MEMORIA SUL CEMENTIFICIO INCENERITORE DI Calusco d'Adda la Pianura Padana resta la zona peggiore d'Europa insieme all'area più industrializzata della Polonia (classifica cui gli inceneritori forniscono un contributo determinante).
Giorni dalla firma tra Italcementi ed i Comuni
NON HANNO FIRMATO I SINDACI DI :
Paderno d'Adda e Solza
.
HANNO FIRMATO :
Calusco d'Adda,
Cornate d'Adda,
Imbersago,
Medolago,
Parco Adda Nord,
Robbiate,
Verderio Inferiore,
Verderio Superiore,
Villa d'Adda,
Dopo più di 1.000 giorni dalla firma ,il 4 Maggio 2012 non si hanno notizie sulla ferrovia .
Solo ombre su questo accordo fantasma , polvere , puzza, inquinamento .
http://calusco.blogspot.it/2012/05/comunicato-stampa-tavolo-italcementi.html
Countdown alla ferrovia
il tempo e' finito del collegamento ferroviario nessuna notizia ,Piu' di 1.000 giorni TRE ANNI e nulla di fatto, meditate .
Monday, August 31, 2015
OGGETTO: VIA 17BG – Italcementi - Osservazioni in merito alle integrazioni rese dall’azienda Italcementi alla Provincia di Bergamo in data 09-07-2015.
Alla cortese attenzione di:
ASL Bergamo
ASL Lecco
ARPA Bergamo
ARPA Lecco
ARPA Lombardia
Provincia di Bergamo
Regione Lombardia
Sindaci dei comuni dell’Isola bergamasca
Sindaci dei comuni della sponda Adda
lecchese
Sindaci dei comuni della sponda Adda
Monza Brianza
OGGETTO: VIA 17BG – Italcementi - Osservazioni in merito alle integrazioni rese dall’azienda Italcementi alla Provincia di Bergamo in data 09-07-2015.
Egregi Signori,
abbiamo avuto modo di fare una prima valutazione delle integrazioni fornite da Italcementi in merito alla V.I.A. depositata in
Provincia di Bergamo il 15-10-2014, elaborate dall’azienda a seguito delle successive richieste di Enti, Comuni, Comitati e gruppi
di cittadini.
Ci permettiamo di rilevare, in premessa, che dette integrazioni sembrano non tenere conto di quanto richiesto ad Italcementi
dalle stesse ASL di BG e LC (informazione da noi appresa durante l’incontro con le ASL di BG e LC del 17 giugno u.s.),
relativamente alla necessità di supportare il documento integrativo con una indagine epidemiologica.
La scelta sino ad ora agita da Italcementi di non considerare l’indagine epidemiologica (e ciò a prescindere dal metodo utilizzato
per svolgere tale indagine: protocollo Crosignani, come abbiamo più volte suggerito, o altro con identica efficacia) espone, a
nostro avviso, il documento Integrativo redatto a grave insufficienza documentale e conseguente carenza di oggettività
scientifica. Riteniamo che l’indagine epidemiologica sia l’unica capace di palesare gli effetti dell’impatto cumulativo degli
inquinanti sul territorio dell’Isola Bergamasca e delle zone confinanti appartenenti alla Provincia di Lecco e a quella di Monza e
Brianza.
Sottolineiamo infatti che nelle integrazioni fornite da Italcementi non viene data una adeguata risposta alle osservazioni
avanzate, sia dai comitati che dai comuni, in merito a “ gli impatti cumulativi delle emissioni”.
Il territorio su cui insiste lo stabilimento Italcementi di Calusco d’Adda è già sottoposto a un forte stress ambientale, grazie alla
presenza, nel raggio di poche decine di chilometri di altri 4 impianti di incenerimento rifiuti, al traffico veicolare e al tessuto
industriale. Ciò che noi, come cittadini, desideriamo verificare è quale sia l’attuale stato di salute della popolazione residente,
in modo da valutare, sulla base di una semplice evidenza logica, se il territorio può o non può subire uno stress aggiuntivo.
Le più recenti esperienze ci lasciano presupporre che le condizioni di salute della popolazione locale, esposta già da anni alle
emissioni dell'impianto e alle altre pressioni esistenti nel territorio, non sia delle migliori (vedere il recentissimo studio
epidemiologico condotto da ARPA Vercelli: http://www.arpa.piemonte.it/news/concluso-lo-studio-epidemiologico-arpa-
sullinceneritore-di-vercelli - e sappiamo benissimo che un cementificio ha limiti emissivi dalle 3 alle 7 volte più alti rispetto a un
inceneritore, quindi l’inquinamento consentito è superiore).
Aria Pulita Centro
Adda
L’indagine epidemiologica è l'unica che, integrando l’approccio tossicologico, realisticamente evidenzia lo stato di inquinamento.
