Giorni dalla firma tra Italcementi ed i Comuni

NON HANNO FIRMATO I SINDACI DI : Paderno d'Adda e Solza . HANNO FIRMATO : Calusco d'Adda, Cornate d'Adda, Imbersago, Medolago, Parco Adda Nord, Robbiate, Verderio Inferiore, Verderio Superiore, Villa d'Adda, Dopo più di 1.000 giorni dalla firma ,il 4 Maggio 2012 non si hanno notizie sulla ferrovia . Solo ombre su questo accordo fantasma , polvere , puzza, inquinamento . http://calusco.blogspot.it/2012/05/comunicato-stampa-tavolo-italcementi.html

Countdown alla ferrovia

il tempo e' finito del collegamento ferroviario nessuna notizia ,Piu' di 1.000 giorni TRE ANNI e nulla di fatto, meditate .

Saturday, February 28, 2004

UE|L'iniziativa della Commissione e dell'agenzia per l'ambiente

Inquinamento ai raggi X


Bruxelles Bruxelles lancia il primo registro europeo delle emissioni, che punta il dito su circa diecimila grandi impianti industriali. Grazie a internet sarà uno strumento in mano al popolo inquinato

VEDI LINK EPER per CALUSCO impianto Italcementi



Manternere l'inquinamento sotto stretta sorveglianza. E' questo lo scopo principale dell'Eper, il registro europeo sulle emissioni inquinanti varato dalla Commissione europea e dall'agenzia per l'ambiente. Sono già disponibili sul web i dati relativi alle emissioni inquinanti di circa 10mila grandi impianti industriali. In questo modo anche il singolo cittadino che sa destreggiarsi su internet, potrà esercitare il diritto di sapere, per esempio, la quantità di inquinamento prodotto dalla centrale o dalla raffineria che sorge nel territorio dove vive oppure potrà fare un paragone con altre regioni d'Europa. Le imprese, al tempo stesso, potranno verificare cosa fanno i loro concorrenti o chi realizza le stesse produzioni in altri paesi.

Per Bruxelles la carta d'identità sarà molto importante anche per le autorità locali e i responsabili politici che potranno disporre di una solida banca dati per poter scegliere la soluzione più appropriata per ridurre l'inquinamento industriale. Il registro riesce a fornire informazioni complessivamente su circa 50 diversi inquinanti (per l'Italia ne prende in considerazione 46). Per esempio, spiega una nota della Commissione, rivela che 3.029 aziende suinicole e avicole sono responsabili di circa il 78% delle emissioni atmosferiche di ammoniaca. Il mercurio - sostanza pericolosa ''primaria" secondo una direttiva Ue -è riversato nelle acque principalmente dalle imprese chimiche (53%), ma anche dalle industrie metallurgiche (17%) e da quelle di pasta e carta (7%).

"Tutti i cittadini - ha affermato il commissario Ue all'ambiente Margot Wallstrom - hanno il diritto di sapere fino a che punto il loro ambiente è veramente inquinato perche' questo interessa direttamente la loro salute e la loro qualità della vita. Il nuovo registro permette quindi di poter confrontare l'atteggiamento ecologico delle diverse industrie nelle diverse città e regioni. "Grazie a queste conoscenze, ha proseguito il commissario, i cittadini possono così esercitare una pressione sui politicì' e le imprese, da parte loro, possono utilizzare le informazioni ricevute partecipando in modo migliore alla protezione dell'ambiente.

Entro la prossima estate la Commissione pubblicherà un rapporto nel quale saranno anche esaminati e valutati pertinenza e qualità dei dati comunicati dagli stati membri, che dovranno aggiornare i dati ogni tre anni: tutto questo per migliorare, sviluppare e attualizzare il registro su web che presto sarà tradotto in ciascuna delle lingue europee. Ma in futuro Eper sarà in grado di dare ulteriori informazioni come, ad esempio, su quello che le industrie fanno dei loro rifiuti.

