Giorni dalla firma tra Italcementi ed i Comuni

NON HANNO FIRMATO I SINDACI DI : Paderno d'Adda e Solza . HANNO FIRMATO : Calusco d'Adda, Cornate d'Adda, Imbersago, Medolago, Parco Adda Nord, Robbiate, Verderio Inferiore, Verderio Superiore, Villa d'Adda, Dopo più di 1.000 giorni dalla firma ,il 4 Maggio 2012 non si hanno notizie sulla ferrovia . Solo ombre su questo accordo fantasma , polvere , puzza, inquinamento . http://calusco.blogspot.it/2012/05/comunicato-stampa-tavolo-italcementi.html

Countdown alla ferrovia

il tempo e' finito del collegamento ferroviario nessuna notizia ,Piu' di 1.000 giorni TRE ANNI e nulla di fatto, meditate .

Monday, May 31, 2004

Calusco, nel prg stop alle aziende

L ECO DI BERGAMO 31 05 04


Calusco, nel prg stop alle aziende

Calusco d'Adda volta pagina e lo fa con piano regolatore che riordina lo sviluppo del territorio. Rispetto al piano precedente non ci sarà un metro quadrato in più per gli insediamenti produttivi. In Consiglio comunale la maggioranza («Lineacomune») ha votato a favore, mentre la minoranza («Casa delle libertà») ha abbandonato la sala consiliare: poco tempo per esprimere una valutazione compiuta. «Uno degli obiettivi del nuovo piano – ha spiegato il sindaco Rinaldo Colleoni – è la riqualificazione degli spazi pubblici e la costruzione del sistema dei servizi: fiera, mercato, centro diurno, scuole e verde di quartiere». Il meccanismo pensato dall'Amministrazione comunale è quello della permuta: uno scambio di terreni fra Comune e privati che interesserà in particolare l'area attorno agli impianti sportivi. Per lo sviluppo residenziale si punterà sul recupero e la riqualificazione dell'esistente. Il piano prevede comunque un incremento della popolazione fino a 10.000 abitanti.

Nuovo prg: aziende a bocca asciutta

Il Consiglio dà l'ok al piano: stop alle aree produttive e permute di terreni per aumentare verde e servizi
CALUSCO D'ADDA Dopo 21 anni Calusco d'Adda ha un nuovo piano regolatore generale (prg) che punta su uno sviluppo sostenibile, ovvero sulla salvaguardia del territorio e dell'ambiente. E su questa linea viene previsto uno sviluppo industriale e produttivo che porterà a termine quanto già previsto nel precedente prg - quello adottato in Consiglio comunale il 19 maggio 1983 - senza inserirvi alcun metro quadrato in più.
Dopo ampia illustrazione e discussione in Consiglio comunale, il nuovo piano è stato votato in forma compatta dalla lista di maggioranza «Lineacomune», mentre i cinque consiglieri di minoranza della lista «Casa delle Libertà» hanno abbandonato la sala consiliare.
«Non possiamo esprimere un parere su questo nuovo prg - ha esordito a nome della lista, il consigliere Rubens Bergonzi - in quanto il tempo dalla consegna della documentazione al dibattito in Consiglio è stato poco e non ci è stato possibile esaminarla in modo adeguato. Quindi non ci sentiamo di pronunciarci e abbandoniamo l'aula».
A presentare il documento all'intero Consiglio comunale è stato il sindaco Rinaldo Colleoni, mentre per la popolazione era stata organizzata un'apposita assemblea pubblica.
«Le scelte e gli indirizzi - ha affermato il sindaco - che l'Amministrazione comunale ha voluto dare a questo nuovo e importante strumento urbanistico, come lo è il piano regolatore, si possono sintetizzare così: attuare e dare concretezza ad uno sviluppo sostenibile effettivo del nostro paese nel prossimo futuro, cioè coniugare armoniosamente lo sviluppo residenziale e produttivo e la salvaguardia dell'ambiente».
Così ha esordito il sindaco Colleoni, soffermandosi poi a spiegare nel dettaglio quanto inserito nel piano. Tra i punti salienti e importanti di questo nuovo strumento di programmazione urbanistica riveste grande importanza quello relativo ai servizi sul territorio, ossia quelle aree e attrezzature di interesse generale, tra cui i servizi pubblici e privati necessari ad un equilibrato sviluppo del territorio.
«È uno degli obiettivi del nuovo piano - ha spiegato il sindaco - si tratta di riqualificare lo spazio pubblico e quello del sistema dei servizi, valorizzando il ruolo della "parte pubblica". I servizi pubblici, costituiti principalmente dalle attrezzature collettive quali fiera, mercato, futuro centro diurno integrato, distretto sanitario, municipio, attrezzature scolastiche e religiose, verde di quartiere e sportivo, parcheggi pubblici e altro, attualmente sono pari a 222.438 metri quadrati. Con il nuovo prg passeranno a 382.342 metri quadrati, pari a uno standard di 38,1 metri quadrati per abitante. Se a questi aggiungiamo altri 93.000 metri quadrati per servizi produttivi e commerciali, si attiene un totale di area servizi pari a 475.000 metri quadrati, oltre il doppio dell'esistente».
«Ciò avverrà - ha continuato Rinaldo Colleoni - principalmente attraverso l'acquisizione pubblica gratuita di aree private ottenute col meccanismo della perequazione anziché dell'esproprio forzato, garantendo a tutti i proprietari interessati la possibilità di trasformazione delle loro proprietà».
Questo sistema di «perequazione-scambio» di proprietà comunali in cambio di terreno privato interesserà principalmente l'area attorno agli impianti sportivi. Il Comune scambierà col privato del terreno fabbricabile di sua proprietà in cambio di aree poste nei pressi del centro sportivo.
Un'altra novità è lo sviluppo residenziale, la cui scelta è stata di conservazione, recupero e riqualificazione dell'esistente, non mancando significative realtà di trasformazione. L'attuale popolazione di 8.109 abitanti al 31 dicembre 2003 passerà a 10.000 abitanti teorici con il nuovo prg, di cui 1.130 abitanti con le nuove espansioni in località Capora già previste col vecchio piano regolatore e già in atto, mentre i restanti abitanti sono previsti con il nuovo prg.
Aree produttive non sono previste. L'area silos di insaccamento dell'Italcementi, posta tra la via Marconi e la via Vittorio Emanuele, è stata trasformata in commerciale e residenziale, permettendo alla società di spostare questa lavorazione a sud e quest'area riqualificarla assieme alla via Marconi. Lo stesso criterio di conversione dell'area industriale in residenziale è stato fatto per la Camet, posta in via Piave in area abitata. Lo scopo è quello di liberare il centro abitato dalle industrie. Inoltre il vincolo che da oltre vent'anni c'era sui terreni per la futura strada e il nuovo ponte sull'Adda - che si favoleggia dagli Anni Ottanta - è stato tolto.
Il nuovo piano regolatore generale rimarrà in visione al pubblico per trenta giorni e per le osservazioni per altri trenta giorni, dopo di che ritornerà in Consiglio comunale per l'approvazione definitiva.
Angelo Monzani


