Giorni dalla firma tra Italcementi ed i Comuni

NON HANNO FIRMATO I SINDACI DI : Paderno d'Adda e Solza . HANNO FIRMATO : Calusco d'Adda, Cornate d'Adda, Imbersago, Medolago, Parco Adda Nord, Robbiate, Verderio Inferiore, Verderio Superiore, Villa d'Adda, Dopo più di 1.000 giorni dalla firma ,il 4 Maggio 2012 non si hanno notizie sulla ferrovia . Solo ombre su questo accordo fantasma , polvere , puzza, inquinamento . http://calusco.blogspot.it/2012/05/comunicato-stampa-tavolo-italcementi.html

Countdown alla ferrovia

il tempo e' finito del collegamento ferroviario nessuna notizia ,Piu' di 1.000 giorni TRE ANNI e nulla di fatto, meditate .

Tuesday, January 30, 2007

DELOCALIZZARE LA ITALCEMENTI DI ISOLA DELLE FEMMINE FUORI DAL CENTRO ABITATO A NORMA DELLE DISPOSIZIONI DI LEGGE IN MATERIA URBANISTICA

DELOCALIZZARE LA ITALCEMENTI DI ISOLA DELLE FEMMINE FUORI DAL CENTRO ABITATO A NORMA DELLE DISPOSIZIONI DI LEGGE IN MATERIA URBANISTICA
- 27 gennaio 2007






DELOCALIZZARE LA ITALCEMENTI DI ISOLA DELLE FEMMINE FUORI DAL CENTRO ABITATO A NORMA DELLE DISPOSIZIONI DI LEGGE IN MATERIA URBANISTICA

Interrogazione del Senatore Sodano Presidente della Commissione Ambiente.

Senato della Repubblica

13a Commissione

Territorio, Ambiente, Beni Ambientali

interrogazione a risposta scritta

al Ministro dello sviluppo economico e al ministro della salute

Senato della Repubblica

13a Commissione

Territorio, Ambiente, Beni Ambientali

interrogazione a risposta scritta

al Ministro dello sviluppo economico e al ministro della salute

Premesso che:

in provincia di Palermo, nel comune di Isola delle Femmine, sono presenti impianti della Italcementi s.p.a in pieno centro città (codice: NACE Code 26.51), che emettono fumi nocivi e producono elevati livelli di inquinamento acustico ed ambientale, con grave danno per i cittadini;

oltre allo stabilimento nel centro città, la Italcementi si avvale di una serie di impianti, dislocati nel circondario, come quelli dediti ad attività estrattive a Piano Dell’Aia-Rocche di Raffo Rosso ed a contrada Manostalla, comune di Torretta;

l’area dove opera la Italcementi è stata destinata ad uso industriale con il D.P.R. del 1981 per un ventennio, al termine del quale il cementificio era tenuto a ripristinare la destinazione d’uso a fini forestali e a riconsegnare il terreno alla Regione Sicilia;

nel 2001, alla data di scadenza della concessione, il Comune di Isola delle Femmine ha concesso un’autorizzazione edilizia per la costruzione di un carbonile a cielo aperto per lo stoccaggio di petcoke (concessione edilizia n. 10/2001 del 5 aprile 2001);

da quando il cementificio ha iniziato i processi produttivi, si sono riscontrati nell’area fenomeni di inquinamento così gravi da causare ingenti danni alla salute dei cittadini, tant’è che i tassi di incidenza di tumori polmonari, tiroidite, forme asmatiche e di altre malattie respiratorie, anche mortali, hanno raggiunto livelli anomali e preoccupanti;

il cementificio di Isola delle Femmine opera nelle vicinanze di diversi Siti di Importanza Comunitaria, tra cui la riserva di Capo Gallo e i Fondali marini di Isola delle Femmine, così come individuati dalla direttiva "Habitat" (direttiva 92/43/CE, recepita in Italia con D.P.R. 357/97), incidendo negativamente sugli ecosistemi locali, i quali non vengono dunque salvaguardati come vorrebbe la normativa europea e la legge italiana di attuazione;

le attività inquinanti della Italcementi sono state più volte oggetto di pubblica protesta, sia da parte degli abitanti del luogo, che in sede istituzionale, come dimostrano le numerose iniziative di vigilanza e controllo intraprese dagli organi preposti, nonché gli atti di diffida rivolti alla Italcementi con l’intento che proceda alla dovuta messa in sicurezza del sito;

nell’ottobre del 2005, un sopralluogo effettuato dal D.A.P. con il Comandante della locale Stazione dei Carabinieri nel cementificio di Isola delle Femmine, rilevava che "all’interno del capannone (materie prime: petcoke, clinker, calcare, sabbia, argilla, perlite. Nelle adiacenze P.E. E43 ed E45) viene effettuato stoccaggio e movimentazione a mezzo gru a ponte di materiale polverulento che produce un’emissione diffusa. Si evidenzia altresì che parte del capannone risulta essere aperto verso l’esterno."(verbale n. 9942393);

il 25 gennaio 2006, l’ARPA ha effettuato un sopralluogo presso il deposito di combustibile solido (petcoke) in località Raffo Rosso della Italcementi, evidenziando gravi carenze nel sistema di impermeabilizzazione delle aree per lo stoccaggio del petcoke, sostanza pericolosa per la salute umana perché rientrante nella categoria cancerogena 3, (nota prot. 9945432, 30 gennaio 2006);

la relazione dell’ARPA del gennaio 2006, si conclude con l’indicazione di diversi interventi di messa in sicurezza che la Italcementi è tenuta a porre in essere nel più breve tempo possibile e con la richiesta di esibire l’autorizzazione per l’utilizzo di petcoke quale combustibile solido all’interno dello stabilimento;

a seguito della relazione dell’ARPA, il Sindaco di Isola delle Femmine, ha inviato una nota di diffida (nota prot. n. 3975 del 15.03.06) alla Italcementi, con la quale si invitava la predetta società ad adottare i necessari interventi di messa in sicurezza, di risposta emergenziale, di bonifica e ripristino ambientale, così come indicati dall’ARPA;

