Giorni dalla firma tra Italcementi ed i Comuni

NON HANNO FIRMATO I SINDACI DI : Paderno d'Adda e Solza . HANNO FIRMATO : Calusco d'Adda, Cornate d'Adda, Imbersago, Medolago, Parco Adda Nord, Robbiate, Verderio Inferiore, Verderio Superiore, Villa d'Adda, Dopo più di 1.000 giorni dalla firma ,il 4 Maggio 2012 non si hanno notizie sulla ferrovia . Solo ombre su questo accordo fantasma , polvere , puzza, inquinamento . http://calusco.blogspot.it/2012/05/comunicato-stampa-tavolo-italcementi.html

Countdown alla ferrovia

il tempo e' finito del collegamento ferroviario nessuna notizia ,Piu' di 1.000 giorni TRE ANNI e nulla di fatto, meditate .

Wednesday, May 05, 2004

L'ECO DI BERGAMO 05 05 04

Le dighe sull'Adda diventano museo

Itinerario storico-naturalistico dell'ente Parco: sabato l'inaugurazioneI

l parco Adda Nord inaugurerà sabato alle 10,30, allo Stallazzo di Paderno d'Adda, il nuovo Ecomuseo dedicato a Leonardo da Vinci.

«Il nostro parco – afferma Piergiorgio Locatelli, presidente del parco Adda Nord – è ricco non solo di flora, fauna e ambienti naturali, ma anche di storia e architettura. Le sorprendenti testimonianze della presenza di Leonardo da Vinci, l'importanza delle vie d'acqua, il naviglio di Paderno e il naviglio della Martesana che hanno profondamente inciso nell'economia del Ducato di Milano, regalano molteplici suggestioni culturali. Da qui nasce l'Ecomuseo Adda di Leonardo. Si tratta di un museo all'aperto in cui riscoprire le sovrapposizioni storiche, artistiche e naturalistiche del territorio. L'Ecomuseo si sviluppa interamente all'aperto dalla diga di Robbiate alla centrale elettrica di Cornate d'Adda, in gran parte lungo il naviglio di Paderno. Il percorso è stato suddiviso in 14 tappe, che a loro volta si articolano in 47 stazioni di importanza storica e naturalistica. La genesi dell'Ecomuseo si deve al Comitato rotariano per il restauro delle chiuse dell'Adda, che per primo mise in luce il valore universale di questi luoghi e avanzò nel 1997, sotto l'impulso dello scomparso Mario Riveda, l'idea di un loro recupero. Con il sostegno della Regione, la proposta ha ottenuto il riconoscimento dell'Unione Europea».
«Nel 2001 – spiega Bernardino Farchi, direttore del parco – il progetto ha ricevuto un finanziamento di un milione e mezzo di euro, proveniente da un accordo tra il ministero dell'Ambiente e la Regione. Parte di questi fondi, 774.685 euro, sono stati utilizzati per un restauro conservativo di alcuni edifici situati intorno alla valle della Rocchetta». Il progetto di restauro è stato studiato dal Parco Adda Nord e dal Politecnico di Milano. Tra gli edifici restaurati c'è lo Stallazzo, che è stato trasformato in un punto d'informazione, ristoro e stazione didattica, dotato di una postazione multimediale con un computer che permetterà di far vedere il funzionamento del sistema di chiuse del Naviglio. È stata riqualificata anche l'alzaia, l'antica strada lungo il quale si sviluppa l'Ecomuseo.
Per la gestione dell'Ecomuseo il parco Adda Nord, insieme con il Consorzio Priula di Bergamo, ha ottenuto un finanziamento dalla fondazione Cariplo di 120 mila euro, da utilizzare entro il 4 marzo 2005. L'Ecomuseo è stato dedicato a Leonardo poiché, per i suoi studi di idraulica compiuti sull'Adda, può essere considerato l'ispiratore del naviglio di Paderno. Tra il 1506 e il 1513, nel corso della sua seconda permanenza a Milano, Leonardo soggiornò più volte sull'Adda, ospite nella casa del nobile Girolamo Melzi, a Vaprio.
Dalla terrazza della villa o dai suoi immediati dintorni, Leonardo disegnò ripetutamente il paesaggio dell'Adda e intraprese degli studi per collegare il lago di Como con la città di Milano, scendendo lungo l'Adda.
Leonardo prevedeva di superare il tratto di fiume non navigabile (quello situato nella valle della Rocchetta) con un'opera ardita: uno sbarramento da realizzare in prossimità dei Tre Corni, una tratta cieca di canale scavato nella sponda bergamasca, una sola grande conca e uno sbocco in Adda (in galleria) per portare le barche al di là delle rapide. Schizzi e appunti del progetto appaiono nel Codice Atlantico.
Matteo Sala



