Giorni dalla firma tra Italcementi ed i Comuni

NON HANNO FIRMATO I SINDACI DI : Paderno d'Adda e Solza . HANNO FIRMATO : Calusco d'Adda, Cornate d'Adda, Imbersago, Medolago, Parco Adda Nord, Robbiate, Verderio Inferiore, Verderio Superiore, Villa d'Adda, Dopo più di 1.000 giorni dalla firma ,il 4 Maggio 2012 non si hanno notizie sulla ferrovia . Solo ombre su questo accordo fantasma , polvere , puzza, inquinamento . http://calusco.blogspot.it/2012/05/comunicato-stampa-tavolo-italcementi.html

Countdown alla ferrovia

il tempo e' finito del collegamento ferroviario nessuna notizia ,Piu' di 1.000 giorni TRE ANNI e nulla di fatto, meditate .

Friday, June 29, 2007

Cassago: nei primi di luglio sarà fatta esplodere una delle due ciminiere della storica cementeria

Giovedì, 28 Giugno 2007 - 18:15

Cassago: nei primi di luglio sarà fatta esplodere una delle due ciminiere della storica cementeria

Anche se la data non è ancora stata stabilita con certezza, nei primi giorni di luglio una delle due ciminiere dell’ ex-Holcim di Cassago verrà fatta esplodere, mentre l’altra resterà integra a simboleggiare quel passato di un paese laborioso ed industriale, i cui “fiori all’occhiello” erano l’azienda Onofri e la stessa cementeria. Da mesi l’area che in passato era occupata dai comparti produttivi e dagli uffici, è ora oggetto di un’ imponente opera di demolizione, che con ogni probabilità dovrebbe terminare intorno alla fine di luglio. In futuro sorgerà una nuova zona industriale che, tra l’altro, accoglierà la Perego Strade: in questo modo l’ingente flotta dell’azienda sarà trasferita lontano dal centro paese, privando Cassago di tutti i problemi relativi alla circolazione dei grossi automezzi. Presumibilmente in una sera tra il 4 ed il 7 luglio, la ciminiera all’apparenza in migliore condizione, sarà falta saltare con esplosivo, mentre l’altra sarà affidata alla cura della Eldap (società che ha rilevato l’intera area) e continuerà a dominare dall’alto l’area industriale, insieme alla palazzina dei vecchi uffici, anch’essa destinata a rimanere integra. Per l’evento, che sarà certamente di grande spettacolarità, è prevista la momentanea chiusura delle strade circostanti, tra cui l’ex statale Como - Bergamo. La demolizione dell’ex-cementeria è compresa in un più vasto piano d’intervento: nel piazzale antistante l’area sarà realizzata la nuova piattaforma ecologica e, contestualmente, in zona oratorio femminile potranno cominciare i lavori per la realizzazione dei parcheggi ed una riqualificazione complessiva della zona. Si dovrà invece attendere almeno fino all’agosto 2008 per la sistemazione della viabilità, che prevede l’abbellimento di via Volta e la realizzazione di un percorso ciclopedonale che collegherà la stazione al centro sportivo comunale. Comunicheremo, appena possibile, giorno e data precisa “dell’ esplosione”, in modo che tutti gli interessati possano assistere e dare l’addio ad un pezzo storico del paese.


J.P.

Wednesday, June 27, 2007

Italcementi sbarca in Cina con l'acquisizione di Fuping Group

Italcementi sbarca in Cina con l'acquisizione di Fuping Group

Italcementi Group ha acquisito dal gruppo cinese Zhejiang Guangyu - attraverso la subholding Ciments Français - il 100% di Fuping Cement Co. Ltd., società situata nella provincia dello Shaanxi (Cina centrale). L’intesa ha un valore complessivo di circa 70 milioni di dollari.
L’operazione consente al Gruppo Italcementi di fare il proprio ingresso in Cina, un’area che da sola rappresenta circa la metà del mercato mondiale del cemento con significative potenzialità di ulteriore crescita. Secondo stime governative, la produzione è infatti attesa in sensibile incremento dagli 1,06 miliardi di tonnellate registrate nel 2005 a 1,25 miliardi previsti nel 2010.

“Quest’acquisizione - ha sottolineato Carlo Pesenti, Consigliere delegato di Italcementi - segna l’ingresso del nostro Gruppo nel più grande mercato del cemento nel mondo e riveste quindi una grande importanza strategica. Italcementi, in linea con i piani di sviluppo della propria presenza nel mercato asiatico, si propone di diventare uno dei protagonisti del settore in Cina, puntando sulle prospettive di crescita e partecipando al consolidamento del mercato”.

“Siamo felici dell’operazione con Italcementi Group - ha dichiarato Feng Guang Cheng, rappresentante del gruppo Zhejiang Guangyu - L’acquisizione da parte di Italcementi aprirà a Fuping l’accesso allo straordinario know-how ed esperienza industriale del gruppo europeo”.

Fuping Cement, che occupa oltre 300 dipendenti, opera attraverso un moderno impianto a via secca, avviato nel giugno del 2006; l’attuale capacità produttiva di 1,7 Mt di clinker all’anno (con una capacità di macinazione di 2 Mt di cemento), grazie alle autorizzazioni già ottenute, potrà essere raddoppiata nel prossimo futuro. Fuping Cement gestisce inoltre una cava di calcare di proprietà nei pressi della cementeria.

La localizzazione degli impianti e delle cave pone Fuping Cement in una posizione strategica per servire il mercato della zona centrale della Cina: questa area presenta infatti un forte potenziale di crescita nel medio-lungo periodo, avendo un consumo di cemento inferiore a quello medio cinese e con progetti di sviluppo infrastrutturale già deliberati dal Governo.

L’investimento in Cina permetterà al Gruppo Italcementi di rafforzare la propria presenza nel continente asiatico, dove Cina e India rappresentano i due più grandi mercati mondiali del cemento. Il gruppo Italcementi infatti è già presente in India attraverso Zuari Cement (di cui ha rilevato nel maggio 2006 la totalità del capitale) che dispone attualmente di una capacità produttiva, attraverso due impianti, di oltre 3,2 Mt di cemento, che si incrementerà, al termine dei lavori già avviati, fino a 5,9 Mt. In Kazakistan, dove opera la controllata Shymkent Cement, è stato annunciato lo scorso dicembre un accordo per la realizzazione in partnership con investitori locali di due nuove cementerie, che porteranno la capacità totale del Gruppo nel Paese ad oltre 3 milioni di tonnellate di cemento all’anno, facendone il leader nell’Asia centrale.

Il Gruppo è anche presente in Thailandia attraverso Jalaprathan Cement e Asia Cement che controllano tre impianti con una capacità produttiva complessiva di circa 7 Mt di cemento all’anno, destinato al mercato interno e all’export nei Paesi limitrofi dell’estremo oriente. In base alla presenza attuale a ai progetti già annunciati, il Gruppo Italcementi potrà quindi contare in Asia su una quota di circa il 20% della propria capacità produttiva totale.

Fonte: Pierpaolo Molinengo
Notizia a cura di: www.trend-online.com

Italcementi: un acquisizione in Cina

Italcementi: un acquisizione in Cina

15:38:12

Italcementi Group ha acquisito dal gruppo cinese Zhejiang Guangyu - attraverso la subholding Ciments Français - il 100% di Fuping Cement Co. Ltd., società situata nella provincia dello Shaanxi (Cina centrale). L’intesa ha un valore complessivo di circa 70 milioni di dollari. L’operazione consente al Gruppo Italcementi di fare il proprio ingresso in Cina, un’area che da sola rappresenta circa la metà del mercato mondiale del cemento con significative potenzialità di ulteriore crescita. Secondo stime governative, la produzione è infatti attesa in sensibile incremento dagli 1,06 miliardi di tonnellate registrate nel 2005 a 1,25 miliardi previsti nel 2010.