il 25 luglio 2006, l’Assessorato Territorio ed Ambiente della Regione Sicilia con nota n°48283, ha emesso un provvedimento di diffida (firmato dal Responsabile del Servizio, il dott. Genchi) nei confronti della Italcementi di Isola delle Femmine contestando, tra l’altro, l’incontrollato utilizzo e smaltimento dei residui della produzione, quali il petcoke, sostanza altamente cancerogena;

nella diffida si legge, tra l’altro, che "il petcoke viene utilizzato dal 1987 come combustibile del forno 3, del mulino crudo 3 e, in miscela e fino al 1992, del forno 2" e che, sebbene "la realizzazione del deposito di petcoke sia stata autorizzata dal Comune di Isola delle Femmine, non è mai stato comunicato né autorizzato l’uso del petcoke come combustibile", rilevando infine che "nei rapporti analitici periodicamente trasmessi, la Ditta dichiara l’uso di carbone e non di petcoke" (nota n°48283 del 25 luglio 2006);

solo pochi mesi prima, nel suo Piano di Caratterizzazione (12.04.2006) l’Italcementi dichiarava invece che soltanto "a partire dal 2001 presso la località Raffo Rosso si è effettuata l’attività di deposito del combustibile solido (petcoke)", in virtù dell’Autorizzazione Edilizia n. 10/2001, rilasciata dal Comune di Isola delle Femmine il 05.04.2001, omettendo quindi tutta una serie di dati e di verità fondamentali;

l’Assessorato Territorio e Ambiente, nel provvedimento del luglio 2006, dichiara in modo univoco che "sono stati ripetutamente violati i dettami della normativa vigente e le prescrizioni del decreto assessoriale di autorizzazione" (per quanto concerne l’utilizzo del petcoke al posto del carbone), diffidando "l’Italcementi dal continuare ad utilizzare il petcoke come combustibile, nonché a continuare ogni attività che dia luogo alla produzione di emissioni diffuse di tale composto in assenza della necessaria autorizzazione ai sensi del D. Lgs. n. 152 /2006", evidenziando inoltre che "ogni ulteriore violazione delle prescrizioni contenute nel presente provvedimento comporterà necessariamente la sospensione delle autorizzazioni concesse" (nota n°48283 del 25 luglio 2006);

l’8 gennaio 2007, il dott. Tolomeo, Direttore del Dipartimento Territorio e Ambiente ha comunicato al dott. Genchi responsabile dei pareri tecnici in materia di tutela dell’inquinamento atmosferico da emissioni del 3° Servizio, l’immediata sospensione dall’incarico e conseguente spostamento a diverso luogo e a diversa posizione, senza che tale provvedimento sia stato in alcun modo motivato;

il Dipartimento facente capo al dott. Genchi stava anche intervenendo su diverse tematiche a salvaguardia dell’ambiente, nel tentativo di far installare sistemi di recupero dei vapori nelle operazioni di carico e scarico delle navi; di impedire lo smaltimento mascherato di rifiuti tramite torce, di ridurre i limiti delle concentrazioni emissive e di bloccare la costruzione di 4 impianti di combustione delle biomasse, tutti progetti sostenuti con forza dal Governatore Cuffaro;

a tutt’oggi, l’Italcementi non ha né provveduto alla messa in sicurezza dell’impianto, né ai necessari aggiornamenti del sistema di filtraggio e depurazione, né tantomento ha iniziato una procedura di controllo delle attività impattanti legate al funzionamento dei propri impianti, ma ha anzi intenzione di proseguire nell’inquinamento incontrollato, ampliando i propri impianti mediante la costruzione di una nuova torre alta circa 100 metri,

Si chiede di sapere:

se il Governo non ritenga opportuno bloccare l’avvio di nuovi progetti fino al momento in cui non venga intrapresa la messa in sicurezza degli impianti e delle operazioni del cementificio, con preventivo accertamento dei danni causati dalle emissioni della Italcementi ai cittadini e all’ambiente;

se il Governo non possa intervenire a tutela del paesaggio e delle normative in vigore, dato che la cementeria è situata all’interno di zona vincolata dalla Sopritendenza dei Beni Ambientali e Paesaggistici della Regione Sicilia, e dato che si tratta di attività nocive "che producono fumo, polvere, rumore, esalazioni nocive ed eventuali scarichi di sostanze velenose", le quali non potrebbero avere luogo in prossimità di centri abitati, anche a norma del piano regolatore di Palermo;

come il Governo intenda attivare tutte le procedure e i provvedimenti atti a salvaguardare la salute dei lavoratori e dell’intera cittadinanza, monitorando, con un apposito gruppo di lavoro, le eventuali connessioni tra ciò che si evidenzia dai rapporti ARPA e le patologie più diffuse sul territorio con particolare riferimento a quelle neoplastiche e tiroidee.

Sen. Tommaso Sodano

Friday, January 26, 2007

Le lobbies del veleno

Le lobbies del veleno
di Enrico Pedemonte


Contro l'America di Bush e le multinazionali il manifesto dell'ambientalista più famoso degli Usa. Per il trattato di Kyoto, tasse sull'inquinamento e sussidi all'energia pulita.

È un Al Gore prostrato dalla fatica quello che ci accoglie a Nashville, Tennessee, la sua terra d'origine. Da anni il vicepresidente negli anni di Clinton, dal 1992 al 2000, svolge a tempo pieno il suo nuovo mestiere di globetrotter ambientalista e gira il mondo per spiegare a governi e opinione pubblica la gravità del riscaldamento globale. Da quando è uscito il suo documentario, 'The Unconvenient Truth', 'Una verità scomoda', ora anche in Italia, il suo attivismo è cresciuto a dismisura. Ha parlato a un migliaio di ambientalisti, che nei prossimi mesi dovranno replicare le sue conferenze in ogni angolo degli Stati Uniti usando le stesse diapositive che da mesi Gore mostra ai capi di Stato e ai cittadini di tutto il pianeta.

