Giorni dalla firma tra Italcementi ed i Comuni

NON HANNO FIRMATO I SINDACI DI : Paderno d'Adda e Solza . HANNO FIRMATO : Calusco d'Adda, Cornate d'Adda, Imbersago, Medolago, Parco Adda Nord, Robbiate, Verderio Inferiore, Verderio Superiore, Villa d'Adda, Dopo più di 1.000 giorni dalla firma ,il 4 Maggio 2012 non si hanno notizie sulla ferrovia . Solo ombre su questo accordo fantasma , polvere , puzza, inquinamento . http://calusco.blogspot.it/2012/05/comunicato-stampa-tavolo-italcementi.html

Countdown alla ferrovia

il tempo e' finito del collegamento ferroviario nessuna notizia ,Piu' di 1.000 giorni TRE ANNI e nulla di fatto, meditate .

Thursday, February 22, 2007

Soddisfazione dei leghisti per il dietro-front di «Italcementi»

CALUSCO
Soddisfazione dei leghisti per il dietro-front di «Italcementi»

Calusco d'Adda. Riceviamo e pubblichiamo di seguito un comunicato con il quale la Lega mostra tutta la sua soddisfazione in merito alla rinuncia di Italcementi di utilizzare rifiuti tossici come combustibili.

Tuesday, February 20, 2007

Inceneritori rifiuti solidi e termocombustori soggetti alla "Seveso bis"

Inceneritori rifiuti solidi e termocombustori soggetti alla "Seveso bis"



Con una circolare del 31 gennaio 2007 il Ministero dell'interno ha chiarito che inceneritori di rifiuti solidi, termocombustori e termovalorizzatori devono osservare le disposizioni del Dlgs 344/1999.

In particolare, con l'atto in parola (rubricato con il n. DCPST/A4/RS/400) il Dicastero ha stabilito che i gestori degli impianti citati soggiacciono agli obblighi ex articolo 5, commi 1 e 2 del Dlgs 344/1999 e devono adottare le misure di sicurezza appropriate per prevenire gli incidenti rilevanti e limitarne le relative conseguenze.

Il Dicastero ha altresì specificato che gli impianti in parola in cui sono presenti sostanze in quantità inferiore a quella dell'allegato I al medesimo Dlgs 344/1999, devono inoltre (come chiesto dall'articolo 5, comma 2 del decreto) individuare i rischi di incidente rilevante integrando il documento di valutazione ex Dlgs 626/1994 ed informare, formare ed equipaggiare i lavoratori nel rispetto del Dm Ambiente 16 marzo 1998.




(Vincenzo Dragani)

Friday, February 16, 2007

SODDISFAZIONE DELLA LEGA PER IL «GRAN RIFIUTO» DI ITALCEMENTI

giornale di merate

CALUSCO

Pure l’ex ministro Castelli si è battuto contro i rifiuti tossici usati come combustibile
SODDISFAZIONE DELLA LEGA PER IL «GRAN RIFIUTO» DI ITALCEMENTI


Calusco d'Adda - E' ormai ufficiale la notizia che l'«Italcementi spa» ha rinunciato al progetto di bruciare come combustibili alcuni rifiuti tossici all'interno del proprio impianto di produzione di cemento in paese. A questo proposito Franca Bonanomi, segretaria della Circoscrizione della Lega Nord per l’Isola e la Val San Martino ci ha tenuto a esprimere la grande soddisfazione sua e di tutto il partito per l’atteso rifiuto.
«Ogni promessa è debito: così recita un adagio popolare e così è anche per la Lega Nord, partito popolano per costituzione. Ogni nostro impegno assunto nei confronti dei cittadini è infatti per noi un debito da onorare al meglio. Questa notizia ci ripaga dell'impegno profuso e ci conforta sul fatto che, se si combatte seriamente, in maniera credibile per la gente, i risultati non possono che arrivare. Un nostro risultato che orgogliosamente doniamo ai cittadini di Calusco e dell'Isola bergamasca - ci ha dichiarato la Bonanomi - L'impegno che esponenti di spicco del partito, in primis persino l'ex ministro Roberto Castelli ma anche l'onorevole Stucchi e il consigliere Belotti, assieme ai militanti della Lega Nord di Calusco e della circoscrizione dell’Isola e Val San Martino, si erano assunti era di non mollare la presa circa l'utilizzo di nuovi combustibili nel nuovo impianto della Italcementi. Un impegno che ha visto la Lega prodigarsi già sul finire degli anni Novanta sia in un'opera d'informazione nei confronti della cittadinanza caluschese, sia in un'azione di forte critica attraverso i Consigli comunali e la stampa locale, senza dimenticare l'esposizione di uno striscione di protesta contro lo stesso stabilimento nel giorno dell'inaugurazione. Tutto ciò nell'indifferenza e nel disinteresse - o nascosto interesse - degli esponenti degli altri partiti politici presenti sul territorio. Noi lo avevamo promesso ai cittadini che questo progetto dannoso per la loro salute non sarebbe stato realizzato: e ora che la promessa è stata mantenuta, il nostro orgoglio vola alto».
Anche il presidente dei senatori della Lega Nord, Roberto Castelli, si è detto molto felice dell'esito della vicenda.
«Sin da quando ero ministro della Giustizia ho sempre seguito, con viva preoccupazione per la popolazione locale, questo progetto dell’”Italcementi” sia per quanto accadeva sul territorio, sia per quanto concerneva l'iter presso il Ministero dell'Ambiente - ha assicurato Castelli - Era evidente che si trattasse di un progetto pericoloso e rischioso per la salute dei cittadini. Ma fortunatamente sin dall'inizio la Lega Nord ha preso posizione contro questo piano denunciando tale pericolosità in tutte le sedi competenti. E' con grande soddisfazione quindi che ho appreso che l'”Italcementi”, e devo riconoscerlo, con grande senso di responsabilità, ha rinunciato al progetto».