Italcementi compra Fuping per 70 milioni di dollari

Italcementi compra Fuping per 70 milioni di dollari


di Redazione - mercoledì 27 giugno 2007, 07:00 da Milano




Italcementi continua la sua marcia verso Oriente: attraverso la controllata Ciments Français, sbarca in Cina e acquista il 100% della Fuping Cement per 70 milioni di dollari.

Soddisfatto l’ad Carlo Pesenti: «L’area in cui abbiamo effettuato l’investimento - dice al Giornale - si presenta fra quelle a maggiore potenzialità di crescita in Cina. Secondo i progetti di sviluppo governativo Go West, in questa zona del Paese si svilupperà il polo industriale aeronautico cinese, dove troveranno sede le più importanti compagnie del settore. Nei progetti del governo, Xian, la capitale della provincia, sarà destinata a ospitare la National aviation base, diventando di fatto quello che per gli Usa è Seattle».

Da sola, la Cina rappresenta circa la metà del mercato mondiale del cemento con significative potenzialità di ulteriore crescita. Secondo le stime del governo di Pechino, la produzione di cemento crescerà da 1,06 miliardi di tonnellate del 2005 a 1,25 miliardi nel 2010. E in particolare, «nella provincia di Shaanxi, dove risiedono circa 37 milioni di persone - prosegue Pesenti - si attende un forte impulso nel consumo di cemento, attualmente fermo a circa 600 kg pro capite contro gli 800 di media dell'intero Paese».

Fuping Ciment, che occupa oltre 300 dipendenti, grazie all’impianto avviato nel giugno 2006 ha una capacità produttiva annua di 1,7 milioni di tonnellate di clinker, con una capacità di macinazione di 2 milioni di tonnellate di cemento. Ma per Italcementi è solo l’inizio: «La nostra strategia di possibile ulteriore crescita - dice l’amministratore delegato - si svilupperà attraverso accordi di joint venture con partner locali nell'ottica di ottenere la leadership in aree geografiche del Paese. Questo non escluderà comunque, nel caso si presentassero significative opportunità, eventuali acquisizioni. Con lo sbarco in Cina, che si aggiunge ai progetti già annunciati in India e in Kazakhstan, la capacità produttiva nell'area si incrementerà, rispetto al 2006, di circa 5 milioni di tonnellate all'anno, a circa 19 milioni di tonnellate».

Dopo l'ingresso in India, Thailandia e Kazakhstan

Dopo l'ingresso in India, Thailandia e Kazakhstan


Italcementi sbarca nel mercato cinese


Il gruppo bergamasco acquisisce interamente la Fuping Cement per 70 milioni di dollari
Milano, 26 giu - La società Italcementi ha acquisito tramite la controllata Ciments Francais il 100% della cinese Fuping Cement per 70 milioni di dollari. L'operazione consente al gruppo bergamasco di entrare nel mercato cinese, dopo aver già fatto precedentemente ingresso in India, Thailandia e in Kazakhstan.

Secondo le stime del governo di Pechino la produzione di cemento in Cina crescerà dagli 1,06 miliardi di tonnellate del 2005 a 1,25 miliardi nel 2010. Fuping Ciment, che occupa oltre 300 dipendenti, grazie all'impianto avviato nel giugno 2006 ha una capacità produttiva annua di 1,7 milioni di tonnellate di clinker, con una capacità di macinazione di 2 milioni di tonnellate di cemento.

Mattia Corazza

Italcementi: sbarca in Cina con acquisizione Fuping Cement

Italcementi Group ha acquisito dal gruppo cinese Zhejiang Guangyu


- attraverso la subholding Ciments Français - il 100% di Fuping Cement Co. Ltd., società situata nella provincia dello Shaanxi (Cina centrale). L'intesa ha un valore complessivo di circa 70 milioni di dollari.
L'operazione, spiega un comunicato, consente al Gruppo Italcementi di fare il proprio ingresso in Cina, un'area che da sola rappresenta circa la metà del mercato mondiale del cemento con significative potenzialità di ulteriore crescita. Secondo stime governative, la produzione è infatti attesa in sensibile incremento dagli 1,06 miliardi di tonnellate registrate nel 2005 a 1,25 miliardi previsti nel 2010.
"Quest'acquisizione - ha sottolineato Carlo Pesenti, Consigliere delegato di Italcementi - segna l'ingresso del nostro Gruppo nel più grande mercato del cemento nel mondo e riveste quindi una grande importanza strategica. Italcementi, in linea con i piani di sviluppo della propria presenza nel mercato asiatico, si propone di diventare uno dei protagonisti del settore in Cina, puntando sulle prospettive di crescita e partecipando al consolidamento del mercato".
"Siamo felici dell'operazione con Italcementi Group - ha dichiarato Feng Guang Cheng, rappresentante del gruppo Zhejiang Guangyu - L'acquisizione da parte di Italcementi aprirà a Fuping l'accesso allo straordinario know-how ed esperienza industriale del gruppo europeo".




Italcementi: sbarca in Cina con acquisizione Fuping Cement


(Teleborsa) - Roma, 26 giu - Fuping Cement, continua il comunicato, che occupa oltre 300 dipendenti, opera attraverso un moderno impianto a via secca, avviato nel giugno del 2006; l'attuale capacità produttiva di 1,7 Mt di clinker all'anno (con una capacità di macinazione di 2 Mt di cemento), grazie alle autorizzazioni già ottenute, potrà essere raddoppiata nel prossimo futuro. Fuping Cement gestisce inoltre una cava di calcare di proprietà nei pressi della cementeria.
La localizzazione degli impianti e delle cave pone Fuping Cement in una posizione strategica per servire il mercato della zona centrale della Cina: questa area presenta infatti un forte potenziale di crescita nel medio-lungo periodo, avendo un consumo di cemento inferiore a quello medio cinese e con progetti di sviluppo infrastrutturale già deliberati dal Governo.
L'investimento in Cina permetterà al Gruppo Italcementi di rafforzare la propria presenza nel continente asiatico, dove Cina e India rappresentano i due più grandi mercati mondiali del cemento. Il gruppo Italcementi infatti è già presente in India attraverso Zuari Cement (di cui ha rilevato nel maggio 2006 la totalità del capitale) che dispone attualmente di una capacità produttiva, attraverso due impianti, di oltre 3,2 Mt di cemento, che si incrementerà, al termine dei lavori già avviati, fino a 5,9 Mt. In Kazakistan, dove opera la controllata Shymkent Cement, è stato annunciato lo scorso dicembre un accordo per la realizzazione in partnership con investitori locali di due nuove cementerie, che porteranno la capacità totale del Gruppo nel Paese ad oltre 3 milioni di tonnellate di cemento all'anno, facendone il leader nell'Asia centrale.
Il Gruppo è anche presente in Thailandia attraverso Jalaprathan Cement e Asia Cement che controllano tre impianti con una capacità produttiva complessiva di circa 7 Mt di cemento all'anno, destinato al mercato interno e all'export nei Paesi limitrofi dell'estremo oriente. In base alla presenza attuale a ai progetti già annunciati, il Gruppo Italcementi potrà quindi contare in Asia su una quota di circa il 20% della propria capacità produttiva totale, conclude il comunicato.

Monday, June 25, 2007

Tavernola al referendum vota no ai nuovi combustibili per il cementificio

Tavernola al referendum vota no ai nuovi combustibili per il cementificio


Non passa la sperimentazione dell'utilizzo di combustibili derivati da rifiuti per alimentare il forno del cementificio Lafarge di Tavernola. Una netta vittoria dei no ha infatti caratterizzato la consultazione popolare avvenuta domenica 24 giugno e che ha visto recarsi alle urne 1.153 residenti nel paese del Sebino su 1.983 aventi diritto. Di questi, 933 hanno espresso parere contrario e 211 invece si sono dichiarati d'accordo con la proposta della società francese. Ora il Consiglio comunale dovrà prendere atto delle indicazioni (peraltro non vincolanti) emerse dal voto.

