Giorni dalla firma tra Italcementi ed i Comuni

NON HANNO FIRMATO I SINDACI DI : Paderno d'Adda e Solza . HANNO FIRMATO : Calusco d'Adda, Cornate d'Adda, Imbersago, Medolago, Parco Adda Nord, Robbiate, Verderio Inferiore, Verderio Superiore, Villa d'Adda, Dopo più di 1.000 giorni dalla firma ,il 4 Maggio 2012 non si hanno notizie sulla ferrovia . Solo ombre su questo accordo fantasma , polvere , puzza, inquinamento . http://calusco.blogspot.it/2012/05/comunicato-stampa-tavolo-italcementi.html

Countdown alla ferrovia

il tempo e' finito del collegamento ferroviario nessuna notizia ,Piu' di 1.000 giorni TRE ANNI e nulla di fatto, meditate .

Sunday, March 29, 2015

Cenere in cielo , veleno sulla terra

"Cenere sul cielo, veleno sulla terra" questo week end la conferenza del M5S Forlì dedicata al problema dell'incenerimento



Forlì - 
Il Movimento 5 stelle di Forlì ha promosso il primo forum nazionale sul problema dell'inquinamento generato dagli inceneritori. Eloquente il titolo dell'evento: "Cenere sul cielo. Veleno sulla terra". Una "due giorni" di convegni che si terrà il 28 e 29 marzo 2015 nella sala San Francesco in via Marcolini dalle 15 alle 19. Allo stesso tavolo: esperti, medici e oncologi, responsabili di associazioni di tutela dell'ambiente ed esponenti del Movimento 5 stelle della Pianura Padana, l'area più inquinata d'Italia, i cui abitanti, come dimostrato da diversi studi internazionali, perdono in media e solo per gli effetti "acuti" dell'inquinamento dai 2 ai 3 anni di vita; secondo l'ultimo rapporto sulla qualità dell'aria in Europa, pubblicato dall'Agenzia europea dell'ambiente, la Pianura Padana resta la zona peggiore d'Europa insieme all'area più industrializzata della Polonia (classifica cui gli inceneritori forniscono un contributo determinante).
"Secondo le norme giuridiche di molti paesi diossine e furani sprigionati dai camini degli inceneritori sono agenti cancerogeni riconosciuti. In Italia i limiti di legge che regolano la presenza di diossine e furani nell'aria, nell'acqua e nel terreno sono inadeguati a circoscrivere il problema e non sufficientemente cautelativi della salute umana; già il fatto di parlare di limiti è di per sé comunque improprio, non esistendo per le diossine una soglia garantita di sicurezza in quanto sostanze con effetti nocivi anche a livelli minimi di esposizione per le quali già il cosidetto livello di concentrazione di base nella popolazione è dimostrato aumentare il rischio di cancro": spiegano Daniele Vergini e Simone Benini, consiglieri comunali del M5S di Forlì, che interverranno al convegno.
I parlamentari "pentastellati" della Commissione Ambiente invitati a Forlì, città che ospita ben due inceneritori, potranno aggiornare l'opinione pubblica sulla possibilità di modificare le leggi che regolano la presenza di diossine e furani nell'aria, nell'acqua e nel terreno e spiegheranno perchè i governanti del nostro Paese non hanno ancora ratificato la convenzione di Stoccolma, accordo secondo il quale gli Stati aderenti devono prendere misure atte ad eliminare, se possibile, o quantomeno a minimizzare tutte le fonti di diossine.
"E' assurdo che ancora oggi l'industria ricavi più dalla combustione dei rifiuti che dal loro corretto smaltimento o dalla loro riduzione: i principi economico ed ecologico di questo sistema è dissennato e le sostanze prodotte dalla combustione, filtri o non filtri e nonostante le rassicurazioni delle multiutilities dei servizi pubblici come Hera, sono altamente tossiche. Non basta più circoscrivere la protesta nell'ambito della cittadinanza forlivese o comunque delle singole "province con inceneritore"! Abbiamo promosso questa iniziativa su scala macro regionale perchè il problema si riverbera in un'area omogenea ben più ampia e attendiamo risposte non solo dalla politica locale, costantemente sottomessa alle 'centrali di potere', ma anche e soprattutto da quella nazionale": concludono Daniele Vergini e Simone Benini.
Alla "due giorni" parteciperanno tra gli altri Patrizia Gentilini, medico oncologo ed ematologo e membro dell'ISDE Italia (associazione medici per l'ambiente e Medicina democratica); Natale Belosi, esperto di gestione integrata dei rifiuti; Federica Daga, parlamentare M5S della commissione ambiente alla Camera.
Scaletta degli interventi:
SABATO 28 MARZO
15:00 - Simone Benini, Consigliere Comunale M5S Forlì
Discorso di apertura
15:30 - Alessandro Greco Comitato No Inceneritori Romagna
Testimonianza locale
15:45 - Patrizia Gentilini, Medico oncologo ed ematologo, membro dell'ISDE Italia (Associazione medici per l'ambiente) e Medicina Democratica
Incenerimento di rifiuti e ricadute sulla salute umana
16:15 - Natale Belosi, responsabile Comitato Scientifico Ecoistituto di Faenza, coordinatore regionale Legge Rifiuti Zero
Verso rifiuti zero
16:45 - domande da parte del pubblico
17:15 - Pausa caffè
17:30 - Daniela Pastega, Presidente Ass. Arianova (Pederobba - TV) e Roberto Dugar, attivista M5S di Pederobba (TV)
Gli inceneritori mascherati: cementifici e cogeneratori
18:30 - Ruggero Ridolfi, Medico oncologo, endocrinologo, membro dell'ISDE Italia (Associazione medici per l'ambiente)
Incenerimento: la tutela della salute fra studi, norme, limiti di leggi e decreti
19:00 - domande da parte del pubblico
19:30 - Chiusura della giornata e introduzione della successiva da parte dei conduttori
DOMENICA 29 MARZO
15:00 - Daniele Vergini Consigliere Comunale M5S Forlì
Discorso di apertura
15:30 - Claudia Cerini, Alberto Lucchese, attivisti M5S di Busto Arsizio e Riccardo Olgiati Consigliere Comunale M5S di Legnano
L'inceneritore ACCAM: dal revamping al suo spegnimento per la fabbrica dei materiali: cronistoria di oltre un anno di azioni sul territorio per la chiusura e la riconversione dell'impianto di Busto Arsizio (VA) per il quale era già stato approvato un revamping e che sarà invece il primo inceneritore ad essere spento in Lombardia.
16:00 - Gabriele Beccari, attivista M5S di Cremona, divulgatore strategia rifiuti Zero ed Elia Sciacca, attivista M5S di Cremona, esperto in gestione dell'energia e progettazione impianti termici
Ripristiniamo il ciclo della vita e Termovalorizzatori? No: inceneritori.
16:30 - Gianmarco Corbetta, Consigliere Regionale M5S Lombardia commissione ambiente
Il nuovo Piano di Gestione dei Rifiuti in Regione Lombardia: la strada impervia della dismissione degli impianti di incenerimento
17:00 - Domande da parte del pubblico
17:30 - Pausa caffè
17.45 - Federica Daga, Parlamentare della commissione ambiente alla camera
Le conseguenze dello Sblocca Italia sulle attività di incenerimento
18:00 - Domande da parte del pubblico
18:30 - Simone Benini e Daniele Vergini, Consiglieri Comunali M5S di Forlì
Conclusione e chiusura dei lavori
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Cornate d’Adda dice no all’inceneritore dell’Italcementi a Calusco

