Giorni dalla firma tra Italcementi ed i Comuni

NON HANNO FIRMATO I SINDACI DI : Paderno d'Adda e Solza . HANNO FIRMATO : Calusco d'Adda, Cornate d'Adda, Imbersago, Medolago, Parco Adda Nord, Robbiate, Verderio Inferiore, Verderio Superiore, Villa d'Adda, Dopo più di 1.000 giorni dalla firma ,il 4 Maggio 2012 non si hanno notizie sulla ferrovia . Solo ombre su questo accordo fantasma , polvere , puzza, inquinamento . http://calusco.blogspot.it/2012/05/comunicato-stampa-tavolo-italcementi.html

Countdown alla ferrovia

il tempo e' finito del collegamento ferroviario nessuna notizia ,Piu' di 1.000 giorni TRE ANNI e nulla di fatto, meditate .

Monday, February 03, 2003

L'ECO DI BERGAMO 03 02 03

Italcementi, 150 milioni di euro per rifare Calusco
Tecnologie d'avanguardia per la cementeria permetteranno riduzioni tra il 50 e l'80% delle emissioni

Il nuovo sito dell'Italcementi a Calusco d'Adda che rinnova buona parte degli impianti della vecchia cementeria (foto Beppe Bedolis)
Sta scaldando i motori «Nuova Calusco», la cementeria destinata a rinnovare e sostituire nelle parti essenziali lo storico stabilimento di Calusco d'Adda dell'Italcementi.
Quello avviato dall'Italcementi nel 2000 ed ormai in fase di avanzata realizzazione è un progetto che comporta un investimento complessivo di 150 milioni di euro e che coniuga le esigenze industriali a quelle ecologiche. La logica all'origine di «Nuova Calusco» è quella di assicurare una prospettiva futura dello stabilimento Italcementi, che occupa circa 200 persone, in uno spirito di attenzione per lo sviluppo del territorio, con elevati standard di sicurezza, un miglioramento dell'igiene ambientale e l'ottimizzazione dell'interazione con il territorio attraverso il controllo continuo delle attività.
L'intervento è stato concluso a dicembre per quanto riguarda le strutture: il progetto è stato impostato dall'Italcementi (in particolare da Ctg-Centro tecnico di gruppo) e poi realizzato da un'associazione temporanea di imprese tra la giapponese Kobe Steeel, la tedesca Siemens e la bergamasca Lazzari Montaggi Industriali: diverse imprese anche della provincia sono poi intervenute per la realizzazione delle opere civili. Attualmente sono in corso le prove di funzionamento e di produzione che dovrebbero concludersi nel giro di un mese, con l'entrata a regime attesa entro marzo.
Il tunnel
È invece ancora in corso - e dovrebbe essere realizzata tra la fine di quest'anno e l'inizio del 2004 - la costruzione del tunnel lungo quasi dieci chilometri che permetterà, con un tappeto scorrevole destinato a sostituire le attuali teleferiche, l'arrivo alla cementeria del materiale estratto dalle cave: questo solo intervento richiede un investimento di circa 40 milioni di euro.
L'operazione «Nuova Calusco», che colloca lo stabilimento bergamasco ai primi posti a livello mondiale per tecnologia produttiva e «performance» ambientale, ha comportato lo spostamento degli impianti a maggior impatto ambientale, a partire dalla linea di cottura (il «cuore» della produzione), costruiti ex novo a sud della ferrovia, allontanandoli dal centro abitato, nell'area di 50mila metri quadrati ex-Sacelit (azienda sempre dell'Italcementi group).
Nella vecchia area dello stabilimento, alla quale si integra la «nuova», restano alcune attività per le quali non è previsto al momento il trasferimento, quali l'insacco, la macinazione e i depositi dei semilavorati, di minore impatto ambientale e per le quali erano già stati avviati negli ultimi anni interventi di modernizzazione e insonorizzazione
Nel dettaglio, nella «Nuova Calusco» sono stati realizzati un nuovo molino per la macinazione del «crudo» (marna e calcare, le materie prime per la formazione del clinker, base per il cemento), silos di deposito per materie prime e semilavorati, un nuovo molino per la macinazione del carbone da utilizzare come combustibile al forno e il nuovo forno, con una potenzialità produttiva di 3.600 tonnellate al giorno di cemento, pari a quella degli attuali quattro forni dello stabilimento «vecchio» che saranno dismessi.
