L'ECO DI BERGAMO 30 09 03
Calusco discute il piano regolatoreQuesta sera alle 20.30, a Calusco si riunisce il Consiglio comunale: all'ordine del giorno l'approvazione della quarta variante al piano regolatore, la nuova zonizzazione acustica del territorio comunale e l'informativa sulla rete Informagiovani dell'Isola.
MEMORIA SUL CEMENTIFICIO INCENERITORE DI Calusco d'Adda la Pianura Padana resta la zona peggiore d'Europa insieme all'area più industrializzata della Polonia (classifica cui gli inceneritori forniscono un contributo determinante).
Giorni dalla firma tra Italcementi ed i Comuni
NON HANNO FIRMATO I SINDACI DI :
Paderno d'Adda e Solza
.
HANNO FIRMATO :
Calusco d'Adda,
Cornate d'Adda,
Imbersago,
Medolago,
Parco Adda Nord,
Robbiate,
Verderio Inferiore,
Verderio Superiore,
Villa d'Adda,
Dopo più di 1.000 giorni dalla firma ,il 4 Maggio 2012 non si hanno notizie sulla ferrovia .
Solo ombre su questo accordo fantasma , polvere , puzza, inquinamento .
http://calusco.blogspot.it/2012/05/comunicato-stampa-tavolo-italcementi.html
Countdown alla ferrovia
il tempo e' finito del collegamento ferroviario nessuna notizia ,Piu' di 1.000 giorni TRE ANNI e nulla di fatto, meditate .
Tuesday, September 30, 2003
Friday, September 12, 2003
MERATEONLINE 11 09 03
In quattordici comuni della zona sono state installate
apparecchiature di rilevamento della qualità dell’aria
e altre due campagne di controllo sono già state programmate
Italcementi: inquinamento dimezzato
ma si attendono altre conferme. Le associazioni
ambientaliste promettono monitoraggi accurati
I vertici dell’Italcementi: ‘’I risultati sono in linea con quanto
preventivato e presentato in fase di progetto. Si attendono ulteriori riduzioni
a seguito dell’ottimizzazione degli impianti, già in corso’’
Dati ufficiali ancora non ce ne sono, ma dalle prime elaborazioni sembra proprio che i cittadini che abitano ai piedi del nuovo forno inceneritore dell’Italcementi, soprannominato ormai il “Mostro di Calusco" e le cui ciminiere raggiungono i 120 metri d’altezza, non abbiano nulla da temere dalle emissioni di scarico del colosso industriale. La nuova linea produttiva ha infatti abbattuto drasticamente la dispersione di sostanze inquinanti, come del resto anticipato dagli stessi vertici aziendali. Le polveri ad esempio sono state ridotte del 62 per cento, il biossido di zolfo addirittura del 93 e gli ossidi di azoto del 53 per cento. A maggiore garanzia dell’attendibilità dei risultati e per valutare anche le ricadute in tutto il territorio circostante in un raggio di 4 chilometri tra il 31 luglio e il 7 agosto Italcementi ha avviato una campagna di monitoraggio della qualità dell’aria attivando dieci postazioni di misurazione passiva e una attiva nel solo comune di Calusco e tre in ogni paese che si trova nell’area stabilita: Merate, Imbersago, Paderno d’Adda, Robbiate, Verderio Inferiore e Verderio Superiore per la provincia di Lecco e Carvico, Medolago, Solza, Sotto il Monte, Suisio, Terno d’Isola e Villa d’Adda per la provincia di Bergamo. Le posizioni per effettuare i prelievi dell’aria sono state concordate con le Amministrazioni comunali stesse per monitorare gli inquinanti normalmente utilizzati per caratterizzare la qualità dell’aria, quali NOx (ossido di azoto), SO2 (biossido di zolfo), O3 (ozono) e BTX (benzene, toluene e xilene). A giorni dovrebbero essere divulgati dalla società i risultati che verranno comunicati pure agli enti locali. L’impressione però è che pure in questo caso i test confermeranno la bontà dei nuovi impianti. Altre due rilevazioni dovrebbero essere eseguite anche nei prossimi mesi, una verso la fine di settembre, alla ripresa delle attività lavorative e delle scuole, una nel periodo invernale, con gli impianti di riscalda mento in funzione. In questo modo si potrà avere un quadro definitivo dell’immissione in atmosfera delle sostanze inquinanti durante tutto l’arco dell’anno.