INQUINAMENTO: RETE MONITORAGGIO MADE IN ITALY VICINO SHANGAI

INQUINAMENTO: RETE MONITORAGGIO MADE IN ITALY VICINO SHANGAI

Il made in Italy sbarca in Cina. Non con la moda, ma grazie alle tecnologie ambientali. A Suzhou, a pochi chilometri da Shangai, l'Iia, Istituto sull'inquinamento atmosferico del Cnr, ha infatti impiantato un'innovativa rete di rilevamento per monitorare la qualita' dell'aria e del traffico urbano che permettera' di arrivare a una standardizzazione e certificazione di tecnologie e procedure da utilizzare nelle città cinesi per controllare l'aria secondo i parametri delle direttive europee. ''Sono state realizzate 9 stazioni fisse di monitoraggio - ha spiegato il direttore dell'Iia, Ivo Allegrini - alle quali si aggiungono 20 stazioni di saturazione equipaggiate con campionatori passivi, 1 unita' mobile convenzionale, 2 unita' mobili avanzate, 1 centro di controllo della qualita' dei dati, 1 laboratorio chimico e tutte le piu' avanzate tecnologie per la valutazione della qualità dell'aria''. La rete di rilevamento, riferisce il Cnr, fornira' dati che consentiranno di sviluppare programmi di protezione dell' atmosfera e di tutela della salute umana. Il progetto Air quality monitoring system rientra in un intenso programma di cooperazione ambientale tra Italia e Cina, coordinato dal ministero dell'Ambiente e dall'Ice-Italian trade commission. (ANSA).


Thursday, May 27, 2004

Paderno Sarà inaugurata sabato nell'edificio comunale di Piazza Vittoria Una nuova sede per Legambiente

LA PROVINCIA DI LECCO 27 04 05

Paderno Sarà inaugurata sabato nell'edificio comunale di Piazza Vittoria Una nuova sede per Legambiente

PADERNO

Inaugurazione della nuova sede di Legambiente Meratese sabato 29 maggio nell`edificio comunale di Piazza Vittoria a Paderno d`Adda. Alle 15 l`incontro ufficiale e, alle 16, uno spettacolo per bambini a cura del «Teatro del Vento» dal titolo «Teneri cuccioli e brutte bestiacce». La rappresentazione, in toni giocosi e umoristici, proporrà al pubblico un interessante approccio al mondo della natura e alle sue meraviglie, utilizzando favole, racconti e leggende antiche come comunicazione. Un cantastorie ed il suo musicista intratterranno la platea con storie di animali e avventure di uomini in un'atmosfera fiabesca e divertente. Nuova sede quindi per Legambiente, che sta attualmente proponendo un progetto molto importante per la difesa dell`Adda e dei territori annessi. La campagna d`Adda è un`iniziativa promossa da Legambiente, il cui fine primo è la rivalorizzazione e riqualificazione del fiume. Proprio sabato 8 maggio è stato sottoscritto un manifesto programmatico dove diverse associazioni hanno stilato una serie di iniziative ambientali di recupero. Nell'ambito di tali iniziative e con il patrocinio del comune di Paderno, il circolo Legambiente meratese ha promosso la costruzione di una «Biblioteca monografica sul fiume Adda», centro di studio, consultazione e ricerca, con pubblicazioni di carattere storico, ambientale, geografico e artistico, al fine di garantire un`ampia documentazione sotto ogni punto di vista. Raccogliere dunque la vastità di documenti in un unico centro che possa soddisfare qualsiasi tipo di ricerca sul fiume. La realizzazione della biblioteca fluviale si è resa possibile grazie ai contributi elargiti dalla Provincia di Lecco e dal Parco Adda Nord. I libri e le documentazioni necessarie verranno acquistati e organizzati annualmente dalla stessa biblioteca. L. Per.


Wednesday, May 26, 2004

L'ECO DI BERGAMO 26 05 04
Cemento ecologico anche a Calusco

Allo stabilimento Italcementi la seconda applicazione dopo Segrate: calo del 45% dell'ossido di azoto

Sul piazzale dello stabilimento Italcementi 6 mila metri quadrati di cemento ecologico
Le prime rilevazioni dicono che l'ossido di azoto è diminuito del 45% nella zona della nuova cementeria di Calusco ricoperta dal cemento ecologico Tx Millennium brevettato da Italcementi. Il piazzale, 6 mila metri quadri, è stato rivestito di masselli autobloccanti bistrato, realizzati dalla Magnetti Spa di Carvico, il cui strato superficiale è a base di Tx Millennium. La sperimentazione ha mostrato che nella zona ricoperta dai masselli la concentrazione di ossido di azoto misurata è nettamente inferiore rispetto all'area complessiva.
È questo l'ultimo esempio portato a sostegno dell'utilità del cemento mangia-smog che si basa sulla cosiddetta «fotocatalisi cementizia»: la luce attiva un componente dei rivestimenti speciali di strade e case e la reazione che ne deriva porta all'ossidazione degli agenti inquinanti che vengono a contatto con la superficie di cemento.
L'efficacia contro l'inquinamento di questo processo è stata documentata ieri in un convegno scientifico che si è svolto a Milano promosso dalla Fast, la Federazione delle associazioni scientifiche e tecniche, con il contributo di Italcementi, primo gruppo industriale che ha studiato, brevettato e realizzato prodotti fotocatalitici nei materiali per l'edilizia.
La composizione che consente di effettuare la «fotocatalisi urbana» è realizzata con Tx Millennium, cemento a base di biossido di titanio messo a punto dopo anni di ricerca dal Centro tecnico di gruppo (Ctg) di Italcementi diretto da Luigi Cassar, intervenuto al convegno di ieri. Il biossido di titanio è il componente che reagisce alla luce e attiva la fotocatalisi.
Oltre agli ossidi di azoto, che vengono trasformati in calcio nitrato, il cemento ecologico agisce sugli aromatici policondensati, le particelle carboniose (le polveri sottili, in sigla PM10) e l'ossido di carbonio trasformandoli in anidride carbonica, prodotta in quantità limitate, e l'ossido di zolfo che diventa solfato di calcio. Le verifiche condotte da Italcementi in collaborazione con Cnr, Arpa Lombardia e Ccr (Centro comune di ricerca di Ispra) hanno dimostrato che i cementi fotocatalitici aiutano a combattere l'inquinamento. In laboratorio con tre minuti di irraggiamento si riducono gli inquinanti fino al 75%.
Quello di Calusco è il secondo esperimento dopo l'applicazione di Segrate dove una malta fotocatalitica è stata usata, in collaborazione con Global Engineering, per rivestire l'asfalto di un tratto di via Morandi, percorsa ogni giorno da 17 mila veicoli: l'abbattimento degli inquinanti su strada urbana è stato del 65%, quello degli inquinanti domestici, incluso il monossido di carbonio, del 40%. Anche i dati sulla velocità sono positivi: gli ossidi di azoto svaniscono in media 5 secondi dopo il passaggio di un veicolo, mentre su asfalto tradizionale il tempo è di 30 secondi.
È per ora in stand by, invece, la sperimentazione in Borgo Palazzo dove il Tx Millennium dovrebbe rivestire l'asfalto tra piazza Sant'Anna e viale Pirovano. Il progetto è fermo in seguito al crollo del ponte che attraversa il tracciato del tram veloce.
L'ECO DI BERGAMO 26 05 04

