MEMORIA SUL CEMENTIFICIO INCENERITORE DI Calusco d'Adda la Pianura Padana resta la zona peggiore d'Europa insieme all'area più industrializzata della Polonia (classifica cui gli inceneritori forniscono un contributo determinante).
Giorni dalla firma tra Italcementi ed i Comuni
Countdown alla ferrovia
Monday, July 31, 2006
«La società a fianco della Procura»
«La società a fianco della Procura»
L'operazione dei carabinieri del Comando provinciale, del Reparto Operativo, del Comando provinciale della Guardia di finanza e del Gico, ha portato alla luce le infiltrazioni e gli interessi di Cosa Nostra presso gli stabilimenti di Riesi, in contrada Palladio, e Gela, nella zona industriale, della Calcestruzzi Spa e della cava annessa allo stabilimento di Riesi dell'azienda bergamasca. Sono state effettuate perquisizioni, con sequestri di documentazione, nelle sedi della Calcestruzzi - società del gruppo ItalCementi, quotata in Borsa - di Bergamo, Napoli, Termini Imerese, Borgetto, Caltanissetta, Riesi, Gela, Priolo, Messina. Impiegati nell'operazione 52 carabinieri, un elicottero dell'Arma e 26 veicoli, 50 finanziari, un elicottero delle Fiamme Gialle e 24 veicoli.
Oltre ai tre arrestati, Salvatore Paterna, Giuseppe Giovanni Laurino (al quale il provvedimento è stato notificato in carcere) e Giuseppe Ferraro, è stato notificato un avviso di garanzia alla Calcestruzzi Spa nella persona del suo legale rappresentante Pierfranco Barabini: le ipotesi di reato sono quelle di associazione mafiosa e falso in bilancio, reati contestati anche ai tre soggetti raggiunti da ordinanza di custodia cautelare in carcere. Un altro reato contestato è quello di trasferimento fraudolento di valori. le perquisizioni effettuate nei confronti degli indagati, ha portato anche al sequestro di 2 pistole semiautomatiche, un revolver e una carabina con il relativo munizionamento (circa 150 cartucce). Il valore degli impianti della Calcestruzzi spa di Riesi e Gela e della cava di inerti annessa allo stabilimento di Riesi, ammonta a 4 milioni di euro.
I collaboratori di giustizia Tardanico e Barberi hanno detto che per quanto riguarda il mandamento mafioso di Riesi, il reggente di Cosa Nostra - malgrado sia detenuto ormai da anni - resta Pino Cammarata, il reggente fino al 2002 è stato Rosolino Li Vecchi (adesso anche lui detenuto), a partire dal 2002 è stato Francesco Cammarata (finito in carcere nel novembre scorso nel blitz Odessa) e che a partire dal 22 novembre 2005 la reggenza era passata a Salvatore Paterna. Per quanto riguarda gli impianti della Calcestruzzi Spa di Gela e Riesi (dove lavorano alcune decine di dipendenti) già nella giornata di ieri mattina è insediato l'amministratore giudiziario.
LA BORSELLINO E LUMIA: FORTE IMPEGNO CONTRO LE COSCHE. Il capo dell'Unione all'Ars, Rita Borsellino, sull'inchiesta «Doppio colpo» di Riesi ha dichiarato: «L'operazione della Procura di Caltanissetta su mafia e appalti testimonia quanto forte sia l'impegno di magistratura e forze dell'ordine». Rispetto alla decisione della procura di Caltanissetta di iscrivere nel registro degli indagati per associazione mafiosa, un'azienda, Rita Borsellino aggiunge: «È una novità dal punto di vista investigativo e potrebbe rivelarsi determinante nel contrasto dei rapporti mafia-economia».
«L'operazione di Riesi dimostra come Cosa Nostra si muova ancora con grande capacità sia nei settori tradizionali che nelle attività più recenti» ha invece detto Giuseppe Lumia, parlamentare Ulivo-Ds. «Questa operazione - ha aggiunto il diessino - è a conferma che la lotta a Cosa Nostra è sempre più impegnativa, che si deve svolgere su più campi e con mezzi sempre più sofisticati. È evidente che neanche questa fase di incertezza seguita alla cattura di Provenzano ha rallentato gli affari. Per questo - ha concluso Lumia - lo Stato non deve assolutamente perdere colpi e continuare a cercare sempre nuove strade per colpire alla radice le risorse economiche delle cosche».