Articolo pubblicato il 13/02/07

Tuesday, February 13, 2007

PADERNO La notizia accolta con soddisfazione dalle forze politiche L'Italcementi adesso fa meno paura


PADERNO La notizia accolta con soddisfazione dalle forze politiche e dal senatore Roberto Castelli L'Italcementi adesso fa meno paura La ditta di Calusco ha rinunciato al progetto di bruciare combustibili e rifiuti tossici

Le torri dell'azienda Italcementi di Calusco d'Adda: cala la preoccupazione nel Meratese foto Cardini


PADERNO Ormai è diventato ufficiale: l'Italcementi di Calusco d'Adda ha rinunciato al progetto di bruciare combustibili e rifiuti tossici all'interno del proprio impianto di produzione di cemento. Un progetto nato due anni fa e reso noto dopo la presentazione da parte del colosso cementifero di una richiesta di sperimentazione di utilizzo di Ecofluid e Rasf nel loro forno per la produzione di clinker. La notizia aveva subito allarmato le amministrazioni comunali dell'Isola bergamasca ed anche quella di Paderno, la lecchese più direttamente interessata. Assieme ad altre della zona – Robbiate, Merate, i due Verderio, Cornate d'Adda – aveva aderito al comitato di controllo ed aveva seguito tutte le fasi di sviluppo del progetto di utilizzo dei combustibili ricavati da rifiuti tossici. La notizia è stata accolta con soddisfazione dalle forze politiche e non locali, tra cui la Lega Nord, che per bocca della segretaria della circoscrizione Isola e Val San Martino, canta vittoria: «Questa notizia ci ripaga dell'impegno profuso e ci conforta sul fatto che, se si combatte seriamente, in maniera credibile per la gente, i risultati non possono che arrivare. Anche il presidente dei senatori della Lega Nord, Roberto Castelli, si è detto molto soddisfatto dell'esito della vicenda: «Anche da ministro ho sempre seguito, con viva preoccupazione per la popolazione locale, il progetto della Italcementi, sia per quanto accadeva sul territorio sia per quanto concerneva l'iter presso il ministero dell'ambiente. Era evidente che si trattava di un progetto pericoloso e rischioso per la salute dei cittadini. E' con grande soddisfazione quindi che ho appreso che l'Italcementi, con grande senso di responsabilità, ha rinunciato al progetto».


Lorenzo Perego

Monday, February 12, 2007

Molgora: ok al blocco

Molgora: ok al blocco del 25, ma si potevatentare di fare di più



Martedì 6 febbraio si è svolta in Regione Lombardia una riunione tra l’Assessore regionale all’Ambiente Marco Pagnoncelli e gli assessori all’Ambiente delle Province lombarde e delle città capoluogo, nel corso della quale sono stati toccati due temi fondamentali per la definizione di una strategia nella lotta all’inquinamento dell’aria: la nuova zonizzazione del territorio e l’iniziativa del cosiddetto blocco padano della circolazione, che coinvolge ben 5 regioni dell’Italia settentrionale.

Nel corso della consultazione ho posto all’Assessore regionale una serie di quesiti e riflessioni senza avere adeguate risposte: confido che ciò avvenga quanto prima.

La nuova zonizzazione prevista dalla Regione suddivide il territorio provinciale in tre distinte fasce: A1, A2 e C2. La fascia A1 è applicata solamente a 7 Comuni dell’area Meratese a ridosso della Provincia di Milano, la fascia A2 a 47 Comuni di pianura (tra cui Lecco), la fascia C2 ai restanti 36 Comuni del lago e dell’area prealpina, per i quali non si pongono particolari problemi, in quanto le condizioni di ventosità e di altitudine leniscono in maniera significativa i danni delle emissioni.

Per l’area di pianura ho segnalato l’incongruità di una scelta che delimita con A1 un’area di dimensioni ridotte, scelta sostanzialmente generata dai Comuni stessi che, giustamente preoccupati dagli allarmanti livelli di inquinamento da Pm10, hanno insistito per l’introduzione di politiche di riduzione e di tutela della salute dei cittadini. L’insostenibilità di questa scelta è evidente: tra questi Comuni e quelli inseriti in A2 non esistono sostanziali differenze di qualità dell’aria ma, semplicemente, una maggior sensibilità rispetto al problema.