Il documentario ha avuto un successo inatteso e Gore è nuovamente al centro della scena politica. Molti si chiedono se tra qualche mese scenderà in gara per la Casa Bianca, dopo la sconfitta nel 2000 contro George Bush. È stato proprio il film a rilanciare la sua immagine, grazie a una straordinaria sceneggiatura che racconta l'aggravarsi della crisi ambientale attraverso le vicende, talvolta intime, della sua vita privata. Per esempio la morte per cancro ai polmoni della sua sorella maggiore che gestiva la coltivazione di tabacco di famiglia a Carthagena. La sorella era una fumatrice, e questo dramma spinse la famiglia Gore a uscire dal business del tabacco.

Signor Gore, che cosa cambierà con la maggioranza al Congresso in mano ai democratici?
"Spero che gli Stati Uniti riporteranno presto le truppe a casa senza peggiorare ulteriormente la situazione in Iraq. E a proposito del clima, spero che taglieranno i sussidi alle aziende che inquinano e si muoveranno verso la firma del trattato di Kyoto".

Quali sono le tre cose più importanti che farebbe se fosse presidente?

"Primo: aderire al trattato di Kyoto e renderlo ancora più rigido. Secondo: cambiare il sistema fiscale tassando non più il lavoro, ma l'inquinamento, specie la produzione di anidride carbonica. Terzo: introdurre incentivi alle tecnologie pulite, aumentare gli standard di efficienza delle auto, eliminare i sussidi all'uso del carbone e del petrolio".

E l'energia nucleare?
"Sono scettico. Credo che giocherà un ruolo limitato".

Quanto è importante la lobby del petrolio alla Casa Bianca?
"Sia il presidente Bush che il vicepresidente Cheney provengono dall'industria petrolifera. Non è esatto dire che la lobby del petrolio ha influenza sulla CasaBianca. La lobby del petrolio è la Casa Bianca".

Nacque da questa coincidenza l'attacco a Baghdad?
"La guerra in Iraq è stato un terribile errore, lo dissi prima che cominciasse. E alla base ci fu l'opinione di Cheney che gli Usa dovessero fare qualcosa per salvaguardare l'accesso alle grandi riserve di petrolio nel Golfo Persico".

Che cosa pensa della nuova strategia irachena annunciata da Bush?
"Nulla di nuovo. È la stessa politica che ha portato al peggiore errore strategico nella storia Usa".

Recentemente lei ha detto che gli Stati uniti vivono in una bolla di irrealtà. Che cosa vuol dire?
"Il resto del mondo ha ormai accettato il messaggio degli scienziati sul cambiamento climatico. Al contrario, gli Stati Uniti si rifiutano di agire. Si illudono che il problema non sia reale, dicono che le sue conseguenze potrebbero non essere del tutto negative, temono che cercando di risolverlo si danneggino certe aziende. Si tratta di errori e illusioni: una bolla di irrealtà che ci distingue dal resto del mondo. Come tutte le bolle, alla fine esploderà".

Il presidente dice che sono necessari altri studi per dimostrare il cambiamento climatico...
"È una scusa per confondere l'opinione pubblica e convincerla che non dobbiamo fare nulla".

Come giudica la politica ambientalista di questa amministrazione?
"Distruttiva, mal consigliata, guidata dagli interessi dei grandi inquinatori".

Perché ha deciso di raccontare anche le sue storie intime nel film?
"È stato il regista David Guggenheim a convincermi. Mi disse che il pubblico avrebbe compreso meglio il messaggio scientifico se fossimo stati in grado di stabilire un legame con la persona che raccontava la storia, cioè con me. Gli ho creduto. Aveva ragione".

Che ruolo hanno avuto compagnie petrolifere come la Exxon-Mobil nella percezione del cambiamento climatico da parte dell'opinione pubblica?
"La Exxon è un grande inquinatore che in modo immorale spende milioni di dollari in propaganda per confondere le idee dell'opinione pubblica su quello che dicono gli scienziati. Ciò che fanno è vergognoso".

Sterling Burnett, consulente del National Center for Policy Analysis, un gruppo finanziato dalla Exxon, ha paragonato il suo documentario ai film di propaganda del nazista Goebbels...
"In passato i produttori di tabacco spendevano milioni di dollari per screditare gli scienziati. Allora si trattava di confondere le idee dell'opinione pubblica sul legame tra fumo di sigaretta e cancro ai polmoni. Oggi sta accadendo la stessa cosa per il clima. I più grandi inquinatori finanziano gruppi di pressione per diffondere messaggi falsi. La democrazia è nata con l'Illuminismo, quando la ragione è diventata la principale fonte di autorevolezza. Ma con il declino della carta stampata e l'ascesa della televisione le cose sono cambiate. La tv ha sostituito la ragione con il denaro. Con i soldi si possono arruolare legioni di mistificatori che usano le parole come strumenti di propaganda per generare profitti contro l'interesse pubblico".

Quanto è lontano il punto di non ritorno?
"Gli scienziati dicono che tra una decina d'anni arriveremo a un punto oltre al quale sarà difficile restaurare l'equilibrio dell'ecosistema. Abbiamo ancora tempo, ma dobbiamo fare presto".

Si candiderà alla Casa Bianca per difendere le sue idee?
"Non lo prevedo. Se nessun candidato sarà sensibile ai problemi del riscaldamento globale, vorrà dire che avrò fallito nella mia campagna".

L'ambiente è finito nell'inceneritore

L'ambiente è finito nell'inceneritore
di Beppe Grillo e Maurizio Pallante




L'antefatto è che, con una manovra degna del gioco delle tre carte, i finanziamenti previsti dalla legge per incentivare lo sviluppo delle fonti rinnovabili erano stati dirottati sull'energia elettrica prodotta con gli scarti di raffineria e con l'incenerimento dei rifiuti (30 miliardi di euro dal 1991 al 2003). Il fatto è che con un emendamento alla Finanziaria quei finanziamenti sono stati restituiti alla loro legittima destinazione. La conseguenza è che chi contava su quei soldi per far quadrare i conti fallimentari degli inceneritori progettati e non ancora autorizzati si è visto sottrarre il babà su cui stava affondando i denti e non l'ha presa bene. "Per colpa degli estremisti della legalità dovremo aumentare la tassa raccolta rifiuti", hanno protestato, inghiottendo con rabbia l'ormai inutile produzione delle loro ghiandole salivari. "Confidiamo che il governo con un altro giochino delle tre carte inserisca i rifiuti tra le biomasse per ridarci quei soldi", hanno aggiunto subito dopo i più navigati nel mare della politica.