L'intero progetto dal punto di vista della produzione è stato orientato al concetto della semplificazione del processo. In questo modo e grazie al migliore rendimento dato dalle tecnologie moderne è stato possibile intervenire con maggiore efficacia sui punti critici.
I vecchi sei mulini «crudo» sono stati convertiti in sei mulini «cemento» (per la produzione del materiale finito con l'aggiunta di gesso e additivi dopo la cottura delle materie prime) e sostituiti da un solo nuovo molino «crudo» di nuova concezione. Gli attuali quattro forni verranno disattivati e sostituiti da un solo nuovo forno. I tre molini del combustibile solido o «mulini carbone», che alimentano il forno, verranno disattivati e sostituiti da uno solo. Dei precedenti 10 molini cemento, quattro vengono disattivati e sei vengono mantenuti, ai quali si aggiungono i sei ex-molini crudo riconvertiti. Nel complesso, dai 19 molini del vecchio stabilimento si scende con il nuovo stabilimento a 14, e da 4 forni si passa ad uno solo.
Proprio grazie al nuovo unico forno sarà possibile a parità di produzione ridurre di circa un terzo la portata complessiva delle emissioni (che per oltre il 99,99% sono costituite da aria), da 850mila a 540mila metri cubi all'ora. La riduzione degli agenti critici, oltre che a questo primo dato legato ad un impianto di cottura di ultima generazione, è legata all'adozione di tecnologie avanzate per quanto riguardo il controllo delle emissioni e l'utilizzo di filtri a tessuto.
Così in complesso la nuova cementeria avrà un impatto notevolmente più basso sul territorio rispetto a quella precedente. Il nuovo forno consente un consumo più basso di energia termica e quindi l'impiego di una minore quantità di combustibile. La nuova linea e i nuovi impianti di abbattimento consentiranno una riduzione delle emissioni di sostanze soggette a controllo tra il 50% e il'80% rispetto agli standard e alle normative a cui era tenuto il vecchio impianto
In particolare per quanto riguarda le polveri, le emissioni, già attualmente pari a un terzo rispetto al limite autorizzato, registreranno una diminuzione del 55%. Per l'anidride solforosa (SO2) le emissioni che sono attualmente pari al 15% del limite autorizzato, verranno ridotte dell'81%, mentre per gli ossidi di azoto, già inferiori di oltre la metà rispetto al limite autorizzato, si registrerà un'ulteriore abbattimento del 68%.
La riduzione complessiva dei punti di emissione ha permesso di concentrare anche tutta l'attenzione su un unico obiettivo, permettendo un controllo in continuo delle emissioni di polveri, ossidi di zolfo e anidride solforosa. Si tratta di un intervento non richiesto dalla normativa che mette l'impianto all'avanguardia anche sotto questo campo.
Rumore ridotto
Attenzione è stata prestata anche sotto il profilo del rumore. Le opere di bonifica dell'impatto acustico finora attuate hanno consentito di contenere gli effetti dell'attività produttiva entro i limiti della normativa. La riduzione e la fermata di alcuni impianti e la delocalizzazione della linea di cottura, costruita secondo standard moderni, consentono di ridurre ulteriormente l'impatto acustico.
Gli impianti che restano nella parte vecchia del sito erano già stati interessati da processi di insonorizzazione. Per quanto riguarda i nuovi impianti, nell'area «Nuova Calusco» in fase progettuale sono stati simulati e analizzati con software particolare gli effetti che si otterranno nelle aree circostanti. È prevista quindi una riduzione delle emissioni sonore nei nuovi impianti rispetto ai vecchi che si abbinerà poi agli effetti dell'allontanamento degli impianti stessi rispetto al centro abitato.
Stefano Ravaschio


