LA PROVINCIA DI LECCO 04 08 05
Paderno Italcementi Uno scalo ferroviario tra le «prescrizioni»
PADERNO (l. per.) Uno scalo ferroviario all'interno dell'Italcementi per azzerare il traffico di camion e mezzi pesanti da e per il paese: è la richiesta dei comuni delle province di Lecco e Bergamo contenute in un lungo elenco di prescrizioni e richieste di un documento che i quindici comuni «toccati» dall'Italcementi hanno elaborato. Come noto, il colosso cementifero ha in programma l'utilizzo di combustibili alternativi al petrolio e suoi derivati nel forno da cemento di recente realizzazione. Sul finire dell'anno scorso aveva presentato al ministero delle attività produttive la richiesta per questo uso, avendo già in passato sperimentato l'Ecofluid con buoni risultati. La notizia non era piaciuta alle amministrazioni locali sulle due sponde dell'Adda e l'Italcementi aveva annunciato una moratoria fino alla fine di aprile per la presentazione della richiesta, il termine è passato senza che comunque si procedesse. È poi stato costituito un tavolo tecnico per l'esame di tutte le problematiche connesse a questo tipo di utilizzo, mentre in un'assemblea pubblica di maggio venne spiegato in lungo ed in largo il progetto, con i responsabili ambientali e della sicurezza del gruppo bergamasco che hanno assicurato il rispetto di tutte le normative del settore. Ora i comuni interessati – Paderno, i due Verderio, Robbiate, Merate, Imbersago e Cornate d'Adda, per quanto riguarda la sponda occidentale del fiume – chiedono moltissimi dati ad esempio sull'inquinamento acustico: intendono affidare ad un soggetto esterno alle amministrazoni, l'incarico per conoscere il complesso delle emissioni derivanti dalle fonti principali e un progetto di miglioramento del clima acustico «soprattuto in quei contesti residenziali in cui sono segnalate criticità». Le risorse necessarie sono da quantificare a cura dell'Italcementi e i contenuti dell'indagine riguardano la misurazione delle emissioni a impianto fermo ed in esercizio, la valutazione delle politiche della multinazionale per la gestione corrente dell'aspetto ambientale e quelle di miglioramento e l'esame delle soluzioni che saranno prospettate dalla ditta. Sono inoltre previsti mascheramenti delle emissioni sonore per raggiungere livelli di emissioni notturne inferiori a quelle previste dai piani di zonizzazione acustica. Un secondo ordine di problemi è il trasporto dell'Ecofluid ed il Rasf, e di tutte le materie prime, i prodotti finiti ed i rifiuti che entrano ed escono di cui si chiede che la maggior parte sia trasportata su ferro, quindi sarebbe necessario attivare uno scalo ferroviario interno allo stabilimento e si chiede uno studio di fattibilità in merito.
MEMORIA SUL CEMENTIFICIO INCENERITORE DI Calusco d'Adda la Pianura Padana resta la zona peggiore d'Europa insieme all'area più industrializzata della Polonia (classifica cui gli inceneritori forniscono un contributo determinante).
Giorni dalla firma tra Italcementi ed i Comuni
NON HANNO FIRMATO I SINDACI DI :
Paderno d'Adda e Solza
.
HANNO FIRMATO :
Calusco d'Adda,
Cornate d'Adda,
Imbersago,
Medolago,
Parco Adda Nord,
Robbiate,
Verderio Inferiore,
Verderio Superiore,
Villa d'Adda,
Dopo più di 1.000 giorni dalla firma ,il 4 Maggio 2012 non si hanno notizie sulla ferrovia .
Solo ombre su questo accordo fantasma , polvere , puzza, inquinamento .
http://calusco.blogspot.it/2012/05/comunicato-stampa-tavolo-italcementi.html
Countdown alla ferrovia
il tempo e' finito del collegamento ferroviario nessuna notizia ,Piu' di 1.000 giorni TRE ANNI e nulla di fatto, meditate .
