Giorni dalla firma tra Italcementi ed i Comuni

NON HANNO FIRMATO I SINDACI DI : Paderno d'Adda e Solza . HANNO FIRMATO : Calusco d'Adda, Cornate d'Adda, Imbersago, Medolago, Parco Adda Nord, Robbiate, Verderio Inferiore, Verderio Superiore, Villa d'Adda, Dopo più di 1.000 giorni dalla firma ,il 4 Maggio 2012 non si hanno notizie sulla ferrovia . Solo ombre su questo accordo fantasma , polvere , puzza, inquinamento . http://calusco.blogspot.it/2012/05/comunicato-stampa-tavolo-italcementi.html

Countdown alla ferrovia

il tempo e' finito del collegamento ferroviario nessuna notizia ,Piu' di 1.000 giorni TRE ANNI e nulla di fatto, meditate .

Tuesday, December 01, 2009

Rapporto sullo stato dell’ambiente/1:L’Aria. Inchiesta su dati Arpa. L’atmosferasul lecchese rilevata da 6 centraline


Rapporto sullo stato dell’ambiente/1:
L’Aria. Inchiesta su dati Arpa. L’atmosfera
sul lecchese rilevata da 6 centraline


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Come noto la Lombardia è tra le aree più inquinate d`Europa e la pianura padana con la sua condizione di "stagnazione" si trova, purtroppo, a collezionare spesso maglie nere.

Il bacino padano, infatti, chiuso dalle montagne su tre lati rappresenta dal punto di vista della qualità dell’aria una sorta di bacino chiuso in cui le emissioni di inquinanti si distribuiscono ma faticano a disperdersi. L`immagine è stata fotografata dall`ultimo “Rapporto sullo Stato dell`Ambiente in Lombardia 2008- 2009” presentato dall`Arpa e che noi andremo a “sezionare” per i vari comparti che riguardano la provincia di Lecco.

Partiamo dalla voce “Atmosfera” prendendo in esame la qualità dell`aria e le emissioni di inquinanti.











I dati elaborati nel corso di questi anni parlano di una media di 21.831 tonnellate di polveri sottili PM10 immesse nell`aria. Di queste 824 sono concentrate nella provincia di Lecco.

Recentemente – con la Direttiva 2008/50/CE – la Comunità Europea ha confermato i preesistenti limiti per il PM10 (pari a 50 μg/m3 come media giornaliera da non superare più di 35 volte l’anno, e 40 μg/m3 come media annua) e ha definito il limite per il PM2,5 (pari a 25μg/m3 come media annua, da raggiungere entro il 2015).

Uno sguardo alle quattro stazioni di campionamento mostra come la situazione peggiore sia quella di Merate con 111 superamenti nel corso del 2008 per una media sulle 24ore oltre i 50μg/m3. Seguono poi Lecco Via Amendola e Valmadrera con 38 sforamenti. In coda Lecco Via Sora. Nessuna delle quattro centraline ha comunque rispettato la direttiva europea.







La fetta maggiore di questo particolato inquinante è prodotta dalla combustione non industriale (433 tonnellate annue) dunque gli impianti di riscaldamento ad esempio. Ci sono poi le 249 tonnellate prodotte dal trasporto su strada seguite da altre sorgenti mobili e dai macchinari (62.2 ton). Insomma resta una dura battaglia e pur con tutti gli accorgimenti per ridurre questo tipo di emissioni i risultati ottimali sono ancora lontani.







Il confronto fra gli ultimi 7 anni nei capoluoghi di provincia mostra che l`annata peggiore è stata quella del 2003 con il valore medio più alto parametrato sui 365 giorni. Dal 2006 si è assistito in città ad un miglioramento e dunque ad una diminuzione della concentrazione delle polveri sottili nell`aria.







Tutti i capoluoghi di provincia della Lombardia (ad esclusione di Varese negli anni 2002 e 2008) hanno superato i 35 sforamenti annui concessi dalla legge. Per il capoluogo lecchese il 2002 è stato l`anno peggiore con quasi un giorno su tre oltre il limite dei 50μg/m3. La situazione è poi andata migliorando.








Bene la situazione nel 2008 per quanto riguarda il biossido di zolfo (misurato a Colico e Lecco Via Amendola) con nessun superamento e per il monossido di carbonio.






Da monitorare, invece, la situazione dell`ozono troposferico che in quattro delle sei centraline della provincia ha superato per almeno un giorno la soglia di allarme. In particolare la criticità maggiore è stata rilevata, sempre nel 2008, a Valmadrera dove per ben sei volte si è andati oltre la soglia di allarme.

Le concentrazioni di ozono raggiungono i valori più elevati nelle ore pomeridiane delle giornate

estive soleggiate e soprattutto nelle zone extraurbane sottovento rispetto ai centri urbani principali.

L’ozono può attaccare sia materiali inerti che matrici biologiche; nell’uomo risultano particolarmente esposti i tessuti delle vie respiratorie. Il valore della concentrazione media annua di ozono troposferico presenta una notevole variabilità tra un anno e l’altro: ciò dipende sia dal clima dell’anno sia dalle modalità di formazione dell’inquinante. Proprio per le sue caratteristiche l’ozono troposferico determina effetti negativi anche sulla vegetazione e sugli ecosistemi.



Saba Viscardi



Dati e tabelle tratte dal resoconto del “Rapporto sullo Stato dell`Ambiente in Lombardia 2008- 2009”

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