Giorni dalla firma tra Italcementi ed i Comuni

NON HANNO FIRMATO I SINDACI DI : Paderno d'Adda e Solza . HANNO FIRMATO : Calusco d'Adda, Cornate d'Adda, Imbersago, Medolago, Parco Adda Nord, Robbiate, Verderio Inferiore, Verderio Superiore, Villa d'Adda, Dopo più di 1.000 giorni dalla firma ,il 4 Maggio 2012 non si hanno notizie sulla ferrovia . Solo ombre su questo accordo fantasma , polvere , puzza, inquinamento . http://calusco.blogspot.it/2012/05/comunicato-stampa-tavolo-italcementi.html

Countdown alla ferrovia

il tempo e' finito del collegamento ferroviario nessuna notizia ,Piu' di 1.000 giorni TRE ANNI e nulla di fatto, meditate .

Thursday, November 22, 2007

ISOLA DELLE FEMMINE ITALCEMENTI L'A.I.A. CHE VERRA'

mercoledì, 21 novembre 2007
ISOLA DELLE FEMMINE ITALCEMENTI L'A.I.A. CHE VERRA'

ITALCEMENTI DI ISOLA DELLE FEMMINE L'A.I.A. MONCA
ASSESSORATO TERRITORIO AMBIENTE SICILIA: AUTORIZZAZIONE INTEGRATA AMBIENTALE ITALCEMENTI CHI MANCA ALLA CONFERENZA DI SERVIZI?



INTERROGAZIONE AL PARLAMENTO EUROPEO DI MONICA FRASSONI
Servizio a 7,40

Una vicenda oscura, in cui sono coinvolte soprattutto le persone che hanno gettato il fango su Gioacchino Genchi e Alessandro Pellerito, quelle che ne hanno deciso la rimozione arbitraria senza alcuno scrupolo.
Ciò che oggi si preannuncia, sembra uno scandalo in piena regola, tanto che a questo punto si chiede un immediato intervento dell'Assessore Interlandi sui responsabili
(il dirigente del Servizio 3, dott. Salvatore Anzà, ed il Dirigente Generale del Dipartimento Territorio e Ambiente, arch. Pietro Tolomeo)
dei gravi fatti che colpiscono in prima persona lei stessa, in quanto firmataria inconsapevole di ciò che sembrerebbe configurarsi una vera e propria truffa".
I ruoli si stanno invertendo e i " persecutori " rischiano di diventare i " perseguitati " e tutto lascia ben sperare che la "Interlandi" sia fermamente decisa a perseguire chi si trova implicato in questa oscura faccenda.


21 novembre 2007
Assessorato Territorio Ambiente Regione Sicilia Conferenza Servizi nell'ambito Autorizzazione Integrata Ambientale, richiesta dalla Italcementi di Isola delle Femmine
Il mancato invito della soprintendenza dei Beni Culturali ed Ambientali alla Conferenza di Servizi pregiudica la legittimità stessa della Conferenza, ciò in considerazione del fatto che l'intero paese di Isola delle Femmine è sotto tutela paesaggistica.
E' forte la preoccupazione delle associazioni ambientaliste che non vengano rispettate tutte le norme Comunitarie Nazionali e Regionali che disciplinano la materia AMBIENTE, AUTORIZZAZIONE, PARTECIPAZIONE E SALUTE.
In considerazione di quanto di sta profilando il movimento ambientaliste si è attivato con interrogazioni esposti e denunce alle autorità competenti, tra cui L'assessore Territorio e Ambiente Regione Sicilia Rosanna Interlandi

DIRETTIVA 96/61/CE DEL CONSIGLIO del 24 settembre 1996 sulla prevenzione e la riduzione integrate dell'inquinamento

.......
8. considerando che lo scopo di un approccio integrato della riduzione dell'inquinamento è la prevenzione delle emissioni nell'aria, nell'acqua e nel terreno, tenendo conto della gestione dei rifiuti ogniqualvolta possibile e, altrimenti, la loro riduzione al minimo per raggiungere un elevato livello di protezione dell'ambiente nel suo complesso;