Una fotografia scattata il 12 luglio
“Già giorni seguenti la messa a regime dell’impianto, ovvero dal primo giugno 2003 – spiegano dall’Italcementi -sono state eseguite le misure ufficiali previste, come previsto per legge dal D.G.R 40670/93, consistenti in 5 campionamenti per ciascuno dei camini dei nuovi impianti. A partire da questi valori e dalle analoghe campagne di misura del 2000, 2001 e 2002, effettuate su tutti i punti di emissione dei vecchi impianti produttivi, è stato possibile dare un prima stima della riduzione del flusso di massa di inquinanti connesso all’avviamento della nuova linea con una riduzione dei gas nocivi che varia dal 53 al 93 per cento. I risultati sono in linea con quanto preventivato e presentato in fase di progetto. Si attendono ulteriori riduzioni delle emissioni di ossidi di azoto (NOx) a seguito dell’ottimizzazione degli impianti, già in corso”.
Le emissioni, rassicurano ancora i responsabili del colosso cementifero, vengono comunque monitorate continuamente: “Presso la cementeria di Calusco d’Adda è operativo un sistema di monitoraggio in continuo delle emissioni del forno di cottura, emissione principale. I parametri analizzati sono polveri, biossido di zolfo (SO2) e ossidi di azoto (NOx). L’Autorizzazione Regionale (D.G.R. n. 40670 del 5 agosto 1993) per le emissioni in atmosfera prescrive il monitoraggio in continuo limitatamente a SO2 e NOx. Il monitoraggio delle polveri è stato volontariamente aggiunto come standard aziendale. Al fine di riportare correttamente le misure di emissione, vengono inoltre misurati in continuo il tenore di ossigeno, umidità, temperatura e pressione dei fumi”.
Rispetto a prima insomma chi risiede nella zona può dormire sonni tranquilli, anche se non è ancora stato spiegato cosa sia accaduto per ben due volte tra luglio e agosto, quando sono state segnalate nubi minacciose avvolgere l’altoforno con ricadute di polveri di cemento in tutto il circondario, come è stato pure documentato da alcuni navigatori che hanno avuto la prontezza di immortalare gli eventi con delle fotografie che Merateonline ha pubblicato. I comitati di tutela ambientale, insieme a Legambinete, hanno inoltre annunciato che intendono effettuare ulteriori controlli, dicendosi persino disposti a pagare di tasca propria i costosi monitoraggi della qualità dell’aria.
