Giorni dalla firma tra Italcementi ed i Comuni

NON HANNO FIRMATO I SINDACI DI : Paderno d'Adda e Solza . HANNO FIRMATO : Calusco d'Adda, Cornate d'Adda, Imbersago, Medolago, Parco Adda Nord, Robbiate, Verderio Inferiore, Verderio Superiore, Villa d'Adda, Dopo più di 1.000 giorni dalla firma ,il 4 Maggio 2012 non si hanno notizie sulla ferrovia . Solo ombre su questo accordo fantasma , polvere , puzza, inquinamento . http://calusco.blogspot.it/2012/05/comunicato-stampa-tavolo-italcementi.html

Countdown alla ferrovia

il tempo e' finito del collegamento ferroviario nessuna notizia ,Piu' di 1.000 giorni TRE ANNI e nulla di fatto, meditate .

Sunday, March 27, 2005

Italcementi punta su Mediterraneo e Asia

L'eco di bergamo 24 03 05

Italcementi punta su Mediterraneo e Asia

Il gruppo vuole partecipare alle privatizzazioni in Turchia. Attenzione anche a Nord Africa e India Sale il contributo dei Paesi emergenti al fatturato. La tecnologia di Calusco esportata in Spagna e Usa

I progetti di sviluppo del gruppo Italcementi puntano ai mercati emergenti
Lo sviluppo di Italcementi prosegue lungo due direttrici: rafforzamento dell'esistente ed espansione nei Paesi emergenti, a partire da Turchia, dove il gruppo vuole partecipare ai processi di privatizzazione in corso, Nord Africa e India. Lo ha spiegato ieri il consigliere delegato Carlo Pesenti incontrando gli analisti finanziari nella sede di Bergamo per la presentazione dei risultati di bilancio 2004. La crescita futura del gruppo, ha detto Pesenti, passa dal «miglioramento del posizionamento competitivo sui nostri mercati, in sintonia con i principi dello sviluppo sostenibile, e un'ulteriore diversificazione geografica in Paesi con prospettive di crescita interessanti. L'obiettivo è rivolto al bacino Mediterraneo e agli altri Paesi emergenti del Sud-Est asiatico».Il peso dei nuovi mercati è quindi destinato a salire. Già nel 2005 si attende un aumento del contributo al fatturato dal 14 al 20% e al margine operativo lordo dal 15 al 25%.La crescita esterna si accompagnerà a un piano di investimenti per il mantenimento e il miglioramento degli attuali stabilimenti che prevede nel triennio 2004-2006 una media di 400 milioni annui, per la metà destinati a progetti strategici come il rifacimento delle linee produttive di Malaga in Spagna e Martinsburg negli Stati Uniti. Il primo progetto è già in corso e l'avviamento del nuovo forno, che utilizzerà la tecnologia già sperimentata nella nuova cementeria di Calusco d'Adda, è previsto per l'anno prossimo. Con un investimento di 73 milioni, la capacità produttiva aumenterà del 15% a 1,2 milioni di tonnellate l'anno e consentirà di servire il mercato spagnolo senza ricorrere più a importazioni. A Martinsburg, dove pure sarà utilizzata la tecnologia di Calusco, si avrà invece un aumento della capacità produttiva del 40% a 1,6 milioni di tonnellate l'anno con un investimento di 320 milioni di dollari (circa 246 milioni di euro). L'avviamento è previsto per il 2008. La capacità produttiva crescerà anche in Marocco, nello stabilimento di Agadir, con la realizzazione di una nuova linea produttiva che si affiancherà all'esistente.E progetti di sviluppo ci sono anche per l'India, dove Italcementi è presente con la joint-venture paritetica Zuari Cement, alla quale fanno capo due cementerie. Un'ipotesi che si sta valutando è il raddoppio della capacità produttiva. Non si esclude comunque anche una crescita per acquisizioni.L'espansione esterna è una strada alla quale Italcementi può guardare con tranquillità grazie anche all'impegno degli ultimi anni rivolto alla riduzione dell'indebitamento. «Risultato pienamente ottenuto», ha sottolineato Pesenti. Il miglioramento della posizione finanziaria netta è stato di 260 milioni solo nel 2004 e si aggiunge al miglioramento di 288 milioni già ottenuto nel 2003. «La situazione finanziaria ci permette di valutare altre acquisizioni da soli o in partnership», ha detto Pesenti precisando che Italcementi intende partecipare alla privatizzazione di cementerie in Turchia e guarda al Nord Africa, dove Suez Cement, di cui Italcementi ha raggiunto nei giorni scorsi il 54%, rappresenta una testa di ponte. L'attenzione del gruppo è rivolta in particolare ad Algeria, Tunisia e Libia, ovvero i tre Stati che separano le attuali presenze di Italcementi in Marocco e, appunto, in Egitto. Completare il presidio del Nord Africa consentirebbe di chiudere l'anello attorno al Mediterraneo.
Silvana Galizzi

