Giorni dalla firma tra Italcementi ed i Comuni

NON HANNO FIRMATO I SINDACI DI : Paderno d'Adda e Solza . HANNO FIRMATO : Calusco d'Adda, Cornate d'Adda, Imbersago, Medolago, Parco Adda Nord, Robbiate, Verderio Inferiore, Verderio Superiore, Villa d'Adda, Dopo più di 1.000 giorni dalla firma ,il 4 Maggio 2012 non si hanno notizie sulla ferrovia . Solo ombre su questo accordo fantasma , polvere , puzza, inquinamento . http://calusco.blogspot.it/2012/05/comunicato-stampa-tavolo-italcementi.html

Countdown alla ferrovia

il tempo e' finito del collegamento ferroviario nessuna notizia ,Piu' di 1.000 giorni TRE ANNI e nulla di fatto, meditate .

Sunday, April 24, 2005

Noleggi cari, Italcementi si compra le navi

L'ECO DI BERGAMO 23 04 05

Noleggi cari, Italcementi si compra le navi

La prima destinata al Mediterraneo sarà varata a breve, la seconda porterà il cemento in Nord America Progetti per produrre energia in India e Marocco. Previsioni confermate: nel 2005 risultati stabili

Il nuovo impianto dell'Italcementi a Calusco d'Adda: la tecnologia utilizzata qui viene ora esportata negli stabilimenti in Spagna e negli Stati Uniti

I noleggi per il trasporto via mare del cemento oggi costano troppo e per superare l'ostacolo Italcementi ha deciso di acquistare direttamente le navi. Due investimenti sono già stati individuati e la prima imbarcazione sarà inaugurata a giorni.Lo ha spiegato ieri agli azionisti il consigliere delegato Carlo Pesenti durante l'assemblea che ha approvato il bilancio 2004 e l'assegnazione dei dividendi. Nel settore del cemento i mercati sono sempre più integrati e il trasporto marittimo gioca un ruolo importante. «Abbiamo sofferto l'incremento del costo dei noli, che è arrivato al 100-150%», ha detto Pesenti. «Quindi abbiamo deciso di investire in qualche unità navale per normalizzare i costi di acquisto di questi servizi».La prima nave, prossima al varo, ha una capacità di 5-6.000 tonnellate e sarà utilizzata per i collegamenti nel Mediterraneo. Il secondo acquisto che si sta valutando riguarda un'imbarcazione usata come la prima ma più grande con una portata di 35-40.000 tonnellate da destinare al trasporto del cemento dal Mediterraneo al Nord-America.La soluzione fatta in casa per servizi strategici non riguarda solo le navi. All'assemblea degli azionisti che si è riunita ieri a Bergamo è stato fatto il punto anche sull'autoproduzione di energia elettrica. Il progetto di ammodernamento della centrale termoelettrica di Villa di Serio, che fa capo alla società del gruppo Italgen, ha avuto a gennaio parere favorevole dalla Provincia, sia per la realizzazione della centrale sia per la variante al metanodotto. Ora si è in attesa della delibera regionale. L'operazione consentirà di avere un risparmio del 20% sui costi di acquisto di energia elettrica. Italcementi pensa di seguire la via dell'autoproduzione anche in altri Paesi. In India c'è già il via libera per una centrale e valutazioni per lo sviluppo di un impianto turbogas si stanno facendo anche in Marocco.Il Far-East e il bacino del Mediterraneo sono fra l'altro le aree alle quali Italcementi guarda per la sua ulteriore espansione. Una crescita che segue due direttrici: nuovi insediamenti e acquisizioni all'estero da una parte e ristrutturazione degli stabilimenti esistenti dall'altra, come è già stato fatto con la cementeria di Calusco d'Adda, con una tecnologia che fra l'altro ora verrà esportata negli stabilimenti di Malaga in Spagna e Martinsburg negli Stati Uniti. Rispetto all'estero, il presidente Giampiero Pesenti ha sottolineato: «Ci rivolgiamo soprattutto ai mercati emergenti. Guardiamo sempre con grande interesse ai Paesi asiatici, dove si prevedono sviluppi interessanti per il consumo di cemento». Particolare attenzione in quell'area è rivolta all'India.Spunti interessanti stanno arrivando anche dal Kazakistan, anche se i volumi produttivi sono ancora inferiori rispetto ad altre realtà: per il 2005 sono previste 500-600.000 tonnellate. I risultati della Shymkent Cement vengono consolidati per la prima volta integralmente proprio nel bilancio 2004. «È tra i Paesi della regione con migliori prospettive per le risorse che ha a disposizione e stiamo pensando a sviluppare ulteriormente la nostra presenza», ha commentato Carlo Pesenti.È positiva la tendenza di crescita anche in Egitto, dove Italcementi, tramite la sub-holding Ciments Français, ha raggiunto in marzo il controllo (54,2%) di Suez Cement Company, produttore leader con una quota di mercato locale pari al 22-23%. L'Egitto è il quarto Paese nel Mediterrano nel settore del cemento, dopo Spagna, Italia e Turchia e, dopo la recessione seguita ai fatti del 2001, ora si aprono prospettive interessanti. Lo testimoniano anche i dati di vendita del primo trimestre che, dopo un avvio fiacco a gennaio, hanno fatto segnare una crescita a due cifre. Suez Cement sarà consolidata nel nuovo perimetro dal secondo trimestre di quest'anno. «L'acquisizione - ha sottolineato Carlo Pesenti - darà un contributo positivo al conto economico», sia in termini di fatturato sia di margini.In generale per il 2005, ha detto Giampiero Pesenti a margine dell'assemblea, «pensiamo di mantenere le previsioni». Qualche indicazione ulteriore arriverà dalla prima trimestrale, che andrà in consiglio d'amministrazione il 4 maggio. Le previsioni per quest'anno contenute nel bilancio 2004 parlano di un sostanziale mantenimento del risultato operativo dello scorso esercizio.Durante l'assemblea il direttore generale Rodolfo Danielli ha analizzato l'andamento dei singoli mercati. Il primo trimestre del 2005 ha risentito nei Paesi dell'Europa meridionale dell'ondata di freddo e precipitazioni che ha rallentato i lavori nell'edilizia. Già in aprile, comunque, si è avuta una ripresa decisa delle attività. Negli Stati Uniti il trend positivo continua, così come nei Paesi emergenti. Per il mercato delle costruzioni, le stime dicono che in Italia è attesa una crescita del mercato fra lo 0,5 e il 2%, una situazione di sostanziale stabilità in Francia, con oscillazione fra -0,5 e +0,5%, mentre gli incrementi più significativi si dovrebbero avere negli Stati Uniti, fra il 2 e il 4%.Silvana Galizzi

