Giorni dalla firma tra Italcementi ed i Comuni

NON HANNO FIRMATO I SINDACI DI : Paderno d'Adda e Solza . HANNO FIRMATO : Calusco d'Adda, Cornate d'Adda, Imbersago, Medolago, Parco Adda Nord, Robbiate, Verderio Inferiore, Verderio Superiore, Villa d'Adda, Dopo più di 1.000 giorni dalla firma ,il 4 Maggio 2012 non si hanno notizie sulla ferrovia . Solo ombre su questo accordo fantasma , polvere , puzza, inquinamento . http://calusco.blogspot.it/2012/05/comunicato-stampa-tavolo-italcementi.html

Countdown alla ferrovia

il tempo e' finito del collegamento ferroviario nessuna notizia ,Piu' di 1.000 giorni TRE ANNI e nulla di fatto, meditate .

Tuesday, December 20, 2005

Rezzato: nuovo no all’ampliamento dell’Italcementi

Rezzato: nuovo no all’ampliamento dell’Italcementi



L’AZIENDA: «DISPONIBILI AL CONFRONTO SU BASI TECNICHE, NON SULLA DEMAGOGIA»

REZZATO - La battaglia verbale tra il Coordinamento dei Comitati ambientali zonali (raggruppanti varie associazioni ambientaliste e no e che già hanno raccolto più di tremila firme) e l’Italcementi, si arricchisce di un nuovo capitolo. Ennesimo appuntamento, l’altra sera, per ribadire il no all’ampliamento richiesto dalla cementeria. Il tutto nel corso di una partecipata assemblea tenutasi nella sala civica rezzatese. Dopo i saluti del sindaco di Rezzato, Enrico Danesi, che ha sinteticamente confermato il parere delle due Amministrazioni sull’incompletezza delle informazioni presentate dall’azienda, è toccato a Raffaele Forgione, portavoce dell’Osservatorio ambientale mazzanese dire che non si vuole l’ampliamento (e dunque la produzione) della cementeria, né all’interno dell’attuale perimetro, né all’esterno. Si auspicano, invece, migliori tecnologie sull’esistente, la messa in sicurezza per cittadini e lavoratori, la riduzione del pesante carico veicolare e sollecitando un monitoraggio ambientale costante. È seguito il discorso di don Fabio Corazzina, del Coordinamento nazionale Pax Christi, improntato tra la filosofia (o, come ha detto, in favola trattando un articolo elogiante le scelte dell’azienda) e la realtà, il quale ha concluso dicendo che, tutelando la terra, si tutela l’uomo. Poi gli interventi si sono fatti tecnici. Il dott. Mirco Osellame, chimico ambientale ed esperto di impiantistica industriale, ha contestato i dati forniti dal progetto di valutazione dell’impatto ambientale della Regione e lo studio di impatto ambientale commissionato dall’azienda al Politecnico di Milano. Oltre cinquecento pagine con lacune ed omissioni. Contestate. Alcune: come è possibile pensare di incrementare la produzione giornaliera di cemento dell’ottanta per cento (da 2.300 a 4.000 tonnellate) e prevedere solo il 27 per cento di aumento del traffico veicolare; non si parla dello studio del suolo interessato dalla caduta delle polveri; quindi il problema dell’utilizzare rifiuti pericolosi come il «pet coke». «Non si vuole fare terrorismo - ha concluso Mirco Osellame -: tutti i cementifici utilizzano scarti per la produzione di energia, eliminarli comporta un guadagno, mentre i combustibili costano. Per cui sarebbe meglio che l’Italcementi migliorasse l’impianto attuale per recuperare credibilità». Il dott. Celestino Panizza, medico del lavoro, ha affermato che la situazione è estremamente critica e non si può tollerare un maggiore inquinamento. Già 150 volte la centralina rezzatese ha superato i limiti consentiti per cui bisogna battersi per un maggiore diritto alla salute e dunque no all’ampliamento. Oltre a ciò, ha elencato dati preoccupanti su un maggior numero di decessi, infarti, ictus ecc. Dal canto suo l’on. Monica Frassoni, presidente del gruppo Verdi al Parlamento europeo, ha ribadito che gli studi fatti dalle imprese in queste circostanze (e, dunque, non solo l’Italcementi) sono spesso lacunosi e non obiettivi. «È la solita tattica - ha affermato - si cerca di convincere tenendo all’oscuro la popolazione. Qui non ci sono vantaggi occupazionali, per cui questa mobilitazione deve essere utilizzata per migliorare l’attuale impianto. Sosterrò questa battaglia anche a livello europeo». L’Italcementi, presente con alcuni rappresentanti, ha invece fornito un documento nel quale si afferma: «Ci dispiace che gli esperti convocati dai comitati abbiano riportato diverse notizie e dato informazioni senza alcun fondamento tecnico e scientifico. I cittadini non meritano di essere fuorviati in questo modo. Abbiamo ripetuto più volte di essere disponibili al dialogo ma su elementi certi e non con un approccio demagogico. Ribadiamo il nostro invito sia ai Comitati sia ad altre espressioni del territorio ad un confronto sereno e senza preclusioni di sorta. Anche noi abbiamo a cuore la tutela dell’ambiente e la qualità della vita e il progetto presentato va proprio in questa direzione con una forte riduzione delle emissioni». Considerazione finale: da una parte si contesta, dall’altra si contesta il contestato. Dove sta la verità? Maurizio Casali

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