Giorni dalla firma tra Italcementi ed i Comuni

NON HANNO FIRMATO I SINDACI DI : Paderno d'Adda e Solza . HANNO FIRMATO : Calusco d'Adda, Cornate d'Adda, Imbersago, Medolago, Parco Adda Nord, Robbiate, Verderio Inferiore, Verderio Superiore, Villa d'Adda, Dopo più di 1.000 giorni dalla firma ,il 4 Maggio 2012 non si hanno notizie sulla ferrovia . Solo ombre su questo accordo fantasma , polvere , puzza, inquinamento . http://calusco.blogspot.it/2012/05/comunicato-stampa-tavolo-italcementi.html

Countdown alla ferrovia

il tempo e' finito del collegamento ferroviario nessuna notizia ,Piu' di 1.000 giorni TRE ANNI e nulla di fatto, meditate .

Wednesday, April 21, 2004

L'ECO DI BERGAMO 21 04 04

Calusco, polo strategico per l'Italcementi

Sabato l'inaugurazione ufficiale del nuovo impianto. Il modello sarà replicato in altre due cementerie Carlo Pesenti: unione tra esigenze ambientali e produttive. Per lo sviluppo si punta su Mediterraneo e India


È un progetto che parte da lontano quello di Nuova Calusco, l'impianto «modello» dell'Italcementi che sarà ufficialmente inaugurato sabato, pur avendo di fatto interamente sostituito dallo scorso ottobre il vecchio stabilimento, già parzialmente demolito.
«Abbiamo deciso di intervenire con un progetto che sposa le esigenze ambientali con le necessità produttive, adottando le migliori tecnologie disponibili sul mercato - spiega Carlo Pesenti, condirettore generale di Italcementi, responsabile Zona Italia -. I primi studi risalgono all'inizio degli anni Novanta, ma il progetto ha registrato un rallentamento perché dopo l'acquisizione nel 1992 di Ciments Français l'attenzione del gruppo si è spostata sull'estero. Nel 2000 siamo tornati ad occuparci dell'Italia. A dire il vero non ci siamo mai fermati del tutto. La stessa cementeria di Calusco, pur nella sua impostazione anni Sessanta, era ancora in piena efficienza. Ma nella Nuova Calusco è stato assemblato il meglio elaborato dalla tecnologia in questi anni: ci sono impianti tedeschi, forni giapponesi, griglie austriache e il gruppo ci ha messo la sua capacità ingegneristica».
L'inaugurazione di Nuova Calusco cade all'interno delle celebrazioni per i 140 anni della fondazione dell'Italcementi: tra le altre iniziative sono in programma a inizio giugno un concerto di Uto Ughi al Donizetti e a fine anno la presentazione della Fondazione dedicata al Cavaliere del Lavoro Carlo Pesenti. È però un evento che si proietta anche nel futuro. Lo stabilimento rispetta infatti in anticipo i più severi limiti europei per le emissioni che entreranno in vigore nel 2007. «Se avessimo dovuto intervenire sulla vecchia cementeria per scendere sotto questi limiti - puntualizza Pesenti - avremmo dovuto investire non meno di 40 milioni di euro». Ne vengono investiti invece 110 di più, per una capacità produttiva (1,2 milioni di tonnellate di clinker all'anno) che non viene sostanzialmente aumentata, ma con benefici di ordine tecnico, economico e ambientale.
Il nuovo forno dell'impianto è stato acceso per i test a dicembre 2002. I due impianti, il vecchio e il nuovo, hanno funzionato «in parallelo» fino a maggio 2003, mentre la vecchia Calusco è stata chiusa definitivamente a ottobre.
Resta ancora da realizzare la seconda parte del progetto, il tunnel sotterraneo che collega le cave delle materie prime alla cementeria. «La nuova cementeria ci dà qualche vantaggio di carattere economico, con minori costi di manutenzione e minori costi energetici dato che il nuovo forno ha consumi energetici inferiori di circa il 25% rispetto al vecchio stabilimento - dice Pesenti - Il tunnel porta invece soprattutto vantaggi di tipo ambientale, con l'eliminazione di 10 mila camion all'anno dalla strada. Ha comunque un'importanza strategica. Il collegamento con una cava di calcare da 800 mila tonnellate all'anno assicura la disponibilità di una materia prima fondamentale e quindi il funzionamento per oltre 40 anni della cementeria. La presenza della cava è la base di lungo periodo che crea le condizioni per investire nel rinnovamento della cementeria».
Dopo Calusco, il gruppo Italcementi è intenzionato a fare ammodernamenti anche in altri dei suoi 18 impianti italiani. «Abbiamo allo studio in particolare progetti analoghi a quelli di Calusco per un impianto al Centro Nord e uno nel Centro Sud - spiega Pesenti - Sono investimenti che come per Calusco impegneranno per 150 milioni di euro ciascuno e che richiedono tempo: tra progettazione, autorizzazioni e realizzazioni sono necessari 5/6 anni. Nel complesso ritengo che in Italia gli impianti di Italcementi siano efficienti, in particolare quelli del Sud, come Isole delle Femmine, Vibo Valentia e Salerno, realizzati nel corso degli anni Ottanta, ma c'è bisogno di qualche ammodernamento».