Italcementi, il testimone a Carlo Pesenti

Da condirettore a consigliere delegato: alla guida la quinta generazione. Al padre Giampiero la presidenza Nel 2004 primo trimestre boom: raddoppia l'utile netto. Il colosso del cemento punta sull'India

La famiglia Pesenti taglia il traguardo del secolo alla guida dell'Italcementi (ma la fondazione della società risale a 140 anni fa) collocando a capo del colosso cementiero la quinta generazione, vale a dire Carlo, figlio di Giampiero. Il quarantunenne ingegnere, fino a ieri condirettore generale, ha assunto la carica di consigliere delegato, mentre il padre Giampiero è diventato presidente al posto di Giovanni Giavazzi. Quest'ultimo resta, comunque, ai vertici della società come vicepresidente assieme a Pierfranco Barabani.
Il cambio della guardia è avvenuto ieri pomeriggio, al termine dell'assemblea annuale dell'Italcementi - tenutasi nella sede di via Camozzi, a Bergamo - che ha approvato il bilancio 2003 ed eletto il nuovo consiglio di amministrazione (allargato a 18 membri) che resterà in carica fino al 2006. Accanto agli uscenti riconfermati (Pierfranco Barabani, Federico Falck, Danilo Gambirasi, Giovanni Giavazzi, Bruno Isabella, Karl Janjöri, Italo Lucchini. Yves Renè Nanot, Massimo Pellegrini, Carlo Pesenti, Giampiero Pesenti, Marco Piccinini, Ettore Rossi, Attilio Rota e Emilio Zanetti) sono stati nominati Alberto Bombassei (presidente della Brembo e di Federmeccanica e da poco designato vicepresidente di Confindustria), Alberto Clô (professore universitario, già ministro dell'Industria nel governo Dini) e Sebastiano Mazzoleni (dirigente dell'Italcementi).
L'assemblea dell'Italcementi ha anche deciso di distribuire un dividendo di 0,27 euro (invariato rispetto al 2002) alle azioni ordinarie e di 0,30 euro (invariato) alle azioni di risparmio. In più, è stata approvata la distribuzione di un dividendo straordinario di 0,05 euro ad entrambe le categorie di azioni per festeggiare i 140 anni di fondazione (i Pesenti ne sono invece alla guida dal 1904).
L'assemblea ha anche approvato il bilancio 2003 che mostra una crescita del fatturato dello 0,5% a 4.285 milioni di euro, nonostante l'effetto negativo del dollaro debole e nonostante il venir meno dei vantaggi fiscali legati alla Tremonti bis. Sensibile, nel 2003, il rafforzamento patrimoniale, con l'indebitamento sceso di 288 milioni (meno 13,8%) a quota 1.798 milioni.
Per quanto riguarda invece il primo trimestre 2004, Italcementi ha registrato una crescita del fatturato consolidato a 1.004 milioni di euro, in aumento del 6% rispetto allo stesso periodo del 2003. L'utile netto totale è raddoppiato a quota 46,3 milioni, con un balzo del 108,7%, mentre l'utile netto di competenza ha toccato i 31,3 milioni (più 98,4%). «Il buon andamento del primo trimestre dell'esercizio - dice la società - convalida le previsioni già espresse nella relazione annuale di una positiva evoluzione delle attività del gruppo nel 2004, accompagnata peraltro da una crescita dei costi operativi. La tendenza positiva del trimestre consente di consolidare l'aspettativa per il 2004 di risultati almeno allineati a quelli del 2003».
Per quanto riguarda i dati registrati nei primi tre mesi dell'anno, a livello di margine operativo lordo la crescita è stata del 5,9% a 194,7 milioni, mentre il risultato operativo ha segnato un progresso del 12,2% a 99,7 milioni.
La crescita dei ricavi è stata registrata in tutti i settori di attività e il progresso è risultato generalizzato sia nei mercati sviluppati sia nell'insieme di quelli emergenti, con performance particolarmente positive nei Paesi asiatici.
Sempre ieri sono stati diffusi i dati di Ciment Français, che ha chiuso il primo trimestre del 2004 con un fatturato di 666 milioni di euro (+7,9% rispetto allo stesso periodo del 2003). Molti gli argomenti trattati nel corso dell'assemblea, a cominciare dall'espansione della società nei nuovi mercati. «La nostra tendenza - ha spiegato Giampiero Pesenti - è di andare nei mercati dove già stiamo operando, ma sempre con una particolare attenzione alle disponibilità finanziarie, soprattutto al "cash flow". Se si va a debito si rischia di fare una brutta fine». Italcementi è presente in particolare in India, in Egitto, in Turchia. Italcementi non esclude la Cina, dove è funzionante un ufficio a Pechino, «ma in questo momento preferiamo investire dove già stiamo operando». Rispondendo, poi, ad un socio che sollecitava la conversione delle azioni di risparmio in ordinarie, Pesenti ha detto che la società non ha «alcuna intenzione di cambiare o sostituire le azioni di risparmio». Si è parlato anche dei numerosi interventi innovativi negli impianti dell'Italcementi: dopo Calusco ora tocca al polo produttivo di Malaga, quindi sarà la volta dello stabilimento americano di Martinsburg. I combustibili alternativi - altro argomento di discussione - «restano un punto di forza dell'Italcementi» e così l'autoproduzione energetica (la società copre il 28% del suo fabbisogno energetico).
Carlo Pesenti ha parlato poi dei quattro progetti di impianti termoelettrici della controllata Italgen per complessivi 2.400 megawatt. Il primo a partire dovrebbe essere quello bergamasco di Villa di Serio da 290 megawatt (garantirà il fabbisogno per gli impianti di produzione di Italcementi nella zona), anche se ci sono ancora alcuni ostacoli. «Pensavamo di avere tutte le autorizzazioni - ha spiegato Carlo Pesenti - ma è arrivato il blocco da parte di una Comunità montana dato che un metanodotto attraverserebbe i terreni occupati dai vigneti delle produzioni tipiche di Valcalepio e Moscato di Scanzo. Stiamo raggiungendo un accordo con i proprietari dei vigneti e poi attendiamo l'autorizzazione finale, per l'inizio di luglio, da parte della Regione Lombardia».
Per concludere, la Borsa: ieri il titolo Italcementi ha segnato un progresso del 2,8%.
P. S.