Articolo 8
Decisioni
Fatti salvi altri requisiti prescritti da disposizioni nazionali o comunitarie, l'autorità competente rilascia un'autorizzazione contenente condizioni che garantiscano la conformità dell'impianto ai requisiti previsti dalla presente direttiva oppure nega l'autorizzazione in caso di non conformità.
Ogni autorizzazione concessa o modificata deve includere le modalità previste per la protezione di aria, acqua e terreno di cui alla presente direttiva.

http://eur-lex.europa.eu/smartapi/cgi/sga_doc?smartapi!celexapi!prod!CELEXnumdoc&lg=it&numdoc=31996L0061&model=guichett

La comunità Europea con una sua direttiva 92/42/95 ha individuato tre siti S.I.C. (Siti di Importanza Comunitaria) Raffo Rosso, Valle Sagana, Monte Cuccio.
Entro questa area considerata ad Alta Protezione Ambientale la Italcementi svolge attività estrattiva. L’ Alta Protezione Ambientale comporta salvaguardia e conservazione dei siti S.I.C., che molto probabilmente viene messa in discussione con la presenza della Italcementi con la sua attività estrattiva. La conferenza di servizi che si svolgerà il giorno 21 novembre dovrà tener conto della incidenza ambientale esercitata dalla attività estrattiva.
Inoltre nelle adiacenze dei S.I.C.(ITA020023 Raffo Rosso, M. Cuccio e Vallone Sagana - Torretta, Isola delle Femmine,Palermo, Capaci, Carini, Monreale,Giardinello, Montelepre) si trova un deposito a cielo aperto per lo stoccaggio di pet-coke della Italcementi.

http://www.ambientediritto.it/Legislazione/aree%20protette/2005/sicilia%20da%2021feb2005.htm

http://www.isolapulita.it

IL COMITATO CITTADINO ISOLA PULITA A CONOSCENZA DI QUANTO SOTTO RIPORTATO E IN CONSIDERAZIONE DEI PERSONAGGI COINVOLTI NON PUO' CHE ESSERE FERMAMENTE PREOCCUPATO CIRCA IL LIVELLO DI OBIETTIVITA' CHE LA PROCEDURA DI AUTORIZZAZIONE INTEGRATA AMBIENTALE RICHIESTA DALLA ITALCEMENTI POTRA' AVERE.
NEI PROSSIMI GIORNI IL COMITATO CITTADINO ISOLA PULITA SI ATTIVERA' NELLE SEDI OPPORTUNE PER RICHIEDERE IL RIESAME DI TUTTI GLI ATTI SIN QUI PRODOTTI. ALLE AUTORITA' PREPOSTE SARANNO ALTRESI' RICHIESTE LA GARANZIE E CONTROLLI SULLE PROCEDURE AUTORIZZATIVE.

Una vicenda oscura, in cui sono coinvolte soprattutto le persone che hanno gettato il fango su Gioacchino Genchi e Alessandro Pellerito, quelle che ne hanno deciso la rimozione arbitraria senza alcuno scrupolo.
Ciò che oggi si preannuncia, sembra uno scandalo in piena regola, tanto che a questo punto si chiede un immediato intervento dell'Assessore Interlandi sui responsabili
(il dirigente del Servizio 3, dott. Salvatore Anzà, ed il Dirigente Generale del Dipartimento Territorio e Ambiente, arch. Pietro Tolomeo)
dei gravi fatti che colpiscono in prima persona lei stessa, in quanto firmataria inconsapevole di ciò che sembrerebbe configurarsi una vera e propria truffa".
I ruoli si stanno invertendo e i " persecutori " rischiano di diventare i " perseguitati " e tutto lascia ben sperare che la "Interlandi" sia fermamente decisa a perseguire chi si trova implicato in questa oscura faccenda.