Il cementificio Lafarge Adriasebina vorrebbe sperimentare per sei mesi l'utilizzo di combustibili alternativi ma la popolazione si è detta contraria, temendo un peggioramento delle condizioni ambientali. Il Consiglio comunale prenderà atto dei risultati e dopo averli esaminati deciderà come comportarsi.


Cementificio, Tavernola chiamata a votare
Dopo oltre due anni di confronti in difesa della salute e dell'ambiente, è giunto il momento del ricorso alla volontà popolare. Urne aperte in riva al lago domenica.
Si voterà dalle 8 alle 21 per una consultazione – cui sono chiamati 1.842 cittadini – che darà l'opportunità alla popolazione di Tavernola di esprimere la propria opinione sulla possibilità, da parte del cementificio Lafarge Adriasebina, di utilizzare combustibili da rifiuti e pneumatici triturati per produrre cemento, con l'obiettivo di migliorare le emissioni in atmosfera. Il responso si conoscerà già nella serata di domenica. Dopodiché sarà necessaria una valutazione politica del responso della consultazione che, va ricordato, non ha valore abrogativo, ma solo consultivo, per cui non ci saranno vincoli per l'Amministrazione sulle scelte future in materia.


Cementificio, Tavernola chiamata a votare

IL SINDACO Sull'inedita chiamata al voto il sindaco Leandro Soggetti ha affermato: «L'Amministrazione comunale non intende dare indicazioni. L'auspicio è che i tavernolesi scelgano di esprimere il proprio parere e che la percentuale dei votanti sia significativa, certamente superiore al 50% degli aventi diritto. Da parte nostra c'è la convinzione che vi siano tutti i presupposti affinché, per un periodo non superiore ai sei mesi, il cementificio utilizzi combustibili alternativi con le dovute garanzie e in ottica di miglioramento ambientale».

IL CONSIGLIO Opposte vedute giungono dalle minoranze: «La consultazione popolare – sottolinea Natalino Colosio, della lista "Progetto Tavernola" – rappresenta un'occasione per far sentire la nostra voce e scongiurare pericoli alla nostra salute. Siamo convinti che Tavernola meriti più di quanto è stato previsto dalla convenzione sottoscritta dall'Amministrazione comunale con il cementificio. Ecco perché invitiamo a votare "sono contrario" alle prove». La preferenza per il «no» alle prove è confermata anche dalla seconda lista civica di minoranza «Tavernola Democratica» guidata da Aleandro Bagarelli. Cristina Bettoni, consigliere comunale con delega all'Ambiente chiarisce: «Personalmente voterò "si". Lo ritengo doveroso perché la consultazione giunge a conclusione di un iter di verifiche tecniche effettuate da personale qualificato. Ritengo negativo che per convincere la popolazione al "no", alcune forze politiche siano ricorse ad argomenti strumentali che hanno come immediata conseguenza il deterioramento dell'immagine della cittadina. Abbiamo deciso di sentire il parere della popolazione e ritengo non corretto suggerire le risposte».

L'AZIENDA Preoccupata la Lafarge Adriasebina: «Vogliamo usare rifiuti speciali non pericolosi perché coniugano efficienza aziendale e rispetto della salute e dell'ambiente, garantendo competitività all'impresa – ha commentato Enrico Siviero, direttore dello stabilimento, che firma un volantino con le ragioni dell'azienda, distribuito ai dipendenti –. Con il loro utilizzo possiamo fra l'altro impegnarci a darci limiti di Nox (ossido di azoto) ancora più bassi rispetto a quelli previsti dalla norma, raddoppiare la frequenza dei controlli previsti per legge ed eseguiti da organismi esterni, consentire ispezioni da parte degli enti di controllo indicati dall'Amministrazione. Se vince il "no", sarà un'opportunità persa per tutti in ottica di un miglioramento ambientale».

IL COMITATO Una questione delicata e che non ha mancato di segnalare divisioni anche all'interno del Comitato civico di salute pubblica, nato per dire no alle sperimentazioni. Il presidente Privato Fenaroli rilancia: «Diciamo sì alle prove, ma solo per uno, massimo due mesi e a condizioni concordate, con un comitato di controllo composto anche da nostri esperti e che disponga della possibilità di effettuare verifiche continue. Dopodiché, ci aspettiamo di discutere i dati emersi in un'assemblea pubblica ed eventualmente sottoporli ad un giudizio popolare in modo inequivoco e non strumentale».
Ma la maggioranza del Comitato pare non essere sulla stessa lunghezza d'onda. Conclude Angelo Fenaroli, uno dei fondatori: «Sono due anni che lavoriamo per convincere la popolazione dei possibili rischi conseguenti all'utilizzo di tali combustibili. Non si torna indietro».
Non va peraltro dimenticato che la multinazionale francese ha già ottenuto dalla Regione l'autorizzazione all'utilizzo a termine di materiali alternativi. Attività non decollata a seguito dell'esistenza di una convenzione con il Comune che prevede un parere favorevole all'avvio del processo.

ILTESTO Questo è il quesito della consultazione: «Sei favorevole o contrario a che il cementificio Lafarge Adriasebina, per un periodo non superiore a 6 mesi, utilizzi combustibili alternativi Cdr (Combustibili da rifiuti) e pneumatici triturati, classificati dalla legge come non pericolosi, al fine di verificare se migliorano le emissioni in atmosfera prodotte dal forno del suddetto cementificio?»
ISEGGI Nella scuola materna statale di via Roma saranno allestiti due seggi controllati da sei incaricati per postazione, in rappresentanza dei tre gruppi in Consiglio comunale. Si può votare muniti di documento di identità.
IVOTANTI Saranno 1.842 i cittadini maggiorenni iscritti all'anagrafe aventi diritto al voto, ai quali vanno aggiunti 142 residenti all'estero. La popolazione conta poco più di 2.270 abitanti.
PROPAGANDA Nello stabilimento Lafarge Adriasebina l'azienda ha diffuso un volantino che illustra le ragioni a favore della sperimentazione. Questa sera alle 21 al ristorante «La sirena» assemblea della lista «Progetto Tavernola».

(22/06/2007)

Saturday, June 23, 2007

Camion ribaltato, illeso l'autista

Camion ribaltato, illeso l'autista

Un camion carico di ghiaia si è ribaltato questa mattina a Grassobbio, sotto il cavalcavia della Nuova Cremasca, all’altezza della rotatoria che confina con la località Padergnone di Zanica. Fortunatamente nessuna conseguenza per l’autista del mezzo pesante, appartenente a un’impresa edile della Val Seriana, che è riuscito ad uscire dall’abitacolo riportando solo lievi escoriazioni alla mano e a un braccio.

È accaduto poco dopo le 10.30. Secondo la ricostruzione, al vaglio della polizia stradale di Bergamo, il rimorchio pochi metri dopo avere imboccato la rotatoria sotto la nuova provinciale 591 si è ribaltato su un fianco trascinando con se anche la motrice.

Sul posto sono intervenuti anche i carabinieri e la polizia locale di Zanica, il servizo di manutenzione strade della Provincia che ha ripulito l’asfalto dell’olio e del gasolio fuoriuscito dal camion, e i vigili del fuoco di Bergamo che hanno sollevato il mezzo pesante. La situazione è tornata alla normalità nel primo pomeriggio.

