Giorni dalla firma tra Italcementi ed i Comuni

NON HANNO FIRMATO I SINDACI DI : Paderno d'Adda e Solza . HANNO FIRMATO : Calusco d'Adda, Cornate d'Adda, Imbersago, Medolago, Parco Adda Nord, Robbiate, Verderio Inferiore, Verderio Superiore, Villa d'Adda, Dopo più di 1.000 giorni dalla firma ,il 4 Maggio 2012 non si hanno notizie sulla ferrovia . Solo ombre su questo accordo fantasma , polvere , puzza, inquinamento . http://calusco.blogspot.it/2012/05/comunicato-stampa-tavolo-italcementi.html

Countdown alla ferrovia

il tempo e' finito del collegamento ferroviario nessuna notizia ,Piu' di 1.000 giorni TRE ANNI e nulla di fatto, meditate .

Wednesday, December 31, 2008

Ecomuseo (video)

Ecco la classifica delle dieci migliori società dello S&P/Mib e l'andamento da fine 2007:

Ecco la classifica delle dieci migliori società dello S&P/Mib e l'andamento da fine 2007:
1) Snam Rete Gas -9,57%
2) Terna -16,4%
3) Fastweb -18,6%
4) Lottomatica -29,4%
5) Alleanza -34,5%
6) Eni -35,1%
7) Italcementi -36,8%
8) Buzzi Unicem -37,1%
9) Generali -38,2%
10) Mondadori -38,2%

I peggiori 10
Ed ecco i peggiori 10 titoli dello S&P/Mib e l'andamento da fine 2007:
1) Seat Pagine Gialle -78,4%
2) Fiat -73,6%
3) UniCredit -70,5%
4) Banco Popolare -66,8%
5) Pirelli -64,1%
6) Gruppo L'Espresso -60,5%
7) A2a -58,7%
8) Geox -58,2%
9) Saipem -56,3%
10) Impregilo -55,9%.

Tuesday, December 30, 2008

Italcementi: manterremo i nostri impegni

Italcementi: manterremo i nostri impegni
col territorio. Da rivedere solo modalità
e tempi delle compensazioni





In merito alle posizioni espresse su Merateonline dai sindaci di Paderno e Solza, l`Ufficio Stampa Italcementi invia la seguente nota a chiarimento delle proprie posizioni.



ITALCEMENTI: MANTERREMO I NOSTRI IMPEGNI CON IL TERRITORIO

Mantenimento degli impegni e nessuna preclusione nei confronti dei comuni e del territorio. Italcementi conferma la propria volontà di confermare le compensazioni previste dall`accordo sull`uso del CDR, ma richiama tutti alla inderogabile necessità di rivedere i tempi e le modalità di attuazione di tali compensazioni, in un momento di crisi profonda per l`economia italiana in tutti i settori di attività.

L`azienda replica alle dichiarazioni di alcuni amministratori locali circa un suo presunto "disimpegno" rispetto agli impegni presi con il territorio. La stessa presenza di Italcementi al tavolo tecnico svoltosi a Calusco la scorsa settimana, del resto, è una conferma della volontà di dialogo e di confronto con il territorio, con le istituzioni e con i cittadini. Non rientra certo tra gli obiettivi dell`azienda la "rottura" del tavolo stesso pur osservando che l`allargamento del tavolo ha reso, soprattutto in passato, assolutamente lunghi i tempi di decisione in presenza di interessi non sempre convergenti tra le diverse amministrazioni e organizzazioni rappresentante.

Oggi non è possibile, però, ignorare che lo scenario economico è repentinamente e radicalmente mutato. La crisi del mercato del cemento - la cementeria di Calusco ha ridotto del 40% la produzione - e la situazione dell`economia in generale impongono a chi ha la responsabilità di gestire una realtà industriale che dà lavoro a migliaia di persone di ridefinire le proprie strategie e, se necessario, di rimodulare nel tempo gli impegni presi, stabilendo con realismo le priorità negli investimenti: il mantenimento dell`occupazione; la sicurezza dei lavoratori all`interno degli impianti e, non ultimo, l`impegno al rispetto dei parametri ambientali e delle emissioni della cementeria, già ridotte a Calusco tra il 50% e il 90% grazie al nuovo impianto.

