Giorni dalla firma tra Italcementi ed i Comuni

NON HANNO FIRMATO I SINDACI DI : Paderno d'Adda e Solza . HANNO FIRMATO : Calusco d'Adda, Cornate d'Adda, Imbersago, Medolago, Parco Adda Nord, Robbiate, Verderio Inferiore, Verderio Superiore, Villa d'Adda, Dopo più di 1.000 giorni dalla firma ,il 4 Maggio 2012 non si hanno notizie sulla ferrovia . Solo ombre su questo accordo fantasma , polvere , puzza, inquinamento . http://calusco.blogspot.it/2012/05/comunicato-stampa-tavolo-italcementi.html

Countdown alla ferrovia

il tempo e' finito del collegamento ferroviario nessuna notizia ,Piu' di 1.000 giorni TRE ANNI e nulla di fatto, meditate .

Sunday, April 08, 2007

Misurate le nanopolveri dell´inceneritore di Bolzano

Misurate le nanopolveri dell´inceneritore di Bolzano
Presentati in un convegno i dati comparati sulle emissioni delle nanopolveri rilevate con tecnologia tedesca
di Diego Barsotti

LIVORNO. In un convegno che si è svolto lo scorso fine settimana a Bolzano sono stati resi noti i risultati delle analisi eseguite per stabilire con esattezza l’entità delle emissioni prodotte dai camini dell’inceneritore cittadino. Obiettivo degli amministratori verificare gli impatti dell’inceneritore rispetto ad altre fonti, come per esempio il traffico, nonchè la possibilità di un potenziamento dell’impianto, visto che i rifiuti anche nella provincia autonoma di Bolzano continuano ad aumentare e la raccolta differenziata spinta non risolve, da sola, il problema. Fin qui nulla di nuovo. L’aspetto interessante sta invece nel fatto che per la prima volta, almeno in Italia, sono state eseguite misurazioni puntuali delle nanopolveri, le particelle quindi inferiori a 1 micron.

A Giulio Andreucci, dirigente dell’ufficio gestione rifiuti della Provincia autonoma di Bolzano, chiediamo innanzitutto di spiegarci come e da chi vengono effettuate le misurazioni delle nanopolveri, visto che in Italia sembra essere una pratica assai rara.
«MI pare strano. Esistono strumenti normalmente in commercio. Le nostre macchine le abbiamo noleggiate in Germania dalla ditta Grimm. Ma l’istituto scientifico di Leipzig per esempio le ha prodotte in proprio fin dagli anni Novanta e credo che in Finlandia siano state realizzate anche prima. In Italia so per certo che l’università di Bologna misura le nanopolveri, ma non so che macchine abbiano. Tra l’altro credo che l’Unione europea già nelle regolamentazioni previste per gli Euro 5 inserirà anche dei limiti relativi alle nanopolveri».

Che cosa intendete per nanopolveri? Cosa riescono a misurare questi strumenti e come funzionano?
«Allora 1 micron (Pm1) equivale a mille manometri. Esistono macchine in grado di leggere le particelle sotto ai 100 nanometri, cioè Pm0,1 Le nostre in particolare sono macchine con scansione laser che conteggiano le particelle tra i 5,5 e i 350 nanometri, divise su 42 classi di grandezza per canali volumetrici».

Quali sono i risultati delle misurazioni?
«Le misure eseguite sulle emissioni vere e proprie hanno evidenziato tra le 5mila e le 7mila nanoparticelle per centimetro quadrato. Quelle effettuate nel punto stimato di massima ricaduta delle emissioni dell’inceneritore hanno dato valori tra 5mila e 10mila nanoparticelle. In area ambiente, cioè in una zona non antropizzata i valori sono stati sempre intorno alle 5mila unità per centimetro quadrato. Questo perché è bene ricordare che le nanopolveri vengono prodotte anche naturalmente, per esempio attraverso la fotosintesi e per questo a volte sono stati misurati valori altissimi addirittura in mezzo agli oceani. Infine le misurazioni eseguite in prossimità dell’autostrada hanno registrato una presenza tra le 10mila e le 20mila particelle per centimetro. Un calcolo approssimativo che ho fatto io dà come risultato che un’ora di inceneritore produce una quantità di nanopolveri pari a quella prodotta in un’ora da un’auto diesel senza filtro antiparticolato che viaggia in autostrada».

Invece se avesse avuto il filtro Fap?
«Gli esperti hanno calcolato che il filtro riesce ad abbattere di circa mille volte le emissioni di nanopolveri».

Avete dei dati dal punto di vista della salute umana?
«Al seminario abbiamo invitato diversi tossicologi che hanno analizzato qualitativamente le nostre nanopolveri e non essendo un esperto mi rifaccio a quanto da loro è stato spiegato. Sostengono che a Bolzano le nanopolveri abbiano una bassa tossicità o meglio aggressività, che credo sia il termine più corretto. L’aggressività di una nanoparticella si desume da tre fattori: superficie, dimensione e persistenza».

Un’ultima domanda: quanto è costato misurare le nanopolveri?
«La nostra campagna di monitoraggio è durata un mese e mezzo e abbiamo speso complessivamente 15mila euro. Mi sembra invece che il costo per acquistare la macchina si aggiri intorno ai 40mila euro».

Hanno partecipato al convegno: Luigi Minach - Direttore dell`Agenzia per l`Ambiente nonché per il settore Effetti sulla salute Peter Wick (Empa), Otmar Schmid (Gsf), Joachim Heinrich (Gsf), Fabio Barbone (Università di Udine) - Lino Wegher (Medicina dell’ambiente di Bozano) e per il settore Misure e modelli Klaus Schäfer (Forschungszentrum Karlsruhe), Wolfram Birmili (Leibniz Institut), Andrea Ulrich (Empa), Ronny Lorenzo (Empa), Gianluca Antonacci (CISMA), Giulio Angelucci (Ufficio Gestione Rifiuti), Werner Tirler (EcoResearch), Markus Gleis (UBA), Martin Mohr (Empa), Christian Gerthart (Ditta. Grimm)

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