Saturday, March 19, 2005

Italcementi: nel 2004 utile netto +5% a 394 mln, ricavi +5,7%

FINANZA on LINE

Italcementi: nel 2004 utile netto +5% a 394 mln, ricavi +5,7%

Il Consiglio di Amministrazione di Italcementi Spa riunitosi oggi ha preso in esame e approvato la relazione e il bilancio della società e il consolidato relativi all’anno 2004. Il Consiglio ha anche esaminato la proposta di distribuire un dividendo ordinario di 0,30 euro alle azioni ordinarie (+11%) e di 0,33 euro (+10%) alle azioni risparmio. Lo scorso anno fu distribuito un dividendo ordinario di 0,27 euro alle azioni ordinarie e di 0,30 euro alle azioni di risparmio e un dividendo straordinario di 0,05 euro ad entrambe le categorie di azioni per celebrare i 140 anni di fondazione della società.Il Consiglio inoltre, proporrà all’Assemblea degli azionisti, convocata il prossimo 21 e 22 aprile rispettivamente in prima e seconda convocazione, di rinnovare per 18 mesi l’autorizzazione alla disposizione e all’acquisto di azioni proprie. Attualmente la società possiede 3.117.200 azioni ordinarie e 105.500 azioni di risparmio.QUARTO TRIMESTRE 2004 - Nell’ultimo trimestre dell’esercizio 2004 si è confermato il positivo andamento del principale settore di attività del gruppo con una buona crescita delle vendite di cemento e clinker (+3,7%) rispetto al corrispondente periodo del 2003, mentre sono risultate in calo lo vendite di inerti (-2,9%) e calcestruzzo (-2,3%).I ricavi complessivi hanno registrato nel trimestre un significativo incremento (+5,1%) rispetto al quarto trimestre 2003. Il risultato operativo del gruppo è aumentato del 5,1%.L’utile di pertinenza ammonta a 70,3 milioni di euro rispetto ai 62,1 milioni di euro registrati lo scorso anno, in un trimestre caratterizzato da importanti svalutazioni dell’avviamento di alcune partecipazioni effettuate alla fine dell’esercizio 2003.GRUPPO ITALCEMENTI - Nel corso dell’esercizio 2004, il Gruppo Italcementi ha registrato un incremento del 5,7% dei ricavi consolidati a 4.527,8 milioni di euro (+7,1% l’apporto dell’attività, +0,3% la variazioni di perimetro essenzialmente per l’inserimento di Shymkent Cement - Kazakistan – e -1,7% derivante dall’effetto cambi). Alla crescita dei ricavi hanno contribuito tutti gli aggregati geografici e, principalmente, l’Unione europea (Italia e Francia) e il Nord America.
Il margine operativo lordo, sostenuto dalla crescita dei volumi e dalla favorevole evoluzione dei prezzi di vendita in quasi tutti i paesi, ha registrato un miglioramento del 3,5% rispetto al 2003, anche se sui risultati di gestione ha influito, in misura ancora più accentuata nella seconda parte dell’anno, l’appesantimento dei costi operativi, in particolare di quelli variabili legati ai fattori energetici che hanno registrato una forte crescita dei costi dei combustibili. Anche i cambi del dollaro e di altre valute nei confronti dell’euro hanno determinato un effetto negativo, quantificabile in circa 18 milioni. A parità di tassi di cambio la crescita del margine operativo lordo sarebbe stata pari al 5,2%.Nell’ambito dell’Unione europea la Francia ha realizzato un netto miglioramento, a fronte della stabilità registrata in Italia e Spagna e della flessione in Belgio e Grecia. Molto positivo è stato l’andamento del Nord America, con un MOL in dollari in crescita del 17,5%, ma penalizzato da un importante effetto cambi negativo che ha limitato l’incremento al 6,8%. Fra i paesi emergenti, un forte miglioramento dei risultati di gestione è stato ottenuto in Bulgaria e Turchia, mentre in Thailandia e India gli incrementi dei risultati in valuta locale sono stati annullati dagli effetti negativi del cambio in euro. Il margine operativo lordo del Marocco, pur confermatosi a un valore elevato, ha