Giorni dalla firma tra Italcementi ed i Comuni

NON HANNO FIRMATO I SINDACI DI : Paderno d'Adda e Solza . HANNO FIRMATO : Calusco d'Adda, Cornate d'Adda, Imbersago, Medolago, Parco Adda Nord, Robbiate, Verderio Inferiore, Verderio Superiore, Villa d'Adda, Dopo più di 1.000 giorni dalla firma ,il 4 Maggio 2012 non si hanno notizie sulla ferrovia . Solo ombre su questo accordo fantasma , polvere , puzza, inquinamento . http://calusco.blogspot.it/2012/05/comunicato-stampa-tavolo-italcementi.html

Countdown alla ferrovia

il tempo e' finito del collegamento ferroviario nessuna notizia ,Piu' di 1.000 giorni TRE ANNI e nulla di fatto, meditate .

Saturday, June 28, 2003

DOPO LE NUOVE TORRI, LA NUOVA STRADA PER L’ITALCEMENTI!!!!!

ECCO LE AREE VERDI E RESIDENZIALI CHE VERRANNO COINVOLTE, …….ANZI SCONVOLTE DALLA NUOVA STRADA!!!!!!!!

Passera’ sotto l’Italcementi, lambendo il Parco Adda Nord……

costeggiando ed attraversando poi l’area residenziale nella zona sud di Calusco (zona La Torre)..


ed inserendosi sulla strada provinciale La Rivierasca proprio al confine con Solza

NO ALLA DISTRUZIONE DELLE ULTIME AREE VERDI!!!!!!

NO AD ULTERIORE INQUINAMENTO!!!!!!

NON SI RIDUCE IL TRAFFICO COSTRUENDO NUOVE STRADE!!!!!!

IL PROBLEMA TRAFFICO VA RISOLTO E NON SPOSTATO!!!!!!



ALCUNE CONSIDERAZIONI PER AIUTARE IL CITTADINO A RIFLETTERE SULLO SCEMPIO CHE SI STA COMMETTENDO:

 Il Comune di Calusco ha aderito alla convenzione per la difesa delle aree agricole (agenda 21) ed a quella del Parco Adda nord:
o Adesso le stesse uniche aree agricole rimaste nella zona, rischiano di:
 Essere attraversate da una strada con prevalenza di traffico pesante!!!
 Essere trasformate in area industriale!!!
 Inoltre l’UNICA azienda agricola rimasta a Calusco d’Adda, rischia di dover chiudere a causa della nuova strada!!!!
1) E’ Cosi’ che si tutelano le aree agricole???
2) E’ questa la coerenza dimostrata dal Comune di Calusco d’Adda in tema di Politica Ambientale???
 L’area a sud di Calusco d’Adda (via Dante, zona Torre), verrebbe attraversata oltre che dai camion dell’Italcementi, anche dal traffico dei prevedibili futuri insediamenti industriali che sorgeranno intorno alla nuova strada!!!
 E tutto questo per ridurre il traffico nel centro di Calusco di SOLO IL 20% a fronte di una spesa stimata in 9 MILIONI DI EURO (17 MILIARDI DELLE VECCHIE LIRE)!!! – Fonte: Amministrazione Comunale di Calusco!!!!!!!



METTI LA TUA FIRMA PER:
1) Dire NO alla costruzione della nuova strada!!!
2) Dire NO ad ulteriore inquinamento dell’Isola Bergamasca!!!
3) Dire SI alla salvaguardia dell’ambiente e della nostra salute!!!
4) Dire SI alla ricerca di soluzioni alternative compatibili con AMBIENTE e SALUTE!!!


IL TUO FUTURO SI DECIDE ADESSO!!!!!!




Il Comitato per la difesa delle aree verdi di Calusco d’Adda e Solza

Friday, June 27, 2003

Milano, 26 giugno 2003 Comunicato Stampa LEGAMBIENTE LOMBARDIA

Campagna fiume Adda

Il bilancio del monitoraggio di Legambiente

SEGNALI DI VITA DALLE SPONDE DELL'ADDA

LE ACQUE RIMANGONO INQUINATE, SOPRATTUTTO ALLA CONFLUENZA CON IL SERIO, MA SONO IN GRADO DI OSPITARE MIRIADI DI PICCOLI CROSTACEI, LARVE DI COLEOTTERI, MOLLUSCHI.

