Giorni dalla firma tra Italcementi ed i Comuni

NON HANNO FIRMATO I SINDACI DI : Paderno d'Adda e Solza . HANNO FIRMATO : Calusco d'Adda, Cornate d'Adda, Imbersago, Medolago, Parco Adda Nord, Robbiate, Verderio Inferiore, Verderio Superiore, Villa d'Adda, Dopo più di 1.000 giorni dalla firma ,il 4 Maggio 2012 non si hanno notizie sulla ferrovia . Solo ombre su questo accordo fantasma , polvere , puzza, inquinamento . http://calusco.blogspot.it/2012/05/comunicato-stampa-tavolo-italcementi.html

Countdown alla ferrovia

il tempo e' finito del collegamento ferroviario nessuna notizia ,Piu' di 1.000 giorni TRE ANNI e nulla di fatto, meditate .

Sunday, February 03, 2008

«Cosa Nostra ha assunto il controllo dell´intero ciclo del cemento»

Mafia e Italcementi, per Legambiente «Cosa Nostra ha assunto il controllo dell´intero ciclo del cemento»
LIVORNO. Hanno fatto non poco rumore i 4 arresti effettuati dai carabinieri del Reparto operativo e dal Gico della Guardia di Finanza di Caltanissetta Calcestruzzi spa, la maggiore azienda italiana per la fornitura del calcestruzzo, accusata di collusioni con la mafia in Sicilia. Nel Paese con il maggior consumo pro-capite di cemento, l’arresto dell’amministratore delegato della Calcestruzzi, Mario Colombini, rappresenta un vero e proprio terremoto economico e svela ancora una volta l’opacità dei rapporti tra grandi aziende e criminalità organizzata sul fronte degli appalti pubblici.

Tra i provvedimenti di custodia cautelare anche quelli di Fausto Volante, direttore di zona per la Sicilia e la Campania della Calcestruzzi spa (già sospeso dall’azienda bergamasca nei mesi scorsi) Francesco Librizzi e Giuseppe Giovanni Laurino, già capi-area per la Sicilia, che sono accusati di aver agevolato la mafia con la creazione di appositi fondi neri. Secondo i magistrati l´azienda riforniva gli appalti pubblici con calcestruzzo di qualità inferiore, attuando «una strategia aziendale della Calcestruzzi, adottata su scala nazionale e gestita a mezzo, anche, del sistema informatico, con la consapevolezza dei vertici aziendali». La Calcestruzzi fa parte del gruppo Italcementi, una vera e propria potenza economica planetaria: è il quinto produttore di cemento del mondo e il principale del bacino del Mediterraneo. La Calcestruzzi ha 10 direzioni di zona che controllano tutto il territorio nazionale, 250 impianti di betonaggio, 23 cave e 21 impianti di selezione di inerti.

Durissimo il commento di Legambiente Sicilia: «L´inchiesta della procura di Caltanissetta che ha portato al sequestro della Calcestruzzi Spa è l´ennesima conferma che Cosa Nostra negli ultimi anni ha assunto il controllo dell´intero ciclo del cemento, a partire proprio dalla materia prima: il cemento». Tiziano Granata, responsabile dell´ufficio ambiente e legalità di legambiente Sicilia sottolinea che «Da anni Legambiente denuncia attraverso le pagine dell´annuale Rapporto Ecomafia che nell´Isola si registra una costante inclinazione verso le attività a basso impatto tecnologico, cioè quelle che veicolano logiche di sviluppo obsolete fondante sul consumo del territorio».

Per il direttore del Cigno verde siciliano, Salvatore Granata, «I milioni di metri cubi di sabbia e cemento che la politica siciliana cerca di riversare in Sicilia sotto forma di imponenti strutture alberghiere annesse a campi da golf e porti marini sono la testimonianza più eclatante di opere pubbliche obsolete e faraoniche che si basano su speculazioni edilizie che attingono ai fondi per lo sviluppo. Cosa Nostra condiziona le scelte edilizie che si fanno sul territorio al fine di intercettare risorse da incanalare nel ciclo del cemento che essa stessa controlla. Il risultato e´ sotto gli occhi di tutti: un sistema economico malato e una regione che resta arretrata, nonostante le ingenti risorse finanziarie spese negli anni».


