Giorni dalla firma tra Italcementi ed i Comuni

NON HANNO FIRMATO I SINDACI DI : Paderno d'Adda e Solza . HANNO FIRMATO : Calusco d'Adda, Cornate d'Adda, Imbersago, Medolago, Parco Adda Nord, Robbiate, Verderio Inferiore, Verderio Superiore, Villa d'Adda, Dopo più di 1.000 giorni dalla firma ,il 4 Maggio 2012 non si hanno notizie sulla ferrovia . Solo ombre su questo accordo fantasma , polvere , puzza, inquinamento . http://calusco.blogspot.it/2012/05/comunicato-stampa-tavolo-italcementi.html

Countdown alla ferrovia

il tempo e' finito del collegamento ferroviario nessuna notizia ,Piu' di 1.000 giorni TRE ANNI e nulla di fatto, meditate .

Saturday, May 28, 2005

Uno studio sulle polveri nell'aria

L'unione Sarda 26 05 05


Samatzai

Uno studio sulle polveri nell'aria



«Non vogliamo creare allarmismi ingiustificati, ma chiediamo un monitoraggio attento e rigoroso sulla qualità dell'aria, dell'acqua e dell'ambiente». Lo ha chiesto a gran voce, nella prima seduta del consiglio comunale dal giorno dell'insediamento della nuova amministrazione civica, Giuseppe Cabua, il più votato della lista dell'opposizione "Uniti per Samatzai". In particolare, Cabua ha messo l'accento sulla necessità di verifica delle condizioni ambientali. «È curioso che un paese che ospita industrie potenzialmente inquinanti non si sia già dotato da molti anni di un sistema di monitoraggio sulla qualità dell'atmosfera e dell'aria che tutti noi respiriamo», ha detto l'esponente della minoranza. «Verificheremo con esperti di nostra fiducia se effettivamente la situazione sia così rosea come è stata descritta sulla stampa dalla Asl di Sanluri. Noi speriamo di sì, ma in ogni caso la popolazione sarà messa al corrente sugli esisti della ricerca». Immediata la risposta del sindaco Alberto Pilloni: «Dalle ultime indagini epidemiologiche, fornite dal manager della Asl Franco Trincas, non si può parlare di vero allarme, la Regione ha un sistema di controllo e una volta al mese i dati vengono pubblicatui su internet. I risultati forniti da Trincas sono percettibilmente in numero inferiore alla media, e di questo siamo contenti; è però necessario che i controlli si facciano con maggiore puntualità e che vengano resi pubblici», rabatte Alberto Pilloni. I fumi del forno e le polveri bianche prodotte dall'Italcementi hanno sollevato molte polemiche. E non so,no certo pochi gli abitanti preoccupati per la loro salute. Soprattutto chi risiede non lontano dal polo industriale. Secondo gli ultimi dati disponibili e relativi al 2003, a Samatzai sono stati accertati ventitrè casi di tumore. Tredici ammalati ogni mille abitanti, insomma, contro i 18 riscontrati dagli esperti dell'Unità sanitaria locale sull'intero territorio di competenza. Maura Pibiri26/05/2005

Wednesday, May 18, 2005

Fiamme all'Italcementi Distrutto l'impianto-calce

L'unione sarda 17 05 05

Fiamme all'Italcementi Distrutto l'impianto-calce

Samatzai. Il rogo è stato spento dai vigili del fuoco

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Allarme nello stabile dell'Italcementi di Samatzai. Un incendio è divampato verso le dieci di ieri mattina in uno dei capannoni della fabbrica. In fiamme (per cause ancora da precisare) è andato un dosatore dell'impianto di macinazione, poi il fuoco si è propagato nella zona sottostante distruggendo completamente un nastro trasportatore di clinker. Fortunatamente l'incendio non si è propagato perché i materiali presenti nella zona colpita sono a lenta combustione. Gli impiegati della sala operativa - i primi ad accorgersi - del guasto, sono giunti nel luogo dell'incendio e hanno dato immediatamente l'allarme. Sono stati loro, direttamente, a tentare di spegnere il rogo scaraventando sul fuoco le polveri dei numerosi estintori piazzati nelle zone strategiche del capannone, ma non è stato possibile vincere la furia del fuoco. Per questo è stato necessario dare l'allarme e chiamare i vigili del fuoco. Vigili del fuocoSono giunte sul luogo due squadre, i vigili del fuoco di Cagliari e di Sanluri che dalle dieci fino alle tredici hanno lavorato senza sosta per tentare di salvare il salvabile e soprattutto impedire alle lingue di fuoco di raggiungere altre apparecchiature e danneggiare il resto del capannone. Alla fine, dopo oltre tre ore, i pompieri hanno completato gli interventi per avviare la bonifica. Nell'azienda sono arrivati anche i carabinieri di Samatzai agli ordini del maresciallo Andrea Murenu che hanno raccolto le testimonianze delle persone presenti in fabbrica e dei vigili del fuoco per capire se il rogo sia di origine dolosa. Le causeUn'ipotesi che per ora è stata esclusa. «O si è surriscaldato troppo il tratto dell'impianto in cui è divampato l'incendio, oppure è arrivato del materiale troppo caldo che ha creato una situazione favorevole per le fiamme», ha spiegato il direttore dell'Italcementi, Spartaco Lolini, «noi pensiamo ad una di queste due ipotesi anche se ancora è tutto da verificare». Verranno fatti ulteriori accertamenti per fare chiarezza su quanto accaduto. Fortunatamente nel capannone ci sono solo macchinari. Viene frequentato da operai solo in fase di manutenzione o se sopravvengono guasti. Quando le fiamme stavano divampando non era infatti presente nessuno, poiché l'impianto era in fase di produzione. Scampato pericolo dunque per le persone, non ci sono stai feriti. Inoltre non ci sono stati altri danni per i macchinari presenti nel capannone colpito dall'incendio. Ora si sta lavorando per ripristinare l'area interessata, e poi rimettere in movimento quel tratto dell'impianto. Lo stabile dell'Italcementi che si trova a Samatzai dagli anni settanta produce collanti per l'edilizia, ed è l'unico polo industriale della zona, insieme alla Calcidrata. Maura Pibiri