Navi Italcementi per tagliare i costi

L'ECO DI BERGAMO 23 04 05
Navi Italcementi per tagliare i costi
Il trasporto marittimo del cemento costa troppo. I noleggi sono raddoppiati. Gli incrementi sono arrivati anche al 150%. Per questo Italcementi ha deciso di investire in proprio nell'acquisto di navi. Le operazioni finora individuate sono due. La prima imbarcazione sarà varata a giorni, ha una capacità di 5-6.000 tonnellate e sarà utilizzata per i collegamenti nel Mediterraneo. Il secondo acquisto che si sta valutando riguarda, invece, una nave più grande con una portata di 35-40.000 tonnellate da destinare al trasporto del cemento verso il Nord America. La novità è stata spiegata ieri all'assemblea degli azionisti che si è riunita a Bergamo e ha approvato il bilancio 2004 e la distribuzione dei dividendi.

Friday, April 22, 2005

Calusco Gli allievi della Finanza visitano l'Italcementi

L'ECO DI BERGAMO 21 04 05
Calusco Gli allievi della Finanza visitano l'Italcementi

CALUSCO D'ADDA Guardia di Finanza nella nuova cementeria Italcementi a Calusco d'Adda, aperta alla visita di alcuni cadetti delle Fiamme gialle.Ieri gli ufficiali allievi del 102° corso «Sile II» e del primo corso ruolo aeronavale «Sirio», che frequentano il terzo anno di accademia, si sono recati allo stabilimento di Calusco. Accompagnati dal capo di stato maggiore, colonnello Angelo Matassa, i cadetti sono stati ricevuti dal consigliere delegato di Italcementi, Carlo Pesenti, e hanno poi assistito alla spiegazione del ciclo produttivo del cemento, a cui è seguito un percorso di visita all'impianto con il direttore dello stabilimento, Francesco Corsato.Dopo aver illustrato i risultati economici dell'azienda, il percorso di internazionalizzazione della società, con la recente acquisizione in Egitto e gli impegni presi nel campo dello sviluppo sostenibile, Carlo Pesenti ha affermato: «Ho risposto con piacere alla richiesta dell'accademia di Bergamo, lo scambio di esperienze con il mondo dell'impresa è sempre utile per chi sta affrontando percorsi di formazione come quello dei giovani allievi della Guardia di Finanza. La loro scelta di conoscere più da vicino il territorio attraverso queste iniziative trova riscontro nella volontà di Italcementi, fatta con l'adesione ai principi dello sviluppo sostenibile, di coniugare la nostra attività industriale con le aspettative delle realtà locali che operano intorno all'impianto di Calusco».