26 febbraio 2004

Tuesday, February 17, 2004

L'ECO DI BERGAMO 15 02 04

Nuovo cementificio, inquinanti in calo

I dati Italcementi: polveri -70%, biossido di zolfo -97%, ossidi di azoto -53%

CALUSCO «I nuovi impianti Italcementi hanno consentito di diminuire l'emissione nell'atmosfera di elementi inquinanti». È quanto ha affermato, dati alla mano, Stefano Gardi, responsabile per l'ambiente del gruppo Italcementi, nel corso dell'assemblea pubblica che venerdì si è tenuta a Calusco d'Adda.
In occasione dell'incontro, organizzato dall'Amministrazione comunale in collaborazione con il gruppo Italcementi, sono stati comunicati i primi dati sull'impatto ambientale dei nuovi impianti produttivi del cementificio.
«Se ci riferiamo ai dati annuali del 2003 - ha affermato Gardi - e li confrontiamo con la media dei dati annuali del triennio 2000-2002 dei vecchi impianti, osserviamo che il livello delle polveri emesse è diminuito del 70%, quello del biossido di zolfo (SO2) del 97% e quello degli ossidi di azoto del 53%. Il nuovo forno è monitorato in modo continuo da uno strumento automatico e i dati giornalieri sono a disposizione dei cittadini sul sito web www.isolaonline.net».
I dati rilevati sono stati confermati da Giacomo Gallinari, dirigente dell'Arpa di Bergamo, che ha parlato «di netti miglioramenti per la riduzione dell'emissione delle polveri».
«Questo non deve essere un punto di arrivo - ha commentato Rinaldo Colleoni, sindaco di Calusco -, ma una tappa verso un progressivo miglioramento. La costruzione dei nuovi impianti, non solo ha ridotto le emissioni inquinanti, ma ha spostato a sud il baricentro del cementificio, allontanandolo dal centro del paese».
«Le macchine del vecchio impianto produttivo - ha dichiarato Gardi - sono state completamente sostituite da nuove versioni tecnologicamente all'avanguardia. È in corso anche la realizzazione di un tunnel sotterraneo che collegherà Colle Pedrino con la cava sul Monte Giglio: questo ci permetterà di eliminare le teleferiche e gli autotreni attualmente usati per il trasporto del materiale, riducendo l'impatto ambientale e migliorando la viabilità».
Nel corso dell'assemblea pubblica sono stati presentati anche i risultati della campagna di rilevamento della qualità dell'aria, realizzata da Italcementi, che ha coinvolto, oltre a Calusco d'Adda, 15 comuni limitrofi. La campagna di rilevamenti si è articolata in due fasi, ad agosto e ottobre 2003, della durata di una settimana ciascuna. A Calusco è stata impiegata una stazione mobile che in autunno ha rilevato 5 superamenti della soglia di attenzione per il Pm10 (polveri sottili). «C'è da precisare - ha spiegato Gardi - che la qualità dell'aria non dipende solo dalle emissioni in atmosfera del cementificio, ma da diverse cause, tra cui il traffico veicolare».
Nel dibattito seguito alla presentazione dei dati sono state avanzate lamentele per i rumori. In particolare sono stati segnalati disagi in zona Montello, dove nelle scorse settimane gli abitanti, oltre a un rumore eccessivo, hanno lamentato anche una elevata presenza di polvere.
«Il rumore e la polvere - ha precisato il sindaco Colleoni - non sono legate all'attività del cementificio, ma provengono dal cantiere che sta realizzando il tunnel sotterraneo. Il giorno 12 ho fatto io stesso un sopralluogo: il problema della polvere, entro dieci giorni verrà risolto con l'installazione di un sistema di nebulizzazione più efficace di quello sinora utilizzato. Invece il rumore di fondo, causato dalla ventola di aerazione del tunnel, sarà eliminato entro un mese grazie a un pannello insonorizzatore. Momentaneamente comunque il rumore è stato ridotto con la diminuzione della velocità della ventola».
Matteo Sala