Favoreggiamento della mafia, indagata Calcestruzzi spa
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Favoreggiamento della mafia, indagata Calcestruzzi spa
Caltanisetta. Cosa Nostra diventa impresa, e attraverso aziende nazionali tenta di controllare il business degli appalti e di riprendersi i beni confiscati alle cosche. È questo il quadro che emerge dall’inchiesta della Dda di Caltanissetta sfociata ieri in tre provvedimenti di custodia cautelare e nella notifica di un avviso di garanzia per associazione mafiosa alla Calcestruzzi Spa, l’azienda del gruppo Italcementi. Gli arrestati sono Salvatore Paterna, 44 anni, impiegato della Calcestruzzi di Riesi, e Giuseppe Ferraro, di 46, proprietario della cava «Billiemi», sempre a Riesi. Un terzo provvedimento è stato notificato in carcere a Giuseppe Giovanni Laurino, inteso «ù Gracciato», 49 anni, ex dipendente dell’azienda. Sono accusati di associazione mafiosa. La stessa ipotesi formulata per la Calcestruzzi spa che è anche indagata per falso in bilancio. È la prima volta che questa nuova metodologia di indagine viene applicata per il reato di mafia. Secondo gli inquirenti l’azienda bergamasca sarebbe stata «strumento» dei boss mafiosi. L’avviso di garanzia è stato notificato al legale rappresentante della società, Pierfranco Barabini. In particolare la Calcestruzzi avrebbe messo a disposizione somme di denaro a presunti affiliati a Cosa nostra per acquistare beni che erano sottoposti ad amministrazione controllata. Sequestrati pure gli impianti di produzione di calcestruzzo di Riesi e Gela di proprietà della Calcestruzzi, e la cava di inerti di Ferraro. Il valore complessivo dei beni che ora saranno gestiti da un amministratore giudiziario è di circa quattro milioni di euro. L’inchiesta ha accertato come beni sequestrati alla mafia siano tornati, di fatto, nella disponibilità dei boss. Come nel caso di una cava: per gli inquirenti, Ferraro, che è accusato di far parte della cosca di Riesi, l’avrebbe acquistata grazie al denaro della stessa Calcestruzzi. Dal canto suo la Calcestruzzi «ribadisce la sua estraneità ai fatti» e garantisce la piena «collaborazione con la magistratura». La società da un lato sottolinea come l’iscrizione nel registro degli indagati predisposto nei propri confronti «sia un atto dovuto e previsto dalla legge», dall’altro rimarca che «già lo scorso anno aveva licenziato uno dei suoi dipendenti dell’impianto siciliano».
Sunday, July 30, 2006
Mafia, tra gli indagati anche la Calcestruzzi
l’azienda: siamo estranei alle accuse
Mafia, tra gli indagati anche la Calcestruzzi
E’ la prima volta che viene contestato il reato a una società per azioni
Da parte sua, la società giudica l’iscrizione nel registro degli indagati «un atto dovuto» e dichiara di essere estranea ai fatti contestati, «che allo stato sono imputati solo a suoi dipendenti». Nel confermare «pieno appoggio all’azione della magistratura», la Calcestruzzi ricorda che in passato è già intervenuta «licenziando i dipendenti raggiunti da provvedimenti giudiziari e che ora, venuta a conoscenza dei nuovi sviluppi, ha predisposto il licenziamento dell’altro dipendente della stessa area».
Friday, July 28, 2006
L’ITALCEMENTI FA TROPPO BACCANO
CALUSCO
Il consigliere d’opposizione Antonella Bonacina protesta per i rumori notturni
«L’ITALCEMENTI FA TROPPO BACCANO»
Lamentele arrivano anche da diversi cittadini nelle vicinanze del cementificio
CALUSCO
Cittadini sul piede di guerra contro il baccano causato, secondo le accuse, dall’Italcementi. Sembrerebbe che diverse persone non riescano addirittura a dormire la notte per i rumori causati dal nuovo impianto del cementificio. Così molti di loro si sono rivolti ...
Tuesday, July 25, 2006
Rumori molesti da Italcementi Calusco
SEGNALAZIONE RUMORE MOLESTO
Egr. Sig.r Sindaco,
Le scrivo in qualità di privato Cittadino Caluschese e come Consigliere Comunale che sta passando notti insonni da circa un mese e più a questa parte.