Thursday, April 14, 2005

CONTRIBUTO COMITATO DELL' ISOLA

Spett.le ECOPOLIS
Egr.Arch. Fortini

p.c. COMUNE DI CALUSCO D’ADDA
Egr. Sig. Sindaco

ITALCEMENTI SpA
Via G. Camozzi n 124
20124 Bergamo
Egr. Ing. Stefano Gardi


OGGETTO: CONTRIBUTO ALLA DISCUSSIONE SULL’UTILIZZO DI RIFIUTI PERICOLOSI COME COMBUSTIBILE PRESSO LA CEMENTERIA ITALCEMENTI DI CALUSCO D’ADDA

L’Italcementi di Calusco d’Adda ha richiesto al Ministero dell’Ambiente l’autorizzazione all’impiego di rifiuti classificati pericolosi per l’alimentazione del nuovo forno di cottura del clincker.
I rifiuti in oggetto derivano da processi industriali (principalmente di tipo chimico), e sono per la precisione l’Ecofluid (liquido,miscela di solventi non clorurati – Cloro <1,5%)>1) Installazione da parte di Italcementi e gestione da parte dell’ARPA, di una centralina di controllo della qualità dell’aria a Calusco o aree limitrofe (posizionata ad esempio tra Calusco centro e Baccanello). La centralina permetterà di valutare le ricadute al suolo di inquinanti derivanti dall’attività della cementeria oltre a quelli esistenti e servirà inoltre a verificare più in generale lo stato dell’aria nell’area nord-ovest dell’ Isola. E’ indispensabile che la centralina sia dotata di rilevatori degli inquinanti classici quali ossidi di azoto, biossido di zolfo, monossido di carbonio, ozono, ma anche di inquinanti particolari come polveri PM10 e benzene-toluene –xilene (BTX). Riguardo ai BTX, sostanze chimiche diffuse da attività industriali e dal traffico veicolare, si rammenta che recenti campagne analitiche hanno evidenziato proprio nella zona di Calusco e paesi limitrofi, su ambedue le sponde dell’Adda, concentrazioni di benzene (cancerogeno per l’uomo) mediamente elevate, spesso superiori al limite di 5 microgrammi/mc stabilito dal DM 60/2002; si rammenta che il limite di 5 microgrammi /mc è entrato in vigore dal 1 gennaio 2005.
2) In caso l’uso dei rifiuti sia autorizzato, dovranno essere messi in atto adeguati controlli analitici al camino del forno oltre a quelli di normale routine, per la determinazione di inquinanti che possono derivare dai rifiuti pericolosi utilizzati; si pensa in particolare alle diossine, IPA, acido cloridrico, benzene. In verità questi controlli sono già previsti nel SIA Italcementi, saranno comunque i tecnici degli Enti responsabili al controllo a stabilire la tipologia e frequenza degli stessi.
3) Prevedere al più presto l’adozione della tecnologia che permette di contenere l’emissione di Ossidi di Azoto mediante l’impiego di soluzione di urea. A questa tecnologia, considerata la migliore disponibile al momento, fa riferimento Italcementi nel SIA presentato al Ministero dell’Ambiente; la previsione è quella di ridurre del 30% l’emissione di ossidi di azoto che sono il principale inquinante prodotto dalla cementeria.
4) L’adozione da parte di Italcementi delle migliori tecnologie impiantistiche disponibili per il contenimento di tutti gli impatti ambientali (tra i principali si citano acqua, aria, rumore, rifiuti, consumo energetico) così come previsto nel regime autorizzativo AIA (autorizzazione integrata ambientale) stabilito dal DLgs 372/99. Si rammenta al riguardo che la domanda di autorizzazione AIA con relativa relazione tecnica deve essere presentata da Italcementi entro giugno 2005 alla Regione e per conoscenza al comune di Calusco e alla provincia di Bergamo.
5) Una delle criticità riconducibili all’impiego di Ecofluid e Rasf è il loro trasporto su strada mediante autobotti, con il rischio di sversamenti nell’ambiente ed anche di incendio in caso di incidente. Per ridurre al minimo questi rischi deve essere valutata la possibilità di approvvigionare questi prodotti mediante ferrovia. Più in generale il trasporto su ferro di materiali in entrata e uscita dallo stabilimento, consentirebbe indubbi benefici ambientali e viabilistici. Ci si rende conto che al momento questa soluzione è difficilmente attuabile vista la limitata capacità di trasporto della attuale ferrovia. Però è risolvibile e l’Italcementi SpA nota società a livello mondiale, può contribuire con tutto il peso e la forza della sua prestigiosa immagine.
La soluzione, facente parte della strategia dei sistema dei trasporti, merci e passeggeri lombardo di medio e lungo raggio, da tempo abbozzata studiata e pianificata, è sotto gli occhi di tutti.
Si tratta della realizzazione del nuovo ponte sul fiuma Adda (progetto Miranda del 1997, dotato di tutte le autorizzazioni e depositato in Comune di Calusco dal 1998) che consente di sciogliere l’ultimo nodo di criticità sulla tratta Carnate – Rovato della cosidetta Pedegronda Nord Ferroviaria, allegata allo studio del “ sistema viabilistico pedemontano” della Regione Lombardia. Il Comitato dell’Isola propone che a questo problema di trasporto su ferro sia data la massima attenzione e sia affrontato con la consapevolezza di conseguire un obiettivo di interesse nazionale oltre che regionale.


