Giorni dalla firma tra Italcementi ed i Comuni

NON HANNO FIRMATO I SINDACI DI : Paderno d'Adda e Solza . HANNO FIRMATO : Calusco d'Adda, Cornate d'Adda, Imbersago, Medolago, Parco Adda Nord, Robbiate, Verderio Inferiore, Verderio Superiore, Villa d'Adda, Dopo più di 1.000 giorni dalla firma ,il 4 Maggio 2012 non si hanno notizie sulla ferrovia . Solo ombre su questo accordo fantasma , polvere , puzza, inquinamento . http://calusco.blogspot.it/2012/05/comunicato-stampa-tavolo-italcementi.html

Countdown alla ferrovia

il tempo e' finito del collegamento ferroviario nessuna notizia ,Piu' di 1.000 giorni TRE ANNI e nulla di fatto, meditate .

Tuesday, October 31, 2006

C’E’ CHI DICE NO!

C’E’ CHI DICE NO!

Signor Sindaco Portobello, Lei nel marzo del c.a. ha diffidato la Italcementi, consci del fatto che il provvedimento da Lei adottato nei confronti della Italcementi era un atto Dovuto, ci preme in ogni caso comunicarLe il nostro grande apprezzamento, per la Sua decisione, a dimostrazione di un’assunzione di RESPONSABILITA’.

Probabilmente possiamo affermare, che per la prima volta ad Isola delle Femmine una pubblica istituzione intima e sollecita un’Azienda privata al rispetto delle leggi in materia ambientale, della salute dei cittadini, al rispetto del territorio in cui, un’azienda, agisce e produce.

Ci rendiamo conto delle resistenze che ha dovuto superare nell’adottare il provvedimento, perché come tutti possono immaginare, ma non dire, (si vocifera) che tra la politica (con la p minuscola) e la Italcementi si è creato una sorta di “vicendevole e benevolo condizionamento”. Vedasi l’impegno della Italcementi nel soddisfare alcune esigenze della nostra Comunità, nel favorire assunzioni di nostri concittadini e varie opere di beneficenze, un esempio illuminante è stata la concessione autorizzata qualche anno addietro, dal Comune di Isola per la realizzazione del deposito di stoccaggio di petcoke. Sembra esservi dubbi sulla sua legittimità oltretutto in un sito in cui si svolgeva attività estrattiva. A tal proposito c’è da chiedersi ed eventualmente verificare la scadenza della concessione.

Per tornare alla Sua diffida, noi pensiamo che diversamente da quanto affermato dalla Italcementi, il petcoke non è una cosa “innocua”. Esperti chimici hanno dimostrato il petcoke: ricchi di metalli pesanti e zolfo.

L’ARPA sembra aver riscontrato delle violazioni per l’uso del combustibile Petcoke, al punto di doverne dare dovuta informativa all’autorità giudiziaria.

L’uso di questa “feccia del petrolio”, che va sempre più aumentando, determina un incremento vertiginoso dei profitti. Tutto ciò naturalmente può avvenire se è consentito, senza che chi ne ha la responsabilità si curi di tener conto dell’ubicazione dello stabilimento che è posto in un’area altamente abitata, pensiamo! All’ingresso del Paese. (alto rischio oltre che ambientale anche sanitario). Oggi finalmente: l’ARPA ammette che le proteste dei cittadini di Isola avevano fondamento. I Cittadini di Isola delle Femmine dicevano la verità! D’altronde anche l’ Italcementi comincia a dire qualcosa in più, anche se con lo scopo di tirare acqua al suo mulino senza dire fino in fondo come stanno effettivamente le cose! (per esempio quando si vuole scambiare il petcoke con il carbone o polverino di carbone). L’ARPA afferma che: “…la Italcementi non è in grado di fornire la documentazione tecnica allegata ai decreti autorizzativi sopraelencati, né di indicare quali fossero i combustibili autorizzati, né la data d’inizio d’impiego del petcoke; si evidenzia altresì che la natura del combustibile utilizzato…… le modalità di gestione del petcoke non sono citate nei decreti autorizzativi e non sono descritte nelle relazioni annuali prodotte dalla Ditta sul contenimento delle emissioni diffuse; inoltre la ditta effettua attività di recupero rifiuti costituiti da refrattari nella linea di produzione clinker e di gessi chimici da desolforazione nella produzione di cemento nel molino cotto 3. Di quest’attività di recupero non è data evidenza nelle relazioni analitiche relative ai punti d’emissione.”. Ai sensi delle direttive Europee gli “Stati membri (cioè l’Italia) devono adottare le misure necessarie per assicurare che i rifiuti siano recuperati o smaltiti senza pericolo per la salute dell’uomo e senza usare procedimenti o metodi che POTREBBERO recare pregiudizio all’ambiente e in particolare:

- senza creare rischi per l’acqua, l’aria, il suolo e per la fauna e la flora;

- senza causare inconvenienti da rumori od odori;

- senza danneggiare il paesaggio e i siti di particolare interesse”.

