Il Comune: «No ai residui pericolosi nei forni»
L'Italcementi ha presentato la richiesta giovedì, il Consiglio si oppone. La società: daremo tutte le informazioni
L'Italcementi ha chiesto al Comune di poter utilizzare combustibile derivato da rifiuti speciali pericolosi
CALUSCO Brusca frenata nei rapporti tra il Comune di Calusco e l'Italcementi: nella serata di venerdì il Consiglio comunale ha votato all'unanimità un ordine del giorno contro la decisione della cementeria di utilizzare, come combustibile per alimentare il forno, anche un derivato da rifiuti speciali pericolosi.«È stata una scelta inopportuna in questo momento nel quale la popolazione sta ancora superando l'impatto psicologico della nuova cementeria - ha detto il sindaco Rinaldo Colleoni -. Si sapeva che l'Italcementi voleva utilizzare combustibili alternativi al carbone, ma avevo chiesto di rimandare tutto al 2005. Invece nella mattinata di giovedì scorso due funzionari della cementeria hanno recapitato al Comune due scatoloni contenenti la richiesta per il futuro impiego di due combustibili derivanti da rifiuti speciali pericolosi: l'Ecofluid, già impiegato nello stabilimento di Calusco, e il Rasf (residui altobollenti stiroloci e fenolici). Questo comportamento di non collaborazione e la modalità inconsueta di comunicazione e informazione della richiesta di autorizzazione all'uso di questi due combustibili sono stati un atto di mancanza di rispetto e sensibilità verso l'intera comunità di Calusco d'Adda».La cementeria a fine ottobre aveva trasmesso un plico in Comune per avviare la richiesta di autorizzazione a usare per il 15% come combustibile alternativo il Cdr, ovvero un combustibile derivato dai rifiuti non pericolosi. Questa richiesta era ancora all'esame quando giovedì scorso l'Italcementi ha fatto avere la documentazione relativa alla richiesta di altri due combustibili alternativi derivanti da rifiuti pericolosi: l'Ecofluid e il Rasf. Coprirebbero il 40% del combustibile per far funzionare il forno della cementeria, il restante 45% resterebbe al carbone.Il modo e i tempi usati dalla cementeria per la nuova richiesta non sono stati graditi dall'Amministrazione comunale di Calusco d'Adda che nella serata di venerdì ha esposto il problema all'intero Consiglio comunale, proponendo di votare un documento di protesta. Tutti i consiglieri hanno concordato su un documento unitario nel quale hanno fatto delle richieste precise. «L'Amministrazione comunale non accetterà in nessun modo decisioni aziendali, su una questione così importante, che la escludono da un previo e obbligato coinvolgimento – è stato scritto nel documento -. Sarebbe stato più proficuo utilizzare il già collaudato gruppo di lavoro che aveva recentemente accompagnato l'avvio dei nuovi impianti e attraverso il quale l'Italcementi e le istituzioni avevano positivamente affrontato complesse problematiche col costruttivo metodo del confronto nello spirito di Agenda 21, improntato sul cosiddetto “sviluppo sostenibile” volto alla ricerca di soluzioni per la contemporanea soddisfazione di esigenze di sviluppo da un lato e di salvaguardia ambientale dall'altro, spirito che la stessa società ha sempre dichiarato di condividere. Pertanto – conclude il documento – si chiede a Italcementi di sospendere le richieste autorizzative già avviate e indire un'apposita riunione con codesto Consiglio comunale, i sindaci dei 14 Comuni limitrofi, la Cib, gli esponenti della Regione Lombardia, le Province di Bergamo, Lecco e Milano, l'Arpa e le associazioni ambientaliste locali per presentare e illustrare il loro intendimento relativo all'uso alternativo dei nuovi combustibili invece del carbone».Alla decisione del Consiglio, risponde l'Italcementi: «La società manterrà sempre aperto il dialogo con l'Amministrazione comunale e con tutte le realtà del territorio in uno spirito di massima collaborazione, così come è stato già fatto per il passato, quali gli incontri con l'Amministrazione comunale di Calusco d'Adda e paesi limitrofi in concomitanza con l'avviamento del nuovo impianto. Quando riceveremo la delibera del Comune ci metteremo a disposizione per un confronto aperto e trasparente dando tutte le informazioni necessarie».
Angelo Monzani
MEMORIA SUL CEMENTIFICIO INCENERITORE DI Calusco d'Adda la Pianura Padana resta la zona peggiore d'Europa insieme all'area più industrializzata della Polonia (classifica cui gli inceneritori forniscono un contributo determinante).
