Giorni dalla firma tra Italcementi ed i Comuni

NON HANNO FIRMATO I SINDACI DI : Paderno d'Adda e Solza . HANNO FIRMATO : Calusco d'Adda, Cornate d'Adda, Imbersago, Medolago, Parco Adda Nord, Robbiate, Verderio Inferiore, Verderio Superiore, Villa d'Adda, Dopo più di 1.000 giorni dalla firma ,il 4 Maggio 2012 non si hanno notizie sulla ferrovia . Solo ombre su questo accordo fantasma , polvere , puzza, inquinamento . http://calusco.blogspot.it/2012/05/comunicato-stampa-tavolo-italcementi.html

Countdown alla ferrovia

il tempo e' finito del collegamento ferroviario nessuna notizia ,Piu' di 1.000 giorni TRE ANNI e nulla di fatto, meditate .

Monday, March 14, 2005

STATO DI ALLERTA

STATO DI ALLERTA


Mentre non si sono ancora sopite le polemiche e le preoccupazioni derivanti dalla realizzazione di alcuni impianti tecnologici presso gli stabilimenti Italcementi di Calusco d’Adda, è esplosa veemente e violenta una nuova protesta promossa da un gruppo di cittadini, tesa a denunciare la pericolosità delle sostanze bruciate nei forni, comunicata tramite un volantino distribuito alla popolazione dei comuni più vicini alla nuova installazione.I camini recentemente innalzati dall’azienda, delle vere e proprie torri-ciminiera che svettano minacciose verso il cielo, erano stati criticati per i problemi di inquinamento atmosferico che avrebbero potuto generare, e per l’impatto visivo ed ambientale che provocano, ma ora il problema appare di dimensioni ancora maggiori in quanto interessa la salubrità pubblica, e, se già esistevano dubbi sulla pericolosità delle immissioni nell’atmosfera derivanti dai cicli produttivi, la notizia diffusa del possibile utilizzo di sostanze fortemente tossiche, se non addirittura cancerogene, induce ad una nuova e maggiore attenzione.Il problema è rilevante e non riguarda il solo comune di Calusco d’Adda (ed anche se fosse così meriterebbe la pari attenzione), o quello di Paderno d’Adda, ma tutti i comuni del circondario, e l’intero contesto territoriale di questa parte densamente abitata della regione Lombardia, dove la densità di aziende “a rischio” è maggiore di quanto si creda. Di fronte ad una denuncia tanto grave e motivata dovrà scattare lo stato di allerta e la massima attenzione da parte di tutte le municipalità interessate, delle forze politiche e sociali, dei cittadini, e delle autorità superiori: l’interesse di un’azienda privata non può compromettere la salute pubblica, né tanto meno l’ambiente.Il volantino distribuito recita testualmente: ”Abbiamo appreso con terrore dai giornali che Italcementi ha intenzione di utilizzare rifiuti altamente tossici e pericolosi per alimentare i propri forni… Nel caso specifico facciamo presente che questi rifiuti tossici (ecofluid, rasf, residui stirolici e fenolici, ecc.), provengono da Mantova dove sono stati vietati da anni perché la popolazione è insorta, in quanto da studi fatti i casi accertati di cancro sono aumentati in modo drammatico nella popolazione circostante”.Questo è un testo terribilmente drammatico che porta a riflettere, e che, qualora trovasse conferma dopo un’indagine approfondita della questione da espletarsi grazie all’interessamento delle autorità regionali, dovrà, in mancanza di dati e motivazioni inconfutabili, di giustificazioni plausibili, e di certezze circa l’incolumità della salute, portare alla immediata chiusura degli impianti. Suonano stonate le giustificazioni addotte dalla società, laddove si conferma in passato l’utilizzo di sostanze pericolose, così espresse: “Abbiamo avviato la procedura per utilizzare combustibili classificati dalla legge come pericolosi, ma abbiamo anche fornito la massima disponibilità a collaborare con l’amministrazione di Calusco e delle aree confinanti, i cittadini e gli enti preposti. L’azienda Italcementi ha fornito la completa e più ampia disponibilità per presentare e illustrare il tipo di iniziativa che avrebbe intenzione di avviare. L’iter di approvazione prevede incontri e conferenze di servizi per avere il via libera nel campo autorizzativo… L’ecofluid è già stato utilizzato negli anni passati nel vecchio impianto..”. Qualora nulla fosse intrapreso e tutto venisse ridimensionato senza addurre dati scientifici rassicuranti, dovrà partire una vera e propria mobilitazione di massa, simile a quella intrapresa in difesa dell‘Ospedale di Merate, con la partecipazione delle forze politiche e sociali, dei media, e di tutti i cittadini. Nel frattempo, nell’attesa che qualcuno si muova, invitiamo i rappresentanti politici di tutti i partiti a considerare la questione. In particolare sollecitiamo i consiglieri comunali e quelli provinciali, e, tra questi, l’assessore Marco Molgora, responsabile del settore ambientale a Villa Locatelli, un uomo particolarmente attento e sensibile a queste problematiche. Un’ulteriore sollecitazione la rivolgo al ministro Sirchia, dimostratosi sollecito e determinato nella lotta contro il fumo, perché esamini gli incartamenti con la massima scrupolosità e sollevi la popolazione da ogni titubanza, e ai colleghi giornalisti, alcuni già meritoriamente impegnati nell’affrontare l’argomento, altri ancora un poco distratti e negligenti: in gioco non c’è il futuro di un’azienda, ma quello dei nostri figli e delle generazioni che verranno!
Dario Meschi

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