Un tunnel di 10 chilometri sostituirà le teleferiche
L'operazione permetterà di togliere fino a 120 automezzi pesanti tra Pontida e Calusco d'Adda
La cementeria di Calusco d'Adda dell'Italcementi avrà un nuovo sistema di approvvigionamento dei prodotti da cava, materie prime essenziali per l'attività, e questo porterà un ulteriore vantaggio all'ambiente. L'operazione di fatto non coinvolge direttamente la produzione e riguarda solo indirettamente la cementeria: è forse però l'intervento più suggestivo e innovativo per la popolazione, non solo di Calusco.
Si tratta del tunnel in via di costruzione - lo scavo è iniziato nel luglio del 2001 - e che sarà presumibilmente completato tra la fine di quest'anno e l'inizio del prossimo, che andrà a sostituire le teleferiche che attualmente collegano le cave di Colle Pedrino, nel comune di Palazzago, e di Monte Giglio, a Calusco. Con un investimento complessivo da 40 milioni di euro, compresi all'interno dei 150 milioni destinati all'intero progetto, le attuali teleferiche verranno sostituite da un nastro trasportatore in galleria sotterranea.
Le due cave
La cementeria di Calusco d'Adda è infatti alimentata da due cave, quella di marna di Monte Giglio, a quasi due chilometri di distanza, è dalla metà degli anni Cinquanta collegata da un nastro trasportatore sotterraneo. La cava di calcare di Col Pedrino è invece collegata a Monte Giglio da una teleferica in due tronconi che ha già attualmente un problema di portata. Mentre il primo troncone è stato potenziato da tempo, per il secondo troncone il «raddoppio» di portata è stato bloccato. Questo ha comportato che solo parte del materiale scavato a Colle Pedrino (circa 700mila tonnellate all'anno, mentre un quantitativo pressoché analogo è quello scavato a Monte Giglio) può essere trasportato via teleferica. Per la parte restante l'Italcementi ha dovuto ricorrere a trasporto con autocarri che percorrono quotidianamente la strada tra Pontida e Calusco.
Il numero di camion è variabile, ma viene stimato in almeno 10 mila trasporti all'anno. Il tunnel, con l'eliminazione delle teleferiche e quindi del traffico integrativo, permetterà in ogni caso di togliere almeno 50 automezzi pesanti al giorno della strada, con punte di 120 in caso di fermata della teleferica bassa. Una decisa riduzione di traffico e di inquinamento collegato, con un beneficio considerevole per la viabilità generale dell'Isola.
L'Italcementi inoltre partecipa alla realizzazione di una strada provinciale di circonvallazione a Sud della ferrovia Bergamo-Lecco (alla quale lo stabilimento di Calusco è tra l'altro collegata con un raccordo) per il raccordo del traffico veicolare leggero dal ponte alla Rivierasca e per l'accesso da Sud di tutto il traffico pesnate che interessa la cementeria: questa soluzione dovrebbe ulterioremente ottimizzare il traffico veicolare.
Lo scavo per il tunnel è iniziato nel luglio del 2001. La galleria sotteranea è un'opera complessa che ha richiesto anche il superamento di ostacoli tecnici, dati da curve, tratti in salita e tratti in discesa per un dislivello complessivo di 700 metri,, secondo un tracciato che è stato individuato tenendo conto della topografia dei luoghi, dell'urbanizzazione intensiva del tratto attraversato e dell'impatto ambientale.
Alla fine il tunnel avrà una lunghezza di circa 9.600 metri con un diametro di 4,2 metri: al suo interno correrà un tappeto dalla portata di 600 tonnellate all'ora alla velocità di 2,5 metri al secondo, e sarà un'opera unica nel suo genere.
Il materiale delle due cave arriverà nei due nuovi «parchi polari», depositi circolari da 90 metri di diametro con capacità di circa 35.000 tonnellate ciascuno, realizzati alla cava Monte Giglio per lo stoccaggio della marna, scavata e frantumata nella stessa cava, e del calcare frantumato in arrivo da Col Pedrino via tunnel.
I depositi sono completamente chiusi e garantiscono la massima protezione ambientale in termini di eventuale polverosità e rumore: l'attività viene inoltre svolta direttamente dalla cementeria con un controllo centralizzato che non richiede presenza diretta di personale. Il materiale viene poi inviato da questi «parchi polari» alla cementeria tramite il nastro sotterraneo già esistente da diversi decenni che passa sotto il paese di Calusco d'Adda, senza necessità di ricorrere a trasporto stradale.
Questa parte dell'intervento di fatto non comporta cambiamenti per l'attività della cementeria, con la sola eccezione del fatto che la fase di omogeneizzazione delle materie prime viene spostata alla cava, in un processo di semplificazione che permette tra l'altro, riducendo la parte di trasporto in via esterna, di contenere la dispersione di polveri.
Il tunnel sarà costantemente monitorato con un sistema a fibre ottiche che, tra i vari compiti, ha anche quello di sincronizzare i motori che regolano l'andamento del nastro. Le nuove tecnologie e l'utilizzo delle fibre ottiche (che hanno il vantaggio di permettere la trasmissione di grandi pacchetti di informazione senza richiedere l'ingombro dei cavi tradizionali) hanno permesso una rivoluzione della struttura di controllo della cementeria, per quanto riguarda i controlli a distanza, la autodiagnostica e la verifica del corretto funzionamento, permettendo un «dialogo» costante con la centrale dello stabilimento. «Nuova Calusco» è all'avanguardia mondiale anche dal punto di vista dello «stabilimento cablato»: Italcementi Group aveva già avviato un'esperienza analoga nell'impianto francese di Rouen, ma limitatamente a un impianto di macinazione. L'esperienza di Rouen, seppure di dimensioni ridotte, è stata positiva ed ha indicato una strada sviluppata a Calusco sull'intero stabilimento, tunnel compreso.
Test a distanza
Le nuove tecnologie di processo, abbinate all'efficienza del controllo a distanza, hanno anche segnato un cambiamento di mentalità rispetto al passato che ha permesso la semplificazione della struttura produttiva. Puntando sull'affidabilità e sull'orientamento alla «best performance» (miglior risultato) è stato possibile non disperdere le risorse su due linee da tenere comunque aggiornate in caso che una avesse dei problemi. La sicurezza sul funzionamento dell'impianto, a partire dal forno, ha permesso di concentrare l'attenzione su un solo punto, con la possibilità di una maggiore facilità in futuro per l'adozione di nuovi accorgimenti tecnici. Eventuali evoluzioni tecniche o anche nuove richieste normative potrebbero essere adottate in maniera meno onerosa, con benefici sia relativi alla produzione, sia relativi all'ambiente.
S. R.