Insomma, si tratta di prendere lucidamente atto della situazione di crisi, che sta portando molte aziende alla chiusura o a lunghi periodi di cassa integrazione e di ridefinire insieme le modalità di adempimento degli impegni presi, che - come ha sempre fatto l`azienda - saranno mantenuti.



UFFICIO STAMPA ITALCEMENTI

Saturday, December 27, 2008

E’ mancato il rispetto per le istituzioni e per i cittadini.






Delusione e rammarico per la rottura con
Italcementi. E’ mancato il rispetto
per le istituzioni e per i cittadini.




L’amministrazione di Solza condivide la posizione espressa dal sindaco di Paderno d’Adda, Valter Motta, e da altri sindaci dei comuni Lecchesi, su quando emerso dai lavori del tavolo di confronto con la ditta Italcementi sulle compensazioni ambientali previste per il nostro territorio a seguito dell’utilizzo del CDR .

Concordiamo che non sia possibile passare anni in discussioni e ore di lavoro degli amministratori ed delle associazioni ambientaliste che, ricordiamo, mettono al servizio dell’ambiente e del territorio molto tempo a titolo gratuito, e poi trovarci di fronte a manfrine di vario tipo per non onorare gli accordi presi.

Trovo immorale che grandi gruppi industriali non onorino gli impegni presi con i comuni che, non dimentichiamo, rappresentano gli interessi dei loro cittadini.

Devo tristemente constatare che Italcementi ha deluso le aspettative dei nostri cittadini, non dando nulla di quanto è dovuto ma nascondendosi dietro la crisi economica che ormai è usata per giustificare di tutto.

Alle amministrazioni viene sempre più spesso chiesto di essere responsabili, di fare scelte coraggiose e così via, ma troppo spesso questa scelte si scontrano poi con interlocutori che dimostrano nei fatti di quanta poca credibilità siano portatori.

Questo modo di fare impresa, purtroppo, è sempre più diffuso: manca totalmente il rispetto per le istituzioni e soprattutto la voglia di lavorare con quell’etica che serve per condividere grandi progetti per il futuro e, non ultimo, ricordo che il mancato rispetto di un accordo indebolisce solo quelli che lo violano.



M. Carla Rocca
Sindaco di Solza

Thursday, December 18, 2008

La Commissione europea ha aperto un caso su Isola delle Femmine

Processo per le infiltrazioni nella «Calcestruzzi» di Riesi
Riaperta l'istruttoria dibattimentale


La prima Sezione della Corte d'Appello nissena (presidente Salvatore Cardinale, consiglieri Sergio De Nicola e Maria Carmela Giannazzo) ha disposto la riapertura dell'istruttoria dibattimentale nel processo per il primo filone d'inchiesta sulle sospette infiltrazioni mafiose all'interno della "Calcestruzzi" di Riesi. Dunque i giudici hanno sciolto la riserva accogliendo le richieste degli avvocati Giampiero Russo e Goffredo D'Antona, difensori dell'imputato Giuseppe Ferraro, 47 anni, disponendo le audizioni dei consulenti dell'accusa, degli amministratori giudiziari dai quali Ferraro acquistò la sua cava di inerti oltre all'esame dell'altro imputato, l'operaio Salvatore Paterna, 46 anni, assistito dall'avvocato Emanuele Limuti. La stessa Procura Generale aveva sollecitato l'audizione di Paterna al dibattimento. Il processo è stato rinviato a fine gennaio per ascoltare i vari testimoni che si alterneranno sul pretorio.
Secondo la tesi accusatoria i due imputati sarebbero stati dei prestanome della famiglia mafiosa riesina guidata da Pino e Vincenzo Cammarata, i quali avrebbero infiltrato alcuni loro uomini di fiducia all'interno della "Calcestruzzi". Accuse pesanti che costarono a Ferraro e Paterna la condanna a 6 anni di reclusione ciascuno per il reato di associazione mafiosa. L'attività dell'autorità giudiziaria portò poi ai nuovi filoni d'inchiesta riguardanti l'utilizzo del calcestruzzo depotenziato per la costruzione di opere pubbliche e private e sulla presunta "doppia contabilità". Di pochi giorni fa è la notizia del sequestro di un tratto autostradale del nord Italia.
In manette sono finiti anche diversi amministratori del gruppo "Italcementi" del quale fa parte anche la "Calcestruzzi Spa". Nel registro degli indagati della Direzione Antimafia di Caltanissetta sono confluiti nomi eccellenti come quelli di Mario Colombini e Fausto Volante, oltre a Francesco Librizzi (che ha già patteggiato la pena) e Giovanni Giuseppe Laurino. Da parte loro, però, i vertici di "Italcementi" hanno sempre respinto ogni accusa nei loro confronti, definendosi parte offesa.
Vincenzo Pane





