Giorni dalla firma tra Italcementi ed i Comuni

NON HANNO FIRMATO I SINDACI DI : Paderno d'Adda e Solza . HANNO FIRMATO : Calusco d'Adda, Cornate d'Adda, Imbersago, Medolago, Parco Adda Nord, Robbiate, Verderio Inferiore, Verderio Superiore, Villa d'Adda, Dopo più di 1.000 giorni dalla firma ,il 4 Maggio 2012 non si hanno notizie sulla ferrovia . Solo ombre su questo accordo fantasma , polvere , puzza, inquinamento . http://calusco.blogspot.it/2012/05/comunicato-stampa-tavolo-italcementi.html

Countdown alla ferrovia

il tempo e' finito del collegamento ferroviario nessuna notizia ,Piu' di 1.000 giorni TRE ANNI e nulla di fatto, meditate .

Wednesday, January 11, 2012

http://www.iltamtam.it/Generali/Ambiente-e-Territorio/Rifiuti-nei-cementifici-Il-dibattito-resta-a-livello-di-insulti.aspx

Rifiuti nei cementifici? Il dibattito resta a livello di insulti

In Umbria nessuno da nessuna parte affronta con serietà il problema, che in altre parti di Italia sta dando luogo ad un dibattito approfondito e tecnico

E’ ripreso, in Umbria, il dibattito sull’utilizzazione dei cementifici per incenerire i rifiuti dopo che  sostanzialmente il  presidente di Confindustria Umbria, Bernardini,  ha sostenuto che la delicata questione dei rifiuti è gestita dall’amministrazione regionale secondo diktat ideologici, piuttosto che con il buon senso della politica messa al servizio del bene comune.

In effetti il problema s’è posto anche in altre regioni d’Italia dove però il dibattito sembra aver superato la fase degli insulti.
In quel di Cuneo, per la distruzione dei rifiuti non riciclabili finali (dopo attenta lavorazione e valorizzazione), al “forno” del cementificio Buzzi, impresa che peraltro sta sperimentando anche il mulino Thor, targato CNR, di cui abbiamo più volte scritto. 
La legge prevede che per un cementificio i limiti sulle emissioni siano sensibilmente superiori a quelli imposti ad un inceneritore di rifiuti.
Ma secondo l'Arpa piemontese, bruciando CDR (combustibile da rifiuti), le emissioni raggiungono livelli più contenuti.
Peraltro lì si afferma che quando un cementificio utilizza combustibili alternativi (ossia combustibili derivati da rifiuti) deve rispettare comunque i limiti a cui sono soggetti gli inceneritori, che sono molto inferiori ai limiti normali dei cementifici.
Insomma: una soluzione “meno peggio” di quella che attualmente sopportano i territori e le popolazioni che vivono intorno ai cementifici.

Secondo poi un locale esponente di Legambiente, Michele Bertolino che ha rilasciato una lunga dichiarazione al sito web “altritasti” ,“Vi sono studi, anche del Politecnico di Torino e di Milano che dimostrano che con il CDR-Q in fiamma principale e non con il CDR in pre-calcinatore le cose migliorano rispetto alla normale conduzione dell'impianto.
Ho sempre sostenuto che le diossine si formano perché vengono utilizzati, come additivanti del cemento, materiali (regolarmente autorizzati dalla Provincia di Cuneo) tipo scorie di allumina e scorie di ferrite. Quest'oggi lo ha documentato anche l'ARPA Piemonte” ed inoltre “Semmai, il problema è che la Provincia di Cuneo ha autorizzato il cementificio ad usare CDR e non CDR-Q e sia in precalcinatore che in fiamma principale”.
Ed, infine,” Siamo quindi favorevoli, per quel che riguarda i rifiuti residui a valle della raccolta differenziataprovenienti da tutta la provincia di Cuneo, che auspichiamo corrisponda all’ATO 3, alla produzione di CDR di qualità (RDF di qualità elevata come definito dalle norme UNI 9903 e CDR-Q secondo il D.Lgs. 152/06) e al suo utilizzo come combustibile presso il cementificio Buzzi.
Tuttavia deve essere garantito che l’operazione abbia come scopo quello di sostituire una parte del combustibile fossile (carbone, lignite, petcoke) con un combustibile derivato dai rifiuti avente precise caratteristiche e non quello di smaltire CDR di qualità normale”.

Le affermazioni del rappresentante di Legambiente sembrano voler ”  ricondurre sulla terra”la discussione e porre dei limiti a cui i cementieri umbri non hanno mai fatto cenno” forse perché temono che l’affare possa sfumare, con ciò facendo sorgere dubbi su un eventuale corretta gestione degli impianti ove si conferisse la possibilità di bruciare cdr di qualità.

Peraltro in occasione della terza edizione della Settimana europea per la riduzione dei rifiuti, 19 al 27 novembre 2011, Altreconomia  ha anticipato i contenuti di un reportage sui rifiuti pugliesi, in uscita sul numero di dicembre della rivista, secondo cui la Puglia starebbe completando la rete di impianti per la produzione di cdr-Q da impiegare nei cementific
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