Il Presidente
Comitato dell’Isola per la Difesa dell’Ambiente e della Salute
( Sig.ra Lidia Biffi )

OSSERVAZIONI CGIL

Spett. Italcementi Bg Spett.le Italcementi Calusco
e p.c. alle Istituzioni preposte ai compiti di vigilanza in materia di prevenzione, salute e sicurezza Ai Signori Sindaci dei Comuni cointeressati
Alle associazioni ambientaliste
Agli interlocutori sindacali
Ai mezzi di informazione locali


Abbiamo ricevuto e letto con attenzione la Vostra lettera del 5 gennaio scorso relativa all'avvio di due pratiche riguardanti procedure per l'utilizzo di CDR (Combustibile Derivato da Rifiuti) e valutazione di impatto ambientale a seguito di utilizzo di rifiuti liquidi pericolosi (Ecofluid e RASF); abbiamo poi partecipato, il 15 gennaio scorso, all'incontro informativo da voi organizzato sul tema " la Cementeria di Calusco d'Adda e lo sviluppo sostenibile - progetti di coincenerimento di combustibili alternativi".
La consapevolezza dell'importanza dei temi trattati ha spinto la CGIL di Bergamo, unitamente alla FILLEA Lombardia e alla FILLEA di Bergamo, ad organizzare, nei giorni scorsi, un Forum per affrontare e dibattere, con il contributo di esperti, medici, consulenti ambientali e i Rappresentanti dei Lavoratori per la Sicurezza, le problematiche che inevitabilmente si evidenziano all'atto di valutare il rischio o la pericolosità di processi di incenerimento di rifiuti quali il CDR o liquidi speciali.
Desideriamo innanzitutto sottolineare la necessità, soprattutto a fronte di materie tanto delicate e fonte di accresciuta preoccupazione fra i cittadini e i lavoratori, che ogni parte coinvolta, dall'Azienda, alle Istituzioni, agli Enti Locali interessati, agisca, coerentemente al proprio ruolo, con il massimo senso di responsabilità.
Per quanto ci riguarda sottolineiamo che la CGIL valuterà l'evolversi della situazione in piena e totale autonomia adottando comportamenti e scelte nell'esclusivo interesse dei cittadini e dei lavoratori coinvolti. Eserciterà sui temi sollevati una parte attiva formulando pubblicamente richieste e proposte: a partire, oggi, dalla rappresentazione della necessità di trasparenza e di massima conoscenza di ogni rischio per la salute dei cittadini e dei lavoratori, di confronto su ogni possibile intervento per l'annullamento del rischio, di verifica dei risultati di eventuali controlli che dovessero essere concordati e predisposti.
La CGIL non esprime quindi oggi un assenso preventivo o una preventiva posizione contraria alle proposte di Italcementi di utilizzo dei combustibili sopra citati, ma rivendica il massimo rigore nell'acquisizione delle conoscenze e delle valutazioni scientifiche necessarie alla effettuazione di scelte tanto delicate.
La CGIL propone in questa prima fase all'azienda e agli interlocutori pubblici interessati una serie di azioni sul terreno della trasparenza, della conoscenza, della prevenzione e in particolare: 1. per quanto riguarda la salvaguardia della salute dei lavoratori direttamente coinvolti:

a) La realizzazione di una campagna di indagini specifica sulla pericolosità (in particolare tossicità ed ecotossicità) dei due tipi di rifiuti liquidi che si intendono impiegare come combustibili; ricerca da affidare ad un Istituto di adeguata capacità e affidabilità capace di assicurare la classificazione dei suddetti rifiuti in relazione alla normativa europea sulla classificazione ed etichettatura delle sostanze e preparati pericolosi. Il numero dei campioni sui quali eseguire le indagini e il loro prelievo sarà oggetto di apposito protocollo da concertare con l'Istituto incaricato delle indagini. Sulla base dei risultati delle indagini e della classificazione stabilita, sarà verificata anche la applicazione della normativa sulle attività a rischio di incidenti rilevanti.
b) L'esecuzione di una campagna di indagine analitica sul CDR presso il/i produttore/i - fornitore/i al fine di stabilire la composizione elementare media e l'intervallo di variabilità dei parametri (in particolare dei parametri critici ai fini della gestione del processo e delle emissioni).
c) L'esecuzione di una campagna di analisi chimica e di caratterizzazione tossicologica sugli additivi, in particolare quelli contenenti sostanze tossiche (es. le ceneri volanti e/o ceneri di pirite) utilizzati nel ciclo di produzione del cemento.
d) La ripetizione delle indagini di cui alle lettere precedenti su un congruo numero di campioni per ogni anno di esercizio, campioni prelevati dall'Ente di controllo (o dalla Commissione di controllo di cui alla lettera l);
e) La definizione di procedure aziendali di controllo qualità per la scelta dei fornitori e l'accettazione delle singole partite dei rifiuti, ed esplicitazione del sistema dei controlli interni previsto per garantire e documentare l'applicazione delle procedure.
f) La definizione con la RLS/RSU di un adeguato percorso di formazione per tutto il personale che direttamente o indirettamente si prevede venga a contatto con i nuovi combustibili indipendentemente dal profilo, dalla mansione o dal rapporto di lavoro esistente.
g) L'informazione, la discussione, il confronto con la RLS/RSU costante nel periodo di eventuale avviamento delle nuove procedure su tutti gli aspetti relativi alla sicurezza e alla salute dei lavoratori. 2. Per quanto riguarda la tutela della popolazione e dell'ambiente:
h) La realizzazione di una campagna di analisi alle emissioni, affidato a un laboratorio di riconosciuta esperienza e affidabilità, che consenta di confrontare le emissioni derivanti dall'utilizzo di combustibili solidi convenzionali con le emissioni conseguenti all'uso dei rifiuti solidi e liquidi. Le modalità di esecuzione dell'indagine e di valutazione dei risultati saranno analoghe a quelle già applicate per l'uso di Ecofluid nella cementeria di Calusco e per l'uso di CDR nella cementeria di Rezzato. L'indagine analitica dovrà comprendere anche un bilancio di massa dei microinquinanti (organici alogenati e metalli pesanti) entranti e uscenti dal forno, nonché una indagine analitica di caratterizzazione dei suddetti inquinanti presenti nel cemento (inteso come miscela di clinker e di additivi e cariche varie).
i) L'accettazione della condizione vincolante della sospensione dell'uso dei rifiuti in qualità di combustibile nel caso l'indagine di cui alla lettera precedente evidenzi un peggioramento nelle emissioni di inquinanti, ivi compresi i gas serra, a seguito dell'uso dei rifiuti.
j) L'accettazione di un abbassamento (da quantificare) dei limiti previsti dalla Direttiva europea 2000/76/CE del Parlamento Europeo e del Consiglio del 4 dicembre 2000 sull'incenerimento dei rifiuti, con particolare riferimento alle disposizioni speciali relative ai forni per cemento nuovi che coinceneriscono rifiuti. Accettazione inoltre del limite dei 10 mg/Nm3 per l'emissione di polveri e di 0,001 mg/Nm3 per l'emissione di IPA. I limiti vincolanti stabiliti dovranno essere incorporati nel testo degli atti autorizzativi e della convenzione, con le necessarie sanzioni in caso di inosservanza.
k) L'accessibilità alla popolazione dei dati relativi alle rilevazioni effettuate sulle emissioni. Nella fase attuale la realizzazione di momenti istituzionali di informazione e di dibattito sugli esiti delle ricerche suggerite nei punti precedenti.
l) La costituzione di una Commissione tecnica di controllo, con la presenza di tutti gli organismi istituzionali interessati, che verifichi i dati sulle emissioni determinati dai sistemi di analisi in continuo installati al camino nonché i risultati dei monitoraggi periodici, e in generale verifichi l'applicazione della Convenzione.








CGIL Bergamo
FILLEA - CGIL Bergamo
FILLEA - CGIL Lombardia

Merate Gli assessori all'ecologia si sono riuniti sabato: indagine sullo stato di aria, acqua, rifiuti ed energia Undici Comuni pronti -

LA PROVINCIA DI LECCO 12 04 05

Merate Gli assessori all'ecologia si sono riuniti sabato: indagine sullo stato di aria, acqua, rifiuti ed energia Undici Comuni pronti per la guerra all'inquinamento

MERATE Assessorati all'ecologia più forti grazie al tavolo di coordinamento sull'ambiente. Sabato scorso, durante la prima riunione operativa, gli 11 Comuni che hanno aderito all'iniziativa hanno assunto tre importanti decisioni. Insistere per la partecipazione di Verderio Superiore, che fino ad ora ha dato forfait (pare per questioni di bilancio) e convincere Calco ad entrare nel gruppo; elaborare, dopo quella preparata da ogni Comune, un'osservazione congiunta sull'impatto ambientale dell'impianto di Calusco d'Adda e, infine, individuare i campi di indagine del primo anno di lavoro. Le 11 amministrazioni hanno scelto di partire dall'indagine sullo stato di aria, acqua, rifiuti ed energia. Per ciascuno di questi ambiti, come ha spiegato Simona Colzani, assessore di Robbiate e portavoce del gruppo, si procederà con l'elaborare un «bilancio ambientale» attraverso il sistema dell'eco-budget. In pratica, per ciascuno ambito saranno scelti indicatori cui verrà assegnato un valore numerico. Per l'aria, per esempio, il Pm10, gli ossidi di azoto, i decibel… In tal modo, si otterrà una «fotografia» dello stato attuale dell'ambito (in questo caso l'aria). Saranno poi stabiliti gli obiettivi e le metodologie per raggiungerli. A seguire il progetto sarà la società «Terraria» di Milano, che già a collaborato con il comune di Lecco, cui spetterà il compito di attivare i canali per la raccolta dati, da mettere a sistema con quelli già presenti nei database delle amministrazioni. Conclusa la fase di raccolta, i dati verranno rielaborati, resi omogenei e messi a sistema. «Per ciascuno degli indicatori scelti - ha spiegato Colzani - si indagherà la causa, individuando gli attori che determinano il problema. Si cercherà di capire quali sono le risposte fornite sino ad oggi e le si valuterà, studiandone un'altra più efficace. Si valuteranno gli effetti di una scelta assunta a livello di un singolo territorio oppure di tutto il Meratese». Fabrizio Alfano