ITALCEMENTI:risposta min.ambinete ad interrogazione Siragusa," la regione era tenuta ad emanare provvedimenti - ma nonlo ha fatto!", "la procura idaga responsabilità penali", "la Commissione europea ha aperto un caso su Isola delle Femmine."
Trasmettiamo la risposta del ministero dell'ambiente all' interrogazione n.5-00090 dell'on. Alessandra Siragusa in merito al funzionamento della cementeria "Italcementi" di Isola delle Femmine.

Nella risposta il ministero rileva che " a partire dal 2000, la normativa vigente imponeva di adottare specifici provvedimenti finalizzati a ridurre l a pressione ambientale in linea con i principi UE di gestione eco- compatibile e sviluppo sostenibile. Provvedimenti che la regione era tenuta ad emanare- ma non lo ha fatto-in attuazione di quanto previsto in questo senso dalla direttiva 96/62/CE in materia di valutazione e di gestione della qualità dell'ambiente".

Nella risposta il ministero comunica che "la procura della repubblica di Palermo si sta interessando delle omissioni degli anni passati per l'accertamento delle connesse responsabilità penali".

La risposta conclude asserendo che "la questione è attentamente monitorata dal Ministero dell'Ambiente e dal Dipartimento delle politiche comunitarie in quanto la commissione europea ha aperto un caso proprio sul cementificio Isola delle Fermmine, chedendo di ricevere informazioni in merito sia alla autorizzazione all'esercizio dell'impianto ed alle misure adottate per ridurre le emissioni inquinanti in atmosfera e gli scarichi idrici, sia sullo svolgimento della valutazione di incidenza delle attività autorizzate sui siti di interesse comunitario".

Rete Lilliput rileva positivamente, come risultato della propria opera di pressione democratica, la previsione di 2 centraline di rilevamento degli inquinanti nell'atmosfera, la conferma dell'esclusione di impiego di combustibili derivati da rifiuti (CDR).
Rete Lilliput giudica insoddisfacenti ed elusive le risposte in materia di petcoke, la dove ci si limita ad elencare la successione degli eventi della vertenza che oppone ambientalisti e regione siciliana.
Materia su cui è gia intervenuto il TAR bocciando le richieste di Italcementi, materia su cui sono pendenti ricorsi al TAR di associazioni ambientaliste e di singoli privati cittadini.

l'ufficio stampa

Guerrini: solo briciole con il piano Italcementi

Guerrini: solo briciole con il piano Italcementi


Il consigliere comunale del Partito Democratico Mauro Guerrini torna sull'acccordo Comune-Italicementi e sugli ultimi sviluppi, e propone una riflessione. Cifre alla mano, il dottor Guerrini, fa i conti e mette a confronto l'accordo siglato dall'allora sindaco De Sio con la disdetta dell'attuale amministrazione ed il nuovo progetto affidato ad un privato.
E veniamo ai conti fatti dall'esponente del PD: sapendo che il valore di un'area dipende dalla volumetria che viene edificata e della destinazione che gli viene attribuita, si ricava che il valore dei 600mila metri cubi da edificare è di 200milioni di euro. Per questo viene spontaneo considerare che il valore aggiunto di 178milioni di euro del precedente accordo sarebbe andato a tutto vantaggio del Comune che lo avrebbe potuto utilizzare per opere pubbliche e per la costruzione di alloggi a prezzi agevolati per giovani coppie, anziani e a quelle famiglie che sono escluse dal mercato della casa. Invece con l'operazione attuale il Comune ha rinunciato al ruolo di attore primario in un'operazione che, sempre secondo il dottor Guerrini, avrebbe potuto cambiare urbanisticamente e socialmente il valore della città e che invece si propone come un piano di secondo ordine, che porterà le solite quattro briciole.