Rottame in fiamme Paura per il fumo

Rottame in fiamme Paura per il fumo
I Vigili del fuoco: «Non ci sono pericoli per gli abitanti»


Qualche preoccupazione ma nessun pericolo concreto ieri a Bessimo di Darfo, per un incendio scoppiato nello stabilimento della ditta Pezzotti dove vengono custoditi materiali ferrosi di scarto industriale, in prevalenza trucioli e scarti di lavorazioni da tornio. Le fiamme sono divampate nella notte fra mercoledì e giovedì: l’incendio ha tenuto impegnate per circa 12 ore consecutive 2 squadre dei Vigili del Fuoco del distaccamento di Boario Terme al comando del capo squadra Carlo Guarino.
Erano circa le 3.30 della notte quando l’allarme lanciato da alcuni automobilisti che percorrevano il tratto Darfo- Rogno giungeva al comando dei Vigili del Fuoco. Diceva di fiamme provenienti dalla stabilimento Pezzotti, accompagnate da colonne di fumo nero che si alzavano alte nel cielo. Sul posto di portavano subito due squadre dei Vigili del Fuoco di Darfo, una permanente e una di supporto, con due autobotti che entravano in azione cercando di abbassare con acqua e schiumogeni le fiamme e il fumo. Il successivo intervento era indirizzato allo «smassamento» del materiale che bruciava che - come ha poi spiegato il capo squadra Carlo Guarino - «erano trucioli di materiale ferroso, scarti di lavorazioni da tornio, in qualche modo intrisi di olio lubrificante».
Le nubi di fumo nero che si sono levate in cielo per tutta la mattinata e che hanno destato qualche preoccupazione nella popolazione erano le conseguenze dei getti di acqua di raffreddamento usati dai Vigili del Fuoco sul materiale incandescente.
Il lavoro è durato fino alle 14.30, quindi le due squadre dei Vigili hanno lasciato lo stabilimento. Quanto alle cause dell’incendio a prendere fuoco è stato il materiale rappresentato da residui ferrosi notevolmente surriscaldato dal sole e di olio lubrificante che, favoriti dall’aria che circolava all’interno dei trucioli ammassati, ha dato luogo a un incendio con fiamme soprattutto al centro del cumulo.
Nella zona, considerate le nubi di fumo nero che salivano alte nel cielo e il luogo da dove provenivano, si è diffuso un senso si preoccupazione per l’eventuale tossicità di quel fumo. Cosa che il capo-squadra dei Vigili del fuoco Guarino ieri escludeva del tutto. «Noi abbiamo degli strumenti che possono misurare subito sia il grado di reattività dei materiali, sia eventuali sostanze non presenti normalmente nell’aria e quando ci accorgiamo di situazioni anomale chiamiamo l’Asl o l’Arpa per eventuale supporto. Nel nostro caso non si è registrata alcuna anomalia e tutto si è svolto come un normale intervento di smassamento e di raffreddamento».
Giuseppe Cappitta

Monday, June 18, 2007

Calusco d’Adda: il nuovo ponte non si farà per ora

Calusco d’Adda: il nuovo ponte non si farà per ora
Di Vercingetorix
L’idea di realizzare un nuovo ponte sul fiume Adda che potesse sostituire il vecchio ponte in ferro della ferrovia ha almeno trent’anni. Nel 1980 fu indetto un concorso pubblico di progettazione da Regione Lombardia e Ferrovie dello Stato. Il concorso fu vinto dal Consorzio Adda ’80. . Il progetto De Miranda, è rimasto nei cassetti. La soluzione prevedeva un grande arco in cemento armato gettato su un’unica grande luce di 270 metri per un costo di 42 miliardi. Ma da allora è rimasto sulla carta. Nel 1995 la Regione Lombardia si era decisa a riprendere il progetto in mano soprattutto per verificare la fattibilità e l’innesto sulla rete viaria. Era intervenuto anche il Ministero dei Beni Ambientali per valutare l’impatto ambientale dell’opera. e le Ferrovie che devono dare il loro parere. In ogni caso si sa solo che il nuovo ponte passerà 150 metri più a sud dell’attuale. L’accesso al ponte sarebbe stato possibile dalla nuova tangenziale sud di Calusco attualmente in progetto, dove c’è la rotatoria.
Abbiamo voluto verificare lo stato dell’arte contatattando il settore viabilità sia della Regione Lombardia che della provincia di Bergamo. Alla Regione Lombardia il responsabile dei collegamenti sull’Adda ha comunicato che al momento sono in fase di realizzazione solo il ponte di Sala di Calolziocorte e sono in fase si studio (che viene prima della progettazione) il ponete per la futura pedemontana che dovrebbe passare all’altezza di Bottanuco all’incirca, e il futurissimo ponte della Bre-Be-Mi. Per il resto niente è previsto. Lo stesso dicono in Provincia dove confermano siano stati fatti dei progetti, ma nessuno è stato preso in considerazione. Pertanto niente al momento. Se domani decidessero di mettere mano al progetto di un nuovo ponte, passerebbero dei lustri prima di vederlo finanziato e realizzato. Per cui mettiamoci comodi sapendo che per almeno 20 anni non vi sarà alcuna alternativa.
Però è anche impensabile che sua una vitale via di comunicazione tra est ed ovest , tra Bergamo e la Brianza, il traffico deva svolgersi solo a senso alternato regolato da semaforo (che è di proprietà della Provincia di Lecco) con divieto di transito per mezzi più larghi di 2,20 e 3,5 tonnellate di peso. Ma si può pensare a una soluzione alternativa, almeno per il traffico leggero. In questo momento il ponte San Michele sopporta sia il peso dei mezzi che viaggiano in un senso che in contemporanea il peso del treno (locomotore con carrozze). Visto che sopporta i due pesi si potrebbe pensare a auna soluzione nella quale il ponte stradale è aperto in entrambi i sensi di marcia per i veicoli fino a tre tonnellate, tranne che quando passa il treno, e allora scatta il semaforo in modo da evitare che il peso del terreno si sommi a quello del traffico stradale. Basterebbe poco per sistemare la carreggiata e allargarla, rimuovere i gard rail e pensare a una soluzione alternativa per il traffico pedonale e ciclabile (per esempio una passerella aggiuntiva esterna).