Cornate d’Adda dice no all’inceneritore dell’Italcementi a CaluscoCornate d’Adda dice no all’inceneritore dell’Italcementi a Calusco

Forno per i rifiuti al posto del cementificio? La Brianza è contraria. Il sindaco di Cornate scrive lettere alla Provincia di Bergamo per ribadire la contrarietà al progetto di Italcementi. Busnago è preoccupato anche per l’ipotesi di Trezzo sull’Adda.
L’ipotesi dell’inceneritore a Calusc o fa paura e anche le amministrazioni comunali hanno orecchie e occhi aperti sul problema. Nella zona di Monza e Brianza, sono soprattutto quelle di Cornate d’Adda e Busnago a preoccuparsi: i loro Comuni, seppure appartenenti a una provincia diversa da quella del futuro (probabile) mangia rifiuti, sono a quest’ultimo assolutamente prossimi in linea d’aria. Aria che, se la richiesta di Italcementi verrà esaudita, sarà ancora più sporca e inquinata di oggi.
I Comuni di Cornate e di Busnago, questa settimana, hanno provveduto a pubblicare sui loro siti istituzionali l’avviso della possibilità di firmare, negli uffici comunali, la petizione promossa dai comitati “Aria pulita centro Adda” e “La nostra aria” (il primo creato a Verderio, circa 2 settimane fa, dall’iniziativa di Marco Benedetti, il secondo nato nel 2012 per la tutela dell’aria e contro l’incenerimento dei rifiuti a Calusco e dintorni), nonché da Rete rifiuti zero Lombardia. L’iniziativa popolare vuole chiedere «all’amministrazione provinciale di Bergamo di attivare tutte le procedure possibili per imporre a Italcementi spa presso lo stabilimento di Calusco d’Adda una drastica riduzione delle emissioni inquinanti e di negare l’utilizzo di fanghi industriali, pneumatici usati, copertoni e plastiche come combustibile alternativo, preso atto che lo stabilimento è un cementificio e non un inceneritore».La raccolta firme, grazie al passaparola e alla possibilità di firma anche online, si è allargata anche a Sulbiate, Aicurzio e Bernareggio.
Oltre alla pubblicizzazione dell’iniziativa popolare, le amministrazioni comunali stanno scendendo in prima linea per ostacolare la volontà di Italcementi di aumentare il quantitativo di combustibili annui da 30mila a 110mila tonnellate, e di sostituire i combustibili fossili con rifiuti di plastica, gomme e pneumatici, biomasse legnose e fanghi biologici essiccati.
«Negli ultimi mesi ci siamo incontrati con regolarità, una volta a settimana o ogni 2 settimane, con gli altri Comuni contrari a questo provvedimento»
ha detto Fabio Quadri, sindaco di Cornate d’Adda e unico primo cittadino di Monza e Brianza ad aver firmato i documenti indirizzati al sindaco di Calusco e alla provincia di Bergamo. Il primo, inviato a novembre, invitava il sindaco bergamasco a convocare il Tavolo territoriale con Italcementi per discutere delle conseguenze della richiesta dell’azienda (appresa dai Comuni dopo la pubblicazione di un articolo sull’Eco di Bergamo). Richiesta rimbalzata dall’amministrazione caluschese. Il secondo, recente, metteva per iscritto una serie di osservazioni e di richieste condivise dai Comuni firmatari.
Se l’amministrazione cornatese ha già fatto passi concreti per dire di no all’inceneritore, quella di Busnago è ancora nella fase di riscaldamento. «Stiamo cercando di capire come muoverci in accordo con gli altri Comuni della zona - ha spiegato il sindaco Danilo Quadri - Ci coordineremo per dire di no a questo provvedimento. E anche per ostacolare l’allargamento dell’inceneritore di Trezzo sull’Adda». Busnago, infatti, si troverebbe accerchiata da una doppia minaccia: quella della trasformazione del cementificio di Calusco in un inceneritore, e quella dell’ampliamento del già esistente inceneritore di Trezzo, contro il quale l’amministrazione aveva già manifestato nel 2010.

Federica Signorini

Sunday, March 08, 2015

Inceneritori contro cementifici?

Inceneritori contro cementifici? Per Federambiente gli obiettivi sono diversi/ Video

Nessuna concorrenza per il presidente, Filippo Brandolini che in relazione allo Sblocca Italia spiega: “gli impianti di incenerimento devono essere pianificati su base nazionale; si deve utilizzare al meglio il sistema impiantistico già esistente e riequilibrare la situazione nazionale"


cementifici4
Roma, 4 mar. - (AdnKronos) - Inceneritori contro cementifici? La partita non c'è ma bisogna tener conto che le esigenze sono diverse. Non ha dubbi il presidente di Federambiente, Filippo Brandolini che all'Adnkronos spiega: “sicuramente i cementifici possono integrare gli atri sistemi di smaltimento rifiuti ma è evidente che il sistema è pianificato e programmato sulla base di esigenze aziendali e sulla base del mercato del cemento che non sempre può corrispondere alle esigenze di trattamento di rifiuti”. (Video)
Per cui, aggiunge Brandolini, “bisogna tener conto di questi aspetti ma sicuramente si possono attivare collaborazioni ” anche perché bruciare i Css nei cementifici “è una prassi molto consolidata negli altri paesi europei su livello sia quantitativi e percentuali molto più elevati”. Nessuna concorrenza, dunque, tra inceneritori e cementifici, con buona pace degli ambientalisti che però con lo 'Sblocca Italia' temono di vedere nascere nuovi impianti di incenerimento.
Con lo Sblocca Italia, afferma Brandolini, “gli impianti di incenerimento devono essere pianificati su base nazionale e si affermano due concetti uno di utilizzare al meglio il sistema impiantistico già esistente quindi ridurre la necessità di ulteriori impianti, e di riequilibrare la situazione nazionale realizzando gli impianti là dove mancano”.
Il tutto con una precisazione “gli impianti di incenerimento non sono un'alternativa alla raccolta differenziata e al riciclo ma devono essere alternativi allo smaltimento in discarica ancora prevalente”. Secondo il Rapporto Ispra-Federambiente sul “Recupero energetico dai rifiuti urbani in Italia”, al primo dicembre 2013 sono operativi in tutto il territorio 45 impianti di incenerimento per una capacità di trattamento di 7,3 milioni di tonnellate all’anno, una capacità termica di 3.045 MW e una potenza elettrica installata di 848 MW.
Nessun impianto italiano tratta ormai i rifiuti senza recuperare energia. Nel dettaglio 28 impianti (con 56 linee) si trovano nelle regioni del Nord, 9 (con 16 linee) in quelle del Centro e 8 (con 16 linee) in quelle del Sud. Complessivamente, nel corso dell’anno passato, è stato inviato a incenerimento il 18,2% dei rifiuti urbani prodotti in Italia.
“Nel corso degli ultimi anni, sottolinea Brandolini, sono stati ristrutturati alcuni impianti e ne sono stati realizzati di nuovi. Ristrutturazioni e realizzazioni che sono state fatte con le migliori tecnologie disponibili, una maggiore efficacia in termini di capacità impiantistica, maggiore efficienza di produzione elettrica e termica e migliori performance in termini di impatti ambientali”. Quanto agli impianti piccoli e più anziani “sono fermi o sono stati dismessi”. Sul versante delle emissioni in atmosfera, “l'incenerimento dei rifiuti negli ultimi 20 anni ha registrato una riduzione enorme di emissioni in atmosfera”

