Corriere della sera 29 07 06
l’azienda: siamo estranei alle accuse Mafia, tra gli indagati anche la Calcestruzzi
E’ la prima volta che viene contestato il reato a una società per azioni
CALTANISSETTA - Una società per azioni indagata per associazione mafiosa. E’ la prima volta che la magistratura chiama a rispondere dell’accusa di mafia un’azienda. L’indagine parte dalla procura di Caltanissetta, ma la società in questione è lombarda, la Calcestruzzi. Secondo i magistrati sarebbe entrata in affari con le cosche mafiose di Riesi, in provincia di Caltanissetta. Da qui l’avviso di garanzia notificato a Bergamo al legale rappresentante della società, Pierfranco Barabini, mentre sono state svolte perquisizioni in vari uffici della Calcestruzzi (gruppo Italcementi) sparsi per l’Italia. L’azienda ribatte che sotto inchiesta è finito in realtà solo uno dei 250 impianti. Quello siciliano produce seimila metri cubi di calcestruzzo, su un totale aziendale di 9 milioni annui. L’indagine è frutto di una lunga attività investigativa sulle cosche di Riesi che nel novembre scorso aveva portato in carcere 42 persone. Ieri sono stati firmati tre nuovi ordini di arresto, compreso quello a un dipendente della Calcestruzzi di Riesi, Salvatore Paterna. Un provvedimento è stato notificato in carcere a Giovanni Laurino, ex dipendente della Calcestruzzi, indicato come l’uomo di raccordo con le cosche, con l’obiettivo di far «ottenere appalti e forniture in un contesto privo di concorrenza».
Da parte sua, la società giudica l’iscrizione nel registro degli indagati «un atto dovuto» e dichiara di essere estranea ai fatti contestati, «che allo stato sono imputati solo a suoi dipendenti». Nel confermare «pieno appoggio all’azione della magistratura», la Calcestruzzi ricorda che in passato è già intervenuta «licenziando i dipendenti raggiunti da provvedimenti giudiziari e che ora, venuta a conoscenza dei nuovi sviluppi, ha predisposto il licenziamento dell’altro dipendente della stessa area».
Alfio Sciacca
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