Giorni dalla firma tra Italcementi ed i Comuni
NON HANNO FIRMATO I SINDACI DI :
Paderno d'Adda e Solza
.
HANNO FIRMATO :
Calusco d'Adda,
Cornate d'Adda,
Imbersago,
Medolago,
Parco Adda Nord,
Robbiate,
Verderio Inferiore,
Verderio Superiore,
Villa d'Adda,
Dopo più di 1.000 giorni dalla firma ,il 4 Maggio 2012 non si hanno notizie sulla ferrovia .
Solo ombre su questo accordo fantasma , polvere , puzza, inquinamento .
http://calusco.blogspot.it/2012/05/comunicato-stampa-tavolo-italcementi.html
Countdown alla ferrovia
il tempo e' finito del collegamento ferroviario nessuna notizia ,Piu' di 1.000 giorni TRE ANNI e nulla di fatto, meditate .
Monday, December 20, 2004
Saturday, December 11, 2004
Ferito nel tunnel sotto il monte Giglio
L'ECO DI BERGAMO 10 DICEMBRE 2004
Ferito nel tunnel sotto il monte Giglio
Operaio è stato urtato da una macchina in movimento. Ricoverato con due costole fratturate
L'ingresso del tunnel Italcementi a Calusco (foto Magni)
CALUSCO Momenti di apprensione ieri pomeriggio nel tunnel per il trasporto di materiale estrattivo in costruzione sotto il monte Giglio a Calusco e il colle Pedrino a Palazzago: un operaio è stato colpito da un macchinario in movimento.
L'incidente si è verificato alle 13,50: è rimasto infortunato Giovanni La Spina, 52 anni, salernitano, ora ricoverato al Policlinico San Pietro con una prognosi di 35 giorni per la frattura di due costole. L'operaio è un dipendente dell'impresa edile Seli di Roma, che sta realizzando per conto dell'Italcementi un tunnel che sarà adibito al trasporto di materiale estrattivo utilizzato dalla cementeria di Calusco. Il cinquantaduenne stava lavorando e, per cause ancora in corso d'accertamento, è stato colpito dal braccio di un macchinario semovente impiegato per lo spostamento del materiale. Subito l'operaio è stato soccorso dai colleghi di lavoro ed è scattato l'allarme: il ferito è stato caricato sul treno di servizio nel tunnel che, percorsi sette chilometri e mezzo, ha raggiunto la base del cantiere di Calusco. Qui è stato visitato dal personale medico del 118 che ha ritenuto opportuno ricoverarlo al Policlinico San Pietro.
I medici dell'ospedale dopo gli esami hanno emesso una prognosi di 35 giorni per la frattura di due costole. Sul posto, a una profondità di 200 metri, i tecnici dell'Asl di Bergamo (Ufficio prevenzione infortuni sul lavoro di Bonate Sotto) che hanno effettuato un sopralluogo.
Remo Traina
leggi l'articolo in formato pdf
Ferito nel tunnel sotto il monte Giglio
Operaio è stato urtato da una macchina in movimento. Ricoverato con due costole fratturate
L'ingresso del tunnel Italcementi a Calusco (foto Magni)
CALUSCO Momenti di apprensione ieri pomeriggio nel tunnel per il trasporto di materiale estrattivo in costruzione sotto il monte Giglio a Calusco e il colle Pedrino a Palazzago: un operaio è stato colpito da un macchinario in movimento.
L'incidente si è verificato alle 13,50: è rimasto infortunato Giovanni La Spina, 52 anni, salernitano, ora ricoverato al Policlinico San Pietro con una prognosi di 35 giorni per la frattura di due costole. L'operaio è un dipendente dell'impresa edile Seli di Roma, che sta realizzando per conto dell'Italcementi un tunnel che sarà adibito al trasporto di materiale estrattivo utilizzato dalla cementeria di Calusco. Il cinquantaduenne stava lavorando e, per cause ancora in corso d'accertamento, è stato colpito dal braccio di un macchinario semovente impiegato per lo spostamento del materiale. Subito l'operaio è stato soccorso dai colleghi di lavoro ed è scattato l'allarme: il ferito è stato caricato sul treno di servizio nel tunnel che, percorsi sette chilometri e mezzo, ha raggiunto la base del cantiere di Calusco. Qui è stato visitato dal personale medico del 118 che ha ritenuto opportuno ricoverarlo al Policlinico San Pietro.