Una vicenda, tra le tante che costellano l'inglorioso declino di un sistema istituzionale nato in un contesto morale di tutt'altra tempra, su cui non si può evitare di svolgere qualche riflessione. La prima è proprio l'assenza, dall'orizzonte mentale di questi personaggi, dell'etica e del diritto. Nessun riferimento al fatto che quei soldi fossero stati sottratti con una truffa legalizzata alle fonti rinnovabili cui erano destinati. Nessun accenno al fatto che per questo l'Italia ha subito più di un procedimento d'infrazione dall'Unione europea. Nessun collegamento al fatto che i finanziamenti pubblici a una tecnologia costituiscono una palese violazione della concorrenza. Eppure, a beneficio dei gonzi, mentre rivendicavano il diritto a soldi che non gli spettavano per sostenere gli investimenti di una tecnologia che non ripaga i suoi costi, si permettevano anche di sventolare la bandiera del liberismo. "Il tema dell'ambiente non è appaltabile a chi ha posizioni ideologiche contro il capitalismo", ha avuto la faccia tosta di affermare il presidente della Provincia di Torino, per difendere la sua posizione oggettivamente anticapitalista.


La seconda riflessione attiene alla progressiva riduzione delle differenze tra destra e sinistra. Il gioco delle tre carte con cui dapprima - carta vince - alle fonti rinnovabili sono state affiancate le 'assimilate', poi - carta perde - nelle assimilate sono state inserite fonti non rinnovabili, infine - carta vince - i finanziamenti previsti per le rinnovabili sono stati dirottati sulle non rinnovabili, lo ha fatto il governo Berlusconi, ma lo difende la maggioranza dei partiti di questo governo, accusando di essere estremista chi lo ha smascherato. Si può ancora definire di sinistra chi difende la continuità di scelte fatte dalla destra? È estremista chi ne deduce che la distinzione tra destra e sinistra è superata e che i politici si giudicano, come tutte le persone, del resto, da ciò che fanno e non dalle magliette che indossano? Non avevamo ancora finito di scrivere queste considerazioni che il presidente della Provincia di Torino (ancora lui) lanciava un appello ai deputati torinesi della destra perché si affiancassero a quelli della sinistra in un'azione di lobbying parlamentare per indurre il governo a reinserire tra le fonti rinnovabili una sostanza non rinnovabile, come la plastica dei rifiuti, l'unica che genera una quantità significativa di energia nei forni inceneritori. In barba al diritto, alla scienza e ai procedimenti d'infrazione dell'Unione europea. Tutti i partiti insieme per scucire agli elettori i soldi necessari a danneggiare la loro salute.

Era un pericoloso estremista quell'unico bambino che gridò "Il re è nudo", quando tutti lodavano l'eleganza dei suoi vestiti inesistenti?

La terza riflessione riguarda la validità tecnico-economica dell'incenerimento dei rifiuti, a prescindere, direbbe Totò, da ogni valutazione ambientale. "Se non ci arriveranno i milioni di euro degli incentivi, le discariche diventeranno più convenienti degli inceneritori, oppure si dovrà aumentare la tassa raccolta rifiuti", hanno sostenuto all'unisono gli aspiranti fuochisti sull'orlo di una crisi di nervi. Ciò significa che la tecnologia dell'incenerimento non è in grado di stare in piedi da sé. È anti-economica. Costa più di quello che rende. Ha costi che non si ammortizzano. La sua inefficienza, in nome del capitalismo e del liberismo, deve essere pagata dalla collettività. O da tutta la popolazione italiana attraverso la sovrattassa sulla bolletta elettrica prevista per le energie rinnovabili (ma questa è una quisquiglia, direbbe sempre Totò), o solo dalla popolazione delle province in cui è prevista la costruzione dei nuovi inceneritori, attraverso un ulteriore aumento della tassa rifiuti. Con lo specchietto per le allodole che i forni sarebbero l'alternativa della discarica. Come se le ceneri e i fanghi di depurazione non dovessero essere smaltiti in una discarica molto più pericolosa delle altre. Come se la loro quantità fosse inferiore ai residui, inerti, di una raccolta differenziata porta a porta con tariffa proporzionale ai rifiuti conferiti in modo indifferenziato.
Ma se i rifiuti non fossero gestiti per legge in condizioni di monopolio da società private a capitale totalmente pubblico (una bella invenzione da commedia dell'arte), i loro bilanci potrebbero andare in pareggio semplicemente aumentando le tariffe a ogni aumento dei costi? Se agli incrementi della raccolta differenziata corrispondessero proporzionali aumenti di riciclaggio, i costi della gestione dei rifiuti diminuirebbero progressivamente. Per ogni chilo di materiali raccolti in modo differenziato che non si portano allo smaltimento si avrebbe un risparmio, ma per non smaltirli occorre rivenderli come materia prima secondaria. Quindi ne deriva anche un guadagno. Una volta che, sommando i guadagni ai risparmi, siano state ammortizzate le maggiori spese per la raccolta differenziata, si avrebbe una progressiva riduzione dei costi che, trattandosi di società controllate da enti pubblici, si dovrebbero tradurre in una riduzione della tassa. Come mai non succede? Come mai ogni volta che aumenta la raccolta differenziata aumenta anche la tassa raccolta rifiuti? Qualcuno ha mai verificato i conti delle aziende pubbliche che gestiscono le raccolte differenziate?