I sindaci: «Si rischia il collasso»


VILLA D'ADDA I sindaci di Villa d'Adda e Carvico condividono la stessa delusione.
«Ho seguito sin dall'inizio i lavori per questa variante e purtroppo anche i problemi - spiega il sindaco di Villa d'Adda Serafino Carissimi - non ultimo la frana nella galleria del marzo 2003 che di fatto ha bloccato i lavori. Non siamo stati con le mani in mano e con il sindaco di Carvico, che è consigliere provinciale, abbiamo incontrato i vertici della Provincia sollecitandoli a intervenire affinché riprendessero i lavori nella galleria. Qualcosa si è mosso, c'è stata la perizia di un tecnico svizzero e l'Amministrazione provinciale ha chiesto all'impresa di riprendere i lavori. L'impresa Locatelli ha avanzato delle riserve, spero proprio che i due contendenti trovino un accordo per terminarla in breve tempo».
«Il traffico sulla provinciale - continua Carissimi - che attraversa Carvico e poi il nostro comune diventa sempre più intenso e pericoloso, soprattutto quello pesante che, non potendo transitare sul ponte di Paderno, raggiunge la Brianza dal ponte di Brivio passando per i due paesi. Si pensava che almeno alla fine del 2003 o inizio del 2004 l'opera fosse pronta, invece è ancora tutto fermo. Nel frattempo l'impresa ha costruito le due rotatorie a Villa d'Adda e a Carvico».
Scuote il capo Livio Mazzola, sindaco di Carvico e consigliere provinciale. «Le due provinciali da Calusco a Villa d'Adda - sottolinea - stanno scoppiando di traffico, infatti è stato calcolato che trentamila veicoli percorrano questo tratto ogni giorno. La mancata apertura della variante sta creando problemi anche alle Amministrazioni comunali che avevano in programma opere di viabilità connesse proprio a questa nuova strada».


L'ECO DI BERGAMO 26 05 04

La Villa d'Adda-Carvico non esce dal tunnel


Frane, lavori fermi da 14 mesi. L'impresa: garanzie o ce ne andiamo. La Provincia: perizie favorevoli
VILLA D'ADDA Quando sarà pronta la variante Villa d'Adda-Carvico? È una domanda che si fanno con insistenza gli amministratori comunali e gli abitanti dei paesi interessati a questa importante opera viaria: Carvico, Villa d'Adda e Calusco d'Adda.
L'opera è stata commissionata dall'Amministrazione provinciale, ma la costruzione della galleria è ferma da 14 mesi. Per la Provincia è tutto a posto e l'impresa può riprendere i lavori. Invece la ditta, la «Locatelli Gabriele» di Grumello, che ha in appalto l'intervento, afferma di aspettare l'ordine di servizio dalla direzione lavori per poter proseguire la costruzione della strada.
Questa variante doveva essere pronta nel settembre dello scorso anno, ma la scadenza non è stata rispettata e ora si ipotizza che i lavori dovrebbero terminare entro il 2005.
Attualmente il cantiere della galleria, assegnato all'impresa Locatelli Gabriele di Grumello, è chiuso a causa dei continui movimenti franosi. Lo stop è arrivato nella primavera dello scorso anno, quando una voragine profonda 25 metri si è aperta sopra il tunnel in costruzione, nel territorio di Villa d'Adda, bloccando i lavori. Dalla parte di Carvico altri movimenti franosi hanno impedito la continuazione dei lavori. Questi continui cedimenti, oltre a non permettere di realizzare gli ultimi 240 metri di galleria mettono in pericolo l'incolumità degli operai.
Per questi motivi la direzione lavori ha sospeso l'attività del cantiere a marzo dello scorso anno, dalla parte di Villa d'Adda e invece dall'imbocco di Carvico sono stati bloccati il 14 febbraio 2003 per riprendere in luglio e venire definitivamente sospesi il 14 novembre del 2003.
Una cinquantina di operai e tecnici dell'impresa impegnati nella costruzione della galleria sono stati dirottati in altri cantieri e a Villa d'Adda ne sono rimasti una decina che hanno effettuato i lavori di costruzione delle due rotatorie: a Villa d'Adda e a Carvico e di altre opere esterne. L'impresa Locatelli riguardo a queste situazioni ha avanzato delle riserve alla direzione lavori della Provincia.
«Il progetto di quest'opera su nostro incarico è stato periziato da un ingegnere collaudatore svizzero di fama mondiale - spiega l'assessore alla Viabilità della Provincia, Valter Milesi - il quale ha dato un giudizio positivo dell'opera evidenziando che dovranno essere studiati ulteriori lavori, soprattutto di consolidamento nella galleria per un importo di circa tre milioni di euro. Abbiamo chiesto all'impresa Locatelli di riprendere i lavori e di completare il tunnel e di terminare la variante come da progetto».
Dall'impresa fanno sapere che sono fermi da 14 mesi, stanno attendendo l'ordine di servizio di riprendere i lavori e stanno valutando l'ipotesi di chiudere il cantiere della variante Villa d'Adda-Carvico.
Si iniziò a parlare di quest'opera stradale agli inizi degli anni '90 e dopo la consegna lavori, avvenuta all'inizio del '99, un ricorso ne aveva ritardato l'avvio del cantiere che di fatto ha iniziato a essere operativo nell'aprile del 2000.
La nuova strada, che dovrebbe collegare i due paesi dell'Isola, secondo il contratto di appalto doveva essere terminata nel settembre del 2003, ma le frequenti interruzioni dei lavori allungheranno i tempi di consegna, che spostano la data fatidica sicuramente nel 2005.
Il progetto è stato redatto da Enzo Piccoli del «Centro studi progetti di Verona». È un'arteria a doppia corsia lunga tre chilometri di cui 960 in galleria per superare il Monte Giglio e un viadotto di 104 metri.
Il costo a base d'asta era di 26 miliardi delle vecchie lire e l'impresa Locatelli si era aggiudicata l'appalto con un ribasso del 25,11%, facendo scendere il costo a 19 miliardi e 471 milioni.
La nuova variante, una volta ultimata e aperta al traffico, migliorerà i collegamenti nord-sud tra la Valle San Martino e la Rivierasca e renderà più sicuri e vivibili Carvico e Villa d'Adda che ogni giorno vengono attraversati da diverse migliaia di veicoli.
Remo Traina
L'ECO DI BERGAMO 25 05 04

Via alla strada «mangia-traffico»