La differenza di fascia non è di poco conto: pur non avendo ancora ricevuto indicazioni precise sulle norme che verranno applicate alle varie aree, è emersa la concreta possibilità che chi si trova in fascia A1 sia soggetto ai blocchi del traffico, che in fascia A2 scatterebbero solamente nei casi più gravi.

Ritengo necessario un ripensamento: per tale ragione da dicembre 2006 chiedo insistentemente all’Assessore Pagnoncelli di avere elementi sufficienti da comunicare ai Sindaci e concordare con loro una linea comune e condivisa.

Assolutamente condivisibile e meritoria l’iniziativa della Regione Lombardia di coinvolgere tutte le Regioni settentrionali nell’iniziativa di blocco del traffico del 25 febbraio. La gravità della situazione e la necessità di rendere consapevoli tutti i Cittadini della necessità di modificare radicalmente i comportamenti richiedono un atto forte e di grande impatto, possibilmente non fine a se stesso.

Marco Molgora

Merate: il 25 la città aderisce al blocco

Merate: il 25 la città aderisce al blocco
totale del traffico. Da inizio anno una
media di 83µg/mc e 32 superamenti.




Merate aderirà al blocco del traffico del 25 febbraio. In linea con quanto deciso dal Pirellone per le zone cosiddette critiche il sindaco Giovanni Battista Albani, pur senza alcun obbligo, ha deciso di allineare la città allo stop dei veicoli a motore visti anche gli elevati livelli di polveri sottili nell’aria che, giornalmente, pongono Merate fra le aree più inquinate di tutta la Lombardia. Al momento non è ancora stato deciso il piano di azione di quel giorno (posti di blocco dei vigili, istituzione di bus navetta,…) ma è certo che dalle 9 alle 18, con l’esclusione forse delle frazioni di Pagnano e Brugarolo, le autovetture non potranno circolare ad esclusione di particolari veicoli. L’eccezione per le due aree meratesi potrebbe attuarsi solamente nel caso in cui i comuni limitrofi decidessero, per l’ennesima volta, di lasciare sola Merate in questa azione, vanificando così ogni sforzo di dare un segnale chiaro e deciso almeno a livello istituzionale. Il prossimo martedì (13 febbraio, ndr) in Villa Confalonieri i sindaci dei comuni aderenti ad Agenda 21 si troveranno con l’assessore Marco Molgora per decidere sulla questione.
Secondo la normativa europea i superamenti del limite consentito di 50 µg/mc non possono eccedere, ogni anno, le 35 volte. A ieri, 8 febbraio, la centralina di Merate aveva già sforato di ben 32 volte il limite consentito e questo a soli 39 giorni da inizio anno. C’è da ritenere, viste anche le sfavorevoli condizioni atmosferiche, che per l’inizio della prossima settimana si sia giunti alla soglia consentita dalla legge. La media si è collocata a 83 µg/mc, ben al di sopra del limite consentito e la concentrazione di particolato sottile, in alcuni giorni, ha sorpassato anche i 100, toccando quota fra fine gennaio e inizio febbraio 127 µg/mc.
Questa condizione a dir poco preoccupante ha riscontri anche sulla salute delle persone. A soffrire maggiormente della cappa asfissiante di smog sulle città sono anzitutto gli asmatici, anziani e bambini ma, più in generale, ognuno di noi è a rischio ogni volta che prende una “boccata d’aria”. Nella pianura padana la vita media è di tre anni inferiore rispetto a quella nazionale e una buona fetta di colpa è da attribuirsi certamente all’inquinamento atmosferico.

Sunday, February 11, 2007

Si allarga il fronte del No all’ampliamento e alla costruzione della NUOVA TORRE della Italcementi a Isola delle Femmine situata all’interno del centr

Si allarga il fronte del No all’ampliamento e alla costruzione della NUOVA TORRE della Italcementi a Isola delle Femmine situata all’interno del centro abitato.

- 9 febbraio 2007


SALE LA PROTESTA PER LA DELOCALIZZAZIONE

DELLA ITALCEMENTI DI ISOLA DELLE FEMMINE

DAL CENTRO ABITATO

Italcementi di Isola delle Femmine , torre di 100 metri

Il Comune di Isola: va spostata

Nuovo impianto e polemiche. “Serve ad abbattere le emissioni”

Sindaco e associazioni: “Lontano Dal paese”.

Azienda possibilista

ISOLA DELLE FEMMINE, La nuova torre di cento metri d’altezza che Italcementi vuole costruire nello stabilimento di Isola sta provocando allarme.

Associazioni e Comune marcano da vicino la società bergamasca, che ha sedi in tutt’Italia, per chiedere la delocalizzazione del nuovo forno e quindi della torre.

Uno spostamento di poche centinaia di metri dal centro abitato, ai piedi della montagna nei cui pressi c’è una cava.