Friday, August 05, 2005
Tuesday, August 02, 2005
Pronto un documento `pregiudiziale` per Italcementi. 15 comuni attorno al tavolo
Pronto un documento `pregiudiziale` per Italcementi. 15 comuni attorno al tavolo
L`impianto dell`Italcementi di Calusco d`Adda
I 15 comuni dell’area interessata dalla questione Italcementi (7 della provincia di Bergamo, 7 del meratese compresa Cornate d’Adda) unitamente ai gruppi di Legambiente delle due sponde dell’Adda si sono ritrovati nella giornata di venerdì 29 luglio per approvare definitivamente il documento da sottoporre a Italcementi come condizione per poter partire con il progetto di combustione sperimentale. Dopo lunghi e studiati incontri da parte di questo tavolo tecnico e politico di lavoro ne è uscito un documento importantissimo ed elaborato rivolto ai cittadini, ai rappresentanti delle organizzazioni sindacali, alle associazioni e a tutti coloro che potrebbero essere interessati dalle ricadute dell’Italcementi. La relazione, presentata alla ditta di Calusco d’Adda, da cui ci si aspetta anche una risposta include una serie di obiettivi nonché di tematiche che dovranno essere necessariamente approfondite e comprende proposte, raccomandazioni e preoccupazioni da intendersi pregiudiziali per l’inizio delle attività di combustione. Come si ricorderà, infatti, all’inizio dell’anno Italcementi aveva annunciato di allargare la propria attività, andando a bruciare un tipo di rifiuti classificati dalla legge come pericolosi (nella fattispecie Ecofluid e Rasf), scatenando le opposizioni di comuni, associazioni ambientaliste e cittadini. Subito si sono attivati progetti e iniziative su più fronti come il tavolo tecnico di lavoro che ha portato alla stesura del documento dove vengono individuati temi che dovranno essere oggetto di approfondimento. Fra questi si richiedono i risultati di esperienze di co-combustione con l’impiego di rifiuti analoghi a quelli in esame (qualità e quantità), la valutazione degli effetti ambientali congiunti derivanti dall’impiego del complesso dei combustibili ipotizzati, l’indicazione delle modalità che si intendono adottare per il rispetto degli standard fissati. Gli Enti locali chiedono poi la verifica di alcune attività che non riguardano la combustione dei rifiuti tossici ma ritenute collaterali, come le problematiche del trasporto di materie prime e prodotti finiti, l’analisi della qualità dell’aria a scala larga, l’inquinamento luminoso e acustico. L’interessamento da parte di comuni, associazioni e semplici cittadini mostra come la problematica ambientale sia molto sentita nei diversi ambiti della vita sociale, per via anche della consapevolezza che l’inquinamento dell’aria non conosce “confini”. Ora spetterà all’Italcementi, cui non è possibile impedire l’utilizzo di tali combustibili, raccogliere le richieste dei comuni e farsi promotrice di un’informazione più sensibile e vicina alla gente.
S.V.
LA PROVINCIA DI LECCO 02 08 05
Robbiate «Italcementi»: no al progetto di bruciare combustibili
La gente vede con poca simpatia il progetto dell'Italcementi di bruciare nel forno combustibili alternativi: la Lega promuove una raccolta di firme
ROBBIATE (l. per.) Al di qua dell'Adda la gente vede con poca simpatia il progetto dell'Italcementi di bruciare nel forno del cemento combustibili alternativi - rasf, ecofluid ed altri – come testimoniano le moltissime firme raccolte nei giorni scorsi dalla Lega Nord lecchese a Robbiate e dintorni. «Come preannunciato questo sarà solo l'inizio di una massiccia campagna informativa sui pericoli causati ai cittadini da questo progetto, in settembre gazebo verranno istituiti in ogni paese coinvolto, verrà inoltre attuato un volantinaggio capillare sul territorio affinchè i cittadini possano essere padroni del proprio futuro e delle loro libere scelte», sostiene il segretario robbiatese Marco Benedetti. La Lega nord lecchese aveva annunciato la raccolta firme in pompa magna dichiarando «la propria assoluta contrarietà al progetto che andrebbe ad aumentare la già non rosea situazione ecologico-ambientale dei territori dell'isola e del meratese; zone densamente popolate e dove è già stata riscontrata una mortalità per carcinoma superiore alla media nazionale. Non entrando nel merito della funzionalità dell'impianto, in condizioni normali di lavorazione, rimane concreta e allarmante l'ipotesi, in caso di guasto, di avere una nuova Icmesa a trent'anni dal dramma di Seveso. Inoltre il trasporto su gomma e lo stoccaggio di materiali altamente infiammabili in una zona così densamente popolata, metterebbe a repentaglio l'incolumita' dei cittadini in caso di un eventuale e prevedibile incidente. L'Italcementi è uno stabilimento di produzione di materiale per l'edilizia e tale deve rimanere». Il movimento di Bossi ha preannunciato che «si batterà ad ogni livello istituzionale per impedire che tale iniziativa abbia realizzazione».