E I CITTADINI RITROVANO LA VOGLIA DI POPOLARNE LE SPONDE

Legambiente ha reso noti oggi i risultati del proprio monitoriaggio ambientale sul fiume Adda, focalizzato sia sulla qualità delle acque che sullo stato di salute del territorio in prossimità delle sponde. L'occasione è stata una conferenza stampa sulle rive del fiume a Lodi a cui hanno partecipato, oltre al presidente regionale di Legambiente Andrea Poggio, il biologo Marcello Cazzola, responsabile dei rilevamenti, il presidente del parco Adda Sud Attilio Dadda e il portavoce della Presidenza dell'Arpa Lombardia Fabrizio d'Amico. Le analisi e i rilevamenti sono stati effettuati nell'ambito della campagna itinerante che ha coinvolto lo scorso mese decine di località lombarde, dall'alto corso valtellinese fino all'immissione nel Po, in provincia di Lodi. La campagna è stata realizzata con il contributo dell'Erbolario, grazie all'azione coordinata dei circoli locali di Legambiente, che hanno organizzato feste, concerti, conferenze, aperitivi letterari, spettacoli teatrali, fiaccolate in canoa, dibattiti e pesciolate (tutte le iniziative sul sito www.fiumeadda.it). In questo modo Legambiente ha portato in riva al fiume migliaia di cittadini lombardi, in gran parte under 30, lanciando un chiaro segnale: "troppo spesso - commenta Andrea Poggio - nella nostra regione i fiumi sono visti come ostacoli allo sviluppo: canali di scolo per gli scarichi urbani da cui tenersi alla larga o, nei migliori dei casi, da scalvalcare con ponti autostradali. Ma le cose stanno cambiando. Se questa primavera siamo riusciti a portare migliaia di persone a fare festa in riva all'Adda è segno che nella coscienza dei lombardi i fiumi stanno tornando a diventare luoghi forti dell'identità, spazi di cui godere liberamente, occasioni di ricchezza e sviluppo per il territorio".

Le analisi sulla qualità delle acque. Metodologie e risultati.

Le analisi di Legambiente sulla qualità delle acque sono state di tre tipi, tutte svolte su sei identiche stazioni di rilevamento dislocate lungo tutto il corso del fiume, dalla Valtellina (Cosio) giù fino alla provincia di Lecco (Brivio), per arrivare a Lodi, alla confluenza con il Serio (Turano) e terminare a Castiglione d'Adda.

Un primo ciclo di analisi si è concentrato sulle componenti chimiche disciolte nell'acqua (tab. 1), con particolare attenzione ai composti dell'azoto e del fosforo derivanti dall'azione dell'uomo (scarichi civili, fertilizzanti, ecc). Il quadro che ne emerge è quello di un fiume ancora non del tutto sano, soprattutto nel suo corso basso. Grave la situazione soprattutto alla confluenza con l'inquinatissimo Serio, che fa scivolare l'Adda in una condizione di pesante inquinamento.

Un seconda classe di analisi è andata a indagare la presenza di coliformi (tab. 2), indicatori di scarichi civili non depurati. I picchi di inquinamento si hanno nel medio corso, mentre a sorpresa la stazione di rilevamento più a valle (Castiglione d'Adda) è quella che dà i risultati migliori, segno di una buona capacità di auto-depurazione. Piuttosto sconfortante il dato valtellinese(Cosio), segno di abbondanza di scarichi non depurati.

Per un ulteriore tipo di analisi Legambiente si è avvalsa infine dell'indice IBE (Indice Biotico Esteso) che classifica le acque a seconda del tipo di specie animali che le popolano: maggiore è la varietà di larve di insetti, di crostacei e di altri invertebrati, migliore è la qualità delle acque (tab.3). I risultati sono tutto sommato incoraggianti. In tre stazioni di rilevamento su sei (Cosio, Bottanuco, Corte Palasio) il grado di biodiversità è alto, abbondano larve di insetto, crostacei, gasteropodi, indicatativi di ambienti non inquinati o solo moderatamente inquinati. Nelle altre tre stazioni (Brivio, Turano e Castiglione) le analisi hanno invece dato risultati negativi, con picchi di inquinamento a Turano, in corrispondenza della confluenza con il Serio.

finisci la lettura su :