La variante sud alla provinciale 166 porterà camion e auto fuori dal centro

La provinciale 166 taglia in due il centro di Calusco. La nuova strada alleggerirà il traffico (foto Magni)
CALUSCO Via alla variante sud di Calusco alla strada provinciale 166. Ieri la Provincia ha sottoscritto un protocollo d'intesa con il Comune di Calusco d'Adda e la società Italcementi per la creazione di una nuova strada, che eliminerà una parte consistente del traffico nel centro del paese, uno dei nodi critici della viabilità provinciale.
L'intervento si colloca nell'ambito di una serie di iniziative della Provincia tese a migliorare la rete stradale, in sinergia con gli enti locali e gli altri soggetti interessati, pubblici e privati: «Il nostro obiettivo - osserva l'assessore provinciale alla Viabilità Valter Milesi - è alleggerire il traffico nei centri abitati. Nel caso di Calusco si tratta in particolare di quello pesante, legato in parte significativa all'attività del cementificio Italcementi, che per questo è stato coinvolto».
L'elaborazione del tracciato, dei costi, dei dettagli tecnici è ancora in corso. «C'è soltanto un progetto preliminare - continua Milesi -. La firma del protocollo d'intesa ha sancito l'intenzione di realizzare l'opera e ha avviato l'iter. Il problema del finanziamento sarà risolto con i contributi congiunti di Italcementi, Regione, Provincia e Comuni interessati». Il progetto sarà ora inviato alla Regione perché esamini la richiesta di contributi. Il tracciato della nuova strada passa all'esterno dell'abitato, in una zona agricola: «Per questo - sottolinea l'assessore - dovrà essere studiato un progetto di inserimento ambientale consono e compatibile con la rete di corsi d'acqua e canali che si trovano sul territorio».
Soddisfatto Rinaldo Colleoni, sindaco di Calusco: «La firma del protocollo d'intesa segna un passo avanti concreto sul cammino non breve della realizzazione di quest'opera». Il costo potrebbe arrivare intorno agli otto milioni di euro. La strada provinciale 166 ora taglia in due il paese, nella centrale via Marconi. Vi passano ogni giorno migliaia di veicoli, in viaggio tra Bergamo e Lecco. E il traffico potrebbe intensificarsi con l'apertura della nuova strada Villa d'Adda-Carvico, lungo la quale passeranno i mezzi provenienti o diretti al ponte San Michele sull'Adda. La variante sud di Calusco partirà dalla provinciale 166, in prossimità del ponte di Paderno, per riunirsi alla fine del percorso alla provinciale 177 Rivierasca. In corrispondenza della periferia di Calusco d'Adda e di Solza sarà creata una galleria artificiale posta a un livello più basso rispetto al piano campagna».
«La variante - continua il sindaco - eliminerà il traffico pesante e diminuirà quello leggero nel centro del paese. È un passo fondamentale, che diventa per noi la naturale prosecuzione dell'azione già intrapresa per migliorare la qualità dell'aria». Per le strade di Calusco passeranno 10 mila camion in meno all'anno.
«Abbiamo risposto alle sollecitazioni del territorio - commentano i vertici dell'Italcementi -, condividendo le esigenze espresse da Comuni e Provincia, anche in funzione della convenzione che abbiamo sottoscritto con il Comune di Calusco d'Adda per realizzare il nuovo impianto industriale, inaugurato a fine aprile». Italcementi da tempo si misura in un continuo confronto con le Amministrazioni per migliorare l'impatto dell'attività dell'azienda sul territorio, «secondo principi di “compatibilità” a cui la società è molto attenta». La società offrirà un consistente contributo in denaro e alcuni terreni che si trovano sul tracciato. Si occuperà inoltre della progettazione tecnica. «Nel medio-lungo periodo - aggiungono i rappresentanti dell'azienda - studieremo una soluzione, da sottoporre all'Amministrazione, per valutare, come ci è stato richiesto, lo spostamento dell'ingresso della cementeria a sud».

Sabrina Penteriani
L'ECO DI BERGAMO 25 05 04

Cementeria: tunnel pronto a fine 2005




CALUSCO Sarà pronto alla fine del 2005, il tunnel destinato a collegare le cave di Colle Pedrino alla cementeria dell'Italcementi a Calusco d'Adda: un'opera imponente che si colloca nel quadro delle azioni intraprese della società per migliorare l'impatto sull'ambiente della propria attività industriale.
I lavori di scavo procedono con un buon ritmo e avanzano di circa 150 metri alla settimana: l'opera è già quasi a metà. Il tunnel si svilupperà lungo un percorso di nove chilometri e mezzo, a una profondità di 50 metri, con un diametro di circa 4,2 metri. All'interno correrà un tappeto con una portata di 600 tonnellate all'ora, alla velocità di 2,5 metri al secondo.
Una volta pronto, sostituirà le teleferiche che ora collegano le cave di calcare di Colle Pedrino, nel comune di Palazzago, a Pontida e alle cave di Monte Giglio. Le materie prime che alimentano l'attività del cementificio viaggeranno dunque su un nastro trasportatore sotterraneo: una soluzione che alleggerirà notevolmente il traffico a Calusco e nell'Isola. Adesso infatti dalle cave di Colle Pedrino l'Italcementi estrae ogni anno 700 mila tonnellate di materiale. Una parte significativa viene trasportata con autocarri che percorrono ogni giorno la strada tra Pontida e Calusco. Il numero di camion è variabile, ma si può stimare in almeno 10 mila trasporti all'anno. In sostanza il tunnel, con l'eliminazione delle teleferiche e quindi del traffico integrativo, permetterà di togliere ogni giorno dalla strada almeno 50 mezzi pesanti.
La galleria sotterranea è un'opera molto complessa. Lo scavo è iniziato nel 2001 e ha richiesto il superamento di numerosi ostacoli tecnici: curve, tratti in salita e tratti in discesa per un dislivello complessivo di 700 metri. Il tracciato da seguire è stato individuato tenendo conto della topografia dei luoghi, dell'urbanizzazione intensiva del tratto attraversato e dell'impatto ambientale.

Tuesday, May 25, 2004

L'ECO DI BERGAMO online 24 05 04


Calusco, protocollo d'intesa tra Provincia, Comune e Italcementi


La Provincia di Bergamo ha sottoscritto un Protocollo d'Intesa con il Comune di Calusco d'Adda e la Società Italcementi per la realizzazione della variante alla strada provinciale n. 166. Alla firma del documento erano presenti il presidente della Provincia Valerio Bettoni, il sindaco di Calusco d'Adda Rinaldo Colleoni e Fabrizio Zilli, dirigente di Italcementi. L'intervento rientra nell'ambito delle iniziative avviate dalla Provincia per migliorare uno dei nodi critici della viabilità provinciale: è questo il caso del centro abitato di Calusco d'Adda, attraversato dalla strada provinciale 166 che causa traffico e lunghe code, intensificate anche dalla nuova strada «Villa d'Adda - Carvico», in variante all'attuale tracciato della strada provinciale n. 169.

Questa tratta è infatti molto battuta da automezzi provenienti o diretti al ponte San Michele che attraversa il fiume Adda e collega le province di Bergamo e Lecco. È emersa così l'esigenza di by-passare il centro abitato di Calusco d'Adda, realizzando una variante a sud del comune. Il nuovo collegamento consentirà il trasferimento all'esterno dell'abitato di Calusco del traffico attualmente transitante lungo via Marconi, con particolare riferimento al traffico pesante, in modo da garantire fluidità alla circolazione e assicurando condizioni di maggiore sicurezza sia ai veicoli in transito che ai pedoni.