Una proposta che, se accolta dall’azienda, renderebbe la stessa collettività meno ostile all’ammodernamento del ciclo di produzione. La prima sede ufficiale per presentare questa proposta è stata la prima riunione della conferenza dei servizi convocata dall’assessorato al Territorio per rilasciare l’Autorizzazione integrala ambientale (AÌA).

Un via libera per consentire all’industria di realizzare il nuovo impianto, come già fatto a Calusco d’Adda. «Noi non siamo contro la torre che come ci assicurano! tecnici dell’Italcementi abbatterebbe di molto le emissioni in aria.

Il nuovo forno consente infatti un consumo più basso di energia termica e quindi l’impiego di una minore quantità di combustibili - dice il sindaco Caspare Portobello -.

Quello che emerge dagli incontri con cittadini e associazioni è che si è tutti contro il luogo scelto nel progetto per realizzare la torre, alta cento metri con una base di 40 per 40. Avete idea di cosa significa una simile struttura a due passi da alberghi e non distante dal mare?”.

Sulla stessa linea rappresentanti di associazioni come Isola Pulita e Mare Pulito.

Per Giuseppe Ciampolillo di Isola Pulita è necessario saperne di più prima di qualsiasi via libera. Ciò che decidiamo è la delocalizazione della torre. Dal momento che si parla di un investimento di 100 milioni di euro mi sembra che si possa trovare una soluzione per assicurare una convivenza serena tra noi e Italcementi».

Non solo, ma la condizione essenziale è la delocalizzazione dell’ impianto. Per questo Isola Pulita si è fatta promotrice di un’interrogazione presentata dal senatore Tommaso Sodano.

L’azienda si mostra dal canto suo possibilista. «Siamo agli inizi del nostro iter che abbiamo avviato proprio in questi giorni. Il progetto di ammodernamento dell’impianto ha un’importante valenza ambientale - dicono dall’azienda -.

Il confronto con i! territorio è continuo e avremo modo di affrontare tutti i suggerimenti che ci saranno sottoposti per una corretta vantazione, ambientale, tecnica ed economica».

Ora, poichè con la salute della gente non è consentito a nessuno scherzare, tanto più a responsabili delle Pubbliche Istituzioni, il Comitato Isola Pulita, che si è intestato la battaglia contro i danni ambientali, reali e potenziali, di un colosso produttivo quale il cementificio di Isola delle Femmine, inserito tra gli abitati dell’omonino Comune e di quello di Capaci, ritiene che nelle condizioni in essere non sussistono gli elementi minimi di garanzia nello svolgimento del procedimento autorizzatorio. Il Comitato Isola Pulita si attiverà in tutte le sedi che riterrà opportuno, anche in quella giudiziaria, al fine di garantire gli eventuali diritti violati della salute e dell’ambiente a tutela della cittadinanza tutta.

Comitato Cittadino Isola Pulita

www.isolapulita.it

Thursday, February 08, 2007

Sale la protesta per delocalizzare la Italcementi - Isola delle Femmine – Quella torre di 100 metri fra alberghi e mare

Sale la protesta per delocalizzare la Italcementi


Isola delle Femmine – Quella torre di 100 metri fra alberghi e mare

Un accordo non impossibile: si riconosce la valenza della struttura e l'azienda è possibilista

La nuova torre di cento metri d'altezza che Italcementi vuole costruire nello stabilimento di Isola delle Femmine sta provocando allarme.
Associazioni e Comune marcano da vicino la società bergamasca, che ha sedi in tutt'Italia, per chiedere la delocalizzazione del nuovo forno e quindi della torre.
Uno spostamento di poche centinaia di metri dal centro abitato, ai piedi della montagna nei cui pressi c'è una cava.
Una proposta che, se accolta dall'azienda, renderebbe la stessa collettività meno ostile all'ammodernamento del ciclo di produzione. La prima sede ufficiale per presentare questa proposta è stata la prima riunione della conferenza dei servizi convocata dall'assessorato al Territorio per rilasciare l'Autorizzazione integrala ambientale (Aia).
Un via libera per consentire all'industria di realizzare il nuovo impianto, come già fatto a Calusco d'Adda. «Noi non siamo contro la torre che come ci assicurano tecnici dell'Italcementi abbatterebbe di molto le emissioni in aria. Il nuovo forno consente infatti un consumo più basso di energia termica e quindi l'impiego di una minore quantità di combustibili - dice il sindaco Caspare Portobello -. Quello che emerge dagli incontri con cittadini e associazioni è che si è tutti contro il luogo scelto nel progetto per realizzare la torre, alta cento metri con una base di 40 per 40. Avete idea di cosa significa una simile struttura a due passi da alberghi e non distante dal mare?».
Sulla stessa linea rappresentanti di associazioni come Isola Pulita e Mare Pulito.
«Non siamo contro il nuovo impianto se ciò significa un abbattimento delle emissioni - afferma Mario Ajello -. Ciò che decidiamo è la delocalizzazione della torre. Dal momento che si parla di un investimento di 100 milioni di euro mi sembra che si possa trovare una soluzione per assicurare una convivenza serena tra noi e Italcementi».
Per Giuseppe Ciampolillo di Isola Pulita è necessario saperne di più prima di qualsiasi via libera. Non solo, ma la condizione essenziale è la delocalizzazione dell'impianto.
Per questo Isola Pulita si è fatta promotrice di un'interrogazione presentata dal senatore Tommaso Sodano.
L'azienda si mostra dal canto suo possibilista. «Siamo agli inizi del nostro iter che abbiamo avviato proprio in questi giorni. Il progetto di ammodernamento dell'impianto ha un'importante valenza ambientale - dicono dall'azienda -. Il confronto con il territorio è continuo e avremo modo di affrontare tutti i suggerimenti che ci saranno sottoposti per una corretta valutazione, ambientale, tecnica ed economica».

