Sos cancro
di Luca Carra e Daniela Minerva
Leucemie. Tumore al polmone, seno, colon, fegato... I malati in Italia sono aumentati in 20 anni del 10, 20, 40 per cento. Ecco tutte le cifre. La mappa delle zone più esposte e le cause
C'è la percezione comune, quella che li registra in crescita costante senza riuscire a dare una spiegazione. E ci sono gli specialisti, quelli che cercano di evitare il panico e offrono lunghe dissertazioni tecnico-statistiche per definire quello che sta accadendo. Ma i dati raccolti da 'L'espresso' non lasciano dubbi sulla realtà: in Italia la crescita dei casi di tumori è a livelli da epidemia.
Basta guardare i numeri e confrontare i dati degli anni Ottanta con le analisi più recenti. Tra il 15 e il 20 per cento in più i casi di linfomi e leucemie; i mesoteliomi che esplodono (più 37 per cento nelle donne e più 10 negli uomini); poi la mammella (più 27), il cervello (tra l'8 e il 10), il fegato (tra il 14 e il 20).
Se si guarda ai bambini, la statistica diventa angosciante: il confronto tra la fine degli anni Settanta e la fine degli anni Novanta mostra risultati spietati. Usando come campione la Regione Piemonte, si scopre un'impennata del 72 per cento del neuroblastoma, del 49 per cento nei tumori del sistema nervoso centrale, del 23 per cento per le leucemie. Una contabilità terribile, resa meno drammatica solo dai migliori risultati nelle guarigioni, grazie alla diagnostica precoce e alle terapie. Questi i numeri, presentati nel grafico alle pagine 32 e 33. Ma se si analizza l'avanzata del male con i meccanismi d'inchiesta bisogna porsi altre due domande, dove e perché, che aprono scenari ancora più inquietanti. Dove aumentano i casi di cancro? In tutta Italia, con una concentrazione micidiale in 54 aree che comprendono 311 comuni. Nella mappa tracciata da 'L'espresso' queste zone di crisi disegnano una radiografia della Penisola avvelenata che corre da Pieve Vergonte, un paese all'ombra della fabbrica Enichem nel profondo Nord della provincia di Verbania, alla punta inferiore della Sicilia, con Gela e il suo petrolchimico voluto da Enrico Mattei per regalare un futuro industriale all'isola.
Una via Crucis che segna sempre nuove tappe, perché traffico automobilistico e impianti di riscaldamento diffondono minacce crescenti nei centri urbani congestionati, perché proliferano ovunque nuovi strumenti tecnologici di cui si ignorano i danni a lungo termine e perché la devastazione dei suoli provocata da discariche clandestine immette nella catena alimentare sostanze nocive che finiscono sulla tavola degli italiani. Addirittura secondo il ministero dell'Ambiente i veleni che si disperdono nell'aria, nell'acqua e nel terreno partono da una galassia di 9 mila piccole Seveso, intorno alle quali rischiano la contaminazione dai sei agli otto milioni di abitanti. Ma l'onda lunga di questa contaminazione, attraverso l'inquinamento delle falde che portano l'acqua nelle nostre case, della catena alimentare, delle nubi tossiche che si spostano coi venti, riguardano, di fatto, tutti noi. Studiare le cause dei tumori è un lavoro improbo, che costringe a una serie di accorgimenti per discriminare il groviglio di cause che possono provocarli. Il fumo, gli stili alimentari, le infezioni, le suscettibilità su base genetica sono le cause più studiate. E le ricerche hanno mostrato il collegamento tra il consumo di carni rosse e grassi saturi coi tumori del colon, quello delle carni alla griglia bruciacchiate con la neoplasia dello stomaco. E soprattutto hanno mostrato il fattore protettivo di frutta e verdura. Ma certo non basta cambiare dieta per azzerare il rischio cancro, che è, gli studiosi lo ripetono fino alla nausea, una malattia multifattoriale: ovvero generata da tanti fattori. Così, se il rapporto tra fumo di sigaretta e tumori del polmone e dell'uretra è un fatto indiscutibile, così come quello tra fumo passivo e cancro del seno, è anche vero che se si cercano le ragioni dell'emergenza fotografata in queste pagine, l'attenzione si punta tutta sui veleni che ci circondano.