Con queste considerazioni si arriva all'ultimo punto di riflessione. Che si rivolge agli estremisti della legalità tra cui indegnamente ci annoveriamo. Siamo proprio sicuri che il monopolio sia la condizione migliore per gestire i rifiuti? Il monopolio è un reale superamento del mercato, o invece è un mercato in cui l'unico operatore può permettersi di aumentare le tariffe a ogni aumento dei costi, proprio perché non c'è concorrenza? Chi fosse vincolato a far quadrare i conti in una situazione di mercato sarebbe incentivato a riciclare la maggior quantità di rifiuti raccolti in maniera differenziata, perché quanto più ricicla tanto meno spende in discarica e tanto più guadagna vendendo materie prime secondarie. Per fare un esempio: il legno proveniente dalla raccolta differenziata è più conveniente economicamente bruciarlo o farne nuovi pannelli di truciolato?



Se c'è un solo operatore in condizioni di monopolio, che ha investito i nostri soldi e utilizza le nostre tasse per bruciare i rifiuti in un inceneritore, potrà porsi questa domanda privandosi del babà su cui sta per affondare i denti?

Tuesday, January 16, 2007

Caduto l'ultimo diaframma

Caduto l'ultimo diaframmadella Villa d'Adda-Carvico
E' stato abbattuto oggi pomeriggio alle 14 l’ultimo diaframma della galleria Parscera della Variante Villa d’Adda-Carvico. Il tunnel (foto Paolo Magni), lungo 969 metri, è dunque completato e la variante dovrebbe essere aperta al pubblico entro giugno. La cerimonia è stata siglata dalla stretta di mano fra il sindaco Serafino Carissimi, di Villa d’Adda e Attilio Bolognini di Carvico, arrivati dai rispettivi Comuni. All’evento sono intervenuti anche Felice Sonzoni, assessore alla Pianificazione Territoriale e alle Grandi Infrastrutture; Giuliano Lorenzi, dirigente del settore e responsabile del progetto; il geometra Giuseppe Insinna; Pierluca Locatelli e Franco Ballarini dell'impresa Salini Locatelli Spa; Rinaldo Colleoni sindaco di Calusco; Enzo Piccoli, direttore dei lavori; il collaudatore Renato Sparacio.
Il tracciato della Variante è lungo 3.004 metri, di cui 969 in galleria. Parte con una rotatoria posta in prossimità del cimitero di Villa d’Adda, all’intersezione con la strada provinciale 169, e termina, sempre con una rotatoria, all’intersezione con la strada provinciale 166, nei territori di Calusco d’Adda e Carvico. L’opera è costata complessivamente più di 26 milioni di euro. Oggi è stato abbattuto l’ultimo diaframma di 12 metri che divideva la parte nord di Villa d’Adda con la parte sud di Carvico. Per la conclusione dei lavori, prevista entro giugno 2007, mancano le opere di finitura. «I lavori della variante sono iniziati dell’aprile del 2000 – ha detto l’ingegner Giuliano Lorenzi -. Nel corso degli anni si sono verificati imprevisti geologici e contenziosi con l’impresa che hanno prolungato i tempi. ll nostro obiettivo è sempre stato quello di arrivare alla conclusione dei lavori nonostante le difficoltà e con pazienza risolvere i problemi. Ora, finalmente stiamo arrivando a vedere la fine». La variante Villa d’Adda-Carvico assume una valenza strategica all’interno della direttrice Bergamo-Lecco, andando ad aggiungersi alle varianti di Cisano Bergamasco e Calusco-Terno d’Isola. Queste tre opere permetteranno di creare un percorso che attraversi tutta l’Isola per arrivare a Lecco. Da Terno d’Isola sarà quindi possibile entrare nell’Asse Interubano, bypassando i paesi. La variante di Cisano (25 milioni di euro) e la Calusco-Terno d’Isola (58 milioni di euro) hanno avuto l’approvazione del Cipe, auspichiamo che il Governo consideri queste opere prioritarie per arrivare finalmente ad avere i finanziamenti.
(15/01/2007)

Saturday, January 13, 2007

Cappa di smog sulle città. Aria irrespirabile da 11 giorni. Nel ‘05 Merate peggiodi Hong Kong, Los Angeles, Tokyo


Cappa di smog sulle città. Aria irrespirabile da 11 giorni. Nel ‘05 Merate peggiodi Hong Kong, Los Angeles, Tokyo

Pechino è la metropoli più inquinata del mondo. Lo affermano gli studi dell’agenzia per l’ambiente Usa e Ue e la Clean Air Initiative for Asian Cities che hanno comparato le emissioni di polveri sottili nell’aria delle principali città del mondo. I dati che ne sono emersi sono davvero preoccupanti e, a buon ragione, inviterebbero i cinesi a tapparsi in casa oppure a girare con una bombola di ossigeno sulle spalle costantemente collegata a una mascherina sulla bocca. Ma a stare male non sono solamente gli abitanti delle metropoli più affollate e trafficate del mondo. In Brianza non si sta meglio, anzi quest’area, oltre ad essere fra le più produttive, è a ragione considerata anche fra le più inquinate d’Europa.





Hong Kong

Se poi stringiamo ulteriormente il campo scopriamo che Merate, la ridente località lecchese che nobili di altre epoche avevano scelto per costruire le loro ville con gli immensi parchi, oggi veri polmoni verdi della città, ha una media annua di emissioni di polveri sottili nell’aria che è superiore a quella di Hong Kong e di poco inferiore a quella di Seul. Secondo i dati riportati proprio ieri dal “Sole 24ore” le emissioni di particolato del 2005 hanno attribuito la palma nera a Pechino, popolosa capitale della Cina, dove i suoi abitanti hanno respirato veleno praticamente per un anno intero e con una media di 142 µ/mg.




Los Angeles

Non è un caso che le malattie respiratorie stiano facendo strage in quell’area del Pianeta e che a rimetterci maggiormente siano soprattutto i bambini (da alcuni giorni 8mila fanciulli sono allettati da un’epidemia influenzale dovuta in gran parte all’aria cattiva che respirano) e gli anziani. Scendendo dal primo gradino della scala si incontrano altre 5 metropoli asiatiche (New Delhi, Shanghai, Mumbai, Seoul e Hong Kong) segno che l’immenso continente mostra segni di criticità proprio in campo ambientale (nei grandi agglomerati urbani una della maggiori fonti di produzione di calore ed energia è ancora il carbone) e, guarda un po’, ad inaugurare l’ingresso dell’Europa nella classifica è il capoluogo lombardo con una concentrazione media annua di PM10 pari a 54 µ/mg.