(Fonte Comitato Cittadino Isola Pulita)

(07 Febbraio 2007)

Saturday, February 03, 2007

AMBIENTE Reazioni allarmate alla pubblicazione dello studio Ipcc sul riscaldamento globale

AMBIENTE
Reazioni allarmate alla pubblicazione dello studio Ipcc sul riscaldamento globale
Il Wwf: "Serve un piano Marshall che metta l'ambiente al centro di tutto"
Rapporto clima, appello alla politica
"L'Italia volti pagina, è già in ritardo"
Il ministro Pecoraro è d'accordo: "Una svolta ecologista non è rinviabile"


Un'ambientalista cheide interventi contro il riscaldamento globale
ROMA - Da una parte la teoria, con i modelli e le previsioni elaborate dagli scienziati dell'Ipcc. Dall'altro i fatti, con l'annuncio dell'Osservatorio meteorologico di Modena che un nuovo record italiano è stato battuto grazie al gennaio più caldo dal 1960. In mezzo c'è la politica, che dovrebbe indicare un percorso per arginare l'emergenza, ma non lo fa.

"Mentre i cambiamenti climatici corrono come lepri, la politica mondiale si muove come una lumaca: o si accelera o si rischia il disastro", mette in guardia il ministro dell ambiente, Alfonso Pecoraro Scanio, commentando a Parigi i dati del rapporto delle Nazioni Unite sui cambiamenti climatici. "Una svolta ecologista per fare fronte ai cambiamenti climatici non è più rinviabile", aggiunge, spiegando che occorre "una sessione parlamentare urgente dedicata alle vicende ambientali, ove proporre riforme verdi su economia, politiche energetiche, dei trasporti, mobilità sostenibile ed efficienza edilizia".

Un'analisi che ricalca quelle di tutte le associazioni ambientaliste, che con la pubblicazione del documento dell'Ipcc hanno potuto finalmente scrollarsi di dosso il marchio di "cassandre" e porsi paradossalmente dalla parte di chi invita alla calma. "Nessun allarmismo - commenta il presidente di Legambiente Roberto Della Seta - ma un giusto allarme: una consapevolezza che taglia corto, una volta per tutte, con chi cerca ancora di negare l'origine prevalentemente antropica del riscaldamento del Pianeta, e richiama invece, con forza, l'uomo alle proprie responsabilità". "Serve uno scatto di reni - aggiunge - che veda il governo, la politica, l'economia, la società unirsi in uno sforzo che non è di destra né di sinistra ma rappresenta, oggi, una forma indispensabile di patriottismo".

La politica italiana, a differenza di quanto accade in molti altri paesi europei, non sembra però ancora consapevole del nuovo scenario. "Per quel che riguarda l'Italia - denuncia Michele Candotti, segretario generale del Wwf Italia - il ritardo accumulato è drammatico, almeno di 15 anni rispetto agli altri paesi europei e anche rispetto ai modesti obiettivi imposti dalla prima fase del Protocollo di Kyoto. Occorre dar vita a un piano straordinario, un piano Marshall per la nuova economia e emissioni zero, che diventi la massima priorità del governo, chiamando tutti i ministeri trasversalmente a fare la loro parte".

Chi invece pare essere più reattivo è il mondo produttivo. La banca d'affari statunitense Lehman Brothers ha scelto la concomitanza con la pubblicazione del rapporto dell'Ipcc per diffondere un suo studio sulle necessità di adeguamento ai cambiamenti climatici da parte della finanza e dell'impresa. E a raccogliere la sfida sembrano essere finalmente anche i sindacati, troppo a lungo bloccati dal ricatto occupazionale. Secondo la Cgil, i modelli di produzione e di consumo devono essere modificati immediatamente. "Lo stato del clima del pianeta è la drammatica constatazione dell'eccesso di priorità date al mercato e all'economia, false libertà che mettono a rischio la convivenza fino alla sopravvivenza non del Pianeta in sé, ma delle specie viventi", segnala Paola Agnello Odica, segretaria confederale Cgil.

