Giorni dalla firma tra Italcementi ed i Comuni

NON HANNO FIRMATO I SINDACI DI : Paderno d'Adda e Solza . HANNO FIRMATO : Calusco d'Adda, Cornate d'Adda, Imbersago, Medolago, Parco Adda Nord, Robbiate, Verderio Inferiore, Verderio Superiore, Villa d'Adda, Dopo più di 1.000 giorni dalla firma ,il 4 Maggio 2012 non si hanno notizie sulla ferrovia . Solo ombre su questo accordo fantasma , polvere , puzza, inquinamento . http://calusco.blogspot.it/2012/05/comunicato-stampa-tavolo-italcementi.html

Countdown alla ferrovia

il tempo e' finito del collegamento ferroviario nessuna notizia ,Piu' di 1.000 giorni TRE ANNI e nulla di fatto, meditate .

Saturday, December 24, 2005

Comitati ambientali e domande a Italcementi


Comitati ambientali e domande a Italcementi


Ho letto con interesse l’articolo sul Giornale del 18 dicembre scorso che dà conto dell’assemblea organizzata dal Coordinamento dei Comitati ambientali di zona e che si è svolta a Rezzato alla presenza di un folto pubblico. Ero tra i relatori dell’assemblea, insieme a don Fabio Corazzina, del Coordinamento nazionale di Pax Christi, il dr. Celestino Panizza, medico del lavoro bresciano e il dr. Mirco Osellame, chimico ambientale di chiara fama. L’Italcementi, pur presente con alcuni suoi rappresentanti, ha ritenuto di non dover (poter?) replicare alle precise contestazioni tecniche sollevate. Ora, l’articolo cita un documento dell’azienda, documento che nessuno ha mai visto e che vorrei poter conoscere integralmente, in cui testualmente si accusano i relatori di «demagogia, di aver dato informazioni senza alcun fondamento tecnico e scientifico». Addirittura si dice che «i cittadini non meritano di essere fuorviati in questo modo». Credo che i relatori meriterebbero delle scuse. Dispiace dover assistere a questo comportamento da parte di Italcementi: mi sembra mancanza di rispetto verso pareri tecnici indipendenti con conclusioni diverse da quelle sostenute dall’azienda. Dispiace soprattutto per i cittadini di Rezzato, di Mazzano e dei paesi limitrofi che da quarant’anni si trovano a dover convivere con una fabbrica inquinante situata a ridosso di due centri storici ed all’interno di un bacino di almeno 60.000 abitanti e che ora si mobilitano contro quello che noi ambientalisti definiremmo un eco-mostro. Signor direttore, i cittadini sono allarmati perché si progetta un camino alto circa 150 metri (!), così alto come non se ne sono mai visti da quelle parti, perché le malattie respiratorie, e non solo, già oggi sono molto più diffuse lì che altrove, leggono che Italcementi vuole costruire un forno speciale in grado di bruciare rifiuti di ogni genere, un inceneritore dunque, ascoltano che la loro montagna scomparirà al ritmo di 2.000.000 di metri cubi all’ anno (una fetta lunga 200 metri, larga 100 metri ed alta altrettanto…), sanno che le loro case, i loro campi perderanno inesorabilmente di valore, sentono dire tutto questo e vorrebbero sentirsi dire che tutto questo non è vero. Ma Italcementi non smentisce, non si confronta, sembra solo voler andare avanti con i propri progetti. Peccato. MONICA FRASSONI

Bruxelles



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