Monday, February 16, 2004

L'ECO DI BERGAMO 16 02 04

L'Isola punta sul verde: stop al cemento

I Comuni: giungono in cantiere le vecchie scelte, ma i nuovi prg limitano le concessioni

Una panoramica di Terno: il prg punta a tutelare il verde
ISOLA Zona agricola fino a sessant'anni fa e successivamente interessata da un fortissimo sviluppo industriale, l'Isola è considerata una delle aree della Bergamasca dove gli interventi di edificazione si verificano con maggiore intensità. Oggi questo territorio, novanta chilometri quadrati suddivisi in 21 comuni, attraversa una fase di transizione: a piani di zonizzazione che favoriscono l'incremento di insediamenti residenziali e industriali si affiancano politiche urbanistiche studiate in rispetto dell'ambiente. Insomma, nell'Isola è tuttora in atto un processo di cementificazione, oppure si fanno strada regole che impongono il rispetto della natura e del paesaggio?
Comincia oggi un viaggio sul territorio, per evidenziare luci e ombre di una situazione molto variegata. Terno d'Isola , paese con una popolazione che sfiora i 5 mila abitanti, recentemente ha visto la superficie destinata alle attività produttive aumentare di quasi 40 mila metri quadrati. È l'assessore all'Urbanistica Barbara Consonni, della lista civica «Terno spazio aperto», a spiegare come un giudizio sulla decisione presa dall'Amministrazione non possa essere formulato senza tenere conto del contesto nel quale la scelta si inserisce: «Siamo stati accusati di aver dato il via a una vera cementificazione, ma non è così. La situazione è complessa. Dal 2000 a oggi sono stati attuati tre interventi di rilievo dal punto di vista dell'incremento delle zone per attività produttive: il primo, che riguarda 17 mila 500 metri quadrati a nord del paese, è legato alla creazione di un parco pubblico. Quell'area è infatti parte di 250 mila metri quadrati di terreno non edificabile che il Comune ha comperato dalla ditta Fbm per crearvi uno spazio verde. Per finanziare l'opera, l'Amministrazione ha portato una piccola porzione dell'area a diventare edificabile. Altri 17 mila metri quadrati sono stati adibiti a insediamenti industriali, ma già in precedenza erano riservati all'edilizia residenziale. L'ultimo intervento riguarda via Castagnate, dove la destinazione di un terreno di 10 mila metri quadrati è passata da agricola ad artigianale: questo perché il privato interessato in cambio creerà gratuitamente per il Comune la piazzola ecologica».
«Si deve tenere presente – sottolinea Consonni – che negli anni Novanta erano stati eliminati forzatamente 100 mila metri quadrati di terreno destinato a edilizia industriale: a fronte di un'esigenza che si fa sentire, siamo riusciti a limitare le concessioni a soli 40 mila metri quadrati». L'Amministrazione guidata dal sindaco Santo Consonni ha approvato a dicembre un nuovo piano regolatore: «Nel nuovo prg sono stati inseriti interventi a tutela dell'ambiente, come l'estensione delle fasce protette nell'area alle pendici del monte Canto. Anche per l'edilizia residenziale in passato ci sono state mosse delle critiche, ma vorrei far notare che, a fronte di 45 varianti al vecchio piano approvate dal 2000, è stimato un aumento di soli 350 abitanti. Meno di un quinto di quanto avvenuto nel quinquennio precedente».
Incremento molto più consistente quello previsto dall'Amministrazione di Bonate Sotto che, con il prg approvato nel 1999, conta di creare abitazioni per seimila nuovi residenti. «Lo sviluppo industriale è stato contenuto, una nuova area di 14 mila metri quadrati per attività artigianali è stata individuata al confine con Chignolo – spiega il responsabile dell'Ufficio tecnico del Comune Alfredo Alessio –. All'edilizia residenziale sono stati invece destinati ampi spazi, nessuno dei quali si spinge oltre al torrente Lesina, zona in cui esistono vincoli ambientali. I piani di lottizzazione in cui l'intervento è suddiviso sono 25, per ora ne sono stati attuati nove». Anche a Calusco , che oggi conta poco più di settemila abitanti, con i piani di lottizzazione delle località Capora (volumetria 103 mila metri cubi) e monte Giglio (in fase di studio e con una superficie di 80 mila metri quadrati), potrebbero giungere in paese oltre mille nuovi abitanti.
«L'area in località Capora era individuata nel vecchio prg: l'incremento è sostanzioso, ma si tratta di uno degli interventi più rilevanti dal 1985 a oggi»: spiega il sindaco Rinaldo Colleoni (lista «Linea comune»). Per quanto riguarda l'edificabilità produttiva, nel prg è individuata un'area di circa 100 mila metri quadrati in località Brughiera, al confine con Terno. «La zonizzazione è legata a un prg del 1985 – aggiunge Colleoni –. È importante specificare che oggi è in fase di studio un nuovo piano, dove l'espansione edilizia è controllata e limitata: non ci sono concessioni oltre a quelle fatte negli anni scorsi. Punteremo sulla riqualificazione e sulla tutela dell'ambiente».
Anna Gandolfi
L'ECO DI BERGAMO 16 02 04