In quattordici comuni della zona sono state installate
apparecchiature di rilevamento della qualità dell’aria
e altre due campagne di controllo sono già state programmate
Italcementi: inquinamento dimezzato
ma si attendono altre conferme. Le associazioni
ambientaliste promettono monitoraggi accurati
I vertici dell’Italcementi: ‘’I risultati sono in linea con quanto
preventivato e presentato in fase di progetto. Si attendono ulteriori riduzioni
a seguito dell’ottimizzazione degli impianti, già in corso’’
Dati ufficiali ancora non ce ne sono, ma dalle prime elaborazioni sembra proprio che i cittadini che abitano ai piedi del nuovo forno inceneritore dell’Italcementi, soprannominato ormai il “Mostro di Calusco" e le cui ciminiere raggiungono i 120 metri d’altezza, non abbiano nulla da temere dalle emissioni di scarico del colosso industriale. La nuova linea produttiva ha infatti abbattuto drasticamente la dispersione di sostanze inquinanti, come del resto anticipato dagli stessi vertici aziendali. Le polveri ad esempio sono state ridotte del 62 per cento, il biossido di zolfo addirittura del 93 e gli ossidi di azoto del 53 per cento. A maggiore garanzia dell’attendibilità dei risultati e per valutare anche le ricadute in tutto il territorio circostante in un raggio di 4 chilometri tra il 31 luglio e il 7 agosto Italcementi ha avviato una campagna di monitoraggio della qualità dell’aria attivando dieci postazioni di misurazione passiva e una attiva nel solo comune di Calusco e tre in ogni paese che si trova nell’area stabilita: Merate, Imbersago, Paderno d’Adda, Robbiate, Verderio Inferiore e Verderio Superiore per la provincia di Lecco e Carvico, Medolago, Solza, Sotto il Monte, Suisio, Terno d’Isola e Villa d’Adda per la provincia di Bergamo. Le posizioni per effettuare i prelievi dell’aria sono state concordate con le Amministrazioni comunali stesse per monitorare gli inquinanti normalmente utilizzati per caratterizzare la qualità dell’aria, quali NOx (ossido di azoto), SO2 (biossido di zolfo), O3 (ozono) e BTX (benzene, toluene e xilene). A giorni dovrebbero essere divulgati dalla società i risultati che verranno comunicati pure agli enti locali. L’impressione però è che pure in questo caso i test confermeranno la bontà dei nuovi impianti. Altre due rilevazioni dovrebbero essere eseguite anche nei prossimi mesi, una verso la fine di settembre, alla ripresa delle attività lavorative e delle scuole, una nel periodo invernale, con gli impianti di riscalda mento in funzione. In questo modo si potrà avere un quadro definitivo dell’immissione in atmosfera delle sostanze inquinanti durante tutto l’arco dell’anno.
Una fotografia scattata il 12 luglio
“Già giorni seguenti la messa a regime dell’impianto, ovvero dal primo giugno 2003 – spiegano dall’Italcementi -sono state eseguite le misure ufficiali previste, come previsto per legge dal D.G.R 40670/93, consistenti in 5 campionamenti per ciascuno dei camini dei nuovi impianti. A partire da questi valori e dalle analoghe campagne di misura del 2000, 2001 e 2002, effettuate su tutti i punti di emissione dei vecchi impianti produttivi, è stato possibile dare un prima stima della riduzione del flusso di massa di inquinanti connesso all’avviamento della nuova linea con una riduzione dei gas nocivi che varia dal 53 al 93 per cento. I risultati sono in linea con quanto preventivato e presentato in fase di progetto. Si attendono ulteriori riduzioni delle emissioni di ossidi di azoto (NOx) a seguito dell’ottimizzazione degli impianti, già in corso”.
Le emissioni, rassicurano ancora i responsabili del colosso cementifero, vengono comunque monitorate continuamente: “Presso la cementeria di Calusco d’Adda è operativo un sistema di monitoraggio in continuo delle emissioni del forno di cottura, emissione principale. I parametri analizzati sono polveri, biossido di zolfo (SO2) e ossidi di azoto (NOx). L’Autorizzazione Regionale (D.G.R. n. 40670 del 5 agosto 1993) per le emissioni in atmosfera prescrive il monitoraggio in continuo limitatamente a SO2 e NOx. Il monitoraggio delle polveri è stato volontariamente aggiunto come standard aziendale. Al fine di riportare correttamente le misure di emissione, vengono inoltre misurati in continuo il tenore di ossigeno, umidità, temperatura e pressione dei fumi”.
Rispetto a prima insomma chi risiede nella zona può dormire sonni tranquilli, anche se non è ancora stato spiegato cosa sia accaduto per ben due volte tra luglio e agosto, quando sono state segnalate nubi minacciose avvolgere l’altoforno con ricadute di polveri di cemento in tutto il circondario, come è stato pure documentato da alcuni navigatori che hanno avuto la prontezza di immortalare gli eventi con delle fotografie che Merateonline ha pubblicato. I comitati di tutela ambientale, insieme a Legambinete, hanno inoltre annunciato che intendono effettuare ulteriori controlli, dicendosi persino disposti a pagare di tasca propria i costosi monitoraggi della qualità dell’aria.