Tra gli investimenti del gruppo figura poi anche il piano di sviluppo delle centrali elettriche. «A parte il "revamping" (potenziamento NdR) di Villa di Serio che ha un valore strategico, dato che serve un'unità produttiva e ci permetterebbe di coprire il nostro fabbisogno italiano, i sette progetti presentati sono valorizzazioni di attività - spiega Pesenti -. Sarebbero una "seconda gamba" in appoggio al business principale, che resta quello del cemento». È in questo settore del resto che si concentrano gli sforzi e si studia anche un'espansione. Pesenti ribadisce l'interesse per uno sviluppo in particolare nell'area mediterranea «intesa in modo esteso» e in Oriente. «Il processo di concentrazione che ha caratterizzato gli ultimi anni si è fermato in tutto il mondo - sottolinea Pesenti -. Ultimamente non ci sono state transazioni, anche se nell'area nordafricana si stanno preparando processi di privatizzazione, come in Egitto e in Libia, che stiamo seguendo con attenzione». Riguardo ai due grandi Paesi asiatici vengono confermati interesse per l'India («Siamo presenti, ma con una capacità inferiore a quanto vorremmo») e difficoltà per la Cina, «dove attualmente non c'è nessun grande gruppo europeo».
Piuttosto, c'è un rinnovato interesse per l'Italia, come confermato dagli investimenti «bergamaschi». «In Italia il mercato sta andando bene e prevediamo un'ulteriore crescita»- continua il condirettore generale dell'Italcementi.
Il calo dei tassi d'interesse ha portato nel 2003 a una crescita del 4% del mercato del cemento in Italia nel settore residenziale. «Per il 2004 prevediamo una stasi nel comparto e un calo nel non residenziale privato, dato che la Tremonti bis ha fatto anticipare gli investimenti in capannoni - dice Pesenti - Pensiamo possa ancora andare bene il non residenziale di servizio, come multisale, centri commerciali e ospedali, ma ci aspettiamo soprattutto una crescita nelle infrastrutture. È partita l'alta velocità, della quale siamo fornitori, ma non è stato ancora aperto un cantiere degli interventi della legge obiettivo. Adesso si sta iniziando con la variante di valico e la Salerno-Reggio». Buone prospettive anche dai lavori per i Giochi invernali di Torino 2006. «In generale vediamo meglio il Nord Ovest, del Nord Est, dove si è lavorato molto negli ultimi 5-6 anni - continua Pesenti - Sale anche l'attività al Sud, fermo da dieci anni, e questo ci fa piacere anche perché è un'area dove abbiamo un'alta quota di mercato, con due impianti in Sicilia e uno in Calabria, al di là del discorso del ponte sullo Stretto. Ricordiamoci comunque che l'Italia negli ultimi 10 anni ha accumulato un grande ritardo nelle infrastrutture, con un rapporto investimenti-Pil ogni anno pari alla metà di quello della Francia».
Anche in vista di un aumento dei consumi di cemento da parte dell'Italia, non è previsto un aumento della capacità produttiva nazionale di Italcementi. «È difficile e con una quota di mercato del 30% non si può pensare ad acquisizioni - sostiene - Pensiamo però di poter ottimizzare la produzione, utilizzando al massimo gli impianti più efficienti e impiegare gli altri per i picchi di domanda, compatibilmente con il fatto che la nostra maggiore capacità produttiva si trova nel Sud Italia».
Sia per la distanza del mare, sia per la vicinanza alla domanda, non è previsto che la produzione di Calusco venga esportata. «Piuttosto, se la domanda italiana, in particolare del Nord Ovest, aumenterà, come pensiamo, ci sarà il problema di far arrivare al Nord altro cemento».
Non appare più un problema invece il dumping dai Paesi orientali. «In passato arrivava clinker dall'India, ma l'innalzamento dei costi di trasporto ha fatto scomparire il fenomeno - dice Pesenti - I concorrenti comunque ci sono. E un problema potrebbe essere l'applicazione asimmetrica dei protocolli di Kyoto per la competitività nostra come di tutta l'industria europea che si sta impegnando per l'ambiente».
Del resto viene sottolineato come l'impegno del gruppo per lo sviluppo sostenibile trovi a Calusco un'applicazione concreta. «Lo sviluppo sostenibile si pone obiettivi di sviluppo economico, sociale e ambientale: credo che li abbiamo centrati tutti e tre - conclude Pesenti - Quello economico perché mettiamo le basi per il futuro, quello ambientale perché c'è una riduzione dell'impatto su vari fronti, da quello delle emissioni, da quello del traffico, ma anche quello sociale perché il nuovo impianto consente di operare con standard di sicurezza elevati, migliora la vivibilità e ottimizza l'interazione con il territorio attraverso il controllo continuo delle attività oltre che con la messa a disposizione della comunità della "palazzina Albini"».
Stefano Ravaschio