Premesso questo, riportiamo qui a seguire alcune osservazioni sul documento con le integrazioni dell’azienda redatto da Golder
Associated (GA):
1. Incremento delle emissioni di metalli pesanti e valutazione delle polveri.
Benché le previsioni elaborate nelle integrazioni intendano fornire un quadro rassicurante e al di sotto dei limiti di
legge, non si può non ritenere preoccupante il dato reale delle emissioni registrate nel corso della fase di
sperimentazione condotta tra il 2008 e il 2013 con una prima parziale sostituzione del combustibile con i CSS. Nel
volume 2 dello Studio d'Impatto Ambientale (pag.70 tab.8) sono evidenti gli incrementi significativi (da 2,6 a 18,2
microgrammi/metrocubo Normale) dei metalli pesanti, alcuni di essi sono inquinanti cancerogeni la cui pericolosità
biologica non è data in funzione della concentrazione ma della probabilità che quindi si attiva anche per concentrazioni
molto basse. Per questa ragione questi inquinanti sono e restano particolarmente pericolosi a prescindere dai limiti di
legge che rappresentano una “accettazione” del rischio. Dato che una valutazione d'impatto ambientale non consiste in
una mera verifica del rispetto dei limiti ma in una valutazione della capacità di carico (Dlgs 152/2006) di un determinato
territorio e della relativa popolazione, si chiede di non sottovalutare l'impatto di un incremento significativo di sostanze
cancerogene.
Inoltre si nota come siano differenti per queste sostanze, gli esiti delle sperimentazioni condotte dal Politecnico di
Milano rispetto al dato reale registrato a Calusco d'Adda per cui, l'eterogeneità intrinseca dei CSS può dare per gli stessi
CER, esiti di emissioni diverse. Questo aspetto pone dei dubbi sull'attendibilità delle previsioni. Il dato certo resta quindi
la misura delle emissioni quando ormai gli inquinanti sono già in circolo.
2. Ricadute al suolo degli inquinanti.
Il limite di riferimento indicato nelle integrazioni di Italcementi come valore massimo di concentrazione di determinati
inquinanti nel terreno è la Colonna A della tabella relativa ai limiti per le contaminazioni dei suoli nelle aree ad uso
residenziale presente nel D.Lgs 152/2006. Facciamo presente che l'area di ricaduta delle emissioni interessa non solo
aree residenziali ma anche agricole, foraggere per cui i limiti sono a maggior ragione più restrittivi (D.Lgs 99/1992 All.1)
per quanto riguarda il contenuto di alcuni metalli nel suolo. Inoltre, la stessa normativa richiede di valutare la capacità
ossido/riducente del suolo prima di incrementare il contenuto di CrVI in modo che sia verificata la sua conversione in
CrIII non tossico.
Il limite scelto da Italcementi non è adeguato per il fatto che il contesto a cui viene applicato non riguarda un'area da
bonificare ma un'area nella quale vanno conservate le attuali funzioni naturali del suolo. Quindi il suolo non è un
comparto che può essere inquinato fino al limite delle bonifiche ma è il comparto che sostiene la vegetazione (siamo
nei pressi di un parco regionale) e l'agricoltura foraggera in particolare. Le sostanze emesse possono comportare nel
lungo periodo una trasformazione della chimica del suolo del territorio perché sono sostanze acidificanti che
intervengono su suoli di matrice calcarea, variandone il pH e modificando la disponibilità dei nutrienti alle radici con
l'aumento di sostanze tossiche per le stesse piante. L'impatto riguarda quindi una funzione fondamentale del suolo e
avrà effetti sulla componente vegetazionale e della microfauna con una riduzione della biodiversità a vantaggio delle
specie più resistenti e una maggiore circolazione di elementi tossici bioaccumulabili nella catena alimentare.
3. L’analisi dell’impatto sulla salute.
Nello svolgimento della Valutazione di Impatto sulla Salute (cap. 2.2 e Appendice B) si evidenzia come esso sia stato
condotto “considerando quanto riportato nei documenti “Linee Guida per la componente salute pubblica degli studi di
impatto ambientale” (Regione Lombardia Milano, dicembre 2013), “Proposta di Linee Guida per la Valutazione di
Impatto Sanitario (VIS)” (ARPA Piemonte, dicembre 2011) e “Linee Guida per la valutazione del rischio sanitario
determinato da fonti di inquinamento ambientale” (ARPA Veneto, giugno 2001)”.
Rileviamo che Italcementi non considera, tra le sue fonti, le più recenti “Linee Guida per la Valutazione Integrata di
Impatto Ambientale e Sanitario (VIIAS) nelle procedure di autorizzazione ambientale (VAS, VIA, AIA)” elaborate dal
gruppo di lavoro Inter-Agenziale ISPRA/ARPA “Ambiente e Salute” e approvate in via definitiva dal Consiglio Federale il
22 aprile 2015. Tale documento, non a caso, rappresenta il più recente ed aggiornato riferimento sui temi in oggetto.