Monday, September 01, 2003
merateonline 26 08 03
Ma possiamo sapere che aria respiriamo?
Ma vi rendete conto di cosa dobbiamo respirare senza che nessuno faccia nulla per tutelare la nostra salute? Almeno qualcuno ogni tanto ha il coraggio di mettersi contro le potenze economiche perché sugli altri giornali non ho letto nulla della pericolosità degli impianti Italcementi. Anzi a sentire le altre testate il fumo che ne fuoriesce è più pulita di quella di montagna
Ma possiamo sapere che aria respiriamo?
Ma vi rendete conto di cosa dobbiamo respirare senza che nessuno faccia nulla per tutelare la nostra salute? Almeno qualcuno ogni tanto ha il coraggio di mettersi contro le potenze economiche perché sugli altri giornali non ho letto nulla della pericolosità degli impianti Italcementi. Anzi a sentire le altre testate il fumo che ne fuoriesce è più pulita di quella di montagna
LA PROVINCIA DI LECCO 01 09 03
PADERNO
L’ultima emissione di una colonna di fumo giallastro risale al 5 agosto. La prima è stata notata lo scorso 12 luglio
Nuova fuoriuscita di gas sospetti dalle torri dell’Italcementi
Paderno La torre dell’Italcementi oltre il ponte
PADERNO (l. pe) Proprio durante la campagna di rilevamenti dell’emissione di eventuali sostanze inquinanti, dalle torri dell’Italcementi di Calusco d’Adda è uscita un’altissima colonna di fumo giallastro. Un’emissione diversa dalle solite, che pochi hanno visto ma che è stata documentata da un cittadino e che l’ha resa nota ora al ritorno dalle ferie. Si tratterebbe della seconda fuga di gas sospetti in meno di due mesi e risale al 5 agosto scorso, quando una densa nuvola gialla ha circondato le torri alte 120 metri per circa un’ora ed è poi ricaduta sotto forma di polvere e piccoli frammenti di ghiaia sulla zona circostante. Proprio quelle polveri che le centraline posizionate dall’Italcementi nel raggio di quattro chilometri dall’impianto non possono rilevare e che l’amministrazione di Paderno vorrebbe invece misurare. La prima fuoriuscita di gas risale invece al 12 luglio ed era stata talmente visibile che parecchi cittadini si erano rivolti all’Asl, ai carabinieri ed all’Arpa in cerca di chiarimenti. L’attenzione della gente verso il nuovo impianto del colosso cementifero bergamasco è molto alta: le torri sono alte centoventi metri e dominano l’Isola bergamasca e buona fetta della Brianza meratese, sono visibili fin da quindici chilometri di distanza. Prima i rumori, dovuti ai ritardi nella fornitura di pannelli fonoassorbenti, poi le due fughe di gas, fumi e polveri. Quest’ultimo episodio potrebbe spingere l’amministrazione comunale di Paderno a richiedere controlli specifici da parte dell’Arpa, non semplicemente accontentandosi delle rilevazioni fatte dall’azienda con tre centraline per ognuno dei paesi che si trova nella fascia dei quattro chilometri. Per la provincia di Lecco si tratta di Robbiate, Paderno, Merate, Imbersago. La fuga del 5 agosto è dovuta ad un cedimento di una condotta che porta del clinker, una polvere composta da farine animali e minerali. Viene prodotta dopo la macinazione e la cottura del «crudo» assieme al petcoke ed alle farine ad una temperatura che si avvicina ai 1.400 gradi. Le torri servono proprio a questo, si tratta in sintesi di altoforni e bruciatori alimentati con carbone e oli combustibili. Nel nuovo impianto di Calusco vengono prodotte 3.600 tonnellate di cemento e le emissioni in atmosfera sono di circa 120mila metri cubi di gas e polveri alla temperatura di 100 gradi. Gli effetti nell’atmosfera circostante non sono ancora stati studiati a fondo, ma sono immaginabili ricadute in un raggio abbastanza ampio, soprattutto sui livelli termici
PADERNO
L’ultima emissione di una colonna di fumo giallastro risale al 5 agosto. La prima è stata notata lo scorso 12 luglio
Nuova fuoriuscita di gas sospetti dalle torri dell’Italcementi
Paderno La torre dell’Italcementi oltre il ponte