La «Portland e Calci» costruisce in paese i primi forni. Era il 1908
Dura da quasi un secolo il rapporto tra Calusco d'Adda e il cemento. Era il 1908 infatti quando la Società anonima cementi Portland e Calci costruì i primi forni a Calusco. L'impianto è stato poi rilevato e potenziato nel primo dopoguerra dalla Società Italiana Cementi, incorporata nel 1927 nella Italcementi. Sul finire degli anni Venti (quando vengono anche collegate via teleferica le cave di Monte Giglio e di Burligo) gli stabilimenti sociali ed in concessione all'Italcementi erano in tutto 33: di questi, ben nove (Albino, Alzano Lombardo, Bergamo, Comenduno, Gorlago, Nembro, Riva di Solto e Villa d'Almè, oltre a Calusco) si trovavano in provincia di Bergamo. A seguito di progressive dismissioni, quello di Calusco è rimasto l'unico polo produttivo per il cemento in Bergamasca del gruppo, che ha in Italia 18 cementerie: ad Albino è invece attivo un centro di consegna.
Negli anni Quaranta a Calusco si è realizzato il primo importante cambiamento tecnologico, con la trasformazione dei due forni da via umida a via semisecca. Viene inoltre aperta la nuova cava di calcare di Colle Pedrino, collegata con una teleferica.
Nel 1955 viene realizzato il nastro di collegamento tra cava Monte Giglio e la cementeria, con installazione dei nuovi impianti di filtrazione.
Gli anni Sessanta vedono l'avvio dell'ultima fase di potenziamento degli impianti, che arrivano di fatto alla capacità produttiva attuale di 1,3 milioni di 1,3-1,4 milioni di tonnellate di cemento all'anno. A metà degli anni Sessanta la cementeria occupa circa 400 persone e costituisce insieme alla Sacelit (prefabbricati in cemento), sorta durante l'ultima guerra, e alla Officine elettrochimiche trentine (OET), la principale attività industriale del paese.
Negli anni proseguono gli investimenti e gli ammodernamenti destinati anche alla sicurezza e alla tutela ambientale. Nel solo decennio 1992-2001, in particolare, sono stati investiti circa 26 milioni di euro in nuovi impianti e manutenzioni plurienniali. Tra gli interventi per il miglioramento ambientale figurano la depolverizzazione del processo produttivo e degli ambienti di lavoro, la insonorizzazione degli impianti e delle aree di lavoro, il controllo delle acque e il recupero ambientale delle cave.
Nel 1998 la cementeria ottiene la certificazione ISO 9002 e nel 2000, ad aprile, prendono il via i lavori della «Nuova Calusco», ultimati a dicembre 2002 con l'avviamento della nuova linea. La prossima tappa, prevista entro l'anno, è l'ottenimento della certificazione ambientale secondo la norma ISO 14001