Ha guidato il gruppo per 20 anni

Giampiero Pesenti è nato il 5 maggio 1931 e, dunque, proprio oggi compie 73 anni. Laureato in Ingegneria meccanica al Politecnico di Milano, è sposato, con tre figli. Dopo la laurea, inizia nel 1958 la sua attività in Italcementi. Nel 1983 diventa direttore generale e nell'84 consigliere delegato di Italcementi (da ieri ne è il presidente), che, insieme alla controllata Ciments Français, costituisce il quinto gruppo cementiero a livello mondiale. Sempre vent'anni fa assume la carica di presidente e consigliere delegato di Italmobiliare, la società holding che, oltre a controllare Italcementi, detiene importanti partecipazioni nel settore industriale, finanziario, bancario e dei servizi. Giampiero Pesenti fa parte dei consigli di amministrazione di importanti società come Pirelli, Ras, Gim e Mittel. È membro della Giunta di Confindustria.

Prende le redini a 41 anni

Carlo Pesenti, classe 1963, si è laureato, come il padre, in Ingegneria meccanica al Politecnico di Milano. È sposato e padre di cinque figli. È direttore generale di Italmobiliare e, da ieri, consigliere delegato dell'Italcementi (dopo aver ricoperto la carica di condirettore generale). Dopo la laurea e un periodo di studio e di lavoro all'estero, sviluppa diverse esperienze in Italcementi. Master di Economia alla Bocconi, è «project manager» e matura un tirocinio alla direzione centrale finanza amministrazione e controllo. Carlo Pesenti è presente nei consigli di amministrazione di molte altre società fra cui Mediobanca, UniCredito Italiano, Banche Popolari Unite, Rcs MediaGroup e Sesaab. Fa anche parte della Giunta dell'Unione industriali di Bergamo. Nel maggio 2003 è nominato membro della Giunta di Confindustria.


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