In percentuale, proviamo a chiederci, quanto incidono sull’inquinamento dell’aria le continue e frequenti emissioni derivanti dall’attività lavorativa della Italcementi? INQUINARE l’aria, è un reato molto grave, che coinvolge il Sindaco, e dirigenti della pubblica amministrazione.

Le considerazioni che in genere sono fatte a fronte di tali affermazioni sono:

“siete in grado di provare ciò?” I ricercatori parlano in termini di anni per avere una casistica certa e meritevole di costituzione in giudizio. Per esempio a distanza di anni, in un’area ove si produce cemento, si è accertato che sul 20% della popolazione erano concentrati il 60% dei tumori polmonari presenti nella zona e ciò ha provocato denunce penali.

Quando si parla di emissioni, per la salute dei lavoratori della Italcementi dei loro figli e dell’intera Cittadinanza è importante sapere quantitativamente le sostanze immesse nell'aria.
Un Sistema di rilevazione e controllo autogestito con la partecipazione delle Associazioni dei Cittadini, potrebbe fornirci delle indicazioni precise sulla qualità dell’aria che respiriamo.

- Ci chiediamo se il Sindaco i Rappresentanti dei lavoratori e i cittadini siano bene informati su quanto con sempre più frequenza avviene in termini di emissioni.
- Chiediamo a Lei Signor Sindaco, che ha avuto l’opportunità di approfondire la questione. Se ha chiesto spiegazioni, rispetto delle normative ed impegni precisi alla Italcementi?
Noi Abbiamo fondati motivi per ritenere che nulla di tutto questo sia accaduto e dobbiamo prendere atto che chi "giura" sulle garanzie del processo produttivo, chi parla di "controlli efficienti" sui combustibili utilizzati, chi si sbraccia per sostenere di "avere a cuore" e di fare il possibile per tutelare la salute dei suoi concittadini, in pratica cerchi di mascherare una tragica realtà che risulta più comoda nascondere o minimizzare.

Sottovalutare o fingere di ignorare, i rischi a cui quotidianamente i cittadini di Isola sono soggetti, e perdere altro tempo, contando sullo sfinimento, l’emarginazione, la derisione, l’ isolamento di chi è impegnato nella difesa della salute e della qualità della vita, E’ UN REATO! Vi è in Noi la convinzione che OGGI: la tecnologia ha in serbo tutti gli strumenti necessari affinchè il ciclo produttivo della Italcementi, possa svolgersi nel rispetto della salute dei lavoratori dei nostri cittadini e di quelli di tutti i comuni limitrofi. Il problema è solamente di natura economica. Nel ribadire ancora una volta la nostra posizione della salvaguardia degli attuali livelli occupazionali, rivolgiamo un forte appello ai cittadini e ai lavoratori affinché si riprenda una seria riflessione su quanto avvenuto e quanto sta avvenendo in questi impianti. La tutela della salute non può essere delegata e l'unica garanzia passa attraverso l'assunzione di un impegno diretto, responsabilità e azione di noi cittadini direttamente interessati.

Signor Sindaco Portobello, a Lei che è delegato a tutelare la salute pubblica, Le chiediamo di essere più presente quando si affrontano di queste problematiche che vedono coinvolta l’intera comunità che Lei pensa di Amministrare. Ora! Ai cittadini di Isola delle Femmine è data una grande opportunità: attraverso una grande opera di BONIFICA dell’area che l’ARPA ha certificato essere contaminata creare le condizioni di un recupero ambientale e paesaggistico ai fini di una fruibilità da parte dei cittadini di un sito che la Comunità Europea ha dichiarato essere area di protezione ambientale e che in Italia è stato recepito dal Decreto Presidenziale 357 dell’8.9.97.



Per Comitato Cittadino Isola Pulita Pino Ciampolillo

Thursday, October 26, 2006

IL T.A.R. RESPINGE IL RICORSO DELLA ITALCEMENTI DI

IL T.A.R. RESPINGE IL RICORSO DELLA ITALCEMENTI DI

ISOLA DELLE FEMMINE

Il ricorso era avverso alla diffida del 25.7.06, da parte dell'Assessorato Territorio Ambiente della Regione Sicilia.

