Italcementi di Calusco d'Adda: le amministrazioni locali non ci stanno
Martedì 10 Febbraio 2009 15:08
Non crediamo ci siano validi motivi perché Italcementi non rispetti gli impegni presi con il territorio negandoci le compensazioni ambientali
A partire dal 2005 un cospicuo gruppo di amministrazioni comunali, associazioni ambientaliste, esperti a rappresentanza del territorio su cui maggiormente impatta l’attività del polo cementiero di Calusco d’Adda hanno lavorato insieme per meglio capire le nuove politiche industriali dalla fabbrica di Calusco d’Adda e, ove possibile, indirizzare la ditta ad una riduzione della pressione generata da Italcementi.
Ecco in sintesi alcuni passaggi chiave:
novembre 2004 – Avvio, da parte di Italcementi, della procedura finalizzata all’utilizzo di combustibile da rifiuti (CDR) nel forno della cementeria; procedura rappresentata, ai sensi della normativa, da semplice comunicazione effettuata agli Enti competenti.
dicembre 2004 - Avvio, da parte di Italcementi, della procedura finalizzata all’utilizzo di Rifiuti Speciali Pericolosi (Ecofluid e RASF) nel forno della cementeria. Richiesta di autorizzazione che si accompagna alla procedura di VIA
inverno 2005 – presentazione da parte di Agenda21 Isola dalmine zingonia del piano di lavoro denominato “verso un patto territoriale per un sistema di compensazioni ambientali”. Approvato in sedi diverse dai comuni Comunità Isola Bergamasca e altri comuni provincie Milano e Lecco
primavera 2005 sospensione, da parte di Italcementi, della procedura relativa all’utilizzo di CDR (inclusione della relativa istanza nell’ambito della procedura di AIA in corso)
aprile 2005 – Presentazione ad Italcementi del documento “Sintesi delle criticità emergenti dall’esame dello SIA relativo al progetto di utilizzo dei rifiuti pericolosi nel forno della ceenteria”
21 giugno 2005 – assemblea pubblica nella quale si sono raccolti importanti contributi, dal pubblico e dai diversi soggetti sociali, in merito a richieste da avanzare alla Ditta
luglio 2005 – sottoscrizione da parte di tutti i componenti il tavolo di un documento inerenti gli aspetti da approfondire nello Studio Impatto Ambientale; tale documento rappresenta la sintesi dei confronti svoltisi tra le parti nel periodo aprile – giugno 2005; in particolare sono sintetizzate le valutazioni conclusive degli Enti a seguito delle “controdeduzioni” formulate dalla Ditta alle osservazioni tecniche ed ambientali avanzate dagli Enti in merito alle proposte di utilizzo dei rifiuti. Il documento individua chiaramente gli ambiti degli approfondimenti da condurre per fornire alle Amministrazioni il quadro di certezze necessarie a dar corso alle iniziative della Ditta; ricordiamo che su tali proposte l’Azienda si è pronunciata in modo sostanzialmente positivo dichiarando, pur sulla base di programmi da concordare, ampia disponibilità a procedere (posizione della Ditta formalizzata nel documento 24 ottobre di cui al punto successivo).
24 ottobre 2005 – riposte e controproposte Ditta a documento tavolo, con indicazione necessità avvio stesura protocollo di sperimentazione
gennaio 2006 – osservazioni del tavolo alle integrazioni allo Studio Impatto Ambientale (nel frattempo presentate dalla Ditta in risposta a specifiche richieste formulate dal Ministero dell’Ambiente – Autorità competente nell’ambito dell’istruttoria)
15 gennaio 2006 - osservazioni del tavolo alle risposte della Ditta sulle proposte di integrazione allo Studio Impatto Ambientale
febbraio 2006 – stesura e consegna brevi mano alla Ditta delle proposte di compensazione ambientale in relazione al sistema dei combustibili oggetto di conferenza di concertazione, nell’ambito della procedura VIA per utilizzo rifiuti pericolosi, svolta in Regione Lombardia (Ente responsabile del coordinamento dei pareri degli Enti locali nell’ambito della procedura VIA)
luglio 2006 – risposta ditta alle osservazioni del tavolo alle risposte della Ditta sulle proposte di integrazione allo Studio Impatto Ambientale (documento del 15 gennaio 2006); Italcementi dichiara di approvare il documento auspicando la conclusione del confronto in merito alla sperimentazione per utilizzo CDR, “nonché la programmazione delle attività di approfondimento ivi descritte. Il completamento delle stesse rimane subordinato all’esito positivo della sperimentazione del CDR.”
luglio 2006 – parere enti locali alla conferenza di servizi pel l’ottenimento dell’autorizzazione ambientale integrata
agosto 2006 – ottenimento AIA che autorizza l’impiego di CDR
ottobre – novembre 2006 – costituzione “osservatorio tecnico scientifico permanente” per la definizione del protocollo di sperimentazione del CDR e promozione verifica degli interventi di compensazione concordati con la ditta
novembre 2006 – sottoscrizione protocollo di sperimentazione CDR
novembre 2006 - primavera 2007 effettuazione sperimentazione utilizzo CDR e monitoraggio prestazioni ambientali impianto (prove in bianco e con utilizzo combustibile alternativo)
dicembre 2006 – rinuncia volontaria della Ditta all’uso di Ecofluid e Rasf
febbraio 2008 – analisi prima fase introduzione CDR e approvazione valutazione esiti da parte di tavolo politico (assenso a passare alla fase di utilizzo successiva: 15%)
estate 2008 – consegna formale alla Ditta delle proposte di compensazioni ambientali collegate all’uso del CDR
Oggi purtroppo, un esempio di relazioni tra una grande azienda come Italcementi - con un impianto molto impattante come la cementeria di Calusco d’Adda - ed il territorio circostante, rappresentato da una dozzina di Amministrazioni Comunali, da tre Province, da un Parco Regionale e da associazioni ambientaliste e sindacati, rischia di essere definitivamente compromesso dalla unilaterale decisione di Italcementi di rinviare sine die la definizione delle compensazioni ambientali da dedicare finalmente al territorio.