Calusco: dibattuta assemblea sul progetto di Italcementi



Nell'incontro di venerdì sera la prima parte dell'assemblea pubblica sul "caso" Italcementi è stata dedicata alla presentazione del progetto da parte di  un tecnico incaricato dall'amministrazione il quale ha sostanzialmente elencato tutti gli aspetti positivi del progetto definendolo addirittura "un'opportunità per il territorio" accennando invece solo in parte alle criticità.

VIDEO



Il Sindaco di Calusco invece si è fatto garante della tutela della salute dei cittadini assicurando una linea intransigente con l'azienda sotto questo aspetto.  Successivamente sono iniziati diversi interventi dal numeroso pubblico presente proveniente anche dal meratese che, sollevando più di una perplessità al progetto, non hanno però ottenuto sempre risposte convincenti. Non sono mancati anche momenti di discussione accesa.

Ottima la costituzione del comitato e la raccolta firme, ma dov'è stata la Lega in tutti questi anni?

Ottima la costituzione del comitato e la raccolta firme, ma dov'è stata la Lega in tutti questi anni?

Alessandro Pozzi
Accolgo con piacere l'invito del Sindaco Massironi di apporre unitariamente la firma di tutto il Consiglio Comunale alla petizione proposta dal Comitato "Aria Pulita".

Sono convinto che su questi temi sia necessario un atteggiamento prudenziale che metta al primo posto le garanzie di tutela della salute dei cittadini e non le esigenze dell'azienda e che tale istanza possa essere sostenuta da tutti i gruppi che compongono il Consiglio.

Quella dell'Italcementi è una vicenda antica. Già nel 2004, a solo un anno dalla costruzione della nuova torre, l'azienda aveva richiesto di costruire un impianto di ricezione, stoccaggio e alimentazione di rifiuti "pericolosi" (Ecofluid, Rasf e CdR).

Le forti pressioni mosse allora dai Sindaci del territorio e dalle associazioni ambientaliste, condussero all'archiviazione della richiesta e ottennero che venisse effettuato un monitoraggio continuo delle emissioni da parte di Italcementi oltre alla creazione di un tavolo di confronto permanente che potesse monitorare l'attività dell'azienda.

Mi fa dunque piacere -e lo dico senza polemiche- che a pochi mesi dal voto anche la Lega Nord si sia resa conto che esiste un cementificio dall'altra parte dell'Adda, la cui attività è bene tenere monitorata a garanzia della salute dei cittadini.

Mi avrebbe fatto altrettanto piacere se il Carroccio, in Giunta proprio nel Comune di Calusco, avesse dimostrato un atteggiamento meno tiepido nei confronti del cementificio, ad esempio escutendo la fidejussione di 600mila euro che avrebbe consentito l'attivazione dello scalo ferroviario interno all'azienda (previsto nell'accordo, ma non ancora realizzato) ed una conseguente riduzione del traffico pesante dagli attuali 90mila camion all'anno ai 7mila previsti.

Mi avrebbe fatto piacere anche che la Provincia di Lecco (nella quale la Lega aveva fino a qualche mese fa la vicepresidenza, oltre che la presidenza della Commissione Ambiente) avesse continuato a prendere parte ai tavoli istituzionali insieme ai Comuni meratesi, anzichè disertarli per i 5 anni di mandato (ricordiamo che sino a che la Provincia era retta dal centrosinistra fu attivamente presente a tutti i tavoli convocati per richiamare Italcementi ai propri doveri, svolgendo un ruolo determinate nell'imporre la sua presenza e quella dei Comuni meratesi alle conferenze dei servizi).

Infine mi farebbe piacere che la Regione Lombardia (anch'essa a guida Lega!) prendesse una posizione chiara sul tema delle emissioni inquinanti, facendo pressione affinchè non venga consentito l'impiego di combustibili dai potenziali effetti nocivi, così come mi piacerebbe che predisponesse un piano credibile di dismissione degli inceneritori obsoleti, vista la progressiva riduzione dei rifiuti e l'aumento delle raccolte differenziate.

Bene dunque sottoscrivere e diffondere la petizione proposta dal Carroccio, ma attenti a cavalcare la protesta per puro spirito propagandistico. La serietà delle posizioni si misura soprattutto negli atti di governo quando se ne porta la responsabilità.
Alessandro Pozzi Consigliere comunale Sei Merate

Merate: il consiglio comunale firma unito la petizione per dire ''Basta inquinamento''

Merate: il consiglio comunale firma unito la petizione per dire ''Basta inquinamento''

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I consiglieri comunali di Merate hanno firmato, compatti, la petizione "Basta inquinamento" promossa da "Aria Pulita Centro Adda", "Rete Rifiuti Zero Lombardia" e "Comitato LNA". Il momento istituzionale, promosso dal sindaco Andrea Massironi, ha visto i rappresentanti dei vari gruppi politici radunarsi per apporre la propria sigla sulla petizione, dimostrando così unità a fronte di un argomento tanto importante per la cittadinanza.

Il comune di Merate si è reso disponibile, nel frattempo, a pubblicare sulla home page del sito alla voce "Bacheca avvisi" una informativa ai cittadini interessati a firmare che, recandosi presso l'anagrafe e la segreteria, possano così trovare i moduli per aderire alla petizione.


La richiesta all'Amministrazione Provinciale di Bergamo è quella di "attivare tutte le procedure possibili per imporre a Italcementi S.p.A. presso lo stabilimento di Calusco d'Adda una drastica riduzione delle emissioni inquinanti e di negare l'utilizzo di fanghi industriali, pneumatici usati, copertoni e plastiche come combustibile alternativo, preso atto che lo stabilimento è un cementificio e non un inceneritore". 