L’Assessorato diffidava l’Italcementi S.p.a. dal continuare ad apportare modifiche all’impianto ed al ciclo produttivo in assenza della preventiva comunicazione alle Autorità Competenti e dell’eventuale autorizzazione ai sensi dell’art 269 del citato 152/06 inoltre si diffidava l’Italcementi S.p.a. dal continuare ad utilizzare il petcoke come combustibile, nonché a continuare ogni attività che dia luogo alla produzione di emissioni diffuse di tale composto in assenza della necessaria autorizzazione ai sensi del D.Lgs 152/06.
La diffida imponeva alla Italcementi l’obbligo del rispetto degli adempimenti discussi e concordati in una riunione tra L’Italcementi Funzionari dell’Arpa il giorno 12.06.06, nel contempo l’atto di diffida evidenziava che ogni ulteriore violazione delle prescrizioni contenute nel provvedimento comporterà necessariamente la sospensione delle autorizzazioni concesse.

La Italcementi dal canto suo non ha mai comunicato l'uso del Pet-coke come combustibile, ciò non risulta neanche dagli atti forniti dalla Italcementi, peraltro non risulta neanche dai certificati analitici sulle emissioni in atmosfera, come non risulta in in nessuna altra forma di comunicazione che il combustibile utilizzato fosse il pet-coke. Al contrario la Italcementi in modo generico parla di carbone o polverino di carbone. Pensiamo che la Italcementi ha conoscenze e mezzi per sapere che il carbone naturale ha caratteristiche chimico-fisiche e contenuto di inquinanti (qualitativamente e quantitativamente) diverse dal petco-ke. che per la sua composizione, comprende oltre ad IPA (in particolare benzopirene) e metalli pesanti come nichel, cromo e vanadio, va movimentato con cura per evitare di sollevare polveri respirabili.

Il Comitato Cittadino Isola Pulita rinnova l’invito alle autorità competenti di attivare tutte le procedure provvedimenti e controlli atti a salvaguardare la salute dei lavoratori dei nostri concittadini e di quelli dei comuni limitrofi.
Inoltre il Comitato Cittadino Isola Pulita nel riaffermare la volontà di salvaguardare l’attuale stato occupazionale, invita Le Organizzazioni Sindacali, ambientaliste, maestranze della Italcementi, A.S.I. Sindaci dell’Unione dei Comuni, Italcementi a costituire un tavolo di concertazione, discussione, confronto e dialogo sulle tematiche del lavoro, della salute dell’ambiente e del futuro turistico di Isola delle Femmine.

www.isolapulita.it

Tuesday, October 17, 2006

Stop agli incentivi all'incenerimento dei rifiuti

Stop agli incentivi all'incenerimento dei rifiuti


Sì all'unanimità della Commissione Ambiente del Senato alla legge Comunitaria 2006. È una notizia davvero positiva perché il provvedimento, che mette in regola la legislazione italiana con la normativa europea, stabilisce tra l'altro che gli incentivi alle fonti rinnovabili possono essere concessi soltanto a quelle riconosciute veramente come tali dalla direttiva comunitaria in materia escludendo, in pratica, la frazione non biodegradabile dei rifiuti.


Finora, infatti, grazie al trucco delle "fonti assimilate", definizione che allarga in maniera piuttosto ambigua la tipologia delle fonti alternative, la legislazione italiana ha di fatto consentito che gran parte dei finanziamenti pubblici finissero attraverso certificati verdi e la voce Cip 6 della bolletta elettrica a impianti che bruciavano qualsiasi tipo di rifiuto, persino i residui petroliferi.


Un evidente paradosso che ora la Comunitaria 2006 potrebbe cancellare definitivamente se il suo iter in Parlamento non sarà ostacolato. L'articolo 15-bis, comma 1, recita infatti: "Ai fini della corretta applicazione della direttiva 2001/77/CE i finanziamenti e gli incentivi pubblici sono concedibili esclusivamente per la produzione di elettricità prodotta da fonti energetiche rinnovabili, così come definita dall'articolo 2 della medesima direttiva 2001/77/Ce". E dunque non agli scarti non biodegradabili.


Aggiunge poi il comma 2: "I benefici previsti dal decreto legislativo 29 dicembre 2003, n. 387 per gli impianti di incenerimento, di co-combustione, di coincenerimento possono essere concessi soltanto a quegli impianti la cui costruzione sia iniziata dopo l'entrata in vigore del decreto legislativo 29 dicembre 2003, n. 387 e prima del 9 giugno 2006". Il che significa che viene anche ristretto notevolmente il campo di utilizzo degli inceneritori.


