MEMORIA SUL CEMENTIFICIO INCENERITORE DI Calusco d'Adda la Pianura Padana resta la zona peggiore d'Europa insieme all'area più industrializzata della Polonia (classifica cui gli inceneritori forniscono un contributo determinante).
Giorni dalla firma tra Italcementi ed i Comuni
NON HANNO FIRMATO I SINDACI DI :
Paderno d'Adda e Solza
.
HANNO FIRMATO :
Calusco d'Adda,
Cornate d'Adda,
Imbersago,
Medolago,
Parco Adda Nord,
Robbiate,
Verderio Inferiore,
Verderio Superiore,
Villa d'Adda,
Dopo più di 1.000 giorni dalla firma ,il 4 Maggio 2012 non si hanno notizie sulla ferrovia .
Solo ombre su questo accordo fantasma , polvere , puzza, inquinamento .
http://calusco.blogspot.it/2012/05/comunicato-stampa-tavolo-italcementi.html
Countdown alla ferrovia
il tempo e' finito del collegamento ferroviario nessuna notizia ,Piu' di 1.000 giorni TRE ANNI e nulla di fatto, meditate .
Wednesday, September 30, 2009
La ``Provincia`` delibera l’aumento dei rifiuti da bruciare e affida alla Regione ulteriori aumenti fino a 120mila tonn.
La ``Provincia`` delibera l’aumento dei rifiuti da bruciare e affida alla Regione ulteriori aumenti fino a 120mila tonn.
L`assessore Carlo Signorelli
Il passaggio da 87.000 a 90.000 tonnellate del quantitativo di rifiuti trattati dal termovalorizzatore di Valmadrera. Questo è il punto di innovazione del nuovo piano provinciale dei rifiuti presentato dall’assessore Carlo Signorelli che comunque ripropone quello presentato il 27 ottobre 2008 dalla Giunta Brivio aggiungendo le modifiche suggerite dalla Regione Lombardia poiché alcuni elementi differivano dagli indirizzi regionali, percorso scelto “in una logica di responsabilità e di continuità istituzionale”. Il piano redatto dalla Giunta Brivio era stato depositato in Regione nell’ottobre 2008 ed è stato restituito il 7 agosto con alcune indicazioni da applicare, principalmente l’aumento del quantitativo autorizzato. Su questo punto si è creato un certo consenso, ma l’armonia e la volontà di collaborare si sono rotte su una frase contenuta nella delibera ovvero il limite delle 90.000 tonnellate di rifiuti “fatta salva l’opportunità di valutare un ulteriore ampliamento dell’autorizzazione, nel caso di rinnovo di accordi interprovinciali”. Su questo punto la minoranza si è staccata osservando, come hanno fatto i consiglieri Pozzi (Sinistra e Libertà), Brivio e Bruseghini (Partito Democratico) che in questo modo “è come aprire le porte a ulteriori ampliamenti dell’attività del termovalorizzatore fino alla capacità massima di 120.000 tonnellate”. Secondo i consiglieri di minoranza, infatti, essendo che le quote relative alle convenzioni con altre province come Sondrio e Como e quindi al di fuori del 20% delle quote del mutuo soccorso e della solidarietà, a gennaio, quando scadrà la convenzione di Sondrio, i limiti si abbasseranno ulteriormente. Nel corso del dibattito è stato più volte sottolineato, da parte di Brivio e Bruseghini, la necessità di non essere supini alle decisioni della Regione ma di prendere decisioni in modo collaborativo senza scaricare attraverso dispositivi tecnici la responsabilità. Lasciando quella frase nella delibera, infatti, si rischierebbe che le decisioni in merito ad ulteriori ampliamenti della capacità dell’impianto non vengano più discusse dall’organo rappresentativo del territorio, il Consiglio Provinciale. Dopo un lungo dibattimento, in cui sia la maggioranza che l’opposizione hanno proposto degli emendamenti per aggirare l’ostacolo della frase “incriminata”, il provvedimento è stato votato ed è passato con 17 voti favorevoli e 10 voti contrari.