Al cap. 4.2 delle suddette, infatti, viene esplicitato che “All’interno di uno Studio di Impatto Ambientale, il capitolo
“Salute Pubblica”, relativo alla caratterizzazione dello stato di qualità dell’ambiente in relazione al benessere ed alla
salute della popolazione esposta, deve contenere fondamentalmente le seguenti sezioni:
1)la caratterizzazione ambientale;
2)la caratterizzazione socio-demografica e sanitaria della popolazione coinvolta;
3)la valutazione degli eventuali impatti”.
Nello specifico il punto 2) “deve riportare la caratterizzazione dello stato di salute al baseline della popolazione
presente nell’area che sarà dunque quella interessata dalla realizzazione dell’opera in progetto. L’obiettivo è quello di
stimare e valutare gli effetti delle eventuali ricadute dell’opera prima che essa sia realizzata. Tale sezione deve
fondamentalmente comprendere le seguenti informazioni: caratteristiche demografiche della popolazione coinvolta
(quantificazione e struttura per età e genere della popolazione residente; situazione occupazionale dei residenti nel/nei
Aria Pulita Centro
Adda
comune/i dell'area), caratteristiche dello stato di salute della popolazione coinvolta (morbosità e mortalità per causa,
incidenza tumorale)…”
Se confrontiamo il livello di dettaglio richiesto dalla Linee Guida con quanto descritto nel documento integrativo di
Italcementi, emerge che l'elaborazione prodotta è parziale e lontana dal rappresentare la realtà del contesto al quale
viene applicata. Sembra molto riduttivo, ad esempio, basare il tempo di esposizione a sole 8 ore quando le emissioni
sono attive sulle 24 ore e non può essere esclusa una quota significativa di residenti che vivono, lavorano, studiano
nella stessa area di ricaduta per ben più di 8 ore/giorno. Il dato sembra più riferibile ad un'esposizione in ambiente di
lavoro, ma non è questo il caso da simulare. Inoltre, per i soggetti più sensibili come i bambini, i risultati, a nostro
avviso, andrebbero rivisti secondo premesse più attinenti alla realtà. Come tasso di inalazione è stato preso il valore
0,7, che corrisponde ad uno stato di riposo. Sappiamo tutti che i bambini, a parte le 8 o 10 ore di sonno in cui si può
considerare uno stato di riposo, sono spesso in movimento per cui il tasso sale a 1,2 circa.
Le Linee Guida sopra citate segnalano la necessità di elaborare una baseline prima della realizzazione dell'opera che
non può essere fatta quindi attraverso l'integrazione successiva di risultati di più modelli di stima matematica.
L'elaborazione di Italcementi parte da una simulazione meteoclimatica delle ricadute degli inquinanti al suolo i cui
risultati, che sono comunque una stima, vengono utilizzati come dato per stimare la distribuzione dell'inquinante nei
comparti ambientali e il nuovo risultato viene nuovamente usato per alimentare un ulteriore calcolo per determinare la
concentrazione che arriva ad accumulare l'adulto o il bambino con determinate condizioni molto limitative. Per quanto
possano essere accurati i modelli e i dati, il risultato non sarà mai affidabile e realistico quanto una valutazione
epidemiologica che comprende l'impatto cumulativo e lo stato di salute effettivo della popolazione esposta. Senza tale
riferimento, ogni futura valutazione non potrà mai avere un termine di paragone certo.
In mancanza di questa analisi potremmo tranquillamente appoggiarci ad un precedente quasi identico al caso in esame:
l’impianto Italcementi di Mazzano Rezzato (BS). La valutazione dell’impatto sulla salute di questo impianto ha portato
ad una evidenza di danno sanitario grazie ad un’analisi epidemiologica (metodo Crosignani).
Considerando tali evidenze, ci chiediamo per quale motivo nella valutazione dei rischi non sia stato preso in esame il
precedente caso di Mazzano Rezzato sopra citato.
Cosa ci fa pensare che a Calusco d’Adda la situazione dovrebbe essere diversa?
In base a queste prime considerazioni risulta già chiaro che le integrazioni presentate da Italcementi sono state basate su criteri
di valutazione insufficienti.
Ci pregiamo inoltre di presentare in allegato le osservazioni sulle integrazioni al SIA Italcementi Calusco d’Adda elaborate dal
Dott. Agostino Di Ciaula, Coordinatore Scientifico ISDE Italia, che sta collaborando con noi cittadini per una valutazione
medico/scientifica della documentazione presentata.
Per le suddette ragioni ribadiamo la nostra convinzione circa la necessità di valutare la situazione sanitaria con un valido studio
epidemiologico.
Restiamo in attesa di ricevere indicazioni sull’esito delle Vostre valutazioni, certi che saranno eseguite con l’occhio critico di chi
conosce la materia per professione.
Cordiali saluti.
Comitato La Nostra Aria, Rete Rifiuti Zero Lombardia, Comitato Aria Pulita Centro Adda
06 agosto 2015
Per contatti e informazioni: comitatolna@gmail.com – rifiutizeromerate@gmail.com – ariapulitacentroadda@gmail.com
http://comitatolna.blogspot.it/
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