"Un ottimo risultato che ci avvicina all'Europa - esulta Francesco Ferrante, direttore generale di Legambiente e capogruppo dell'Ulivo in commissione ambiente al Senato - Con questo provvedimento, si liberano risorse preziose per rilanciare fonti veramente pulite come il fotovoltaico e l'eolico. Solo così - sottolinea - riusciremo a recuperare i ritardi del nostro Paese sugli obiettivi di Kyoto e a garantirci una gestione più sostenibile dei rifiuti". Non solo: "Questa è l'occasione giusta - conclude Ferrante - anche per sostituire l'attuale sistema di incentivazione per la produzione di energia da fonti rinnovabili fondato sui Certificati verdi con un meccanismo di sostegno economico trasparente".

Thursday, October 12, 2006

Isola Pulita Isola delle Femmine Italcementi e NUOVA TORRE

Isola Pulita Isola delle Femmine Italcementi e NUOVA TORRE
Con la costruzione della nuova Torre della Italcementi Isola delle Femmine pregiudica il suo futuro turistico
mercoledì 11 ottobre 2006, di pino ciampolillo - 6 letture

[b][b]LA RINASCITA DI ISOLA DELLE FEMMINE: SI COSTITUISCE IL COMITATO ISOLA PULITA[/b][/b]

[b]IL REGALO CHE LA CEMENTERIA INTENDE FARE A NOI CITTADINI DI ISOLA. PRIMA DI ANDARE AVANTI CON LA COSTRUZIONE DI QUESTO SCEMPIO, ANALIZZIAMO LA SITUAZIONE AD OGGI: DAL PUNTO DI VISTA AMBIENTE E SUE CONSEGUENZE SULLA SALUTE DI NOI CITTADINI VOGLIAMO SAPERNE DI PIU’, VOGLIAMO AVERE PIU’ INFORMAZIONI. A TAL PROPOSITO E’ IN FASE DI COSTITUZIONE UN COMITATO CITTADINO A SALVAGUARDIA DELLA NOSTRA SALUTE DEL NOSTRO AMBIENTE DEL NOSTRO MARE E PER RIAFFERMARE ATTRAVERSO IDEE E PROGETTI LA NOSTRA VOCAZIONE DI PAESE TURISTICO. [/b]

[b][b]L’ETERNO DILEMMA DELLO SVILUPPO TURISTICO AD ISOLA [/b][/b]

SVILUPPO TURISTICO A ISOLA DELLE FEMMINE. LE SCELTE DA FARE OGGI

[b][b]INVENTARIO DEI FENOMENI FRANOSI [/b][/b]dati: APAT ID Frana: 0820500900; Comune: Capaci ; Tipo di movimento: Crollo/Ribaltamento; Attività: Attivo/riattivato/sospeso Metodo usato per la valutazione del movimento e dell’attività: Segnalazione Fotointerpretazione; Danno: n.d.ID Frana: 0820500900; Comune: Capaci ; Tipo di movimento: Crollo/Ribaltamento; Attività: Attivo/riattivato/sospeso; Metodo usato per la valutazione del movimento e dell’attività: Fotointerpretazione; Danno: n.d.IDFrana 0820516100 Comune: Isola delle Femmine Tipo di movimento: Crollo/Ribaltamento; Attività: Attivo/riattivato/sospeso;Metodo usato per la valutazione del movimento e dell’attività: Segnalazione, Fotointerpretazione; Danno: Strade,Infrastrutture di servizio. http://193.206.192.231/cartanetiffi/default.asp

IL PROGETTO: ITALCEMENTI CARATTERISTICHE TECNICHE DEI NUOVI IMPIANTI DI ISOLA DELLE FEMMINE Nuova Calusco Lavoro: Nuova Calusco ProjectCommittente: CTG, KOBE STEEL Periodo: 2000-2002 Progettazione generale: CTG, KOBE STEEL Supervisione generale ai lavori: CTG Attività svolte: caratterizzazione geotecnica del sito, progettazione costruttiva item principali della nuova linea forno, strutture in calcestruzzo su incarico di CTG strutture in acciaio per KOBE STEEL Ltd Descrizione dei lavori: Il ns gruppo ha sviluppato un progetto di massima definito negli anni precedenti dallo staff tecnico di CTG, sulla base delle esperienze acquisite nella realizzazione di impianti simili del GruppoCTG ha definito le linee guida generali, con particolare attenzione agli aspetti legati al calcestruzzo CTG infine coordina la progettazione e cura la Direzione Lavori Gli Item più importanti sono i Seguenti: L´edificio Macinazione Crudo La fondazione del Molino la Torre PreriscaldoLe basi del Forno Rotante L´edificio Scarico Forno Il Silo farina Edifici Ausiliari in c.a. e acciaio L´Edificio Macinazione Crudo è costituito da un´ossatura portante di pilastri, travi e setti prevalentemente in cemento armato, ed in acciaio per quanto riguarda alcuni impalcati di piano. E’ formato da diversi piani impostati su differenti quote fino ad arrivare, con la copertura, a +[b]33.80 [/b]m da terra e contiene il molino, ovvero la macchina che macina la materia prima per la produzione del cemento

