L'ECO DI BERGAMO 15 04 03
Il piano territoriale prevede cinque interporti
Oltre a Montello, centri intermodali a Treviglio, Verdello, Chignolo e Cortenuova
I collegamenti con tram veloce e di tipo metropolitano previsti nel piano territoriale di coordinamento provinciale
Eccolo, dunque, il progetto preliminare del piano territoriale di coordinamento provinciale: quattro cd-rom che contengono indirizzi e finalità, quadro normativo di riferimento e le tematiche, vale a dire suolo e acque, paesaggio e ambiente, infrastrutture della mobilità, organizzazione del territorio e sistemi insediativi. Con tanto di cartografia puntuale. Come ha precisato il presidente della Provincia, Valerio Bettoni, nella presentazione ufficiale ad amministratori pubblici, associazioni, enti e categorie «è stato messo a punto con buon senso e realismo, esattamente quello che ci aspettiamo da chi lo analizzerà e valuterà».
L'illustrazione di ieri ha messo a fuoco i tantissimi e corposi elementi che compongono il piano che vuole essere la strategia, la base di riferimento su cui sviluppare il futuro della terra orobica. Quei tantissimi elementi, che nell'arco dei prossimi quattro mesi verranno esaminati e spiegati nel dettaglio, vuoi agli amministratori delle singole aree, vuoi alle categorie economiche e sociali, vuoi ai consiglieri provinciali.
Intanto sono emerse alcune scelte che ancora non erano note, ma che interessano l'intera Bergamasca. La prima riguarda i centri intermodali, quelli per l'interscambio delle merci dalla gomma alla rotaia. Fino a ieri, anche se erano state lanciate altre proposte, si parlava solo dell'interporto di Montello. Ora il piano territoriale di coordinamento provinciale punta su Montello più quattro, vale a dire quattro nuovi centri intermodali. Che troverebbero localizzazione a Treviglio, Cortenuova, Verdello, Chignolo d'Isola. Località che, nell'arco degli anni, erano in parte già state proposte e poi scartate, come Verdello e Cortenuova. Invece Chignolo d'Isola e Treviglio sono veri e propri outsider. Il punto è, ha spiegato il dirigente del settore territorio in via Tasso, Giuliano Lorenzi, che queste aree vengono considerate funzionali sia per il passaggio dell'alta velocità che per la presenza di reti logistiche. L'attenzione al ferro, al potenziamento della rete ferroviaria e al ripristino e rafforzamento di quella tramviaria, è certamente uno dei punti qualificanti del piano territoriale che, come ha ben precisato uno dei collaboratori dello staff dell'assessore Felice Sonzogni, Lelio Pagani «ha l'ambizioso obiettivo della qualità. Vuole cioè lasciare segni di qualità alle future generazioni».
E l'attenzione al paesaggio e all'ambiente fanno parte di questa ambizione, un'ambizione che ben si lega alla promozione del trasporto pubblico e in particolare di quello su rotaia. Vediamo dunque, nel complesso, come si snoderà il sistema del tram veloce collegato alle linee ferroviarie con un servizio di tipo metropolitano. Due le linee del tram veloce: la «uno» della Valseriana per la quale si prevede l'estensione fino a Vertova; la «due», della Valbrembana, che arriverà fino a San Pellegrino Terme.
Quattro invece le tratte delle linee e delle Ferrovie dello Stato con servizio di tipo metropolitano: lungo la linea Lecco-Ponte San Pietro-Bergamo, la tratta Cisano-Mapello-Ponte San Pietro-Bergamo; lungo la Carnate-Ponte San Pietro-Bergamo, la tratta Calusco-Terno-Ponte San Pietro-Bergamo; lungo la Bergamo-Rovato, la tratta Grumello-Montello-Albano-Seriate-Bergamo. Come si può vedere i tre percorsi possono costituire un diretto collegamento che attraversa la Bergamasca da ovest a est. L'ultimo percorso, lungo la Bergamo-Treviglio, comprende il tragitto Bergamo-Verdello-Treviglio.
La provincia è servita, ma anche la città potrà contare su collegamenti rapidi al sistema metro-tramviario. In particolare sulla linea che va dalla stazione al nuovo ospedale (con possibilità di estensione ulteriore verso Curno e Ponte San Pietro), e la linea che collega la stazione all'aeroporto di Orio al Serio (con possibilità di estensione al collegamento dei centri della pianura di sud-est). Ma c'è di più, spiega l'assessore Sonzogni: «Questi tragitti toccano e mettono in collegamento tutte le scuole superiori della provincia, gli ospedali e i presidi sanitari».