Un`immagine di Merate scattata nel 1980


...e oggi - 2006 - . (Per gentile concessione di Puntofoto Merate)

Ma fermiamoci un istante e inseriamo anche le nostre cittadine che, vuoi per anonimato vuoi perché le statistiche i grandi quotidiani le fanno su scala nazionale e internazionale, sembrano restare sempre al di fuori di questi tristi primati.


La media delle polveri sottili del 2005 nelle principali metropoli e in tre comuni lecchesi
La centralina Arpa di Merate nel 2005 ha fatto registrare una media annua di 58 µ/mg, quindi 4 punti in più rispetto a Milano, 3 rispetto ad Hong Kong e 2 punti in meno rispetto a Seoul. Peccato che, come si evince dalla tabella riportata in calce, Merate conti poco più di 14mila abitanti, Milano 1 milione e 300mila, Hong Kong oltre 7 milioni e Seoul circa 10. Nel corso del 2006 la media è cambiata di poco, scendendo a quota 57 µ/mg, dato che non l’avrebbe comunque salvata dalla palma nera per l’inquinamento. Stanno meglio, almeno per ora, Lecco e Valmadrera che non si esimono tuttavia dal superare, con le loro medie, le grandi metropoli europee. Nel 2005 il capoluogo lariano aveva chiuso l’anno con una media di 36 µ/mg di particolato sottile nell’aria, posizionandosi sopra Tokyo (35 µ/mg), New York (27), Londra (24) e Parigi (22). Anno positivo per Valmadrera con una media di 24 µ/mg, pari a quella della capitale del Regno Unito.

http://www.merateonline.it/2007/Gennaio/tabella_polveri.gif
I dati del 2007

Il 2007 non è certo iniziato per il meglio. La centralina di Merate in questi primi 11 giorni ha già fatto 9 superamenti della soglia dei 50 µ/mg con una media di 87.3 µ/mg. Stessa condizione per Lecco dove la media si è assestata a 63.4 µ/mg con solamente 3 giorni a regime sotto i 50 µ/mg. Anche Valmadrera sta tenendo il passo e, nonostante per due giorni i dati non siano stati rilevati, la media si è collocata già ben al di sopra del limite consentito, con un 62.6 µ/mg.


Popolazione Superficie kmq Densità ab/kmq Media PM10
Merate 14.359 11.07 1.297.1 58 µ/mg
Lecco 46.477 45.93 1.011.9 36
Valmadrera 11.126 12.46 883 24
Milano 1.3 milioni 182 6.800 54
Seoul 10.6 milioni 605 17.500 60
Tokyo 8.3 milioni 621 13.000 35
Londra 7.5 milioni 1.579 4.700 24
Los Angeles 3.8 milioni 1.290 2.900 43
Hong Kong 7.1 milioni 1.103 6. 400 55

Wednesday, January 10, 2007

Smog alle stelle

Smog alle stelle:è il quinto giorno
Per il quinto giorno consecutivo polveri sottili alle stelle a Bergamo: le centraline dell'Arpa per la giornata di ieri, 9 gennaio, hanno segnalato che la concentrazione di pm10 ha raggiunto in città, in via Meucci, gli 82 microgrammi per metro cubo d'aria, ben oltre il livello massimo consentito di 50 microgrammi. Nel resto dell'area critica va peggio a Osio Sotto, con 105 microgrammi, un po' meglio a Lallio, con 75: ma in entrambi i casi si è raggiunto il sesto giorno consecutivo di superamento del limite.Brutte notizie sul fronte smog anche dalla provincia: a Treviglio 97 microgrammi, 119 a Filago, 85 a Calusco.

(10/01/2007)