Trasporto merci, serve una nuova ferrovia»

ISOLA Il grande trasporto delle merci dall'ovest all'est dell'Italia non può passare tutto sulla linea ferroviaria pedemontana già esistente, la linea che da Seregno conduce a Carnate, Bergamo, Rovato e Brescia. Lo afferma il Comitato dell'Isola che lancia una nuova proposta. Dice Alessandro Previtali, esponente del comitato ed esperto di questioni viabilistiche: «In un primo tempo avevamo pensato che la linea esistente, raddoppiata e interamente elettrificata, avrebbe potuto egregiamente servire il trasporto merci est-ovest senza bisogno di altre costruzioni, di nuove linee. Ma l'analisi del traffico merci che verrà a crearsi su quella direttrice nei prossimi anni ha messo in chiaro che la sola Seregno-Carnate-Bergamo-Rovato non sarebbe sufficiente». Non sarebbe sufficiente perché dal 2012 dalla Svizzera e dalla Germania tutte le merci arriveranno solamente per ferrovia, nessun tir, nessun autocarro percorrerà i valichi. Una soluzione ecologica, lungimirante per cui il nostro Paese non è ancora attrezzato. Continua Previtali: «Dal Gottardo e dal Sempione le merci non dovranno più arrivare a Milano. Esiste attualmente un progetto Gronda Est della ferrovia, una nuova linea da Seregno, tagliando tutta l'Isola, arriverebbe a Levate. A Levate verrebbe istradata sulla Bergamo-Treviglio per poi confluire nella linea ad alta capacità Milano-Brescia-Venezia».
Ma il Comitato dell'Isola sostiene che non si tratta di una buona idea. Per almeno due ragioni. La prima è che la nuova ferrovia andrebbe parallela alla nuova Pedemontana la cui costruzione è fortemente criticata. Spiega Alessandro Previtali: «La nuova Pedemontana, almeno nel suo tratto bergamasco (da Vimercate a Brembate) non serve più, avrebbe flussi di traffico minimi. E un costo esorbitante perché, fra l'altro, prevede la costruzione di un ponte di ben 1.600 metri sull'Adda, sotto Bottanuco. La Pedemontana è superata a causa della nuova Brebemi, della nuova tangenziale est esterna di Milano, della quarta corsia sulla A4». La seconda ragione negativa riguarda l'immissione sulla Bergamo-Treviglio: quei dieci chilometri di ferrovia, già molto frequentati, collasserebbero. Quelli del Comitato dell'Isola hanno pronta una soluzione che rispetterebbe il loro territorio, dimezzerebbe i costi e i chilometri. L'uovo di Colombo. Dicono: «Le merci provenienti da Svizzera e Germania dovrebbero seguire il vecchio tracciato ferroviario, riqualificato, fino a Seregno-Lesmo. Da qui andrebbe costruito un tratto nuovo di ferrovia che scenderebbe fino a tagliare l'autostrada A51 nei pressi di Agrate. Da quel punto i binari dovrebbero seguire la nuova tangenziale est esterna fino a incrociare la linea ferroviaria ad alta capacità Milano-Venezia all'altezza di Melzo. Questa soluzione prevede una nuova costruzione di circa 25 chilometri contro i 50 chilometri dell'altro progetto. I costi sarebbero più che dimezzati perché non sono necessarie infrastrutture faraoniche».
E, allo stesso tempo, il Comitato insiste per la riqualificazione della Seregno-Carnate-Bergamo-Rovato che comunque dovrà servire sia ai viaggiatori sia alle merci che arrivano in tutta questa zona. Per questa ragione il Comitato ribadisce l'importanza del nuovo ponte sull'Adda e della creazione di un centro intermodale, di un piccolo interporto al confine fra Terno e Calusco. Conclude Previtali: «È una questione di razionalità, di risparmio, alla fine anche di tutela dell'ambiente. Il centro di scambio, ben organizzato, fra ferrovia e trasporto su gomma è necessario. Anche per risparmiare viaggi, attese, intasamenti di vie, sprechi di carburante».
Paolo Aresi