PADERNO (l. pe) Proprio durante la campagna di rilevamenti dell’emissione di eventuali sostanze inquinanti, dalle torri dell’Italcementi di Calusco d’Adda è uscita un’altissima colonna di fumo giallastro. Un’emissione diversa dalle solite, che pochi hanno visto ma che è stata documentata da un cittadino e che l’ha resa nota ora al ritorno dalle ferie. Si tratterebbe della seconda fuga di gas sospetti in meno di due mesi e risale al 5 agosto scorso, quando una densa nuvola gialla ha circondato le torri alte 120 metri per circa un’ora ed è poi ricaduta sotto forma di polvere e piccoli frammenti di ghiaia sulla zona circostante. Proprio quelle polveri che le centraline posizionate dall’Italcementi nel raggio di quattro chilometri dall’impianto non possono rilevare e che l’amministrazione di Paderno vorrebbe invece misurare. La prima fuoriuscita di gas risale invece al 12 luglio ed era stata talmente visibile che parecchi cittadini si erano rivolti all’Asl, ai carabinieri ed all’Arpa in cerca di chiarimenti. L’attenzione della gente verso il nuovo impianto del colosso cementifero bergamasco è molto alta: le torri sono alte centoventi metri e dominano l’Isola bergamasca e buona fetta della Brianza meratese, sono visibili fin da quindici chilometri di distanza. Prima i rumori, dovuti ai ritardi nella fornitura di pannelli fonoassorbenti, poi le due fughe di gas, fumi e polveri. Quest’ultimo episodio potrebbe spingere l’amministrazione comunale di Paderno a richiedere controlli specifici da parte dell’Arpa, non semplicemente accontentandosi delle rilevazioni fatte dall’azienda con tre centraline per ognuno dei paesi che si trova nella fascia dei quattro chilometri. Per la provincia di Lecco si tratta di Robbiate, Paderno, Merate, Imbersago. La fuga del 5 agosto è dovuta ad un cedimento di una condotta che porta del clinker, una polvere composta da farine animali e minerali. Viene prodotta dopo la macinazione e la cottura del «crudo» assieme al petcoke ed alle farine ad una temperatura che si avvicina ai 1.400 gradi. Le torri servono proprio a questo, si tratta in sintesi di altoforni e bruciatori alimentati con carbone e oli combustibili. Nel nuovo impianto di Calusco vengono prodotte 3.600 tonnellate di cemento e le emissioni in atmosfera sono di circa 120mila metri cubi di gas e polveri alla temperatura di 100 gradi. Gli effetti nell’atmosfera circostante non sono ancora stati studiati a fondo, ma sono immaginabili ricadute in un raggio abbastanza ampio, soprattutto sui livelli termici
MERATEONLINE 12 08 03
Merate: tre centraline per rilevare l`inquinamento
atmosferico dei nuovi impianti Italcementi
La centralina di rilevamento lungo la ex ss 36
Per tre giorni tre centraline per il rilevamento dell`inquinamento atmosferico hanno raccolto informazioni sullo stato dell`aria di Merate. I sofisticati apparecchi sono stati installati lungo la sp 54 Monticello – Paderno d`Adda su un pennone posto nei pressi dell`autosalone Seat di Luciano Sala, nelle vicinanze del cimitero cittadino e a margine della sp 342 dir, all`altezza della rotatoria tra la ex 36 e viale Verdi dove opera già da anni un rilevatore dell`Arpa. Le centraline sono state dunque collocate in punti strategici scelti accuratamenete dal responsabile dell`Ufficio Tecnico comunale Dario Ronchi che ha indicato nelle più trafficate strade cittadine e in una zona isolata i luoghi migliori per le rilevazioni. Le apparecchiature sono entrate in funzione settimana scorsa e prima del week end sono state rimosse. Ora si attendono solo i risultati che diranno se l`aria che respirano i meratesi è buona oppure contiene una percentuale eccessiva di smog e polveri fini, sostanze estremamente tossiche e dannose per la salute. L`esperimento è stato attuato anche in altri paesi della provincia di Lecco e della bergamasca e nasce da una proposta del sindaco di Calusco d`Adda Rinaldo Colleoni che vuole valutare le ricadute dei nuovi impianti dell`Italcementi. Numerosi cittadini di tutto il circondario e le associazioni ambientaliste della zona hanno infatti espresso forti perplessità sull`entrata in funzione della nuova linea produttiva del colosso industriale cementifero che ogni ora emette 120mila mc di aria calda satura di sostanze inquinanti a una temperatura di oltre 100° che possono precipitare al suolo in un raggio di almeno 30 chilometri.
