Bergamo: consegnate 10mila firme ''contro'' l'inceneritore
In un caldo pomeriggio di inizio luglio, in via Torquato Tasso, presso la sede istituzionale della Provincia di Bergamo i tre Comitati Aria Pulita Centro Adda, Rete Rifiuti Zero Lombardia e La Nostra Aria hanno organizzato un Sit-in per formalizzare al consegna delle quasi 10.000 firme raccolte, nelle mani del Presidente Matteo Rossi.
La Provincia di Bergamo infatti è l'Ente a cui spetta di accogliere o respingere la richiesta della società Italcementi di aumentare l'impiego di rifiuti quali combustibili per il proprio impianto di Calusco d'Adda. Il Comitato La Nostra Aria, prende la parola evidenziando come la petizione proponga che Italcementi non venga autorizzata a bruciare CSS nel forno di Calusco d'Adda, in quanto gli studi scientifici piu' recenti evidenzierebbero come cio' comporterebbe l'aumento di inquinanti; la proposta del Comitato e' quindi di portare avanti - in via preventiva - un'indagine epidemiologica col metodo Crosignani, gia' usato per il cementificio di Madone. Marco Benedetti, portavoce del Comitato Aria Pulita Centro Adda e Consigliere Comunale a Verderio, prende quindi la parola presentandosi come assessore uscente della Provincia di Lecco - quindi addetto ai lavori e consapevole delle dinamiche sottese - ma facendo notare che nel lecchese, fino allo scorso settembre, tutto stesse passando sotto silenzio.
Nella bergamasca una richiesta analoga creò, nel recente passato, qualche agitazione mentre in questo caso sembra che tutto fosse lecito. Una volta presentata una propria interrogazione in Consiglio Comunale a Verderio, Benedetti constatò che l'attenzione sulla problematica aumentava, tant'e' che a Merate una mozione presentata dalla Lega Nord in Consiglio Comunale qualche giorno dopo, venne approvata all'unanimita' - evidentemente per l'importanza del tema. In stretta collaborazione con gli altri comitati si è quindi incominciato a puntare l'attenzione trasversalmente sulla problematica; contemporaneamente sono state presentate delle interrogazioni da parte dei consiglieri provinciali Centurelli in Provicnia di Bergamo e Zambetti in Provincia di Lecco; Sempre sul piano politico, Benedetti fa notare come sia stata presentata un'Interrogazione al Senato da parte del Senatore Arrigoni e una alla Camera dal Onorevole Grimoldi, entrambi esponenti della Lega Nord. Gli altri Comitati hanno dato un supporto tecnico notevole; da ex amministratore Benedetti si dice esterrefatto se si considera che un impianto privato sia autorizzato da una Legge dello Stato (Governo Monti) a "inquinare" in modo esponenziale e con controlli non adeguati, quando invece il singolo cittadino che accende il caminetto di casa o la caldaia, viene sottoposto a controlli capillari e sanzioni spesso pesanti. Inoltre, non va dimenticato ha specificato Benedetti che Italcementi in passato non ha dimostrato di essere una società rispettosa degli impegni presi nei confronti del territorio (vedasi scalo ferroviario a Calusco, mai realizzato). D'altronde, conclude Benedetti, è assurdo pensare di parificare un inceneritore (o termovalorizzatore) a un cementificio, con buona pace dell'ex ministro Clini.
Un inceneritore è un impianto pubblico e svolge una pubblica funzione mentre Italcementi è un impianto privato che produce utili e non ha ricadute di pubblico interesse. Raffalella Zigon, della Rete Rifiuti Zero Lombardia sottolinea come le firme raccolte siano la fotografia più nitida dell'apprensione della cittadinanza con riguardo alle problematiche ambientali. Le recenti linee guida di VIAS impongono che i controlli vengano effettuati da valutatori (ASL e ARPA) esterni rispetto alla società proponente (Italcementi). I Comitati chiedono anche di poter partecipare alle prossime sedute di Conferenza di Servizi che, come sottolinea il leghista Benedetti, dovrebbe essere una richiesta del tutto in linea con le previsioni della Legge n.241/1990. Il Presidente Rossi, residente a Mapello, replica rivendicando da un lato la propria appartenenza al territorio dell'Isola Bergamasca e riconoscendo che la raccolta di firme sia sintomatica di un movimento popolare attento e sensibile al tema ma allo stesso tempo stigmatizza il fatto che al di la' della condivisa preoccupazione per le emissioni inquinanti, la responsabilità vada addossata alla legge dello Stato in materia di smaltimento dei rifiuti (vedasi Decreto Clini del Governo Monti); si configurerebbe quindi un eccesso di potere se la Provincia non desse attuazione alle Leggi dello Stato che né la Provincia di Bergamo né la Politica possono cambiare. Rossi si dice favorevole a che sia effettuata una mappatura seria delle imprese autorizzate alle emissioni. Ad ogni modo la Provincia di Bergamo, avrebbe indirizzato alla società Italcementi una ventina di prescrizioni alle quali, entro il prossimo 9 luglio, la società è tenuta a specificare come intenda darvi attuazione.