Calusco: debutto tra le incompatibilità


Calusco: debutto tra le incompatibilità



Eco di Bergamo 16 giugno 2007

Ha esordito risolvendo alcuni casi di incompatibilità, di fronte a un pubblico numeroso nella sala consiliare, la nuova Amministrazione comunale di Calusco guidata dal sindaco Roberto Colleoni, eletto con la lista civica «Per Calusco» nella tornata elettorale del 27 e 28 maggio. Colleoni ha ottenuto il 68,6% di voti, mettendo in minoranza il gruppo di «Lineacomune», per dodici anni al governo.
Giuseppe Pippo Bolis, che aveva avuto 79 preferenze ed era tra gli eletti in Consiglio, ha rinunciato al suo posto facendo subentrare il primo dei non eletti, Francesco Danilo Riva, che aveva avuto 62 preferenze. Pippo Bolis con le sue dimissioni dal Consiglio può così mantenere la presidenza della Polisportiva Caluschese, mentre ha dovuto lasciare la vicepresidenza nella stessa associazione, per incompatibilità con la nuova carica di assessore, Michele Oriele Locatelli. Durante l'esame degli eletti alla carica di consigliere, la capogruppo di minoranza di «Lineacomune», Michela Viscardi, ha informato il segretario comunale Filippo Paradiso dell'incompatibilità di alcuni consiglieri. Oltre a Michele Oriele Locatelli, anche Francesco Danilo Riva, presidente dell'Age locale, ha dato le dimissioni da questa carica assumendo la nuova di assessore. Per un altro neoassessore, Massimo Cocchi, amministratore delegato dell'impresa Vitali Spa, società che aveva vinto un appalto di lavori del Comune di Calusco, l'incompatibilità è venuta meno con la rescissione del contratto in questione.
Al termine di questi chiarimenti si è proceduto alla votazione, avvenuta all'unanimità. Il sindaco Colleoni ha quindi prestato giuramento, annunciando la nuova formazione di governo. La Giunta è così composta: il sindaco si occuperà anche di Urbanistica e Personale; Leopoldo Giannelli, vicesindaco e assessore alla Protezione civile; Enrico Salomoni è a capo degli assessorati all'Ambiente, Ecologia, Manutenzione verde pubblico e Sicurezza; Francesco Danilo Riva ai Servizi sociali e all'Istruzione; Michele Oriele Locatelli al Bilancio e tributi, Sport e tempo libero e Rapporti con le associazioni; Antonella Bonacina, alle Attività produttive, artigianato e commercio, e Rapporti istituzionali con enti, aziende e istituzioni a livello sovraccomunale; Massimo Cocchi, alla Cultura e spettacolo, Biblioteca, Marketing, Ufficio pubbliche relazioni, e Sviluppo del territorio, Viabilità e trasporti.
Il sindaco, che per tutta la durata del Consiglio ha vestito la fascia tricolore, ha esposto le linee programmatiche dei prossimi cinque anni: «Il rapporto tra i cittadini e l'amministrazione sarà improntato all'ascolto, per fornire tutte le possibili risposte ai bisogni, alla semplificazione delle pratiche burocratiche in tutti i settori e alla chiarezza e trasparenza in ogni atto amministrativo».
Nelle linee programmatiche, queste le novità: una consulta giovanile; programmazione di un nuovo polo scolastico; revisione albo delle associazioni; realizzazione di un calendario unico delle iniziative e riscoperta delle tradizioni locali; maggior sicurezza con l'utilizzo di nuovi strumenti tecnologici; censimento e manutenzione programmata delle opere pubbliche esistenti, e semplificazione dei regolamenti edilizi; sportello unico per le imprese.
Viscardi, dopo aver dichiarato che «Lineacomune» avrebbe votato contro le linee programmatiche, ha concluso: «Si apre ora per noi un ciclo inedito, ma non meno nobile, quello di opposizione: svolgeremo con coerenza il ruolo di controllori democratici».
Angelo Monzani

Friday, June 15, 2007

Calusco d’Adda: ottimi propositi di Colleoni al primo consiglio comunale

giovedì, 14 giugno 2007
Calusco d’Adda: ottimi propositi di Colleoni al primo consiglio comunale
Di Vercingetorix
L’eccitazione dell’evento ha fatto sì che il primo consiglio comunale dell’amministrazione Roberto Colleoni di Calusco d’Adda (poco più di un’ora e mezzo fa) sia iniziato addirittura un paio di minuti prima delle nove. Pubblico delle grandi occasioni, circa un centinaio di persone, molti in piedi. Nonostante la pioggerellina, caldo afoso e fogli di programma usati come ventaglio. Primo colpo di scena il consigliere eletto Giuseppe Bolis della lista Per Calusco della maggioranza ha rassegnato le dimissioni e viene surrogato da Francesco Danilo Riva primo dei non eletti. Verifica dell’eleggibilità dei consiglieri. Il capogruppo della minoranza Viscardi solleva il problema del conflitto di interessi per i consiglieri Massimo Cocchi che è amministratore della Vitali spa azienda che ha vinto un appalto per lavori pubblici a Calusco, per Oriele Locatelli che è membro della polisportiva e per Danilo Riva pure membro di associazione sportiva. Il Sindaco Colleoni comunica che Locatelli e Riva si sono dimessi dalle cariche nelle associazioni, mentre per Cocchi non ci sono più conflitti perché l’appalto con la ditta Vitali è stato risolto per inadempienza. Approvazione consiglio. Giuramento del sindaco. Applausi. Comunicazione della giunta. Vice sindaco e assessore alla protezione civile: Leopoldo Giannelli
Assessore all’ambiente e all’ecologia e sicurezza: Enrico Salomoni. Assessore servizi sociali e istruzione: Danilo Riva. Assessore bilancio e tributi: Oriele Locatelli. Assessore attività produttive, commercio e rapporti con istituzioni: Antonella Bonacina. Assessore cultura, spettacolo, biblioteca, rapporti con il pubblico, viabilità e trasporti : Massimo Cocchi.
Due deleghe ai consiglieri Mauro Ripamonti per il controllo di gestione, e Alessandro Bonacina per i lavori pubblici.
Elezione delle commissioni elettorali, pura formalità.
Poi il programma, che per la verità il neo sindaco ha letto da un foglio scritto e abbastanza stentatamente. Punti fondamentali: il cittadino al centro, semplificazione del sistema burocratico, chiarezza e trasparenza. Piano economico per uno sviluppo sostenibile e istruzione sostenibile. Sicurezza e controllo del territorio “il cittadino non deve avere paura”. Istituzione di una consulta giovanile. Revisione albo associazioni. Nuovo polo scolastico. Valorizzazione dello sport. Recupero delle tradizioni locali con confronto multiculturale. Ambiente sano e pulito per tutti (vedremo come si mette con Italcementi). Urbanizzazione armonica, attenzione all’estetica, alloggi di edilizia convenzionata per giovani coppie, consumo oculato del territorio e conservazione. La famiglia come entità al centro del programma e come valore fondamentale. Per le imprese sportello unico, semplificazioni con revisione dei regolamenti comunali.
La minoranza attraverso Viscardi ha saputo solo dire che il programma era vago e che forse gli impegni professionali del neo sindaco non lo aiuteranno nello svolgimento dei compiti (e se fosse stata eletta Viscardi i suoi impegni professionali e la sua famiglia dove li metteva?). Bel discorso del neo Sindaco (seppure pronunciato senza alcuna foga, ma si può capire l’emozione del neofita) largamente condivisibile (specie per i temi della centralità del cittadino e della trasparenza e la gestione del territorio) da molti (destra e sinistra), resta da vedere se verrà attuato. In ogni caso auguri di buon lavoro.
PS. Se possiamo dare un consiglio al neo sindaco riguardo all'efficienza e alla trasparenza, sarebbe bene che il sito internet del comune di Calusco d'Adda fosse sempre aggioranto: al momento viene ancora riportata la composizione del consiglio e della giunta della precedente legislatura.

Thursday, June 14, 2007

Monte Canto: quando ripristineranno l’acqua?

giovedì, 14 giugno 2007
Monte Canto: quando ripristineranno l’acqua?Di Vercingetorix
Qualcuno ricorderà che tempo addietro avevamo affrontato il problema dell’acqua sparita dalle sorgenti sul Monte Canto (ne avevamo scritto qui). La sintesi è questa: Italcementi realizza il tunnel sotto il Monte Canto e contestualmente le sorgenti vanno in asciutta. Indagini, un balletto per stabilire le cause (che sono fin troppo evidenti), e alla fine si decide che Italcementi – attraverso un contributo da erogare al PLIS del Monte Canto e del Bedesco - deve ripristinare le sorgenti costruendo un pozzo piezometrico che riporterà in quota l’acqua delle falde (la cosa è ufficializzata in un documento pubblicato dalla Provincia di Bergamo qui). Come sempre nelle faccende pubbliche si dice “si farà”, quando e come non è dato di sapere. Anzi molto spesso si tende a tergiversare il più possibile in modo che quei pochi cittadini a conoscenza del problema se ne dimentichino e tutto finisce nel nulla.
Un cittadino però si è preso la briga di chiedere informazioni al PLIS del Monte Canto e del Bedesco che dovrebbe ricevere un contributo da Italcementi per realizzare il pozzo piezometrico. E allora chiede al PLIS quando, dove e come verrà realizzato il pozzo piezometrico. Il PLIS dice di non sapere niente e rimanda il richiedente a un tavolo tecnico istituito dalla Provincia. Il cittadino contatta uno dei funzionari del tavolo tecnico, il quale dice che il tavolo è chiuso da tempo, è giunto alle sue conclusioni che sono appunto quelle pubblicate sul sito della Provincia. Il cittadino ha la sensazione di essere capitato un’altra volta in un girone infernale della macchina burocratica dove il gioco è quello di fare passare il cittadino da un ufficio all’altro senza dare alcuna informazione.
Ricordate l’imbarazzate vicenda che guarda caso vede coinvolta sempre Italcementi (vedi qui) per lo smantellamento della teleferica? Il cittadino dapprima protesta con Il PLIS, perché l’ente non può non sapere, e chiede al presidente cosa ci stia fare il PLIS del Monte Canto e del Bedesco se non sa nemmeno cose di sua competenza che già sono state pubblicate. In secondo luogo inoltra un esposto all’ARPA (Agenzia Regionale Protezione dell’Ambiente) perché verifichino la regolarità della situazione delle acque sul Monte Canto (e qui invece la macchina funziona perché dopo pochi giorni il cittadino viene contattato da un funzionario che chiede ragguagli e promette risposte in tempi ragionevoli dopo un’accurata indagine). Dopo il cittadino si informa sul posto e scopre che qualcuno del PLIS (che evidentemente non è il suo presidente) sta cercando di risolvere il problema del pozzo piezometrico. Tra le tante cose c’è un piccolo problema: il tunnel passa a decine di metri di profondità, ma un eventuale pozzo piezometrico deve affiorare in superficie, superficie che è di proprietà privata e al momento nessuno sembra sia disposto a cedere il terreno a Italcementi.