Wednesday, May 19, 2004

UE: AMBIENTE; PRONTE SEI PROCEDURE INFRAZIONE TRA CUI ITALIA



BRUXELLES - ''Il periodo di grazia e' finito. Stiamo preparando le procedure di infrazione per i sei paesi dei Quindici che non hanno ancora presentato il loro piano di assegnazione dei permessi di emissione per il C02''. Lo ha annunciato oggi il commissario all'ambiente Margot Wallstrom. Gli stati cui ha fatto riferimento Wallstrom sono Italia, Francia, Spagna, Portogallo, Grecia e Belgio.



Monday, May 17, 2004

CORRIERE DELLA SERA 16 05 04


Affari e nuovi investimenti Bergamo allontana la crisi

Nei primi mesi dell’anno inaugurati cinque insediamenti produttivi Operazioni per 200 milioni anche sui mercati d’Oriente e dell’Est


BERGAMO - Non solo non ripiega, ma anzi va all’attacco l’industria bergamasca. Il 2004 è nato all’insegna degli investimenti. In pochi mesi, forse anche per una fortunata coincidenza, sono stati inaugurati in provincia cinque nuovi insediamenti produttivi e in altrettanti casi sono stati portati a termine interventi di potenziamento della capacità produttiva. Ma nello stesso tempo sono state concepite, o realizzate, importanti operazioni sia in Estremo Oriente, che nell’Europa dell’Est, o nei Paesi in via di sviluppo. Complessivamente, sono stati investiti oltre 200 milioni di euro. Forte di queste cifre, il presidente Andrea Moltrasio si presenta domani di fronte alla platea dei colleghi dell’Unione industriali riuniti per l’assemblea annuale con lo spirito di chi vede la luce in fondo al tunnel. Il sistema produttivo bergamasco ha saputo reggere a tre anni difficili che hanno fatto traballare anche una provincia da sempre abituata a considerarsi un’isola felice. La febbre c’è stata e probabilmente non ha ancora toccato il picco più alto. La si legge nei numeri della cassa integrazione, specie di quella straordinaria, che nei primi mesi dell’anno si sono raddoppiati. «Non è ancora stato toccato il tetto», conferma Moltrasio. Le ricadute sul piano occupazionale sono state tutto sommato contenute. Il tasso di disoccupazione resta fermo al di sotto del 3 per cento, un dato considerato fisiologico. Ma il relativo ottimismo che trapela dal palazzo di via Camozzi, quartier generale degli imprenditori bergamaschi, deriva proprio dagli investimenti. Un segno inequivocabile che si crede nello sviluppo. Ci crede, anzitutto, il gruppo Italcementi che ha appena inaugurato a Calusco d’Adda un cementificio innovativa sia dal punto di vista tecnologico che da quello del rispetto ambientale (150 milioni di euro di investimento).
Ma guardano avanti anche la Brembo, con la nuova fonderia di leghe di alluminio realizzata a Mapello (25 milioni di euro); il gruppo Artoni, con il nuovo polo logistico da 6 mila metri quadrati in corso di costruzione a Dalmine; il gruppo Bertelsmann-Arvato, con la più moderna tipografia che verrà attivata a Treviglio (110 milioni di euro). Altro bolle in pentola. Come l’investimento del gruppo Merloni (4 milioni di euro) per aumentare la capacità produttiva degli stabilimenti di Brembate Sopra fino ad un milione di lavatrici all’anno, o come l’ormai prossima inaugurazione del nuovo impianto della Radicifil di Casnigo (16,5 milioni). Oltre agli interventi sul territorio, c’è chi ha varcato anche i confini. Il gruppo Brembo, per esempio, ha aperto un secondo stabilimento in Polonia e uno in Spagna. La Siad ha avviato i lavori per un impianto nella Repubblica Ceca, mentre Lupini Targhe sta realizzando uno stabilimento in Messico. L’effervescenza dell’industria bergamasca si può riscontrare, infine, anche sotto l’aspetto delle invenzioni e dei nuovi prodotti. Gewiss ha lanciato sul mercato l’interruttore a corto raggio senza fili, Losma ha brevettato un apparecchio per aspirare nebbie oleose e fumi e la Norain ha inventato il passeggino con ombrello incorporato.

Cesare Zapperi BERGAMO
«Affari e investimenti
Così la crisi si allontana»


BERGAMO - Il 2004 è, per l’industria bergamasca, l’anno degli investimenti. Sono stati inaugurati in provincia cinque nuovi insediamenti produttivi e in altrettanti casi sono stati portati a termine interventi di potenziamento. Nello stesso periodo sono state realizzate operazioni in Estremo Oriente e nell’Europa dell’Est. Partendo da questi elementi domani gli industriali bergamaschi discuteranno del futuro nel corso della loro assemblea annuale. «Siamo entrati in una fase di forte reazione allo stallo degli ultimi tre anni», dice Andrea Moltrasio, presidente dell’Unione industriali. Il gruppo Italcementi ha appena inaugurato a Calusco d’Adda un cementificio innovativo: 150 milioni di euro di investimento.







Friday, May 07, 2004

Adnkronos 3 Maggio 2004


Messo a punto dal ministero dell'Ambiente, riguarda l'assegnazione delle quote

Cemento, e' battaglia fra produttori su piano gas serra

L'Aitec, che fa capo a Confindustria, rischia la frattura dopo il fallito tentativo di arrivare a un fronte comune