S.V

Italcementi, l’assessore regionale Terzi: ''Rispettare gli impegni e la salute dei cittadini''

Italcementi, l’assessore regionale Terzi: ''Rispettare gli impegni e la salute dei cittadini''

L'assessore Claudia Maria Terzi
Nel pomeriggio di ieri i sindaci e gli amministratori di Paderno d'Adda, Robbiate, Imbersago, Verderio e Merate, accompagnati dal presidente del Parco Adda Nord Agostino Agostinelli, hanno incontrato l'assessore regionale all'ambiente e all'energia Claudia Maria Terzi per confrontarsi sulla richiesta di Italcementi di passare dalle attuali 30mila tonnellate di rifiuti Css bruciati come combustibile nello stabilimento di Calusco d'Adda a 110mila tonnellate annue. Durante l'incontro i nostri amministratori hanno avuto modo di manifestare le loro preoccupazioni a riguardo e di fare il punto della situazione sulla conferenza dei servizi indetta dalla Provincia di Bergamo che li vede partecipare come parte in causa.

Abbiamo contattato l'assessore Claudia Maria Terzi per conoscere il parere della Regione sulla vicenda e per capire com'è andato l'incontro.


Assessore, come si pone la Regione rispetto alla richiesta di Italcementi e alle istanze dei comuni del meratese?
La legge dice che la competenza di valutare la richiesta di Italcementi spetta alla Provincia di Bergamo, come Regione Lombardia abbiamo sicuramente un ruolo autorevole che è stato sollecitato dal territorio ma non possiamo intrometterci nel processo decisionale. L'Amministrazione regionale si è comunque impegnata per mettere a disposizione le competenze tecniche di cui può disporre ai comuni coinvolti.
Per quanto riguarda la sostituzione del petcoke con i Css la Regione vede positivamente il principio generale, seguendo le direttive che arrivano dall'Unione Europea. I quantitativi di cui si parla in questo caso sono però decisamente rilevanti ed abbiamo alzato l'attenzione.


Ritenete opportuno istituire un osservatorio ambientale o dare mandato all'Arpa per delle indagini sistematiche?
Attualmente non ricorrono gli estremi per l'osservatorio ambientale. Ho suggerito ai sindaci di richiedere nella conferenza dei servizi che il proponente, Italcementi, si faccia carico di corrispondere una somma per fare indagini e monitoraggi straordinari; oltre ovviamente agli accurati controlli dell'Arpa a cui l'azienda è già sottoposta.


I punti più importanti su cui insistono i nostri comuni sono la richiesta che lo stabilimento di Calusco si doti di un abbattitore degli ossidi d'azoto, delle centraline per il monitoraggio delle emissioni nelle vicinanza dello stabilimento, la filiera corta e il tracciamento dei Css. Ritiene che la Regione si possa fare garante di queste richieste?
Per prima cosa devo dire che ho rilevato grande collaborazione da parte dei sindaci e nella discussione non sono emersi preconcetti o posizioni ideologiche. Condivido inoltre le loro istanze che vogliono garantire il benessere del territorio e la salute dei cittadini, in particolare la richiesta di monitoraggio delle emissioni e la commissione di uno studio da parte dell'azienda sull'impatto sulla salute pubblica. Mi sento di sostenere anche la richiesta di una riduzione volontaria da parte di Italcementi delle emissioni di ossidi d'azoto rispetto ai limiti di legge, che ad oggi è più alta rispetto a quella dei termovalorizzatori pubblici anche a seguito del recente intervento di Regione Lombardia per abbassare la soglia limite. 
Purtroppo per quanto riguarda la filiera corta è tecnicamente impossibile da parte dell'azienda soddisfare la richiesta, ed è difficile sapere da dove provengano i Css. Tuttavia gli amministratori possono legittimamente chiedere alla Provincia di Bergamo che alcuni tipi di rifiuti vengano esclusi dalla combustione.
Spero che la Provincia e Italcementi accolgano queste richieste, in quanto non sono solo fondate ma l'azienda ne potrebbe trovare giovamento per le proprie attività.


Gli accordi sottoscritti al tavolo territoriale del 2012 prevedevano la costruzione entro fine 2013 di uno scalo ferroviario per il trasporto delle merci. Ad oggi questi impegni sono stati disattesi, ritiene opportuno che Italcementi faccia nuove richieste al territorio senza aver ottemperato completamente agli impegni precedenti?
È fondamentale che si dia corso agli impegni già assunti, e non si dovrebbe discutere di altri fino a quando quelli non saranno realizzati. Poi si può partire con una discussione più serena e che deve essere gestita in contraddittorio con i sindaci del territorio. L'impatto ambientale degli impianti come quello di Calusco d'Adda va infatti ben aldilà del comune dove è situato. 

Matteo Fratangeli

Sabato e domenica la raccolta firme contro l'utilizzo di rifiuti presso l'Italcementi


Con riferimento alla richiesta di Italcementi di utilizzare 80,000 tonnellate di rifiuti CSS presso il cementificio di Calusco d'Adda, continua a ritmo incessante la raccolta firme tra i cittadini, affinché la Provincia di Bergamo chieda e ottenga da Italcementi un piano di drastica diminuzione delle già preoccupanti emissioni totali e non consenta l'utilizzo e smaltimento di rifiuti quali pneumatici usati, copertoni, fanghi industriali, plastiche non riciclabili, ecc.

Nel prossimo fine settimana sono previsti gazebo sabato 7 marzo in Piazza Prinetti (ang. Bpm) a Merate dalle 9,00 alle 18,00domenica 8 marzo a Robbiate, dalle 9,00 alle 12,30 presso Sp. per Imbersago ang. Via S.Elena. 
Un momento dell'incendio a un silos avvenuto lo scorso mese di febbraio

Gazebo che si aggiungono a quelli organizzati da Rete Rifiuti Zero Lombardia sabato 7 marzo a Calusco D'Adda presso il Piazzale del Mercato dalle ore 8,30 alle 13,30 e a Cernusco Lombardone in Via Lecco ang. Piazza Vittoria dalle 9,30 alle 12,30.

I cittadini potranno sottoscrivere direttamente la petizione e avere ulteriori informazioni su una vicenda che sta ormai mobilitando tutta la popolazione.

La petizione può essere sottoscritta anche presso gli uffici Anagrafe e Segreteria dei comuni di Merate e Osnago che si sono resi disponibili .

Nel ringraziare i comuni di Merate e Osnago per la loro disponibilità, esortiamo anche gli altri comuni del territorio a dare la possibilità ai propri cittadini di firmare e sostenere la nostra petizione.

A tutti rivolgiamo il nostro invito a prodigarsi per la raccolta firme, per una battaglia per la tutela della salute, per una battaglia di tutto il nostro territorio al di là delle singole convinzioni politiche.

