Anche il geologo Tozzi boccia Ca' del Bue
La ricetta dell'esperto sui rifiuti: «Bisogna ridurre la quantità e riciclarla nel ciclo della produzione»
Anche il geologo Mario Tozzi dice no a Ca' del Bue e alle pratiche di incenerimento dei rifiuti. Il noto volto televisivo ha esplicitato la sua posizione nel corso dell'incontro serale svolto all'auditorium delle scuole medie “Marconi” nella rassegna «Tra terra e cielo».
Tozzi era arrivato a San Giovanni Lupatoto in mattinata e dal palco del teatro Astra si era rivolto ai ragazzi delle scuole parlando dei disastri ambientali e dell'impatto dell'uomo sul pianeta che lo ospita. Nel pomeriggio, accompagnato dal sindaco Federico Vantini e da alcuni assessori, era stato in riva all'Adige, nella zona del parco del Porto, da dove è ben visibile l'inceneritore della basse di San Michele che, se riattivato e ampliato, disperderà le sue emissioni sul territorio lupatotino.
Al conduttore televisivo è stata rivolta una domanda sul trattamento dei rifiuti e sul loro incenerimento. «Non conosco a fondo le tematiche locali ma in via generale in ambito di rifiuti le questioni sono due», ha detto in risposta il geologo Tozzi. «La prima è ridurre la mole di rifiuti che l'attuale sistema di produzione dei beni ci impone. La seconda è di riciclare e riusare per quanto possibile i rifiuti prodotti recuperandoli e reimmettendoli in ciclo. Di certo la cosa più sbagliata è la loro combustione, considerato che l'energia ricavata è in quantità marginale». Il volto televisivo valuta anche l'aspetto della salute: «Sotto l'aspetto sanitario ci sono poi da valutare con attenzione le emissioni degli inceneritori» ha aggiunto Tozzi. «Anche se gli impianti più moderni ed evoluti contengono le emissioni e rispettano i limiti di legge, le concentrazioni nel suolo di polveri disperse in aria destano sempre preoccupazione e possono causare danni alla salute e all'ambiente. Occorre puntare sulla raccolta differenziata e, per la parte di rifiuti non riutilizzabile, sulle tecnologie di smaltimento a freddo senza investire risorse negli inceneritori».Tozzi in precedenza aveva illustrato il suo libro «Tecnobarocco» nel quale sono riportati svariati esempio di «devianze» collegate all'uso non opportuno della tecnologia, definita «barocca» per i suoi orpelli.
«L'esempio classico è lo smart phone» ha detto il volto televisivo, «la sua funzione è quella originaria di mettere in comunicazione due persone. Da oltre cento anni il telefono continua ad assolvere nello stesso modo a questo compito per il quale fu inventato nel 1800. Eppure è stato arricchito di una serie di altri congegni, dalla video camera al registratore che sono soltanto inutili aggiunte e ci fanno perdere tempo».
Tozzi ha poi fatto la comparazione tra il calcio balilla e i video giochi. «Il primo era un gioco fisico con 12 palline che davano un preciso limite alla partita» ha spiegato il geologo-divulgatore. «Ora mio figlio si dedica ai video giochi che non finiscono mai».
Tozzi era arrivato a San Giovanni Lupatoto in mattinata e dal palco del teatro Astra si era rivolto ai ragazzi delle scuole parlando dei disastri ambientali e dell'impatto dell'uomo sul pianeta che lo ospita. Nel pomeriggio, accompagnato dal sindaco Federico Vantini e da alcuni assessori, era stato in riva all'Adige, nella zona del parco del Porto, da dove è ben visibile l'inceneritore della basse di San Michele che, se riattivato e ampliato, disperderà le sue emissioni sul territorio lupatotino.
Al conduttore televisivo è stata rivolta una domanda sul trattamento dei rifiuti e sul loro incenerimento. «Non conosco a fondo le tematiche locali ma in via generale in ambito di rifiuti le questioni sono due», ha detto in risposta il geologo Tozzi. «La prima è ridurre la mole di rifiuti che l'attuale sistema di produzione dei beni ci impone. La seconda è di riciclare e riusare per quanto possibile i rifiuti prodotti recuperandoli e reimmettendoli in ciclo. Di certo la cosa più sbagliata è la loro combustione, considerato che l'energia ricavata è in quantità marginale». Il volto televisivo valuta anche l'aspetto della salute: «Sotto l'aspetto sanitario ci sono poi da valutare con attenzione le emissioni degli inceneritori» ha aggiunto Tozzi. «Anche se gli impianti più moderni ed evoluti contengono le emissioni e rispettano i limiti di legge, le concentrazioni nel suolo di polveri disperse in aria destano sempre preoccupazione e possono causare danni alla salute e all'ambiente. Occorre puntare sulla raccolta differenziata e, per la parte di rifiuti non riutilizzabile, sulle tecnologie di smaltimento a freddo senza investire risorse negli inceneritori».Tozzi in precedenza aveva illustrato il suo libro «Tecnobarocco» nel quale sono riportati svariati esempio di «devianze» collegate all'uso non opportuno della tecnologia, definita «barocca» per i suoi orpelli.
«L'esempio classico è lo smart phone» ha detto il volto televisivo, «la sua funzione è quella originaria di mettere in comunicazione due persone. Da oltre cento anni il telefono continua ad assolvere nello stesso modo a questo compito per il quale fu inventato nel 1800. Eppure è stato arricchito di una serie di altri congegni, dalla video camera al registratore che sono soltanto inutili aggiunte e ci fanno perdere tempo».
Tozzi ha poi fatto la comparazione tra il calcio balilla e i video giochi. «Il primo era un gioco fisico con 12 palline che davano un preciso limite alla partita» ha spiegato il geologo-divulgatore. «Ora mio figlio si dedica ai video giochi che non finiscono mai».
No comments:
Post a Comment