«Conto più salato per le aziende che inquinano»

L'ECO DI BERGAMO 12 04 05

«Conto più salato per le aziende che inquinano»
Con l'entrata in vigore degli accordi del protocollo di Kyoto anche le imprese bergamasche sono chiamate a un maggior impegno per ridurre le emissioni inquinanti. L'intesa internazionale tra i maggiori Paesi industrializzati del pianeta punta infatti a ridurre i gas serra per salvaguardare l'ambiente.In occasione del convegno «Politiche ambientali ed efficienza produttiva: gli effetti del protocollo di Kyoto, i sistemi di gestione ambientale e le prospettive tecnologiche» – organizzato dal Dipartimento di ingegneria industriale dell'Università di Bergamo e dal Politecnico di Milano, con il patrocinio dell'Unione industriali di Bergamo, di Federchimica, di Federacciai e dell'Aiman (Associazione italiana manutenzione) – si è discusso delle implicazioni che le norme del protocollo avranno nel breve termine sul settore industriale italiano.All'incontro, tenutosi presso la Facoltà di ingegneria a Dalmine, sono intervenuti Antonio Perdichizzi, direttore del Dipartimento di ingegneria industriale dell'Università di Bergamo; Sergio Cavalieri dell'Università di Bergamo; Francesco Gullì, vicedirettore del Centro Iefe della Bocconi; Marco Cattaneo di Certiquality; Stefano Gardi di Italcementi; Mara Stefanoni di Siad e Paolo Angeloni di Bas.«Con l'entrata in vigore delle direttive europee sull'Emission Trading – ha sottolineato Perdichizzi – si creerà un circuito virtuoso che porterà a un contenimento delle emissioni di anidride carbonica». Inquinare costerà di più e le imprese produttrici di energia elettrica, in primo luogo, si troveranno a dover scegliere tra acquistare permessi di emissione o investire per avere impianti di alta tecnologia meno gravosi per l'ambiente. «Il meccanismo – ha aggiunto Perdichizzi – dovrebbe stimolare le imprese ad attuare politiche di risparmio e utilizzare sistemi ad energia rinnovabile». Le tecnologie rinnovabili giocheranno un ruolo sempre più importante nel prossimo decennio, soprattutto se si attueranno mirate politiche di incentivi per le imprese che le utilizzeranno.«Il contributo delle fonti rinnovabili – ha puntualizzato Perdichizzi – è da intendersi complementare e non sostitutivo rispetto alle tecnologie tradizionali. In relazione al contenimento delle emissioni di anidride carbonica, può trovare interessanti spazi di applicazione anche la cogenerazione (produzione combinata di elettricità e calore), dove esiste una forte domanda di energia termica, come nei processi industriali e nel teleriscaldamento. Va comunque detto che la miglior tecnologia con cui oggi l'Italia può sopperire al proprio deficit energetico è quella del ciclo combinato con turbina a gas».Attraverso il sistema dell'Emission Trading si ridurranno le emissioni e crescerà l'efficienza energetica del sistema elettrico. Questo meccanismo porterà vantaggi alle imprese virtuose, che diventeranno così più competitive.Stefano Gervasoni

Sunday, April 10, 2005


OSSERVAZIONI AL S.I.A. ITALCEMENTI




OGGETTO: Osservazioni al S.I.A. Italcementi S.p.A. relativo all’impianto di ricezione, stoccaggio ed alimentazione di rifiuti liquidi pericolosi per il coincenerimento nel forno della cementeria di Calusco D’Adda (BG).

Presa visione della documentazione relativa allo Studio d’Impatto Ambientale per la realizzazione di un impianto di ricezione, stoccaggio ed alimentazione di rifiuti liquidi pericolosi per il coincenerimento nel forno della cementeria di Calusco D’Adda (BG) della società Italcementi S.p.A.; si esprimono le seguenti Osservazioni :

