Giorni dalla firma tra Italcementi ed i Comuni

NON HANNO FIRMATO I SINDACI DI : Paderno d'Adda e Solza . HANNO FIRMATO : Calusco d'Adda, Cornate d'Adda, Imbersago, Medolago, Parco Adda Nord, Robbiate, Verderio Inferiore, Verderio Superiore, Villa d'Adda, Dopo più di 1.000 giorni dalla firma ,il 4 Maggio 2012 non si hanno notizie sulla ferrovia . Solo ombre su questo accordo fantasma , polvere , puzza, inquinamento . http://calusco.blogspot.it/2012/05/comunicato-stampa-tavolo-italcementi.html

Countdown alla ferrovia

il tempo e' finito del collegamento ferroviario nessuna notizia ,Piu' di 1.000 giorni TRE ANNI e nulla di fatto, meditate .

Saturday, February 03, 2007

AMBIENTE Reazioni allarmate alla pubblicazione dello studio Ipcc sul riscaldamento globale

AMBIENTE
Reazioni allarmate alla pubblicazione dello studio Ipcc sul riscaldamento globale
Il Wwf: "Serve un piano Marshall che metta l'ambiente al centro di tutto"
Rapporto clima, appello alla politica
"L'Italia volti pagina, è già in ritardo"
Il ministro Pecoraro è d'accordo: "Una svolta ecologista non è rinviabile"


Un'ambientalista cheide interventi contro il riscaldamento globale
ROMA - Da una parte la teoria, con i modelli e le previsioni elaborate dagli scienziati dell'Ipcc. Dall'altro i fatti, con l'annuncio dell'Osservatorio meteorologico di Modena che un nuovo record italiano è stato battuto grazie al gennaio più caldo dal 1960. In mezzo c'è la politica, che dovrebbe indicare un percorso per arginare l'emergenza, ma non lo fa.

"Mentre i cambiamenti climatici corrono come lepri, la politica mondiale si muove come una lumaca: o si accelera o si rischia il disastro", mette in guardia il ministro dell ambiente, Alfonso Pecoraro Scanio, commentando a Parigi i dati del rapporto delle Nazioni Unite sui cambiamenti climatici. "Una svolta ecologista per fare fronte ai cambiamenti climatici non è più rinviabile", aggiunge, spiegando che occorre "una sessione parlamentare urgente dedicata alle vicende ambientali, ove proporre riforme verdi su economia, politiche energetiche, dei trasporti, mobilità sostenibile ed efficienza edilizia".

Un'analisi che ricalca quelle di tutte le associazioni ambientaliste, che con la pubblicazione del documento dell'Ipcc hanno potuto finalmente scrollarsi di dosso il marchio di "cassandre" e porsi paradossalmente dalla parte di chi invita alla calma. "Nessun allarmismo - commenta il presidente di Legambiente Roberto Della Seta - ma un giusto allarme: una consapevolezza che taglia corto, una volta per tutte, con chi cerca ancora di negare l'origine prevalentemente antropica del riscaldamento del Pianeta, e richiama invece, con forza, l'uomo alle proprie responsabilità". "Serve uno scatto di reni - aggiunge - che veda il governo, la politica, l'economia, la società unirsi in uno sforzo che non è di destra né di sinistra ma rappresenta, oggi, una forma indispensabile di patriottismo".

La politica italiana, a differenza di quanto accade in molti altri paesi europei, non sembra però ancora consapevole del nuovo scenario. "Per quel che riguarda l'Italia - denuncia Michele Candotti, segretario generale del Wwf Italia - il ritardo accumulato è drammatico, almeno di 15 anni rispetto agli altri paesi europei e anche rispetto ai modesti obiettivi imposti dalla prima fase del Protocollo di Kyoto. Occorre dar vita a un piano straordinario, un piano Marshall per la nuova economia e emissioni zero, che diventi la massima priorità del governo, chiamando tutti i ministeri trasversalmente a fare la loro parte".

Chi invece pare essere più reattivo è il mondo produttivo. La banca d'affari statunitense Lehman Brothers ha scelto la concomitanza con la pubblicazione del rapporto dell'Ipcc per diffondere un suo studio sulle necessità di adeguamento ai cambiamenti climatici da parte della finanza e dell'impresa. E a raccogliere la sfida sembrano essere finalmente anche i sindacati, troppo a lungo bloccati dal ricatto occupazionale. Secondo la Cgil, i modelli di produzione e di consumo devono essere modificati immediatamente. "Lo stato del clima del pianeta è la drammatica constatazione dell'eccesso di priorità date al mercato e all'economia, false libertà che mettono a rischio la convivenza fino alla sopravvivenza non del Pianeta in sé, ma delle specie viventi", segnala Paola Agnello Odica, segretaria confederale Cgil.

In tanta apprensione e tra tanti appelli all'azione, una delle poche voci fuori dal coro è quella del capogruppo dell'Udc alla Camera, Luca Volonté. "Il rapporto Ipcc è di una banalità sconvolgente - sostiene l'esponente della Cdl - Non è da Greenpeace, né dai nobili proprietari terrieri che verrà un cambiamento significativo nella responsabilità umana. Ripartire dall'ecologia umana, a 26 anni dalla Centesimus Annus, rimane l'unica via d'uscita. L'Italia vada verso nucleare pulito e rigassificatori. Basta veti rosso-verdi".

(2 febbraio 2007) Torna su

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