Giorni dalla firma tra Italcementi ed i Comuni

NON HANNO FIRMATO I SINDACI DI : Paderno d'Adda e Solza . HANNO FIRMATO : Calusco d'Adda, Cornate d'Adda, Imbersago, Medolago, Parco Adda Nord, Robbiate, Verderio Inferiore, Verderio Superiore, Villa d'Adda, Dopo più di 1.000 giorni dalla firma ,il 4 Maggio 2012 non si hanno notizie sulla ferrovia . Solo ombre su questo accordo fantasma , polvere , puzza, inquinamento . http://calusco.blogspot.it/2012/05/comunicato-stampa-tavolo-italcementi.html

Countdown alla ferrovia

il tempo e' finito del collegamento ferroviario nessuna notizia ,Piu' di 1.000 giorni TRE ANNI e nulla di fatto, meditate .

Thursday, January 22, 2009

2.380 tonnellate all'anno di ossido d'azoto

Pm10 sempre fuorilegge


Le polveri sottili sono prodotte dall'inquinamento da traffico ma con un contributo anche dell'inquinamento industriale. Legambiente nel suo rapporto «Mal'aria industriale» misura la febbre alta dell'aria in Italia. La Lombardia in particolare soffoca
Anche i dati lecchesi delle prime due settimane del 2009 sono preoccupanti: la media registrata alla centralina di via Amendola ci dà come risultato una concentrazione di 46,53 microgrammi per metri cubo d'aria (ricordiamo che il limite di legge giornaliero è di 50 e quello della media annuale non deve superare i 40)
Su quindici giorni sono stati cinque i giorni in cui è stata superata la soglia di attenzione di 50 microgrammi per metro cubo. A Milano ben dodici e l'aria del Meratese si allinea a quella della metropoli
Il valore massimo di concentrazione giornaliera raggiunta è stata di 79 microgrammi per metro cubo d'aria

Tonnellate di ossido d'azoto
L'ossido d'azoto è un inquinante prodotto in maggior parte dal traffico (44%) e per il 25% dall'industria, a cui si sommano nei mesi invernali le emissioni da riscaldamento domestico
In Lombardia nella classifica delle aziende troviamo al primo posto per le emissioni di ossidi di azoto la Holcim Spa di Merone, ai confini con il Lecchese la cui aria indubbiamente ne "beneficia". La Holcim emette infatti ben 2.449 tonnellate all'anno di ossidi di azoto.
Al secondo c'è la Holcim Spa di Ternate in provincia di Varese ( 2.403 tonnellate all'anno), ma al terzo ecco un'altra azienda che confina con il Lecchese. Si tratta della Italcementi Spa di Calusco d'Adda, in provincia di Bergamo, che emette in atmosfera 2.380 tonnellate all'anno

L'Ilva di Taranto, una bomba
È la Ilva di Taranto il complesso industriale più inquinante del nostro Paese, come emerge dal rapporto «Mal'aria industriale» di Legambiente. Nella top ten di 14 inquinanti, la Ilva si colloca clamorosamente al primo posto in dieci classifiche, tra cui quella delle diossine e furani
Unica azienda lecchese citata è la Silea Spa di Valmadrera, quarta nella classifica nazionale delle emissioni di diossine

Diossina nei cieli di Lecco
«Silea» la quarta in Italia


Nel 2006 ne ha sputato un grammo: la soglia si misura in nanogrammi
Legambiente: «Ma tante aziende non la dichiarano. Dieci volte di più»

Un grammo di diossina all'anno nei cieli di Lecco, ripiombato al suolo e seminato su case, scuole, strade, prati, montagne e lago. L'ha sputato il forno inceneritore di Valmadrera nel 2006 e il dato fa effetto se si pensa che figura nella classifica stilata da Legambiente: tra le aziende che inquinano con emissioni della temibile diossina (ricordate il disastro ambientale di Seveso?), la Silea Spa è la quarta "produttrice" nazionale insieme alla Dalmine di Bergamo. Al primo posto c'è la bomba atomica ecologica dell'Ilva di Taranto che emette 92 grammi all'anno di varie diossine, al secondo la centrale termoelettrica di Monfalcone in provincia di Gorizia con 4 grammi, al terzo la Profilatinave di Brescia con 2.
Nel triangolo lombardo Lecco, Bergamo, Brescia arrivamo così a un totale dichiarato, per il 2006, di 4 grammi: una quantità tutt'altro che trascurabile se si pensa che questo veleno pericolosissimo per la salute si misura in limiti non superabili di millesimi di nanogrammo (un nanogrammo è uguale a un milionesimo di grammo).
Il tradizionale rapporto «Mal'aria» dell'associazione ambientalista che ogni anno fa il conto degli inquinanti che ci tolgono ossigeno e salute, nel 2008 si è concentrato soprattutto sulla mal'aria industriale, invece di quella provocata prevalentemente dal traffico, ed è risultato ancora una volta che in Lombardia stiamo peggio che altrove. E non è una sorpresa perché il motore industriale del Paese sta proprio qui e in Val Padana ristagna come in una vasca da bagno la "nube tossica" più vistosa di tutta Europa, come testimoniano le foto da satellite. «Ma il dato più sconcertante - commenta il presidente regionale di Legambiente, Damiano Di Simine - è che per quanto riguarda la tabella delle diossine sono moltissime le aziende che mancano all'appello». Un'osservazione che se scagiona in parte la Silea dal pesantissimo onere di comparire come la quarta fonte nazionale di inquinamento da diossina, in realtà rivela che il computo è sottostimato. E di molto. «Il valore va moltiplicato almeno per dieci - ragiona Di Simine - perché di sicuro molti termovalorizzatori che nel 2006 hanno prodotto un grammo o giù di lì di diossina, non l'hanno dichiarato. Penso per esempio a forni tecnologicamente vecchiotti come quelli di Desio e Busto Arsizio, ma penso anche a tante aziende siderurgiche: non sono infatti gli impianti di incenerimento - che certo non sono fabbriche di biscotti - le principali fonti di emissione di diossine. La palma va alle imprese che lavorano rottami di ferro». E sotto questo profilo Lecco ne deve avere accumulata di diossina nel corso della sua lunga storia industriale. Tanto più che, come spiega il presidente lombardo di Legambiente, la diossina non è biodegradabile: «Quella emessa e ricaduta sul territorio è ancora lì, come purtroppo insegna Seveso dopo trentadue anni».
Dunque non solo polveri sottili, ossidi di azoto e di zolfo, benzene e ozono. Agli inquinanti per così dire classici che ci propina il traffico, dobbiamo aggiungere all'elenco diossine, furani, policlorobifenili, mercurio piombo o cadmio. Comunque, quanto a ossido d'azoto, a dare una mano al traffico ci pensano dalle nostre parti anche Holcim di Merone e la Italcementi di Calusco che assediano l'aria del Lecchese emettendone rispettivamante 2.449 e 2.380 tonnellate all'anno.
Maura Galli


20/01/2009

1 comment:

Anonymous said...

Bisogna fare qualcosa, bisogna informare la gente! Devono capire perchè quì si muore a 60 anni di tumore! E i nostri bambini?
Anch'io seguo da qualche anno la situazione dell'aria a Calusco in mezzo all'indifferenza e all'ignoranza generale; mi sembra di stare in mezzo a gente del medioevo che pensa ancora a combattere padroni o comunisti.
...e intanto la politica fa gli "affari suoi" e continua a costruire case e fare piste ciclabili che finiscono contro un muro.
Io ci sono e voglio cambiare le cose!

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