Wednesday, December 10, 2008

La cava di Colle Pedrino


La cava di Colle Pedrino





Quella che vedete in primo piano sulla destra è la cava Italcementi di Colle Pedrino innevata Un immagine solo per ricordare che il calcare cavato qui viene trasportato con un nastro trasportatore in un galleria lunga dieci chilometri che passa sotto il Monte Canto (una cosuccia che ha tagliato alcune faglie privato l’alimentazione di alcune fontanili sul monte, ma niente di grave, in fondo chissenefrega) fino a raggiungere lo stabilimento di Calusco d’Adda, trasportando una quantità di materiale dieci volte superiore a quanto trasportava la precedente teleferica. A proposito l’Italcementi si è impegnata, dopo la realizzazione della galleria, a rimuovere tutta la teleferica (cavi, pali, viadotti, ecc.). Già ma gli amministratori non hanno voluto mettere fretta all’Italcementi hanno lasciato tempo fino al 2011 per rimuovere la teleferica. Mettiamoci comodi

Saturday, December 06, 2008

Calusco: nelle giornate umide la ciminiera Italcementi sembra il Pinatubo


Calusco: nelle giornate umide la ciminiera Italcementi sembra il Pinatubo

Thursday, December 04, 2008

Italcementi, basta così !

REZZATO. L’associazione dice «no» all’ipotesi di ampliamento e minaccia un ricorso al Tar
Italcementi, basta così Legambiente attacca


Dietro l’angolo potrebbe esserci un considerevole aumento della produzione «compensato» da un ammodernamento generale degli impianti. Ma il circolo Brescia Est di Legambiente oppone un «no» deciso all’ipotesi di espansione dell’Italcementi di Rezzato: un piano che si trova da tempo sui tavoli degli enti pubblici interessati.
«Le tonnellate di cemento prodotto devono restare le attuali 2400 al giorno - taglia corto il presidente del circolo Raffaele Forgione -. Non esiste alcun ragionevole argomento per giustificare aumenti dei volumi produttivi: il prezzo ambientale e sociale, oltre che economico, dell’uso sconsiderato del cemento, non consente a chi è dotato di buon senso di concepire una cementeria che ipoteca il futuro di almeno altre tre generazioni. Per questo diciamo no a un eventuale accordo sulle tremila tonnellate/giorno che le amministrazioni di Rezzato e Mazzano starebbero concordando con l’azienda».
E tanto per chiarire i termini della questione, Legambiente assicura che se si arrivasse all’intesa farebbe subito ricorso al Tar.
Forgione ripercorre poi le tappe dell’annosa vicenda dell’ampliamento, iniziata il 29 giugno 2005, quando il colosso ha chiesto di ammodernare l’impianto ma nel contempo anche di raddoppiare i volumi produttivi sulla linea del clinker grigio (da 2400 a 4000 tonnellate al giorno) e la superficie occupata.
Comuni e associazioni ambientaliste hanno detto no, e l’amministrazione di Rezzato, capitanata da Enrico Danesi, è andata oltre commissionando all’Istituto nazionale tumori e all’Istituto Mario Negri indagini per approfondire l’eventuale nesso causale tra presenza dell’Italcementi e rischi per la salute. I risultati sono stati inquietanti: «La qualità dell’aria nel territorio appare sicuramente compromessa - si legge nel documento - e sono molto elevati i valori di polveri sottili e di ossidi d’azoto sia in estate, sia in maniera molto più evidente in inverno».
Il Mario Negri ha calcolato anche la perdita di anni di aspettativa di vita: «L’impatto maggiore è risultato per l’esposizione al Pm 2.5, per il quale è stato stimato un numero di morti in eccesso pari a 8 in un anno e la perdita di 421 anni di vita in un anno».
«Insomma - conclude Forgione - è stata calcolata la riduzione di due anni della vita media dei residenti».P.GOR.

Wednesday, December 03, 2008

Piano Integrato di Intervento "il Triangolo"

Consiglio comunale, 17 Novembre 2008

Dichiarazione di voto

Oggetto: Piano Integrato di Intervento "il Triangolo"

Eccoci all'approvazione del PII "il Triangolo", il primo intervento nel nostro Comune che prevederà delle deroghe sostanziali alle regole del PRG vigente.