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Tuesday, September 22, 2009
Legambiente: no al business dell`incenerimento dei rifiuti
Legambiente: no al business dell`incenerimento dei rifiuti
Legambiente giudica in maniera fermamente negativa l`imposizione della regione di aumentare in prima istanza a 90.000 tonnellate all`anno, contro le attuali 87.000, il quantitativo di rifiuti da incenerire presso l`impianto di Valmadrera, prevedendo già l`ipotesi di un ulteriore aumento del quantitativo qualora, come si ipotizza nella realtà, venisse rinnovata la convenzione con la Provincia di Sondrio. Si arriverebbe in tal modo a 100.000 tonnellate annue di rifiuti inceneriti in una Provincia, quella di Lecco appunto, che di rifiuti da incenerire ne produce meno di 60.000 tonnellate grazie anche soprattutto ad una politica di differenziazione e riciclaggio messa in atto dai diversi piani provinciali e dall`otima risposta avuta dai cittadini dei 90 comuni lecchesi. "Dov`è finita la giusta norma - chiede Pierfranco Mastalli, Presidente di Legambiente Lecco - che prevedeva che ciascuna Provincia dovesse soddisfare il proprio fabbisogno di smaltimento di rifiuti?" "La Provincia di Lecco - prosegue Mastalli - è già ben al di sotto delle 87.000 tonnellate perché da sempre ha preso a suo tempo la strada della raccolta differenziata ed i cittadini hanno fatto il resto portando la nostra provincia, con il suo 58%, ad essere la più riciclona in Italia. A cosa serve allora questo aumento e le ipotesi di aumenti futuri?" Legambiente dice no ad entrambe le ipotesi e soprattutto si oppone fermamente a qualsiasi ipotesi di aumento di rifiuti ospedalieri da incenerire presso l`impianto di Valmadrera, come si legge dalle richieste di Silea in tal senso avanzate in occasione del rilascio delle autorizzazioni al funzionamento dell`impianto. Questa tipologia di rifiuti, trattandosi di rifiuti clorati, portaporta con sè il rischio di un aumento di produzione di diossine ed il pericolo che le stesse possano essere rilasciate in atmosfera. "Chiediamo alla Provincia di Lecco - conclude il Presidente di Legambiente - di respingere, anche a costo di sanzioni, l`imposizione della Regione Lombardia. Imposizione fatta da tecnici che evidentemente non conoscono il nostro territorio e che ragionano solo ed esclusivamente sulla logica di numeri e capacità produttive del termovalorizzatore. La gestione dei rifiuti non deve essere un business, ma deve promuovere cultura ambientalista e rispetto dell`ambiente. Aumentare le autorizzazioni ed imporre aumenti di rifiuti da incenerire va esattamente nella direzione opposta a quella che la nostra associazione indica come strada da seguire, ovvero la raccolta differenziata e la diminuzione dei rifiuti prodotti".
Legambiente Lecco Onlus
Legambiente giudica in maniera fermamente negativa l`imposizione della regione di aumentare in prima istanza a 90.000 tonnellate all`anno, contro le attuali 87.000, il quantitativo di rifiuti da incenerire presso l`impianto di Valmadrera, prevedendo già l`ipotesi di un ulteriore aumento del quantitativo qualora, come si ipotizza nella realtà, venisse rinnovata la convenzione con la Provincia di Sondrio. Si arriverebbe in tal modo a 100.000 tonnellate annue di rifiuti inceneriti in una Provincia, quella di Lecco appunto, che di rifiuti da incenerire ne produce meno di 60.000 tonnellate grazie anche soprattutto ad una politica di differenziazione e riciclaggio messa in atto dai diversi piani provinciali e dall`otima risposta avuta dai cittadini dei 90 comuni lecchesi. "Dov`è finita la giusta norma - chiede Pierfranco Mastalli, Presidente di Legambiente Lecco - che prevedeva che ciascuna Provincia dovesse soddisfare il proprio fabbisogno di smaltimento di rifiuti?" "La Provincia di Lecco - prosegue Mastalli - è già ben al di sotto delle 87.000 tonnellate perché da sempre ha preso a suo tempo la strada della raccolta differenziata ed i cittadini hanno fatto il resto portando la nostra provincia, con il suo 58%, ad essere la più riciclona in Italia. A cosa serve allora questo aumento e le ipotesi di aumenti futuri?" Legambiente dice no ad entrambe le ipotesi e soprattutto si oppone fermamente a qualsiasi ipotesi di aumento di rifiuti ospedalieri da incenerire presso l`impianto di Valmadrera, come si legge dalle richieste di Silea in tal senso avanzate in occasione del rilascio delle autorizzazioni al funzionamento dell`impianto. Questa tipologia di rifiuti, trattandosi di rifiuti clorati, portaporta con sè il rischio di un aumento di produzione di diossine ed il pericolo che le stesse possano essere rilasciate in atmosfera. "Chiediamo alla Provincia di Lecco - conclude il Presidente di Legambiente - di respingere, anche a costo di sanzioni, l`imposizione della Regione Lombardia. Imposizione fatta da tecnici che evidentemente non conoscono il nostro territorio e che ragionano solo ed esclusivamente sulla logica di numeri e capacità produttive del termovalorizzatore. La gestione dei rifiuti non deve essere un business, ma deve promuovere cultura ambientalista e rispetto dell`ambiente. Aumentare le autorizzazioni ed imporre aumenti di rifiuti da incenerire va esattamente nella direzione opposta a quella che la nostra associazione indica come strada da seguire, ovvero la raccolta differenziata e la diminuzione dei rifiuti prodotti".
