I COMITATI CITTADINI PROTOCOLLANO UN NUOVO DOCUMENTO OSSERVAZIONALE IN OCCASIONE DELLA CONFERENZA DEI SERVIZI SUL CASO ITALCEMENTI CALUSCO D’ADDA
Lunedì 14 dicembre 2015
si è svolta a Bergamo, presso la sede della Provincia in Via Tasso, la
conferenza dei servizi istruttoria indetta dall’ente in merito alla richiesta
di Valutazione di Impatto Ambientale (VIA) redatta da Italcementi allo scopo di
ottenere l'autorizzazione a triplicare il quantitativo di rifiuti bruciati
presso lo stabilimento di Calusco d’Adda in sostituzione parziale del coke di
petrolio.
I comitati cittadini La
Nostra Aria, Aria Pulita Centro Adda e Rete Rifiuti Zero Lombardia,
rappresentanti di 10.000 firme raccolte sul territorio con la petizione
popolare "Basta inquinamento: No alla trasformazione del cementificio
Italcementi S.p.a in un inceneritore e richiesta di drastica diminuzione delle
emissioni inquinanti", hanno presenziato alla conferenza in veste di
uditori. La conferenza è stata preceduta e seguita da un sit-in tenutosi fuori
dal palazzo della Provincia, organizzato allo scopo di manifestare il dissenso
alla richiesta dell’azienda così come è stata formulata in sede di VIA.
I comitati cittadini per
l'occasione hanno prodotto e protocollato, presso la Provincia di Bergamo, un
documento riassuntivo delle richieste e delle osservazioni tecniche e sanitarie
finora prodotte (tra cui i documenti redatti da ISDE Italia- Associazione
Medici per l’Ambiente).
Nel documento riassuntivo
viene evidenziato:
1- le evidenze di danno
sanitario legato alla co-combustione dei rifiuti nei cementifici derivanti da
studi medico-scientifici presi a riferimento;
2- l’aumento degli
inquinanti emessi dal camino del cementificio e gli svantaggi rispetto alla
combustione dei rifiuti in un inceneritore;
3- i pericoli legati al
fatto che le ceneri e le scorie della combustione dei rifiuti, normalmente
classificate come rifiuto tossico, vengono inglobate nel cemento, che poi viene
commercializzato. Ciò costituisce un rischio sia per l’ambiente (suolo e falde
acquifere) a seguito della demolizione dei manufatti, sia per i lavoratori
coinvolti nella produzione, che si ritrovano a maneggiare cemento con composti
tossici;
4- la possibile
violazione della normativa REACH nella produzione di clinker chimicamente
modificato dalla presenza dei composti chimici presenti nelle scorie e ceneri
inglobate;
5- l’aumento notevole in
massa del totale dei combustibili bruciati;
6- il fatto che il
rischio rilevato nello studio tossicologico prodotto da Italcementi a luglio
2015 e integrato a ottobre 2015 è evidentemente sottostimato, perché basato su
parametri non sufficientemente cautelativi;
7- che l’utilizzo dei
rifiuti come combustibile interferisce pesantemente nella filiera del recupero
di materia;
8- che il rispetto dei
limiti di legge previsti per l’emissione non dà nessuna garanzia che le
emissioni prodotte non producano gravi danni alla salute della popolazione.
A riprova dei punti sopra
citati viene menzionata un’amplia bibliografia, tra cui i recenti risultati
dell’indagine epidemiologia condotta dall’ARPA di Vercelli per valutare gli
effetti delle emissioni dell’inceneritore locale (ricordiamo, solo per citare
alcuni dati che è stato riscontrato un aumento dei tumori del colon-retto pari
al 400%, del polmone pari al 180%, delle malattie ischemiche del cuore pari al
90%) e l’ancora più recente studio pubblicato dall’EEA (European Environment
Agency) in cui viene rimarcata la pessima qualità dell’aria in Italia (sappiamo
che il peggio si attesta nella Pianura Padana), mettendoci al primo posto
nell’incidenza di mortalità attribuibile alle polveri sottili.
I cittadini chiedono che
la concessione dell’autorizzazione a procedere a Italcementi sia vincolata alla
realizzazione e ai risultati di una analisi epidemiologica con metodo
Crosignani da svolgere sul territorio su cui insistono le emissioni del
cementificio. Tale analisi ha l’obiettivo di mostrare le reali condizioni di salute
della popolazione e consentire di valutare se essa possa o meno sopportare uno
stress aggiuntivo.
I comitati auspicano che
gli amministratori e gli enti considerino pienamente le evidenze esposte sulla
base del ruolo e delle responsabilità ricoperte.
Continua l’appello ai
sindaci affinché la voce dei cittadini non rimanga inascoltata.
Comitato La
Nostra Aria, Comitato Aria Pulita Centro Adda, Rete Rifiuti Zero Lombardia
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