Cordialmente,

Comitato "Aria Pulita Centro Adda".

Marco Benedetti

Matteo Crippa

Massimo Panzeri

Andrea Valli

Per informazioni e adesioni: ariapulitacentroadda@gmail.com

Seguiteci sulla pagina Facebook sul gruppo: "Aria Pulita Centro Adda".

risultati del Politecnico su Italcementi

 risultati del Politecnico su Italcementi


Studio del Politecnico di Milano smentisce alcuni luoghi comuni:

"Combustibili alternativi, nessuna conseguenza su emissioni"

 

Durante un convegno sul tema dell'utilizzo dei combustibili alternativi nell'industria del cemento sono stati presentati i risultati dello studio LEAP-Politecnico di Milano sulle implicazioni dell'uso dei CSS per l'ambiente e per la qualità del prodotto finale
 

Bergamo, 5 marzo 2015 - L'utilizzo dei combustibili alternativi non ha alcuna conseguenza significativa sulle emissioni degli impianti che li utilizzano. Questo è quanto emerge dal recente studio coordinato da Politecnico di Milano sulle "Implicazioni ambientali dell'utilizzo di combustibili alternativi derivati da rifiuti nella produzione di cemento. Emissioni atmosferiche di inquinanti in traccia e caratteristiche ambientali del prodotto finale", presentato ieri a Roma nell'ambito di un convegno sul tema.

Il lavoro, coordinato dal DICA (Dipartimento di Ingegneria Civile e Ambientale) del Politecnico di Milano, è stato realizzato nell'ambito del Consorzio LEAP (Laboratorio Energia e Ambiente di Piacenza), centro di ricerca consorziato con il Politecnico e del quale il DICA è socio e membro del comitato scientifico.

Lo studio ha analizzato l'influenza dell'utilizzo dei combustibili alternativi sulle emissioni in atmosfera e sulle caratteristiche del prodotto finale. Lo studio si basa sull'analisi condotta con rigore scientifico ed accademico della letteratura scientifica internazionale e nazionale, integrata con un insieme di misure effettuate direttamente presso impianti produttivi di alcune cementerie italiane. Il complesso delle valutazioni formulate evidenzia l'assenza di variazioni apprezzabili nei valori delle emissioni in atmosfera e nella qualità ambientale del cemento in caso di utilizzo di combustibili alternativi.


Si riporta in allegato un sintetico estratto dello studio ("Sommario e conclusioni").


Anche alla luce di quanto emerso, si possono dunque stabilire alcuni punti fermi.

    • Con i combustibili alternativi non si verifica alcun peggioramento delle emissioni. Al contrario, si verifica una diminuzione complessiva delle emissioni di CO2.
        • L'utilizzo dei combustibili alternativi contribuisce alla soluzione del problema dello smaltimento di quella parte dei rifiuti che oggi non è recuperabile attraverso la raccolta differenziata. Per questi materiali, le alternative sono il conferimento in discarica, (ritenuto a livello europeo la peggiore soluzione) oppure la valorizzazione energetica. Quest'ultima si può ottenere anche attraverso gli esistenti impianti di produzione di cemento, che essendo già attivi non aggiungono alcuna nuova emissione (semplicemente, si sostituisce parzialmente il combustibile tradizionale utilizzato normalmente).
            • L'utilizzo dei combustibili alternativi nelle cementerie è una soluzione largamente utilizzata in Europa ed è considerata una "Migliore Tecnica Disponibile", proprio alla luce delle considerazioni precedenti. In alcuni Paesi del Nord Europa, soprattutto in quelli considerati più virtuosi dal punto di vista ambientale, il tasso di sostituzione si avvicina in alcuni casi al 100%. La Germania per esempio è al 62%, l'Olanda al 98%. L'Italia è ferma all'11,4%.
                • Gli impianti di produzione del cemento sono particolarmente efficienti per la valorizzazione dei rifiuti: le temperature coinvolte sono molto alte (circa 2.000 gradi) e non si formano residui, come ad esempio le ceneri.
                • Lo studio del Politecnico evidenzia infine che non ci sono variazioni qualitative del prodotto. Il cemento ottenuto utilizzando combustibili alternativi non presenza differenze rispetto a quello prodotto utilizzando combustibili tradizionali.
                   
                  La cementeria di Calusco ribadisce la propria massima disponibilità al dialogo con chiunque sia interessato a un confronto basato sui reali termini della questione. L'impianto è aperto a chiunque voglia visitarlo e avere di persona maggiori informazioni su come avviene la produzione di cemento in uno degli stabilimenti più avanzati d'Europa dal punto di vista delle performance produttive e ambientali.

                  Per visualizzare lo studio CLICCA QUI

                  Caso Italcementi: al via la raccolta firme nel territorio

                  Caso Italcementi: al via la raccolta firme nel territorio

                  La Rete Rifiuti Zero Lombardia e il Comitato La Nostra Aria scendono in piazza sabato 7 marzo a Calusco D'Adda e a Cernusco Lombardone per raccogliere le firme per la petizione popolare "BASTA INQUINAMENTO-NO ALLA TRASFORMAZIONE DEL CEMENTIFICIO ITALCEMENTI S.p.A. IN UN INCENERITORE E RICHIESTA DI DRASTICA DIMINUZIONE DELLE EMISSIONI INQUINANTI".

                  La petizione popolare, promossa dalla Rete Rifiuti Zero Lombardia, il comitato La Nostra Aria e il comitato Aria Pulita Centro Adda, è stata lanciata il 25 febbraio nella doppia versione cartacea e online e mira a raggiungere migliaia di sottoscrizioni tra i cittadini del territorio lecchese, dell'Isola bergamasca e della provincia di Monza Brianza.

                  Con la petizione i sottoscrittori chiedono alla Provincia di Bergamo di NON autorizzare il progetto di Italcementi SpA così come formulato dal cementificio (ricordiamo che il progetto prevede l'incremento da 30mila a 110mila tonnellate/anno del quantitativo di rifiuti da bruciare come CSS e l'utilizzo di rifiuti costituiti da plastiche e gomme, pneumatici finemente triturati, coriandolo di matrice plastica, biomasse legnose, fanghi biologici essiccati, fanghi dal trattamento biologico delle acque reflue industriali essiccati, fanghi da altri trattamenti acque reflue industriali essiccati) e portare l'azienda a ridurre il suo impatto ambientale sul territorio, di fatto già estremamente rilevante per le emissioni inquinanti (sempre ai limiti di soglia di legge).

                  A tutela della salute dei cittadini, in caso di superamento dei limiti di legge per i valori di polveri sottili ed ozono (rif. centraline ARPA) viene inoltre richiesto che si imponga a Italcementi SpA la sospensione delle attività fino a una significativa riduzione dei valori.