A) Il S.I.A. è “formalmente” riferito alla combustione dei rifiuti denominati convenzionalmente “RASF” ed “ECOFLUID”. La Ditta Italcementi ha in corso (e forse già conclusa) una procedura ai sensi dell’art. 33 del D.Lgs. 22/97 per il recupero energetico di CDR nei forni di produzione di cemento. Lo Studio presentato non tiene di conto dell’impatto ambientale derivante dall’avvio di tale attività (modificazione della situazione descritta nel SIA come opzione 0) e nemmeno esamina l’effetto ambientale dell’alimentazione congiunta delle due tipologie di rifiuti combustibili. Riteniamo che la società proponente debba fornire una integrazione del S.I.A. in cui sia eseguita la valutazione dell’insieme delle attività con implicazioni ambientali che l’Azienda intende svolgere sul sito.
B) Il SIA deve essere integrato con una valutazione del rischio connesso al ribaltamento delle autobotti di Ecofluid e di RASF durante la fase di trasporto sulla viabilità locale.
C) Riteniamo indispensabile che nel SIA vengano fornite maggiori e più approfondite informazioni sulle quantità orarie di rifiuti che si intendono utilizzare nonché sulle caratteristiche dei rifiuti stessi, in particolare per la miscela denominata Ecofluid. Dovranno essere descritte le modalità adottate dal produttore per garantire il rispetto dei limiti di composizione (tenore di Cloro e altri alogeni; mercurio e altri metalli tossici e cancerogeni) e la non tossicità della miscela (anche ai fini della normativa sulle sostanze e preparati pericolosi e sulle attività a rischio di incidente rilevante) e le procedure adottate da Italcementi per verificare il rispetto degli standards. Si ritengono insufficienti le informazioni fornite in merito nel S.I.A. stante la potenziale variabilità qualitativa dei suddetti rifiuti.
D) Per quanto riguarda la qualità dell’aria, lo Studio non ha descritto il contesto in cui la proposta andrebbe ad inserirsi: oltre a mancare la piena descrizione del complesso delle fonti di emissioni dello stabilimento (viene considerata la sola emissione contenente i fumi di cottura e sono trascurate le decine di emissioni canalizzate e le emissioni diffuse), non vengono considerate nell’area vasta di indagine le importanti fonti di emissione che già contribuiscono all’inquinamento atmosferico quali l’acciaieria di Dalmine, gli inceneritori di RSU di Dalmine e Trezzo, gli inceneritori di rifiuti speciali pericolosi di Filago (DSM e Ecolombardia 4) e non ha considerato i dati disponibili derivati dalle campagne effettuate da ARPA per la misura degli inquinanti atmosferici sul territorio comunale.
E) Lo studio delle ricadute di polveri e in particolare delle polveri sottili PM10 è inadeguato in quanto: a) non tiene conto del particolato generato a seguito della trasformazione chimica degli Ossidi di Azoto; b) la stima delle concentrazioni di polveri al suolo si basano su una portata di polveri emesse dal camino di gran lunga inferiore al valore limite (circa 35 volte inferiore; c) non viene considerato il contributo dovuto alle emissioni diffuse sia dall’interno dello stabilimento che all’esterno connesse con gli automezzi che trasportano il cemento.
F) Nel SIA non sono valutati gli effetti di accumulo ambientale degli inquinanti ecopersistenti emessi dal camino, ed in particolare i microinquinanti (metalli tossici e organoalogenati).
G) Si propone che vengano assegnati fin d’ora i limiti alle emissioni consentiti dalle migliori tecnologie disponibili e comunque non superiori a quelli previsti dalla direttiva europea 2000/76/CE del Parlamento Europeo e del Consiglio del 4/12/2000 sull’incenerimento dei rifiuti (art. 7 e art. 11), con particolare riferimento alle disposizioni speciali relative ai Nuovi forni di cemento che coinceneriscono rifiuti.
H) Per l’emissione di polveri si propone che venga assegnato il limite di concentrazione giornaliera di 5mg/Nm3 nonché un limite di concentrazione oraria pari a 10 mg/Nm3 . I valori limite si intendono per gas secchi normalizzati con un tenore di O2 all’10% 273 K e 101,3 kPa.
I) Per l’emissione di IPA si propone che venga assegnato il limite massimo di 1µg/Nm3. I valori limite si intendono per gas secchi normalizzati con un tenore di O2 all’10% 273 K e 101,3 kPa.
J) I limiti di cui ai precedenti punti G), H), I) dovranno essere incorporati nel testo degli atti autorizzativi e della convenzione; in caso contrario essi dovranno essere oggetto di una apposita convenzione fra Italcementi e l’Amministrazione Comunale, con le necessarie sanzioni in caso d’inosservanza.
K) Si propone l'installazione presso la cementeria di un sistema automatico per l’invio in tempo reale al Comune di Calusco d’Adda, dell’insieme dei parametri così come letti dal sistema di analisi in continuo delle emissioni (comprensivi di tenore di H2O, di O2 e di Portata fumi), unitamente ai valori dei più significativi parametri funzionali dell’impianto (portata di farina cruda alimentata al forno, portata dei vari combustibili e rifiuti alimentati, le temperature e i tenori di Ossigeno rilevati nelle varie sezioni del forno, il tenore di polveri a monte del sistema di depolverazione. I dati analitici dovranno essere quelli originari acquisiti dal sistema, prima che vengano soggetti ad elaborazione, espressi in codice ASCII (secondo il formato previsto dal D.d.u.o. 1024 Regione Lombardia sui sistemi di monitoraggio delle emissioni). Il Comune di Calusco, ed eventualmente gli altri Enti locali interessati, dovranno essere dotati da Italcementi di un sistema di ricezione, elaborazione e registrazione dei dati.
L) Si ritiene che la capacità della cementeria di utilizzare senza danno ambientale le rilevanti quantità di rifiuti come combustibili alternativi in sostituzione dei combustibili convenzionali debba essere dimostrata tramite l’esecuzione di una campagna di analisi alle emissioni, affidata ad un laboratorio di riconosciuta esperienza ed affidabilità, che consenta di confrontare le emissioni derivanti dall’utilizzo dei soli combustibili solidi convenzionali (olio combustibile e/o Petcoke) con le emissioni derivanti dall’impiego alla massima capacità richiesta dei rifiuti liquidi e/o del CDR. L’indagine dovrà comprendere anche un bilancio di massa dei microinquinanti (organici alogenati e metalli pesanti) entranti ed uscenti dal forno, nonché un’indagine analitica di caratterizzazione dei suddetti inquinanti presenti nel cemento (inteso come miscela di clinker e di additivi e cariche varie).
M) Si propone di inserire come condizione vincolante la sospensione dell’uso dei rifiuti nel caso l’indagine di cui alla lettera precedente, evidenzi un peggioramento nelle emissioni di inquinanti seguito dell’uso dei rifiuti, ivi compresi i gas serra. Per la verifica di tale clausola si propone di applicare il criterio già applicato in una simile indagine eseguita presso il cementificio Italcementi di Rezzato (BS) e che si allega alla presente, o altro criterio più efficace nel frattempo elaborato.
N) Nella succitata convenzione stipulata tra Azienda e pubblica amministrazione dovrà essere prevista la costituzione di un osservatorio tecnico scientifico di controllo sui dati delle emissioni determinati dai sistemi determinati dai sistemi di analisi in continuo installati a camino, nonché i risultati dei monitoraggi periodici. Le modalità di costituzione e di funzionamento di tale organismo saranno fissate in accordo tra le Pubbliche amministrazioni e l’azienda. Tale organismo dovrà anche sorvegliare la corretta e integrale applicazione delle clausole indicate alle lettere precedenti .
O) Visti i problemi critici di mobilità nel territorio del Comune di Calusco d’Adda e della zona dell’Isola, riteniamo necessario un intervento per la riduzione dell’impatto della cementeria sulla viabilità ordinaria; a tal fine nel SIA dovrà essere inserita la verifica di fattibilità per l’utilizzo della rete ferroviaria sia per la movimentazione dei rifiuti – il trasporto del RASF in particolare può avvenire senza grossi problemi con il mezzo ferroviario - che per i combustibili convenzionali ed il prodotto finito.
P) Per quanto Si propone l’individuazione, in accordo con le amministrazione pubbliche (Calusco e comuni limitrofi), di una serie di aspetti di beneficio di tutta la zona consistenti in riqualificazioni ambientali, naturalistiche del fiume adda o di finanziamenti di progetti di riqualificazione dell’area a PLIS del torrente grandone o più in generale di aumento delle aree boschive protette, attraverso programmi pluriennali con la partecipazione economica d’Italcementi.