I medici dell'ospedale dopo gli esami hanno emesso una prognosi di 35 giorni per la frattura di due costole. Sul posto, a una profondità di 200 metri, i tecnici dell'Asl di Bergamo (Ufficio prevenzione infortuni sul lavoro di Bonate Sotto) che hanno effettuato un sopralluogo.
Remo Traina
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Friday, December 10, 2004
Due infortuni sul lavoro a Grassobbio e Calusco
L'ECO DI BERGAMO 09 DICEMBRE 2004
Due infortuni sul lavoro a Grassobbio e Calusco
Due infortuni sul lavoro si sono verificati in altrettante aziende della provincia.
A Grassobbio, un elettricista sedicenne di Pradalunga, in servizio presso una ditta di Nembro, è stato investito da una bobina di lamiera. È accaduto verso le 15, nel magazzino di una ditta che produce lamierati, la Comal srl di Grassobbio.
La bobina, del peso di circa 1 quintale, è rotolata mentre il giovane stava lavorando alla manutenzione dell'impianto elettrico con un collega. Investito alle gambe, lo stagista ha riportato traumi alla tibia e alla caviglia, guaribili in pochi giorni. Subito soccorso dal collega e dagli operai della Comal, il sedicenne è stato al pronto soccorso delle Cliniche Gavazzeni con un'ambulanza del 118.
Il secondo infortunio è avvenuto a Calusco d'Adda nel cantiere per la realizzazione di un tunnel di circa 9 chilometri, commissionato dalla società Italcementi, tra il monte Giglio e il colle Pedrino. L'infortunato è un operaio salernitano di 52 anni, dipendente di una ditta di Roma che ha l'appalto dei lavori. Mentre si trovava nel tunnel, a circa 7 chilometri e mezzo, l'uomo è stato colpito da un mezzo semovente. Soccorso e trasportato al Policlinico San Pietro, all'operaio è stata riscontrata la frattura di due costole. Guarirà in 35 giorni. Sul luogo dell'infortunio sono intervenuti anche i tecnici dell'Asl, ufficio prevenzione infortuni sul lavoro, di Bonate Sotto.
(09/12/2004)
Due infortuni sul lavoro a Grassobbio e Calusco
Due infortuni sul lavoro si sono verificati in altrettante aziende della provincia.
A Grassobbio, un elettricista sedicenne di Pradalunga, in servizio presso una ditta di Nembro, è stato investito da una bobina di lamiera. È accaduto verso le 15, nel magazzino di una ditta che produce lamierati, la Comal srl di Grassobbio.
La bobina, del peso di circa 1 quintale, è rotolata mentre il giovane stava lavorando alla manutenzione dell'impianto elettrico con un collega. Investito alle gambe, lo stagista ha riportato traumi alla tibia e alla caviglia, guaribili in pochi giorni. Subito soccorso dal collega e dagli operai della Comal, il sedicenne è stato al pronto soccorso delle Cliniche Gavazzeni con un'ambulanza del 118.
Il secondo infortunio è avvenuto a Calusco d'Adda nel cantiere per la realizzazione di un tunnel di circa 9 chilometri, commissionato dalla società Italcementi, tra il monte Giglio e il colle Pedrino. L'infortunato è un operaio salernitano di 52 anni, dipendente di una ditta di Roma che ha l'appalto dei lavori. Mentre si trovava nel tunnel, a circa 7 chilometri e mezzo, l'uomo è stato colpito da un mezzo semovente. Soccorso e trasportato al Policlinico San Pietro, all'operaio è stata riscontrata la frattura di due costole. Guarirà in 35 giorni. Sul luogo dell'infortunio sono intervenuti anche i tecnici dell'Asl, ufficio prevenzione infortuni sul lavoro, di Bonate Sotto.
(09/12/2004)
Saturday, December 04, 2004
Sostenibilità, non solo ambiente
L'ECO DI BERGAMO 03 DICEMBRE2004
Sostenibilità, non solo ambiente
Progetto per unire finanza, ecologia e impatto sociale in un unico bilancio Sestini: incoraggiamo questa sensibilità. L'esempio del «rapporto Italcementi»
Oltre che alla riduzione dell'inquinamento la sostenibilità ambientale punta a un nuovo rapporto azienda-territorio
Il tema della sostenibilità interessa sempre di più le imprese che si stanno lanciando alla ricerca di nuovi strumenti specifici che le supportino in una gestione aziendale capace di mettere d'accordo gli aspetti economici con quelli ambientali e sociali.