Legambiente Lecco Onlus
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Saturday, September 19, 2009
Sicilia, il cemento usato da Calcestruzzi spa non è depotenziato
Sicilia, il cemento usato da Calcestruzzi spa non è depotenziato
di Mariateresa Conti
Crolla l'accusa contro l'azienda: i periti nominati dal gip di Caltanissetta hanno effettuato oltre 300 carotaggi e non è stata riscontrata nessuna irregolarità dei materiali utilizzati. Sicure le grandi opere esaminate, tra cui lo svincolo di Castelbuono dell'A20
Quando, nel gennaio 2008, scattarono gli arresti, la notizia fece scalpore. Per il caso in sé, ma soprattutto per l'ipotesi formulata dall'accusa, quella cioè che un'impresa del calibro della bergamasca Calcestruzzi spa potesse aver utilizzato, in una serie di grandi opere pubbliche siciliane, cemento impoverito in modo da creare fondi neri per pagare il pizzo alla mafia. Un'accusa pesante, dalla quale l'azienda si era sempre difesa, sostenendo che mai era stato usato materiale non di prima qualità, che potesse mettere a repentaglio l'incolumità delle persone. Una difesa che adesso, in sede processuale, trova un'autorevole conferma. Sì, perché i periti nominati dal Gip di Caltanissetta nell'ambito dell'inchiesta bis che coinvolge la stessa Calcestruzzi e la Italcementi, inchiesta che conta sette indagati accusati di frode in forniture , hanno assicurato che, nelle opere prese in esame su incarico della magistratura, la Calcestruzzi non ha usato cemento depotenziato.
Un crollo, questo sì, per l'accusa, che sulla teoria dell'utilizzo del cemento depotenziato aveva basato la sua prospettazione. La Calcestruzzi spa aveva detto sin dall'inizio che non c'era nulla di irregolare. E adesso arriva la conferma, tanto più autorevole visto che a farla sono esperti che nulla hanno a che vedere con la difesa. I professori Giuseppe Mancini, del Politecnico di Torino, e Nunzio Scibilia, docente di Tecnica delle costruzioni all'Università di Palermo, hanno effettuato oltre 300 carotaggi su alcune importanti opere pubbliche - dallo svincolo di Castelbuono dell'A20 Palermo-Messina alla diga foranea di Gela, dalla piattaforma di emergenza dell'ospedale Sant'Elia di Caltanissetta al Palazzo di Giustizia della stessa città. Risultato: il calcestruzzo è perfettamente regolare, e dunque le opere non sono assolutamente a rischio. Gli stessi periti hanno proposto un approfondimento per quanto riguarda due infrastrutture, la strada a scorrimento veloce Licata-Torrente Braemi e la galleria «Cozzo Minneria» di Pollina, sempre per l'A20 Palermo-Messina. Si tratta però di opere che non sono state realizzate solo dalla Calcestruzzi spa, ma nelle quali c'è stato il contributo di altre imprese.
L'incidente probatorio continuerà il prossimo 10 ottobre. Sulla vicenda è in corso un altro processo, che è cominciato nell'aprile scorso.
di Mariateresa Conti
Crolla l'accusa contro l'azienda: i periti nominati dal gip di Caltanissetta hanno effettuato oltre 300 carotaggi e non è stata riscontrata nessuna irregolarità dei materiali utilizzati. Sicure le grandi opere esaminate, tra cui lo svincolo di Castelbuono dell'A20
Quando, nel gennaio 2008, scattarono gli arresti, la notizia fece scalpore. Per il caso in sé, ma soprattutto per l'ipotesi formulata dall'accusa, quella cioè che un'impresa del calibro della bergamasca Calcestruzzi spa potesse aver utilizzato, in una serie di grandi opere pubbliche siciliane, cemento impoverito in modo da creare fondi neri per pagare il pizzo alla mafia. Un'accusa pesante, dalla quale l'azienda si era sempre difesa, sostenendo che mai era stato usato materiale non di prima qualità, che potesse mettere a repentaglio l'incolumità delle persone. Una difesa che adesso, in sede processuale, trova un'autorevole conferma. Sì, perché i periti nominati dal Gip di Caltanissetta nell'ambito dell'inchiesta bis che coinvolge la stessa Calcestruzzi e la Italcementi, inchiesta che conta sette indagati accusati di frode in forniture , hanno assicurato che, nelle opere prese in esame su incarico della magistratura, la Calcestruzzi non ha usato cemento depotenziato.