Monday, February 09, 2004

L'ECO DI BERGAMO 08 02 04

E anche a Villa di Serio cresce il fronte del «no»

VILLA DI SERIO Legambiente affila le unghie contro il progetto di ristrutturazione della centrale termoelettrica Italgen (la società del settore energetico che fa capo all'Italcementi) e di realizzazione di un nuovo metanodotto che attraverserà per 40 chilometri il territorio lombardo da Cremona alla Bergamasca, fino a Villa di Serio.
Al progetto è favorevole l'Amministrazione comunale guidata dalla lista «Villaperta» (contraria, invece, la minoranza «Casa delle libertà - Insieme per Villa di Serio»), che ha già approvato una convenzione con la società dell'Italcementi.
Legambiente, invece, continua a fare la voce grossa contro un progetto «che danneggerà la salute di tutti i cittadini della zona», come ha evidenziato Fausto Amorino, presidente di Legambiente di Bergamo nel corso di un'assemblea pubblica organizzata nel municipio di Villa di Serio dal coordinamento provinciale di Bergamo dell'associazione ambientalista.
L'impianto per la produzione di energia elettrica – secondo quanto stabilito nella convenzione – utilizzerà come combustibile solamente gas metano invece degli oli combustibili e, secondo le previsioni, avrà una potenza di 190 megawatt. «Il danno sarebbe considerevole – ha dichiarato Maurizio Trupiano, consigliere nazionale di Legambiente – perché con questo impianto sarebbe messa a repentaglio la salute dei cittadini. Ma il problema è anche un altro: l'Asl e l'Arpa non hanno mostrato i dati che certifichino i livelli delle emissioni attuali e, se questo non avverrà, procederemo con un esposto alla magistratura. Inoltre, confidiamo ancora nella Regione che si era espressa a sfavore di centrali di queste dimensioni su di un territorio già definito come area critica».
All'assemblea ha partecipato anche Daniele Belotti, consigliere regionale della Lega Nord, che ha espresso la sua contrarietà al progetto: «Questa è un'impresa difficile e in questa direzione è importante la compattezza tra le diverse parti politiche. È necessario sensibilizzare anche i Comuni contrari affinché rafforzino le loro posizioni». Anche Moris Lorenzi, funzionario dell'ufficio valutazione di impatto ambientale della Provincia, ha manifestato «un parere negativo sul metanodotto». Negativo pure l'orientamento espresso da Giovanni Morlotti, presidente della Comunità montana, intervenuto al dibattito di Legambiente.
In merito alle considerazione emerse nell'assemblea pubblica la società Italgen ha preferito non rilasciare dichiarazioni. L'azienda in passato aveva comunque già più volte ribadito che si tratta di un ammodernamento degli impianti, con sistemi di produzione dell'energia in linea con la migliore tecnologia oggi esistente. Aveva anche fornito garanzie sulla compatibilità ambientale, precisando che verrà dimezzata l'area del complesso attuale.
Monica Armeli
L'ECO DI BERGAMO 08 02 04