Le altre sfaccettature del progetto, messe a punto tra gli altri da Ezio Motta e Piergiorgio Tosetti, verranno illustrate nei singoli incontri con le parti e con i Comuni. Agli amministratori comunali e a quelli delle Comunità montane si è rivolto Giuseppe Longhi, presidente della Conferenza dei sindaci, annunciando che le osservazioni e le proposte verranno esaminate con serietà e, se possibile, saranno accolte: «Ma - ha aggiunto Longhi - vi invito ad affrontare il piano con uno sguardo ampio, che superi la dimensione comunale».
Rosella del Castello
Italcementi: Egitto e India le aree più interessanti
«Difficile un'acquisizione in Iraq». Tra pochi mesi la risposta per il via libera alla centrale di Villa di Serio
Dopo i forti investimenti degli ultimi anni, il 2003 si profila come un anno di consolidamento per il gruppo Italcementi. «La riduzione dell'indebitamento (giunto a fine 2002 a 2.086 milioni di euro NdR) è uno degli obiettivi - ha dichiarato durante l'assemblea dei soci di ieri mattina il consigliere delegato Giampiero Pesenti - Questo vuol dire che dovremo prestare attenzione alle spese, anche nelle acquisizioni. Ma non vuol dire che non verificheremo le opportunità che eventualmente si possano presentare se daranno la possibilità di creare valore».
In quest'ottica sono indicate due «priorità» sul piano geografico. Le linee di sviluppo puntano sull'Egitto, dove il gruppo è presente con una quota intorno al 40% in Suez Cement, e in India («Le nostre due cementerie sono poche per poter dire di essere veramente presenti in un Paese tanto grande» - ha puntualizzato Pesenti). La ricostruzione dell'Iraq potrebbe essere interessante «se ci sarà un'evoluzione politica interna e internazionale che faccia intravedere opportunità in quel Paese». Quello iracheno non è un mercato al quale finora ha mai guardato l'Italcementi. «Abbiamo guardato anche in tempi recenti all'Iran, ma le condizioni politiche rendono difficili le operazioni» ha precisato Pesenti. Del resto nell'area c'è sovrapproduzione sia da parte della Turchia, che potrebbe fornire il Nord, sia da parte dell'area del Mar Rosso (Arabia ed Egitto) che potrebbero arrivare via mare al Sud.
Il tema dell'Opa
La crescita all'esterno, in ogni caso, è preferita ad operazioni finanziarie per la crescita della quota in Ciments Français, dove peraltro il controllo è stato portato al 73,7%, al quale si affianca la quota di quasi l'11,5% detenuto da Mediobanca. Rispondendo a domande di azionisti, dopo avere precisato che non è in programma la conversione di azioni di risparmio Italcementi in azioni ordinarie, Pesenti ha sottolineato che per Ciments Français «un'Offerta pubblica d'acquisto si potrebbe fare, se l'operazione portasse valore e questo dipende dal prezzo». Riguardo all'indicazione di 59 euro, questo «è un prezzo troppo alto», secondo Pesenti. «Nel 2001 Mediobanca ha emesso un prestito obbligazionario di 5 anni al 2,5% convertibile in azioni Ciments français - ha ricordato Pesenti - In quell'occasione, ci aveva interpellato, ma la proposta di un prezzo di 62 euro, non mi è parsa conveniente». La proposta avanzata da un'azionista relativamente a un Offerta pubblica di scambio con azioni Italcementi. Pesenti ha osservato che in questo modo non si inciderebbe sull'indebitamento, ma l'operazione non sarebbe comunque semplice dal punto di vista tecnico.
Questione energia
In assemblea il condirettore generale Carlo Pesenti ha illustrato anche la politica del gruppo alla ricerca di combustibili alternativi. Nel 2001 la cementeria di Rezzato è stata la prima in Italia ad utilizzare farine animali, derivanti dalle carcasse dei bovini colpiti dalla Bse (il morbo della mucca pazza). ai quali se ne sono aggiunti l'anno scorso altri quattro. Un sesto impianto, quello di Broni, potrebbe essere realizzato entro quest'anno La modifica degli impianti ha comportato investimenti per circa 600mila euro ciascuno, di fatto ormai già ripagati. «Il beneficio stimato a fine 2002 è di circa 3 milioni di euro, tra contributo statale e minor costo rispetto ai combustibili fossili - ha detto Carlo Pesenti - Gli impianti hanno bruciato circa 50mila tonnellate di farine animali e a regime arriveranno a una percentuale di sostituzione dei combustibili tradizionali del 13-15%. Il problema piuttosto è che ora la disponibilità di farine animali è ridotta rispetto a prima». In altri due cementifici del gruppo sono in corso investimenti per l'utilizzo di altri combustibili alternativi (in particolare i pneumatici triturati) che porteranno un beneficio annuo di circa 450mila euro. «La temperatura raggiunta dai forni dei cementifici permette l'eliminazione di questi prodotti senza residui - ha aggiunto il direttore generale Rodolfo Gabrielli - L'Italia è peraltro in ritardo rispetto alla Francia e al Belgio nell'utilizzo dei combustibili alternativi».