Merate: tre centraline per rilevare l`inquinamento
atmosferico dei nuovi impianti Italcementi
La centralina di rilevamento lungo la ex ss 36
Per tre giorni tre centraline per il rilevamento dell`inquinamento atmosferico hanno raccolto informazioni sullo stato dell`aria di Merate. I sofisticati apparecchi sono stati installati lungo la sp 54 Monticello – Paderno d`Adda su un pennone posto nei pressi dell`autosalone Seat di Luciano Sala, nelle vicinanze del cimitero cittadino e a margine della sp 342 dir, all`altezza della rotatoria tra la ex 36 e viale Verdi dove opera già da anni un rilevatore dell`Arpa. Le centraline sono state dunque collocate in punti strategici scelti accuratamenete dal responsabile dell`Ufficio Tecnico comunale Dario Ronchi che ha indicato nelle più trafficate strade cittadine e in una zona isolata i luoghi migliori per le rilevazioni. Le apparecchiature sono entrate in funzione settimana scorsa e prima del week end sono state rimosse. Ora si attendono solo i risultati che diranno se l`aria che respirano i meratesi è buona oppure contiene una percentuale eccessiva di smog e polveri fini, sostanze estremamente tossiche e dannose per la salute. L`esperimento è stato attuato anche in altri paesi della provincia di Lecco e della bergamasca e nasce da una proposta del sindaco di Calusco d`Adda Rinaldo Colleoni che vuole valutare le ricadute dei nuovi impianti dell`Italcementi. Numerosi cittadini di tutto il circondario e le associazioni ambientaliste della zona hanno infatti espresso forti perplessità sull`entrata in funzione della nuova linea produttiva del colosso industriale cementifero che ogni ora emette 120mila mc di aria calda satura di sostanze inquinanti a una temperatura di oltre 100° che possono precipitare al suolo in un raggio di almeno 30 chilometri.
MERATEONLINE 25 08 03
Calusco: fuga di gas sospetti
dagli impianti Italcementi. E’ la seconda in un mese.