In tanta apprensione e tra tanti appelli all'azione, una delle poche voci fuori dal coro è quella del capogruppo dell'Udc alla Camera, Luca Volonté. "Il rapporto Ipcc è di una banalità sconvolgente - sostiene l'esponente della Cdl - Non è da Greenpeace, né dai nobili proprietari terrieri che verrà un cambiamento significativo nella responsabilità umana. Ripartire dall'ecologia umana, a 26 anni dalla Centesimus Annus, rimane l'unica via d'uscita. L'Italia vada verso nucleare pulito e rigassificatori. Basta veti rosso-verdi".

(2 febbraio 2007) Torna su

Friday, February 02, 2007

«Disastri del clima, al 95% colpa dell’uomo»

Oggi la presentazione del quarto rapporto Onu «Disastri del clima, al 95% colpa dell’uomo» Accordo tra gli scienziati riuniti a Parigi.

Blackout volontario: città spente per 5 minuti

PARIGI—Ore 19.55: i 336 fari che illuminano la Torre Eiffel vengono spenti intenzionalmente. Per cinque minuti il monumento simbolo della Francia scompare alla vista, mentre in altri edifici e abitazioni si decide di restare al buio per solidarietà. È il segnale che gli scienziati del clima, riuniti nelle capitale francese, indirizzano ai governi della Terra. I comportamenti energetici devono cambiare. I gas serra sviluppati dall’uso degli idrocarburi e da altre attività stanno alterando il clima in maniera irreversibile. Bisogna attivare piani straordinari di efficienza e risparmio, altrimenti perderemo vite umane, città e paesaggi naturali.

ULTIMATUM CLIMATICO — Preceduto da questo simbolico blackout, dopo quattro giorni di riunioni a porte chiuse, il documento di 14 pagine che lancia l’ultimatum climatico è stato finalmente approvato in piena notte. È il più approfondito e completo studio sul clima elaborato finora. «Un equilibrato grido d’allarme», secondo alcuni. «Un documento troppo prudente, che sottostima gli effetti catastrofici delle inondazioni future», secondo altri. Stamani, spetterà al climatologo indiano Rajendra Pachauri, presidente dell’Ipcc (organismo scientifico delle Nazioni Unite), il compito di presentarlo ufficialmente nel corso di una cerimonia presso la sede dell’Unesco. Poi gli scienziati passeranno il testimone ai ministri che si sono dati appuntamento a Parigi nel tentativo di dare vita a un’iniziativa di governance mondiale dell’ambiente.

IL RUOLO DELL’UOMO — La responsabilità dell’uomo nel crescente aumento delle temperature della Terra è l’autentico punto di svolta di questo rapporto Ipcc, il quarto di una serie iniziata nel 1990. Prima d’ora i climatologi dell’Ipcc, pur puntando l’indice accusatore contro l’uomo, gli attribuivano un 60-70% di colpa. Ora si passa al 90-95% . «Che siano i nostri gas serra ad avere innescato il cambiamento climatico è ormai quasi certo. Non ci sono evidenze di altri fattori naturali che concorrano in maniera significativa a questo fenomeno», riferisce il portavoce italiano dell’Ipcc, il climatologo Sergio Castellari.

ALTE CONCENTRAZIONI — Le concentrazioni dell’anidride carbonica (CO2), il principale fra i gas riscaldanti liberati dalle combustioni, hanno raggiunto i livelli più alti degli ultimi 650 mila anni (380 parti permilione), con un incremento di oltre il 35% negli ultimi due secoli. Per fortuna sistemi naturali come oceani e foreste riescono ad assorbire la metà di queste emissioni, ma ora le loro capacità di smaltimento si stanno riducendo e, dalla metà del secolo in poi, l’intossicazione dell’atmosfera potrebbe superare il limite di non ritorno( 550-600 parti per milione), oltre il quale il sistema climatico si modificherà in modo irreversibile e distruttivo per la vita sulla Terra.

FEBBRE ALTA —La febbre del pianeta, finora contenuta entro il grado di aumento, arriverà probabilmente a +3 gradi prima della fine del secolo, forse a +4.5, trasmettendosi agli oceani, non solo in superficie, ma anche in profondità, come già oggi indicano alcune misure. Lo scioglimento dei ghiacci e la dilatazione termica stanno già facendo salire il livello delle acque di 2 millimetri l’anno, ma questo valore medio potrebbe aumentare. Di quanto? Su questa valutazione, gli scienziati dell’Ipcc si sono mostrati molto cauti indicando, per la fine del secolo, un aumento del livello dei mari fra 28 e 43 cm.