evidenziato un calo rispetto allo scorso esercizio per i contingenti effetti dell’applicazione di una “tassa di solidarietà”, che ha inciso sui ricavi netti.Dopo ammortamenti e altre svalutazioni delle immobilizzazioni per complessivi 383,9 milioni, inferiori di 20,6 milioni al valore corrispondente 2003 sostanzialmente per l’assenza nel 2004 di svalutazioni dell’avviamento di alcune partecipate, il risultato perativo si è attestato a 714,5 milioni, in progresso dell’8,9% rispetto al 2003, con un’incidenza sui ricavi cresciuta dal 15,3% al 15,8%. Gli oneri finanziari, al netto dei proventi, hanno registrato un sensibile calo (-32,5 milioni pari al 28,4%) rispetto al 2003 con la conseguente riduzione dell’incidenza sui ricavi dal 2,7% all’1,8%. Questo risultato è stato ottenuto soprattutto grazie al contenimento degli interessi correlati all’indebitamento finanziario netto, per effetto della sua forte riduzione. Un positivo contributo è anche venuto dai proventi e plusvalenze nette da partecipazioni e dalle minori perdite di cambio.Le rettifiche di valore di attività finanziarie, concernenti principalmente i risultati delle società consolidate con il metodo del patrimonio netto, hanno evidenziato un saldo netto positivo di 14,1 milioni a fronte di 8,9 milioni nel 2003. Il progresso è soprattutto riferibile ai positivi risultati dell’esercizio di Suez Cement Company.Gli oneri straordinari, al netto dei proventi, hanno registrato un saldo negativo di 4,3 milioni contro un saldo netto positivo di 54,0 milioni nel 2003. A determinare il saldo negativo del 2004 ha concorso principalmente l’accantonamento di 11,9 milioni per l’ammenda comminata in Italia dall’Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato a Calcestruzzi Spa e a Cemencal Spa, verso cui le società hanno presentato ricorso. Il risultato ante imposte è stato pari a 642,3 milioni, in progresso del 6,2% rispetto a quello consuntivato nel 2003 (604,8 milioni di euro).Le imposte ammontano a 247,9 milioni (229,1 milioni di euro). Italcementi SpA ed undici sue controllate, hanno optato per il regime del consolidato fiscale nazionale, formando una catena di consolidamento in capo alla controllante consolidante Italmobiliare Spa. L’utile netto complessivo è stato di 394,4 milioni a fronte di un utile di 375,7 milioni nel 2003 (+5%). L’utile netto di competenza del gruppo, dopo un utile di pertinenza di terzi pari a 101,9 milioni (98,9 milioni nel 2003), è stato di 292,5 milioni, in crescita del 5,7% rispetto al 2003.Nel 2004 gli investimenti in immobilizzazioni materiali, immateriali e finanziarie sono stati pari a 373,9 milioni, in linea con il precedente esercizio. Le principali iniziative in campo industriale hanno riguardato Italia (avanzamento del tunnel di cava presso la cementeria di Calusco), Francia, Spagna (ammodernamento della cementeria di Malaga) e Nord America (ammodernamento della cementeria di Nazareth). In Marocco si sta progettando l’installazione di una nuova linea di cottura per la produzione di clinker.I consistenti flussi finanziari di gestione hanno permesso di migliorare la posizione finanziaria netta di 260,4 milioni.Al 31 dicembre 2004 il saldo dell’indebitamento finanziario netto era pari a 1.537,5 milioni (1.560,0 milioni, inclusi i Tsdi) rispetto a 1.797,8 milioni di euro a fine 2003 (1.849,0 milioni inclusi i Tsdi).Il rapporto tra l’indebitamento finanziario netto (incluso il valore netto dei Tsdi) e il patrimonio netto è sceso sensibilmente, attestandosi al 51,4% a fronte del 65,4% al 31 dicembre 2003.Il patrimonio netto complessivo ha registrato un incremento di 209,1 milioni di euro rispetto al 31 dicembre 2003 a 3.034,4 milioni, grazie all’utile di esercizio e malgrado un effetto cambi negativo.
l'eco di bergamo 18 03 05