Cresce la paura tra la popolazione
Una nuova fuga di gas sospetti, la seconda in pochi mesi, è stata registrata dai nuovi impianti della Italcementi di Calusco d’Adda. L’episodio risale al 5 agosto, ma è stato reso noto solo dopo una ventina di giorni grazie alla segnalazione di un nostro navigatore che ha anche avuto la prontezza di immortalare l’evento per documentare i fumi che sono fuoriusciti dalla ciminiera alta 120 metri che domina tutta la Brianza e l’Isola. Sono tuttavia molte le persone quel martedì hanno notato durante tutta la giornata una densa nuvola gialla avvolgere gli stabilimenti del colosso industriale ed estendersi sino al ponte San Michele di Paderno che collega la provincia lecchese a quella bergamasca. Una fuga di gas aveva già intimorito i residenti della zona il 12 luglio tanto da spingere alcuni cittadini a rivolgersi ad Asl, Arpa e addirittura ai carabinieri. Secondo i vertici della società però non sarebbe avvenuto nulla, sebbene le immagini scattate in quell’occasione testimonierebbero il contrario. Per circa un’ora da una tubatura vicino agli altiforni è fuoriuscito una coltre color grigio scuro che ha avvolto tutti gli impianti e le abitazioni circostanti per poi ricadere a terra sotto forma di ghiaia e polveri pesanti che hanno imbrattato strade ed edifici. Da quanto si è potuto apprendere la nuvola scura sarebbe stata causata da un cedimento di un tubo in cui passa il clinker, una polvere speciale che serve per la formazione del cemento, composta da minerali e farine animali. Per la realizzazione del clinker occorre macinare precedentemente il cosiddetto “crudo”, insieme alla farine, petcoke e materie prime che vengono cotte nello speciale altoforno che può raggiungere temperature elevatissime vicino ai 1.400 °. I bruciatori generalmente vengono alimentati a carbone,oppure con oli combustibili. Per rendersi conto del calore necessario al complesso procedimento che da origine al cemento basta pensare che generalmente i forni inceneritori per i rifiuti non superano gli 800 gradi. In un’ora la nuova linea di produzione è in grado di macinare 260 tonnellate di crudo e bruciare dalle 20 alle 26 tonnellate di combustibile solido che, sfruttando il deposito di 1.100 tonnellate, generano in un giorno 3.600 tonnellate di cemento. I gas di scarico della lavorazione vengono poi espulsi da un camino alto 120 metri che domina l’intera Brianza e che dovrebbe assicurare maggiori garanzie rispetto ai precedenti scarichi. Polveri e fumi possono poi ricadere in un raggio che raggiunge i 30 chilometri, quindi, oltre a tutta la bergamasca, anche l’intera area del meratese e del lecchese. Lo stesso genere di disguido si sarebbe verificato anche il 5 agosto con decine di persone che hanno assistito esterrefatte all’estendersi della macchia gialla. Dai pochi dati a disposizione sembra comunque che anche quando gli impianti funzionano regolarmente ogni ora vengono immessi nell’aria circa 120mila metri cubi di scarichi che raggiungono temperature superiori ai 100°, un’immensa bolla rovente in grado di modificare il microclima in un raggio molto ampio. Per rendersi conto dell’effettiva pericolosità di quanto immesso nell’atmosfera il primo cittadino di Calusco Rinaldo Colleoni ha promosso una serie di campionature e misurazioni dell’aria che hanno interessato anche Merate e Paderno. Per tre giorni in tutta la zona hanno funzionato apposite centraline che hanno catturato l’inquinamento. Per conoscere i risultati occorrerà però pazientare qualche giorno, almeno sino ai primi di settembre. Associazioni ambientaliste e comitati civici intanto stanno affilando le armi e dopo la pausa estiva si attendono manifestazioni di protesta contro quello che ormai è stato soprannominato il Mostro di Calusco. Alle iniziative dovrebbero partecipare anche importanti esponenti politici locali e nazionali.
Calusco: fuga di gas sospetti
dagli impianti Italcementi. E’ la seconda in un mese.