Tuesday, January 09, 2007

Isola delle femmine

Denuncia al Ministero della Salute e
alla Procura della RepubblicaDal Coordinamento Regionale dei Comitati Cittadini Siciliani parte una denuncia al ministero della salute e alla procura della repubblica a difesadella salute dei cittadini e contro le manovre che vogliono favorire leautorizzazzioni in modo non trasparenteAl Ministero della Sanità Alla Procura della Repubblica di SiracusaAgli Organi di StampaAi Comitati Cittadini SicilianiCome tutti i Comitati Cittadini Siciliani avevano ampiamente previsto,avvicinandosi la scadenza della "moratoria" (in effetti mai iniziata) sui lavori degli inceneritori, per cui si sarebbe dovuto procedere a Palermo oRoma con l'AIA, il Governatore Totò Cuffaro ha presentato il conto.Apprendiamo da fonte certa che il Direttore del Dipartimento Territorio e Ambiente ha comunicato al Dott. Gioacchino Genchi, responsabile del Servizio
3 Tutela dall'Inquinamento Atmosferico delle Emissioni, che dovrà a brevespostarsi ad altro incarico solo per alcuni mesi, spostamento peraltro non\ngiustificato da alcuna motivazione.Questo conferma che lo scopo è quello di avere campo libero per il temponecessario a fare ogni tipo di operazione, alias autorizzazione.Questo scaturisce dalle altissime pressioni determinate dal fatto che i\nfunzionari di detto Ufficio, ligi alle normative oltre che al buon senso,hanno toccato degli evidenti interessi che vanno a intaccare alcuni"santuari" finora inviolati e pertanto il Governatore Cuffaro & C. hanno\nritenuto necessario disarticolare la struttura eliminandone temporaneamenteil responsabile.Basta pensare che oltre ai 4 inceneritori, che già sarebbero stati motivipiù che sufficienti, l'Ufficio era intervenuto sulla Italcementi,\ncementificio di Isola delle Femmine (divieto d'uso del pet-coke ricchissimodi metalli pesanti e di IPA emessi come pericolosissimo nanoparticolato,responsabile in specie di tumori all'apparato respiratorio), sulle Autorità\nportuali (necessità delle autorizzazioni, mai previste prima, per lamovimentazione nei porti del materiale polverulento, tipo pet-coke, cemento,ecc.), sulla piattaforma polifunzionale Oikothen di Augusta destinata a\nbruciare rifiuti industriali (divieto temporaneo dell'inceneritore econcessione solo di trattamenti meccanico-biologici), sulla DB Group diAdrano (divieto di smaltimento mascherato di rifiuti, ossia incenerendoli\ndopo averli impastati con argilla per farne mattoni e tegole), BonificaS.p.A. con sede a Palermo e stabilimento nel porticciolo dell'Acqua Santa diPalermo, in atto sotto sequestro per violazione dell'autorizzazione al\ntrattamento di rifiuti industriali e morchie di petroliere, e poi ancora leDistillerie Bertolino e Trapas, ecc.Nell'immediato l'Ufficio si accingeva adintervenire sui petrolchimici (la truffa legalizzata della bolla di\n",13 Tutela dall'Inquinamento Atmosferico delle Emissioni, che dovrà a brevespostarsi ad altro incarico solo per alcuni mesi, spostamento peraltro non giustificato da alcuna motivazione.Questo conferma che lo scopo è quello di avere campo libero per il temponecessario a fare ogni tipo di operazione, alias autorizzazione.Questo scaturisce dalle altissime pressioni determinate dal fatto che i funzionari di detto Ufficio, ligi alle normative oltre che al buon senso,hanno toccato degli evidenti interessi che vanno a intaccare alcuni"santuari" finora inviolati e pertanto il Governatore Cuffaro & C. hanno ritenuto necessario disarticolare la struttura eliminandone temporaneamenteil responsabile.Basta pensare che oltre ai 4 inceneritori, che già sarebbero stati motivipiù che sufficienti, l'Ufficio era intervenuto sulla Italcementi, cementificio di Isola delle Femmine (divieto d'uso del pet-coke ricchissimodi metalli pesanti e di IPA emessi come pericolosissimo nanoparticolato,responsabile in specie di tumori all'apparato respiratorio), sulle Autorità portuali (necessità delle autorizzazioni, mai previste prima, per lamovimentazione nei porti del materiale polverulento, tipo pet-coke, cemento,ecc.), sulla piattaforma polifunzionale Oikothen di Augusta destinata a bruciare rifiuti industriali (divieto temporaneo dell'inceneritore econcessione solo di trattamenti meccanico-biologici), sulla DB Group diAdrano (divieto di smaltimento mascherato di rifiuti, ossia incenerendoli dopo averli impastati con argilla per farne mattoni e tegole), BonificaS.p.A. con sede a Palermo e stabilimento nel porticciolo dell'Acqua Santa diPalermo, in atto sotto sequestro per violazione dell'autorizzazione al trattamento di rifiuti industriali e morchie di petroliere, e poi ancora leDistillerie Bertolino e Trapas, ecc.Nell'immediato l'Ufficio si accingeva adintervenire sui petrolchimici (la truffa legalizzata della bolla di
emissioni atmosferiche di raffineria, lo smaltimento mascherato di rifiutitramite le torce, la mancanza di sistemi di recupero vapori nelle operazionidi carico e scarico delle navi), sulle centrali termoelettriche (riduzione\ndei limiti delle concentrazioni emissive) e sulla miriade di miniinceneritori che si vorrebbero costruire riconvertendo gli impianti dicompostaggio in impianti di combustione di "biomasse" per sfruttare i\nvantaggi economici dei Cip6 (certificati verdi).Al Coordinamento Regionaledei Comitati Cittadini sembra necessario, a questo punto, attivare ogni tipodi sbarramento contro questa pericolosa manovra, cominciando a darne la più\nampia divulgazione. Pertanto questo Coordinamento comunica sin d'ora che,considerato che questa operazione di smantellamento dell'Ufficio equivarrà aconsentire la realizzazione di impianti sicuramente nocivi e dannosi per la\nSalute dei Siciliani e dell'Ambiente, presenterà un esposto per danno temutopresso le varie Procure della Repubblica competenti ed uno alla Corte deiConti per le erogazioni indiscriminate dei Cip6 impropriamente destinati ad\nimpianti nocivi piuttosto che alla produzione di energie alternative pulite.Con la presente il Coordinamento sollecita ulteriormente il Ministero dellaSanità, nella persona del Ministro Livia Turco e nella persona del Dott.\nDonato Greco a voler prendere in seria considerazione la tematica relativaai danni procurati dalle emissioni dei nano-inquinanti da parte dellesuddette industrie, danni ormai scientificamente confermati dalla\nletteratura internazionale che purtroppo ancora oggi il Ministero si ostinaa disconoscere.Dobbiamo forse aspettare i 25 anni che furononecessari a che fossericonosciuto il danno da amiantooppure vogliamo intervenire subito? E' solo\ncon la prevenzione che si diminuiscono i costi sanitari!Augusta 5 gennaio 2006.Dal Coordinamento Regionale dei Comitati Cittadini Siciliani,il Presidente",1]
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emissioni atmosferiche di raffineria, lo smaltimento mascherato di rifiutitramite le torce, la mancanza di sistemi di recupero vapori nelle operazionidi carico e scarico delle navi), sulle centrali termoelettriche (riduzione dei limiti delle concentrazioni emissive) e sulla miriade di miniinceneritori che si vorrebbero costruire riconvertendo gli impianti dicompostaggio in impianti di combustione di "biomasse" per sfruttare i vantaggi economici dei Cip6 (certificati verdi).Al Coordinamento Regionaledei Comitati Cittadini sembra necessario, a questo punto, attivare ogni tipodi sbarramento contro questa pericolosa manovra, cominciando a darne la più ampia divulgazione. Pertanto questo Coordinamento comunica sin d'ora che,considerato che questa operazione di smantellamento dell'Ufficio equivarrà aconsentire la realizzazione di impianti sicuramente nocivi e dannosi per la Salute dei Siciliani e dell'Ambiente, presenterà un esposto per danno temutopresso le varie Procure della Repubblica competenti ed uno alla Corte deiConti per le erogazioni indiscriminate dei Cip6 impropriamente destinati ad impianti nocivi piuttosto che alla produzione di energie alternative pulite.Con la presente il Coordinamento sollecita ulteriormente il Ministero dellaSanità, nella persona del Ministro Livia Turco e nella persona del Dott. Donato Greco a voler prendere in seria considerazione la tematica relativaai danni procurati dalle emissioni dei nano-inquinanti da parte dellesuddette industrie, danni ormai scientificamente confermati dallaletteratura internazionale che purtroppo ancora oggi il Ministero si ostinaa disconoscere.Dobbiamo forse aspettare i 25 anni che furononecessari a che fossericonosciuto il danno da amiantooppure vogliamo intervenire subito? E' solo con la prevenzione che si diminuiscono i costi sanitari!Augusta 5 gennaio 2006.Dal Coordinamento Regionale dei Comitati Cittadini Siciliani,il Presidente
Luigi Solarino ed il Consigliere Giacinto Franco.\nhttp://www.isolapossibile.it/article.php3?id_article\u003d1437Comitato Cittadino Isola Pulita di Isola delle Femmine PALabels: AMBIENTE SALUTE E ISTITUZIONILuigi Solarino ed il Consigliere Giacinto Franco. http://www.isolapossibile.it/article.php3?id_article=1437Comitato Cittadino Isola Pulita di Isola delle Femmine PA