Scarti da incenerire Un sì con riserva

CALUSCO Certificazione dei prodotti usati, monitoraggio delle emissioni, formazione mirata dei lavoratori. Queste alcune delle richieste che la Cgil di Bergamo intende avanzare all'Italcementi e alle istituzioni interessate al progetto di incenerimento di rifiuti alternativi nella cementeria di Calusco. «L'azienda - ha spiegato al forum organizzato da Fulvio Bolis, segretario Fillea-Cgil di Bergamo - ha inoltrato la richiesta di pronuncia di compatibilità ambientale il 20 dicembre per l'uso di combustibili alternativi». Nei progetti della cementeria di Calusco, che ora impiega come combustibile tradizionale il coke di petrolio, c'è l'uso di nuovi tipi di rifiuti: i cosiddetti Cdr, combustibili derivati da rifiuti, che si ottengono da quelli solidi urbani e assimilati, e quelli liquidi, classificati come pericolosi, denominati Ecofluid (miscela di solventi) e Rasf (miscela di residui autobollenti stirolici e fenolici). «L'iniziativa di Italcementi - ha dichiarato il segretario generale della Cgil di Bergamo, Maurizio Laini - è un'opportunità a patto si rispettino determinate condizioni. Costruiremo una piattaforma di proposte per chiedere elevate performances ambientali». «È importante - ha detto Claudio Molteni, segretario Fillea-Cgil Lombardia - non limitarsi a rispettare i limiti di legge, ma stare abbondantemente al di sotto, e che l'esito dei controlli sia messo a disposizione di tutti». «L'operazione, se ben condotta - ha esordito Bruno Pesenti, responsabile del dipartimento Sicurezza e prevenzione Asl - comporta da un lato vantaggi per l'ecosistema, grazie allo smaltimento dei rifiuti e alla riduzione dell'uso dei combustibili tradizionali, e dall'altra l'installazione, a Calusco, a spese dell'azienda, di una centralina per il monitoraggio degli inquinanti gestita dall'Arpa». «Concordo - ha detto il responsabile della Medicina del lavoro degli Ospedali Riuniti Giampiero Mosconi - nel sostenere l'opportunità di usare gli inceneritori già esistenti per lo smaltimento dei rifiuti visti i vantaggi di carattere ecologico». «Se la valutazione ambientale sarà favorevole - ha concluso Michele Mosca, consigliere Parco Adda Nord - bisogna studiare forme di compensazione per il territorio».Vanessa Bonacina

Monday, March 14, 2005

Cisterna si ribalta: un morto, A4 paralizzata

L'ECO DI BERGAMO 13 03 05

Cisterna si ribalta: un morto, A4 paralizzata

Camionista milanese perde la vita nello schianto del camion carico di Gpl a Capriate.
Poteva essere un disastro
Autostrada chiusa per undici ore, dalle 8 alle 19, in direzione Venezia.
Caos sulle arterie verso Bergamo