Cresce la paura tra la popolazione
Una nuova fuga di gas sospetti, la seconda in pochi mesi, è stata registrata dai nuovi impianti della Italcementi di Calusco d’Adda. L’episodio risale al 5 agosto, ma è stato reso noto solo dopo una ventina di giorni grazie alla segnalazione di un nostro navigatore che ha anche avuto la prontezza di immortalare l’evento per documentare i fumi che sono fuoriusciti dalla ciminiera alta 120 metri che domina tutta la Brianza e l’Isola. Sono tuttavia molte le persone quel martedì hanno notato durante tutta la giornata una densa nuvola gialla avvolgere gli stabilimenti del colosso industriale ed estendersi sino al ponte San Michele di Paderno che collega la provincia lecchese a quella bergamasca. Una fuga di gas aveva già intimorito i residenti della zona il 12 luglio tanto da spingere alcuni cittadini a rivolgersi ad Asl, Arpa e addirittura ai carabinieri. Secondo i vertici della società però non sarebbe avvenuto nulla, sebbene le immagini scattate in quell’occasione testimonierebbero il contrario. Per circa un’ora da una tubatura vicino agli altiforni è fuoriuscito una coltre color grigio scuro che ha avvolto tutti gli impianti e le abitazioni circostanti per poi ricadere a terra sotto forma di ghiaia e polveri pesanti che hanno imbrattato strade ed edifici. Da quanto si è potuto apprendere la nuvola scura sarebbe stata causata da un cedimento di un tubo in cui passa il clinker, una polvere speciale che serve per la formazione del cemento, composta da minerali e farine animali. Per la realizzazione del clinker occorre macinare precedentemente il cosiddetto “crudo”, insieme alla farine, petcoke e materie prime che vengono cotte nello speciale altoforno che può raggiungere temperature elevatissime vicino ai 1.400 °. I bruciatori generalmente vengono alimentati a carbone,oppure con oli combustibili. Per rendersi conto del calore necessario al complesso procedimento che da origine al cemento basta pensare che generalmente i forni inceneritori per i rifiuti non superano gli 800 gradi. In un’ora la nuova linea di produzione è in grado di macinare 260 tonnellate di crudo e bruciare dalle 20 alle 26 tonnellate di combustibile solido che, sfruttando il deposito di 1.100 tonnellate, generano in un giorno 3.600 tonnellate di cemento. I gas di scarico della lavorazione vengono poi espulsi da un camino alto 120 metri che domina l’intera Brianza e che dovrebbe assicurare maggiori garanzie rispetto ai precedenti scarichi. Polveri e fumi possono poi ricadere in un raggio che raggiunge i 30 chilometri, quindi, oltre a tutta la bergamasca, anche l’intera area del meratese e del lecchese. Lo stesso genere di disguido si sarebbe verificato anche il 5 agosto con decine di persone che hanno assistito esterrefatte all’estendersi della macchia gialla. Dai pochi dati a disposizione sembra comunque che anche quando gli impianti funzionano regolarmente ogni ora vengono immessi nell’aria circa 120mila metri cubi di scarichi che raggiungono temperature superiori ai 100°, un’immensa bolla rovente in grado di modificare il microclima in un raggio molto ampio. Per rendersi conto dell’effettiva pericolosità di quanto immesso nell’atmosfera il primo cittadino di Calusco Rinaldo Colleoni ha promosso una serie di campionature e misurazioni dell’aria che hanno interessato anche Merate e Paderno. Per tre giorni in tutta la zona hanno funzionato apposite centraline che hanno catturato l’inquinamento. Per conoscere i risultati occorrerà però pazientare qualche giorno, almeno sino ai primi di settembre. Associazioni ambientaliste e comitati civici intanto stanno affilando le armi e dopo la pausa estiva si attendono manifestazioni di protesta contro quello che ormai è stato soprannominato il Mostro di Calusco. Alle iniziative dovrebbero partecipare anche importanti esponenti politici locali e nazionali.
MERATEONLINE 26 08 03
Quando vedo il mostro di Calusco...
E` successo qualcosa di nuovo rispetto agli articoli di fine luglio? Ma poi esiste veramente una preoccupazione dei sindaci della zona? Io so solo che quando mi alzo la mattina e vedo questa mostruosita` , mi girano le balle e mi domando come e` possibile che una bestiata del genere si possa concepire e realizzare senza che nessuno dica niente. I miei omaggi al sindaco di calusco e spero che almeno in termini elettorali la paghi duramente !!
r.s
Quando vedo il mostro di Calusco...
E` successo qualcosa di nuovo rispetto agli articoli di fine luglio? Ma poi esiste veramente una preoccupazione dei sindaci della zona? Io so solo che quando mi alzo la mattina e vedo questa mostruosita` , mi girano le balle e mi domando come e` possibile che una bestiata del genere si possa concepire e realizzare senza che nessuno dica niente. I miei omaggi al sindaco di calusco e spero che almeno in termini elettorali la paghi duramente !!
r.s
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