Sunday, May 01, 2005

L'Italcementi vara la sua prima nave

L'Italcementi vara la sua prima nave


Prende servizio lunedì la Turbocem, per le consegne via mare nel bacino del Mediterraneo Carlo Pesenti: «Una pietra miliare per il gruppo». Prossimo passo, il trasporto verso l'America
Dall'inviatoDORDRECHT (OLANDA) L'Italcementi prende il largo. Con l'ingresso in attività lunedì della motonave Turbocem il gruppo farà il suo debutto diretto nel mondo del trasporto marino.A dire il vero la Turbocem è la seconda nave del gruppo: la controllata americana Essroc ne ha infatti già una che opera però esclusivamente sul bacino dei grandi laghi, per ovviare a problemi logistici del trasporto via terra nella zona. Con la Turbocem, che ha una stazza lorda di 3.779 tonnellate e una portata di 5.500 tonnellate di carico, il gruppo opererà prevalentemente nel Mediterraneo e nel Mar Nero e si apre un disegno strategico più ampio, prima tappa verso maggiori sviluppi.«Avere una nave nostra ci serve per fronteggiare dall'interno il sempre più difficile mercato dei noli marittimi: in questo modo possiamo avere sotto controllo il prezzo (più che raddoppiato dal 2003 NdR) e anche la reperibilità del mezzo per il trasporto, ora non sempre facile - spiega il consigliere delegato di Italcementi, Carlo Pesenti -. Partiamo con una nave di dimensioni contenute, dalla portata di 5.500 tonnellate. Stiamo pensando ad un'altra di dimensioni superiori, da 30/40 mila tonnellate per affrontare l'oceano Atlantico e i trasporti verso l'America. Poi vedremo. Dobbiamo innanzitutto acquisire il know how specifico nell'attività: per questo abbiamo scelto un partner che possiede le competenze. Questa in ogni caso è un pietra miliare per il gruppo che entra in una nuova avventura con la quale crea valore economico, ma soprattutto valore intangibile di conoscenza per le persone che vi lavorano».La nave Turbocem fa capo alla Medcem, joint-venture paritetica costituita da Intercom (gruppo Italcementi) e la Romeo Shipping, consolidato partner logistico di Italcementi per il trasporto navale. Il progetto, avviato alla fine del 2003, ha visto, con un investimento intorno ai 6,5 milioni di euro finanziato da Mediocredito Centrale, la completa ristrutturazione di un «bulk carrier», una nave da carico di merci sfuse, la Sider Crusader costruita in Turchia nel 1992, trasformata nella nave cementiera tecnologicamente più avanzata al mondo.La caratteristica principale di questa turbonave è quella di essere una nave autoscaricante, con la possibilità quindi di traspordare direttamente a ciclo chiuso - senza alcun impatto ambientale - il cemento dalle due stive della nave al silo portuale oppure anche su autobotti per la consegna finale del prodotto. Questo dispositivo, per il quale è all'esame il deposito di un brevetto, scarica 300 tonnellate all'ora nel silo e riempie un camion (30 tonnellate) in 20 minuti. La possibilità di scarico diretto, insieme alla caratteristica delle eliche trasversali che permette un attracco traslato, consente alla Turbocem (che è lunga come un campo da calcio, 92,8 metri «fuori tutto», ed è larga 17) di utilizzare anche banchine di porti minori non dotati di terminali per il cemento, limitando quindi il problema della scarsità di strutture portuali nel Mediterraneo.La Turbocem, riallestita ai cantieri Van Aalst di Dordrecht, in Olanda, dove è stata appena varata, con madrina Federica Pesenti, moglie di Carlo, imbarcherà lunedì il suo primo carico, cemento della controllata belga del gruppo, che consegnerà a Malaga e poi si posizionerà intorno a Cipro. In futuro si approvvigionerà nei vari impianti del gruppo, spesso situati vicino alla costa, in Spagna, Francia, Italia, Grecia, Cipro, Turchia ed Egitto, oltre che in Bulgaria, sul Mar Nero.La Turbocem, che si avvarrà dei terminal portuali italiani di Italcementi (ai quattro di Marghera, Ancona, Ortona e La Spezia si aggiungeranno prossimamente Ravenna e Genova), sarà impegnata su tratte di navigazione con durata dei viaggi compresa tra i tre e i sei giorni e garantità la copertura del 10-15% del traffico totale del gruppo Italcementi nell'area del Mediterraneo, per un totale annuo di quasi 150 mila tonnellate di cemento trasportato.Stefano Ravaschio

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