Un crollo, questo sì, per l'accusa, che sulla teoria dell'utilizzo del cemento depotenziato aveva basato la sua prospettazione. La Calcestruzzi spa aveva detto sin dall'inizio che non c'era nulla di irregolare. E adesso arriva la conferma, tanto più autorevole visto che a farla sono esperti che nulla hanno a che vedere con la difesa. I professori Giuseppe Mancini, del Politecnico di Torino, e Nunzio Scibilia, docente di Tecnica delle costruzioni all'Università di Palermo, hanno effettuato oltre 300 carotaggi su alcune importanti opere pubbliche - dallo svincolo di Castelbuono dell'A20 Palermo-Messina alla diga foranea di Gela, dalla piattaforma di emergenza dell'ospedale Sant'Elia di Caltanissetta al Palazzo di Giustizia della stessa città. Risultato: il calcestruzzo è perfettamente regolare, e dunque le opere non sono assolutamente a rischio. Gli stessi periti hanno proposto un approfondimento per quanto riguarda due infrastrutture, la strada a scorrimento veloce Licata-Torrente Braemi e la galleria «Cozzo Minneria» di Pollina, sempre per l'A20 Palermo-Messina. Si tratta però di opere che non sono state realizzate solo dalla Calcestruzzi spa, ma nelle quali c'è stato il contributo di altre imprese.
L'incidente probatorio continuerà il prossimo 10 ottobre. Sulla vicenda è in corso un altro processo, che è cominciato nell'aprile scorso.
Sinistra e Libertà: con la destra più rifiuti a Valmadrera
Sinistra e Libertà: con la destra più rifiuti a Valmadrera
ARRIVA IL CENTRODESTRA E AUMENTANO I RIFIUTI AL FORNO INCENERITORE
Non ci voleva molto ad immaginarlo ma i cittadini che si sono fidati del PDL e della Lega forse non si aspettavano che già dopo poche settimane, la nuova amministrazione di Centrodestra mettesse mano alle quantità di rifiuti da bruciare a Valmadrera e aumentasse le possibilità di incenerimento.
In ossequio alle decisione della Regione (delib. N. VIII/010102; seduta del 7 Agosto 2009), il Consiglio provinciale di Lecco verrà chiamato a modificare il Piano Rifiuti adottato dalla precedente amministrazione di Centrosinistra.
Oltre all’adeguamento della cartografia, già concordato dalla Giunta Brivio e in gran parte già predisposto, verrà previsto un aumento di 3mila tonnellate di rifiuti all’anno da conferire presso l’impianto di Valmadrera con un ulteriore possibilità di ampliamento sino a 120.000 t, questa possibilità è stata fortemente osteggiata dalla precedente amministrazione provinciale e dai cittadini.
Nei mesi scorsi, infatti, la Giunta di Centrosinistra aveva assunto una posizione chiara, presso la Regione Lombardia , contro qualsivoglia ipotesi di incremento delle quantità da incenerire al forno di Valmadrera e l’allora Assessore all’Ambiente, Marco Molgora, aveva ottenuto una audizione presso la competente Commissione regionale per ribadire la determinazione della Provincia di Lecco.
Cambia Amministrazione e cambiano le carte in tavola: la cosa paradossale è che ad una provincia virtuosa come Lecco ( 55 % di raccolta differenziata, autosufficienza nello smaltimento e dotazione di tutti gli impianti necessari) venga chiesto di aumentare l’incenerimento dei rifiuti per accogliere i quantitativi provenienti da altre province che virtuose non sono.
Occorre poi segnalare che la Giunta regionale sta imponendo ovunque aumenti delle capacità di incenerimento e delle disponibilità di discarica che vanno ben oltre i fabbisogni della Lombardia; tutto lascia supporre che oltre alle province lombarde anche altre realtà potrebbero inviare rifiuti in caso di emergenza, in Campania la situazione non è risolta e potrebbero esserci nuove situazioni di necessità.