Un esperto del colore per ambientare la torre

Il disegno dell'impianto «Nuova Calusco» a conclusione dei lavori
Italcementi ha messo a punto con Jorrit Tornquist uno studio per l'applicazione del colore e per il coordinamento cromatico dei nuovi impianti di Calusco d'Adda. L'obiettivo è quello di inserire in maniera armoniosa l'impatto visivo e architettonico della nuova costruzione nel territorio circostante.
Tornquist, austriaco, ma ormai italiano di adozione, è un esperto di ricerca sul colore. Docente alla facoltà di architettura al Politecnico di Milano, ha collaborato per progetti di arredo paesaggistico con diverse società, tra le quali l'Asm di Brescia, per l'inceneritore che si vede dall'autostrada, e la Lafarge di Tavernola.
L'attenzione principale per l'intervento di Calusco è stata prestata alla torre di preriscaldamento alta 103 metri (107 includendo il camino) che di fatto rappresenta il cuore dell'impianto, anche dal punto di vista dell'impatto visivo, oltre ad essere la principale «novità» rispetto al vecchio impianto. Lo sviluppo verticale, anziché orizzontale, è da tempo la «regola» nella costruzione delle cementerie, perché permette l'applicazione delle tecnologie che consentano l'ottimizzazione dei risultati, anche dal punto di vista ambientale.