Uno stabilimento storico all'interno del gruppo


L'«antenata» della cementeria di Calusco d'Adda ha quasi cento anni. I primi forni per il cemento nel paese furono infatti costruiti nel 1908 dalla Società Anonima Cementi Portland e Calci. Nel 1920 l'impianto è stato rilevato dalla Società Italiana Cementi (che nel 1927 è stata incorporata nell'Italcementi) che ne ha avviato il primo potenziamento e ammodernamento.
Tra il 1925 e il 1930 sono stati realizzati tre forni a via umida che utilizzano la marna di cava Monte Giglio, collegata alla cementeria con una teleferica. Viene aperta anche la nuova cava di calcare di Burligo, collegata a Monte Giglio con una teleferica di otto chilometri.
Nel 1940 c'è una prima trasformazione tecnologica dei due forni (da via umida a via semisecca con griglia di preriscaldo), mentre viene aperta la nuova cava di calcare a Colle Pedrino, collegata a Burligo con una teleferica.
Negli anni Cinquanta vengono potenziate ed ammodernate le attività delle cave e iniziano i lavori di ammodernamento e potenziamento degli impianti. nel 1965 vengono aperti nuovi fronti di cava e vengono realizzati nuovi impianti in cava Colle Pedrino. L'assetto produttivo assunto negli anni Sessanta resta poi sostanzialmente invariato fino alla realizzazione dei nuovi impianti, anche se comunque gli investimenti nell'impianto continuano.
Dal 1990 aumenta l'attenzione per gli aspetti ambientali con importanti interventi di contenimento delle emissioni in atmosfera e dell'impatto acustico, coronati nel 1997 dall'ottenimento della certificazione Iso 9002. Tra il 1992 e il 2001 sono stati investimenti circa 26 milioni di euro in impianti e manutenzioni pluriennali.
I lavori per la realizzazione dello stabilimento di Nuova Calusco iniziano nel 2001 (anche se l'avvio degli studi risalgono all'inizio degli anni Novanta): i lavori di scavo del tunnel che collega le cave iniziano l'anno successivo, quando viene avviata anche la nuova linea produttiva. L'anno scorso i nuovi impianti vengono messi a regime, e subito dopo vengono chiusi i vecchi forni. Il 2004 infine porterà la certificazione ambientale Iso 14001 e l'inaugurazione ufficiale. L'opera comunque non si conclude qui: sono ancora in corso gli scavi per il tunnel che dovrebbe entrare in funzione nel 2006.

Interverrà il ministro Marzano

È stata confermata la presenza del ministro delle Attività produttive Antonio Marzano alla cerimonia di inaugurazione dello stabilimento «Nuova Calusco» dell'Italcementi in programma sabato. È prevista la partecipazione di circa 300 persone tra rappresentanti delle istituzioni e del mondo economico finanziario nazionale, regionale e locale.
La cerimonia inizierà alle 11. Dopo il saluto di benvenuto del presidente Giovanni Giavazzi, ci saranno interventi del consigliere delegato Giampiero Pesenti («Italcementi, il futuro di una storia industriale) e del condirettore generale Carlo Pesenti, responsabile zona Italia («Nuova Calusco, la realizzazione di un progetto per lo sviluppo). Seguirà l'intervento del sindaco di Calusco, Rinaldo Colleoni («Un confronto continuo al servizio del territorio»): le conclusioni saranno tenute dal ministro delle Attività produttive Antonio Marzano.
Nel pomeriggio, giornata «a porte aperte», a partire dalle 15, con possibilità per tutti di visita guidata dell'impianto.

