Giorni dalla firma tra Italcementi ed i Comuni

NON HANNO FIRMATO I SINDACI DI : Paderno d'Adda e Solza . HANNO FIRMATO : Calusco d'Adda, Cornate d'Adda, Imbersago, Medolago, Parco Adda Nord, Robbiate, Verderio Inferiore, Verderio Superiore, Villa d'Adda, Dopo più di 1.000 giorni dalla firma ,il 4 Maggio 2012 non si hanno notizie sulla ferrovia . Solo ombre su questo accordo fantasma , polvere , puzza, inquinamento . http://calusco.blogspot.it/2012/05/comunicato-stampa-tavolo-italcementi.html

Countdown alla ferrovia

il tempo e' finito del collegamento ferroviario nessuna notizia ,Piu' di 1.000 giorni TRE ANNI e nulla di fatto, meditate .

Friday, November 16, 2007

Anche l'Italia ha la sua «class action»

Finanziaria, Approvato per un voto l'emendamento. Antonione sbaglia e scoppia in lacrime
Anche l'Italia ha la sua «class action»Via libera a cause collettive risarcitorie contro le società. Confindustria dura: «E' un atto ostile e rozzo»
SONDAGGIO
Il Senato ha votato sì alla "class action". Pensate che la nuova normativa sarà efficace in Italia?
VOTARISULTATI

ROMA - Arriva anche in Italia la class action, cioè la possibilità per i consumatori di partecipare a cause collettive contro società fornitrici di beni o servizi. Il Senato ha infatti approvato (158 voti a favore, contrari 49 e 116 astenuti) l'emendamento alla Finanziaria proposto dai senatori Manzione e Bordon (Unione democratica), che introduce la «disciplina dell'azione collettiva risarcitoria a tutela dei consumatori». Le nuove misure entreranno in vigore trasmessi sei mesi dall'approvazione della legge Finanziaria. Anche se risulta davvero singolare che questa svolta storica nei rapporti fra co0nsumatori e aziende arrivi da un errore di voto del senatore di Forza Italia, che dopo essersi accorto dell'ersito della votazione si è messo a piangere in aula.

«CONFINDUSTRIA: GRAVI RISCHI» - Che si tratti di un cambiamento di non poco conto lo si capisce dalla reazione immediata di Confindustria. «È un atto di grave di ostilità all'impresa - sostiene - costituirà un nuovo pesante disincentivo a investire nel nostro Paese che già è agli ultimi posti in Europa per attrazione di capitali stranieri. È un provvedimento rozzo che espone le aziende italiane e i loro lavoratori a gravi rischi».


Il cartellone di Erin Brockovich, con Julia Roberts: il film più famoso su una «class action» americana.
AZIONE COLLETTIVA -Ma come funziona la «class action»? La possibilità di «azioni risarcitorie collettive» non è prevista nel nostro ordinamento, mentre lo strumento è molto diffuso in altri Paesi d'Europa e negli Stati Uniti. La class action è uno strumento processuale che consente a una pluralità di soggetti che intendano far valere un diritto - siano essi consumatori o utenti di un certo servizio - di adire l’autorità giudiziaria con un’unica causa i cui esiti si riflettano su tutta la categoria. La norma approvata dal Senato prevede l'ampliamento della platea dei soggetti che possono avviare l'azione, rispetto alle 16 associazioni del Consiglio nazionale consumatori e utenti che ne avevano facoltà secondo il ddl Bersani, attualmente all’esame della commissione Giustizia della Camera. L’obiettivo è quello di non privare della possibilità di agire per azioni risarcitorie agli altri soggetti portatori di interessi collettivi. Le ulteriori associazioni legittimate ad agire saranno individuate con decreto del ministro della Giustizia, di concerto con il ministro dello Sviluppo economico, sentite le competenti commissioni parlamentari.

TUTELA DELL'AMBIENTE - La class action era attesa già nella precedente legislatura perché il disegno di legge fu approvato dalla Camera dei deputati il 21 luglio 2004. A quell'approvazione non seguì però quella del Senato. E il provvedimento è rimasto in sospeso. Tra le grandi battaglie vinte in altri Paesi attraverso le class action ci sono, per esempio, le grandi cause contro le multinazionali del tabacco o quella contro la Pacific and Gas Company che contaminò le falde acquifere di una cittadina californiana, provocando tumori ai residenti, per la quale venne ottenuto un cospicuo risarcimento. «I diritti dei consumatori saranno sempre più intrecciati alla salute pubblica, alla sicurezza e all'ambiente», ha sottolineato Legambiente.

L'ERRORE E LE LACRIME - L'emendamento sarebbe passato per un voto sbagliato del senatore di FI, Roberto Antonione. Un errore che ha salvato la maggioranza a Palazzo Madama. Antonione, secondo quanto risulta dai tabulati, ha votato per errore con l'Unione a favore dell'emendamento: la norma è passato con 158 voti a favore. Sempre secondo i tabulati, erano presenti in aula ma non hanno votato, i senatori Dini, Barbieri, Turigliatto e Saporito. Si sono astenuti invece Giulio Andreotti e Ferdinando Rossi. L'astensione in Senato equivale a voto contrario. «Eravamo pari - ha detto lasciando l'aula il senatore forzista Maurizio Sacconi - senza quel voto la maggioranza avrebbe avuto un numero in meno e noi uno in più e sarebbe cambiato tutto». «Sarebbe successa l'ira di Dio», ha chiosato il senatore di FI Gaetano Quagliariello. Subito dopo Antonione è scoppiato in lacrime, consolato dai colleghi del suo gruppo. Lapidario il leghista Roberto Calderoli: «Hanno vinto per un ennesimo colpo del fattore c...».

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