Calusco: Italcementi rinuncia

Calusco: Italcementi rinuncia ai combustibili ``pericolosi``

L’Italcementi ha ufficialmente annunciato di rinunciare all’uso dei combustibili liquidi pericolosi nel proprio processo produttivo.Nell’ottobre 2004 la società ha avanzato la richiesta per poter utilizzare nell’azienda di Calusco d’Adda combustibili non convenzionali (rifiuti pericolosi provenienti da processi industriali come Ecofluid e Rasf) suscitando, a ragione, allarmismi non solamente tra le istituzioni e le associazioni ambientaliste ma anche tra la popolazione che, in diversi momenti e anche in un’assemblea pubblica, aveva chiesto chiarimenti e garanzie. Nel gennaio 2005 la ditta ha presentato lo studio di impatto ambientale relativo all’impianto di ricezione, stoccaggio e alimentazione rifiuti liquidi pericolosi per il coincenerimento nel forno della cementeria. Studi di impatto ambientale, analisi sulle fonti di inquinamento attuali e future, confronti e verifiche si sono susseguiti a catena.E ora, dopo tanto tempo, l’Italcementi pur convinta della valenza ambientale del progetto, abbandona definitivamente il piano.

Tuesday, January 02, 2007

Foschia e smog: è sempre allarme


Foschia e smog: è sempre allarme
E' sempre più allarme smog in città e provincia. Alla nebbia e alla foschia del mattino si aggiunge la stagnazione dell'aria, con tutte le sostanze inquinanti che contiene. E le centraline dell'Arpa cominciano a lanciare l'allarme: le polveri sottili anche nei giorni 30 e 31 dicembre si sono mantenute ben oltre il valore limite (50 microgrammi per metro cubo) sia in città che in provincia. A Bergamo Meucci la centralina dell'Arpa ha registrato valori di 97 microgrammi di Pm10 il giorno 30 e di 85 il 31. A Osio Sotto 78 e 74 microgrammi; a Lallio 75 e 73; a Treviglio 95 e 83; a Filago Centro 116 e 87; a Calusco 100 e 56.

Monday, January 01, 2007

Construire avec un béton purificateur d'atmosphère

Construire avec un béton purificateur d'atmosphère

LE MONDE | 30.12.06 | 14h59
Mis à jour le 30.12.06 | 14h59

Matériau qui se salit souvent avec le temps, le béton pourrait bientôt devenir un symbole de propreté. Le groupe italien Italcementi a mis au point une formulation qui transforme ce matériau en agent dépolluant, capable de purifier l'air environnant de ses gaz toxiques.

Le cimentier a relevé ce défi avec le TX Aria, un béton auquel a été incorporé un pigment blanc aux propriétés assez extraordinaires, le dioxyde de titane. L'action des rayons ultraviolets émis par le soleil transforme ce pigment en catalyseur : les polluants comme les oxydes d'azote (NOx) ou les composés organiques volatils (COV) sont oxydés et transformés en éléments non toxiques.

"Nous exploitons la photocatalyse", indique Fabrice Decroix, chef de projets Innovation chez Ciments Calcia, filiale française d'Italcementi. Sans s'user avec le temps, la surface agit comme un véritable purificateur atmosphérique. Ironie de l'histoire, le groupe a découvert cette caractéristique en voulant rendre le béton... autonettoyant. Il s'agissait alors de répondre à la demande de blancheur immaculée et éternelle de Richard Meier, l'architecte de l'église Dives in Misericordia de Rome construite pour célébrer le 2 000e anniversaire de la chrétienté. Deux formulations de béton différentes ont donc été créées : Le TX Arca se charge des salissures tandis que le TX Aria contribue à dépolluer l'air.

Depuis cette découverte, les tests se multiplient et donnent des résultats étonnants. Au centre de recherche de Guerville (Yvelines), Ciments Calcia a installé un site pilote d'expérimentation du TX Aria baptisé "Canyon Street" : dans cette rue artificielle tapissée du béton innovant, le taux de gaz polluants dans l'air se réduit de 20 % à 80 % par rapport à une rue bordée de bâtiments en béton classique. Un autre dispositif montre que, dans une pièce de 35 m3, 100 % de la teneur en NOx est détruite en six heures si l'on dispose un panneau de 4 m2 en béton TX Aria dans cet espace.

A Calusco, en Italie, un test grandeur nature réalisé sur une route a entraîné une suppression des pics de pollution. La municipalité de Vanves, près de Paris, va réaliser en 2007 un test sur 200 m de voie afin de mesurer son impact dans une zone à forte circulation, proche du boulevard périphérique. De même, un tunnel va être équipé à Rome afin de tester le système en intérieur. Mais, là, les rayons du soleil seront remplacés par... des lampes UV.

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