Appello al nuovo socio di Italcementi affinché investa nella salute dei cittadini
Gentile Stefanie Kaufmann
Le scrivo a nome e per conto dei miei cittadini, sono Sindaco del comune di Solza, comune confinante con il territorio dove insiste il vostro impianto produttivo di Calusco D'Adda. Mi rivolgo a lei in qualità di nuovo socio del gruppo Italcementi, con il quale finora non è mai stato possibile instaurare un dialogo proficuo su queste tematiche.
Sono convinta che a chi spetta il privilegio di amministrare sia il territorio, sia gruppi industriali, spetti anche il compito di prendersi cura delle persone che vivono nelle zone coinvolte. Ho letto quindi con interesse il report sulla sostenibilità per lo scorso biennio della vostra società, in particolar modo la sezione dedicata alle tematiche ambientali.
Converrà che ogni persona ha il diritto alla salute e che chi amministra ha il dovere di tutelarla e di tutelare l'ambiente in cui tutti noi viviamo: questa constatazione è talmente banale che sorprende con quale superficialità sia disattesa nelle scelte importanti, e il piano industriale presentato lo scorso novembre da Italcementi alla Provincia di Bergamo ne è la prova.
Il progetto industriale che prevede cambiamenti radicali e impattanti quali l'aumento di combustibile secondario sarebbe l'occasione per dialogare con i rappresentanti territoriali e cercare di conciliare le legittime iniziative imprenditoriali, con le altrettanto legittime necessità degli abitanti dell'Isola Bergamasca e del Meratese.
Le scelte strategiche da affrontare in dialogo col territorio sono molteplici: se è vero che la maggior parte dell'inquinamento dei nostri paesi è fornito dai mezzi di trasporto e considerato quanto sia importante l'apporto del cementificio in questo ambito, risulta evidente che rivedere l'approvvigionamento allo stabilimento tramite ferrovia sia una priorità. La riattivazione dello scalo ferroviario già esistente è stata promessa da Italcementi diversi anni fa, senza che ad oggi se ne sia mai fatto nulla, prediligendo le vecchie e nocive logiche del trasporto su gomma.
Se è vero che le piogge acide responsabili di tantissime patologie, specialmente nei bambini, derivano degli ossidi di azoto come quelli emessi dal camino, credo che sia sacrosanto pretendere che il cementificio le dimezzi: l'impianto di Calusco da solo è responsabile, secondo le stime di Legambiente, di un terzo delle emissioni di NOx dell'intera bergamasca al netto di quelle del traffico veicolare; un dato che dovrebbe interrogarvi. Importanti spunti per arginare questa soluzione sono già presenti in altri impianti del gruppo, per esempio quello di Rezzato che ha adottato un sistema DeNOx con sensibile abbassamento di emissioni e di consumi.
Appello del sindaco di Solza
Che dire poi della realtà industriale su cui insiste Italcementi a Calusco? In un raggio di 15 km si trovano ben cinque inceneritori: dai calcoli fatti per soddisfare il fabbisogno di CSS del cementificio non basterà la frazione secca prodotta dall'intera provincia! È quindi lecito domandarci cosa bruceranno gli altri inceneritori (quello di Filago è dedicato ai rifiuti speciali) o dove abbiate intenzione di rifornirvi, dato che la produzione di parte di rifiuto urbano non riciclata è costantemente in calo.
La vostra attività ha un enorme influenza sulla vita delle persone che vivono all'ombra del camino e che ogni giorno respirano il risultato della vostra attività: questo conferisce alla vostra società una responsabilità enorme.
La parte oscura del benessere economico non può più essere pagata con la moneta del degrado ambientale e con la salute delle persone.
Restando in attesa della sua risposta, nella speranza di gettare le basi per un confronto costruttivo, le porgo
Cordiali saluti
Maria Carla Rocca - Sindaco di Solza
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