Italcementi gestisce la cementeria di Calusco d’Adda dagli anni ‘20. Quattro anni fa la parte principale dell’impianto è stata rifatta aumentandone l’efficienza, con un miglioramento delle prestazioni ambientali dello stesso, e la redditività trasformando però la cementeria anche in un inceneritore di rifiuti, caratterizzata oggi da un maggior impatto visivo e da un più ampio raggio di ricaduta delle emissioni.
Come riportato anche da un recente comunicato stampa della stessa Italcementi, per decenni, fino al nuovo impianto appunto, Italcementi ha inquinato tra le due e le 10 volte più di quanto non faccia adesso; ha sfruttato le cave del territorio cambiandone definitivamente il paesaggio senza offrire per questo alcuna forma di compensazione al territorio stesso.
Finalmente, faticosamente con l’introduzione dell’uso dei rifiuti urbani come carburanti, i rappresentanti del territorio sono riusciti a proporsi come interlocutori di Italcementi.
Peccato però che Italcementi si sia dimostrata assolutamente inaffidabile: una volta ottenuta la sostanziale accettazione degli enti locali all’utilizzo appunto dei rifiuti solidi urbani nell’impianto di Calusco, ha deciso unilateralmente di non rispettare gli accordi presi e di rinviare, a data da destinarsi, la definizione delle compensazioni ambientali che ci attendevamo da anni.
La motivazione di questa decisione ci sembra ancora più sconcertante: Italcementi non ha fondi da destinare al territorio a causa della crisi che negli ultimi mesi si è abbattuta sull’economia mondiale.
Da anni, quando il mercato del cemento era florido, attendevamo queste compensazioni; perché Italcementi non ha provveduto prima della crisi a prevedere a bilancio i fondi necessari per le compensazioni ambientali?
Francamente facciamo inoltre fatica ad immaginare che una multinazionale che al 30 settembre scorso aveva dichiarato [fonte “Resoconto Intermedio di Gestione” ItalcementiGroup] un utile ante imposte di oltre 460 milioni di euro non riesca a trovare qualche briciola di quella enorme cifra da reinvestire sul territorio invece che restituirla agli azionisti.
Crediamo purtroppo, che al di là delle tante belle parole e dichiarazioni di principio sentite in questi anni, non vi sia da parte di Italcementi la volontà di affrontare con coraggio la questione di come ripagare un territorio da cui Italcementi ha preso molto ma a cui oggi non sembra intenzionata a restituire nulla.
Confermiamo che all’oggi, nonostante le dichiarazioni della Ditta, nessuna firma è stata messa in calce alle proposte di compensazioni definite dal tavolo territoriale.
Ci sembra offensiva e immotivata la caparbietà con cui l’azienda si rifiuta di definire persino il valore economico complessivo delle compensazioni, che consentirebbe di valutarne la reale incidenza sul bilancio e sugli investimenti e di capire se stiamo discutendo di reali difficoltà o di mancanza di serietà.
Le amministrazioni locali pertanto esprimono il proprio disappunto per questa incomprensibile scelta di Italcementi; chiedono un rapido ripensamento alla società e convocano una conferenza stampa per poter meglio approfondire la questione per sabato 28 febbraio 2009 alle ore 10.30 presso il Municipio di Calusco d’Adda.
Firmato da
Calusco d’Adda, Carvico, Villa d’Adda, Sotto il Monte Giovanni XXIII, Terno d’Isola, Solza, Medolago, Suisio, Paderno d’Adda, Robbiate, Verderio superiore, Verderio inferiore,Merate, Imbersago, Cornate d’Adda, Provincia di Lecco, Parco Adda Nord, PLIS Monte Canto, Legambiente Bergamo, Legambiente Meratese, Agenda21 Isola Dalmine Zingonia.
MEMORIA SUL CEMENTIFICIO INCENERITORE DI Calusco d'Adda la Pianura Padana resta la zona peggiore d'Europa insieme all'area più industrializzata della Polonia (classifica cui gli inceneritori forniscono un contributo determinante).
Giorni dalla firma tra Italcementi ed i Comuni
NON HANNO FIRMATO I SINDACI DI :
Paderno d'Adda e Solza
.
HANNO FIRMATO :
Calusco d'Adda,
Cornate d'Adda,
Imbersago,
Medolago,
Parco Adda Nord,
Robbiate,
Verderio Inferiore,
Verderio Superiore,
Villa d'Adda,
Dopo più di 1.000 giorni dalla firma ,il 4 Maggio 2012 non si hanno notizie sulla ferrovia .
Solo ombre su questo accordo fantasma , polvere , puzza, inquinamento .
http://calusco.blogspot.it/2012/05/comunicato-stampa-tavolo-italcementi.html
Countdown alla ferrovia
il tempo e' finito del collegamento ferroviario nessuna notizia ,Piu' di 1.000 giorni TRE ANNI e nulla di fatto, meditate .
Friday, February 13, 2009
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