Wednesday, June 13, 2007

Inquinamento record

Inquinamento record

Il nord Italia è famoso per la moda, il cibo, la Fiat. Ma
può vantare un'altra, meno nobile, caratteristica: ospita
le città più inquinate d'Europa. A metà maggio Milano aveva
già superato i limiti stabiliti dall'Unione europea e
dall'Organizzazione mondiale della sanità per 80 giorni.
L'anno scorso non era andata meglio. Alla fine di marzo
Milano poteva contare 64 gioni in cui i limiti erano stati
superati, Torino 77, Bologna 51 e Venezia 49. Mentre gli
altri paesi più inquinati d'Europa – Germania e Polonia –
hanno cominciato a ridurre le emissioni nel 1990, in Italia
sono aumentate. La Commissione europea ha giudicato
inadeguato il piano italiano per la riduzione delle
emissioni: se non sarà migliorato, l'Italia sarà multata
per miliardi di euro.

The New York Times, Stati Uniti [in inglese]

http://www.nytimes.com/2007/06/12/world/europe/12milan.html?_r=2&hp&oref=slogin&oref=slogin

Parents and Health Experts Try to Ease Italy’s Pollution

MILAN — This part of northern Italy is renowned for fashion, food, Fiat. But now it has another, less welcome claim to fame: the cities here have the worst air pollution in Europe.

By mid-May, Milan had already exceeded European Union and World Health Organization limits for particle pollution in the air on 80 days. Last year was bad, too. By the end of March, Milan had 64 such days, Turin had 77, Bologna 51 and Venice 49.

Particulate pollution is tied to heart disease and respiratory ailments like asthma, and poor lung development in children.

While Europe’s other big polluters — Germany and Poland — have reduced emissions since 1990, Italy’s emissions have increased. This year, the European Commission deemed Italy’s plan for emission reduction to be inadequate, and the country faces billions of euros in fines unless it corrects the problem.

And so, when a coalition of parents and scientists fitted teenagers with portable monitors that measure ultrafine particles last November, it was no big surprise that the results were often harrowing. Tommaso Abbate, 16, found that the pollution levels at night in his living room were “really high” — 200 micrograms per cubic meter at one point. His home is along a busy thoroughfare, he said, and “we always open the windows.”

During his 24 hours wearing the monitor, his average exposure was 127 micrograms per cubic meter. The World Health Organization says a safe target for such particles is 10 micrograms per cubic meter.

“We’re not warriors, we don’t want to fight, we want to cooperate,” said Anna Gerometta, president of Genitori Antismog (Parents Against Pollution), who organized the monitoring program. “But we want people to rebel and politicians to pay attention. This is really bad for health.”

All across Europe, cities are facing air pollution levels that medical research has shown harm health, and that routinely breach World Health Organization guidelines for particulate pollution. “Many countries are distant, in some cases very distant, from that level,” said Roberto Bertollini, director of the health organization’s European Center for Environment and Health. “We have a lot of countries where the value is at least double our guidelines.”

A vast majority of particulate pollution is caused by traffic and traffic jams, which are a growing problem in most European cities.

Politicians face competing pressures. On one hand, doctors and citizens’ groups are advocating binding standards; on the other, industries and businesses argue for greater leeway to foster economic development.

In recognition of those pressures and of the high cost of cleaning the air, particularly in new member states, two years ago the European Union proposed a target for small particles, called PM 2.5, of 25 micrograms per cubic meter.

This is well above the 10 that the World Health Organization recommends, or the level of 15 that is the standard in the United States.

Many doctors’ groups are bitter about the decision. “In Europe we feel the limits are now set too high, and countries can ignore them — which is really, really dangerous,” said Dr. Isabella Annesi-Maesano, a researcher at Inserm, an institute for health and medical research in Paris, and an official at the European Pulmonary Society, whose research shows that even a tiny increase in the smallest particles causes asthma.

Both Dr. Annesi-Maesano and Dr. Bertollini said that in Europe, where carmakers were a powerful economic engine, the auto industry had lobbied hard against stricter limits. “In a country with Renault and Citroën, I’ve learned that you can’t say cars are a problem,” Dr. Annesi-Maesano said.

Particulate pollution is measured in two ways.

One is PM 10, the longstanding standard, which measures small to medium-size particles. The other is PM 2.5, which measures only the tiniest or “ultrafine” particles that are most closely tied to human illness, according to new research.

Politicians in Milan say they are making slow progress. “We’ve had some victories,” said Roberto Formigoni, president of the Lombardy region, which encompasses Milan, noting that ozone and benzene levels have sharply dropped in the past decade. But he conceded that reducing small particles had been difficult.

“We’ve reduced them 10 percent in 10 years, but they’re still well above E.U. standards,” he said.
Many air pollutants, like sulfur dioxide and benzene, have significantly dropped throughout Europe, the World Health Organization says, a victory gained through cleaner fuels and cars. At the same time, particulate matter has emerged as a stubborn holdout.

“That is very hard to get down more because of the way we live,” Dr. Bertollini said. “Increased traffic, particularly slow-moving traffic, has counteracted gains in engine efficiency. And we can’t expect to change in the type of pollution with engineering, since particulate matter has much more to do with our use of cars, and our nonuse of public transportation.”

Slow city driving is as highly polluting in this regard, as are diesel engines. In Milan, 50 to 60 percent of particulate pollution comes from transportation sources, Mr. Formigoni said. According to W.H.O. figures, PM 10 caused an average of 8,220 deaths a year in Italy from 2002 to 2004. No part of Europe is meeting the W.H.O. 10 milligram standard for ultrafine particles. For 2006, Milan’s average was 38, and there are times with readings in the 150 to 200 range, Dr. Bertollini said.

Athens averages about 25, Warsaw 34, Turin 41 and Vienna 24. At the lower end, cities are still well above the standard; Paris and London measure 16, and Lisbon 19.

In a study released last year, scientists estimated that 22,000 fewer people would die annually across 26 European cities if these small particles were cut to the level suggested by the World Health Organization.

Here in Milan, officials have begun a number of programs to reduce emissions, though critics say they have not moved nearly forcefully enough. On July 1, the city will replace 2,000 old buses with more efficient models. There are car-free Sundays. City officials are installing more efficient heating systems.

“We have a particularly difficult situation here,” Mr. Formigoni said. “We have a dense population, lots of industrial activity, traffic, a rich population — and we are surrounded by mountains so there is little ventilation.”

He said that “the only city that compares” with Milan in its pollution woes was Los Angeles.