Ciò non è dovuto al caldo ma all’aumento del “rumore molesto” notturno per il quale sto ricevendo segnalazioni da parte di Cittadini Caluschesi residenti in diverse zone del territorio, in particolare Luprita, Capora, Vanzone e zone adiacenti alla Cementeria.
Il “rumore molesto” di cui sopra si riferisce ad un cupo, sordo e continuo sottofondo che, in orari diversi, a mo’ di risacca, aumenta di intensità e/o diminuisce.
Da sempre questo rumore accompagna le notti e i giorni caluschesi.
Ma devo dire che, a percezione, negli ultimi tempi è realmente aumentato di intensità, soprattutto di notte ove tutto diventa sicuramente più evidente e la fonte è chiaramente individuabile, in particolare dalla mezzanotte in poi: non è il movimento delle auto e dei camion che di notte diventa pressoché inesistente e quindi non causa, in certi orari, “disturbo” interferente rispetto al rumore di fondo.
In data 18.07.06, poi, all’incirca verso le ore 3:00 fino mattina, l’intensità del rumore di cui sopra ha avuto un’impennata, non dico da spavento, ma quanto meno da sussulto.
Tenuto conto che la mia abitazione dista circa 1 km in linea d’aria dalla fonte di emissione che provoca questo disturbo, mi domando quale delizia possa procurare a chi invece abita nelle immediate vicinanze!
A proposito.
Mi risulta che il nostro territorio sia vincolato da un documento che si chiama “Zonizzazione Acustica” approvato dal Consiglio Comunale una vita fa e avverso il quale l’emittente del “rumore” aveva a suo tempo presentato ricorso nel tentativo di innalzare in alcune zone del Paese la soglia di emissione del rumore stesso.
Ricorso al quale l’Amministrazione, giustamente, si è opposta.
Questo piano di zonizzazione acustica è già applicato?
Presso la mia abitazione, che, secondo tale documento, è ubicata in zona di classe II (limite di immissione diurno 55dB (A) e notturno 45dB – limiti di emissione diurno 50dB e notturno 40dB), non ho ancora proceduto all’istallazione di un rilevatore di rumore, ma se sarà necessario provvederò in merito (oltre che a scriverLe) se questo disagio non dovesse cessare.
Sicuramente c’è una ragione tecnica per cui ciò avviene, sia in merito al rumore che in merito al rispetto delle regole, ma sarebbe utile muoversi con strumenti reali che l’autorità di cui Lei è insignita può disporre.
Quindi, La sollecito caldissimamente affinché provveda con urgenza a contattare la Società perché provveda finalmente alla messa in opera di silenziatori adeguati e gli organi competenti perché verifichino che tali azioni pongano definitivamente rimedio a tale disagio ed eventualmente sospendere l’attività causa di questi rumori per salvaguardare la salute pubblica..
A tal proposito, Le ricordo che il Sindaco è garante della salute pubblica e suo espresso dovere è anche quello di “cullare” i suoi concittadini provvedendo a far sì che le notti siano realmente di riposo ristoratore e non fonte di arrabbiature che, oltre al rumore e al caldo climatico, riscaldano gli animi.
Con stima.
BONACINA ANTONELLA
Consigliere Comunale
Thursday, July 13, 2006
Compensazioni A TORINO e' possibile
Il piano degli interventi di cui beneficeranno i comuni metropolitani - da Repubblica del 11.07.2006
Quattro zone verdi, nuove fermate ferroviarie e possibilità d´accesso alla tangenziale da Beinasco
Federica Cravero
Se ormai è una decisione irreversibile che l´inceneritore si farà al Gerbido, ora per i comuni che tanto strenuamente si erano opposti arrivano le misure di compensazione che renderanno l´opera più sopportabile. Principalmente si tratta di interventi volti a migliorare la viabilità o l´ambiente, che oggi vengono illustrati a Palazzo Cisterna alla presenza del presidente della Provincia Antonio Saitta, degli assessori all´ambiente di Torino Domenico Mangone, provinciale Angela Massaglia, regionale Nicola De Ruggiero e del sindaco di Torino, Sergio Chiamparino.