Campagna fiume Adda

Sunday, June 22, 2003

L'ECO DI BERGAMO 21 06 03

Calusco, raccolta di firme contro la variante sud
CALUSCO D'ADDA A partire da oggi il «Comitato per la difesa delle aree verdi di Calusco e Solza», sorto di recente
per contrastare la realizzazione della variante sud di Calusco, avvierà una raccolta di firme per rafforzare le proteste
dei cittadini che vogliono conservare un ambiente vivibile.
Il comitato sarà presente oggi al piazzale del mercato e dei supermercati «Brianzoli» di Calusco. Le firme saranno
raccolte anche presso il centro sportivo di Solza. Sempre a Solza la petizione proseguirà anche domani in piazza
della chiesa e al centro sportivo. Domenica prossima toccherà nuovamente a Calusco: le firme saranno raccolte
sulla piazza davanti alla parrocchiale e sul piazzale San Francesco d'Assisi a Baccanello.
Oltre alla raccolta di firme il Comitato ha in programma di informare la popolazione dei due comuni su quanto sta
avvenendo nel territorio e aprire una discussione pubblica per trovare soluzioni alternative al problema del traffico
pesante che circola nella zona. In questi giorni è stato distribuito a tutte le famiglie di Calusco e Solza un volantino.
Il sindaco di Calusco Rinaldo Colleoni mette per? in evidenza il fatto che il Comitato, prima di distribuire un
volantino, avrebbe dovuto chiedere un incontro ufficiale con l'Amministrazione: «Il Comune – spiega il primo
cittadino – deve avere una visione ampia delle problematiche esistenti e salvaguardare i diritti di tutti. Non si pu?
tollerare un traffico continuo e sempre in aumento senza far niente. Una strada alternativa diventa necessaria. La
prevista circonvallazione sud di Calusco non sconvolgerà l'area residenziale della "Torre", in quanto avrà un
percorso più lontano da come è previsto nell'ipotesi del progetto di fattibilità che è stato reso pubblico. Inoltre, per i
residenti di via Dante sono previste ulteriori protezioni: verrà realizzato un sottopasso e la strada sarà nascosta
all'impatto visivo. Sono interventi che fungono da protezione contro il rumore e l'inquinamento».
«La realizzazione della variante sud del paese – prosegue il sindaco – potrà apportare sensibili benefici sia agli
utenti del trasporto, garantendo notevoli risparmi di tempo, sia all'ambiente e al territorio dei comuni di Calusco e
Solza, limitando l'inquinamento acustico e le emissioni di sostanze inquinanti».
Angelo Monzani

Wednesday, June 11, 2003

L'ECO DI BERGAMO 10 06 03

Cava sul Monte Giglio, salva la cresta
I sindaci: una barriera naturale. L'Italcementi: presto il nuovo progetto rivisto

Al centro la cava Italcementi, nella parte Nord l'area del monte Giglio interessata alla nuova escavazione
CALUSCO «Siamo in grado di presentare a breve un progetto rivisto su quanto emerso dalle considerazioni fatte dai tre sindaci di Calusco, Carvico e Villa d'Adda sul problema dello sfruttamento della "cresta collinare" che attualmente nasconde e mitiga l'impatto visivo della cava del monte Giglio. L'Italcementi sta prendendo in considerazione l'aspetto evidenziato dai Comuni e nell'arco di qualche settimana verrà presentata un'alternativa che salvaguardi gli interessi della cementeria e della popolazione».
Così l'Italcementi interviene sul progetto relativo allo sfruttamento della cava del monte Giglio che interessa Calusco, Carvico e Villa d'Adda. Un progetto che all'inizio del 2002 aveva creato preoccupazione nei tre Comuni, poiché era previsto un abbassamento della «cresta» di cava verso nord-ovest di circa una trentina di metri. Abbassamento che invece non avverrà perché verrà studiata un'altra soluzione.
L'ulteriore escavazione da parte dello stabilimento dell'Italcementi avrebbe messo in mostra il cantiere della cava e creato problemi di rumorosità e polvere, nonché qualche tremolio, per lo scoppio delle mine, nelle abitazioni di Carvico e Villa d'Adda, oggi protette da questa «cresta» verde.
Per meglio capire quanto sta avvenendo in questi giorni è bene ritornare all'inizio del 2002 quando i tre Comuni vennero a conoscenza del progetto di sfruttamento della cava sul monte Giglio da parte dell'Italcementi. La cementeria, all'inizio dell'anno scorso, ha presentato alla Regione Lombardia uno studio di impatto ambientale (Sia) che prevede di poter continuare lo sfruttamento della cava per altri settant'anni.
«In realtà - spiegano i tecnici dell'Italcementi - il progetto prevede 70 anni non di autorizzazione a cavare perché la Regione rilascia permessi di massimo vent'anni, ma i settant'anni rappresentano il fine ultimo per il recupero ambientale di tutta l'area della cava».
Successivamente al Pirellone, l'Italcementi ha presentato la valutazione di impatto ambientale (Via) e gli uffici regionali hanno valutato fattibile e positivo lo studio, che illustra gli intendimenti dello sfruttamento e come verrà sistemata definitivamente l'area del monte Giglio al termine dell'escavazione.
«Come Amministrazione comunale - commenta Lino Corti, vicesindaco di Calusco, nonché assessore all'Ambiente - siamo intervenuti subito alla conferenza dei servizi tenuta nella primavera del 2002 sostenendo il concetto che lo sfruttamento elaborato dall'Italcementi con il "Sia", sia per quantità sia per sviluppo e durata della cava, non era assolutamente condivisibile soprattutto perché l'ambito di cui si parla insiste su una zona circondata da tre comuni, i cui centri abitativi sono abbastanza vicini all'attività d'escavazione, con problemi di polvere, rumori, scoppi di mine e altro. Inoltre, uno dei punti importanti che ci ha trovato in disaccordo è l'ipotesi di allargare il perimetro di escavazione attuale fino a inserire le creste della collina, che attualmente sono una specie di barriera naturale entro la quale si nasconde l'attività di cava. Assieme alle Amministrazioni comunali di Carvico e di Villa d'Adda ci siamo rivolti alla Provincia di Bergamo, cercando di costruire una tavola rotonda con l'Italcementi al fine di trovare un accordo per ridimensionare il progetto presentato in Regione».
Attualmente i tre Comuni interessati sono supportati da un gruppo di esperti in materia di cave e ingegneria mineraria, che stanno predisponendo un'ipotesi alternativa al progetto dell'Italcementi. Nel contempo questi tecnici si sono incontrati con quelli della cementeria, mettendo a confronto le proprie posizioni. Da quanto si sta prospettando, le riunioni tra i tre sindaci e l'Italcementi e gli incontri tra i tecnici stanno producendo un'auspicabile soluzione, che tenga conto delle esigenze industriali e di quelle ambientali.
Angelo Monzani