Autostrada chiusa per undici ore, dalle 8 alle 19, tra la barriera di Milano Est e Capriate, in direzione Venezia, auto incolonnate per decine di chilometri e traffico paralizzato sulle altre arterie di collegamento tra Milano e Bergamo. È la conseguenza dell'incidente che si è verificato alle 8 di ieri mattina tra i caselli di Trezzo d'Adda e Capriate San Gervasio, all'altezza del ponte sull'Adda. Un'autocisterna carica di 10 mila litri di gas butano, pare dopo essere stata tamponata da un'auto, ha sbandato e si è rovesciata sul ponte, sfondando parte del parapetto. Per un attimo si è anche temuto per la stabilità del ponte. Per fortuna non si è verificata alcuna fuoriuscita di gas dalla cisterna, scongiurando il rischio di un incendio. L'autista del camion è purtroppo morto sul colpo. La vittima, Roberto Vadorini, aveva 35 anni e abitava a Milano. Subito dopo lo schianto sul posto sono intervenuti i carabinieri di Capriate, la stradale di Seriate, i vigili del fuoco di Bergamo, il personale della società Autostrade e i soccorritori del 118. Purtroppo per il conducente del camion non c'era più niente da fare. Per recuperare la cisterna è stato necessario l'intervento di un corpo speciale dei pompieri, arrivato appositamente da Mestre, che ha effettuato il delicato trasbordo del gas. Le difficili operazioni di recupero hanno richiesto la chiusura dei caselli autostradali di Agrate, Cavenago-Cambiago e Trezzo, in direzione di Venezia, fino al tardo pomeriggio. La stradale ha invece fatto uscire agli svincoli di Agrate e Trezzo le auto che, al momento dell'incidente, si trovavano in autostrada: questa operazione ha avuto come conseguenza pesanti disagi per il traffico, con code lunghe anche parecchi chilometri lungo le strade secondarie. Anche sul lato opposto dell'autostrada, nel tratto tra Capriate e Trezzo, si sono formate delle code provocate dai curiosi che rallentavano all'altezza del ponte sull'Adda, per osservare cosa stava accadendo. Anche la protezione civile si è attivata, distribuendo beni di conforto agli automobilisti bloccati nel traffico fuori e dentro l'autostrada. Le conseguenze dell'incidente si sono fatte sentire anche sulle strade dell'Isola e della Bassa, dove si sono verificati rallentamenti e incolonnamenti. La situazione è parzialmente tornata alla normalità solo dopo le 19, quando il ponte è stato liberato dalla cisterna e l'autostrada è stata riaperta alla circolazione, anche se soltanto la terza corsia. Alle 20 è stata poi riaperta la seconda corsia e la situazione si è lentamente normalizzata. «Autostrade per l'Italia si scusa per i disagi, peraltro non dipendenti dal suo controllo - ha scritto in una nota la società - e non può non sottolineare ancora una volta la problematica del transito delle merci pericolose in autostrada e della loro complessa rimozione nei tempi e nelle modalità». Sulla questione è intervenuto anche il leghista Celestino Pedrazzini, vicepresidente della commissione Lavori pubblici e Comunicazione del Senato: «Per evitare incidenti del genere occorre distribuire anche il metano con i self-service ai distributori sulle autostrade e sulle statali». Matteo Sala

Cisterna si ribalta: un morto, A4 paralizzata

L'ECO DI BERGAMO 13 03 05

Cisterna si ribalta: un morto, A4 paralizzata

Camionista milanese perde la vita nello schianto del camion carico di Gpl a Capriate.
Poteva essere un disastro
Autostrada chiusa per undici ore, dalle 8 alle 19, in direzione Venezia.
Caos sulle arterie verso Bergamo

