Giorni dalla firma tra Italcementi ed i Comuni

NON HANNO FIRMATO I SINDACI DI : Paderno d'Adda e Solza . HANNO FIRMATO : Calusco d'Adda, Cornate d'Adda, Imbersago, Medolago, Parco Adda Nord, Robbiate, Verderio Inferiore, Verderio Superiore, Villa d'Adda, Dopo più di 1.000 giorni dalla firma ,il 4 Maggio 2012 non si hanno notizie sulla ferrovia . Solo ombre su questo accordo fantasma , polvere , puzza, inquinamento . http://calusco.blogspot.it/2012/05/comunicato-stampa-tavolo-italcementi.html

Countdown alla ferrovia

il tempo e' finito del collegamento ferroviario nessuna notizia ,Piu' di 1.000 giorni TRE ANNI e nulla di fatto, meditate .

Sunday, March 27, 2005

Italcementi punta su Mediterraneo e Asia

L'eco di bergamo 24 03 05

Italcementi punta su Mediterraneo e Asia

Il gruppo vuole partecipare alle privatizzazioni in Turchia. Attenzione anche a Nord Africa e India Sale il contributo dei Paesi emergenti al fatturato. La tecnologia di Calusco esportata in Spagna e Usa

I progetti di sviluppo del gruppo Italcementi puntano ai mercati emergenti
Lo sviluppo di Italcementi prosegue lungo due direttrici: rafforzamento dell'esistente ed espansione nei Paesi emergenti, a partire da Turchia, dove il gruppo vuole partecipare ai processi di privatizzazione in corso, Nord Africa e India. Lo ha spiegato ieri il consigliere delegato Carlo Pesenti incontrando gli analisti finanziari nella sede di Bergamo per la presentazione dei risultati di bilancio 2004. La crescita futura del gruppo, ha detto Pesenti, passa dal «miglioramento del posizionamento competitivo sui nostri mercati, in sintonia con i principi dello sviluppo sostenibile, e un'ulteriore diversificazione geografica in Paesi con prospettive di crescita interessanti. L'obiettivo è rivolto al bacino Mediterraneo e agli altri Paesi emergenti del Sud-Est asiatico».Il peso dei nuovi mercati è quindi destinato a salire. Già nel 2005 si attende un aumento del contributo al fatturato dal 14 al 20% e al margine operativo lordo dal 15 al 25%.La crescita esterna si accompagnerà a un piano di investimenti per il mantenimento e il miglioramento degli attuali stabilimenti che prevede nel triennio 2004-2006 una media di 400 milioni annui, per la metà destinati a progetti strategici come il rifacimento delle linee produttive di Malaga in Spagna e Martinsburg negli Stati Uniti. Il primo progetto è già in corso e l'avviamento del nuovo forno, che utilizzerà la tecnologia già sperimentata nella nuova cementeria di Calusco d'Adda, è previsto per l'anno prossimo. Con un investimento di 73 milioni, la capacità produttiva aumenterà del 15% a 1,2 milioni di tonnellate l'anno e consentirà di servire il mercato spagnolo senza ricorrere più a importazioni. A Martinsburg, dove pure sarà utilizzata la tecnologia di Calusco, si avrà invece un aumento della capacità produttiva del 40% a 1,6 milioni di tonnellate l'anno con un investimento di 320 milioni di dollari (circa 246 milioni di euro). L'avviamento è previsto per il 2008. La capacità produttiva crescerà anche in Marocco, nello stabilimento di Agadir, con la realizzazione di una nuova linea produttiva che si affiancherà all'esistente.E progetti di sviluppo ci sono anche per l'India, dove Italcementi è presente con la joint-venture paritetica Zuari Cement, alla quale fanno capo due cementerie. Un'ipotesi che si sta valutando è il raddoppio della capacità produttiva. Non si esclude comunque anche una crescita per acquisizioni.L'espansione esterna è una strada alla quale Italcementi può guardare con tranquillità grazie anche all'impegno degli ultimi anni rivolto alla riduzione dell'indebitamento. «Risultato pienamente ottenuto», ha sottolineato Pesenti. Il miglioramento della posizione finanziaria netta è stato di 260 milioni solo nel 2004 e si aggiunge al miglioramento di 288 milioni già ottenuto nel 2003. «La situazione finanziaria ci permette di valutare altre acquisizioni da soli o in partnership», ha detto Pesenti precisando che Italcementi intende partecipare alla privatizzazione di cementerie in Turchia e guarda al Nord Africa, dove Suez Cement, di cui Italcementi ha raggiunto nei giorni scorsi il 54%, rappresenta una testa di ponte. L'attenzione del gruppo è rivolta in particolare ad Algeria, Tunisia e Libia, ovvero i tre Stati che separano le attuali presenze di Italcementi in Marocco e, appunto, in Egitto. Completare il presidio del Nord Africa consentirebbe di chiudere l'anello attorno al Mediterraneo.
Silvana Galizzi

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