Tuesday, June 03, 2003

L'ECO DI BERGAMO 31 05 03

«Inceneritore, Stato diffidato». «Non è vero»
Dalmine, botta e risposta Legambiente-Regione su una presunta decisione della Commissione europea

L'inceneritore di Dalmine è già in funzione da un anno
DALMINE L'Europa contro l'inceneritore di Dalmine? Un comunicato diffuso ieri dalla sede regionale di Legambiente afferma che la Direzione generale dell'Ambiente della Commissione europea avrebbe deciso «la diffida e la messa in mora dello Stato Italiano per la mancata effettuazione della procedura di Via (valutazione di impatto ambientale) per l'inceneritore della Rea spa di Dalmine». A farne le spese dovrebbero essere – secondo il comunicato di Legambiente – la Regione Lombardia, che aveva concesso nel 1998 il proprio parere favorevole all'impianto, e il ministero dell'Ambiente che avrebbe dovuto obbligare l'istituzione regionale a una Via, oltre naturalmente all'azienda che da un anno ha messo in funzione l'inceneritore.
Dai sindaci di Dalmine, Osio Sopra, Osio Sotto, Levate, Lallio, Bonate Sotto, Filago, Comun Nuovo, Verdello e Zanica – che non condividono le autorizzazioni all'inceneritore – non si ottengono dichiarazioni: gli amministratori si riservano di chiarire la situazione nei prossimi giorni. È certo che dal 1998-99 i Comuni sono in attesa di una sentenza d'appello del Consiglio di Stato dopo i ricorsi allora rigettati dal Tar sulla questione inceneritore e Via.
Ma dalla direzione generale Risorse idriche e ai Servizi di pubblica utilità della Regione Lombardia, facente capo all'omonimo assessorato che sovrintende anche alle iniziative di smaltimento e trattamento rifiuti, arriva una secca smentita al comunicato di Legambiente: «Non è vero che l'Unione europea ha messo in mora lo Stato italiano per la mancata Via. È in corso una verifica da parte dell'Ue, su richiesta del Comune di Dalmine, non ancora conclusa, per la quale la Regione dovrà formulare le proprie valutazioni entro metà giugno nelle quali sosterremo la regolarità delle procedure seguite per l'inceneritore. I problemi e i successivi ricorsi degli amministratori locali – ha aggiunto inoltre la segreteria dell'assessorato – nacquero fondamentalmente dal fatto che le normative europee che prevedevano la Via non erano ancora state recepite con chiarezza dalla legislazione italiana, che attualmente sulla questione è stata definita».
Dal canto suo Legambiente insiste e, con toni molto duri, chiede alla Regione la «sospensione delle autorizzazioni per la Rea». Il direttore della Rea, Giuseppe De Beni – che fa sapere di non aver ancora ricevuto nessun documento ufficiale in merito alla presunta decisione della Commissione europea – non vuole nemmeno esprimersi in merito al comunicato di Legambiente: «Posso solo dire che l'inceneritore della Rea è attivo da un anno, funziona benissimo ed è l'impianto di base di trattamento e smaltimento rifiuti di tutta la provincia di Bergamo. Il livello di emissioni nell'aria è abbondantemente al di sotto di quello previsto per la concessione di autorizzazioni».
Ieri sera Ezio Locatelli, consigliere regionale di Rifondazione comunista, ha comunicato per i prossimi giorni «una mozione per chiedere l'immediata cessazione dell'attività di smaltimento dell'inceneritore di Dalmine».
Armando Di Landro

Labels