Calusco d’Adda: Italcementi precisa
L'azienda: vogliamo contribuire a un dialogo con il territorio basato sui termini reali della questione
L'impianto Italcementi di Calusco d'Adda
CALUSCO D’ADDA — Dopo l’articolo pubblicato ieri da Bergamosera sull’impianto di Calusco d’Adda (leggi qui), Italcementi ha inviato una nota di precisazione che l’azienda ritiene utile “per chiarire alcuni punti e contribuire a un dialogo con il territorio basato sui termini reali della questione”.
“Nell’ambito della richiesta di Italcementi di aumentare l’utilizzo dei combustibili alternativi in sostituzione di combustibili fossili tradizionali presso la cementeria di Calusco d’Adda, precisiamo che:
1) L’utilizzo dei combustibili alternativi non ha alcuna conseguenza significativa sulle emissioni. Non solo non si registra nessun aumento delle emissioni (non trattandosi di una combustione aggiuntiva, ma sostitutiva), ma su alcuni valori si registra addirittura un miglioramento qualitativo. Va inoltre sottolineato che le performance ambientali della cementeria sono assolutamente in linea con i rigorosi limiti di legge e dunque non si può parlare di “emissioni allarmanti”, essendo tutti i valori ampiamente sotto controllo. L’impianto di Calusco è tra i più moderni e tecnologicamente avanzati d’Europa e applica le migliori tecniche disponibili previste dalla Ue.
2) La cementeria non è un inceneritore: l’utilizzo di combustibili alternativi nel processo di cottura del clinker non produce residui da smaltire successivamente, come le ceneri nel caso degli inceneritori. La composizione delle materie prime del cemento rende inoltre il ciclo di produzione “autodepurante”. Va infine sottolineato che il business di Italcementi non consiste nello smaltimento dei rifiuti: la cementeria può funzionare con combustibili tradizionali o con il Css, oppure con un mix tra i due. Il progetto concorre di fatto a valorizzare come possibile combustibile a “chilometro zero” alcuni rifiuti solidi non pericolosi residuali della raccolta differenziata e del riciclo.
3) L’obiettivo della cementeria è quello di produrre cemento di qualità, nel modo più sostenibile e competitivo possibile. I combustibili alternativi sono utilizzati in parziale sostituzione degli attuali combustibili fossili ed è necessario che siano controllati e di qualità, per non compromettere la qualità stessa del prodotto. Vale la pena ricordare che l’utilizzo dei rifiuti come combustibile alternativo è giudicato come una pratica virtuosa dall’Unione Europea e che gli stabilimenti del Nord Europa funzionano con percentuali di sostituzione che si avvicinano al 100% (utilizzando peraltro anche rifiuti provenienti dall’Italia) e il loro cemento secondo gli standard europei è considerato più “verde” di quello italiano, proprio grazie al ricorso ai combustibili alternativi.
L’utilizzo dei combustibili solidi secondari in cementeria consente di valorizzare i rifiuti trasformandoli in energia, anziché inviarli in discarica o verso altre forme di smaltimento. Il loro utilizzo avviene attraverso un ciclo produttivo auto-depurante, grazie alle caratteristiche naturali delle materie prime utilizzate, che non produce residui come le ceneri. Una soluzione raccomandata dalla UE e adottata in tutta Europa, soprattutto nei paesi del Nord del continente”, conclude Italcementi.
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