Friday, April 01, 2005

No ai rifiuti nel cementificio di Calusco d’Adda.

PADERNO D’ADDA (LC) – No ai rifiuti nel cementificio di Calusco d’Adda.

È questo il parere di Roberto Fumagalli, ambientalista candidato alle elezioni regionali come indipendente per Rifondazione Comunista. Fumagalli ha sottolineato la sua contrarietà all’incenerimento dei rifiuti nei forni dell’Italcementi, il cementificio di Calusco d’Adda che sorge a pochi chilometri dal confine con il territorio lecchese. Il parere, Fumagalli lo ribadirà in occasione dell`assemblea pubblica organizzata per giovedì 31 marzo a Paderno d’Adda, alle ore 20,45. A tale proposito ha dichiarato Roberto Fumagalli, che è anche presidente del Circolo Ambiente “Ilaria Alpi” di Merone: “La mia associazione si batte da anni contro l’incenerimento dei rifiuti nella Cementeria di Merone. Analogamente chiedo che anche a Calusco non si proceda a bruciare i rifiuti, poiché l’inquinamento prodotto non fa altro che peggiorare la qualità dell’aria e la salute dei cittadini”. Fumagalli ha ricordato che l’incenerimento dei rifiuti nei cementifici può provocare l’emissione di sostanze tossiche per l’ambiente e per la salute umana. A Calusco come a Merone, il rischio è che i cementifici si trasformino in veri e propri inceneritore di rifiuti. “Bisogna impedire a tutti i costi l’incenerimento dei rifiuti a Calusco. Infatti questo è l’unico modo di evitare l’emissione delle diossine e di altre sostanze cancerogene, che potrebbero minare la salute dei cittadini residenti in un raggio di più di 10 chilometri dal cementificio”.

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