I partiti del Centrodestra di Valmadrera, che hanno spesso usato strumentalmente la questione del termovalorizzatore per attaccare le amministrazioni di Centrosinistra, cosa pensano di questa scelta della Giunta Nava ?
Se il Consiglio provinciale di Lecco si inginocchierà alla richiesta della Regione sarà la dimostrazione della logica dell’obbedienza agli ordini di partito provenienti da Milano e dell’incapacità di difendere il territorio e la sua autonomia.
Al fine di contrastare tali scelte, Sinistra e Libertà vigilerà sull’operato della Giunta sia presso le sedi istituzionali (la proposta verrà discussa nella seduta della Commissione Ambiente che si terrà il prossimo mercoledì 23 Settembre) sia esternamente ad esse, invitando le associazioni ambientaliste e le forze politiche sensibili a questo tema a mettere in atto iniziative finalizzate a fornire una corretta informazione ai cittadini dei comuni maggiormente coinvolti.
Il Portavoce provinciale
Tino Magni
Articoli Correlati:
(c)www.merateonline.it
Il primo giornale digitale
della provincia di Lecco Scritto il 18/9/2009 alle 19.29
Valsecchi/Verdi: sul maggior utilizzo del fonro di Valmadrera
Valsecchi/Verdi: sul maggior utilizzo del forno di Valmadrera
Riguardo l`inceneritore di Valmadrera ho sostenuto e sostengo che è un male necessario. Ma a determinate condizioni:
1) il tetto dei rifiuti annui bruciati va mantenuto e non aumentato (come da più parti caldeggiato) con la scusa che potenzialmente si potrebbe bruciare di più;
2) il forno deve essere continuamente dotato delle migliori tecnologie sul mercato per abbattere i fumi;
3) il calore sprigionato dovrebbe essere utilizzato per riscaldamento. Così l`inquinamento prodotto dal forno sarebbe compensato dalla dismissione di parecchie caldaie private: chissà, forse di buona parte di quelle di Valmadrera.
Bene; anzi molto male: pare che la nuova amministrazione provinciale si stia preparando a derogare alla prima delle 3 condizioni. Si perchè il tetto di 87.000 tonnellate annue di rifiuti bruciabili -ampiamente sufficiente a garantire lo smaltimento dei rifiuti lecchesi e non solo- non accontenta più. Su spinta della regione Lombardia si vuole aumentare la percentuale del bruciato proveniente da fuori. Forse che le ragioni economiche e di interesse "politico" abbiano ancora una volta il sopravvento su quelle di tutela della salute pubblica e dell`ambiente?
Alberto Valsecchi
portavoce Verdi lecchesi
blog.libero.it/verdilecchesi
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Più rifiuti a Valmadrera?
Più rifiuti a Valmadrera?
Buongiorno, lo chiedo a voi che siete sempre precisi e attenti :
ma è vero che la regione lombardia vuole aumentare la quantità di rifiuti da bruciare a Valmadrera ? Se si : sono rifiuti di Napoli ? Se si : i leghisti non hanno niente da dire ? Se si : cosa ?
Risposta
La prima risposta è sì, le altre non sapremmo dire. Seguiamo la vicenda.
Buongiorno, lo chiedo a voi che siete sempre precisi e attenti :
ma è vero che la regione lombardia vuole aumentare la quantità di rifiuti da bruciare a Valmadrera ? Se si : sono rifiuti di Napoli ? Se si : i leghisti non hanno niente da dire ? Se si : cosa ?
Risposta
La prima risposta è sì, le altre non sapremmo dire. Seguiamo la vicenda.
Rusconi/PD: no ad aumento rifiuti da bruciare a Valmadrera
Rusconi/PD: no ad aumento rifiuti da bruciare a Valmadrera
RUSCONI ANTONIO:
"IL COMUNE DI VALMADRERA SI OPPORRA` A QUALSIASI AUMENTO DI RIFIUTI DA BRUCIARE AL FORNO"
"Sono sconcertato dalle dichiarazioni rilasciate dall`Assessore provinciale Carlo Signorelli favorevole all`aumento proposto dalla Regione Lombardia per bruciare più rifiuti all`impianto di Valmadrera". Lo afferma il capogruppo di Progetto Valmadrera Antonio Rusconi.