                  La petizione è volta anche a sostenere l'operato e le negoziazioni avviate dagli amministratori dei comuni limitrofi allo stabilimento di Calusco d'Adda che hanno avanzato specifiche richieste alla Provincia di Bergamo volte a contenere gli eventuali danni all'ambiente e alla salute legati alle emissioni del cementificio.


                  Qui i dettagli dei banchetti dove sarà possibile firmare sabato 7 marzo:

                  ore 8.30-13.30 Calusco D'Adda presso il Piazzale del Mercato 

                  ore 9.30-12.30 Cernusco Lombardone in Via Lecco ang. Piazza Vittoria

                   
                  E' possibile inoltre firmare la petizione online, a sostegno di quella in forma cartacea, collegandosi al seguente link:

                  https://www.change.org/p/cittadini-delle-prov-di-bergamo-lecco-e-monza-brianza-firma-per-dire-di-no-alla-trasformazione-del-cementificio-italcementi-s-p-a-di-calusco-d-adda-bg-in-un-inceneritore-e-per-chiedere-una-drastica-diminuzione-delle-emissioni-inquinanti?recruiter=239443331&utm_source=share_petition&utm_medium=email&utm_campaign=share_email_responsive

                  Rete Rifiuti Zero Lombardia e Comitato La Nostra Aria

                  In merito all’intervento di Italcementi

                  In merito all’intervento di Italcementi

                  Buonasera, in merito all'ultimo articolo che avete caricato su merateonline

                  Calusco:Italcementi sceglie una soluzione ecologica, vorrei esprimere il mio più totale disaccordo sulla notizia data. Dal momento che si stanno muovendo parecchi comitati contro l'assurdo progetto di Italcementi e a breve si muoveranno diverse iniziative di raccolta firme voi dovreste seguire la seria linea di informazione su Italcementi che fino ad ora avete portato avanti e non pubblicare questi (....) comunicati che non fanno altro che indebolire la convinzione di tutte quelle persone non particolarmente coinvolte in questo tema ma comunque curiose. Anche da parte nostra si necessità di onestà intellettuale che certamente non può elogiare affermazioni del genere. È appena accaduto un grave incidente alla ditta di Calusco che sicuramente ha alimentato e alimenterà la tensione sociale attorno questo argomento...inoltre vi prego di informarvi meglio sulle dinamiche politiche che stanno dietro Italcementi. Giusto un assaggio


                   http://www.dazebao.org/news/index.php?option=com_content&view=article&id=2172:la-mafia-dei-cementi-sequestrate-autostrade-e-tav-a-rischio&catid=90:cronaca&Itemid=288



                  Non è più il momento di scherzare con questa storia...qua si sta parlando di salute pubblica e nessuno di noi vuole che il distretto Italcementi si trasformi in un altra TERRA DEI FUOCHI.

                  Un lettore

                  La completezza di informazione impone che a tutte le parti in causa sia dato lo spazio per presentare le proprie ragioni. La censura di un comunicato dell'azienda - perché di questo si è trattato non di un articolo del giornale - mortifica il diritto di cronaca che tutti vogliamo difendere (nonostante Renzi e il suo progetto di riforma della legge sulla diffamazione).

                  Le proposte del circolo Legambiente Bergamo sul progetto Italcementi

                  Le proposte del circolo Legambiente Bergamo sul progetto Italcementi


                  Lettera aperta ai sindaci interessati alle provincie di Bergamo e Lecco all'agenda XXI locale area Dalmine Zingonia Isola bergamasca, al parco Adda Nord, alle Provincie di Bergamo e di Lecco.

                  Com'è noto Italcementi, lo scorso ottobre 2014, ha presentato una richiesta di autorizzazione per incrementare dagli attuali 30.000 t/anno fino a 110.000 t/anno l'utilizzo di rifiuti solidi non pericolosi in sostituzione del Pet-coke nell'impianto di Calusco D'Adda (BG). Tale progetto è soggetto a procedura di VIA provinciale e lo scorso 18 febbraio si è tenuta la prima conferenza di servizi.
                  La richiesta rientra nel campo dei cosiddetti "Combustibili Solidi Secondari", che andranno a produrre oltre il 50% del calore necessario al forno di cottura del clinker. Per Combustibili Solidi Secondari (CSS) s'intendono i combustibili solidi prodotti da rifiuti non pericolosi, sia di origine urbana che speciale (compresi i rifiuti industriali), che rispettano le caratteristiche individuate delle norme tecniche UNI CEN/TS 15359 e s.m.i.
                  La parziale sostituzione di un combustibile come il Coke di petrolio, che è la frazione solida terminale della raffinazione del petrolio e contiene alti tenori di zolfo e di metalli tossici (Vanadio 2000 mg/kg, Nichel 400 mg/kg), rappresenta l'occasione per ridurre in modo significativo l'impatto ambientale di un impianto che è tra le maggiori fonti emissive industriali della Lombardia e si trova all'interno del Parco Adda Nord.

                  C'è però da sottolineare innanzitutto come l'impianto Italcementi di Calusco D'Adda, già da 7 anni, sia autorizzato ad utilizzare rifiuti non pericolosi quali il Combustibile Derivato da Rifiuti "CDR" (30.000 t/anno) in parziale sostituzione del coke di petrolio per l'alimentazione del forno di cottura. Questa autorizzazione era stata oggetto di un lungo iter partecipativo che aveva coinvolto, oltre al comune di Calusco d'Adda, molti comuni del territorio circostante (sia in provincia di Bergamo che in provincia di Lecco), le forze sindacali, gli enti di controllo istituzionali quali ARPA e ASL, le amministrazioni provinciali di Bergamo e Lecco, nonché i portatori d'interesse diffuso compresa la nostra associazione. Al termine di questo iter era stato sottoscritto un accordo, sfociato poi in una convenzione all'interno della quale Italcementi assumeva diversi impegni con le amministrazioni locali che ad oggi non sono completamente attuati.
                  In particolare Italcementi si assumeva l'impegno di riattivare lo scalo merci ferroviario all'interno del sito produttivo con conseguente riduzione dei trasporti su gomma. Questo impegno è ad oggi disatteso, a quanto pare per lungaggini burocratiche.
                  Il trasporto ferroviario è di importanza primaria per un Paese che punta a migliorare la sua capacità produttiva e di coesione sociale, ed è al contempo di gran lunga maggiormente sostenibile dal punto di vista ambientale, rispetto al trasporto su gomma. Si avrebbero diminuzione dei costi ambientali dovuti al traffico e all'inquinamento, ma anche di quelli sociali e sanitari dovuti agli incidenti stradali. Quindi ci deve essere un impegno ed uno sforzo affinchè il trasferimento delle merci dalla gomma alla rotaia divenga realtà nei tempi più rapidi possibili.