MARI PIU’ ALTI—Prima ancora che il documento sia stato ufficialmente reso noto, i ricercatori del prestigioso Istituto di ricerche sugli impatti climatici di Potsdam hanno manifestato il loro pieno dissenso. «Le nostre valutazioni, ricavate da misure satellitari, dicono che già oggi il tasso di sollevamento è arrivato a 3mmper anno—ha dichiarato ieri il professor Stephan Rahmstorf, direttore dell’Istituto —. Di conseguenza le nostre proiezioni al 2100 indicano un range di sollevamento fra 50 e 140 cm».
Franco Foresta Martin
02 febbraio 2007

Livello mare salirà di 18-59 cm entro 2100 E' la previsione degli esperti dell'Ipcc riuniti a Parigi. Ma potrebbe andare anche peggio: «Livelli maggio

Livello mare salirà di 18-59 cm entro 2100 E' la previsione degli esperti dell'Ipcc riuniti a Parigi. Ma potrebbe andare anche peggio:

«Livelli maggiori non vanno esclusi»

PARIGI - Il livello del mare crescerà probabilmente tra i 18 e i 59 centimentri entro il 2100 anche se potrebbe andare anche peggio, in conseguenza allo scioglimento dei ghiacci in Groenlandia e in Antartico. Lo afferma il rapporto pubblicato dagli esperti del gruppo intergovernativo sul cambiamento climatico (Ipcc) riuniti a Parigi. Una precedente stima nel 2001 aveva fissato l'innalzamento dei mari tra i 9 e gli 88 centimetri. Il rapporto odierno precisa però che «valori maggiori non possono essere esclusi» e che è impossibile dare una stima più precisa in quanto ancora non si può prevedere con esattezza il comportamento del ghiaccio che ricopre l'Antartico e la Groenlandia.
IL RISCALDAMENTO DURERÀ OLTRE UN MILLENNIO - Il riscaldamento del clima sulla Terra durerà per «oltre un millennio», hanno inoltre affermato gli esperti nel rapporto pubblicato oggi sul cambiamento climatico. La temperatura si innalzerà fra l'1,8 i i 4 gradi entro il 2100. Gli esperti dell'Ipcc ritengono con una probabilità del 90 per cento che il riscaldamento climatico sia dovuto all'emissioni umane di gas serra.
NATI NEL 2007 VIVRANNO IN MONDO PIÙ CALDO - «I bambini nati nel 2007 vivranno in un mondo più caldo», aveva affermato il direttore esecutivo del Programma dell'Onu per l'ambiente (Unep), Achim Steiner, qualche ora prima della diffusione delle previsioni mondiali sul cambiamento climatico. «Globalmente il messaggio è chiaro: se è vero che la prova assoluta non sarà disponibile prima che sia troppo tardi, non vi possono più essere dubbi seri che le emissioni umane di anidride carbonica e di altri gas da effetto serra presentino un rischio reale per il nostro benessere», scrive Steiner in un comunicato. «I bambini nati nel 2007 vivranno in un mondo più caldo, dalla tendenze meteorologiche considerevolmente modificate e dove il livello del mare sarà più elevato», aveva aggiunto il direttore esecutivo dell'Unep.
02 febbraio 2007

AMBIENTE Allarme su Science alla vigilia della pubblicazione del nuovo documento dell'Ipcc

AMBIENTE

Allarme su Science alla vigilia della pubblicazione del nuovo documento dell'Ipcc
"La realtà si è rivelata molto peggio delle previsioni contenute in quello del 2001"
Clima, scienziato tedesco rifà i conti
"Il rapporto Onu rischia di essere ottimista"
Secondo Stefan Rahmstorf, gli effetti della CO2 su temperatura e livelli dei mari sono sottostimati


Barriere di sassi a Jakarta per cercare di arginare l'innalzamento del mare
ROMA - Alla vigilia della pubblicazione del Quarto Rapporto sul riscaldamento globale realizzato dall'Ipcc, uno staff di prestigiosi scienziati tedeschi fa le pulci alla penultima fatica dell'organismo delle Nazioni Unite che tiene permanentemente sotto controllo gli andamenti climatici del pianeta, ovvero il Terzo Rapporto datato 2001.

In uno studio pubblicato sulla rivista statunitense Science, Stefan Rahmstorf, climatologo del Potsdam Institute for Climate Impact Research, il grande centro di ricerca tedesco all'avanguardia nella formulazione di modelli climatici, spiega come i dati reali e le osservazioni sul campo raccolte nel corso di questi cinque anni mostrano che le previsioni fatte dall'Ipcc nel 2001 si sono rivelate tutte troppo ottimistiche.

In realtà non si tratta di una vera e propria novità, e lo stesso Quarto Rapporto, secondo quanto indicato dalle dettagliate anticipazioni uscite in questi giorni, prende atto che la situazione è decisamente peggiore di quanto non si fosse pronosticato, anche se nei resoconti si è spesso preferito sottolineare altri due aspetti centrali del documento: l'accordo ormai pressoché unanime sul fatto che il riscaldamento globale è una drammatica realtà e la quasi certezza che a provocarlo siano in larghissima misura l'attività umana con la produzione di gas serra.

I cambiamenti climatici, secondo Rahmstorf e i suoi collaboratori, stanno insomma dando luogo a fenomeni più intensi di quelli che solo cinque anni fa erano stati previsti dagli scienziati, con il concreto rischio che la comunità scientifica abbia nel complesso sottostimato le conseguenze prodotte dalle massicce emissioni di anidride carbonica e degli altri gas serra.