Autostrada chiusa per undici ore, dalle 8 alle 19, tra la barriera di Milano Est e Capriate, in direzione Venezia, auto incolonnate per decine di chilometri e traffico paralizzato sulle altre arterie di collegamento tra Milano e Bergamo. È la conseguenza dell'incidente che si è verificato alle 8 di ieri mattina tra i caselli di Trezzo d'Adda e Capriate San Gervasio, all'altezza del ponte sull'Adda. Un'autocisterna carica di 10 mila litri di gas butano, pare dopo essere stata tamponata da un'auto, ha sbandato e si è rovesciata sul ponte, sfondando parte del parapetto. Per un attimo si è anche temuto per la stabilità del ponte. Per fortuna non si è verificata alcuna fuoriuscita di gas dalla cisterna, scongiurando il rischio di un incendio. L'autista del camion è purtroppo morto sul colpo. La vittima, Roberto Vadorini, aveva 35 anni e abitava a Milano. Subito dopo lo schianto sul posto sono intervenuti i carabinieri di Capriate, la stradale di Seriate, i vigili del fuoco di Bergamo, il personale della società Autostrade e i soccorritori del 118. Purtroppo per il conducente del camion non c'era più niente da fare. Per recuperare la cisterna è stato necessario l'intervento di un corpo speciale dei pompieri, arrivato appositamente da Mestre, che ha effettuato il delicato trasbordo del gas. Le difficili operazioni di recupero hanno richiesto la chiusura dei caselli autostradali di Agrate, Cavenago-Cambiago e Trezzo, in direzione di Venezia, fino al tardo pomeriggio. La stradale ha invece fatto uscire agli svincoli di Agrate e Trezzo le auto che, al momento dell'incidente, si trovavano in autostrada: questa operazione ha avuto come conseguenza pesanti disagi per il traffico, con code lunghe anche parecchi chilometri lungo le strade secondarie. Anche sul lato opposto dell'autostrada, nel tratto tra Capriate e Trezzo, si sono formate delle code provocate dai curiosi che rallentavano all'altezza del ponte sull'Adda, per osservare cosa stava accadendo. Anche la protezione civile si è attivata, distribuendo beni di conforto agli automobilisti bloccati nel traffico fuori e dentro l'autostrada. Le conseguenze dell'incidente si sono fatte sentire anche sulle strade dell'Isola e della Bassa, dove si sono verificati rallentamenti e incolonnamenti. La situazione è parzialmente tornata alla normalità solo dopo le 19, quando il ponte è stato liberato dalla cisterna e l'autostrada è stata riaperta alla circolazione, anche se soltanto la terza corsia. Alle 20 è stata poi riaperta la seconda corsia e la situazione si è lentamente normalizzata. «Autostrade per l'Italia si scusa per i disagi, peraltro non dipendenti dal suo controllo - ha scritto in una nota la società - e non può non sottolineare ancora una volta la problematica del transito delle merci pericolose in autostrada e della loro complessa rimozione nei tempi e nelle modalità». Sulla questione è intervenuto anche il leghista Celestino Pedrazzini, vicepresidente della commissione Lavori pubblici e Comunicazione del Senato: «Per evitare incidenti del genere occorre distribuire anche il metano con i self-service ai distributori sulle autostrade e sulle statali». Matteo Sala