A beneficiare di questi interventi di compensazione, che ammontano ad alcune decine di milioni di euro, sono i comuni dell´area metropolitana che circondano la zona dove sorgerà il termovalorizzatore: Beinasco, Grugliasco, Orbassano, Rivalta e Rivoli. Sono state così accolte, almeno nella sostanza, le principali richieste che i sindaci di questi comuni avevano avanzato. Alcune misure coinvolgono più di un comune e sono considerate strategiche per l´area, come il nuovo parco agrario che nascerà al Gerbido, nei territori di Grugliasco, Rivalta e Rivoli. O come la rete di piste ciclabili che collegherà il parco della Dora con quello del Po Sangone, o la cosiddetta Corona verde, un´insieme di interventi di riqualificazione del parco del Sangone, che coinvolge Orbassano, Rivalta e Beinasco. Altre, invece, rappresentano richieste localistiche di ogni amministrazione comunale. A Beinasco, ad esempio, con i fondi provenienti dalle compensazioni sarà ristrutturato il ponte sul Sangone, lungo la strada provinciale che porta verso Orbassano, ora eccessivamente trafficata da quando è stato istituito il casello sulla Torino-Pinerolo. Sarà anche modificato lo svincolo che consentirà l´ingresso in tangenziale per chi proviene da Beinasco e sarà costruita una passerella ciclopedonale per collegare il castello del Drosso al centro città.
Grazie ai fondi regionali, invece, Orbassano e Grugliasco realizzeranno un sogno che cullavano da tempo, ovvero la trasformazione della ferrovia Torino-Orbassano (la stessa su cui viaggeranno i rifiuti verso l´inceneritore) in una linea metropolitana che vedrà a Orbassano una fermata davanti all´ospedale San Luigi e, a Grugliasco, una al centro Commerciale delle Gru. A Grugliasco, inoltre, sarà recuperata un´area verde in viale Radich che sarà attrezzata e destinata a parco urbano, mentre a Orbassano aumenterà l´area attrezzata all´interno del paco del Sangone. Due nuovi parchi anche per Rivoli, uno al Gerbido e l´altro al Doirone, al confine con Rivalta.
«Ma continuiamo anche a fare pressioni per lo spostamento dell´azienda chimica Servizi Industriali - ha spiegato il sindaco di Orbassano, Carlo Marroni - ci dicono che sta andando avanti la procedura di esproprio. Sostanzialmente sono state accolte le nostre richieste. La costruzione dell´impianto è necessaria anche se sgradevole, ma non ci è piaciuta la forzatura nella decisione di farlo al Gerbido. Comunque non si può mettere in discussione tutto».
Torino - Misure di compensazione per la zona dell'inceneritore
Coinvolti i Comuni di Torino, Rivoli, Beinasco, Grugliasco, Orbassano e Rivalta
Per i comuni interessati dalla costruzione dell'inceneritore del Gerbido sono state decise alcune misure di compensazione, come da accordi precedentemente presi.Gli interventi richiesti dai comuni interessati sfioravano gli 80 milioni di Euro. Ora la Provincia e i sei Comuni hanno raggiunto un accordo per individuare un elenco di interventi prioritari, per un investimento di circa 40 milioni di euro. Dei fondi mancanti, circa 15 milioni di euro saranno concessi dalla Regione Piemonte, gli altri dal Comune di Torino e dalla Provincia, che si impegnerà soprattutto nel settore viabilità: tra queste l'adeguamento idraulico e strutturale del ponte sul Sangone di Beinasco.Gli interventi saranno principalmente dedicati alla costruzione di una Corona Verde che si estende nel territorio dei comuni interessati per un'area di 3 Kmq e lo sviluppo e l'incentivazione del trasporto delle merci su ferro. Ancora più importante è la costruzione della stazione ferroviaria in località San Luigi di Orbassano, la sistemazione di importanti aree a parco (Sangone, Gerbido e Grugliasco), la valorizzazione del Castello del Drosso. I cantieri, che si apriranno contestualmente a quelli per la costruzione dell'inceneritore, dovrebbero essere avviati nell'autunno dell'anno prossimo e conclusi nel 2011, anno in cui l'impianto di termovalorizzazione sarà completato e funzionante.
Tutte le opere previste
La compensazione ambientale connessa alla realizzazione del termovalorizzatore del Gerbido - comunicato stampa Provincia di Torino
Inceneritore, ecco le opere in cambio del sì al Gerbido Il piano degli interventi di cui beneficeranno i comuni metropolitani - da Repubblica del 11.07.2006
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