                  In questo contesto riteniamo imprescindibile che l'esperienza del tavolo di confronto, aperto in passato grazie all'Agenda XXI locale, che coinvolse tutti i portatori d'interesse diffuso presenti sul territorio, debba essere nuovamente promosso dalle amministrazioni comunali coinvolte (in primo luogo dal comune di Calusco D'Adda), in quanto i sindaci, in qualità di autorità sanitarie, sono responsabili della salute dei cittadini e le emissioni di Italcementi non riguardano solo il territorio di Calusco. Le amministrazioni comunali hanno l'obbligo morale e legislativo di collaborare tra loro e di confrontarsi con le istituzioni preposte a rilasciare l'autorizzazione.
                  A questo proposito lanciamo alle amministrazioni comunali interessate una serie di proposte da analizzare e discutere all'interno del tavolo di confronto:

                  1. Venga fissato un percorso con tappe certe affinché si giunga nei tempi più brevi possibili all'entrata in servizio dello scalo merci ferroviario. Siamo quindi a sollecitare oltre la società Italcementi, anche i sindaci che hanno sottoscritto l'accordo affinché, per quanto di loro competenza nell'interesse dei cittadini, compiano tutti gli atti necessari al rispetto di questo fondamentale impegno.
                  2. Per quanto riguarda il progetto: la sostanziale riduzione dell'impatto ambientale è una necessità imprescindibile. Quindi una generale riduzione dei limiti alle emissioni deve essere la premessa per sollecitare l'impiego delle migliori tecnologie disponibili. Un sistema efficiente ed efficace che parta innanzitutto dall'abbattimento degli Ossidi di azoto (NOx) con il dimezzamento delle emissioni attraverso l'installazione, a valle dell'attuale DeNOx termico, di un impianto DeNOx catalitico analogamente a quanto Italcementi ha installato nella propria cementeria di Rezzato (BS). La riduzione degli ossidi di azoto, in una fonte emissiva importante come quella di Italcementi è di fondamentale importanza per l'impatto ambientale. Questa classe d'inquinanti, oltre a contribuire alle "piogge acide" (siamo nel parco Adda Nord), costituisce il "precursore" per la formazione nell'atmosfera di polveri sottili (PM10) e, per azione delle radiazioni UV solari, di formare Ozono e il cosiddetto smog fotochimico (Alchilnitrati, Perossiacetililnitrati PAN, ecc). I danni maggiori alla salute umana dovuti direttamente e indirettamente alle emissioni di NOx si verificano nei bambini: perché hanno una frequenza respiratoria maggiore, e il sistema immunitario non è ancora completo. Su chi soffre di asma: perché presentano difficoltà respiratorie. Provocano allergie e irritazioni: perché il biossido di azoto esercita il suo effetto tossico principalmente sugli occhi, sulle mucose e sui polmoni. Sulla vegetazione: perché altera gli equilibri ecologici e ambientali.
                  3. Chiedere formalmente alla provincia di Bergamo di subordinare l'autorizzazione alla:
                  • riduzione dei valori limite alla concentrazione massima degli inquinanti emessi dal forno di cottura ove si impiegano i CSS ai livelli consentiti dall'applicazione delle MTD (NOx < 400 mg/Nm3S, polveri < 5 mg/Nm3S, metalli tossici D.Lgs. 133/2005 < 0,05 mg/Nm3S, PCDD/F < 0,05 ng/Nm3 comprensivi di PCB dioxin like)
                  • prescrizione di un sistema di limiti all'emissione degli inquinanti dal forno di cottura del clinker espresso come flusso di massa orario e annuo basati sulla concentrazione media attesa a seguito dell'applicazione del sistema SCR (es. NOx < 200 mg/Nm3; polveri < 2 mg/Nm3);
                  • Limitazione dell'autorizzazione all'utilizzo delle tipologie di CSS con contenuto di metalli tossici D.Lgs. 133/2005 inferiore o uguale a quello del PetCoke (pesato rispetto al potere calorifico) al fine di non aumentare l'emissione dei metalli tossici;
                  • stipula di un protocollo di sperimentazione, come avvenuto in passato e come avviene in analoghe situazioni sia in Italia che nel resto d'Europa, che verifichi l'effettivo miglioramento delle emissioni a seguito della progressiva sostituzione del combustibile nel forno di cottura del clinker; dovrà essere verificato anche che diminuiscano o comunque non aumentino le emissioni dei microinquinanti organici e dei metalli pesanti tossici;
                  · vincolo all'utilizzo di CSS disponibili nel bacino provinciale prima di poter accedere a fornitura extraprovinciali;

                  · adozione di procedure di controllo delle forniture e tracciabilità dei CSS utilizzati.



                  4. Chiedere alla Regione Lombardia di riconoscere la sussistenza delle condizioni per istituire un "Osservatorio Ambientale" come previsto dalla legge regionale n°5/10 in materia di VIA all'art. 8.

                  Riteniamo infine che sottovalutare le richieste di Italcementi e lasciare l'impianto nelle attuali condizioni risulti controproducente soprattutto per chi si dichiara a favore della tutela della salute dei cittadini. Tale richiesta progettuale deve rappresentare uno stimolo per migliorare l'impatto ambientale subito, senza rimandare il tutto ad un futuro incerto.
                  Pensiamo che Italcementi possa continuare a convivere con un territorio e una comunità che ha subito e continua a subirne gli impatti ambientali e sanitari, ad una condizione: che questa importante presenza industriale sappia interpretare il proprio patto di convivenza assumendosi la responsabilità, in termini di investimenti tecnologici e di filiera produttiva, di ridurre in modo molto significativo l'insalubrità della propria attività. Chiediamo in primo luogo agli amministratori pubblici di sapere essere controparte responsabile e rigorosa della dirigenza aziendale: pensiamo che un clima favorevole agli investimenti industriali non possa risiedere nel nulla-osta ad inquinare. La chiarezza riguardo ad obiettivi ed aspettative di benessere collettivo, che Italcementi ha più volte dichiarato di voler perseguire, costituirà la cornice di certezze e garanzie sia per la salubrità e la sostenibilità ambientale che per l'esercizio e lo sviluppo dell'attività produttiva.
                  Come associazione siamo disposti a mettere le nostre competenze e la nostra credibilità a servizio di un processo trasparente che contemperi le esigenze industriali e le tutele ambientali e sanitarie, tenendo insieme tutti gli interessi legittimi, a condizione che questo processo si svolga con regole chiare e saldamente presidiate dalle istituzioni pubbliche.

