Assemblea a Calusco d’Adda del 27 Novembre 2015 - V.I.A. Italcementi.
Venerdì sera si è svolta a Calusco d'Adda l'assemblea pubblica organizzata da Legambiente “Certezze-sospetti-soluzioni”.
Avremmo voluto condividere con voi il video della serata MA, purtroppo, ai due cineoperatori indipendenti presenti è stato impedito di filmare l’evento… forse gli organizzatori hanno voluto attenersi totalmente al tema della serata e ricordarci i “SOSPETTI” che stanno accompagnando tutta la vicenda in questi mesi. l’unica “CERTEZZA” è che il diritto di cronaca è stato negato.
La “SOLUZIONE” che noi auspichiamo è invece una semplice analisi epidemiologica.
Visto che quello che leggerete sulla stampa bergamasca sarà probabilmente altra cosa, cercheremo di fare un sunto della serata riportando il contenuto dei nostri interventi in qualità di pubblico. Ci preme infatti ricordare che i comitati rappresentanti di 10.000 firme non sono stati invitati nè a presenziare né tantomeno ad intervenire come relatori.
L’ingannevole slogan diffuso per questo progetto afferma che, introducendo i rifiuti nel processo di combustione, gli inquinanti vengono ridotti. NON E’ VERO !
Con dati alla mano abbiamo mostrato che, già nel periodo di sperimentazione dal 2007 al 2013, sono diminuiti solamente pochi valori degli inquinanti ma i più pericolosi sono aumentati con tassi che variano da un 10% fino a oltre 4000%.
I valori di inquinanti che aumentano sono relativi ai composti più pericolosi per la salute umana. A questo punto il portavoce di Italcementi ha affermato che i valori delle emissioni sono sempre ampiamente sotto i limiti di legge, cosa mai messa in discussione dai comitati ma che non dà alcuna garanzia per l’impatto sulla salute.
In ogni modo è emerso così l'intento puramente propagandistico di quella dichiarazione: le emissioni aumentano ma non interessa a nessuno perché si rimane nei limiti di legge.
Legambiente ci ha accusato in separata sede di “spaventare la popolazione”.
Ma è stato proprio l’intervento di Damiano di Simine, Presidente uscente di Legambiente Lombardia che ci ha pietrificato.
Al termine di un ragionamento sulle priorità degli interventi ha pronunciato le seguenti testuali parole “Prima pensiamo a diminuire le emissioni… e poi contiamo i morti” . Bizzarro modo di voler tutelare la salute visto che l’attuale stato della salute pubblica è già notoriamente precario: il rapporto Asl BG 2012 per l'isola Bergamasca evidenzia infatti una significativa incidenza di tumori derivanti dall'inquinamento.
Inoltre la nostra zona è classificata “classe A” dal Piano di Risanamento da inquinamenti atmosferici della Regione Lombardia per via del già elevato inquinamento atmosferico, è quindi vietato creare condizioni che determinerebbero un aumento di inquinanti in atmosfera.
E’ per questo che riteniamo necessario lo svolgimento di una indagine epidemiologica che valuti lo stato di salute della popolazione a conferma di tutte queste evidenze.
Tra l’altro abbiamo avuto la fortuna di avere tra il pubblico il Dott. Paolo Crosignani, ex Direttore dell’Istituto Nazionale dei Tumori di Milano ed epimediologo.
Ha brevemente illustrato la sua esperienza personale nella bergamasca: ASL di Bergamo non voleva completare l’analisi epidemiologica nella zona dell’inceneritore di Filago, ma è stata costretta solo dietro intervento diretto della procura della Repubblica!
E’ tristemente incredibile che ASL di BG non proceda spontaneamente ad una indagine epidemiologica ma si attivi solo su ordinanza della Procura della Repubblica di Bergamo.
Come cittadini non abbiamo forse il DIRITTO alla salute ? Il diritto di conoscere cosa stiamo respirando?
Tra i presenti alla serata anche il presidente della CIB, Maria Grazia Dadda.
Strano però che al nostro invito di partecipazione alla Manifestazione del 7 novembre avesse risposto “la Cib ritiene opportuno declinare il suddetto invito a tutela del ruolo di garanzia delle diverse posizioni rappresentate”. Significa allora che tutte le posizioni rappresentate erano d’accordo con lo spirito di questa assemblea?
Insomma, tutti i presenti con il loro tecnici (pagati da noi contribuenti) non hanno fatto altro che appoggiare il progetto con assurde teorie.
In ogni caso noi comitati siamo riusciti a far sentire la nostra voce e quelle delle 10.000 persone che rappresentiamo con le firme raccolte.
Ribadiamo il nostro NO alla trasformazione del cementificio di Calusco in un inceneritore.
VOGLIAMO INDAGINE EPIDEMIOLOGICA
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