But there, too, the problem is not just geography. Public transport is limited and inefficient. And everyone wants a car.

“We’ve also campaigned for less-polluting cars, but no one is willing to give up their cars in Italy,” said Mr. Formigoni, who gave his staff members bicycles for Christmas. “It’s impossible for the Italian mentality, and it will take at least 20 years to move in this direction.”

As a backstop, the Italian government offers tax incentives for buying conventional cars with cleaner engines. But that has not discouraged car use. To the contrary: the incentives have meant more new car purchases than in any other part of Europe, rising 9 percent a month.

Emile De Saeger, a scientist at the European Commission’s joint research center in Ispra, Italy, who analyzed the students’ data, said part of the lesson was that bike paths and playgrounds should be separated from traffic thoroughfares. The children’s monitors showed that their actual exposure to small particles was often higher than that gauged at monitoring stations.

Parents Against Pollution would like to see free public transport for children, charges for cars entering the center, bike lanes and special lanes for buses. “How can you expect people to take the bus if it’s always stuck in traffic?” said Ms. Gerometta, president of the group.

Friday, June 08, 2007

Scoppia essicatore, allarme nube tossica

Scoppia essicatore, allarme nube tossica
Albano Sant’Alessandro (Bg), incidente nell’azienda chimica Acs Dobfar che produce medicinali

Flavia Mazza
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Albano Sant’Alessandro (Bg) - Tre vigili del fuoco in pronto soccorso dell'ospedale di Seriate per bruciori alla pelle e agli occhi ma anche un dipendente dell’azienda colto da malore. Tutti sottoposti a trattamento di disintossicazione: ecco il bilancio delle conseguenze di una nube irritante sprigionatasi ieri mattina per la rottura di un macchinario all'interno dell’azienda chimica Acs Dobfar di via Nazionale a Albano Sant’Alessandro, nel Bergamasco, stabilimento che produce medicinali.
Immediate le corse, sul posto, di vigili del fuoco, forze dell’ordine, Asl e protezione civile, allertati dal sindaco leghista Dario Odelli che ha supportato anche la redazione di comunicati alla popolazione, diramati con cadenza fissa; qualche ora più tardi si è saputo che la sostanza incriminata, causa della nube, era il beso, usato per comporre antibiotico nella catena di produzione di uno dei due reparti della Acs Dobfar. Il componente era contenuto sotto forma di cristalli in un essiccatore che all'improvviso è esploso causando anche un principio di incendio. Poi si è sprigionato un fumo giallo che ha invaso prima il reparto e poi l’esterno dell’edificio, tanto che si è reso necessario sfollare anche i 70 dipendenti. In via precauzionale sono state evacuate tutte le scuole di Albano e alcune di quelle dei paesi confinanti: San Paolo d’Argon, Torre de’ Roveri e Seriate.
Ha molto da dire, in proposito, il sindaco del Carroccio, che spiega, senza mezzi termini: «La verità è che conviviamo malissimo da anni con questo insediamento. È da tempo che noi registriamo il malcontento dei nostri concittadini. E, adesso, cogliamo l'occasione per dire che quella di questa azienda non è una presenza gradita sul nostro territorio. I residenti lamentano da mesi rumori e inquinamento olfattivi. L’azienda respinge le accuse ma noi crediamo alla nostra gente quando ci spiega che i miasmi, dopo attente osservazioni, sembrano arrivare da lì. Questa azienda, tra l’altro, si trova a brevissima distanza da insediamenti abitativi».
Per questi motivi il sindaco non ha perso tempo ieri: in mattinata ha chiesto alla prefettura che venga fissata a breve una riunione con i vertici aziendali della società. E il prefetto Federico Cono, dopo essersi complimentato con il sindaco per l’efficace gestione in emergenza, ha spiegato che la riunione si farà non appena arriveranno i risultati delle analisi di oggi dalla Asl.
Intanto dal Comune si raccomanda di lavare con accuratezza frutta e verdura provenienti dagli orti mentre la Asl ha reso noto già ieri pomeriggio: «Allo stato attuale delle informazioni ricevute sulla natura delle sostanze liberate, sentito anche il Centro Antiveleni degli Ospedali Riuniti di Bergamo, si può affermare che l'unico rischio per la popolazione sia stato l’irritazione delle mucose delle vie respiratorie e delle mucose oculari. L’Arpa (Agenzia Regionale per la Protezione Ambientale) sta comunque approfondendo il caso con indagini ambientali mirate».

Thursday, June 07, 2007

Bergamo: Esplosione in azienda chimica, rientra l’allarme

Bergamo: Esplosione in azienda chimica, rientra l’allarme
6 giugno 2007 alle 16:29 — Fonte: repubblica.it voti— 0 commenti
Si sta dissolvendo la nube alzatasi questa mattina sulla zona est dell’hinterland di Bergamo in seguito a un’esplosione avvenuta in un’azienda chimica di Albano Sant’Alessandro.

L’Asl di Bergamo ha emesso un comunicato in cui spiega che “l’unico rischio per la popolazione è stato l’irritazione delle mucose delle vie respiratorie e delle mucose oculari. Al momento il problema è in rapida risoluzione. L’emergenza può ritenersi in fase di chiusura sia sul fronte interno della Ditta che per la popolazione. L’Arpa sta comunque approfondendo ulteriormente con indagini ambientali mirate”. La nube è stata sprigionata da un prodotto utilizzato per la preparazione degli antibiotici, irritante per pelle, occhi e gola. Per il momento non si segnalano casi di grave intossicazione, ma per precauzione tutti i bambini delle scuole materne, elementari e medie di Albano Sant’Alessandro e di Torre dé Roveri sono stati caricati sugli autobus della ditta che cura il servizio di trasporto scolastico e portati nel deposito della ditta stessa a Scanzorosciate, dove resteranno per precauzione fino al termine dell’orario scolastico.

Albano S.A., esplosione in azienda chimica: paura per nube tossica

Albano S.A., esplosione in azienda chimica: paura per nube tossica
Inviato da Val il 6/6/2007 15:37:54 ( )
Una nube tossica si è sprigionata sulla provincia di Bergamo in seguito ad un esplosione avvenuta all’interno dell’azienda chimica Acs Dobfar di Albano Sant’ Alessandro.

Per precauzione, le scuole di Albano e Torre de’ Roveri sono state chiude ed i bambini evacuati verso le proprie abitazioni, con l’utilizzo di scuolabus e prelievi diretti dei genitori. L’esplosione, ed il conseguente incendio verificatosi all’interno di un reparto, hanno diffuso nell’aria una forte concentrazione di un prodotto utilizzato per la preparazione di antibiotici. Gli operai della fabbrica sono stati prontamente soccorsi e quando necessario, disintossicati dalla sostanza. La Prefettura di Bergamo ha fatto sapere che la nube tossica ha “coinvolto il comune di Seriate ma non ha interessato il territorio del Comune di Bergamo. Pertanto, non vi è nessuno stato di emergenza”. In caso di bruciore oculare “la Prefettura ha dato indicazioni di sciacquarli solamente con acqua”. In via cautelativa, le scuole cittadine sono invitate a “non effettuare ricreazione all’esterno”. Indagini sull’accaduto sono in corso: risultano ancora ignote le cause dell’esplosione. La nube tossica sarebbe, ad ogni modo, in via di dissoluzione.

La Galleria Outlet Center di Albano Sant’Alessandro – Bergamo – ha ospitato circa 35 persone durante l’esplosione della nube tossica emessa da un’azienda chimica dell’hinterland bergamasco. Per circa due ore gli intossicati si sono rifugiati nel Centro Commerciale e hanno potuto approfittare dell’assistenza del personale medico e delle strutture predisposte dalla direzione dell’Outlet di Albano Sant’Alessandro per fronteggiare l’emergenza. “Siamo a disposizione della comunità – ha dichiarato il direttore della Galleria Stefano Giorgi – con tutti i mezzi che abbiamo a disposizione e faremo tutto il possible per dare l’assistenza necessaria a tutti quelli che necessitano il nostro supporto”.