Nel rapporto 2001, lo staff dell'Ipcc aveva previsto che l'aumento della concentrazione di CO2 nell'atmosfera avrebbe condotto ad un aumento delle temperature negli anni successivi pari a un minimo di 1,7 fino ad un massimo di 4,2 gradi centigradi. Dalle osservazioni effettuate in questi ultimi cinque anni, i ricercatori tedeschi hanno dimostrato che in realtà la temperatura media del pianeta è aumentata di 0,33 gradi. E questo sarebbe in linea solo con gli scenari peggiori elaborati dall'Ipcc nel 2001.

Inoltre c'è un secondo fenomeno che si sta manifestando con maggiore intensità rispetto alle previsioni: quello relativo al ritmo di crescita dei livelli dei mari, che così come Rahmstorf anche diversi altri studiosi dei Poli ritengono l'Ipcc continui a sottostimare. Secondo i modelli elaborati nel 2001, il livello degli oceani sarebbe dovuto salire di soli due millimetri ogni anno, mentre le osservazioni effettuate dai satelliti mostrano invece un trend di crescita costante pari a 3,3 millimetri all'anno. E non solo. Il tasso di crescita del livello degli oceani negli ultimi venti anni è del 25 per cento più elevato di quello mai registrato negli ultimi 115 anni.

(1 febbraio 2007)

AMBIENTE Pubblicata stamane la versione definitiva dello studio dell'Ipcc dell'Onu

AMBIENTE InviaStampaPubblicata stamane la versione definitiva dello studio dell'Ipcc dell'Onu
Secondo le previsioni degli scienziati, il livello dei mari si alzerà tra i 18 e i 59 centimetri
Ambiente, al più tardi entro il 2100
la temperatura crescerà da 1,8 a 4 gradi
Il riscaldamento del clima durerà "per oltre un millennio"
E' dovuto con una probabilità del 90% alle emissioni umane dei gas serra

PARIGI - Entro la fine del secolo in corso, dunque al più tardi nel 2100, la temperatura superficiale della Terra crescerà probabilmente da 1,8 a 4 gradi centigradi. E' la stima definitiva dell'Ipcc, l'Intergovernmental Panel on Climate Change, la più importante commissione di studio delle Nazioni Unite sul surriscaldamento globale, di cui è in corso a Parigi la conferenza. Secondo la commissione, il riscaldamento del clima sulla Terra durerà per "oltre un millennio". Gli esperti dell'Ipcc ritengono con
una probabilità del 90 per cento che il riscaldamento climatico sia dovuto alle emissioni umane di gas serra.

La oscillazioni nelle previsioni dipendono dalle quantità di anidride carbonica, il principale tra i gas-serra, che in concreto saranno immesse nell'atmofera. La stima si riferisce al decennio 2089-2099, messo a confronto con il periodo 1980-1999: si basa sul lavoro, e lo sintetizza, di 2500 ricercatori esperti in diversi settori di rilevanza climatica, e operanti in ogni parte del mondo.

Si tratta della prima revisione in sei anni delle prove scientifiche relative all'effetto-serra e alle sue conseguenze potenzialmente disastrose: l'ultima risaliva infatti al 2001, quando la proiezione fu di un incremento nella temperatura della superficie terrestre nell'ordine di 1,4-5,8 gradi. Ora gli studi sono riusciti a ridurre la forbice, tagliando sia l'estremo positivo che quello negativo. All'epoca si adottò tuttavia un metodo di calcolo parzialmente diverso da quello impiegato ora.

Quanto all'innalzamento del livello dei mari, si valuta che entro la scadenza considerata esso sarà compreso tra 18 e i 59 centimetri: si tratta peraltro di cifre sulle quali non c'è consenso unanime. Una parte degli scienziati le considerano infatti troppo prudenti, dal momento che non tengono conto delle ripercussioni di alcuni eventi recentissimi, come lo scioglimento di vaste estensioni di ghiaccio osservato sia in Antartide sia in Groenlandia.

(2 febbraio 2007) Torna su

Smog, livelli quasi al triplo del massimo consentito

Smog, livelli quasi al triplo del massimo consentito

E domenica torna il blocco delle auto, solo a Bergamo

Lo smog continua a crescere: i livelli di polveri sottili, già alti durante la giornata di martedì 30 gennaio, sono ulteriormente saliti nella giornata di ieri, mercoledì 31 gennaio. Nell'area critica, a Osio Sotto si è passati per esempio da 88 microgrammi per metro cubo a 116 microgrammi: un valore quasi due volte e mezza il livello massimo consentito dalla normativa, cioè 50 microgrammi. Per Bergamo il dato del 31 gennaio non è disponibile, ma già martedì s'erano raggiunti i 96 microgrammi. A Lallio invece ieri si sono registrati 91 microgrammi.

In provincia il dato peggiore è quello di Filago: 132 microgrammi ieri contro i 103 di martedì. Non va molto meglio a Treviglio, dove da 102 microgrammi di martedì si è passati ai 107 di ieri. Non disponibile invece il dato del 31 gennaio per quanto riguarda Calusco: ma già martedì si era a quota 106 microgrammi per metro cubo.

(01/02/2007)

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