LANUOVAECOLOGIA 30 03 04
EMISSIONI|Gli Stati dovranno tenere la contabilità mediante un registro
L'Ue avvia il monitoraggio dei gas serra
Milano Il Parlamento Europeo e il Consiglio hanno ufficialmente dato inizio alla valutazione regolare e periodica, per vagliare i progressi compiuti nel raggiungimento degli obbiettivi del Protocollo di Kyoto
Il Parlamento Europeo e il Consiglio hanno ufficialmente dato il via al sistema di monitoraggio e alla valutazione regolare e periodica delle emissioni comunitarie di gas serra, per consentire agli Stati che hanno aderito al Protocollo di Kyoto di vagliare i progressi compiuti per il raggiungimento degli obbiettivi fissati dal Trattato. Una decisione, la 280/2004/Ce, appena pubblicata in Gazzetta
Ufficiale, rivede il meccanismo di controllo delle emissioni di gas ad effetto serra istituito con la decisione 93/389/Cee, obbligando gli Stati membri alla rilevazione dei dati ed alla loro trasmissione alla Commissione. Stati membri e Commissione sono tenuti a predisporre ed attuare programmi nazionali e regionali di riduzione delle emissioni di gas serra in base agli obblighi della Convenzione Unfccc e del protocollo di Kyoto.
Sarà così possibile, attraverso il monitoraggio dei risultati ottenuti, effettuare una verifica dell'efficacia delle misure intraprese e dei progressi conseguiti. Gli Stati membri dovranno inoltre tenere la contabilità delle emissioni mediante un registro su cui conteggiare e calcolare i volumi di quote assegnate e i loro movimenti: cessioni, acquisti e acquisizioni, spostamenti, soppressioni. I registri nazionali andranno di pari passo con quello comunitario, a cura della Commissione e che avrà la funzione di tenere sotto controllo i risultati conseguiti nel contesto regionale. Accanto alle rilevazioni sui volumi e sulle quantità di sostanze controllate, viene fatto obbligo agli Stati membri di compilare entro il 2005 un inventario nazionale qualitativo sugli inquinanti ad effetto serra, che dovrà integrarsi con il catalogo europeo, predisposto a cadenza annuale.
Gli Stati membri dovranno trasmettere alla Commissione ogni anno entro il 15 gennaio, tutte le informazioni relative alle emissioni di gas serra, le statistiche sulle quote assegnate nel mercato delle emissioni, le caratteristiche e i criteri degli indicatori impiegati. Ogni due anni poi a partire dal 2005 è fatto obbligo ai Venticinque Stati membri, di inviare alla Commissione un aggiornamento sulle misure nazionali di riduzione, sugli accordi e i programmi di cooperazione finanziaria in ottemperanza ai meccanismi flessibili, corredati dalle previsioni sull'andamento delle emissioni e sul contributo che può derivare dalle azioni aggiuntive alle misure nazionali.
30 marzo 2004
MEMORIA SUL CEMENTIFICIO INCENERITORE DI Calusco d'Adda la Pianura Padana resta la zona peggiore d'Europa insieme all'area più industrializzata della Polonia (classifica cui gli inceneritori forniscono un contributo determinante).
Giorni dalla firma tra Italcementi ed i Comuni
NON HANNO FIRMATO I SINDACI DI :
Paderno d'Adda e Solza
.
HANNO FIRMATO :
Calusco d'Adda,
Cornate d'Adda,
Imbersago,
Medolago,
Parco Adda Nord,
Robbiate,
Verderio Inferiore,
Verderio Superiore,
Villa d'Adda,
Dopo più di 1.000 giorni dalla firma ,il 4 Maggio 2012 non si hanno notizie sulla ferrovia .
Solo ombre su questo accordo fantasma , polvere , puzza, inquinamento .
http://calusco.blogspot.it/2012/05/comunicato-stampa-tavolo-italcementi.html
Countdown alla ferrovia
il tempo e' finito del collegamento ferroviario nessuna notizia ,Piu' di 1.000 giorni TRE ANNI e nulla di fatto, meditate .
Tuesday, March 30, 2004
Wednesday, March 17, 2004
L'ECO DI BERGAMO 16 03 04
Ad aprile taglio del nastro a Nuova Calusco
Nel 2003 portato dal 71,8% al 74,75% il controllo su Ciments Français: per ora niente fusione
«Nuova Calusco» ovvero il rinnovo del principale stabilimento dell'Italcementi in provincia di Bergamo, che verrà inaugurato ufficialmente alla fine di aprile, è il principale investimento in attività produttive del gruppo degli ultimi anni. Il progetto, che comporta l'installazione di un nuovo forno con potenzialità di clinker di 3.600 tonnellate al giorno, la realizzazione di nuovi molini, un tunnel sotterraneo di collegamento tra la cava Col Pedrino di Palazzago e la cava Monte Giglio di Calusco, dove sono stati realizzati anche due depositi di premogenizzazione, ha reso Calusco lo stabilimento «gioiello» del gruppo.