                  (TRATTO DA http://bergamo.legambiente.org/2015/02/27/italcementi-le-nostre-proposte/)

                  Meratese: il caso Italcementi e il ''silenzio assordante'' del PD

                  Meratese: il caso Italcementi e il ''silenzio assordante'' del PD


                  Finalmente il "bubbone" è scoppiato! La questione dello smaltimento rifiuti presso il cementificio Italcementi di Calusco d'Adda è diventata argomento primario nelle cronache meratesi e un po' più sommessamente, in quelle dell'isola bergamasca. Bisogna ammettere che le interrogazioni presentate nei comuni di Verderio prima (anche se dopo oltre un mese il sindaco non le ha ancora discusse), Paderno e Merate hanno "dato la sveglia" ai nostri sindaci e contribuito ad accendere i fari su un tema che rischiava di passare inosservato. In questa situazione va riconosciuto che i sindaci della zona, capitanati da Rotta di Paderno, pur non essendo stati invitati a partecipare alla conferenza di servizi della provincia di Bergamo, si sono poi mossi. Sono riusciti a "farsi invitare" alla conferenza dei servizi e a presentare, pur tra mille difficoltà, delle prime osservazioni. Giovedì 5 marzo la delegazione dei sindaci sarà ricevuta dall'assessore regionale all'ambiente Claudia Terzi, leghista. Dicono i bene informati, che l'incontro sia stato fortemente voluto da Paolo Mauri, esponente leghista meratese, che, in qualità di Vice Presidente del Parco Adda Nord, ha chiesto e ottenuto un incontro in Regione nel tentativo di serrare i ranghi e individuare una strategia quanto più condivisa. L'idea, ripresa dallo stesso sindaco di Merate Massironi, è quella che l'aria e il suo inquinamento, non ha colore politico. Così una delegazione di sindaci, per lo più di centro-sinistra, trova una sponda con un assessore della Lega. Sempre in quest'ottica, i quattro leghisti Benedetti, Valli, Panzeri e Crippa hanno costituito il comitato "Aria Pulita Centro Adda" , proposto una raccolta firme con la Rete Rifiuti Zero Lombardia e con La Nostra Aria di Solza, evitando inutili distinguo di natura politica o di contenuto. Dal punto di vista politico, la Lega Nord, anche tramite l'interrogazione del Senatore Arrigoni, ha avuto in questa partita un ruolo centrale. Anche il movimento 5 stelle, molto vicino alla rete rifiuti zero, non ha perso tempo e ha appoggiato in pieno la raccolta firme che ha avuto l'appoggio anche di Fratelli d'Italia, tramite il suo referente Mauro Corbacella. Il quadro politico di sostegno all'iniziativa della petizione popolare si fa via via più ampio. In questo contesto, va sottolineato l'assenza di alcuni attori della politica locale. Se da una parte Forza Italia è palesemente in difficoltà al suo interno, dall'altra fa molto "rumore" il totale silenzio degli organi politici del PD. A oggi non c'è stato nessun esponente del Partito Democratico che abbia espresso la propria gratitudine ai sindaci o che abbia detto chiaramente se è giusto o meno che un cementificio, diventi un inceneritore in una zona dove gli inceneritori sono già presenti e hanno una capacità di smaltimento molto maggiore rispetto a quanto prodotto dal territorio. Un silenzio assordante che francamente si fatica a comprendere, se non pensando che tutta questa corsa allo smaltimento dei rifiuti, sia funzionale al decreto sblocca Italia voluto da Renzi, che permette ai rifiuti classificati come "speciali", di "muoversi" liberamente all'interno della penisola. E l'ultima parola spetta alla Provincia di Bergamo, capitanata da un Presidente del Partito Democratico.

                  Calusco: Italcementi sceglie una soluzione ecologica

                  Calusco: Italcementi sceglie una soluzione ecologica

                  Nell'ambito del confronto che si sta aprendo sul territorio sul tema dell'incremento di utilizzo di combustibili alternativi nell'impianto Italcementi di Calusco d'Adda, la società ritiene utile chiarire alcuni punti per contribuire a un dialogo con il territorio basato sui reali termini della questione, a partire dal fatto che non ci saranno emissioni aggiuntiveDi cosa si tratta. Italcementi ha richiesto agli enti competenti l'autorizzazione a incrementare la sostituzione di combustibili fossili tradizionali con i più ecologici combustibili alternativi dalle attuali 30mila tonnellate annue a un massimo di 110mila tonnellate annue di rifiuti non pericolosi. Si tratta per lo più di materiali selezionati alla fine del ciclo della raccolta differenziata e che non sono più riciclabili. Dunque la raccolta differenziata è il presupposto necessario per la selezione di tali materiali, che sono di fatto "irrecuperabili" e che possono essere destinati solo alla termovalorizzazione o al conferimento in discarica. L'utilizzo di materiali come i CSS (combustibili solidi secondari), dunque, evita che tali rifiuti finiscano in discarica. Essi diventano invece fonte di energia e - grazie alle alte temperature dei forni da cemento (circa 2.000 gradi) - la loro combustione avviene in modo sicuro e senza la produzione di ceneri. Queste infatti sono le differenze rispetto all'incenerimento tradizionale: la temperatura di combustione è più che doppia e non ci sono residui da smaltire successivamente.

                  Solo materiale controllato. L'obbiettivo della cementeria resta quello di produrre cemento di qualità, nel modo più sostenibile e competitivo possibile. I combustibili alternativi sono utilizzati in parziale sostituzione degli attuali combustibili fossili ed è necessario che siano controllati e di qualità, per non compromettere la qualità stessa del prodotto. Vale la pena ricordare che l'utilizzo dei rifiuti come combustibile alternativo è giudicato come una pratica virtuosa dall'Unione Europea e che gli stabilimenti del Nord Europa funzionano con percentuali di sostituzione che si avvicinano al 100% (utilizzando peraltro anche rifiuti provenienti dall'Italia) e il loro cemento secondo gli standard europei è considerato più "verde" di quello italiano, proprio grazie al ricorso ai combustibili alternativi.

                  L'ambienteL'utilizzo dei combustibili alternativi non ha alcuna conseguenza significativa sulle emissioni. Non solo non si registra nessun aumento delle emissioni (non trattandosi di una combustione aggiuntiva, ma sostitutiva), ma su alcuni valori si registra addirittura un miglioramento qualitativo. Va inoltre sottolineato che le performance ambientali della cementeria sono assolutamente in linea con i rigorosi limiti di legge e dunque non si può parlare di "emissioni allarmanti", essendo tutti i valori ampiamente sotto controllo. L'impianto di Calusco è tra i più moderni e tecnologicamente avanzati d'Europa e applica le migliori tecniche disponibili previste dalla UE. Il confronto con altri stabilimenti della provincia di Bergamo, dunque, deve necessariamente tener conto delle profonde differenze tecnologiche tra gli impianti stessi.

                  Italcementi vuole portare un contributo positivo al confronto in atto. La cementeria è aperta a qualsiasi visita ed è disposta a dare tutte le informazioni utili per valutare al meglio l'opportunità di trasformare i rifiuti da problema a risorsa, così come avviene in molti paesi europei che da molti anni utilizzano ampiamente i combustibili alternativi migliorando il bilancio ambientale complessivo.

                  Ufficio Stampa Italcementi

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