Come già affermato in questi mesi, attraverso le osservazioni presentate e le dichiarazioni alla stampa, non vogliamo entrare nel merito di quanto si sta realizzando ma soffermarci su un principio che prescinde dal progetto stesso.
Stiamo parlando del rispetto delle regole.
Le regole nel nostro caso sono quelle stabilite dal PRG nemmeno troppo tempo fa. Era il febbraio 2006 quando dopo un lungo percorso si approvava il PRG. Numerose erano state le osservazioni presentate, alcune accolte altre rigettate. Fra queste parecchie erano quelle che richiedevano un aumento degli indici di edificabilità. Inutile dire che tutte furono rigettate.

Detto ciò il PRG può non essere perfetto, ma ciò non significa che non sia valido. Il PRG ha il compito di stabilire regole certe di sviluppo e difesa del territorio urbano ed extraurbano, regole che costituiscono un riferimento certo ed uguale per tutti. Così concepito e non condizionato da pressioni particolaristiche, esso deve assicurare condizioni di giustizia ed uguaglianza fra i cittadini per uno sviluppo armonico ed equilibrato del paese.

Sebbene in linea di principio alcune deroghe possano essere in parte condivisibili (eliminazione delle previsioni di zone residenziali lasciando un unico insediamento commerciale) o ininfluenti (spostamento dei percorsi ciclopedonali) in quanto riguardanti modifiche per lo più dovute ad esigenze tecniche, riteniamo assolutamente inopportune deroghe agli indici di edificabilità quali all'altezza degli edifici (quadruplicata!) e, soprattutto, alla Superficie Lorda di Pavimento che viene incrementata del 30%.

Tale concessioni, seppur a fronte di compensazioni da parte dell'immobiliare proponente, ci appaiono costituire un pericoloso precedente per il futuro sviluppo del nostro paese.
Riteniamo che la deroga agli indici di edificabilità sia il primo passo verso il malgoverno del territorio che, in base al principio sancito dall'eventuale approvazione del piano, si modificherebbe non più guidato in prospettiva di lungo termine dagli Amministratori, ma in base alle richieste ed alle esigenze dei costruttori e dei proponenti.

Sia ben chiaro, chiedere è lecito. Ognuno può chiedere ciò che vuole e cercare di portare avanti i propri interessi. Il compito "difficile" è quello dell'amministrazione.
Fra gli scopi primari di ogni Amministrazione riteniamo debba rientrare il governo del territorio in funzione del bene comune mettendo al centro i cittadini e non gli interessi di parte. Avallare deroghe di questo tipo in funzione di compensazioni economiche e non significa non saper guardare al di là del proprio naso e tirare a campare incassando oggi senza pensare alle conseguenze future.

Cosa succederà alle altre aree su cui è possibile elaborare Piani Integrati di Intervento? Ci sembra logico aspettarci che anche gli altri proprietari, cercheranno di realizzare il loro "sogno" : edificare il più possibile per massimizzare la rendita del terreno. A loro si aggiungeranno tutti gli altri cittadini.
A questo punto l'amministrazione cosa farà? Tratterà tutti allo stesso modo oppure comincerà a fare delle disparità? E in termini di compensazioni? Avremo un metodo uguale per tutti oppure "più uguale" per qualcuno? E se qualcuno non può compensare adeguatamente non avrà deroghe?
Il punto è proprio questo. Con queste concessioni si creerà un precedente, tutti chiederanno di poter costruire di più e i nostri Amministratori si troveranno a dover accontentare tutti o a dover creare disparità fra cittadini, magari concedendo a chi può sborsare di più e non a chi non può.

Che la soluzione stia nel nuovo PGT di cui poco si sa? Che ci aspettino delle nuove regole fatte di verticalità, nuove volumetrie e lottizzazioni? Che ci aspetti una competizione con i paesi limitrofi a chi incrementa di più il numero degli abitanti (o degli appartamenti sfitti)? Dobbiamo prepararci ad una piccola Manhattan?
E in questo caso, l'avete spiegato all'immobiliare proponente de "il Triangolo" che bastava aspettare per avere nuove regole che evitassero la necessità di deroghe e conseguenti compensazioni?

