di assorbire la CO2, è doppio rispetto a quanto stimato in precedenza. Gli effetti dell'ozono ad alta quota sull'effetto serra erano già noti: questo gas intrappola il calore che altrimenti sarebbe disperso nello spazio. I ricercatori dell'università inglese di Exeter si sono concentrati invece su quello a bassa quota, e sugli effetti indiretti che può avere nel riscaldamento globale dovuti all'azione sulle piante.
"L'ozono troposferico danneggia le piante, riducendo la loro produttività - spiega Peter Cox, che ha coordinato lo studio - il suo impatto però non è considerato dai modelli sui gas serra. Noi abbiamo invece sviluppato un modello che ne tiene conto, e abbiamo scoperto che l'effetto indiretto è della stessa grandezza di quello diretto". I danni provocati dall'ozono sono visibili soprattutto sulle foglie. Questa sostanza, che si forma per reazione fotochimica tra l'ossigeno dell'aria e altri gas serra come metano e monossido di carbonio, entra nelle foglie attraverso i pori e danneggia le cellule producendo sostanze dannose, e diminuendo l'efficienza della fotosintesi, cioé il meccanismo con cui la CO2 viene catturata. Una diminuzione della produttività si traduce quindi in una maggior quantità di anidride carbonica nell'atmosfera.
"Secondo il nostro modello - continua Cox - da qui al 2100 l'impatto dell'ozono sulla produttività delle piante sarà tra il 14 e il 23 per cento, e in certe regioni toccherà il 30 per cento. Le zone più colpite saranno Nord America, Europa, Cina e India, ma anche gli ecosistemi tropicali". Per quantificare i diversi effetti dell'ozono i ricercatori hanno usato la misura della 'forza radiativa', cioé la differenza tra le radiazioni che arrivano sulla Terra e quelle che escono. Un valore positivo di questa misura indica che la terra si scalda, e viceversa. Il contributo dato fino al 2100 dall'ozono nell'alta atmosfera è valutato dal modello in 0,89 Watt su metro quadrato, mentre quello dell'ozono a quote basse tra 0,62 e 1,09. Questi numeri sono comunque molto alti, se si pensa che nell'era preindustriale questo valore era 0,05, mentre fino al 2000 è indicato dall'Ipcc intorno a 0,38.
MEMORIA SUL CEMENTIFICIO INCENERITORE DI Calusco d'Adda la Pianura Padana resta la zona peggiore d'Europa insieme all'area più industrializzata della Polonia (classifica cui gli inceneritori forniscono un contributo determinante).
Giorni dalla firma tra Italcementi ed i Comuni
NON HANNO FIRMATO I SINDACI DI :
Paderno d'Adda e Solza
.
HANNO FIRMATO :
Calusco d'Adda,
Cornate d'Adda,
Imbersago,
Medolago,
Parco Adda Nord,
Robbiate,
Verderio Inferiore,
Verderio Superiore,
Villa d'Adda,
Dopo più di 1.000 giorni dalla firma ,il 4 Maggio 2012 non si hanno notizie sulla ferrovia .
Solo ombre su questo accordo fantasma , polvere , puzza, inquinamento .
http://calusco.blogspot.it/2012/05/comunicato-stampa-tavolo-italcementi.html
Countdown alla ferrovia
il tempo e' finito del collegamento ferroviario nessuna notizia ,Piu' di 1.000 giorni TRE ANNI e nulla di fatto, meditate .
Monday, July 30, 2007
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