Nel 2003 sono invece rallentati gli investimenti in partecipazioni, dopo le numerose acquisizioni degli anni precedenti. Nel quadro di una razionalizzazione dei settori d'attività del gruppo in Spagna, è stata anzi realizzata, nel secondo semestre del 2003, la cessione di sette centrali di calcestruzzo e di due cave di inerti, con una plusvalenza complessiva di 13,3 milioni di euro prima delle imposte.
Più significativo è invece l'aumento, già segnalato in occasione del bilancio semestrale sulla prima parte del 2003, con il quale Italcementi Spa, tramite società controllate, ha portato al 74,75% (85,1% dei diritti di voto) rispetto al precedente 71,8% (83,2% dei diritti di voto), al 31 dicembre 2002, la sua partecipazione in Ciments Français, diventata la holding capogruppo delle attività internazionali nel settore del cemento. L'incremento della quota, con l'acquisto di 1.156.742 azioni, ha comportato un investimento di 54,6 milioni di euro.
La società ha comunque ribadito in più occasioni che una fusione tra l'Italcementi e la Ciments Français non figura tra i progetti a breve.
Sempre nella prima parte dell'anno, Italcementi Spa, in esecuzione delle delibere assembleari, ha anche acquistato 880 mila azioni ordinarie proprie per un controvalore di 7,5 milioni euro, portando a 3.117.200 le azioni ordinarie proprie (1,76% del totale) a servizio dei piani di «stock option» per amministratori e dirigenti.
Ad aprile taglio del nastro a Nuova Calusco
Nel 2003 portato dal 71,8% al 74,75% il controllo su Ciments Français: per ora niente fusione
«Nuova Calusco» ovvero il rinnovo del principale stabilimento dell'Italcementi in provincia di Bergamo, che verrà inaugurato ufficialmente alla fine di aprile, è il principale investimento in attività produttive del gruppo degli ultimi anni. Il progetto, che comporta l'installazione di un nuovo forno con potenzialità di clinker di 3.600 tonnellate al giorno, la realizzazione di nuovi molini, un tunnel sotterraneo di collegamento tra la cava Col Pedrino di Palazzago e la cava Monte Giglio di Calusco, dove sono stati realizzati anche due depositi di premogenizzazione, ha reso Calusco lo stabilimento «gioiello» del gruppo.
Nel 2003 sono invece rallentati gli investimenti in partecipazioni, dopo le numerose acquisizioni degli anni precedenti. Nel quadro di una razionalizzazione dei settori d'attività del gruppo in Spagna, è stata anzi realizzata, nel secondo semestre del 2003, la cessione di sette centrali di calcestruzzo e di due cave di inerti, con una plusvalenza complessiva di 13,3 milioni di euro prima delle imposte.
Più significativo è invece l'aumento, già segnalato in occasione del bilancio semestrale sulla prima parte del 2003, con il quale Italcementi Spa, tramite società controllate, ha portato al 74,75% (85,1% dei diritti di voto) rispetto al precedente 71,8% (83,2% dei diritti di voto), al 31 dicembre 2002, la sua partecipazione in Ciments Français, diventata la holding capogruppo delle attività internazionali nel settore del cemento. L'incremento della quota, con l'acquisto di 1.156.742 azioni, ha comportato un investimento di 54,6 milioni di euro.
La società ha comunque ribadito in più occasioni che una fusione tra l'Italcementi e la Ciments Français non figura tra i progetti a breve.
Sempre nella prima parte dell'anno, Italcementi Spa, in esecuzione delle delibere assembleari, ha anche acquistato 880 mila azioni ordinarie proprie per un controvalore di 7,5 milioni euro, portando a 3.117.200 le azioni ordinarie proprie (1,76% del totale) a servizio dei piani di «stock option» per amministratori e dirigenti.
Thursday, March 11, 2004
Kyoto: Ora l'Italia ci faccia sapere da che parte sta
10/03/2004 17:47 LA NUOVAECOLOGIA
Il Consiglio Ue ribadirà l'impegno a rispettare gli obiettivi di Kyoto. Legambiente: "Ma le emissioni lorde di gas climalteranti nel nostro Paese hanno superato i 545 milioni di tonnellate nel 2001".