Roma, 3 mag. (Adnkronos) - E' battaglia senza esclusione di colpi fra i big del cemento con il rischio di arrivare a una clamorosa frattura dell'Aitec, l'Associazione italiana tecnico economica del cemento che fa capo a Confindustria, e alle dimissioni del suo presidente. A scatenare lo scontro e' il Piano Nazionale sull'assegnazione delle quote di gas serra messo a punto dal ministero dell'Ambiente. Fallito il tentativo di arrivare a un fronte comune, la polemica divampa, con prese di posizione anche molto forti tra gli associati che vedono, fra gli altri, Italcementi, Buzzi, Colacem, Cementir, Holcim e Cementirossi.
La posta in gioco infatti e' molto alta. Si tratta di stabilire regole decisive per un settore al secondo posto per importanza in Europa, che contribuisce per quasi il 9% al Pil italiano e che nel 2003 ha registrato investimenti per quasi 92 mila milioni di euro. In questi anni, in Italia, il business del cemento e' cresciuto a ritmi del 4-5% e con la legge Obiettivo la prospettiva e' di nuovi balzi in avanti.
Questo scenario deve pero' fare i conti con il Piano nazionale di allocazione delle emissioni, previsto da una direttiva Europea in attuazione del protocollo di Kyoto. L'obiettivo e' di spingere le industrie a ridurre le loro emissioni di Co2, il principale dei gas serra, assegnando ai diversi settori industriali -dall'energia, al cemento, all'acciaio- quote di emissioni da ripartire poi fra gli impianti delle singole aziende. Chi ha piu' quote puo' emettere una maggiore quantita' di inquinanti ed e' avvantaggiato rispetto a chi ne ha meno e deve investire in nuove tecnologie o addirittura ridurre o delocalizzare la produzione per rispettare i vincoli previsti. Ed e' per questo che sui criteri di ripartizione all'interno di Aitec si sta combattendo una battaglia senza esclusione di colpi.
Secondo fonti del settore, lo scontro vedrebbe protagonisti da un lato chi ha scommesso su un forte aumento della produzione, all'insegna della conquista di nuove quote di mercato e dall'altro, chi ha cercato di anticipare la nuova legislazione ambientale. Di questo gruppo fa parte una nutrita schiera di aziende, da Buzzi a Unicem a Italcementi che hanno portato all'estero alcune lavorazioni o hanno puntato su ricerca e investimenti per nuove tecnologie in grado di tagliare le emissioni di gas serra.
Il ministero dell'Ambiente resta fuori dalle polemiche. ''Il trattamento e' stato uguale per tutti. Si e' applicata la stessa metodologia, premiando chi ha gia' investito in nuove tecnologie che aumentano l'efficienza'' spiega il direttore generale dell'Ambiente, Corrado Clini. Il Piano assegna le quote sulla base della produzione storica e non in base al livello di emissioni che avrebbe in sostanza avvantaggiato chi produce piu' gas serra. Un criterio questo, che secondo alcune fonti del settore sarebbe sostenuto da una minoranza di aziende, fra cui Colacem e anche da Barbetti, un outsider di Aitec.
''I limiti non penalizzano le attuali posizioni di mercato. Alcuni avrebbero voluto un riconoscimento di quote superiore a quello effettivo ma la Ue ci avrebbe subito contestato'' aggiunge Clini. I criteri del Piano, infatti, vengono decisi dai singoli stati ma l'ultima parola sotto il profilo ambientale ma anche dei vincoli Antitrust spetta a Bruxelles. A seconda dell'assegnazione delle quote, infatti, alcuni paesi potrebbero essere avvantaggiati, configurando una violazione della concorrenza. Il meccanismo delle quote, infatti, si traduce in un 'tetto' alla produzione di cemento, soprattutto se si utilizzano tecnologie tradizionali ad alta produzione di gas serra.
In realta', il piano messo a punto dai ministeri dell'Ambiente e delle Attivita' Produttive non prevede tagli drastici per il settore cemento e tiene conto di una crescita delle emissioni dell'1,1% ''in linea con le previsioni dell'Aitec''. Gli stessi produttori riconoscono che il Piano e' sostanzialmente compatibile con lo sviluppo del settore ma resta la preoccupazione di abbattere le emissioni. La produzione di cemento e' infatti una delle attivita' a maggiore emissione di Co2 - circa 650 chilogrammi per tonnellata di prodotto e con le nuove tecnologie la si puo' abbattere solo in parte.
Per questo, anche se la coperta non e' poi tanto stretta -al punto che secondo alcuni potrebbe non passare sotto le forche caudine della Ue- la competizione per conquistare il maggior numero di quote provoca divisioni e polemiche, con trattative 'in ordine sparso' con il ministero dell'Ambiente. Tutto questo pero' rischia di non tener conto che la battaglia vera si combatte a Bruxelles e che e' da li' che nei prossimi mesi arrivera' il verdetto sui criteri decisi a livello nazionale che potrebbe essere ben piu' amaro di oggi per il settore.

Wednesday, May 05, 2004

LA PROVINCIA DI LECCO 05 05 04

Paderno Sarà inaugurato venerdì: ristrutturate tutte le chiuse sull'Adda L'ecomuseo sulle orme di Leonardo

PADERNO(l. per.) È tutto pronto per l'inaugurazione dell'Ecomuseo dell'Adda di Leonardo, a cui parteciperà anche il presidente della Lombardia, Roberto Formigoni. Il programma prevede un convegno internazionale su «Leonardo e l'acqua» per venerdì 7 maggio alle 15.30 nel muncipio di Vaprio d'Adda, ma la cerimonia vera e propria si terrà sabato 8 maggio, alle 15.30 nella stazione ecomuseale Stallazzo lungo l'alzaia a Paderno, con taglio del nastro, interventi delle autorità civili e religiose, aperitivo in musica. Seguirà alle 16 nel ristorante Castel Leon Leone di Cornate d'Adda un concerto. Sarà inoltre sottoscritto l'accordo di cooperazione culturale intenazionale tra il Parco Adda Nord, i comuni di Cornate, Paderno, Vaprio, Vinci (paese natale di Leonardo) ed Amboise, la cittadina francese dove morì. Domenica 9 le cerimonie proseguiranno con lo spettacolo teatrale «Addio Adda Addio» alle 16 nel santuario della Rocchetta di Paderno e dalle 14 alle 18 sarà possibile visitare gratuitamente le centrali Bertini ed Esterle. Si è arrivati a questa inaugurazione grazie anche agli studi ed all'attività del comitato per il restauro delle chiuse dell'Adda, oltre che per l'impegno del Parco e del comune di Paderno. Il percorso storico, naturalistico e culturale dell'Ecomuseo è costituito da 47 tappe su 14 stazioni, segnate da vari reperti che richiamano l'impronta di Leonardo e le attività agricole e industriali nate dal fiume. Il costo della ristrutturazione dei siti è stato di 2 milioni di euro, serviti per il recupero della Madonna della Rocchetta - una vecchia chiesa al confine tra Cornate e Paderno - un vecchio stallatico lungo l'alzaia ed alcune vecchie centraline delle chiuse padernesi. Hanno contribuito la fondazione Cariplo, la regione ed il ministero dei beni culturali. Le visite saranno accompagnate da guardie ecologiche e guide specializzate. I lavori, durati due anni, hanno portato al recupero dei manufatti presenti nel medio corso dell'Adda, dal traghetto di Imbersago fino a Trezzo presso la centrale Taccani, con tre sottoprogetti: la sistemazione e la messa in sicurezza dell'Alzaia, il restauro conservativo di vari manufatti nel territorio di Paderno, il recupero della Rocchetta.




L'ECO DI BERGAMO 05 05 04

Le dighe sull'Adda diventano museo

Itinerario storico-naturalistico dell'ente Parco: sabato l'inaugurazioneI

l parco Adda Nord inaugurerà sabato alle 10,30, allo Stallazzo di Paderno d'Adda, il nuovo Ecomuseo dedicato a Leonardo da Vinci.