STATO DI ALLERTA

STATO DI ALLERTA


Mentre non si sono ancora sopite le polemiche e le preoccupazioni derivanti dalla realizzazione di alcuni impianti tecnologici presso gli stabilimenti Italcementi di Calusco d’Adda, è esplosa veemente e violenta una nuova protesta promossa da un gruppo di cittadini, tesa a denunciare la pericolosità delle sostanze bruciate nei forni, comunicata tramite un volantino distribuito alla popolazione dei comuni più vicini alla nuova installazione.I camini recentemente innalzati dall’azienda, delle vere e proprie torri-ciminiera che svettano minacciose verso il cielo, erano stati criticati per i problemi di inquinamento atmosferico che avrebbero potuto generare, e per l’impatto visivo ed ambientale che provocano, ma ora il problema appare di dimensioni ancora maggiori in quanto interessa la salubrità pubblica, e, se già esistevano dubbi sulla pericolosità delle immissioni nell’atmosfera derivanti dai cicli produttivi, la notizia diffusa del possibile utilizzo di sostanze fortemente tossiche, se non addirittura cancerogene, induce ad una nuova e maggiore attenzione.Il problema è rilevante e non riguarda il solo comune di Calusco d’Adda (ed anche se fosse così meriterebbe la pari attenzione), o quello di Paderno d’Adda, ma tutti i comuni del circondario, e l’intero contesto territoriale di questa parte densamente abitata della regione Lombardia, dove la densità di aziende “a rischio” è maggiore di quanto si creda. Di fronte ad una denuncia tanto grave e motivata dovrà scattare lo stato di allerta e la massima attenzione da parte di tutte le municipalità interessate, delle forze politiche e sociali, dei cittadini, e delle autorità superiori: l’interesse di un’azienda privata non può compromettere la salute pubblica, né tanto meno l’ambiente.Il volantino distribuito recita testualmente: ”Abbiamo appreso con terrore dai giornali che Italcementi ha intenzione di utilizzare rifiuti altamente tossici e pericolosi per alimentare i propri forni… Nel caso specifico facciamo presente che questi rifiuti tossici (ecofluid, rasf, residui stirolici e fenolici, ecc.), provengono da Mantova dove sono stati vietati da anni perché la popolazione è insorta, in quanto da studi fatti i casi accertati di cancro sono aumentati in modo drammatico nella popolazione circostante”.Questo è un testo terribilmente drammatico che porta a riflettere, e che, qualora trovasse conferma dopo un’indagine approfondita della questione da espletarsi grazie all’interessamento delle autorità regionali, dovrà, in mancanza di dati e motivazioni inconfutabili, di giustificazioni plausibili, e di certezze circa l’incolumità della salute, portare alla immediata chiusura degli impianti. Suonano stonate le giustificazioni addotte dalla società, laddove si conferma in passato l’utilizzo di sostanze pericolose, così espresse: “Abbiamo avviato la procedura per utilizzare combustibili classificati dalla legge come pericolosi, ma abbiamo anche fornito la massima disponibilità a collaborare con l’amministrazione di Calusco e delle aree confinanti, i cittadini e gli enti preposti. L’azienda Italcementi ha fornito la completa e più ampia disponibilità per presentare e illustrare il tipo di iniziativa che avrebbe intenzione di avviare. L’iter di approvazione prevede incontri e conferenze di servizi per avere il via libera nel campo autorizzativo… L’ecofluid è già stato utilizzato negli anni passati nel vecchio impianto..”. Qualora nulla fosse intrapreso e tutto venisse ridimensionato senza addurre dati scientifici rassicuranti, dovrà partire una vera e propria mobilitazione di massa, simile a quella intrapresa in difesa dell‘Ospedale di Merate, con la partecipazione delle forze politiche e sociali, dei media, e di tutti i cittadini. Nel frattempo, nell’attesa che qualcuno si muova, invitiamo i rappresentanti politici di tutti i partiti a considerare la questione. In particolare sollecitiamo i consiglieri comunali e quelli provinciali, e, tra questi, l’assessore Marco Molgora, responsabile del settore ambientale a Villa Locatelli, un uomo particolarmente attento e sensibile a queste problematiche. Un’ulteriore sollecitazione la rivolgo al ministro Sirchia, dimostratosi sollecito e determinato nella lotta contro il fumo, perché esamini gli incartamenti con la massima scrupolosità e sollevi la popolazione da ogni titubanza, e ai colleghi giornalisti, alcuni già meritoriamente impegnati nell’affrontare l’argomento, altri ancora un poco distratti e negligenti: in gioco non c’è il futuro di un’azienda, ma quello dei nostri figli e delle generazioni che verranno!
Dario Meschi

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Monday, March 07, 2005

Da tecnici a manager della manutenzione: un master per imparare

Da tecnici a manager della manutenzione: un master per imparare
Per le imprese di produzione e di servizi è importante avere personale qualificato nell'area della manutenzione degli impianti.Con le pressanti richieste di produttività, qualità, flessibilità, sicurezza e protezione ambientale, diventa infatti un'esigenza irrinunciabile avere tra il proprio organico figure che non siano solo tecnici capaci di intervenire per riparare un guasto, ma anche manager in grado di capire come la produzione si innesca nel processo produttivo e come si possano pianificare interventi per evitare gli incidenti. Esperti capaci di fare studi statistici, di gestire le risorse umane e di fare bilanci. Per formare i «manager di manutenzione» la Facoltà di Ingegneria dell'Università degli Studi di Bergamo organizza con il Mip, la Business School del Politecnico di Milano, e con la collaborazione di primarie aziende operanti in diversi settori industriali – come Tenaris Dalmine, Italcementi, Brembo, Gruppo Radici, Siad, Albini e società di servizi, come il gruppo Gap – il primo master «Gestione della manutenzione industriale» della durata di due anni, che inizierà a maggio e terminerà ad aprile del 2007.Il percorso formativo è rivolto ai tecnici che hanno bisogno di aggiornamento e di migliorare le attitudini manageriali.«Spesso - sottolinea Sergio Cavalieri, dell'Università di Bergamo e direttore del master - sono bravi nel risolvere i problemi, ma meno nel pianificare interventi per evitarne il nascere, perché non hanno visione del processo aziendale». «I corsisti - aggiunge Cavalieri - impareranno a gestire gli aspetti tecnici, ma anche quelli giuridici, economici ed informatici. Le loro conoscenze manageriali permetteranno alle imprese di accrescere l'efficienza degli impianti, di ridurre i costi, di migliorare la qualità e l'efficacia sul prodotto e di rispettate le norme in termini di sicurezza».Sarà un corso di formazione che richiederà la partecipazione part-time degli iscritti. «Essendo il master indirizzato soprattutto a chi già lavora nell'area della manutenzione - conclude Cavalieri - i corsisti saranno impegnati un giorno a settimana e durante brevi periodi intensivi a scadenza trimestrale. Potranno così continuare a svolgere regolarmente il loro lavoro». Le ore di attività didattica saranno 520, più 300 ore circa per i «project work» aziendali. Alla fine del primo anno del master i partecipanti potranno conseguire il Diploma executive di Gestore della Manutenzione industriale e al termine dell'intero percorso formativo il titolo di Master universitario di primo livello in Gestione della manutenzione industriale.Le aziende interessate a ricevere maggiori informazioni sulle modalità di partecipazione e sui contenuti del master possono partecipare all'incontro di presentazione di martedì 8 marzo alle ore 17, presso la sede dell'Unione industriali della Provincia di Bergamo in via Camozzi, 70. In alternativa possono chiamare il numero 035/205.23.85. Stefano Gervasoni
LA PROVINCIA DI LECCO 06 03 05