Albano, nube irritante da un'azienda

Albano, nube irritante da un'azienda
Tanta paura, scuole evacuate: poi l'allarme rientra


Tre vigili del fuoco portati al pronto soccorso dell'ospedale di Seriate per bruciori alla pelle e agli occhi, un dipendente dell'azienda colto da malore: tutti sono stati dimessi dopo i controlli dei medici. Sono queste, fortunatamente, le uniche conseguenze della nube che, a causa della rottura di un macchinario, si è sprigionata questa mattina poco dopo le 9,30 dalla Acs Dobfar di via Nazionale ad Albano Sant'Alessandro, azienda che produce medicinali.




La sostanza che ha causato la nube è il beso: era utilizzata per comporre antibiotico nella catena di produzione di uno dei due reparti della Acs Dobfar. Si trovava sotto forma di cristalli in un essicatore che all'improvviso, per cause al momento ancora non chiare, è esploso, causando anche un principio di incendio. Il beso è uscito sotto forma di gas, provocando un fumo bianco-giallastro: prima ha invaso il reparto, poi ha raggiunto l'esterno.

L'allarme è scattato subito, e i primi ad arrivare sul posto sono stati gli agenti della


polizia locale del Consorzio dei Colli, che ha sede poco distante dalla Acs Dobfar. Sono stati loro a far intervenire i vigili del fuoco: i primi tre pompieri che sono entrati nei reparti sono quelli poi portati al pronto soccorso. Nel frattempo i circa 70 dipendenti dell'azienda erano usciti all'esterno, secondo il piano di emergenza.




L'allarme è rimbalzato in tutta l'area e in via precauzionale sono state evacuate tutte le scuole di Albano e alcune di quelle dei paesi confinanti: San Paolo d'Argon, Torre de' Roveri e Seriate. Anche perché a causa del vento la nube aveva cominciato a spostarsi.






Sul posto sono accorsi carabinieri, polizia, l'Asl, l'Arpa, i soccorritori del 118, oltre al sindaco di Albano. Le forti preoccupazioni iniziali - che avevano portato anche alla chiusura di via Nazionale, nei pressi della Acs Dobfar - fortunatamente nel corso della mattinata, dopo le analisi e gli acceretamenti, sono rientrate.

Fotografie di Yuri Colleoni

IL COMUNICATO DELL'ASL
L’incendio verificatosi questa mattina presso la ditta ACS Dobfar di Albano S. Alessandro è stato prontamente domato. Allo stato attuale delle informazioni ricevute fino ad ora, sulla natura delle sostanze liberate , sentito il PCA ( Posto di Comando avanzato formato da VVF, Polizia locale, ARPA ed ASL) sentito il Centro Antiveleni degli Ospedali Riuniti di Bergamo si può affermare che l’unico rischio per la popolazione sia stato l’irritazione delle mucose delle vie respiratorie e delle mucose oculari. Al momento il problema è in rapida risoluzione. L’emergenza può ritenersi in fase di chiusura sia sul fronte interno della Ditta che per la popolazione. L’Arpa sta comunque approfondendo ulteriormente con indagini ambientali mirate.

(06/06/2007)

Bergamo: Esplosione in azienda chimica con nube tossica

Bergamo: Esplosione in azienda chimica con nube tossica
6 giugno 2007 alle 12:29 — Fonte: repubblica.it voti— 1 commento
Un’esplosione all’interno di un’azienda chimica ha scatenato la paura tra i paesi dell’hinterland di Bergamo.

L’esplosione è avvenuta per cause ancora da chiarire alle 9,30 di stamattina all’interno della Acs Dopfar di Albano Sant’Alessandro. Lo scoppio ha provocato un’incendio e l’alzarsi di una vasta nube che si è allargata ai paesi vicini. Scattato l’allarme, è stato subito deciso di evacuare le scuole di Albano, Torre dé Roveri e dei paesi vicini. La Protezione Civile invita la popolazione a rimanere in casa. Nella zona sono giunti in massa gli automezzi dei vigili del fuoco e delle forze dell’ordine.

Bergamo: esplosione in azienda chimica, nube e allarme

06 giu 12:22
Bergamo: esplosione in azienda chimica, nube e allarme
BERGAMO - Un'esplosione in un'azienda chimica ha messo in allarme i residenti nell'hinterland di Bergamo. L'Arpa sta verificando se la nube che si e' sprigionata sia tossica. L'incidente e' avvenuto all'Acs Dopfar di Albano Sant'Alessandro. Le scuole di Albano, Torre de' Roveri e dei paesi vicini sono state evacuate. La Protezione civile ha invitato la popolazione a stare in casa. Molti i mezzi dei vigili del fuoco e delle forze dell'ordine presenti in zona. (Agr)

06/06/2007 BERGAMO, ESPLOSIONE IN AZIENDA CHIMICA: PAURA PER NUBE

06/06/2007 BERGAMO, ESPLOSIONE IN AZIENDA CHIMICA: PAURA PER NUBE

(AGENZIA GRT) Paura nei paesi dell'hinterland di Bergamo, dopo un'esplosione verificatasi all'interno dell'azienda chimica Acs Dopfar di Albano Sant'Alessandro. La deflagrazione, avvenuta per cause da chiarire, ha provocato un'incendio e una vasta nube che si é allargata ai paesi vicini. Scattato l'allarme, é stato subito deciso di evacuare le scuole vicine e la Protezione Civile ha invitato la popolazione a rimanere in casa.

BERGAMO: ESPLOSIONE IN AZIENDA CHIMICA

Bergamo, 12:24
BERGAMO: ESPLOSIONE IN AZIENDA CHIMICA CON NUBE TOSSICA
Un'esplosione all'interno di un'azienda chimica ha scatenato la paura tra i paesi dell'hinterland di Bergamo. L'esplosione e' avvenuta per cause ancora da chiarire alle 9,30 di stamattina all'interno della Acs Dopfar di Albano Sant'Alessandro. Lo scoppio ha provocato un'incendio e l'alzarsi di una vasta nube che si e' allargata ai paesi vicini. Scattato l'allarme, e' stato subito deciso di evacuare le scuole di Albano, Torre de' Roveri e dei paesi vicini. La Protezione Civile invita la popolazione a rimanere in casa. Nella zona sono giunti in massa gli automezzi dei vigili del fuoco e delle forze dell'ordine.

Esplosione ad Albano S. A.

Esplosione ad Albano S. A.
Evacuate tutte le scuole
E' allarme ad Albano Sant'Alessandro per una nube irritante spigionatasi in seguito ad una esplosione verificatasi all'interno di un'azienda chimica. In via precauzionale sono state sgomberate le scuole di Albano e Torre de' Roveri. Nella zona sono giunti in massa gli automezzi dei vigili del fuoco e delle forze dell'ordine. L'esplosione, per cause ancora tutte da chiarire, è accaduta alle 9,30 alla Acs Dobfar di Albano. Qualche istante dopo si sono sviluppati l'incendio e una vasta nube che si è allargata ai paesi vicini.

Secondo le prime notizie la nube sarebbe stata sprigionata da un prodotto utilizzato per la preparazione degli antibiotici, irritante per pelle, occhi e gola. Non si segnalano comunque casi di grave intossicazione. Tutti coloro che sono venuti a contatto con il prodotto sono stati già sottoposti a un trattamento disintossicante nel punto medico allestito nei pressi dell'azienda. I 35 dipendenti presenti in fabbrica sono stati fatti allontanare, così come i circa 500 alunni delle scuole elementari e medie del paese, prelevati dai genitori o accompagnati ai bus che effettuano il trasporto scolastico. La nube sarebbe comunque in via di dissolvimento.

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