“Adesso l’Italia ci faccia capire da che parte sta”. Così Roberto della Seta, presidente di Legambiente, commenta la notizia secondo la quale il Consiglio europeo riafferma l’impegno a rispettare gli obiettivi del protocollo di Kyoto. “Siamo certamente soddisfatti – precisa Della Seta – dell’importante presa di posizione della Commissione europea. Una posizione che dovrà essere perseguita con forza anche dopo le elezioni russe quando si dovrà tornare alla carica con Mosca per ottenere la ratifica del protocollo. Ora però – conclude Della Seta – alla forza e alla coerenza della politica dell’Unione europea vorremmo che corrispondesse un atteggiamento simile da parte italiana”.
Come infatti è stato reso noto ieri nel rapporto di Legambiente, Ambiente Italia 2004, le emissioni lorde di gas climalteranti nel nostro Paese hanno superato i 545 milioni di tonnellate nel 2001. Rispetto ai 508 milioni di tonnellate del 1990 c’è quindi una crescita del 7,3% (il Regno Unito invece ha ridotto le emissioni del 12,4%, la Germania addirittura del 17,7%) che smentisce seccamente l’obiettivo che l’Italia si era dato aderendo al protocollo di Kyoto: -6,5%.
10/03/2004 17:47 LA NUOVAECOLOGIA
Il Consiglio Ue ribadirà l'impegno a rispettare gli obiettivi di Kyoto. Legambiente: "Ma le emissioni lorde di gas climalteranti nel nostro Paese hanno superato i 545 milioni di tonnellate nel 2001".
“Adesso l’Italia ci faccia capire da che parte sta”. Così Roberto della Seta, presidente di Legambiente, commenta la notizia secondo la quale il Consiglio europeo riafferma l’impegno a rispettare gli obiettivi del protocollo di Kyoto. “Siamo certamente soddisfatti – precisa Della Seta – dell’importante presa di posizione della Commissione europea. Una posizione che dovrà essere perseguita con forza anche dopo le elezioni russe quando si dovrà tornare alla carica con Mosca per ottenere la ratifica del protocollo. Ora però – conclude Della Seta – alla forza e alla coerenza della politica dell’Unione europea vorremmo che corrispondesse un atteggiamento simile da parte italiana”.
Come infatti è stato reso noto ieri nel rapporto di Legambiente, Ambiente Italia 2004, le emissioni lorde di gas climalteranti nel nostro Paese hanno superato i 545 milioni di tonnellate nel 2001. Rispetto ai 508 milioni di tonnellate del 1990 c’è quindi una crescita del 7,3% (il Regno Unito invece ha ridotto le emissioni del 12,4%, la Germania addirittura del 17,7%) che smentisce seccamente l’obiettivo che l’Italia si era dato aderendo al protocollo di Kyoto: -6,5%.
Wednesday, March 10, 2004
L'ECO DI BERGAMO 10 03 04
Scavi per 30 anni, il monte Giglio resiste
Accordo con Italcementi: la cresta collinare non si tocca, il cantiere si svilupperà in larghezza e profondità
CALUSCO D'ADDA «Abbiamo raggiunto un'intesa con la società Italcementi, firmando un protocollo d'intesa sulla cava del monte Giglio. La cresta della collina verrà salvaguardata, gli scavi continueranno ma in larghezza e profondità». Così il sindaco di Calusco d'Adda, Rinaldo Colleoni, ha informato l'intero Consiglio comunale sulla conclusione della vicenda che interessa anche i paesi limitrofi di Carvico e Villa d'Adda.
La vicenda ha avuto inizio alla fine del 2000, cioè quando il piano cave giunse a scadenza dei termini e quello rinnovato per il triennio 2000/2003 prevedeva l'allargamento della cava con l'escavazione delle creste delle cime collinari oggi ricche di vegetazione, abbassandole di ben 15 metri. Tale intervento da parte dello stabilimento dell'Italcementi avrebbe messo in mostra il cantiere della cava creando problemi di rumorosità e anche di polvere, nonché qualche tremolio nelle case per lo scoppio delle mine. In particolare questi disagi avrebbero interessato le abitazioni di Carvico e di Villa d'Adda, oggi protette da questa naturale «cresta» verde. Inoltre, la società Italcementi aveva presentato alla Regione Lombardia uno studio di impatto ambientale (Sia) che prevedeva di poter continuare lo sfruttamento della cava del monte Giglio per altri settant'anni. Seguì poi la valutazione di impatto ambientale (Via).