La Torre: Dimensioni in pianta: 18x30 mAltezza dalla fondazione 107.05 m Quantità di calcestruzzo per fondazione 2575 m3 Quantità di calcestruzzo per elevazione 4170 m3 Quantità di acciaio per impalcati 590 Quantità di acciaio per lamiere bugnate 133t Quantità di acciaio per colonne 112t Quantità di acciaio per travi reticolari 53t Totale acciaio 888t Peso macchine impianto 2780 tPeso cenere (short term) 660 t

[b][b]L’intervento principale è stato lo spostamento degli impianti a maggior impatto ambientale, a sud della ferrovia Bergamo-Milano, allontanandoli quindi dall’area del centro abitato, realizzando una nuova linea di cottura, progettata ai massimi livelli tecnologici. Per i nuovi impianti e per il nuovo tunnel che collega le cave di Colle Pedrino e Monte Giglio sono stati investiti complessivamente circa 150 milioni di euro. L’investimento colloca la cementeria di Calusco d’Adda ai primi posti a livello mondiale per l’alto standard tecnologico raggiunto e per le elevate performance ambientali. La nuova cementeria di Calusco d’Adda ha ridotto notevolmente l’impatto sul territorio. Il nuovo forno consente infatti un consumo più basso di energia termica e quindi l’impiego di una minore quantità di combustibili. La nuova linea e i nuovi sistemi di abbattimento consentono una riduzione delle emissioni tra il 50% e il 90% rispetto ai limiti imposti dalle normative a cui era soggetto il vecchio impianto. La fermata di alcuni impianti, la loro razionalizzazione e la delocalizzazione della linea di cottura, consentono di ridurre ulteriormente l’impatto acustico verso l’abitato di Calusco d’Adda

Monday, October 09, 2006

Villa d'Adda: scontro fra una Golf e un camion



Villa d'Adda: scontro fra una Golf e un camion
Muore giovane di 23 anni, illeso il camionista


Ennesima tragedia sulle strade della Bergamasca. Un giovane di Villa d'Adda ha perso la vita in uno schianto frontale fra la sua auto e un camion. L'incidente è accaduto nella notte alle 2,40 in via Peschiera. Alfredo Panzeri stava viaggiando su una Volkswagen Golf in direzione di Cisano, mentre dal senso di marcia opposto stava sopraggiungendo un camion. Per cause ancora da accertare, i due mezzi si sono scontrati frontalmente. L'impatto è stato violentissimo. Il giovane è morto sul colpo. Il camion è finito contro il muro perimetrale di una casa abbattendolo parzialmente. Il conducente del mezzo pesante è comunque uscito illeso dallo scontro. Sul posto è giunta l'ambulanza del 118, ma per Alfredo Panzeri non c'era più nulla da fare. Per gli accertamenti di legge sono intervenuti i carabinieri del Nucleo Radiomobile di Zogno. I vigili del fuoco sono giunti con due carri soccorso ed hanno lavorato fino alle 7 per rimuovere i mezzi pesanti e per mettere in sicurezza la strada dopo aver spostato i detriti del muro abbattuto.

(07/10/2006)

Friday, October 06, 2006

Energia: stop agli incentivi sulle false rinnovabili

Energia: stop agli incentivi sulle false rinnovabili
04/10/2006 17:13 -
“Ci stiamo finalmente muovendo nella direzione giusta”. È positivo il giudizio di Legambiente sull’approvazione del parere della Commissione Ambiente del Senato sulla legge comunitaria, che tra gli altri punti chiede di escludere la frazione non biodegradabile dei rifiuti dalle fonti di energia incentivate, come previsto dalla direttiva europea sulle rinnovabili.“Il parere approvato oggi guarda all’Europa, sopprimendo la concessione di certificati verdi all’energia ricavata dalla frazione non biodegradabile dei rifiuti. In questo modo si liberano risorse preziose per rilanciare fonti veramente pulite che ne hanno sicuramente più bisogno, come il fotovoltaico e l’eolico. Solo così riusciremo a recuperare i ritardi del nostro Paese sugli obiettivi di Kyoto e a garantirci una gestione più sostenibile dei rifiuti. Questa – ha proseguito la nota - è l’occasione giusta anche per sostituire l'attuale sistema di incentivazione per la produzione di energia da fonti rinnovabili fondato sui Certificati verdi con un meccanismo di sostegno economico trasparente, come potrebbe essere quello del 'conto energia' tedesco”.