Inquinamento, assemblea a Calusco

Da ormai sette mesi il nuovo enorme forno di cottura dell'Italcementi di Calusco d'Adda è a pieno regime, con la conseguente messa fuori servizio dei quattro vecchi forni. È tempo, quindi, di un primo bilancio, in particolare dal punto di vista ambientale, per verificare se effettivamente l'inquinamento atmosferico si è ridotto, grazie al nuovo e moderno impianto, che ha suscitato non poche polemiche per il suo impatto visivo: la «torre» è, infatti, alta ben 103 metri. A questo scopo, venerdì alle 20,45 l'Amministrazione comunale di Calusco ha indetto un'assemblea pubblica, nella sala civica «S. Fedele», per illustrare alla cittadinanza i buoni risultati ottenuti in termini di riduzione di emissioni inquinanti in atmosfera. Alla serata prenderanno parte anche rappresentati dell'Italcementi e dell'Arpa.

Friday, February 06, 2004

LA PROVINCIA DI LECCO 05 02 04

paderno
l’annuncio sarà dato in un’assemblea - previsti interventi contro i rumori
«italcementi, le emissioni sono a norma»



paderno (l. pe) l’entità sulle emissioni dell’italcementi, che da tempo preoccupa i padernesi e le associazioni ambientaliste del meratese , sarà resa nota in un’ assemblea pubblica che si svolgerà a calusco d’adda il 13 febbraio, alle 20.45 nel centro civico san fedele. rappresentanti della cementeria e dell’arpa saranno presenti per fornire i dati in loro possesso e cercare di rassicurare la popolazione, che a volte vede uscire lunghe colonne di fumo dalle nuove torri della parte meridionale dell’area dell’impianto. il sindaco di calusco rinaldo colleoni aveva annunciato tempo fa la convocazione della riunione, dopo che a dicembre si era svolto un incontro a porte chiuse a cui erano stati invitati a partecipare gli amministratori di paderno, robbiate, imbersago, verderio, merate, vale a dire di quei comuni dove è stata eseguita la rilevazione con le centraline mobili. in quell’occasione era è emerso un quadro rassicurante dal punto di vista delle emissioni di polveri e fumi, un po’ meno per i rumori. e sono questi a disturbare di più, al momento, i padernesi. dopo l’assemblea partirà una nuova campagna di monitoraggio e proprio a febbraio sono in calendario una serie di manutenzioni all’impianto che dovrebbero eliminare in parte i rumori che si avvertono, soprattutto di notte. le emissioni, dicono gli amministratori, risulterebbero nei limiti di legge per le emissioni di polveri e sostanze chimiche, comunque inferiori alla situazione antecedente l’apertura della torre, il 1° giugno dell’anno scorso. l’italcementi ha ancora 137 «camini», ossia fonti di emissione che ogni ora disperdono in atmosfera 280 kg di polveri di azoto, 5.7 kg di biossido di zolfo e 7,6 kg di altre particelle. in un anno si tratta di 2.569 tonnellate che viaggiano nel cielo della lombardia e si posano anche a paderno, merate, robbiate, verderio: in precedenza l’emissione annua ammontava a 6.128 tonnellate, quindi il camino alto 120 metri ha dato buoni risultati. vi si sono verificate alcune fughe, il 12 luglio, il 5 agosto, ed un’altra nelle scorse settimane. all’impianto nuovo arrivano condotte che portano il clinker, una polvere composta da farine animali e minerali. viene prodotta dopo la macinazione e la cottura del «crudo» assieme al petcoke ed alle farine ad una temperatura che si avvicina ai 1.400 gradi. nel nuovo impianto di calusco vengono prodotte 3.600 tonnellate di cemento e le emissioni in atmosfera sono di circa 120mila metri cubi di gas e polveri alla temperatura di 100 gradi.
Ue : Cartello cemento, sì all'ammenda milionaria
La Corte di giustizia ha confermato l'esistenza di un cartello nel settore europeo del cemento...