«Erano i dirigenti a dare disposizioni e un additivo aumentava il volume»


"Cantando" davanti ai magistrati sul sistema orchestrato dalla "Calcestruzzi spa" per realizzare guadagni illeciti e per creare "fondi neri" da destinare a Cosa Nostra, Salvatore Paterna ha anche fatto riferimento alle prospettive della società di mettere le mani sui lavori di costruzione del ponte sullo stretto, mettendo in piedi, all'uopo, un impianto a Messina. Paterna ha descritto un meccanismo operativo che veniva imposto grazie alle direttive dei responsabili della Calcestruzzi spa che consisteva nel mettere per ogni metro cubo di calcestruzzo un quantitativo di materiale inferiore a quello dichiarato. Paterna ha sottolineato che il sistema già sperimentato all'epoca in cui gli impianti erano controllati dal gruppo Ferruzzi andò avanti anche dopo l'acquisizione della società da parte della ”Italcementi” finchè nel 2003 il sistema di pesatura fu informatizzato. Sarebbe stato a quel punto - secondo le rivelazioni di Paterna - che la società predispose un sistema a doppia maschera nei computer in dotazione ai dipendenti: una maschera indicava la pesatura dei materiali effettivamente consegnati e un'altra maschera indicava la pesatura ufficiale, che veniva inserita nella bolla e nella contabilità.
"A proposito del geometra Nucci - ha dichiarato Paterna - devo riferire che si prendeva 2 mila lire a metro cubo del calcestruzzo prodotto al fine di non controllare gli effettivi quantitativi sia di calcestruzzo che di cemento. Così la Calcestruzzi spa, all'epoca gruppo Ferruzzi, guadagnava per il solo fatto che per metro cubo veniva messo un quantitativo di cemento inferiore a quello dichiarato, esattamente 50 chili di cemento in meno per ogni metro cubo, in più guadagnava ancora per il volume inferiore del calcestruzzo. Se dovessi fare un calcolo approssimativo - ha dichiarato Paterna - all'epoca, per mille metri cubi di calcestruzzo, la Calcestruzzi spa guadagnava due autotreni di cemento. Il capo zona - che all'epoca era Bini - dava disposizioni in tal senso al tecnologo e questi impartiva disposizioni ai geometri dell'impianto che, a loro volta, davano disposizioni a noi impiantisti. Questo sistema proseguì anche con l'acquisto della Calcestruzzi spa da parte della Italcementi e ciò sino al 2003-2004 circa, cioè quando venne informatizzato il sistema delle pesature.
Anche per tale periodo - ha dichiarato Paterna - il capo zona, e cioè Fausto Volante, diede disposizioni di pesare il cemento e gli inerti e di indicare come risultato della pesatura una quantità di cemento e quindi di calcestruzzo maggiore sulla bolla rispetto a quello effettivamente venduto. Ciascuno impiantista riceveva le disposizioni di operare le pesature in maniera illecita direttamente dal geometra dell'impianto che a sua volta aveva ricevuto disposizioni dal tecnologo che, a sua volta, le aveva ricevute da Fausto Volante. Tale sistema divenne effettivamente operativo tra la fine del 2005 ed il 2006. A Riesi però non era previsto".
Salvatore Paterna ha chiarito anche il modo in cui si alteravano le pesature sul computer quando ancora non era stato introdotto il nuovo sistema. "Sul computer - ha riferito - avevamo una maschera ove indicavamo la pesatura effettiva e poi un'altra maschera in cui veniva indicata la pesatura falsamente maggiore che doveva essere inserita nella bolla. Chiaramente in questo modo si veniva a verificare una differenza fra magazzino reale e magazzino contabile. Presso ciascun impianto doveva esistere una reportistica interna che ciascun geometra solitamente teneva in borsa per non corere rischi in caso di controlli o perquisizioni da parte della Guardia di Finanza. A Riesi veniva lasciata dentro il cassetto. L'impianto di Riesi non è stato informatizzato, ma mi è stato riferito che negli altri impianti automatizzati è possibile bypassare il sistema, facendo emettere la bolla di vendita con il quantitativo richiesto dal cliente per poi passare al sistema manuale della pesatura che consente di impiegare effettivamente minori quantitativi nell'impasto del calcestruzzo. Ricordo - ha riferito ancora Paterna - che Volante con il geometra Caponetto studiarono un sistema che consentiva di aumentare il volume del calcestruzzo con un additivo che veniva prodotto dalla stessa Italcementi. L'additivo faceva aumentare il volume del calcestruzzo nell'ordine di due metri cubi ogni betoniera della capacità di circa otto metri cubi. Laurino girava spesso e quando si è incontrato con Ciccio La Rocca aveva la necessità di risolvere dei problemi per conto della Calcestruzzi spa. Problemi - ha spiegato Paterna - sorti con un certo Ricciardello con il quale esisteva un contenzioso poichè non voleva pagare una fornitura di calcestruzzo perchè da un controllo del prodotto che gli era stato fornito aveva scoperto che non coincideva nella composizione con quello da lui richiesto".
d.v.

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