Sul fronte dell'energia intanto prosegue anche la ricerca di fonti «tradizionali». «All'interno del gruppo c'è un costo dell'energia più alto che in Italia solo in Turchia, India e Marocco - ha commentato Giampiero Pesenti - Avevamo presentato diversi anni fa dei progetti per lo sviluppo dell'energia idroelettrica che sono stati bloccati. E l'energia idroelettrica sarebbe la principale fonte di energia rinnovabile disponibile in Italia». Attualmente la produzione idroelettrica del gruppo si attesta sui 250 gigawattore all'anno: attraverso interventi sulle condotte e sulle turbine è previsto un aumento della produzione del 15%. L'Italcementi ha poi in corso lo sviluppo di Italgen (che attualmente fornisce il 30% dell'energia necessaria al gruppo), con sette progetti per una produzione teorica di 4.000 megawatt. «Ci stiamo concentrando soprattutto sui progetti che stanno avanzano molto bene, come Villa di Serio, e bene come Matera, Colleferro e Modugno - ha spiegato Carlo Pesenti - Siamo ormai alle strette ed entro pochi mesi dovremmo avere le risposte».
Sviluppi interessanti sono attesi anche dall'attività di «e-business» sviluppata da Bravo Solution, società che si occupa di aste on line. «Avviata nel giugno 2000, Bravo Solution è già arrivata a transazioni per 500 milioni di euro che hanno portato risparmi medi del 12% ai clienti - ha detto Danielli - Ci viene attribuita una quota di mercato superiore al 50 per cento. Analoghe esperienze sono state avviate in Francia e in Spagna e mostrano la stessa tendenza di crescita registrata in Italia: questo è molto confortante. Pensiamo che la società possa arrivare all'utile d'esercizio nel corso del 2004».
Il piano Calusco
Nel corso dell'assemblea è stato ricordato anche l'investimento effettuato a Calusco: 115 milioni già spesi nel 2002 (cogliendo i benefici fiscali della Tremonti-bis) e altri 40 milioni da investire in futuro per il tunnel sotteraneo di collegamento alle cave. «Sono in corso i test di performance - ha spiegato Carlo Pesenti -. Gli investimenti permetteranno un aumento della produzione del 20%, a 1,2 milioni di tonnellate. Questo sarà utile in un momento favorevole del settore nel Nord Italia». Il riferimento è ai progetti statali per lo sviluppo delle infrastrutture che stanno per prendere il via in Piemonte (anche per i Giochi olimpici invernali) e in Lombardia.
Stefano Ravaschio
MEMORIA SUL CEMENTIFICIO INCENERITORE DI Calusco d'Adda la Pianura Padana resta la zona peggiore d'Europa insieme all'area più industrializzata della Polonia (classifica cui gli inceneritori forniscono un contributo determinante).
Giorni dalla firma tra Italcementi ed i Comuni
NON HANNO FIRMATO I SINDACI DI :
Paderno d'Adda e Solza
.
HANNO FIRMATO :
Calusco d'Adda,
Cornate d'Adda,
Imbersago,
Medolago,
Parco Adda Nord,
Robbiate,
Verderio Inferiore,
Verderio Superiore,
Villa d'Adda,
Dopo più di 1.000 giorni dalla firma ,il 4 Maggio 2012 non si hanno notizie sulla ferrovia .
Solo ombre su questo accordo fantasma , polvere , puzza, inquinamento .
http://calusco.blogspot.it/2012/05/comunicato-stampa-tavolo-italcementi.html
Countdown alla ferrovia
il tempo e' finito del collegamento ferroviario nessuna notizia ,Piu' di 1.000 giorni TRE ANNI e nulla di fatto, meditate .
Tuesday, April 15, 2003
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