Stando alle parole del Sindaco "deroghe saranno sempre concesse quando si tratta di dare a calusco qualcosa di eccezionale che lo faccia riconoscere e lo porti in posizione di leader fra i comuni dell'isola. Non possiamo attenerci a regole di un PRG o di un futuro PGT che sono studiati a tavolino e non tengono conto delle reali esigenze".
Ciò non può che apparirci pericoloso e di una gravità estrema. Tali affermazioni svuotano di significato l'essenza stessa del PRG e del futuro PGT come strumento di regole uguali per tutti che, contrariamente a quanto dice il sindaco, dovrebbero esser frutto di un lungo lavoro di confronto con i cittadini proprio per evitare di costruire un piano a tavolino. Ricordiamo a questo proposito che la fase delle "Proposte" al PGT si è svolta senza alcuna assemblea pubblica, quindi il nostro sindaco si contraddice. Che voglia veramente fare un PGT a tavolino, tanto poi si deciderà caso per caso come comportarsi, alla faccia delle regole certe per tutti ?

Come anticipato all'inizio non entreremo nel merito del progetto stesso anche se forse qualche parola meriterebbe di esser spesa sull'opportunità di nuove attività commerciali e sugli aspetti viabilistici del progetto che, per lo meno fino alla costruzione della nuova circonvallazione sud, graveranno sulla già critica situazione di Via Marconi e del Ponte San Michele.

Alla luce di quanto sopra esposto esprimiamo il nostro voto negativo all'approvazione di questo PII.

il gruppo consigliare
Lineacomune

Tuesday, December 02, 2008

I retroscena sulla «Calcestruzzi Spa» raccontati da....

ricoverato in neurochirurgia
Migliora l'operaio arrotato Per 2 ore in sala operatoria