IN SICILIA SI RESPIRA ARIA DEL VENETO PADANO


Dopo l’intervento di qualche giorno fa della Magistratura che ha posto i sigilli all’area di costruzione del mega inceneritore previsto a Bellolampo, un’altra bufera si abbatte sull’Amministrazione Regionale.
Questa volta si tratta di una mega “bufala” che, tuttavia, sembrerebbe avere anche i connotati di una mega truffa : si tratta del Piano Regionale di coordinamento per la tutela della qualità dell’aria ambiente.
Ma vediamo di che si tratta.
Il Piano, approvato ed adottato con Decreto dell’Assessore Interlandi n. 176/GAB del 9 agosto scorso, avrebbe dovuto essere lo strumento di programmazione e pianificazione degli interventi di risanamento contro l’inquinamento atmosferico e per la tutela della qualità dell’aria su scala regionale. Un documento, quindi, dai contenuti politici, amministrativi e tecnico-scientifici di elevato profilo e di importantissimi risvolti applicativi, stante la delicatezza della materia e gli aspetti connessi alla tutela dell’ambiente ed alla salvaguardia della salute dei cittadini siciliani.
I redattori materiali sono stati funzionari del Servizio 3 “Tutela dall’inquinamento atmosferico”, diretto dal dott. Salvatore Anzà, del Dipartimento Territorio e Ambiente, che per tale “lavoro” hanno ricevuto anche un encomio scritto da parte dell’Assessore Interlandi, funzionari dell’ARPA, docenti universitari dell’Università di Palermo e Messina ed alcuni professionisti in veste di collaboratori. Purtroppo, l’opera monumentale, partorita con celerità a dir poco sospetta, si è rivelato un indecoroso e letterale “copiato” dell’omologo Piano della Regione Veneto di alcuni anni addietro, con in più varie aggravanti, un cumulo di ridicolaggini e probabili ipotesi di truffa.
Per quanto riguarda le aggravanti, a parte l’operato disdicevole ed aprofessionale dei redattori, che si sono appropriati di un lavoro intellettuale altrui, resta innanzitutto grave il discredito dell’immagine istituzionale subito dall’Amministrazione Regionale, in primis nei confronti della Regione Veneto e poi da tutto il resto. Ma al danno si aggiunge anche la beffa, se solo si considera che il manipolo degli sconsiderati e sprovveduti redattori è andato a copiare un Piano che proprio per la sua inidonea impostazione strutturale di base, aveva già ricevuto a suo tempo una bocciatura da parte dell’Unione Europea. Insomma, si trattava di un assemblaggio di ipotesi, intenti e di previsioni piuttosto che di un Piano di programmazione e di pianificazione d’interventi concreti basato su descrittori essenziali e sperimentali, primo tra tutti l’inventario delle emissioni.
La trasposizione è stata così “fedele” e “letterale” rispetto all’originale da generare ridicole quanto inedite “comunanze” e “similitudini” tra le caratteristiche ambientali del Veneto e della Sicilia.
Si citano, ad esempio : il “noto” sistema aerologico padano della Regione Siciliana, le piste ciclabili lungo gli argini dei fiumi e dei canali presenti nei centri storici dei Comuni siciliani, il notevole apporto all’inquinamento atmosferico siciliano derivante dall’eccessivo uso del riscaldamento domestico in relazione al rigido clima dell’isola, ecc.
Gli improvvidi redattori non hanno neppure tenuto conto delle differenze di statuto tra le due Regioni, tant’è che all’interno del Piano la Sicilia si trova “trasformata” in regione a statuto ordinario e, tra le varie cose, essere retta dal Consiglio Regionale.
Ovviamente, non solo i Capitoli ed i paragrafi hanno gli stessi titoli e contenuto pressoché uguale, ma anche gli errori di battitura e di ortografia sono stati fedelmente trasposti. A dire il vero, tuttavia, i redattori, in uno slancio di “trasparenza”, alla fine del paragrafo 1.6 hanno finanche lasciato il link originale da cui hanno attinto a pieno “copia e incolla” : http://serviziregionali.org/prtra/files/33/prtra/PRTRA-04.htm
Per quanto riguarda gli aspetti prettamente istituzionali, la situazione appare oltremodo grave. Si è in presenza di atto di programmazione fasullo e inapplicabile, organizzato ai danni dell’Amministrazione, dell’ambiente e dei cittadini, dai possibili risvolti truffaldini specie nel caso in cui tramite lo stesso si fossero programmati interventi finanziari o, caso ancor più grave, fossero già attivati interventi finanziari.
Per quanto sinteticamente esposto si ritiene che vi sia la necessità dell’immediato ritiro del Piano, dell’accertamento delle responsabilità della sua redazione ed organizzazione, di provvedimenti nei confronti di quanti hanno operato fraudolentemente ai danni dell’Amministrazione e dei cittadini siciliani, nonché la verifica di ipotesi di danno per il pubblico erario che ne potesse derivare.
nota: se il link sopra non dovrebbe aprirsi per un problema di reindirizzamento del broswer cliccate qui:
http://www.serviziregionali.org/prtra/files/33/prtra/PRTRA-04.htm