«Il nostro parco – afferma Piergiorgio Locatelli, presidente del parco Adda Nord – è ricco non solo di flora, fauna e ambienti naturali, ma anche di storia e architettura. Le sorprendenti testimonianze della presenza di Leonardo da Vinci, l'importanza delle vie d'acqua, il naviglio di Paderno e il naviglio della Martesana che hanno profondamente inciso nell'economia del Ducato di Milano, regalano molteplici suggestioni culturali. Da qui nasce l'Ecomuseo Adda di Leonardo. Si tratta di un museo all'aperto in cui riscoprire le sovrapposizioni storiche, artistiche e naturalistiche del territorio. L'Ecomuseo si sviluppa interamente all'aperto dalla diga di Robbiate alla centrale elettrica di Cornate d'Adda, in gran parte lungo il naviglio di Paderno. Il percorso è stato suddiviso in 14 tappe, che a loro volta si articolano in 47 stazioni di importanza storica e naturalistica. La genesi dell'Ecomuseo si deve al Comitato rotariano per il restauro delle chiuse dell'Adda, che per primo mise in luce il valore universale di questi luoghi e avanzò nel 1997, sotto l'impulso dello scomparso Mario Riveda, l'idea di un loro recupero. Con il sostegno della Regione, la proposta ha ottenuto il riconoscimento dell'Unione Europea».
«Nel 2001 – spiega Bernardino Farchi, direttore del parco – il progetto ha ricevuto un finanziamento di un milione e mezzo di euro, proveniente da un accordo tra il ministero dell'Ambiente e la Regione. Parte di questi fondi, 774.685 euro, sono stati utilizzati per un restauro conservativo di alcuni edifici situati intorno alla valle della Rocchetta». Il progetto di restauro è stato studiato dal Parco Adda Nord e dal Politecnico di Milano. Tra gli edifici restaurati c'è lo Stallazzo, che è stato trasformato in un punto d'informazione, ristoro e stazione didattica, dotato di una postazione multimediale con un computer che permetterà di far vedere il funzionamento del sistema di chiuse del Naviglio. È stata riqualificata anche l'alzaia, l'antica strada lungo il quale si sviluppa l'Ecomuseo.
Per la gestione dell'Ecomuseo il parco Adda Nord, insieme con il Consorzio Priula di Bergamo, ha ottenuto un finanziamento dalla fondazione Cariplo di 120 mila euro, da utilizzare entro il 4 marzo 2005. L'Ecomuseo è stato dedicato a Leonardo poiché, per i suoi studi di idraulica compiuti sull'Adda, può essere considerato l'ispiratore del naviglio di Paderno. Tra il 1506 e il 1513, nel corso della sua seconda permanenza a Milano, Leonardo soggiornò più volte sull'Adda, ospite nella casa del nobile Girolamo Melzi, a Vaprio.
Dalla terrazza della villa o dai suoi immediati dintorni, Leonardo disegnò ripetutamente il paesaggio dell'Adda e intraprese degli studi per collegare il lago di Como con la città di Milano, scendendo lungo l'Adda.
Leonardo prevedeva di superare il tratto di fiume non navigabile (quello situato nella valle della Rocchetta) con un'opera ardita: uno sbarramento da realizzare in prossimità dei Tre Corni, una tratta cieca di canale scavato nella sponda bergamasca, una sola grande conca e uno sbocco in Adda (in galleria) per portare le barche al di là delle rapide. Schizzi e appunti del progetto appaiono nel Codice Atlantico.
Matteo Sala



Italcementi, il testimone a Carlo Pesenti

Da condirettore a consigliere delegato: alla guida la quinta generazione. Al padre Giampiero la presidenza Nel 2004 primo trimestre boom: raddoppia l'utile netto. Il colosso del cemento punta sull'India

La famiglia Pesenti taglia il traguardo del secolo alla guida dell'Italcementi (ma la fondazione della società risale a 140 anni fa) collocando a capo del colosso cementiero la quinta generazione, vale a dire Carlo, figlio di Giampiero. Il quarantunenne ingegnere, fino a ieri condirettore generale, ha assunto la carica di consigliere delegato, mentre il padre Giampiero è diventato presidente al posto di Giovanni Giavazzi. Quest'ultimo resta, comunque, ai vertici della società come vicepresidente assieme a Pierfranco Barabani.
Il cambio della guardia è avvenuto ieri pomeriggio, al termine dell'assemblea annuale dell'Italcementi - tenutasi nella sede di via Camozzi, a Bergamo - che ha approvato il bilancio 2003 ed eletto il nuovo consiglio di amministrazione (allargato a 18 membri) che resterà in carica fino al 2006. Accanto agli uscenti riconfermati (Pierfranco Barabani, Federico Falck, Danilo Gambirasi, Giovanni Giavazzi, Bruno Isabella, Karl Janjöri, Italo Lucchini. Yves Renè Nanot, Massimo Pellegrini, Carlo Pesenti, Giampiero Pesenti, Marco Piccinini, Ettore Rossi, Attilio Rota e Emilio Zanetti) sono stati nominati Alberto Bombassei (presidente della Brembo e di Federmeccanica e da poco designato vicepresidente di Confindustria), Alberto Clô (professore universitario, già ministro dell'Industria nel governo Dini) e Sebastiano Mazzoleni (dirigente dell'Italcementi).
L'assemblea dell'Italcementi ha anche deciso di distribuire un dividendo di 0,27 euro (invariato rispetto al 2002) alle azioni ordinarie e di 0,30 euro (invariato) alle azioni di risparmio. In più, è stata approvata la distribuzione di un dividendo straordinario di 0,05 euro ad entrambe le categorie di azioni per festeggiare i 140 anni di fondazione (i Pesenti ne sono invece alla guida dal 1904).
L'assemblea ha anche approvato il bilancio 2003 che mostra una crescita del fatturato dello 0,5% a 4.285 milioni di euro, nonostante l'effetto negativo del dollaro debole e nonostante il venir meno dei vantaggi fiscali legati alla Tremonti bis. Sensibile, nel 2003, il rafforzamento patrimoniale, con l'indebitamento sceso di 288 milioni (meno 13,8%) a quota 1.798 milioni.
Per quanto riguarda invece il primo trimestre 2004, Italcementi ha registrato una crescita del fatturato consolidato a 1.004 milioni di euro, in aumento del 6% rispetto allo stesso periodo del 2003. L'utile netto totale è raddoppiato a quota 46,3 milioni, con un balzo del 108,7%, mentre l'utile netto di competenza ha toccato i 31,3 milioni (più 98,4%). «Il buon andamento del primo trimestre dell'esercizio - dice la società - convalida le previsioni già espresse nella relazione annuale di una positiva evoluzione delle attività del gruppo nel 2004, accompagnata peraltro da una crescita dei costi operativi. La tendenza positiva del trimestre consente di consolidare l'aspettativa per il 2004 di risultati almeno allineati a quelli del 2003».
Per quanto riguarda i dati registrati nei primi tre mesi dell'anno, a livello di margine operativo lordo la crescita è stata del 5,9% a 194,7 milioni, mentre il risultato operativo ha segnato un progresso del 12,2% a 99,7 milioni.
La crescita dei ricavi è stata registrata in tutti i settori di attività e il progresso è risultato generalizzato sia nei mercati sviluppati sia nell'insieme di quelli emergenti, con performance particolarmente positive nei Paesi asiatici.
Sempre ieri sono stati diffusi i dati di Ciment Français, che ha chiuso il primo trimestre del 2004 con un fatturato di 666 milioni di euro (+7,9% rispetto allo stesso periodo del 2003). Molti gli argomenti trattati nel corso dell'assemblea, a cominciare dall'espansione della società nei nuovi mercati. «La nostra tendenza - ha spiegato Giampiero Pesenti - è di andare nei mercati dove già stiamo operando, ma sempre con una particolare attenzione alle disponibilità finanziarie, soprattutto al "cash flow". Se si va a debito si rischia di fare una brutta fine». Italcementi è presente in particolare in India, in Egitto, in Turchia. Italcementi non esclude la Cina, dove è funzionante un ufficio a Pechino, «ma in questo momento preferiamo investire dove già stiamo operando». Rispondendo, poi, ad un socio che sollecitava la conversione delle azioni di risparmio in ordinarie, Pesenti ha detto che la società non ha «alcuna intenzione di cambiare o sostituire le azioni di risparmio». Si è parlato anche dei numerosi interventi innovativi negli impianti dell'Italcementi: dopo Calusco ora tocca al polo produttivo di Malaga, quindi sarà la volta dello stabilimento americano di Martinsburg. I combustibili alternativi - altro argomento di discussione - «restano un punto di forza dell'Italcementi» e così l'autoproduzione energetica (la società copre il 28% del suo fabbisogno energetico).
Carlo Pesenti ha parlato poi dei quattro progetti di impianti termoelettrici della controllata Italgen per complessivi 2.400 megawatt. Il primo a partire dovrebbe essere quello bergamasco di Villa di Serio da 290 megawatt (garantirà il fabbisogno per gli impianti di produzione di Italcementi nella zona), anche se ci sono ancora alcuni ostacoli. «Pensavamo di avere tutte le autorizzazioni - ha spiegato Carlo Pesenti - ma è arrivato il blocco da parte di una Comunità montana dato che un metanodotto attraverserebbe i terreni occupati dai vigneti delle produzioni tipiche di Valcalepio e Moscato di Scanzo. Stiamo raggiungendo un accordo con i proprietari dei vigneti e poi attendiamo l'autorizzazione finale, per l'inizio di luglio, da parte della Regione Lombardia».
Per concludere, la Borsa: ieri il titolo Italcementi ha segnato un progresso del 2,8%.
P. S.