Wednesday, October 04, 2006

Isola delle Femmine – Per la fabbrica che inquina il Ministero chiama il Sindaco

Una battaglia del Comitato Cittadino Isola Pulita

Isola delle Femmine – Per la fabbrica che inquina il Ministero chiama il Sindaco

La convocazione fa seguito alla diffida che l'Assessorato Territorio ed Ambiente della Regione Sicilia ha notificato alla Italcementi

Oggi il ministero dell'Ambiente ha convocato, per un'audizione, il sindaco di Isola delle Femmine argomento: «sospetto inquinamento atmosferico a Isola delle Femmine».
La convocazione fa seguito alla diffida che l'Assessorato Territorio ed Ambiente della Regione Sicilia ha notificato alla Italcementi. Secondo la perizia dell'Arpa «l'azienda di Isola delle Femmine causa variazioni della qualità dell'aria per gli inquinanti emessi in atmosfera, modifiche all'impianto e al ciclo produttivo senza preventiva autorizzazione, utilizzo del petcoke, sottoprodotto della lavorazione del petrolio, come combustibile».
«La ditta - si legge nella diffida - non ha indicato i combustibili autorizzati né la data di inizio di impiego del petcoke. La natura del petcoke non compare nei rapporti di prova relativi alle misure periodiche delle emissioni in atmosfera e le modalità di gestione non sono citate nei decreti autorizzativi».
Il comitato cittadino «Isola pulita» ha sollecitato le autorità ad attivare tutte le procedure per salvaguardare la salute di lavoratori e cittadini. Il comitato ha intenzione, inoltre, di monitorare e verificare le connessioni tra il rapporto dell'Arpa e le patologie più diffuse sul territorio: neoplasie e malattie della tiroide.
Il presidente della Commissione Ambiente senatore Tommaso Sodano e Giovanni Russo Spena hanno presentato un'interrogazione parlamentare al ministro dell'Ambiente per avere informazioni sugli interventi di bonifica da apportare sul sito e sui rimedi per tutelare la salute degli abitanti di Isola. «Il petcoke - scrivono i senatori nell'interrogazione - è responsabile dell'emissione in atmosfera di idrocarburi policiclici aromatici, vanadio e nichel. L'Arpa ha rilevato la presenza di questi inquinati. Ma quel che è più grave è che le polveri sospese nell'aria, in base alle diverse quantità, possono provocare diverse malattie nell'uomo, allergie, malattie respiratorie e perfino tumori».
Il Comitato Cittadino «Isola Pulita» nell'esprimere vivo compiacimento per la sensibilità dimostrata dal Ministero con la convocazione del Sindaco di Isola delle Femmine, sollecita:
- le Autorità competenti di attivare tutte le procedure e i provvedimenti atti a salvaguardare la salute dei lavoratori e dell'intera cittadinanza;
- all'Autorità Giudiziaria già investita con nota prot. 9945432 del 30.1.2006 si richiede di accertare eventuali atti di infrazione e di non rispetto delle leggi in materia di Ambiente e di Sanità;

propone:
- di monitorare e verificare, con un apposito gruppo di lavoro, le eventuali connessioni tra ciò che si evidenzia dai rapporti Arpa e le patologie più diffuse sul territorio con particolare riferimento a quelle neoplastiche e tiroidee nel territorio di Isola delle Femmine.

invita:
- le Organizzazioni Sindacali, ambientaliste, maestranze della Italcementi, Asi, Sindaci dell'Unione dei Comuni, Italcementi a costituire un tavolo di concertazione, discussione, confronto e dialogo sulle tematiche del lavoro, della salute dell'ambiente e del futuro turistico di Isola delle Femmine.