Investimento da 150 milioni che aiuta l'ambiente

Il progetto di Nuova Calusco, un investimento da 150 milioni di euro, includendo la realizzazione del tunnel di collegamento alle cave, colloca la cementeria bergamasca dell'Italcementi ai primi posti a livello mondiale, per standard tecnologico e performance ambientali.
La caratteristica del progetto è quella di puntare alla semplificazione del processo produttivo. Il cuore del nuovo stabilimento, realizzato più lontano dal centro abitato rispetto al «vecchio», in un'area di 50 mila metri quadrati ex Sacelit, è un nuovo forno con una potenzialità produttiva di clinker (l'«intermedio» del cemento) di 3.600 tonnellate al giorno, pari a quella dei quattro forni del vecchio impianto, ora dismessi.
I vecchi sei molini «crudo» sono stati convertiti in altrettanti molini «cemento», dove viene prodotto il materiale finito con l'aggiunta di additivi e gesso dopo la cottura delle materie prime, e sostituiti da un solo nuovo molino «crudo» di nuova concezione. I tre molini del combustibile solido per l'alimentazione del forno sono stati sostituiti da uno solo. Dsattivati anche quattro dei precedenti 10 molini cemento. Nel complesso, quindi, da 19 molini si scende a quattro e da quattro forni a uno solo, permettendo di concentrare il controllo dell'attività.
La realizzazione di un unica linea di cottura, progettata ai massimi livelli tecnologici, permette, in particolare, di ridurre, a parità di produzione, le emissioni (che per oltre il 99,99% sono costituite da aria) di circa un terzo, da 850 mila a 540 mila metri cubi all'ora. I punti di emissione sono stati ridotti da 18 a uno solo e sono state adottate tecnologie di controllo delle emissioni dalle migliori performance, con «filtri a tessuto» nell'impianto di cottura, sistemi di filtrazione efficaci in tutte le diverse condizioni di marcia, con un controllo delle fasi transitorie di avviamento e fermata, e monitoraggio in continuo ventiquattro ore su ventiquattro delle emissioni del forno (con pubblicazione quotidiana dei valori medi delle emissioni sul sito www.isolaonline.net).
Nel dettaglio il nuovo impianto ha permesso di ridurre del 70% le emissioni di polveri, del 97% le emissioni di anidride solforosa e del 53% quelle di ossidi d'azoto.
La realizzazione dei nuovi impianti a sud della ferrovia allontana dall'area del centro abitato le attività a maggior impatto ambientale, con beneficio anche per l'impatto acustico. Le opere di bonifica dell'impatto acustico hanno peraltro consentito di contenere gli effetti dell'attività produttiva entro i limiti di normativa
Sempre per quanto riguarda l'ambiente, si può ricordare che la Cementeria di Calusco aderisce al programma «Agenda 21 dell'Isola bergamasca e di Zingonia». Il programma, sottoscritto a Rio de Janeiro nel 1992, è il documento di intenti con cui l'Onu si è impegnato alla promozione dello Sviluppo Sostenibile.
Per favorire lo sviluppo sostenibile, le amministrazioni pubbliche possono promuovere piani di azioni ambientali, essendo più vicine ai problemi e riuscendo quindi a comprenderne la specificità e l'urgenza. I progetti dell'Agenda 21 prevedono in particolare una relazione sullo stato dell'ambiente dell'Isola e di Zingonia, azioni a sostegno dell'informazione, comunicazione e partecipazione della comunità locale ai temi dello Sviluppo sostenibile, un Forum civico che rappresenti gli interessi dell'intera comunità dell'Isola e una descrizione dei principali indicatori ambientali in grado di cogliere gli aspetti essenziali delle componenti ambientali locali.


Lavori in corso per il megatunnel Quasi dieci chilometri sotto terra

Il coronamento di Nuova Calusco sarà il tunnel sotterraneo in corso di realizzazione - gli scavi sono a circa il 40% dell'opera - per il collegamento della cava Colle Pedrino (Palazzago) con la cava Monte Giglio (Calusco d'Adda), dove sono stati anche realizzati due depositi di preomogeneizzazione (parchi polari) di calcare e di marna: quest'opera da sola richiede un investimento di 30 milioni di euro.
Il tunnel, che dovrebbe entrare in funzione nel 2006, permetterà di sostituire le teleferiche che collegano le due cave con un nastro trasportatore in galleria sotterranea e anche di eliminare il trasporto integrativo di materie prime con autotreni tra Pontida e Calusco d'Adda, con beneficio per la viabilità: si stima che ci saranno 10 mila camion in meno all'anno per la strada. Il tunnel, che avrà un diametro utile di 4,2 metri, sarà lungo circa 9.600 metri (gli scavi finora sono arrivati a 3.800 metri) con un dislivello complessivo di circa 700 metri: il nastro trasportatore, dalla larghezza di 80 centimetri, con una portata di 600 tonnellate all'ora alla velocità di 2,5 metri al secondo.
Il materiale arriverà nei due nuovi parchi polari con capacità di 35 mila tonnellate ciascuno per lo stoccaggio della marna, scavata e frantumata nella stessa cava di Monte Giglio e del calcare frantumato in arrivo via tunnel da Colle Pedrino. Il materiale «omogeneizzato» viene poi inviato in cementeria tramite un nastro sotterraneo che sottopassa il paese di Calusco, senza ricorso a trasporto stradale.



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