I retroscena sulla «Calcestruzzi Spa» raccontati da coloro che hanno lavorato nella holding del cemento e poi risucchiati dal vortice investigativo che, con il blitz “Doppio Colpo”, ha svelato il legame tra Cosa Nostra e l'«affaire» del calcestruzzo depotenziato. Così il riesino Salvatore Paterna, ex dipendente della società, e Francesco Librizzi, ex capo area per la Sicilia della stessa azienda, nei loro interrogatori con il sostituto procuratore della Dda, Nicolò Marino, che ha coordinato l'inchiesta dei carabinieri del Reparto operativo e del Gico della Guardia di Finanza.
«Illuminanti» ha definito il procuratore Sergio Lari le dichiarazioni di Paterna e Librizzi, parlando del sequestro di due lotti dell'autostrada di Valdastico, nel vicentino, costruiti, secondo l'accusa, col calcestruzzo impoverito. Ed è Paterna che ricostruisce agli inquirenti particolari e personaggi chiave orbitanti nella «Calcestruzzi Spa». Respinge le accuse di associazione mafiosa ma ammette comunque «di aver favorito il geometra Laurino nelle sue attività illecite svolte per conto della “Calcestruzzi Spa” e, di conseguenza, con la mia stessa attività ho finito per favorire, a mia volta, la “Calcestruzzi Spa”. Conosco Giovanni Laurino da quando lavoro alla “Calcestruzzi”, e cioè dal 22 agosto del 1988. Laurino era legatissimo all'ingegnere Bini e, quando Bini venne arrestato, prese il suo posto il geometra Volante, che divenne capozona per Sicilia e Campania, mentre capoarea per la Sicilia divenne il geometra Ignazio Martorana».
«Siamo già nel periodo in cui la “Calcestruzzi” passò dal Gruppo Ferruzzi alla Italcementi Group. Nel 1999 - aggiunge Paterna - venne riaperto l'impianto di Riesi ed io venni trasferito lì in quanto vi lavoravo già prima che venisse chiuso. Geometra era Santo Calì, mentre Laurino era il geometra dell'impianto di Gela. Successivamente venne a lavorare a Riesi anche il fratello di Calì, Giuseppe. Librizzi lavorava nella “Calcestruzzi” da tempo, forse anche prima di Laurino presso impianti dell'area palermitana. Successivamente, quando il geometra Martorana subì un ictus, Librizzi divenne capoarea di Caltanissetta, che comprendeva Caltanissetta, Gela, Riesi, Castelbuono e Termini Imprese, intorno all'anno 2000-2001 se mal non ricordo. Prima di poter lavorare a Riesi mi fu imposto dal geometra Volante di firmare in bianco le mie dimissioni probabilmente perché non ero ben visto, essendo ai tempi l'unico ad essere iscritto ad un sindacato. Decisi di farmi una fotocopia della lettera di dimissioni che poi feci autenticare in Comune, quindi la consegnai al geometra Laurino, che la fece avere a Palermo. Laurino mi disse che tale lettera di dimissioni la teneva nel cassetto Volante che sarebbe stato pronto ad apporvi la data e la firma di accettazione se mi fossi comportato male».
Alla domanda se quella lettera Paterna la sentiva come ricatto, che lo spinse a fare ogni cosa che gli veniva chiesto, anche di illecito, lui risponde sì: «Anche perché - spiega - sapevo che potevo essere licenziato in qualsiasi momento, né mi era stato mai detto in quali occasioni si fosse fatto ricorso al licenziamento. Aggiungo che tutto all'interno della “Calcestruzzi” veniva sentito come un obbligo, al quale non ci si poteva sottrarre… ho avuto modo di ascoltare un colloquio fra Laurino e Librizzi quando quest'ultimo era capoarea, colloquio in cui Laurino si lamentava con Librizzi del fatto che Volante non voleva sporcarsi le mani e non voleva incontrare nessuno degli appartenenti alla criminalità organizzata, facendo esporre Laurino e Librizzi. Ricordo che Laurino riportò l'espressione di Volante “bianco sono e bianco voglio rimanere”. Anche dopo aver interrotto il suo rapporto lavorativo con la “Calcestruzzi”, Librizzi veniva a Riesi per incontrare Laurino per come mi disse Laurino. Dopo l'ultimo arresto di Laurino so che Librizzi venne a Riesi per incontrare Ferraro, con il quale aveva un buon rapporto sin da quando Ferraro acquistò la cava. Era infatti Librizzi l'interlocutore fra Ferraro e Volante nel periodo in cui Ferraro doveva acquistare la cava. A proposito del geometra Nucci devo dire che egli si prendeva 2.000 lire a metro cubo del calcestruzzo prodotto al fine di non controllare gli effettivi quantitativi sia di calcestruzzo che di cemento. In tal modo la “Calcestruzzi”, all'epoca Gruppo Ferruzzi, guadagnava per il solo fatto che per metro cubo veniva messo un quantitativo di cemento inferiore a quello dichiarato, esattamente 50 chili di cemento in meno per ogni metro cubo. In più guadagnava ancora per il volume inferiore del calcestruzzo. Erano i dirigenti della “Calcestruzzi” a dare disposizioni di comporre il calcestruzzo con un quantitativo di cemento inferiore a quello indicato. Il capo zona, che all'epoca era Bini, dava disposizioni in tal senso al tecnologo e questi impartiva le relative disposizioni ai geometri dell'impianto che a loro volta davano disposizioni a noi impiantisti».
Fin qui le dichiarazioni di Paterna, a cui si aggiungono quelle di Librizzi che coi magistrati si sofferma sui lavori dello svincolo di Castelbuono: «In quell'occasione la “Calcestruzzi” aveva acquistato un impianto di betonaggio dalla Bonatti che in precedenza lo aveva a propria volta acquistato dalla “Ira Costruzioni”. Pur tuttavia, nonostante la spesa, c'era il rischio di perdere la fornitura in favore della “Ira” in quanto il subappaltatore per i movimenti terra e i trasporti, Pietro Orlando, non voleva avvalersi della nostra fornitura, disponendo di un impianto autonomo poi montato sul fiume Pollina. Preciso che l'Ira aveva tre lotti per i lavori della Palermo-Messina. Ci troviamo all'incirca nell'anno 2000. L'argomento venne trattato in una delle riunioni mensili che si tenne negli uffici di Palermo alla presenza di Volante. Dopo la riunione, Volante si intrattenne con Laurino e dopo io stesso venni informato da Volante e Laurino che dovevamo far ricorso a personaggi influenti nei confronti della “Ira Costruzioni”. Per personaggi influenti, intendo personaggi mafiosi».
Valerio Martines

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