I tre Comuni (Calusco, Carvico e Villa d'Adda) si mossero immediatamente con un loro staff di tecnici e la Regione Lombardia ridusse a dieci anni il periodo di escavazione. Con la scadenza del triennio 2000/2003 i Comuni espressero le loro intenzioni, ovvero di far chiudere la cava dell'Italcementi entro vent'anni e di consentire l'afflusso del materiale necessario alla cementeria con le cave di Collepedrino. Inoltre, nella richiesta, si chiedeva anche di diminuire le quantità cavate per la salvaguardia ambientale.
La società Italcementi rispose che la marna del monte Giglio era indispensabile per la produzione del loro prodotto. Gli incontri avuti hanno portato a un accordo che alla fine dello scorso anno è stato sottoscritto dai tre Comuni e dalla società Italcementi per la durata di altri trent'anni. Un patto che dà il via libera all'allargamento della cava ma senza toccare i crinali della collina. Nella prima fase, della durata di 10 anni, verrà allargata la cava verso Carvico e Villa d'Adda estraendo 300.000 metri cubi l'anno, mentre nella seconda fase, della durata di vent'anni, la cava scenderà dagli attuali 300 metri sul livello del mare toccando 240 metri, cavando sempre 300.000 metri cubi l'anno. Durante queste fasi si interverrà gradualmente al ripristino ambientale delle zone non più interessate agli scavi.
Inoltre, la collinetta artificiale verso Vanzone, creatasi negli anni dagli scarti ammucchiati, e dove è nata una rigogliosa vegetazione, verrà mantenuta come «muro» di protezione tra le abitazioni e la zona di lavorazione. La domanda di diversi consiglieri, al termine dell'illustrazione da parte del sindaco di Calusco d'Adda, è stata: dopo i trent'anni la cava chiude? E Rinaldo Colleoni ha risposto: «Ci penseranno i nostri successori».
Angelo Monzani
Scavi per 30 anni, il monte Giglio resiste
Accordo con Italcementi: la cresta collinare non si tocca, il cantiere si svilupperà in larghezza e profondità
CALUSCO D'ADDA «Abbiamo raggiunto un'intesa con la società Italcementi, firmando un protocollo d'intesa sulla cava del monte Giglio. La cresta della collina verrà salvaguardata, gli scavi continueranno ma in larghezza e profondità». Così il sindaco di Calusco d'Adda, Rinaldo Colleoni, ha informato l'intero Consiglio comunale sulla conclusione della vicenda che interessa anche i paesi limitrofi di Carvico e Villa d'Adda.
La vicenda ha avuto inizio alla fine del 2000, cioè quando il piano cave giunse a scadenza dei termini e quello rinnovato per il triennio 2000/2003 prevedeva l'allargamento della cava con l'escavazione delle creste delle cime collinari oggi ricche di vegetazione, abbassandole di ben 15 metri. Tale intervento da parte dello stabilimento dell'Italcementi avrebbe messo in mostra il cantiere della cava creando problemi di rumorosità e anche di polvere, nonché qualche tremolio nelle case per lo scoppio delle mine. In particolare questi disagi avrebbero interessato le abitazioni di Carvico e di Villa d'Adda, oggi protette da questa naturale «cresta» verde. Inoltre, la società Italcementi aveva presentato alla Regione Lombardia uno studio di impatto ambientale (Sia) che prevedeva di poter continuare lo sfruttamento della cava del monte Giglio per altri settant'anni. Seguì poi la valutazione di impatto ambientale (Via).
I tre Comuni (Calusco, Carvico e Villa d'Adda) si mossero immediatamente con un loro staff di tecnici e la Regione Lombardia ridusse a dieci anni il periodo di escavazione. Con la scadenza del triennio 2000/2003 i Comuni espressero le loro intenzioni, ovvero di far chiudere la cava dell'Italcementi entro vent'anni e di consentire l'afflusso del materiale necessario alla cementeria con le cave di Collepedrino. Inoltre, nella richiesta, si chiedeva anche di diminuire le quantità cavate per la salvaguardia ambientale.
La società Italcementi rispose che la marna del monte Giglio era indispensabile per la produzione del loro prodotto. Gli incontri avuti hanno portato a un accordo che alla fine dello scorso anno è stato sottoscritto dai tre Comuni e dalla società Italcementi per la durata di altri trent'anni. Un patto che dà il via libera all'allargamento della cava ma senza toccare i crinali della collina. Nella prima fase, della durata di 10 anni, verrà allargata la cava verso Carvico e Villa d'Adda estraendo 300.000 metri cubi l'anno, mentre nella seconda fase, della durata di vent'anni, la cava scenderà dagli attuali 300 metri sul livello del mare toccando 240 metri, cavando sempre 300.000 metri cubi l'anno. Durante queste fasi si interverrà gradualmente al ripristino ambientale delle zone non più interessate agli scavi.