A distanza di oltre vent'anni dalle prime prese di posizione a livello mondiale su questo argomento, la necessità adesso è quella di disegnare un percorso reale: l'impresa favorevole alle strategie di sviluppo sostenibile deve rendersi pienamente consapevole del proprio ruolo sociale e tradurre la propria politica in programmi e azioni concrete, basate non più solo su teorie e buoni propositi ma su indicatori condivisi e «target» misurabili.
Un passo avanti nella storia delle imprese, dunque, che adesso è possibile compiere grazie ad un nuovo strumento che affianca il bilancio economico-finanziario e che risulta molto più ampio rispetto al report ambientale e a quello sociale. La sostenibilità, quindi, adesso è indipendente, staccata dal tema ambientale, da sempre considerato una specie di suo alter ego, comincia a camminare con le proprie gambe, rendendosi misurabile con il «report sviluppo sostenibile» che riunisce in un unico mezzo di comunicazione strategica i bilanci economico-finanziario, ambientale e sociale.
«Da tempo - ha spiegato Cristina Rapisarda Sassoni, coordinatrice del Network Sviluppo sostenibile nel corso di un incontro organizzato ieri dall'Unioncamere Lombardia e dalle Camere di Commercio di Bergamo e Milano sul tema dello sviluppo sostenibile - le aziende utilizzano con successo strumenti specifici per la gestione ambientale d'impresa quali il sistema Emas, l'Iso 14001 e l'Ecolabel, ma questi strumenti esauriscono solo la questione ambientale mentre adesso c'è bisogno di sistemi che considerino tutti e tre gli aspetti che caratterizzano la sostenibilità». L'impresa, quindi, deve diventare attore che non solo tutela l'ambiente ma che esprime anche un principio di responsabilità sociale e una produzione di valore diffuso per la comunità: «Anche la parte di produzione economica dell'azienda viene rivisitata - ha continuato Rapisarda Sassoni - in funzione della sua capacità di garantire valore alla comunità di riferimento in cui l'impresa è insediata».
E la sostenibilità è diventata anche un indice importante per le aziende che vogliono ottenere finanziamenti dai sistemi bancari; esiste infatti un Dow Jones Sustainability Index che valuta le imprese in termini di sviluppo sostenibile: «Oggi più che mai la banca per concedere un finanziamento deve capire chi ha di fronte - ha sottolineato Cristina Rapisarda Sassoni - e non valuta più soltanto in termini di pura consistenza economica finanziaria ma anche in termini di responsabilità ambientale e sociale. È interessante notare che sono escluse dalla possibilità di applicare il Dow Jones "sostenibile" industrie come quella del tabacco».
Anche nella nostra provincia l'attenzione a questo tema è alta, la Camera di commercio da sempre sostiene la crescita delle imprese orobiche in questo senso: «Da anni puntiamo a sensibilizzare le imprese su questo tema - ha spiegato Roberto Sestini, presidente della Camera di commercio di Bergamo - abbiamo promosso numerose iniziative che vanno in questa direzione nella speranza che l'importanza della sostenibilità venga percepita non solo dal settore industriale ma anche da quello sociale e dall'artigianato». Un esempio concreto di azienda bergamasca che ha fatto della sostenibilità un punto di forza è l'Italcementi Group, che nel 2000 è diventato membro del World Business Council for Sustainable Development (Wbcsd), organismo al quale aderiscono 170 gruppi internazionali che condividono gli stessi principi in merito allo sviluppo sostenibile e che nel luglio 2002 ha sottoscritto con le principali società produttrici di cemento un protocollo d'intesa, l'Agenda for Action, con l'obiettivo di coniugare lo sviluppo industriale con la tutela degli interessi collettivi.
Inoltre, l'Italcementi Group ai primi di settembre ha pubblicato il suo primo Rapporto sullo Sviluppo sostenibile relativo al 2003: «Il rapporto illustra i risultati delle azioni economiche, ambientali e sociali intraprese nel mondo - ha sottolineato Rodolfo Danielli, direttore generale di Italcementi Group - e rappresenta un passo importante nell'attuazione del concetto di sviluppo sostenibile».
