Italcementi, conferenza dei servizi tra enti. L'azienda: i nostri parametri sono a norma. I sindaci: vogliamo garanzie per i cittadini
Alla conferenza, oltre a Italcementi, alla Provincia di Bergamo, all'Asl e all'Arpa e al Comune di Calusco, hanno dunque partecipato i sindaci o i loro delegati dei comuni di Paderno d'Adda, Imbersago, Robbiate, Verderio e Solza, che lo scorso dicembre avevano chiesto alla Provincia di Bergamo, tramite una lettera pubblica, di poter prendere parte alla procedura di verifica di impatto ambientale sul progetto di Italcementi. Anche il Comune di Merate ha partecipato all'incontro, in qualità però di semplice uditore non avendo presentato per tempo richiesta di partecipazione al tavolo tecnico.
Secondo il parere degli amministratori coinvolti si è trattato di un incontro interlocutorio, il primo di un percorso che ricomincerà il prossimo 6 marzo e che, in quella data, vedrà i comuni del meratese portare sul tavolo della Provincia di Bergamo le proprie osservazioni tecniche.
"Italcementi ha presentato in modo approfondito il proprio progetto, mentre meno accuratezza è stata riservata all'impatto ambientale", ci ha spiegato Roberto Riva, consigliere con delega all'ambiente del Comune di Imbersago. "L'azienda ha più volte ribadito, tagliando corto con l'ausilio di tabelle molto tecniche, che i loro parametri di emissione sono a norma di legge. È chiaro che non vogliamo demonizzare Italcementi e che per legge l'utilizzo di combustile derivato dai Css è permesso, ma il nostro fine sarebbe garantire ai cittadini la migliore qualità dell'aria possibile e non semplicemente quella a norma di legge", ha continuato il consigliere Riva.
"I punti principali in discussione sono ancora gli stessi - ci ha riferito invece l'assessore robbiatese all'ambiente Giuseppe Acquati - e riguardano la tracciabilità e la qualità dei rifiuti bruciati, che chiediamo vengano garantiti da un ente terzo così come i controlli sulle emissioni".
I Css (rifiuti non pericolosi e non riciclabili tramite la raccolta differenziata) sono classificati e per legge devono fornire garanzie di idoneità, ma la richiesta fatta dai comuni coinvolti è principalmente quella di poter controllare in ogni momento del trattamento, tramite un ente terzo, la loro qualità e il modo in cui vengono utilizzati. A tal proposito, durante la conferenza, sono emersi dubbi principalmente sull'opportunità di bruciare tra i rifiuti i fanghi reflui e si è insistito affinché i Css provengano da filiera corta.
Un altro punto spinoso ha riguardato lo scalo ferroviario tra lo stabilimento e la stazione di Calusco d'Adda della cui costruzione, secondo gli accordi del 2012, Italcementi si sarebbe dovuta occupare.
"Italcementi lamenta difficoltà con le Ferrovie - ci ha spiegato ancora Roberto Riva - ma sembra di capire che non sia più interessata al progetto perché il trasporto su rotaia sarebbe molto meno funzionale per i Css rispetto al combustibile petcoke che ora utilizzano. Per i comuni coinvolti però il trasporto su rotaia dei materiali è una condizione indispensabile".
Mercoledì non è stato discusso il tema della fidejussione di 600.000 euro che i comuni che sottoscrissero gli accordi del 2012 potrebbero incassare da Italcementi per il ritardo nella realizzazione dell'opera; una eventuale proroga sarebbe stata accordata unicamente dal Comune di Calusco d'Adda che, anche nell'incontro in Provincia di Bergamo, si è dimostrato insensibile alle richieste degli altri comuni coinvolti.
Infine sono state fatte richieste per uno studio sugli effetti del passaggio da 30mila a 110mila tonnellate di rifiuti bruciati sulla salute dei cittadini, richiesta sostenuta dall'Asl e dall'Arpa.
Nel pomeriggio gli amministratori, che hanno scelto il sindaco di Paderno d'Adda Renzo Rotta come proprio portavoce, hanno fatto un sopralluogo nello stabilimento di Calusco su invito di Italcementi.
No comments:
Post a Comment