Tuesday, October 03, 2006

Truffa a danno delle rinnovabili

Truffa a danno delle rinnovabili
di Alina Lombardo
I contrari lo definiscono una "stretta inattesa" e poco auspicabile per il settore ambientale in Italia. I favorevoli lo salutano come il passaggio obbligato per allinearci correttamente a quanto stabilito dall'Unione europea in materia di produzione di energia da fonti rinnovabili. Sul banco degli imputati è l'emendamento (articolo 15 bis) alla legge Comunitaria 2006, al centro di un acceso dibattito in Parlamento prima della pausa estiva, "reo" di aver proposto l'esclusione dei rifiuti non biodegradabili dai finanziamenti, i cosiddetti certificati verdi, per la produzione di energia elettrica da fonti rinnovabili.
Il no degli industriali: scelta che porta gravi problemi
La levata di scudi contro l'emendamento da parte di alcune lobby che vedono nell'incenerimento dei rifiuti la soluzione ai principali problemi ambientali italiani (smaltimento rifiuti e raggiungimento degli impegni di Kyoto attraverso alte percentuali di energia prodotta da fonte rinnovabile) è stata ben sintetizzata sulle colonne del Sole 24 Ore lo scorso luglio da Paola Ficco.
La quale, parlando dell'emendamento spiega: "Se approvato, provocherebbe due gravi problemi. Il primo, per la soppressione dei rifiuti non biodegradabili tra le fonti energetiche rinnovabili (Fer), che invece era la condizione appositamente prevista per l'Italia proprio dalla direttiva 2001/77/Ce, per consentire la possibilità di raggiungere gli obiettivi previsti dalla stessa norma europea. Il secondo problema, invece - continua Ficco - riguarderebbe la disincentivazione di Fer come i rifiuti non biodegradabili che, invece, consentirebbero di soddisfare gli impegni del protocollo di Kyoto. Infatti, nell'allegato alla direttiva 2001/77/Ce era stata inserita una nota che, per l'Italia, rendeva esplicita la necessità di considerare anche la quota non biodegradabile dei rifiuti, al fine di raggiungere l'obiettivo nazionale di elettricità prodotta da fonti energetiche rinnovabili (25% nel 2010)".
La nota affermava che "nel tener conto dei valori di riferimento enunciati nel presente allegato, l'Italia muove dall'ipotesi che la produzione di energia interna lorda di elettricità a partire da Fer rappresenterà nel 2010 fino a 76 TWh, cifra che comprende anche l'apporto della parte non biodegradabile dei rifiuti urbani e industriali utilizzati in conformità della normativa comunitaria sulla gestione dei rifiuti". "Ora - conclude Ficco - alla luce dell'art. 15 bis, rischia di venir meno il supporto della quota non biodegradabile dei rifiuti. Il che significa, per l'Italia, l'impossibilità di raggiungere il traguardo del 25% di energia da Fer entro il 2010".
Il sì degli ecologisti: scelta importante per l'ambiente
Argomentazioni che non convincono gli ambientalisti. "Sostenere che senza l'apporto dei rifiuti per l'Italia sarà impossibile il raggiungimento dell'obiettivo del 25% di produzione elettrica da fonti rinnovabili entro il 2010 è solo una boutade" ribatte Stefano Ciafani, coordinatore scientifico nazionale di Legambiente.
"Stando a quanto riportato nel Rapporto Rifiuti 2005' di Apat e Osservatorio nazionale sui rifiuti - prosegue Ciafani - i 48 termovalorizzatori per gli urbani attivi nel 2003 hanno prodotto 2,4 TWh di energia elettrica, pari al 3% dell'obiettivo di 76TWh previsto tra 4 anni dalla direttiva sulle rinnovabili per l'Italia. E questo sarebbe il contributo energetico indispensabile degli inceneritori attivi nel nostro Paese? Anche mettendo in pratica il folle progetto dell'ex ministro dell'Ambiente Matteoli di costruire almeno un impianto di incenerimento per provincia - continua Ciafani -, e raddoppiando quindi il contributo degli inceneritori alla produzione nazionale di energia elettrica, non si otterrebbe un contributo così rilevante da giustificare un improprio finanziamento che sottrae risorse ad altre fonti realmente rinnovabili".
Non solo. L'emendamento si riferiva alla direttiva 2001/77/CE relativa alla promozione dell'energia elettrica prodotta da fonti energetiche rinnovabili, recepita in Italia con il D.Lgs. 29 dicembre 2003, n. 387. Provvedimento, quest'ultimo, che rischia di costare al nostro Paese una procedura di infrazione. La Commissione Europea, infatti, come riportato in un comunicato ufficiale dello scorso aprile, ha messo sotto osservazione l'Italia, perché ritiene ampiamente criticabili le azioni praticate per raggiungere gli obiettivi della direttiva. Tra queste anche l'inclusione della produzione di energia degli inceneritori di rifiuti non biodegradabili (per esempio le plastiche che, derivati dal petrolio, non possono certo definirsi fonti rinnovabili) tra quella finanziabile in quanto prodotta da fonti rinnovabili in palese violazione dell'art. 2 della direttiva.