Ha guidato il gruppo per 20 anni

Giampiero Pesenti è nato il 5 maggio 1931 e, dunque, proprio oggi compie 73 anni. Laureato in Ingegneria meccanica al Politecnico di Milano, è sposato, con tre figli. Dopo la laurea, inizia nel 1958 la sua attività in Italcementi. Nel 1983 diventa direttore generale e nell'84 consigliere delegato di Italcementi (da ieri ne è il presidente), che, insieme alla controllata Ciments Français, costituisce il quinto gruppo cementiero a livello mondiale. Sempre vent'anni fa assume la carica di presidente e consigliere delegato di Italmobiliare, la società holding che, oltre a controllare Italcementi, detiene importanti partecipazioni nel settore industriale, finanziario, bancario e dei servizi. Giampiero Pesenti fa parte dei consigli di amministrazione di importanti società come Pirelli, Ras, Gim e Mittel. È membro della Giunta di Confindustria.

Prende le redini a 41 anni

Carlo Pesenti, classe 1963, si è laureato, come il padre, in Ingegneria meccanica al Politecnico di Milano. È sposato e padre di cinque figli. È direttore generale di Italmobiliare e, da ieri, consigliere delegato dell'Italcementi (dopo aver ricoperto la carica di condirettore generale). Dopo la laurea e un periodo di studio e di lavoro all'estero, sviluppa diverse esperienze in Italcementi. Master di Economia alla Bocconi, è «project manager» e matura un tirocinio alla direzione centrale finanza amministrazione e controllo. Carlo Pesenti è presente nei consigli di amministrazione di molte altre società fra cui Mediobanca, UniCredito Italiano, Banche Popolari Unite, Rcs MediaGroup e Sesaab. Fa anche parte della Giunta dell'Unione industriali di Bergamo. Nel maggio 2003 è nominato membro della Giunta di Confindustria.


Tuesday, May 04, 2004

IL TEMPO 04 05 04

Edilizia, cartello dei cementieri sui prezzi
Si impennano le quotazioni più dell’aumento dei combustibili per lavorare la materia prima
Costruire una casa sempre più difficile. In cinque anni la paga di un operaio specializzato è aumentata di 12 euro

di STEFANIA MORDEGLIA



COSTRUIRE una casa ha costi astronomici per le imprese. Dal cemento ai salari degli operai, dai trasporti ai noli, tutti i forti rincari degli ultimi anni fanno sì che, chi costruisce, si trova a dover affrontare spese pesanti come macigni.
Ma iniziamo dal prezzo del cemento. In pochi giorni quasi tutti i maggiori produttori, da Italcementi e Colacem a Sacci, hanno deciso di alzare i listini, innescando un'ondata di aumenti a catena che partiranno da fine maggio. Il cemento sfuso 32.5 R, che fa da «benchmark» al settore, è arrivato così a raggiungere punte di 84 euro, quello di classe 42.5 R a sfiorare i 94 euro e il 52.5 R è addirittura volato a quota 103 euro la tonnellata. Record che rischiano di far impennare i costi delle costruzioni. Due anni fa, infatti, lo stesso tipo di cemento quotava 75 euro circa e tre anni fa poco più di 70 euro la tonnellata.
All'origine del blitz, sottolineano le aziende del settore, ci sono i «rilevanti aumenti di costo che si sono registrati negli ultimi anni». A far infiammare i listini sarebbero soprattutto l'aumento dei combustibili per cuocere la materia prima, in particolare del carbone, che è agganciato all'andamento del petrolio, ma anche il caro-energia elettrica e il costo del lavoro.
Da uno studio presentato nei giorni scorsi a un convegno organizzato dall'Igi sulle oscillazioni dei prezzi negli appalti e nelle concessioni risulta che in pochi anni il costo di un operaio specializzato è passato dai 18 euro l'ora del 2000-2001 ai 23-25 euro degli anni 2003-2003 ai 27-30 del 2004-2005, con incrementi di circa 5 euro l'ora nel biennio, oltre al 10%, e quindi ben al di sopra del tasso di inflazione programmato. Ma c'è un altro elemento che contribuisce a innescare il caro-cemento. Si tratta dell’aumento generalizzato del costo dei trasporti, causato dai rincari della benzina e del gasolio. Su quest'ultimo capitolo incide, in parte, anche l'aumento dei noli, determinato dall'esplosione delle importazioni di materie prime dalla Cina. La domanda di trasporto marittimo, infatti, è molto cresciuta e i noli sono scattati verso l'alto, penalizzando le importazioni di cemento e di clinker, un semilavorato utilizzato per la produzione del cemento.
Intanto, è frattura tra i big del cemento nel piano del ministero dell'Ambiente sulle quote di gas serra, determinante per il futuro delle aziende del settore. Fallito il tentativo di arrivare ad un fronte comune, la polemica divampa e il rischio è di arrivare a una spaccatura dell'Aitec, l'Associazione italiana tecnico-economica del cemento che fa capo a Confindustria e raggruppa i più bei nomi del settore, da Italcementi a Buzzi a Colacem, Cementir, Holcim e Cementirossi. Secondo alcune fonti, dopo le prese di posizione anche molto forti di alcuni soci Aitec si potrebbe addirittura arrivare alle dimissioni del presidente, Giacomo Marazzi. La posta in gioco infatti è molto alta. Si tratta di stabilire regole decisive per un settore al secondo posto per importanza in Europa, che contribuisce per quasi il 9% al Pil italiano e che nel 2003 ha registrato investimenti per quasi 92 mila milioni di euro.

martedì 4 maggio 2004

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