L`impianto dell`Italcementi di Calusco d`Adda
I 15 comuni dell’area interessata dalla questione Italcementi (7 della provincia di Bergamo, 7 del meratese compresa Cornate d’Adda) unitamente ai gruppi di Legambiente delle due sponde dell’Adda si sono ritrovati nella giornata di venerdì 29 luglio per approvare definitivamente il documento da sottoporre a Italcementi come condizione per poter partire con il progetto di combustione sperimentale. Dopo lunghi e studiati incontri da parte di questo tavolo tecnico e politico di lavoro ne è uscito un documento importantissimo ed elaborato rivolto ai cittadini, ai rappresentanti delle organizzazioni sindacali, alle associazioni e a tutti coloro che potrebbero essere interessati dalle ricadute dell’Italcementi. La relazione, presentata alla ditta di Calusco d’Adda, da cui ci si aspetta anche una risposta include una serie di obiettivi nonché di tematiche che dovranno essere necessariamente approfondite e comprende proposte, raccomandazioni e preoccupazioni da intendersi pregiudiziali per l’inizio delle attività di combustione. Come si ricorderà, infatti, all’inizio dell’anno Italcementi aveva annunciato di allargare la propria attività, andando a bruciare un tipo di rifiuti classificati dalla legge come pericolosi (nella fattispecie Ecofluid e Rasf), scatenando le opposizioni di comuni, associazioni ambientaliste e cittadini. Subito si sono attivati progetti e iniziative su più fronti come il tavolo tecnico di lavoro che ha portato alla stesura del documento dove vengono individuati temi che dovranno essere oggetto di approfondimento. Fra questi si richiedono i risultati di esperienze di co-combustione con l’impiego di rifiuti analoghi a quelli in esame (qualità e quantità), la valutazione degli effetti ambientali congiunti derivanti dall’impiego del complesso dei combustibili ipotizzati, l’indicazione delle modalità che si intendono adottare per il rispetto degli standard fissati. Gli Enti locali chiedono poi la verifica di alcune attività che non riguardano la combustione dei rifiuti tossici ma ritenute collaterali, come le problematiche del trasporto di materie prime e prodotti finiti, l’analisi della qualità dell’aria a scala larga, l’inquinamento luminoso e acustico. L’interessamento da parte di comuni, associazioni e semplici cittadini mostra come la problematica ambientale sia molto sentita nei diversi ambiti della vita sociale, per via anche della consapevolezza che l’inquinamento dell’aria non conosce “confini”. Ora spetterà all’Italcementi, cui non è possibile impedire l’utilizzo di tali combustibili, raccogliere le richieste dei comuni e farsi promotrice di un’informazione più sensibile e vicina alla gente.
continua (COOLEGATI AL LINK DEL TITOLO)
S.V.
LA PROVINCIA DI LECCO 02 08 05
Robbiate «Italcementi»: no al progetto di bruciare combustibili
La gente vede con poca simpatia il progetto dell'Italcementi di bruciare nel forno combustibili alternativi: la Lega promuove una raccolta di firme
ROBBIATE (l. per.) Al di qua dell'Adda la gente vede con poca simpatia il progetto dell'Italcementi di bruciare nel forno del cemento combustibili alternativi - rasf, ecofluid ed altri – come testimoniano le moltissime firme raccolte nei giorni scorsi dalla Lega Nord lecchese a Robbiate e dintorni. «Come preannunciato questo sarà solo l'inizio di una massiccia campagna informativa sui pericoli causati ai cittadini da questo progetto, in settembre gazebo verranno istituiti in ogni paese coinvolto, verrà inoltre attuato un volantinaggio capillare sul territorio affinchè i cittadini possano essere padroni del proprio futuro e delle loro libere scelte», sostiene il segretario robbiatese Marco Benedetti. La Lega nord lecchese aveva annunciato la raccolta firme in pompa magna dichiarando «la propria assoluta contrarietà al progetto che andrebbe ad aumentare la già non rosea situazione ecologico-ambientale dei territori dell'isola e del meratese; zone densamente popolate e dove è già stata riscontrata una mortalità per carcinoma superiore alla media nazionale. Non entrando nel merito della funzionalità dell'impianto, in condizioni normali di lavorazione, rimane concreta e allarmante l'ipotesi, in caso di guasto, di avere una nuova Icmesa a trent'anni dal dramma di Seveso. Inoltre il trasporto su gomma e lo stoccaggio di materiali altamente infiammabili in una zona così densamente popolata, metterebbe a repentaglio l'incolumita' dei cittadini in caso di un eventuale e prevedibile incidente. L'Italcementi è uno stabilimento di produzione di materiale per l'edilizia e tale deve rimanere». Il movimento di Bossi ha preannunciato che «si batterà ad ogni livello istituzionale per impedire che tale iniziativa abbia realizzazione».
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