"Almeno avrebbe potuto dire che si sarebbe verificato con il Sindaco di Valmadrera. Bella lezione di federalismo! Noi come Progetto Valmadrera ci opporremo a ogni aumento e speriamo, come è spesso accaduto, che anche l`opposizione sia su questa posizione. Signorelli, visto che è Sindaco ed è così favorevole, faccia qualcosa a casa sua per i rifiuti".
RUSCONI ANTONIO:
"IL COMUNE DI VALMADRERA SI OPPORRA` A QUALSIASI AUMENTO DI RIFIUTI DA BRUCIARE AL FORNO"
"Sono sconcertato dalle dichiarazioni rilasciate dall`Assessore provinciale Carlo Signorelli favorevole all`aumento proposto dalla Regione Lombardia per bruciare più rifiuti all`impianto di Valmadrera". Lo afferma il capogruppo di Progetto Valmadrera Antonio Rusconi.
"Almeno avrebbe potuto dire che si sarebbe verificato con il Sindaco di Valmadrera. Bella lezione di federalismo! Noi come Progetto Valmadrera ci opporremo a ogni aumento e speriamo, come è spesso accaduto, che anche l`opposizione sia su questa posizione. Signorelli, visto che è Sindaco ed è così favorevole, faccia qualcosa a casa sua per i rifiuti".
Wednesday, September 09, 2009
Estate 2009: 2 gradi in più
Estate 2009: 2 gradi in più
Quasi due gradi. La temperatura quest’estate è aumentata in Italia di 1,9 gradi rispetto alla media di un periodo vicinissimo, i trent’anni che vanno dal 1961 al 1990. Il dato diffuso dall’Istituto di scienze dell’atmosfera e del clima del Consiglio nazionale delle ricerche di Bologna (Isac-Cnr) arriva alla chiusura della conferenza dell’Organizzazione meteorologica mondiale, a sottolineare la portata dell’allarme. L’estate 2009 (giugno-luglio-agosto) è stata la quarta più calda nella storia della meteorologia. Naturalmente un singolo dato anomalo non basta a dimostrare la presenza del cambiamento climatico. Ma l’accelerazione dei segnali di caos climatico è impressionante. Più impressionante è solo il ritardo nel cambiare il sistema energetico che produce il danno.
Circa l’80 per cento dei gas serra che minano la stabilità del clima viene dall’uso dei combustibili fossili. Il rimanente 20 per cento dai roghi delle foreste, soprattutto dalla devastazione delle cinture verdi che sopravvivono in Asia, Africa e America meridionale: il Brasile occupa il quarto posto (dopo Cina, Stati Uniti e Indonesia) per le emissioni di anidride carbonica principalmente a causa dell’erosione dell’Amazzonia, una foresta che contiene una quantità di carbonio equivalente a quella gli Stati Uniti emettono in mezzo secolo.
Da qui alla conferenza del clima che si terrà a dicembre a Copenaghen c’è la possibilità di trovare un accordo che permetta di passare dalla diagnosi alla cura. Un passaggio logico ma tutt’altro che scontato.
Quasi due gradi. La temperatura quest’estate è aumentata in Italia di 1,9 gradi rispetto alla media di un periodo vicinissimo, i trent’anni che vanno dal 1961 al 1990. Il dato diffuso dall’Istituto di scienze dell’atmosfera e del clima del Consiglio nazionale delle ricerche di Bologna (Isac-Cnr) arriva alla chiusura della conferenza dell’Organizzazione meteorologica mondiale, a sottolineare la portata dell’allarme. L’estate 2009 (giugno-luglio-agosto) è stata la quarta più calda nella storia della meteorologia. Naturalmente un singolo dato anomalo non basta a dimostrare la presenza del cambiamento climatico. Ma l’accelerazione dei segnali di caos climatico è impressionante. Più impressionante è solo il ritardo nel cambiare il sistema energetico che produce il danno.
Circa l’80 per cento dei gas serra che minano la stabilità del clima viene dall’uso dei combustibili fossili. Il rimanente 20 per cento dai roghi delle foreste, soprattutto dalla devastazione delle cinture verdi che sopravvivono in Asia, Africa e America meridionale: il Brasile occupa il quarto posto (dopo Cina, Stati Uniti e Indonesia) per le emissioni di anidride carbonica principalmente a causa dell’erosione dell’Amazzonia, una foresta che contiene una quantità di carbonio equivalente a quella gli Stati Uniti emettono in mezzo secolo.
Da qui alla conferenza del clima che si terrà a dicembre a Copenaghen c’è la possibilità di trovare un accordo che permetta di passare dalla diagnosi alla cura. Un passaggio logico ma tutt’altro che scontato.
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