Imbersago Il Comune ha scritto al ministero e in Regione: «Non vogliamo ricadute sull'ambiente» «Più garanzie sul nuovo impianto» Amministratori preoccupati per la proposta di stoccare i rifiuti pericolosi nella cementeria

Cosa si brucerà nella torre-forno dell'Italcementi? Un interrogativo che toglie il sonno a non pochi pubblici amministratori brianzoli
IMBERSAGO (l. per.) Il comune di Imbersago ha scritto al ministero dell'ambiente ed alla regione esprimendo le proprie valutazioni sul progetto di un «impianto di ricezione, stoccaggio ed alimentazione di rifiuti liquidi pericolosi per il coincerimento nel forno della cementeria di Calusco d'Adda», presentato da Italcementi lo scorso 20 dicembre. Il vicesindaco Giulio Reali esprime alcune proeccupazioni, ad esempio sulla produzione di diossine durante la combustione dell'Ecofluid, che poi andrebbero distrutte alle temperature di esercizio: «È vero, ma non si fa menzione al fatto che le diossine potrebbero riformarsi durante il raffreddamento dei fumi». Se andasse a regime l'impianto le emissioni di Nox arriverebbero a 800 mg/Nmc: «L'emissione è di grande importanza, sia per le concentrazioni elevate, sia perchè gli NOx, ricadendo al suolo contribuiscono ad aggravare l'inquinamento causato dalle automobili», sostiene il vicesindaco. «Per una zona dove spesso si superano i livelli di allarme per le polveri fini e dove le condizioni di inversioni termica si verificano per la maggior parte dell'anno, ci sembra che il problema per queste emissioni debba essere oggetto di maggiori approfondimenti e valutazioni. Si ricorda, infatti, che anche gli NOx, oltre al PM10, sono stati messi in relazione con l'aumento di mortalità generale che fa seguito ai fenomeni di inquinamento atmosferico», aggiunge Reali, preoccupato anche per l'impossibilità di abbattere i metalli. Le pompe per il trasferimento liquidi dell'impianto sono molto rumorose, ben 93 decibel, equivalente ad un impianto stereo ad alta potenza ed a tutto volume, inoltre nello studio di impatto ambientale «l'azienda dichiara di non aver inserito, fra gli scenari ipotizzati, il ribaltamento di autobotti. È un'omissione poco opportuna, perché non si può escludere assolutamente una qualsiasi possibilità di incidente. Per Imbersago inoltre «non è chiara l'adeguatezza dei dispositivi antincendio», mentre andrebbero richiesti ad Italcementi chiarimenti sul Rasf (residui altobollenti fenolici e stirenici). Reali ricorda le fuoriuscite di polveri e fumo del luglio 2004 che hanno creato allarme, ma che non sono state evidenziate dal sistema di monitoraggio esistente: «Anche se si progettano sistemi di sicurezza modernissimi può verificarsi un evento anomalo, con il rischio che al posto di normali polveri possano uscire polveri tossiche. Vogliamo un chiarimento su quali sistemi di monitoraggio aggiuntivi sono previsti per il progetto».

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