Valentina Zenoni
Sostenibilità, non solo ambiente
Progetto per unire finanza, ecologia e impatto sociale in un unico bilancio Sestini: incoraggiamo questa sensibilità. L'esempio del «rapporto Italcementi»
Oltre che alla riduzione dell'inquinamento la sostenibilità ambientale punta a un nuovo rapporto azienda-territorio
Il tema della sostenibilità interessa sempre di più le imprese che si stanno lanciando alla ricerca di nuovi strumenti specifici che le supportino in una gestione aziendale capace di mettere d'accordo gli aspetti economici con quelli ambientali e sociali.
A distanza di oltre vent'anni dalle prime prese di posizione a livello mondiale su questo argomento, la necessità adesso è quella di disegnare un percorso reale: l'impresa favorevole alle strategie di sviluppo sostenibile deve rendersi pienamente consapevole del proprio ruolo sociale e tradurre la propria politica in programmi e azioni concrete, basate non più solo su teorie e buoni propositi ma su indicatori condivisi e «target» misurabili.
Un passo avanti nella storia delle imprese, dunque, che adesso è possibile compiere grazie ad un nuovo strumento che affianca il bilancio economico-finanziario e che risulta molto più ampio rispetto al report ambientale e a quello sociale. La sostenibilità, quindi, adesso è indipendente, staccata dal tema ambientale, da sempre considerato una specie di suo alter ego, comincia a camminare con le proprie gambe, rendendosi misurabile con il «report sviluppo sostenibile» che riunisce in un unico mezzo di comunicazione strategica i bilanci economico-finanziario, ambientale e sociale.
«Da tempo - ha spiegato Cristina Rapisarda Sassoni, coordinatrice del Network Sviluppo sostenibile nel corso di un incontro organizzato ieri dall'Unioncamere Lombardia e dalle Camere di Commercio di Bergamo e Milano sul tema dello sviluppo sostenibile - le aziende utilizzano con successo strumenti specifici per la gestione ambientale d'impresa quali il sistema Emas, l'Iso 14001 e l'Ecolabel, ma questi strumenti esauriscono solo la questione ambientale mentre adesso c'è bisogno di sistemi che considerino tutti e tre gli aspetti che caratterizzano la sostenibilità». L'impresa, quindi, deve diventare attore che non solo tutela l'ambiente ma che esprime anche un principio di responsabilità sociale e una produzione di valore diffuso per la comunità: «Anche la parte di produzione economica dell'azienda viene rivisitata - ha continuato Rapisarda Sassoni - in funzione della sua capacità di garantire valore alla comunità di riferimento in cui l'impresa è insediata».
E la sostenibilità è diventata anche un indice importante per le aziende che vogliono ottenere finanziamenti dai sistemi bancari; esiste infatti un Dow Jones Sustainability Index che valuta le imprese in termini di sviluppo sostenibile: «Oggi più che mai la banca per concedere un finanziamento deve capire chi ha di fronte - ha sottolineato Cristina Rapisarda Sassoni - e non valuta più soltanto in termini di pura consistenza economica finanziaria ma anche in termini di responsabilità ambientale e sociale. È interessante notare che sono escluse dalla possibilità di applicare il Dow Jones "sostenibile" industrie come quella del tabacco».
Anche nella nostra provincia l'attenzione a questo tema è alta, la Camera di commercio da sempre sostiene la crescita delle imprese orobiche in questo senso: «Da anni puntiamo a sensibilizzare le imprese su questo tema - ha spiegato Roberto Sestini, presidente della Camera di commercio di Bergamo - abbiamo promosso numerose iniziative che vanno in questa direzione nella speranza che l'importanza della sostenibilità venga percepita non solo dal settore industriale ma anche da quello sociale e dall'artigianato». Un esempio concreto di azienda bergamasca che ha fatto della sostenibilità un punto di forza è l'Italcementi Group, che nel 2000 è diventato membro del World Business Council for Sustainable Development (Wbcsd), organismo al quale aderiscono 170 gruppi internazionali che condividono gli stessi principi in merito allo sviluppo sostenibile e che nel luglio 2002 ha sottoscritto con le principali società produttrici di cemento un protocollo d'intesa, l'Agenda for Action, con l'obiettivo di coniugare lo sviluppo industriale con la tutela degli interessi collettivi.
Inoltre, l'Italcementi Group ai primi di settembre ha pubblicato il suo primo Rapporto sullo Sviluppo sostenibile relativo al 2003: «Il rapporto illustra i risultati delle azioni economiche, ambientali e sociali intraprese nel mondo - ha sottolineato Rodolfo Danielli, direttore generale di Italcementi Group - e rappresenta un passo importante nell'attuazione del concetto di sviluppo sostenibile».
Valentina Zenoni
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