Il Codacons all’attacco

Inquinamento ambientale. Presentata una denuncia alla Procura per omicidio colposo

Ha detto no al pet coke schierandosi con gli ambientalisti nel 2002 quando la Raffineria di Gela rischiava per chiudere perchè la magistratura sequestrò il pet coke, combatte oggi per l’uso di un combustibile diverso dal pet: ma il Codacons, la più importante associazione italiana a tutela dei consumatori, ritiene anche che per i danni prodotti alla salute dei cittadini con l’insorgenza di tumori e malformazioni, l’unica via oggi percorribile sia quella giudiziaria e della denuncia.
E come aveva annunciato il 18 febbraio, durante la manifestazione anti pet coke organizzata da Raffaele Lombardo, il Condacons Sicilia ha ora depositato una denuncia alla Procura della Repubblica preso il tribunale di Gela contro i vertici della Raffineria accusati di omicidio colposo.
«Questa ipotesi di imputazione – scrive in un comunicato il Codacons - punta a fare chiarezza sui troppi casi di tumori e malformazioni neonatali che si sono verificati nel territorio interessato dalle esalazioni del petrolchimico ».
«Il comportamento dei legali rappresentanti e dei soggetti preposti al controllo degli impianti dovrebbe integrare quanto meno l’ipotesi delittuosa configurata dagli art. 589 del codice penale, ovvero l’omicidio colposo, o dell’articolo 590 sempre del codice penale, che contempla il reato di lesione colposa», si legge ancora nella nota diffusa dal Codacons.
Il Codacons chiede inoltre che tra le responsabilità da accertare ci sono i comportamenti e la violazione di tutte le leggi di salvaguardia ambientale e di tutela dell’atmosfera, fra le quali la legge n. 82 del 6.maggio del 2002 che impone disposizioni urgenti per l’individuazione della disciplina relativa all’utilizzazione del pet coke negli impianti di combustione (nel caso specifico nella centrale termoelettrica) per ottenere energia.
«Le gravi malformazioni dei bambini di Gela - ha dichiarato il segretario
nazionale del Codacons Francesco Tanasi - meritano un severo approfondimento e l’unica via da percorrere appare sino a questo momento quella giudiziaria. I fatti, peraltro ampiamente riportati dalla stampa in varie occasioni dimostrano che tutta la cittadinanza locale ha subito gravi pregiudizi morali e danni alla salute oltre che,naturalmente, conseguenze economiche».
In caso di avvio di procedimento penale il Codacons ha fatto sapere che si costituirà parte civile per rappresentare i consumatori.

http://www.codacons.it/articolo.asp?id=40302

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