La Corte di giustizia ha confermato l'esistenza di un cartello nel settore europeo del cemento, lasciando quasi invariate le ammende inflitte dalla Commissione.

Coinvolte anche le imprese italiane Buzzi Unicem Spa e Italcementi-Fabbriche Riunite cui toccherà pagare multe milionarie.

Articolo e sentenza della Corte di giustizia europea 7.1.2004 su Kataweb
Pubblicato il 2004/1/27 21:07:12

Thursday, February 05, 2004

L'ECO DI BERGAMO 04 02 04

La crescita di Italcementi batte l'euro

Nel 2003 ricavi saliti dello 0,5% a 4,28 miliardi (più 3,6% a parità di cambi)
Ancora un record di fatturato, nonostante il «caro euro», per Italcementi Group, che nel 2003 ha registrato ricavi per 4.285 milioni di euro, in crescita dello 0,5% (più 3,6% a parità di perimetro e cambi) sul 2002: nel quarto trimestre la crescita dei ricavi è stato dello 0,8% a 1.043 milioni, per il contributo positivo del settore calcestruzzo.
Per la controllata Ciments Français, alla quale fanno capo le controllate estere, il fatturato è sceso dell'1,1% a 2.898 milioni di euro (più 3,4% a parità di perimetro e tasso di cambio).
In base ai dati esaminati ieri dal Consiglio d'amministrazione - che ha cooptato Federico Falck (entrato a fare parte anche del Comitato per il controllo interno), presidente dell'omonimo gruppo, in sostituzione del fratello Alberto, scomparso a novembre - i volumi venduti di cemento e clinker sono aumentati del 2,1% (più 1,6% a perimetro omogeneo) a 45,6 milioni di tonnellate, quelli di calcestruzzo dell'8,3% (9,7% a perimetro omogeneo) a 20,9 milioni di metri cubi, mentre nel settore degli inerti i volumi venduti sono scesi dell'1,1% (meno 0,9% a perimetro omogeneo) a 54,9 milioni di tonnellate.
Nel 2003 i ricavi nel settore cemento e clinker sono scesi del 2,3% (più 2,1% a parità di perimetro e di cambi) a 2.594 milioni di euro, per effetto del rafforzamento del cambio. In crescita del 6,4% (più 7% a parità di perimetro e di cambi), i ricavi per calcestruzzo e inerti, a 1.492 milioni, mentre nel settore attività diverse il fatturato è sceso del 2,4% (meno 0,5% a parità di perimetro e di cambi) a 199 milioni.
Sulla base dell'andamento dei dati preliminari - quelli definitivi saranno esaminati il 12 marzo - il margine operativo lordo è previsto in calo per gli effetti negativi del rafforzamento dell'euro; tuttavia, tenuto conto «delle positive componenti straordinarie anche di natura fiscale e del venir meno dei significativi vantaggi dovuti all'applicazione della Legge Tremonti», secondo il Consiglio «i risultati del 2003 si dovrebbero attestare al buon livello dell'esercizio precedente», che si era chiuso con un utile di 274 milioni.

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