Inoltre, la collinetta artificiale verso Vanzone, creatasi negli anni dagli scarti ammucchiati, e dove è nata una rigogliosa vegetazione, verrà mantenuta come «muro» di protezione tra le abitazioni e la zona di lavorazione. La domanda di diversi consiglieri, al termine dell'illustrazione da parte del sindaco di Calusco d'Adda, è stata: dopo i trent'anni la cava chiude? E Rinaldo Colleoni ha risposto: «Ci penseranno i nostri successori».
Angelo Monzani
Friday, March 05, 2004
MERATEONLINE 01 03 04
Paderno: ``Vivere la piazza`` ha scelto Valter Motta come candidato sindaco
Prima candidatura ufficiale, a Paderno d’Adda, per le elezioni amministrative del 12 e 13 giugno. L’assessore al bilancio e all’ecologia Valter Motta sarà infatti il candidato sindaco di “Vivere la piazza”, lista civica di centro-sinistra, dal 1995 al governo del paese. Accogliendo la proposta avanzata da Angelo Colombo, capogruppo in consiglio comunale, dopo aver ringraziato Angelo Rotta, sindaco uscente per il lavoro di due legislature, l’assemblea dei sostenitori di “Vivere la Piazza” ha deciso di candidare Motta.
Nato a Paderno dove tuttora risiede, 37 anni, celibe, l’amministratore di piazza Vittoria lavora in una grande società internazionale del settore elettronico.
Consigliere comunale nella legislatura 1994-1999, costretto alle dimissioni per un incarico biennale di lavoro all’estero, in questa legislatura (1999-2004) è stato, con Annarosa Panzeri, al fianco di Rotta. Due le sue deleghe. Bilancio, che i chiari di luna e i tagli del governo hanno reso sempre più problematico. Ecologia, con un grande impegno nell’opposizione al pozzo per la ricerca del petrolio che l’Eni vorrebbe installare in via Festini, raccolta differenziata (per la quale, per i risultati raggiunti, il comune di Paderno è stato premiato dalla Silea con 5mila euro) problematiche legate al nuovo forno dell’Italcementi. “Se dovessimo vincere le elezioni, è con senso di responsabilità, e qualche preoccupazione, che guardo al futuro. Quella del sindaco è attività che richiede ormai una presenza continua. Vogliamo costruire una squadra coesa, ma che sappia decentrare le responsabilità. Che sappia farsi carico insieme dei problemi da risolvere”.
Paderno: ``Vivere la piazza`` ha scelto Valter Motta come candidato sindaco
Prima candidatura ufficiale, a Paderno d’Adda, per le elezioni amministrative del 12 e 13 giugno. L’assessore al bilancio e all’ecologia Valter Motta sarà infatti il candidato sindaco di “Vivere la piazza”, lista civica di centro-sinistra, dal 1995 al governo del paese. Accogliendo la proposta avanzata da Angelo Colombo, capogruppo in consiglio comunale, dopo aver ringraziato Angelo Rotta, sindaco uscente per il lavoro di due legislature, l’assemblea dei sostenitori di “Vivere la Piazza” ha deciso di candidare Motta.
Nato a Paderno dove tuttora risiede, 37 anni, celibe, l’amministratore di piazza Vittoria lavora in una grande società internazionale del settore elettronico.
Consigliere comunale nella legislatura 1994-1999, costretto alle dimissioni per un incarico biennale di lavoro all’estero, in questa legislatura (1999-2004) è stato, con Annarosa Panzeri, al fianco di Rotta. Due le sue deleghe. Bilancio, che i chiari di luna e i tagli del governo hanno reso sempre più problematico. Ecologia, con un grande impegno nell’opposizione al pozzo per la ricerca del petrolio che l’Eni vorrebbe installare in via Festini, raccolta differenziata (per la quale, per i risultati raggiunti, il comune di Paderno è stato premiato dalla Silea con 5mila euro) problematiche legate al nuovo forno dell’Italcementi. “Se dovessimo vincere le elezioni, è con senso di responsabilità, e qualche preoccupazione, che guardo al futuro. Quella del sindaco è attività che richiede ormai una presenza continua. Vogliamo costruire una squadra coesa, ma che sappia decentrare le responsabilità. Che sappia farsi carico insieme dei problemi da risolvere”.
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