Prendiamo ad esempio i i tumori al polmone, che uccidono ogni anno 25 mila persone. Non c'è dubbio che la causa di questa strage siano essenzialmente le sigarette. Ma: "Chi vive in una città inquinata ha un 25 per cento di rischio in più di avere un tumore al polmone, chi fuma ha un rischio del 900 per cento in più", sintetizza Annibale Biggeri, epidemiologo dell'Università di Firenze: "Tuttavia, al traffico e all'inquinamento siamo esposti tutti e quindi, benché il rischio individuale sia basso, l'impatto dell'inquinamento sulla salute pubblica è tutt'altro che irrilevante. E contrariamente al fumo è anche involontario". Dire che il tumore al polmone è determinato per l'80 per cento dal fumo di sigaretta significa riconoscere la prevalenza schiacciante di un veleno sugli altri.
(24 maggio 2007)
Un killer senza età
di Valentina Murelli
I dati del registro dei tumori infantili del Piemonte sono agghiaccianti: il tasso di incidenza dei tumori nei bambini è cresciuto da 122,6 casi per milione alla fine degli anni Sessanta a 195,2 alla fine degli anni Novanta. Un aumento dell'1,3 per cento all'anno che ha riguardato tutti i tumori, anche se a crescere di più sono stati i cerebrali, il neuroblastoma (un tumore del sistema nervoso) e le leucemie.
Quelli del Piemonte sono i dati più completi disponibili nel nostro Paese. Ma il dato, affermano gli specialisti, è comune a tutta l'Europa e ai paesi industrializzati: negli ultimi 30 anni i tumori di bambini e adolescenti sono cresciuti in modo costante, a un ritmo dell'1 per cento annuo o poco più.
E l'attenzione va subito ai fattori ambientali: sul banco degli imputati sono finiti per esempio vari tipi di inquinamento e i campi elettromagnetici. Secondo una ricerca dell'epidemiologo inglese Ernest Knox, quasi un quarto dei tumori infantili sarebbe da attribuire alle emissioni del traffico veicolare. Knox ha analizzato i luoghi di residenza di tutti i bambini morti di tumore in Gran Bretagna tra il 1955 e il 1980, trovando che il rischio aumenta in modo significativo per bambini nati e cresciuti vicino a strade trafficate, autostrade e stazioni di autobus.
L'Italia attende i risultati di un grande studio epidemiologico, che dovrebbe concludersi alla fine dell'anno. Nel frattempo, un'indagine condotta un paio di anni fa sulla base di dati raccolti nel registro tumori di Varese suggerisce che le probabilità di ammalarsi di leucemia siano quattro volte superiori in bambini che abitano vicino a grandi vie di traffico rispetto a coetanei che vivono in zone più tranquille. Colpevole sarebbe il benzene.
Sotto accusa per la crescita delle leucemie c'è anche la scarsa esposizione ad agenti infettivi nei primi anni di vita. Secondo un imponente studio inglese apparso sul 'British Medical Journal', bambini che tra zero e due anni non sono andati all'asilo e hanno avuto pochi contatti con altri bambini (e con i loro microbi) avrebbero un rischio maggiore di sviluppare una grave forma di leucemia (la linfoblastica acuta). Per gli autori della ricerca, il miglioramento delle condizioni igieniche impedirebbe al sistema immunitario in formazione di imparare a rispondere in modo corretto alle infezioni, con il rischio di dare risposte eccessive durante incontri successivi con virus e batteri. A sua volta, questa reazione esagerata potrebbe favorire l'insorgenza di leucemia.
Al di là delle incertezze, c'è però una nota positiva: negli ultimi decenni è aumentata in modo significativo anche la sopravvivenza di bambini e adolescenti colpiti da tumore, passata in Europa dal 44 per cento degli anni Settanta al 74 degli anni Novanta.
Valentina Murelli
MEMORIA SUL CEMENTIFICIO INCENERITORE DI Calusco d'Adda la Pianura Padana resta la zona peggiore d'Europa insieme all'area più industrializzata della Polonia (classifica cui gli inceneritori forniscono un contributo determinante).
Giorni dalla firma tra Italcementi ed i Comuni
NON HANNO FIRMATO I SINDACI DI :
Paderno d'Adda e Solza
.
HANNO FIRMATO :
Calusco d'Adda,
Cornate d'Adda,
Imbersago,
Medolago,
Parco Adda Nord,
Robbiate,
Verderio Inferiore,
Verderio Superiore,
Villa d'Adda,
Dopo più di 1.000 giorni dalla firma ,il 4 Maggio 2012 non si hanno notizie sulla ferrovia .
Solo ombre su questo accordo fantasma , polvere , puzza, inquinamento .
http://calusco.blogspot.it/2012/05/comunicato-stampa-tavolo-italcementi.html
Countdown alla ferrovia
il tempo e' finito del collegamento ferroviario nessuna notizia ,Piu' di 1.000 giorni TRE ANNI e nulla di fatto, meditate .
Friday, May 25, 2007
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