Ripensare il sistema di incentivi
Ancora. L'attuale sistema di incentivazione/tassazione previsto per il trattamento e lo smaltimento dei rifiuti è del tutto inadeguato a risolvere in maniera sostenibile il problema. Ecco perché: incentiva enormemente e impropriamente l'incenerimento con recupero energetico, grazie al programma di incentivi Cip6 del 1992 e al meccanismo dei Certificati verdi introdotto dal Decreto Bersani (Dm 11 novembre 1999). Istituiti entrambi per sostenere economicamente le fonti rinnovabili, di fatto le due forme di incentivo hanno visto un'estensione dei benefici economici anche alle fonti assimilate più inquinanti, finendo per drenare gran parte dei fondi a fonti, come i rifiuti, che rinnovabili non sono.
Risultato: solo nel 2004 il Gestore della rete di trasmissione nazionale (Grtn) ha ritirato una quantità di energia elettrica prodotta da impianti incentivati a Cip6 pari a 56,7 TWh, di cui ben il 76,5% alimentati da fonti assimilate, utilizzando per l'acquisto dell'energia necessaria per alimentare gli impianti circa 2,4 miliardi di euro derivanti dal pagamento delle bollette elettriche.
Le cose non sono migliorate con l'introduzione dei Certificati verdi (titoli annuali "al portatore", cioè totalmente disgiunti dalla corrispondente energia verde prodotta e quindi liberamente negoziabili sul mercato, attribuiti all'energia elettrica prodotta da fonti rinnovabili utilizzando impianti entrati in esercizio dopo l'1 aprile 1999). Infatti, oltre agli inceneritori hanno diritto ai Certificati, indipendentemente dal combustibile usato (quindi anche se usano carbone e petrolio), anche le centrali ibride che praticano la co?combustione di biomasse e/o rifiuti (anche sotto forma di Cdr), gli impianti che utilizzano l'idrogeno prodotto da fonti fossili, gli impianti a cogenerazione abbinati al teleriscaldamento ecc.
Sono invece esclusi dal beneficio dei Certificati verdi i piccoli micro-cogeneratori per condomini, alberghi, ospedali, centri commerciali ecc. fondamentali nella prospettiva della generazione diffusa. Ne risultano quindi svantaggiate (e qui si entra nel paradosso) proprio quelle tecnologie fondate sulle fonti rinnovabili vere, per esempio il solare, che avrebbero maggiore bisogno di incentivo.
Così è all'estero
Alcuni paesi come l'Austria e la Germania, a differenza dell'Italia, hanno scelto di non inserire per niente, nel calcolo dell'energia prodotta da fonti energetiche rinnovabili, la quota da attribuire all'incenerimento dei rifiuti urbani. In altri, per esempio l'Olanda, è stata introdotta una rigida individuazione della parte realmente rinnovabile dell'energia prodotta, cioè quella legata a biomassa.
La proposta
Come risistemare le cose? "Eliminiamo il sostegno economico alle fonti non rinnovabili, come la parte non biodegradabile dei rifiuti, secondo quanto previsto dalla direttiva europea" suggerisce Ciafani. "Solo così - conclude - libereremo risorse economiche per le vere fonti rinnovabili, come il solare fotovoltaico e l'eolico, che ne hanno sicuramente più bisogno. Solo così riusciremo a recuperare i ritardi del nostro Paese sugli obiettivi di Kyoto e a garantirci una gestione più sostenibile dei rifiuti".
Per dare più vigore ed efficacia alla proposta, Legambiente ha redatto una petizione che indirizza al Commissario europeo per l'energia e ai ministri dello Sviluppo economico e dell'Ambiente due richieste precise.
Rispettivamente: "Di praticare tutte le iniziative a disposizione della Commissione, compresa la procedura di infrazione, nei confronti dell'Italia per aver esteso i benefici economici previsti dalla normativa europea per le fonti rinnovabili anche all'incenerimento dei rifiuti non biodegradabili. E di adoperarsi per sostituire l'attuale sistema di incentivazione per la produzione di energia elettrica da fonti rinnovabili e assimilate fondato sui Certificati verdi con un meccanismo trasparente di sostegno economico riservato solo ed esclusivamente alle fonti pulite, ispirato al modello del cosiddetto 'conto energia' tedesco".
Per firmare la petizione vai all'url:


http://www.legambiente.com/documenti/2006/0213_appello_energia/index.php

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