Un colosso mondiale con 18.000 dipendenti e una presenza in 15 Paesi
L'Italcementi (attualmente controllata per il 57,4% dalla Italmobiliare del gruppo Pesenti) è uno dei principali operatori internazionali nel settore del cemento, con una presenza mondiale in 15 Paesi e oltre 18.000 dipendenti. La sua attività è integrata con la produzione di calcestruzzo e inerti, anche se è focalizzata sul cemento, che assicura circa il 64% del fatturato (pari nel 2001 a 4.062 milioni di euro, mentre nei primi nove mesi del 2002 ha raggiunto i 3.227 milioni, con una crescita di oltre il 5% rispetto allo stesso periodo dell'anno precedente).
Al gruppo fanno capo attualmente 60 cementerie, 14 centri di macinazione, 152 cave di inerti e 533 centrali di calcestruzzo in quattro continenti.
Nonostante la dimensione globale, il cuore del gruppo, guidato dall'amministratore delegato Giampiero Pesenti, rimane comunque a Bergamo. Qui, in via Camozzi, è la sede e il quartier generale. E a Bergamo è iniziata anche la storia dell'azienda, costituita il 23 febbraio 1865, come Società bergamasca per la fabbricazione del cemento e della calce idraulica, per la gestione di un impianto avviato a Scanzo.
Nel 1872 la società cambia nome in Società italiana dei cementi e delle calci idrauliche. Nel 1906 incorpora la ditta Fratelli Pesenti e nel 1917 la S.A. Fabbriche di Calce e Cementi di Casale Monferrato, assumendo infine nel 1927, l'attuale nome di Italcementi Spa. Con altre acquisizioni, che proseguono anche nel dopoguerra, la società diventa leader nel settore dell'industria italiana del cemento, allargando nel contempo la gamma dei prodotti.
L'espansione è diretta sul fronte nazionale fino alla fine degli anni Ottanta, che vedono anche nel 1988 l'acquisizione del controllo della Società del Gres. Negli anni Novanta gli orizzonti sono rivolti all'Europa e il passo principale è l'acquisizione del controllo della Ciments Français (della quale detiene attualmente oltre il 71%), all'epoca il terzo produttore mondiale di cemento, che diventa il veicolo per una successiva espansione.
In Italia l'Italcementi prosegue intanto nella razionalizzazione dell'organizzazione, con investimenti nei centri produttivi e anche con alcune fusioni, come quella che alla fine del 1996 porta all'incorporazione nell'Italcementi della Cementerie Siciliane e della Cementeria di Sardegna, entrambe quotate in Borsa. Prosegue però anche l'espansione dell'attività, in particolare con l'acquisizione della Calcestruzzi che, unita all'Italcalcestruzzi, crea nel 1998 il primo operatore del settore del calcestruzzo confezionato, con un'integrazione importante alla produzione di cemento.
Sotto l'insegna di Italcementi Group, la nuova denominazione avviata nel marzo 1997 che rappresenta la sintesi dell'unica identità aziendale di tutte le società internazionali, prosegue l'espansione mondiale che porta tra il 1998 e il 2002 ad acquisizioni in Bulgaria, Kazakistan, Thailandia, Marocco, India, Egitto e negli Stati Uniti.

L'ex mensa della Oet diventerà il centro per le visite

La palazzina progettata dall'architetto Albini che verrà recuperata (foto Cesni)
Con la costruzione della nuova cementeria verrà anche recuperato un «gioiellino» dell'architettura italiana. Si tratta della palazzina, realizzata su progetto dell'architetto Franco Albini tra la fine degli anni Trenta e i primi anni Quaranta, inizialmente destinata a refettorio, spogliatoi e dopolavoro per gli operai della Oet.
La Oet, Officine elettromeccaniche trentine, era presente a Calusco dal 1926 con produzione di additivi e componenti chimici per l'acciaio: dopo essere arrivata ad occupare anche 400 persone, è scesa a meno di cento nei primi anni novanta per poi cessare definitivamente l'attività dello stabilimento, già ridotta, dopo un incidente, nel novembre del 1992, che ha provocato la morte di tre operai. L'ultimo atto della Oet è stato l'abbattimento nel 1996 della ciminiera di 43 metri, che rappresentava il simbolo dello stabilimento.
L'autore della palazzina, Franco Albini, è stato sia un noto designer (vincitore tra l'altro del Compasso d'oro nel 1955 per la poltroncina «Luisa»), sia un architetto di valore: tra le sue opere figurano tra l'altro i magazzini La Rinascente di Roma e le stazioni della Metropolitana milanese, entrambe premiate con il Compasso d'oro
L'ex mensa Oet di Calusco, che ha la peculiarità di utilizzare in maniera intensiva la pietra locale, si trova su un'area rilevata dall'Italcementi, che ne ha deciso ora il recupero. L'edificio sarà messo anche a disposizione della comunità locale e diventerà il centro di accoglienza dei visitatori, oltre ad ospitare un centro di formazione per giovani manager.
Il centro di accoglienza sarà un ulteriore segno di apertura al territorio di uno stabilimento che è diventato l'impianto di riferimento all'interno del gruppo. Considerata la vicinanza con la sede centrale di Bergamo, Calusco darà all'Italcementi la possibilità di mostrare «in loco» ai suoi ospiti la tecnologia più avanzata a sua disposizione.

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