LA CRISI DEL CEMENTO
Italcementi ferma alcuni stabilimenti in Italia
Annuncio agli azionisti: i siti da 17 a 8. Il gruppo punta
sui Paesi emergenti. Pesenti: mercato a livelli degli anni 60

LA LETTERA - «Il mercato italiano del cemento continua a essere caratterizzato da una sovracapacità produttiva rispetto a una domanda che si è allineata ai livelli della fine degli anni Sessanta» hanno scritto in una lettera distribuita in avvio dell'assemblea di bilancio Giampiero Pesenti e il figlio Carlo, consigliere delegato. «L'anno scorso le aspettative di un'inversione della tendenza negativa che aveva caratterizzato il settore delle costruzioni a partire dal 2008 - afferma il presidente di Italcementi, - si sono allontanate a causa dell'aggravarsi dello scenario congiunturale, soprattutto in Europa, in alcuni fasi entrato in una fase di recessione, spostando l'attesa di segnali concreti di ripresa sono nel prossimo futuro».
«RAZIONALIZZARE» - «A fronte di questa nuova realtà, che si prevede non possa più tornare agli elevati livelli pre-crisi», da Italcementi «è stato avviato un intervento con l'obiettivo di razionalizzare l'apparato industriale e distributivo nazionale, senza per questo ridurre le quote di mercato: il gruppo con il rigoroso controllo della gestione finanziaria continuerà una politica di mantenimento dell'indebitamento netto entro i prudenziali limiti che da sempre caratterizzano il profilo della società. Il 2013 - si legge ancora nella lettera dei vertici agli azionisti - inaugura la completa integrazione nella relazione finanziaria annuale di quella sulla sostenibilità e le strategie e le azioni intraprese quest'anno, pur a fronte di una volatilità che contraddistingue l'evoluzione dello scenario macroeconomico mondiale, determineranno per il gruppo nuove sfide e un impegno ancora maggiore affinché la nostra attività possa generare valore condiviso per tutti gli stake-holders» concludono Giampiero e Carlo Pesenti.

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